Il Punteruolo rosso delle palme Rhynchophorus ferrugineus (Olivier): biologia, dannosità e linee di difesa

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1 Review n. 23 Italus Hortus 21 (2), 2014: Il Punteruolo rosso delle palme Rhynchophorus ferrugineus (Olivier): biologia, dannosità e linee di difesa Carlo Pasini 1* e Pietro Rumine 2** 1 già Dirigente di ricerca al CRA-FSO di Sanremo 2 già Primo ricercatore al CRA-ABP di Firenze Ricezione: 24 giugno 2014; Accettazione: 31 luglio 2014 Ecology and management of the red palm weevil * pasini.c@tiscali.it ** pietrorumine@gmail.com Abstract. Among exotic pests, the red palm weevil, Rhynchophorus ferrugineus, is the most destructive insect of ornamental palm species in Italy, especially of Phoenix canariensis. Since it was first found in Italy in 2004, the red palm weevil has quickly spread to many regions causing the death of plants on public and private gardens, green spaces and historic villas, transforming the image of urban landscapes and coastal cities. Today, it is estimated that about two hundred thousand palms are infested, but the number is difficult to quantify because many owners do not declare the presence of attacked plants to the authorities. Several control methods against the red palm weevil have been applied, within an integrated pest management strategy, provided by the National Action Plan of the Central Phytosanitary Service to fight the introduction and spread of R. ferrugineus. The main direct measures of pest control consist of cutting down and chipping the infested palms, treating the plants with insecticides by foliar sprays and/or trunk injections. The pesticides authorized for palms against R. ferrugineus are Imidicloprid+Cyfluthrin, Abamectin and Chlorpyirifos metyil. As an alternative to chemical control it is possible to use commercial products containing nematodes Steinernema carpocapsae, the use of which is preferred in urban areas. Additionally, some entomopathogenic fungal strains (Beauveria bassiana and Metarhizium anisopliae) are being tested in semi-field conditions. These indirect measures are designed to increase cooperation between citizens, municipalities and local Phytosanitary Services, as well as enhance the professional training of those involved. This article is a review of various aspects of R. ferrugineus namely its life cycle, damage caused and symptoms of attack, host range, relevant national and European legislation, management of red palm weevil and its main components. The main preventive and curative strategies are reported including early detection using different methods: pheromone trapping systems, tree surgery method based on spherical pruning, control of pest using available chemical and biological products, and male pest sterilization technique. The management of R. ferrugineus is complex because at the moment none of the containment methods used seem to be able to limit the spread of this pest. K e y wo rd s: Rhynchophorus ferrugineus, Arecaceae, detection, monitoring, chemical and biological control. Introduzione L invasione biologica di organismi da un territorio all altro, da una nazione all altra, da un continente all altro è un preoccupante fenomeno che è andato di pari passo con la globalizzazione legata allo spostamento dell uomo e ai commerci. La recente integrazione economica che interessa il pianeta ha permesso lo scambio continuo tra le tecnologie e le culture delle nazioni, portando però con sé alcuni punti di vulnerabilità. La diffusione di insetti e artropodi dannosi alle piante è uno di questi. Quelli che un tempo erano considerati casi rari di specie neointrodotte sono purtroppo diventati frequenti e temuti. Dal 1970 fino ad oggi sono oltre 400 le specie esotiche arrivate nel nostro Paese (Eördegh et al., 2009), ma solo con una decina si è verificata una vera e propria invasione che sta generando seri problemi. Come nel caso del Punteruolo rosso delle palme, Rhynchophorus ferrugineus (Olivier) (Coleoptera, Dryophthoridae), fitofago diventato un problema nazionale e che desta molta preoccupazione e interesse per via della gravità dei danni e della visibilità delle infestazioni negli ambienti soprattutto urbani e costieri, dove le palme sono state impiantate a scopo ornamentale. E stimato che la diffusione epidemica del Punteruolo nelle regioni rivierasche peninsulari e nelle maggiori isole abbia causato in dieci anni la morte di quasi duecentomila 49

2 Pasini e Rumine palme (Longo e Roversi, 2014), prevalentemente di Phoenix canariensis. L esplosione di questo nuovo problema entomologico è causa di pesanti ripercussioni non solo per gli sconvolgimenti paesaggistici, ma anche per le implicazioni economiche dovute alla gestione delle piante coinvolte. Un emergenza fitosanitaria forse inizialmente sottovalutata ma che ora sta alterando il panorama delle località ove le palme rappresentano un elemento caratterizzante e qualificante del territorio. Scopo del presente articolo è quello di fare il punto sullo stato delle conoscenze e delle ricerche sul Punteruolo rosso delle palme, R. ferrugineus, analizzando differenti aspetti del fitofago, in particolare la sua biologia, la sintomatologia dei danni, le tecniche per la diagnosi tempestiva, le strategie di lotta con mezzi agronomici, chimici e biologici. Storia e biogeografia L insetto è originario dell Asia sudorientale e della Melanesia. Agli inizi del secolo scorso è stato segnalato dannoso ai palmeti da cocco (Coccus nucifera) in India e nel 1920 alle palme da dattero (Phoenix dactylifera) in Iraq. Nel 1985 è stato introdotto accidentalmente nella Penisola Arabica con gravi conseguenze per le coltivazioni da dattero. Nel 1992 è stato rinvenuto in Egitto e, in seguito, anche in Israele, Siria, Giordania, Algeria, Libia e Marocco. In Europa è comparso nel 1993 su palme delle Canarie nel Sud della Spagna (Barranco et al., 1996), dove è rimasto confinato per diversi anni. Dopo circa un decennio è arrivato quasi contemporaneamente in altri Paesi del Mediterraneo quali Italia, Francia, Portogallo, Turchia, Isola di Malta, Grecia e Cipro. L insetto è ormai diventato cosmopolita nell ambito dell areale di diffusione delle palme, con grande rilievo in Oceania, Asia, Africa, Medio Oriente e sud dell Europa. Nel 2008 è stato individuato nelle Antille Olandesi (Roda et al., 2010) evidenziando il rischio di una sua diffusione sulle lunghe distanze con la movimentazione di palme infestate del tutto asintomatiche. Nel 2010 è stato segnalato anche in California (EPPO, 2010) ma, come in seguito evidenziato da analisi genetico-molecolari, si trattava di una infestazione di R. vulneratus (Rugman-Jones et al., 2013). Nel nostro Paese la prima segnalazione risale al 2004 in un vivaio di Pistoia (Sacchetti et al., 2005), probabilmente in seguito all importazione di piante infestate dal Nord Africa. Questi esemplari furono immediatamente distrutti e da quel momento non seguirono altri avvistamenti in Toscana. Negli anni successivi il Punteruolo è stato segnalato nelle seguenti Regioni: Sicilia (2005), Lazio e Campania (2006), Liguria, Puglia, Abruzzo e Marche (2007), Calabria, Molise e Sardegna (2008), Veneto e Basilicata (2010), dove si è stabilmente insediato. In Toscana il curculionide è poi ricomparso nel 2011 su palme vegetanti in giardini o lungo i viali. In tutto, nel 2012, si contano nel nostro Paese oltre 900 Comuni colonizzati da R. ferrugineus (Storace, comunic. pers.) e la tendenza è purtroppo in aumento. Diversi fattori hanno contribuito all attuale situazione: la sensibilità al Punteruolo rosso di P. canariensis, la palma dominante nei nostri ambienti, con la quale il curculionide ha costituito una nuova associazione mostrando una preferenza per le piante adulte di sesso maschile; la velocità di adattamento del fitofago al clima mediterraneo; la mancanza di un tempestivo sostegno politico ed economico a livello della Comunità Europea e nazionale all altezza della grave emergenza fitosanitaria; le obiettive difficoltà tecniche e i costi elevati per una efficace eliminazione dei focolai. Per inciso, giova ricordare che per una palma di 10 m ci vogliono almeno 390 per il risanamento meccanico, mentre per l abbattimento e lo smaltimento, eseguito secondo le indicazioni fornite dai Servizi Fitosanitari, si arriva a spendere fino a (Nario, 2012). Si tratta di costi notevoli, quasi sempre insostenibili dalle amministrazioni comunali e dai privati, soprattutto quelli non benestanti. Ciclo biologico Il Punteruolo rosso delle palme R. ferrugineus (Olivier) è un insetto fitofago appartenente all Ordine Coleoptera, Fam. Dryophthoridae (Superfam. Curculionoidea). Nei diversi areali di coltivazione delle palme l insetto, di norma, non effettua diapausa, cioè non interrompe la propria attività metabolica nel corso delle stagioni, proseguendo il suo sviluppo attraverso i tre stadi pre-immaginali fino a quello di adulto (fig. 1). Come è naturale, però, lo svolgimento dei cicli biologici si realizza in tempi variabili a seconda delle condizioni ambientali. Gli esemplari adulti, maschi e femmine, sono buoni volatori capaci di raggiungere e colonizzare nuove piante anche a distanza di alcuni chilometri dal punto di origine. Gli adulti maschi, inoltre, emettono un feromone di aggregazione in grado di attrarre esemplari dei due sessi. L aggregazione di più individui sembra accrescere la longevità degli adulti. Nelle trappole attrattive il numero delle femmine è di solito superiore a quello dei maschi mentre nelle camere pupali prelevate dalle palme prevalgono i maschi con una sex ratio 1,2:1. 50

3 Rhynchophorus ferrugineus: biologia, dannosità, difesa Fig. 1 - Adulto di R. ferrugineus. Fig. 1 - Red palm weevil adult. Dopo l accoppiamento avviene la deposizione delle uova per lo più alla base delle foglie, alle ascelle fogliari ma anche in cavità naturali o procurate appositamente col rostro. Sulle palme da dattero, invece, la femmina ovidepone prevalentemente sui polloni basali. Ogni femmina produce circa 250 uova. Appena deposto, l uovo misura 2,5 mm, è di forma allungata e di colore bianco-giallastro. Alcuni giorni dopo (3-5) nasce la larva biancastra e apoda, lunga appena 3-4 mm, che nel termine di 3-4 mesi raggiunge la maturità assumendo la lunghezza di 5 cm, un colore giallo più o meno intenso e la conformazione tipica globosa caratterizzata da striature trasversali corrugate (fig. 2). Il capo è coriaceo, sclerificato, di colore nero, provvisto di robuste mandibole. Nel loro sviluppo, le larve si nutrono voracemente dei tessuti fogliari per spostarsi verso la base delle foglie e quindi verso i tessuti interni dello stipite. Se in tale periodo viene raggiunto e distrutto l apice vegetativo della palma si può avere la morte dell intera pianta. A maturità la larva si prepara all impupamento nelle parti più esterne dello stipite e dei rachidi formando una voluminosa e caratteristica camera pupale di forma cilindrica (lunghezza circa 5 cm, larghezza 2 cm), costruita con filamenti di fibra ricavata dall erosione delle foglie della palma (fig. 3). Dentro il pupario si verifica dunque il passaggio allo stadio di pupa. Questa ha le appendici libere ed un colore marrone chiaro, giallastro. Nell arco di circa un mese si esaurisce lo stadio pupale e compare l adulto. La forma dell adulto è quella tipica di un curculionide soprattutto per la conformazione del capo che si presenta vistosamente prolungato a formare il rostro. Su di esso sono inserite, nella porzione più prossimale, le antenne mentre nella parte distale si trova l apparato boccale masticatore. Sul rostro del maschio è presente una serie di setole ed anche le tibie anteriori sono provviste di peli. Ciò costituisce uno dei fattori di distinzione dalla femmina. La lunghezza del corpo dell individuo maschio è di circa 3 cm per una larghezza di 1 cm mentre nella femmina le dimensioni sono leggermente maggiori (mediamente 3,4 cm x 1,3 cm). Così pure il rostro (circa 1 cm) della femmina ha una lunghezza appena superiore rispetto a quello del maschio ed è anche più sottile e arcuato. Va sottolineato, comunque, che queste sono le dimensioni dell adulto nel nostro Paese, mentre nei Paesi di origine la specie può avere dimensioni anche maggiori. Il colore dell adulto può variare anche in modo notevole fra individui ma prevale il rosso ferrugineo da cui è Fig. 2 - Larve di R. ferrugineus. Fig. 2 - Red palm weevil larvae. Fig. 3 - Camere pupali di R. ferrugineus costruite con le fibre della palma. Fig. 3 - Red palm weevil cocoons made of fibrous strands. 51

4 Pasini e Rumine appunto derivato il nome specifico dell insetto. Capo e rostro sono per lo più di color mattone mentre le macchie del capo e le zampe sono nere. Le elitre presentano striature nerastre. Le caratteristiche fenotipiche legate alle colorazioni e alla loro distribuzione sul corpo possono costituire la base per una serie di classificazioni di un certo interesse. Come si è detto, il Rincoforo è un buon volatore e, potendo allontanarsi anche notevolmente dal luogo di sfarfallamento, inizia la colonizzazione, preferibilmente di piante deperite o danneggiate ma anche di esemplari del tutto sani (Lo Verde e Massa, 2007). Il ciclo completo ha la durata di 3-4 mesi così che nei nostri ambienti si ha una sovrapposizione di generazioni. Il numero effettivo delle generazioni per anno non è sempre definibile con esattezza nei diversi areali, mediamente 3 nel corso dell anno. In condizioni di laboratorio il fitofago ha svolto soltanto 3 generazioni in 2 anni (Longo, 2009a). Piante ospiti In natura R. ferrugineus si sviluppa sulle Arecaceae o Palmae, ma può crescere occasionalmente anche a spese della canna da zucchero e dell agave americana; inoltre, in laboratorio l adulto può alimentarsi di diversi frutti e tessuti zuccherini (mela, banana, ecc.). Al momento attuale, l ospite primario di questo curculionide è costituito da 26 specie di palme comprese in 16 generi (Malumphy e Moran, 2009). Nelle zone di origine R. ferrugineus è citato come uno dei principali fitofagi delle palme da cocco (C. nucifera); nei Paesi del Medio Oriente gli attacchi interessano essenzialmente le palme da dattero (P. dactylifera); nella parte più a ovest del Bacino Mediterraneo i danni sono soprattutto a carico della palma delle Canarie (P. canariensis). Quest ultima specie vegetale è particolarmente apprezzata dal Punteruolo poiché presenta a livello della fronda un favorevole volume di tessuti teneri in crescita e con un contenuto di acqua superiore rispetto a quello di altre arecacee; P. canariensis offre, inoltre, una maggiore risorsa alimentare per lo sviluppo larvale a parità di altezza dello stipite. In Italia la quasi totalità delle palme attaccate dal Punteruolo si riferisce a P. canariensis, palma coltivata per ornamento che nel tempo è stata la più utilizzata per la sua adattabilità a diverse condizioni ambientali e per la resistenza al freddo. Sono colpite, ma in misura ampiamente inferiore, anche altre specie: P. dactylifera, Washingtonia filifera e W. robusta, Trachycarpus fortunei, Sabal bermudana, Jubaea chilensis, Brahea armata, Chamaerops humilis, Syagrus romanzoffiana, Howea forsteriana e Livistona chinensis. Per quanto riguarda C. humilis, la palma nana nativa del Mediterraneo, il suo status di ospite non è ancora del tutto chiaro poiché da alcuni autori (Dembilio et al., 2009; Cangelosi et al., 2012a) è stata considerata resistente agli attacchi di R. ferrugineus, avendo mostrato in prove sperimentali su piante coltivate di possedere meccanismi di antixenosi che induce nell insetto un inibizione nell ovideposizione. Tuttavia, in popolamenti spontanei di palma nana della Sicilia le infestazioni del Punteruolo sono sempre più frequenti e fanno temere per la sopravvivenza degli ecosistemi ove questa pianta è presente (Giovino et al., 2012). Sintomi dell infestazione e danni Le palme attaccate non presentano marcati sintomi di deperimento prima che una gran quantità di tessuti interni sia stata distrutta dalle larve con l attività trofica. Essendo specie monocotiledone, i vasi conduttori della palma sono numerosi e diffusi su tutta la sezione dei piccioli e dello stipite, di conseguenza la pianta appare ugualmente verde anche quando molti vasi non sono più funzionali. Purtroppo, quando la manifestazione dei sintomi è visibile a occhio nudo, anche dopo alcuni mesi dall infestazione primaria, la palma è già condannata. I sintomi possono essere più o meno evidenti in relazione alla zona in cui si sviluppano le larve, al loro numero, al tempo intercorso dall insediamento, alla specie e alla taglia dell ospite colpito (fig. 4). Ne consegue che, volendo intervenire in uno stadio ancora curabile con tempestive misure di lotta, è necessario cogliere i primi segnali dell infestazione su piante dall aspetto sano, operazione non facile Fig. 4 - P. canariensis con sintomi dell attacco di R. ferrugineus nella parte alta della chioma. Fig. 4 - Canary palm with R. ferrugineus symptoms on crown. 52

5 Rhynchophorus ferrugineus: biologia, dannosità, difesa anche per persone che hanno familiarità con le palme e con il Punteruolo. Nelle palme delle Canarie gli indizi della presenza di R. ferrugineus sono rappresentati da erosioni sul margine delle foglie più giovani, perforazioni delle foglioline e tracce di gallerie nei piccioli. In alcuni casi è possibile anche ritrovare larve e camere pupali al loro interno. Le ispezioni visive da terra sono però difficili da eseguire quando le palme sono di notevole altezza da richiedere l ausilio di scale e costose pedane elevatrici per raggiungere la chioma (Longo, 2011). Con l infestazione in fase avanzata, la parte basale delle foglie interessata dalle gallerie prodotte dalle larve perde consistenza e il peso della stessa foglia ne causa il ripiegamento verso l esterno (Conti et al., 2013). La chioma appassisce gradualmente e, vista da lontano, perde la simmetria assumendo la tipica e appariscente forma a ombrello aperto. Nei casi più gravi, le foglie spesso si staccano dalla pianta per cedimento del rachide. Per quanto riguarda le palme da datteri, gli attacchi si manifestano in modo diverso: lo sviluppo delle larve è in genere localizzato lungo lo stipite e/o nella sua parte più bassa, sovente nei polloni. I sintomi sulle foglie compaiono di solito più tardi rispetto a quanto descritto sulle palme delle Canarie; inoltre, nello stipite si possono notare la fuoriuscita di essudati gommosi di colore scuro e la formazione di cavità ripiene di segatura in fermentazione e dall odore nauseabondo. Monitoraggio La diagnosi precoce dell infestazione del Punteruolo rappresenta il presupposto e la fase decisiva per salvare una palma con il meristema apicale non ancora danneggiato e con il fusto stabile. Quindi, la possibilità di avere mezzi e metodologie di indagine utili a individuare tempestivamente la presenza del fitofago ha notevole interesse pratico e applicativo perché consente, nel caso che il danno non sia irreversibile, il risanamento e il recupero della pianta. Il monitoraggio non può prescindere dalla considerazione che il fitofago in questione è elencato, come riferito più avanti, fra le specie da quarantena ed è oggetto di lotta obbligatoria sul nostro territorio. Pertanto la rilevazione della sua presenza mediante sistemi diversi di indagine, allo scopo di meglio indirizzare la lotta, costituisce non solo un passaggio molto delicato ma addirittura un obbligo imposto dalla normativa europea e nazionale. I diversi sistemi di monitoraggio finora sperimentati e proposti per individuare la presenza degli adulti e soprattutto delle larve endofite si basano soprattutto sull uso di trappole innescate con feromoni di aggregazione, sull ispezione endoscopica, sull impiego di camere termografiche, sull applicazione di tecniche acustiche e sull impiego di metodi olfattivi e biochimici. Trappole a feromoni A supporto delle osservazioni visive in campo, può essere utile l impiego di trappole innescate con semiochimici ed attrattivi alimentari per il monitoraggio e la cattura massale degli adulti del Punteruolo rosso. Varie ditte commerciali vendono specifiche trappole costituite da un contenitore di plastica con 4 fori di 5 cm di diametro nella parte laterale e 2 fori dello stesso diametro nel coperchio che permettono l entrata all insetto. Le pareti esterne del contenitore sono rugose oppure avvolte da una retina per facilitare la risalita dell adulto. All interno delle trappole sono presenti gli attrattivi: una bustina in polietilene contenente il feromone di aggregazione Rhynchophorol o Ferrugineol (4-methyl-5-nonanol) (Hallett et al., 1993), un dispositivo a lento rilascio di acetato di etile e sul fondo una soluzione zuccherina di acqua e melasso (Faleiro, 2006). Le catture riguardano individui di entrambi i sessi, con prevalenza di quello femminile. Il potere attrattivo del feromone nei confronti del Punteruolo può essere accentuato dalla contemporanea presenza nella trappola di materiale vegetale in decomposizione, per esempio datteri o pezzi di palma, mela, banana, ma questa aggiunta ha costi di esercizio più elevati rispetto all uso del melasso. I contenitori in commercio sono in prevalenza rossi, ma si trovano anche di altre colorazioni. Prove svolte negli Emirati Arabi (Abuagla e Al-Deeb, 2012), in Spagna (Avalos e Soto, 2013) e in Italia (Conti et al, 2013) hanno permesso di determinare che il colore delle trappole influenza il numero delle catture. Quelle nere riescono ad attirare mediamente più individui rispetto a quelle rosse o di altre tinte (gialle, azzurre e bianche), soprattutto nei mesi più caldi. Le trappole possono essere piazzate sia in ambiente urbano con presenza di palme infestate, sia in zone esenti da palme. L utilizzo di un esteso impiego di trappole è indicato negli areali in cui l infestazione è ampiamente consolidata allo scopo di eliminare il maggior numero possibile di individui adulti e di ridurre indirettamente il rischio di nuove infestazioni (Lo Verde e Massa, 2007). Desta, invece, perplessità il loro uso in aree ancora indenni allo scopo di determinare eventuali indizi di infestazione. Questa procedura potrebbe mettere in pericolo le piante sane in prossimità delle trappole stesse per via della competizione locale tra gli attrattivi inseriti nei contenitori e le palme sane vicine. La collocazione della trappola è, quindi, una condizione d importanza strategica, soprattutto per evitare che gli insetti giunti 53

6 Pasini e Rumine in prossimità si dirigano piuttosto verso la palma. La buona pratica consiste nel disporla parzialmente interrata e a una distanza di circa 20 m dalla pianta (Rochat, 2006). Normalmente il feromone va sostituito ogni 6-12 settimane e tale operazione incide notevolmente in termini di lavoro sui costi di gestione. Aspetti ancora controversi riguardano sia la definizione della potenziale area coperta da ciascuna trappola, sia il numero di trappole necessario per individuare l infestazione primaria. Altre tecniche di diagnosi Lo sviluppo di metodi affidabili per il monitoraggio e la diagnosi tempestiva di palme asintomatiche sono aspetti cruciali per il contenimento delle infestazioni del Punteruolo rosso. Oltre agli esami visivi diretti delle piante e all uso delle trappole a feromoni per il monitoraggio degli adulti, diversi metodi e approcci sono stati negli anni valutati per la diagnosi delle fasi iniziali degli attacchi. Indagine visiva strumentale Prove sono state condotte in Sicilia con una microcamera wireless, montata su un asta telescopica di 6 metri e connessa a un computer portatile, per ispezionare la parte centrale della chioma di palme infestate. Le indagini hanno evidenziato che non è possibile con quest apparecchiatura ottenere delle affidabili indicazioni circa l inequivocabile presenza di tracce dell insetto nelle palme asintomatiche. Oltre all impiego delle microcamere, è stata anche verificata l utilità operativa di un fibroscopio e un videoscopio di tipo industriale per individuare le fasi iniziali delle infestazioni. L indagine strumentale è stata realizzata attraverso perforazioni, fatte nello stipite con un trapano, di diametro sufficiente a far entrare la fibra ottica e profonde almeno quanto il raggio del fusto in osservazione. L esame ha appurato la presenza di gallerie larvali, tuttavia l invasività dell intervento è stata considerata uno svantaggio poiché, secondo il grado dell infestazione, sarebbe necessario fare parecchi fori che potrebbero costituire una potenziale via d ingresso a patogeni (Suma et al., 2011). L uso della videoendoscopia potrebbe avere qualche utilità soltanto nei casi particolari in cui l ispezione visiva diretta non fosse sufficiente ad accertare la presenza del coleottero all interno delle palme sospette. Indagine termografica Questo metodo si basa sul rilevamento per mezzo di termocamere a raggi infrarossi delle variazioni di temperatura a seguito dell attività trofica delle larve e della fermentazione dei tessuti all interno delle palme sospette. La diagnostica remota con tecniche IR permette di rilevare a distanza l energia termica emessa da un corpo, di misurarla con precisione e, in alcuni casi, di renderla visibile sotto forma di immagini. Diversi modelli di termocamere, a diversa sensibilità, in grado di intercettare le variazioni termiche sono stati provati su palme con livelli diversificati di infestazione apparente. I risultati ottenuti con questi strumenti non sono stati all altezza delle attese in quanto non hanno permesso di acquisire indicazioni affidabili sull effettiva presenza del fitofago. Presumibilmente le variazioni termiche registrate sulla superficie delle palme sono state influenzate dalle radiazioni solari, che hanno interferito con i dati acquisiti durante le ore diurne (Suma et al., 2014). Recentemente si è fatto ricorso anche all impiego della fotografia aerea a raggi infrarossi, tecnica che dovrebbe consentire di individuare piante sotto stress idrico a causa dell attività trofica delle larve di R. ferrugineus. In prove preliminari, svolte in Israele, sono stati ottenuti risultati promettenti in coltivazioni omogenee di palma da dattero infestate (Cohen et al., 2012). Un analogo tentativo, condotto a Sanremo dal Centro Studi e Ricerche per le Palme (CSRP), ha invece evidenziato le complicazioni e le difficoltà di tale approccio quando si deve operare in ambienti urbani dove le specie botaniche presenti sono eterogenee ed è più difficile distinguere i sintomi prodotti da cause biotiche da quelli causati da fattori abiotici. Altre osservazioni termografiche da pallone aerostatico per la diagnosi precoce del Punteruolo rosso sono state effettuate a Palermo nel corso di due campagne, una diurna e una notturna, di telerilevamento e di misure spettroradiometriche sulla chioma di singole palme. La valutazione della temperatura è parsa idonea a mappare le piante in stato avanzato d infestazione, ma non a individuare quelle nelle prime fasi dell attacco (La Loggia et al., 2009). Indagini acustiche Ai fini della diagnosi precoce sono stati considerati anche metodi di rilevamento acustici. Quando all interno dello stipite è presente un numero elevato di larve, un orecchio allenato è già in grado di individuare il rumore da esse prodotto durante l attività trofica. Il problema nasce nel momento della prima fase dell infestazione, quando il rumore generato è troppo basso per distinguerlo da quello ambientale. Una selezione di metodi biacustici è stata valutata da vari gruppi di ricerca. Il più recente si basa sull uso del vibrometro a laser, strumento che permette l analisi di vibrazioni che si propagano attraverso i tessuti vegetali senza il contatto diretto con la pianta (Mankin et al., 2011). I risultati conseguiti con questo tipo di 54

7 Rhynchophorus ferrugineus: biologia, dannosità, difesa approccio sono stati giudicati promettenti ma con dei limiti dovuti sia alle interferenze ambientali con la bassa energia emessa dalle giovani larve sia all inattività degli insetti negli stadi di uova e pupa. Inoltre, occorre tener conto che le larve non sono in attività trofica continua. Metodi olfattivi E risaputo che unità cinofile sono impiegate con successo per individuare odori e rumori di varia natura. I cani in molti campi sono più efficienti del solo uomo o della tecnologia oggi esistente. Con queste premesse, è stata indagata la possibilità di impiegarli per la ricerca e l identificazione di tracce del Curculionide nella pianta ospite. Ad esempio, in prove condotte in Israele, i cani si sono rivelati di prezioso aiuto in coltivazioni di palme da dattero infestate da R. ferrugineus (Nakash et al., 2000). Prove analoghe sono state condotte anche in Italia con cani di razza Golden Retrievers e Rottweiler addestrati alla ricerca del Punteruolo in palme P. canariensis, sia coltivate in vivaio, sia ubicate in ambito urbano. Le indicazioni ottenute nel corso di vari saggi sono state positive nel primo ambiente di lavoro e contrastanti nel secondo. Infatti i cani, quando hanno operato in città, sono stati distratti e disorientati da molteplici interferenze, soprattutto di tipo olfattivo, mostrando i limiti del metodo. L impiego di unità cinofile potrebbe essere di aiuto diagnostico a integrazione di altri metodi d ispezione, per esempio nei programmi di quarantena e nei punti d ingresso di materiale vegetale importato (Suma et al., 2014). Per il monitoraggio di palme infestate, si è fatto ricorso anche al rilevamento olfattivo automatico mediante il cosiddetto naso elettronico, con il quale è stato possibile valutare la variazione quali-quantitativa delle emissioni volatili fogliari in risposta agli attacchi del Coleottero. Esperimenti hanno consentito di discriminare una serie di composti organici (VOCs) tra campioni di foglie di palma infetta e sana. Il sistema di analisi sulle emissioni gassose rappresenta un interessante metodo di diagnosi precoce in fase di approfondimento (Rizzolo et al., 2012). Metodo biochimico Un nuovo metodo di valutazione delle fasi inziali dell infestazione, per ora solo in studi preliminari, è basato sul confronto tra pattern fenolico di foglie da pianta sana e da pianta attaccata. Allo sopo, è stato definito un protocollo di estrazione rapida dei metaboliti fogliari e di successiva analisi mediante cromatografia liquida ad alte prestazioni (HPLC) con l obiettivo di individuare molecole marker sintetizzate dalla palma infestata, anche in assenza di sintomatologia conclamata (Cangelosi et al., 2012b). Queste indicazioni, da ritenersi ancora introduttive, incoraggiano comunque ulteriori indagini biochimiche in questo settore. Georeferenziazione con GPS dello stato fitosanitario delle palme Una volta accertata la presenza del Punteruolo su singole piante o raggruppamenti di più esemplari, è possibile riportare su mappe e carte topografiche la situazione reale dello stato fitosanitario delle palme grazie alla recensione tramite rilevamento con strumentazione GPS. Già alcune Regioni hanno provveduto alla mappatura dettagliata del territorio e ciò ha consentito la programmazione e l attuazione di idonee strategie di difesa. Con tale metodologia è possibile costituire una cartografia nazionale sulla distribuzione spaziale delle palme e dei focolai d infestazione di R. ferrugineus (Francardi et al., 2011). Regolamentazione europea e nazionale I documenti legislativi di maggior rilievo che hanno attinenza specifica al controllo del Punteruolo rosso delle palme, emanati a livello comunitario e nazionale, sono elencati schematicamente di seguito secondo un ordine cronologico. Si sottolinea, in particolare, l importanza di tre di essi: il primo riguarda l inserimento del Punteruolo nella lista dei fitofagi da quarantena a livello europeo (EPPO, 2008; EPPO, 2013); il secondo stabilisce l adozione di misure d emergenza a livello comunitario (Commissione UE, 2007); il terzo decreta la lotta obbligatoria in Italia (Decr. MiPAAF, 2007). EPPO-European and Mediterranean Plant Protection Organization - A2 List. Il Punteruolo rosso della palma è inserito nella lista A2 dei fitofagi da quarantena (EPPO, 2008; 2013). Decisione della Commissione UE 2007/365/CE del 25 maggio 2007 che stabilisce misure d emergenza per impedire l introduzione e la diffusione nella Comunità di Rhynchophorus ferrugineus (Olivier) (G.U. UE L 139/24 del ). Decreto del MiPAAF 9 novembre 2007 Disposizioni sulla lotta obbligatoria contro il Punteruolo rosso della palma Rhynchophorus ferrugineus (Olivier) come recepimento della Decisione della Commissione 2007/365/CE (G.U. n. 37 del ). Questo Decreto, oltre a sancire l obbligo di lotta contro l insetto nel territorio della Repubblica italiana al fine di contra- 55

8 Pasini e Rumine starne l insediamento e la diffusione, conferma fra l altro le norme sull importazione e circolazione dei vegetali sensibili, definisce le diverse tipologie di zone di presenza/assenza del fitofago e demanda le misure fitosanitarie da adottare ai Servizi Fitosanitari Regionali. Affida poi a questi ultimi anche il compito della divulgazione delle conoscenze e delle tecniche di lotta. Infine, il Decreto impone a tutti l obbligo di denuncia ai SFR della presenza del Punteruolo rosso in aree finora ritenute indenni. Precisa anche che l applicazione delle misure obbligatorie avviene a cura e a spese dei proprietari o conduttori dei luoghi interessati e che le Regioni possono stabilire interventi di sostegno legati all attuazione del Decreto stesso. Decisione della Commissione UE 2008/776/CE del 6 ottobre 2008 che modifica la Decisione 2007/365/CE che stabilisce misure d emergenza per impedire l introduzione e la diffusione nella Comunità di R. ferrugineus (Olivier) (G.U. UE L 266/14 del ). Decisione della Commissione UE 2010/467/CE del 17 agosto 2010 che modifica la Decisione 2007/365/CE relativamente ai vegetali sensibili e alle misure da adottare nei casi in cui è identificato il R. f. (Olivier) (G.U. UE L 226/42 del ). Piano d Azione Nazionale per contrastare l introduzione e la diffusione del Rhynchophorus ferrugineus Punteruolo rosso della palma (approvato dal Comitato Fitosanitario Nazionale nella seduta del dicembre 2010 in applicazione della Decisione della Commissione 2010/467/CE del 17 agosto 2010). Il Piano, elaborato dal Servizio Fitosanitario Centrale di concerto con i Servizi F. Regionali, detta le linee per la gestione della lotta contro il Rincoforo. In particolare pone attenzione alla tempestività degli interventi e coinvolge i proprietari delle palme colpite obbligandoli ad informare i Servizi fitosanitari competenti per territorio. Questi dispongono accertamenti e misure fitosanitarie adeguate, eseguono indagini annuali monitorando la situazione, adottano accorgimenti preventivi e curativi anche in collaborazione con gli altri Enti locali, fanno opera di formazione e divulgazione. Decreto del MiPAAF 7 febbraio 2011 Misure di emergenza per il controllo del Punteruolo rosso della palma Rhynchophorus ferrugineus (Olivier). Recepimento decisione della Commissione 2007/365/CE e sue modifiche (G.U. n. 36 del 14/02/2011). Il Decreto ribadisce, tra l altro, che le palme colpite devono essere obbligatoriamente rimosse a cura e spese del proprietario (fig 5). Anche se qui non riportata per ovvi motivi di spazio e di interesse specifico, si ricorda che esiste, inoltre, tutta una regolamentazione conseguente a livello regionale e locale. Fig. 5 - Taglio e rimozione di palme infestate dal Punteruolo. Fig. 5 - Cutting and removal of infested palms. 56

9 Rhynchophorus ferrugineus: biologia, dannosità, difesa Lotta La lotta al Punteruolo rosso non è di facile attuazione perché le larve vivono ben protette all interno della palma e solo a maturità si spostano verso l esterno per impuparsi. Per le difficoltà di individuare il danno nei primi stadi dell infestazione, le più efficaci misure di difesa sono quelle preventive, compresi i trattamenti insetticidi alla chioma, allo stipite e localizzati tramite l endoterapia. In ogni caso, la lotta deve rientrare in un quadro di strategie di difesa integrata, peraltro prevista dal Piano d Azione Nazionale che, in linea di massima, comprende: certificazione delle nuove piante trapiantate; cattura massale degli adulti con le trappole a feromoni; misure agronomiche atte a limitare le ferite da potatura; irrorazioni preventive dopo i tagli delle foglie, nei momenti di volo degli adulti e nei primi stadi dell infestazione; risanamento delle palme con la ripulitura meccanica delle parti invase dalle larve e trattamenti chimici localizzati; eliminazione delle piante compromesse tramite la cippatura (Griffo, 2011). La bruciatura o l interramento delle palme, o loro parti, sono invece pratiche sconsigliate perché non garantiscono la morte di R. ferrugineus (Sidoti et al., 2009). Metodi agronomici Si tratta di misure a carattere preventivo destinate a limitare il rischio d infestazione da parte del Punteruolo. Innanzitutto occorre limitare le ferite da potatura in quanto è noto che esse attirano l insetto per via delle sostanze volatili rilasciate. La potatura deve essere fatta in modo oculato rimuovendo solo la parte secca delle foglie e delle fruttificazioni. A questo scopo occorre tagliare i rachidi a centimetri dallo stipite. L intervento così praticato minimizza la superficie della lesione e la rende poco accettabile per la deposizione. I rachidi saranno rifilati allo stipite in un secondo momento evitando di produrre ferite. Come misura profilattica, sarebbe preferibile non potare le piante durante il periodo di volo degli adulti. Metodi chimici La lotta chimica per contenere le infestazioni si basa sull applicazione ripetuta di insetticidi di sintesi su piante asintomatiche tramite irrorazioni alla chioma e/o con l endoterapia. Questa procedura è condizionata, però, dalla biologia del Punteruolo, che passa la maggior parte del suo ciclo dentro l ospite, e dal numero limitato di sostanze attive disponibili. Inoltre, occorre tener conto che la maggior parte delle palme si trova in aree urbane e centri turistici, luoghi dove le restrizioni ai trattamenti sono più severe che nei vivai per la continua presenza di persone e per i maggiori rischi di inquinamento. Nei paesi di origine del Punteruolo e in Medio Oriente, per contenere le infestazioni sulle palme da cocco, da olio e da datteri, sono stati impiegati, con risultati non sempre soddisfacenti, insetticidi cloroderivati, organofosforici (es. acefate, azinfos metile, diclorvos, dimetoato, fention, pirimifos etile, monocrotofos, triclorfon) e carbammati (es. carbaril, carbosulfan). In Europa le sostanze attive adoperate per fronteggiare l emergenza appartengono sostanzialmente a quattro gruppi chimici: fosforganici (clorpirifos, clorpirifos metile e fosmet), piretroidi (deltametrina, cipermetrina e ciflutrin ), neo-nicotinoidi (imidacloprid, clotianidin e tiametoxam) e famiglia delle avermectine (abamectina e emamectina benzoato). Tuttavia non tutti i principi attivi menzionati sono autorizzati in tutti i Paesi europei. Per esempio in Spagna le palme possono essere trattate con insetticidi a base di clorpirifos, imidacloprid, fosmet, abamectina e tiametoxam (Jacas e Dembilio, 2013). Recentemente è stato autorizzato anche l impiego di emamectina benzoato per endoterapia. In Francia il Punteruolo è combattuto con imidacloprid irrorato sulla parte aerea e iniezioni di emamectina benzoato. Per quanto riguarda l Italia, in considerazione del dilagare delle infestazioni, il Ministero della Salute nel febbraio 2008 autorizzò sulle palme l impiego di insetticidi a base di abamectina, azadiractina, clorpirifos metile, deltametrina, cipermetrina, clorpirifos + deltametrina, imidacloprid+ciflutrin, clotianidin e metomil per un periodo di 120 giorni. Tale autorizzazione fu poi prorogata fino a ottobre del Una seconda autorizzazione avvenne nel giugno 2010, sempre limitata ad un periodo di 120 giorni, per i seguenti insetticidi: imidacloprid + ciflutrin, clorpirifos metile, clotianidin, abamectina e deltametrina. Una terza autorizzazione, valida da agosto a dicembre 2011, consentì l uso di imidacloprid + ciflutrin, clorpirifos metile, abamectina e deltametrina. Il Ministero della Salute il 30/03/2012 ha definitivamente autorizzato contro il Punteruolo su palme in verde urbano, vivaio e pieno campo l uso di imidacloprid + ciflutrin (Kohinor Plus), clorpirifos metile (Reldan 22) e abamectina (Vertimec Pro, Vertimec EC, Zamir 18). Per ciascun prodotto commerciale sono riportate in etichetta sulla confezione le modalità d impiego ammesse: applicazioni localizzate alla chioma e/o al terreno dopo trapianto e/o per endoterapia (iniezioni nello stipite a pressione e ad assorbimento naturale). L uso combinato di trattamenti localizzati soprachioma a basso volume per il controllo degli stadi adulti dell insetto e, all occorrenza, dell endoterapia sembra la 57

10 Pasini e Rumine Fig. 6 - Palma con apice ripulito meccanicamente e foglie neoformate; notare l impianto di spruzzatura localizzato (PDM System). Fig. 6 - Apical part of palm with young foliage after a tree surgery process; note the PDM System for localized spray. strategia più efficace, soprattutto per la salvaguardia di esemplari di grande valore estetico e paesaggistico. Con le irrorazioni s interviene preventivamente ogni giorni, aumentando la frequenza dei trattamenti nei mesi più caldi, su tutta la parte interna della corona della palma e cercando di raggiungere l apice vegetativo. Nel caso di palme di altezza considerevole, si è diffusa la tecnica di trattare le piante in modo localizzato utilizzando un impianto fisso costituito da un anello attorno al punto più alto dello stipite munito di due o più spruzzatori e un tubo lungo lo stipite (fig. 6). Tramite una pompa con serbatoio posta a terra e collegata alla tubazione di raccordo, è possibile con questo sistema distribuire i formulati in quota con minor possibilità di deriva. I normali trattamenti insetticidi alla chioma rappresentano, oltre all aspetto strettamente economico, un serio problema per i curatori del verde pubblico dovendo intervenire su un elevato numero di palme in breve tempo e con la necessità di impostare cantieri di lavoro chiusi al pubblico per almeno ore. Riguardo all impatto ambientale, soprattutto in aree pubbliche, sarebbe opportuno prendere in considerazione le strategie di protezione che utilizzano l endoterapia. Diversi metodi di somministrazione e formulati chimici sono stati sperimentati per proteggere le palme. L efficacia del trattamento endoterapico con la miscela di abamectina e olio di Neem, indipendentemente dal numero di applicazioni effettuate e dall intervallo di tempo, è stata considerata parziale (Polizzi et al., 2009). In altre indagini, l iniezione allo stipite con prodotti a base di metomil e abamectina non ha determinato la completa mortalità del Punteruolo rosso e il conseguente recupero della palma infestata (Lo Verde et al., 2009). L endoterapia con soluzioni di imidacloprid o dimetoato hanno dimostrato, nel corso di recenti sperimentazioni svolte in Italia, Malta e Siria, di proteggere una palma per 2-3 mesi. Per contro, abamectina, clotianidin, tiametoxam e azadiractina non sono stati valutati altrettanto adeguati (Porcelli et al., 2013). Nell ambito del Progetto di ricerca DIPROPALM, finanziato dal MiPAAF, sono state condotte, in condizioni di semicampo e su palme artificialmente infestate, prove di endoterapia con azadiractina, abamectina, imidacloprid + ciflutrin, imidacloprid da solo, clotianidin e tiametoxam. Alla fine della sperimentazione, la maggiore mortalità delle larve è stata conseguita con i due ultimi insetticidi indicati. Tuttavia, i risultati finali sono stati ritenuti poco soddisfacenti (Sacco et al., 2011). In altre indagini, è stato osservato che l epoca migliore per intervenire con l endoterapia è la primavera o l autunno, quando maggiore è la traslocazione dei prodotti somministrati (Caprio, 2011). Pur rimanendo negli ambienti urbani una tecnica preferibile ai trattamenti fogliari per motivi applicativi e ecologici, l efficacia delle iniezioni risulta ancora incerta, così come non è ancora del tutto chiaro come avviene la traslocazione dei principi attivi verso i tessuti infestati. E utile ribadire che i trattamenti endoterapici hanno soprattutto azione preventiva e che in Italia sono utilizzabili esclusivamente insetticidi a base di abamectina e di imidacloprid + ciflutrin. Metodi meccanici Una pratica cui si ricorre spesso è il risanamento meccanico delle piante. Questo tipo d intervento per essere efficace richiede che l apice vegetativo della palma non sia stato ancora compromesso dalle larve del fitofago (La Mantia et al., 2009). Può essere eseguito su palme che presentano attacchi poco profondi e consiste nella potatura delle foglie procedendo dai palchi inferiori verso l apice, nella ricerca di fori e gallerie, nel taglio localizzato e nella rimozione dei tessuti infestati in modo graduale. Con l ausilio di scalpelli da potatura o attrezzi analoghi, si rende la superficie del capitello liscia e convessa, al fine di evitare ristagni di umidità (fig. 7). Dopo tale pratica di dendrochirurgia, che presuppone l intervento di personale specializzato, si tratta la superficie tagliata con 58

11 Rhynchophorus ferrugineus: biologia, dannosità, difesa Fig. 7 - Gruppo di palme dopo drastica ripulitura meccanica dell apparato fogliare e del capitello. Fig. 7 - Group of palms after a drastic tree surgery process of the foliage and capitel. una soluzione contenente un fungicida e un insetticida. L eliminazione di tutti gli stadi del fitofago dalla palma può far conseguire, in molti casi, validi risultati e, al momento attuale, rappresenta il metodo più sicuro di risanamento. Nel giro di settimane si può assistere alla ripresa del germoglio apicale, cui farà seguito la produzione di nuove foglie. Il ritmo di crescita dipende dall età della pianta, dai tagli di bonifica più o meno severi e dalla stagione in cui è avvenuto l intervento. Purtroppo, tale tecnica non sempre è risolutiva perché non vi è la certezza di aver eliminato del tutto le larve. Rimane intatto il rischio che la stessa pianta ripulita meccanicamente potrebbe in seguito essere soggetta a nuove infestazioni. Metodi biologici In considerazione della localizzazione delle palme prevalentemente in viali, parchi e giardini, è naturale che vadano sviluppandosi ricerche e sperimentazioni su metodologie di difesa di tipo prettamente biologico, alternative all uso di formulati chimici. In natura esistono numerosi organismi antagonisti di R. ferrugineus che nel corso degli anni sono stati segnalati come potenziali strumenti di controllo del fitofago. Si tratta di insetti, acari, virus, batteri e, soprattutto, nematodi e funghi. Occasionalmente, tra i predatori sono stati osservati anche ratti, topi, piccioni e altri uccelli (Longo, 2009b). In un recente lavoro sul controllo biologico del Punteruolo rosso viene riportato lo stato dell arte con riferimenti specifici agli agenti antagonisti finora individuati (Mazza et al., 2014). Per quanto riguarda gli insetti, viene riferita la presenza di parassitoidi o predatori di Coleotteri Curculionidi del genere Rhynchophorus comprendenti specie appartenenti ai Dermatteri, Emitteri, Coleotteri, Ditteri e Imenotteri (Murphy e Briscoe, 1999). Tra i Dermatteri, è citata Chelisoches morio come comune predatore di uova e larve del Punteruolo in India (Abraham e Kurian, 1973). Molto più recentemente, in palme infestate della Sicilia è stata trovata l anisoplide Euborellia annulipes (Massa e Lo Verde, 2008; Longo et al. 2009). Da osservazioni di laboratorio su questa specie cosmopolita, predatrice e generalista, è emersa la sua capacità di predare le uova del Punteruolo. Tra gli Emitteri, Platymeris laevicollis viene citato come predatore casuale di R. ferrugineus. Alcune specie appartenenti all Ordine dei Ditteri (soprattutto Tachinidi) vengono indicate come nemici potenziali od occasionali di Coleotteri del gen. Rhynchophorus ma mancano riscontri sperimentali di efficacia. Tra gli Imenotteri, una datata pubblicazione cita Scolia erratica come parassitoide del Punteruolo in Malesia (Burkill, 1917). Infine, recentemente è stato segnalato Laemostenus complanatus, un Coleottero Carabide che si ritrova spesso nelle trappole innescate con il 59

12 Pasini e Rumine feromone di aggregazione di R. ferrugineus e che in laboratorio si alimenta anche di uova e larve giovani del Punteruolo (Longo, oss. pers.). Sempre nella stessa rassegna, viene riferito dell esistenza di acari di diverse famiglie associati a Coleotteri appartenenti al genere Rhynchophorus. Viene anche riportata la presenza di acari appartenenti a diverse famiglie su esemplari di Punteruolo raccolti in Egitto, Italia, Malta, Arabia Saudita, Turchia, Emirati Arabi Uniti ma, allo stato attuale, non risulta ancora certo il loro ruolo attivo nei confronti del fitofago. Con riferimento ai virus, nello stesso articolo è riportato che da R. ferrugineus è stato isolato, ad oggi, solo il virus della poliedrosi citoplasmatica. In grado di attaccare tutti gli stadi di sviluppo del fitofago, è stato ritrovato in India (Gopinadhan et al., 1990) e in Egitto (El- Minshawy et al., 2005). Tuttavia, pare che il suo impiego possa influenzare negativamente l attività dei nematodi entomopatogeni. Per quanto riguarda i batteri, diverse specie sono state isolate da larve e adulti del Punteruolo rosso. Sono riferiti, fra gli altri, Bacillus thuringiensis, B. sphaericus, B. t. ssp. kurstaki in India, Egitto, Italia ma ricerche e sperimentazioni hanno fornito risposte alterne per efficacia. Dalla bibliografia appare evidente, comunque, la scarsa capacità di molti degli antagonisti citati, di controllare in modo tangibile il fitofago. Alla luce delle numerose ricerche condotte negli anni, risulta anche che, allo stato attuale, solamente alcuni nematodi e funghi entomopatogeni sono in grado di fornire prospettive di successo nella lotta contro R. ferrugineus. Per quanto riguarda i primi, si fa qui riferimento ai nematodi entomopatogeni (EPN), quelli, cioè, in grado di penetrare nel corpo degli esapodi attraverso la bocca e tutte le soluzioni di continuità (ma anche attraverso la cuticola) e, a contatto con l emolinfa, di scaricare nell emocele i loro batteri simbionti capaci di uccidere l ospite e trasformarne i tessuti in un pabulum alimentare per le successive generazioni dei nematodi stessi. In Italia, la sperimentazione ha permesso di valutare in laboratorio l efficacia insetticida di alcune specie autoctone di nematodi nei confronti degli stadi larvali e adulti del Punteruolo allo scopo di individuare quelle più adatte all utilizzazione in campo e, in secondo luogo, di accertare se gli EPN siano in grado di riprodursi nel Rincoforo dando origine a successive generazioni. Le specie risultate più attive appartengono ai generi Steinernema (S. carpocapsae, S. glaseri, S. kraussei, S. longicaudum) e Heterhorabditis (H. bacteriophora). I dati emersi hanno mostrato la sensibilità delle larve di Rincoforo all attacco dei nematodi entomopatogeni ma, al tempo stesso, si è talvolta evidenziata la difficoltà di questi ultimi di riprodursi all interno del corpo del fitofago (Triggiani e Tarasco, 2011). Riguardo ai formulati commerciali, dagli stessi Autori sono stati testati in laboratorio con successo prodotti a base di S. carpocapsae (Nemaster) e H. bacteriophora (Nematop). Sperimentazioni di campo con l impiego di nematodi (S. carpocapsae) sono state condotte in Spagna (Dembilio e Jacas, 2013) anche con aggiunta di chitosano, un polisaccaride naturale in grado di accrescerne l efficacia (Dembilio et al., 2010a). Altri formulati a base di S. carpocapsae (Nemasys C, Nemopak SC Palme, Palmanem) e S. feltiae (Xedanema) sono specificamente autorizzati e commercializzati in Italia da varie Ditte per la lotta contro R. ferrugineus, alcuni con chitosano. Anche il ricorso a strategie di lotta microbiologica con l impiego di funghi entomopatogeni (Rumine e Barzanti, 2013) può costituire una valida opportunità nella lotta al Punteruolo rosso. Ciò presuppone, ovviamente, la disponibilità di ceppi microbici virulenti e di metodi di applicazione semplici e di costo contenuto. Interessanti sono i risultati ottenuti da diversi ricercatori in prove su larve ed adulti del Punteruolo con l impiego di ceppi autoctoni delle specie Beauveria bassiana e Metarhizium anisopliae (figg. 8 e 9). In diversi Paesi dell area mediterranea e orientale interessati al problema del Rincoforo (particolarmente in Spagna, Egitto, Israele, Emirati Arabi, Arabia Fig. 8 - Adulto con infezione di B. bassiana. Fig. 8 - Adult infected by B. bassiana. Fig. 9 - Adulto invaso dal fungo entomopatogeno M. anisopliae. Fig. 9 - Adult invaded by entomopathogenic fungus M. anisopliae. 60

13 Rhynchophorus ferrugineus: biologia, dannosità, difesa Saudita) sono stati impiegati ceppi di B. bassiana e/o M. anisopliae per la realizzazione di sperimentazioni di laboratorio e di campo per il controllo microbiologico di R. ferrugineus (Dembilio et al., 2010b; Dembilio e Jacas, 2013; El-Sufty et al., 2007 e 2009; Gindin et al., 2006; Sewify et al., 2009; Shawir e Al- Jabr, 2010). Da tale bibliografia si rileva che B. bassiana è la specie di fungo entomopatogeno finora maggiormente impiegata nelle sperimentazioni, ma sembra attualmente trovare sempre maggiori conferme l efficacia di ceppi di M. anisopliae. Per quanto attiene alle modalità di distribuzione in campo dei miceti entomopatogeni, risulta che in alcuni Paesi sono stati sperimentati metodi per irrorazione delle piante con B. bassiana in sospensione acquosa o in olio o per impolveramento (Dembilio et al., 2010b; El-Sufty et al., 2007 e 2009; Sewify et al., 2009) o ancora per via endoterapica (Sewify et al., 2009). Fra i sistemi di recentissima applicazione dei microrganismi entomopatogeni si cita anche l impiego di droni per il rilascio di ceppi virulenti di B. bassiana per distribuzione diretta al di sopra delle piante (fig. 10). Così il Principato di Monaco ha iniziato la sua battaglia contro il Punteruolo rosso che ha fatto strage delle palme della Costa azzurra e della Riviera di Ponente. Il drone utilizzato è in grado di trasportare fino a grammi di polvere del fungo e di indirizzarla dall alto, con estrema precisione, nel cuore delle palme. Un trattamento fitosanitario con questo metodo può coinvolgere 10 piante/ora. Da parte degli Autori citati in precedenza, Dembilio, El-Sufty e Sewify, è stato inoltre testato il rilascio di maschi adulti di Rincoforo pre-infettati per mezzo di un bagno in una sospensione conidica di B. bassiana. In questo contesto si ritiene opportuno citare anche ricerche condotte presso il CRA - ABP di Firenze (Rumine et al., 2009; Rumine et al., 2010; Francardi et al., 2012). Il lavoro è stato basato sull isolamento e impiego di ceppi fungini autoctoni. La disponibilità di ceppi di B. bassiana e M. anisopliae particolarmente attivi, isolati in laboratorio da esemplari adulti del fitofago naturalmente infetti, ha consentito di portare a termine numerose prove sperimentali. Fra le due specie fungine citate la migliore è risultata M. anisopliae. In prove di laboratorio sono state inoltre sperimentate anche diverse modalità di inoculazione dei funghi sull insetto. E stata utilizzata con successo la tecnica del contatto diretto tra colonie fungine e ospite. Questa modalità di inoculazione è risultata efficace anche per utilizzazione in trappole a feromoni provviste di un substrato infettante idoneo alla contaminazione di esemplari adulti del fitofago. La spontanea fuoriuscita dalla trappola degli adulti infettati consentirebbe la disseminazione del fungo entomopatogeno all interno delle colonie, aumentando così le possibilità di controllo dell insetto stesso. Applicazioni di tale tecnica sono descritte in una pubblicazione (Francardi et al., 2014), ove sono riportate le caratteristiche della trappola attact, infect and release e le risposte sperimentali ottenute (fig. 11). Le prove effettuate forniscono buone prospettive anche se le applicazioni di campo necessitano di verifiche più ampie. Un cenno, infine, merita lo studio di metodologie di controllo del Punteruolo rosso mediante la tecnica Fig Dimostrazione di un drone in volo sopra le palme. Fig Demo of drone flying over the palms. Fig Prototipo di trappola, messo a punto presso il CRA-ABP di Firenze, per la cattura, la contaminazione con funghi entomopatogeni e il rilascio di adulti del Rincoforo. All interno è visibile il substrato infettante. Fig A prototype of autocontamination trap, devised by CRA- ABP of Florence, to infect Red Palm Weevil adults with entomopathogenic fungi. Note inside the infecting substrate. 61

14 Pasini e Rumine del maschio sterile (SIT), sistema di lotta a basso impatto ambientale da inserire in programmi di difesa applicati su ampi spazi del territorio. Il metodo consiste sostanzialmente nella distribuzione nell ambiente di un gran numero di maschi preventivamente sterilizzati con i raggi γ ma in grado di accoppiarsi con femmine selvatiche con l intento di dar luogo a sterilità e quindi al contenimento delle infestazioni. La strategia SIT potrebbe essere adottata a scopo preventivo soprattutto in zone di confine tra aree infestate ed aree ancora indenni a causa di barriere fisiche o ecologiche (Musmeci et al., 2014). In ricerche di semi-campo effettuate in Spagna è stata valutata anche la possibilità d impiego di maschi sterili come vettori di infezione del fungo entomopatogeno B. bassiana in popolazioni del Punteruolo (Llácer et al., 2013). Metodi fisici Una nuova tecnica basata sull utilizzo delle microonde è stata proposta per la disinfestazione delle palme direttamente in campo. Sfruttando la loro capacità di indurre un aumento termico in modo differenziale e selettivo in base al contenuto di acqua nei tessuti, esse risulterebbero letali per il Punteruolo senza danneggiare la palma. Recentemente è stato sviluppato un protocollo di applicazione di un avanzata metodologia di disinfestazione tramite un sistema pilota a fascia circolare (Ecopalm Ring ) dotato di generatori elettrici di microonde (magnetron) che irraggiano l energia verso il centro della palma (Griffo et al., 2009). In studi di laboratorio e semi-campo condotti su palme infestate artificialmente, è stato visto che il trattamento con le microonde alla frequenza di 2,45 GHz, 1kW, è capace di uccidere gli insetti senza danneggiare la funzionalità dei tessuti (Massa et al., 2013). Solamente lo strato più esterno della palma risulterebbe debolmente disidratato a seguito dell irraggiamento. La nuova tecnica proposta, basata sull effetto termico delle microonde, avrebbe il vantaggio di poter essere impiegata sia come trattamento curativo su palme infestate, sia per la bonifica e lo smaltimento in sicurezza di palme abbattute che si trovano in uno stato avanzato d infestazione. Altri metodi Le strategie che mirano al contenimento del Punteruolo rosso attraverso l impiego di attrattivi posti nelle trappole a feromone per la cattura massale potrebbero essere migliorate con il contemporaneo utilizzo di altri composti chimici da porre sulla pianta o nella zona da proteggere, che agiscano come stimoli repellenti nei confronti del fitofago. Prove recenti condotte in laboratorio hanno messo in luce l attività repellente nei confronti di R. ferrugineus di sostanze sintetiche appartenenti alle classi degli isoprenoidi, dei fenilpropanoidi e dei derivati degli acidi grassi. In pieno campo l impiego di α-pinene e della combinazione α-pinene e metilsalicilato sono riusciti a ridurre del 30% e del 40%, rispettivamente, le catture di adulti rispetto alle trappole di controllo (Guarino et al., 2013). Considerazioni conclusive La difesa dal Punteruolo Rosso delle palme coinvolge un insieme di tecniche che, pur utili, non sono da sole in grado di debellare l avversità. In ogni caso, ai fini di un suo contenimento, va presa in considerazione l importanza di interventi integrati e complementari di difesa preventiva e curativa che, partendo dai controlli periodici sullo stato sanitario delle piante, terminino con l eliminazione dei focolai attraverso il taglio delle piante e lo smaltimento dei residui. Riassunto Dal 1970 ad oggi sono oltre 400 le specie di fitofagi esotici entrate accidentalmente nel nostro Paese. Il Punteruolo rosso delle palme, Rhynchophorus ferrugineus (Olivier), ormai stabilmente acclimatato anche in Italia, è diventato un vero e proprio problema nazionale per la gravità e la visibilità dei danni arrecati al patrimonio verde ornamentale soprattutto negli ambienti urbani e costieri. Si calcola che il fitofago abbia causato in dieci anni la morte di quasi duecentomila palme. Nel presente lavoro vengono passati in rassegna, desunti dai dati bibliografici di riferimento, l attualità della situazione con particolare riguardo all ambiente italiano, la biologia, l aspetto comportamentale e la dannosità del fitofago, le tecniche di diagnosi precoce e di monitoraggio degli attacchi, le linee di difesa in atto e in prospettiva. Parole chiave: Coleoptera, Dryophthoridae, Arecaceae, monitoraggio, controllo chimico e biologico. Bibliografia ABRAHAM V.A., KURIAN C., Chelisoches morio F. 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