IL MOLISE SCOPRE IL VERDE

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1 AREE PROTETTE / Collemeluccio-Montedimezzo e Pesche IL MOLISE SCOPRE IL VERDE Le tre riserve gestite dalla Forestale sono un modello di sviluppo sostenibile e un volano per la valorizzazione del territorio di Gabriele Salari L Alto Molise, in provincia di Isernia, è un comprensorio verde di grande fascino che rappresenta la parte più interna e montagnosa della Regione, anche se difficilmente lo trovate segnalato sulle guide turistiche. Qualcosa sta cambiando e si punta sempre più sul binomio turismo-ambiente, visto che il Consorzio Asso Mab, formato da 7 Comuni, ha un ambizioso progetto: presentare all Unesco una ricandidatura delle riserve gestite dalla Forestale, Collemeluccio e Montedimezzo, per arrivare a un ampliamento dell area da 637 a ettari. Collemeluccio-Montedimezzo è una delle otto riserve della Biosfera presenti in Italia e la prima a essere stata istituita dall Unesco, nel 1977, Il Forestale n. 55-9

2 insieme al parco nazionale del Circeo. Se i Comuni chiedono l ampliamento dell area protetta Mab (Man and biosphere) è perché non siamo più ai tempi del Duca D Alessandro di Pescolanciano (antico proprietario di Collemeluccio) dove il bosco era un bene economico dei ricchi e si intuisce che la riserva potrà fornire opportunità occupazionali che frenino lo spopolamento dei piccoli centri abitati. Dall educazione ambientale alla ricettività, dalla manutenzione dei sentieri alla valorizzazione dei prodotti tipici e di qualità. Già oggi, in pochi anni, una gestione attenta da parte della Forestale ha portato le scolaresche in visita a decuplicare, con migliaia di ragazzi ogni anno provenienti soprattutto da Abruzzo e Campania. In mezzo al monte La prima riserva che visitiamo, Montedimezzo, appare da subito un oasi di buona gestione naturalistica e di apertura al visitatore. Ci sono le aree pic nic, le tabelle che spiegano cosa si può vedere, un museo naturalistico, i recinti e le voliere che ospitano animali selvatici in difficoltà, e anche un percorso riservato ai diversamente abili, con tanto di scooter elettrici che si possono impiegare per la visita. C è di più, il calore che abbiamo modo di sperimentare in foresteria proviene dalla centrale elettrica a cippato realizzata dalla Forestale e che serve tutte le strutture della riserva. Un bell esempio di sostenibilità, al quale piano piano stanno arrivando sempre più strutture del Corpo forestale dello Stato. In scooter elettrico in riserva Il percorso didattico autoguidato Colle San Biagio, realizzato nel 2003 dal Corpo forestale dello Stato, attraversa la riserva di Montedimezzo. Sono metri dove addestrare il tatto, l olfatto e la vista. Per familiarizzare con le forme della natura, sono state realizzate 32 stazioni tematiche, dove i non vedenti possono toccare le diverse varietà botaniche oppure apprendere da cartelloni in braille notizie geologiche, storiche e naturalistiche inerenti il territorio. Il percorso non supera mai il 5 per cento di pendenza e consente solitamente di incontrare scoiattoli neri e poiane, più raramente aquile reali e lupi. A disposizione dei visitatori non vedenti la guida audio-tattile del percorso e riproduttori di cd rom con audio guida, oltre a due elettroscooter dedicati ai portatori di handicap motóri. A 300 metri dall ingresso della riserva, le tre sale del Centro visitatori, accolgono gli ospiti senza barriere architettoniche in un ambiente museale comunicativo e accessibile Il Forestale n. 55

3 Montedimezzo faceva parte del complesso forestale Montedimezzo-Feudozzo-Pennataro, di proprietà degli Angioini dal Nel 1606 fu affidato ai Monaci Certosini di Napoli che lo conservarono fino al 1799 quando entrò a far parte del patrimonio di Casa Borbone e venne dichiarato Reale Riserva di Caccia. Con l Unità d Italia fu incamerato dallo Stato che lo affidò all Amministrazione Forestale. Con l istituzione delle Regioni, le foreste di Pennataro e di Feudozzo furono trasferite rispettivamente alle Regioni Molise ed Abruzzo.

4 La riserva di Montedimezzo è interamente boscata. Abbiamo in prevalenza cerro e faggio ma non mancano numerose altre specie autoctone quali l acero di Lobelius, gli aceri montano, campestre e riccio, il carpino bianco, il frassino maggiore, il nocciolo, il sorbo degli uccellatori, il ciliegio, il pero ed il melo selvatici, il prugnolo e numerose altre specie significative per l alimentazione della fauna selvatica. Ai margini del tratturo Celano-Foggia confinante con la riserva è presente un faggio di circa 25 metri d altezza e 300 anni di vita, noto come Re Faione. Quanto alla fauna i Forestali ci raccontano che il lupo comincia ad essere una presenza abituale della riserva. Tra gli uccelli nidificanti nel bosco troviamo il falco pecchiaiolo, la balia dal collare, la colombella, la tordela, il picchio maggiore e il picchio minore. Luoghi carichi di storia Dalla riserva di Montedimezzo vale la pena arrivare a Vastogirardi dove osservare il castello e i resti di un tempio appartenuto ai Sanniti. Questo antico popolo che diede filo da torcere ai Romani, che sconfisse nella storica battaglia delle Forche Caudine, è ricordato ancora in numerosi toponimi della zona. Se ci spostiamo a Collemeluccio, la prima domanda che viene spontanea è da dove derivi questo nome curioso. Pare risalga al cognome della nobildonna Desiderata Melucci, che lo avrebbe acquistato nel 1628 e portato in dote al Duca D Alessandro di Pescolanciano. Comunque rimase a lui per più di due secoli prima di essere venduto a famiglie del luogo e infine passare allo Stato. L indubbio valore naturalistico è dato dal tipo di bosco, all 80 per cento abete bianco, presente a Collemeluccio con formazioni spontanee quali relitto delle antiche abetine che nei secoli e millenni addietro ricoprivano la dorsale appenninica e che oggi, oltre che in Molise, si ritrovano con piccoli nuclei in Abruzzo, in Toscana e in Calabria. A Collemeluccio, le gestioni passate, basate su una moderazione dei tagli e sulla loro distribuzione su tutta la superficie del bosco, hanno determinato un ottima conservazione dell abete bianco. Particolarmente abbondante e vigorosa, soprattutto laddove l abete bianco si mescola con il cerro, è la rinnovazione naturale. L altra specie fortemente dominante è il cerro, che caratterizza maggiormente le aree a margine della riserva. Ricca la presenza di mammiferi, tra cui il cinghiale che scorteccia l abete bianco, visto che va a grattarsi contro i suoi tronchi. Per l avifauna vale la pena segnalare il falco pellegrino, l ortolano, il falco pecchiaiolo, il nibbio reale, la balia dal collare, il biancone, la tottavilla, l averla piccola e la poiana. Tra gli invertebrati meritano di essere segnalati il cerambice della quercia e la rosalia alpina, mentre negli ambienti umidi è da segnalare la presenza della salamandrina terdigitata e nel fiume Trigno vive il gambero di fiume, considerato un ottimo bioindicatore. Andiamo a Pesche Se Collemeluccio è perfettamente fruibile, grazie a sentieri, percorribili a piedi e anche in bicicletta, con segnaletica di orientamento e riportati su cartografia, lo stesso non si può dire di Pesche, dove forse finalmente sono in arrivo i fondi per la sentieristica. Salendo a Fonte Maiuri, un antica fontana di fine Settecento restaurata dalla Forestale, troverete con un po di fortuna Antonio Cardillo, responsabile dell Ufficio territoriale per la biodiversità di Isernia, che vi spiegherà quanto ci tiene a completare l opera avviata con le altre due riserve e rendere finalmente fruibile anche questa. Non che non lo sia, perché è stata realizzata negli ultimi anni una strada bianca che la attraversa e che percorriamo con la Land Rover, ma si potrebbe fare molto di più. A godersela per ora sono soprattutto i partecipanti a una gara di corsa in montagna e a una di mountain bike che si svolgono qui nel mese di luglio. Siamo convinti che le mulattiere torneranno a popolarsi presto anche di famiglie a passeggio tra i tholoi, i caratteristici rifugi di pietra realizzati dai pastori. Tra le mete di particolare interesse, il Colle San Marco a monte del centro abitato di Pesche e la croce di Pesco dell acqua, dalla quale si può ammirare un vasto panorama che spazia dalla Majella al complesso dei monti del Matese, fino al capoluogo, Isernia, ai nostri piedi. A me questa riserva piace perché è la più panoramica ci confessa Angelo Carnevale, dell Ufficio 12 - Il Forestale n. 55

5 territoriale per la biodiversità di Isernia mentre ci accompagna nella visita. Secondo gli studiosi dell Università di Roma, ci troviamo qui dal punto di vista della vegetazione in una zona di passaggio tra la regione bioclimatica mediterranea e quella temperata. E visto che l altitudine va dai 600 metri ai 1.130, ritroviamo anche diverse tipologie di bosco. A rendere vario il paesaggio poi ci ha pensato l uomo, visto che la proprietà dei terreni è per metà di privati e per il resto in parte comunale, in parte di enti ecclesiastici. Una piccola cappella, pare dedicata a San Bernardino, colpisce per la sua semplicità, poche curve prima dell ingresso della riserva. Era impiegata come ricovero per i pastori e vi si celebravava anche la messa. Una volta questi terreni erano molto più frequentati, non solo per la pastorizia, ma anche per essere coltivati, come dimostrano i numerosi muretti a secco che dividono l area. Ognuno quindi ha lasciato la sua impronta a Pesche, ma il risultato è comunque una riserva che merita un escursione, accompagnati dalla Forestale che anche qui conduce visite guidate per le scolaresche e per gruppi. Il paese di Pesche, che si trova proprio alla base della riserva, è molto grazioso. Qui concludiamo la nostra visita all Alto Molise, una terra ancora tutta da scoprire. RISERVA MAB COLLEMELUCCIO-MONTEDIMEZZO RISERVA NATURALE DI PESCHE Carta d identità Regione: Molise Provincia: Isernia Comuni, istituzione ed estensione: Collemeluccio (Pescolanciano) istituita nel ettari Vastogirardi (Montedimezzo) istituita nel ettari Pesche (Pesche) istituita nel ettari Come raggiungere le riserve Dalla A14, per chi proviene dalle regioni adriatiche uscire al casello Vasto Sud e proseguire sulla Strada Statale 650 Fondovalle Trignina in direzione Isernia. L uscita consigliata è Pietrabbondante, Pescolanciano. Si può anche prendere l uscita Val di Sangro e proseguire sulla Strada Statale 652 Fondovalle Sangro fino allo svincolo di San Pietro Avellana. Dalla A2 Roma-Napoli invece l'uscita sono San Vittore e Caianello, da cui si prosegue in direzione Isernia e poi l alternativa è sempre tra la Statale 650 e la 652. Numeri utili Corpo forestale dello Stato - Ufficio territoriale per la biodiversità di Isernia Tel. 0865/ Fax 0865/ utb.isernia@corpoforestale.it Consorzio Asso Mab Alto Molise info@assomab.it