VERDI GREEN ITALIA CIRCOLO DELLA VERSILIA
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- Raffaele Arcuri
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1 LA GESTIONE DEL PATRIMONIO DEL COMUNE DI VIAREGGIO: LA GESTIONE DELLA RETE DEL GAS Per poter meglio far comprendere la complessa dinamica che vi è dietro una corretta gestione del patrimonio di un Comune, ritengo sia utile partire da un episodio che ha interessato l amministrazione Lunardini. La questione riguarda la gestione delle vendite e cessioni di SEA Gas. Il Sindaco Lunardini, quando si insediò, aveva ereditato il complesso sistema di società che erano derivate dalla iniziale scissione e trasformazione dell Azienda speciale ASSP. Tutti ricorderanno il lungo dibattito che vi fu quando l amministrazione Marcucci decise di vendere ai concessionari il diritto permanente sulla passeggiata di Viareggio. L operazione, come si ricorderà, produsse un ricavo di 20 milioni di euro che dovevano essere utilizzati per affrontare drasticamente la problematica dell emergenza abitativa di Viareggio. Diversamente, il dibattito che si è aperto in città per la questione SEA Gas è stato praticamente nullo. Eppure i risultati che ne derivarono non erano molto diversi da quelli prodotti dalla vendita dei diritti della passeggiata. Vediamo allora di richiamare sinteticamente tutte le varie fasi di quella operazione. Come si ricorderà, dalla scissione dell ASSP nacquero due società, la SEA Acque e la SEA. La prima ereditò tutti i beni relativi alla gestione del ciclo idrico ( acquedotto, fognatura, depuratore) mentre la seconda ereditò le precedenti funzioni relative alla gestione del territorio e alla distribuzione e vendita del metano. Nel patrimonio delle due società vi confluirono tutti i beni utilizzati per i servizi, compreso quindi la proprietà di reti. Quando si pose allora il problema di come eventualmente cedere quote delle società ai privati, furono fatte scelte diverse. Infatti, da SEA Acque scaturì Viareggio Patrimonio, società totalmente pubblica, che conservò la proprietà delle reti idriche, mentre la gestione del servizio del ciclo idrico confluiva in GAIA; diversamente da SEA nacquero società che ebbero destini e sviluppi diversi. Prima però di procedere, conviene richiamare qualche valore degli importi in ballo. - il capitale sociale iniziale della SEA SpA fu fissato in euro suddiviso in azioni da nominali 100 euro ciascuna - il capitale sociale iniziale della SEA Acque SpA fu fissato in euro suddiviso in azioni da nominali 100 euro ciascuna. Il contestuale conferimento di beni alle due società da parte del Comune di Viareggio, beni riferiti ai servizi che erano gestiti dalle stesse, determinarono anche un incremento del patrimonio delle stesse. Fu necessario allora procedere ad una valutazione di tali beni al fine di quantificarne il valore nell ambito del bilancio delle società. Questo aspetto, apparentemente secondario, è in realtà un aspetto centrale nella scelta della costituzione delle società patrimoniali. Un bene comunale ( ad esempio un palazzo) è iscritto nell elenco comunale dei beni senza una indicazione del valore reale dello stesso. 1
2 Pertanto una sua eventuale vendita verrebbe sempre vista come un fatto positivo, visto che porterebbe un ricavo alle casse comunali. Però nessuno può dire se tale vendita sia stata effettivamente un buon risultato per il comune. Lo stesso bene assegnato ad una società di capitali viene invece periziato e acquisisce un valore anche in riferimento ai reali valori di mercato. Se vale 100, ad esempio, e venisse venduto ad 80, vi sarebbe una minusvalenza ( una sorta di costo) di 20; se venisse invece venduto a 120 vi sarebbe una plusvalenza ( diciamo un ricavo positivo) di 20. Sarebbe immediato stabilire se sia stato o meno un vero affare. Ritornando alle due società, a seguito delle varie attività peritali, si arrivo ad una definizione patrimoniale di seguito indicata: AL 31/12/2001 RISERVA DA società CAPITALE CAPITALIZZAZIONE TOTALE SEA SEA ACQUE In sostanza, il valore delle società non era solo quantificato dal capitale sociale ma anche dal reale patrimonio posseduto. Questo patrimonio, bisogna ricordarlo, è costituito da reti e attrezzature necessarie per erogare servizi, servizi per i quali la legge prevede tariffe nelle quali una componente significativa è costituita dai costi di redditività ( ammortamento, canoni, ecc. ) del valore economico di tale patrimonio. Più alto è il valore del patrimonio messo a disposizione e più alta è la quota della tariffa destinata a riconoscere la redditività dello stesso. In fase di privatizzazione della SEA fu ceduto il 40% del capitale per un importo di ,00 a favore del raggruppamento guidato da AGES e costituito da FIORENTINA GAS S.p.A., PUBLIENERGIA S.p.A. e PUBLIAMBIENTE S.p.A.. Tale importo, come si vede, rappresenta di fatto il 40 % del valore complessivo della società, ovvero della somma del capitale e del valore periziato delle reti. Il Comune di Viareggio incassò quindi 11 milioni di euro dalla vendita del 40% delle azioni di SEA. Con tale vendita però aveva anche consentito ad un gruppo di società private di diventare in parte proprietario delle reti e dei beni pubblici utilizzati per l erogazione del servizio. In sede di gara il raggruppamento guidato da AGES chiese di poter procedere successivamente ad una ulteriore scissione della SEA in due società, una dedicata alla gestione dei rifiuti e l altra invece dedicata alla gestione della distribuzione del metano. Il dibattito interno alla maggioranza che sosteneva l amministrazione Marcucci fu alquanto vivace in riferimento a tale proposta di scissione. I Verdi proposero di prevedere un percorso nella scissione che tutelasse il patrimonio pubblico delle reti. Si proponeva, in sostanza, di rinunciare a ricavi puramente finanziari per poter utilizzare tali risorse e riscattare la proprietà delle reti, o meglio la quota di tale proprietà posseduta dai privati, in modo da poter gestire tale patrimonio direttamente come ente pubblico. Altre forze politiche, ed in particolare il PD, sostenevano invece la correttezza di permettere ai privati di acquisire anche parte della proprietà delle reti e prospettavano una fusione delle diverse 2
3 società toscane per realizzare un soggetto industriale in grado di competere al momento dello svolgimento delle gare previste per la gestione delle reti e del vettoriamento del metano. Per poter meglio comprendere la differenza tra queste proposte bisogna rifarsi al quadro giuridico che si stava determinando relativamente alla vendita del metano. Le norme nazionali di recepimento delle direttive comunitarie ( note come decreto Letta) avevano previsto una gestione del metano che favorisse la concorrenza nel mercato. Prima il cittadino doveva acquistare il metano da chi aveva la gestione della distribuzione sul territorio ( ad esempio l ASSP a Viareggio). Dopo i decreti, invece, è prevista la separazione tra chi vende il metano e chi invece è incaricato di gestire la distribuzione dello stesso tramite le reti. In pratica ogni utente può decidere di acquistare il metano anche da diverse imprese; queste poi pagheranno il costo del servizio di distribuzione al gestore della rete secondo un prezzario fissato dall autorità che impedisce possibili benefici che possano alterare la concorrenza. Per tale motivo è prevista la separazione tra la società che vende il metano e quella che invece gestisce la distribuzione del metano. Per quest ultima poi, essendo il servizio di distribuzione un servizio pubblico che puo essere svolto solo da una unica società, è prescritta l affidamento del servizio di gestione tramite una gara. La gara si deve basare su criteri di economicità ma anche su parametri qualitativi. In particolare si prevede anche un importo a base d asta come canone che dovrà riconoscere il gestore al proprietario della rete. Se il proprietario della rete è il Comune, o la sua società patrimoniale, questo importo entra nelle casse comunali; se il proprietario è una società con altri soci privati, tale importo resta nella società. In quest ultimo caso, poi, la gara può anche prevedere che il nuovo gestore riscatti il valore delle reti dalla società uscente. Di fatto una tale ipotesi limita la possibile concorrenza tra i diversi soggetti in quanto, di fatto, favorisce la società uscente che non dovrà farsi carico di questo onere finanziario iniziale. E in pratica questa la filosofia che è alla base della scelta operata in Toscana di aggregare le diverse società di gesitone conservando in esse la proprietà delle reti. Un ulteriore aspetto che interveniva nella scissione di SEA spa era costituito dai contratti di vendita che SEACOM aveva con i cittadini. SEACOM era una società commerciale, nata nel rispetto della norma che prevede la separazione tra attività di vendita e di distribuzione, interamente posseduta da SEA. Il valore di SEACOM fu determinato dai periti nominati dal tribunale ed era di circa 7 milioni di euro. In pratica, nel patrimonio di SEA, oltre alle varie reti e beni, vi era anche un valore immateriale costituito dalla proprietà di una società commerciale che aveva i contratti con l utenza. Nel bilancio di SEA spa del 2008, prima della scissione, la partecipazione di SEACOM viene quantificata in circa 3 milioni. Con la scissione questa partecipazione passa a SEA Gas, che mette immediatamente in vendita la società SEACOM vendendola, tramite evidenza pubblica, al gruppo Toscano per circa 16 milioni di euro, con una plusvalenza di circa 13 milioni di euro. Il consiglio Comunale di Viareggio, con Delibera n. 40 del 07/05/2009, Sindaco Lunardini, autorizza la vendita delle azioni di SEACOM. In una precedente delibera lo stesso Consiglio Comunale aveva modificato lo statuto di SEA spa per consentire al Consiglio di Amministrazione di prevedere anticipazioni sui dividendi. 3
4 Infatti il C.d.a. deliberò, a seguito della vendita, di anticipare dividendi per 13 milioni di euro, dei quali circa il 60 % (7,8 milioni di euro) venne erogato al socio Comune di Viareggio, mentre la restante parte ( oltre 5 milioni di euro) venne erogata al socio privato. Successivamente, una volta privata di SEACOM, la SEA gas subisce ulteriori trasformazioni. Al la SEA Gas ha un patrimonio netto di 21,5 milioni di euro. Circa il 60 % appartiene al Comune di Viareggio mentre la restante parte è di proprietà del gruppo Italgas. Il socio privato propone di acquisire ulteriori azioni della SEA Gas e concorda con il Comune di Viareggio il valore di tali azioni. Con delibera n. 45 del il Consiglio Comunale di Viareggio approva il progetto di fusione di SEA Gas con Toscana Energia spa sulla base di un concambio delle azioni possedute. In pratica viene determinato che il valore reale della singola azione di SEA Gas, di valore nominale di 100, è quantificato in euro 375,3237. In pratica è come se il capitale sociale di SEA Gas, nominalmente pari a in realtà valesse ,05, oltre 3 milioni meno del valore del patrimonio netto iscritto in bilancio. Dalla cessione del 49% delle proprie azioni il Comune di Viareggio incassa quindi ,33, e conserva invece la proprietà dell 1,2680% del Capitale sociale di Toscana Energia. In sostanza, pur di fare cassa, l Amministrazione Lunardini svende le azioni di SEA gas e accetta di partecipare marginalmente ad una società regionale, appunto Toscana Energia, saldamente in mano al gruppo privato Italgas. Una operazione che porta complessivamente, tra vendita SEACOM e vendita azioni SEA Gas, circa 12,5 milioni di euro nelle casse del Comune di Viareggio. Ma è stata davvero una buona operazione? Se si esamina il valore delle reti inscritte nel bilancio SEA Gas si vede che queste ammontano a circa 17,5 milioni di euro. Di fatto il Comune di Viareggio ne possedeva già il 60 %, per circa 10,5 milioni di euro. Sarebbe bastato quindi proporre al socio privato un importo di 7 milioni per riprenderne totalmente la proprietà. Se quindi invece di partecipare marginalmente a Toscana Energia il Comune di Viareggio avesse deciso di riprendere la totale proprietà delle reti e degli impianti avrebbe potuto cedere totalmente la partecipazione di SEA Gas ( sulla base delle suddette stime di concambio, circa 10 milioni di euro) e utilizzare parte del ricavo dalla vendita di SEA COM. Sarebbe stato un buon affare? La vendita del metano a Viareggio fattura circa 18,5 milioni l anno. Di questi quasi 4 sono i corrispettivi per il vettoriamento. All interno di tali corrispettivi, oltre 2 milioni è il valore del canone da corrispondere al proprietario della rete. In pratica, in 4 anni Viareggio avrebbe recuperato l eventuale differenza da corrispondere ai soci privati. Dopo, avrebbe avuto anche il potere di proporre la gestione in House della distribuzione sul territorio di Viareggio, gestendo in tal modo anche gli ulteriori 3 milioni annui previsti per il vettoriamento. Se così fosse stato, Viareggio Patrimonio avrebbe avuto sicuramente un ruolo determinante per la gestione del metano, sia come proprietaria delle reti sia come gestore in House del vettoriamento. 4
5 Risolvendo anche una situazione assurda che si sta creando in città. Tale situazione è dovuta al fatto che le reti, sia per il gas ma anche per l acqua, non sono un oggetto statico. Ogni anno, grazie alle nuove costruzioni o ai nuovi allacci, tali reti si ingrandiscono, o si rinnovano. I cittadini contribuiscono direttamente sia con gli oneri di urbanizzazione sia con il corrispettivo per gli allacci. La norma stabilisce che tali nuovi rami siano di proprietà del Comune. Di fatto essi sono patrimonio collettivo; ad esempio, nel caso di nuove costruzioni, il cittadino può anche sostituire gli oneri di urbanizzazione con opere dirette, sottraendo un ricavo per il comune ; tale ricavo si immobilizza nel valore della rete. Ogni anno, quindi, il Comune dovrebbe censire questi nuovi ampliamenti e iscriverli nel patrimonio comunale. Avere una società patrimoniale semplifica e ottimizza questa gestione, che va fatta comunque con continuità. Invece adesso, sia GAIA che Toscana Energia beneficiano di tali nuove estensioni in quanto nessuno chiede loro i canoni o i corrispettivi previsti. Un modo quindi per sottrarre nuove risorse ai cittadini di Viareggio a favore di questi gestori. In un tale scenario quindi, ci lascia particolarmente perplessi un dibattito politico che, invece di affrontare seriamente queste lacune del Comune, prospetta come soluzione l azzeramento della società patrimoniale. Non diventa questo un modo elegante per favorire ancora una volta qualche interesse estraneo alla collettività di Viareggio? 5
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