Le società pubbliche tra anticorruzione e D.Lgs. 231/01: coordinamento del Piano Triennale Prevenzione Corruzione e Modello 231

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1 Le società pubbliche tra anticorruzione e D.Lgs. 231/01: coordinamento del Piano Triennale Prevenzione Corruzione e Modello 231 Milano, 30 gennaio 2015 Dott. Massimo Proietti Direttore Internal Auditing Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A.

2 Presentazione IPZS La storia Le Macro Aree Produttive IPZS in sintesi 2

3 La storia L Istituto Poligrafico dello Stato nasce nel 1928 ed acquisisce la Zecca dello Stato cinquant anni dopo, nel Nel 2002 l Istituto diventa S.p.A. con Azionista unico il Ministero dell Economia e delle Finanze. La storia dell Azienda sta nel binomio tradizione e innovazione: alle alte professionalità artistiche che trovano la massima espressione nella produzione di monete, medaglie, libri d arte, si affiancano le più sofisticate applicazioni tecnologiche in grado di assicurare elevati standard di qualità e sicurezza. Oggi rappresenta una delle realtà industriali più significative del nostro Paese. 3

4 Le Macro Aree Produttive Sicurezza e anticontraffazione: complesse tecniche di stampa e tecnologie all avanguardia consentono ad IPZS di fornire francobolli, passaporti, carte di identità, permessi di soggiorno, fascette per vini, tessere sanitarie, bollini farmaceutici, ricettari medici, targhe per veicoli. Telematica e Multimedia: IPZS progetta e fornisce all e-government e a privati applicazioni concrete ed efficaci per gestire portali, banche dati, sistemi integrati tra cui la Gazzetta Ufficiale Telematica, il Portale Numismatico dello Stato, Normattiva. 4 Coniazione, Medaglistica e Arte: la Zecca si occupa, in ambito istituzionale ed esclusivo, della coniazione per lo Stato Italiano e per alcuni Stati esteri sia di moneta a corso legale che di raccolte divisionali in metalli preziosi. Realizza anche medaglie, distintivi, timbri e sigilli. La Zecca racchiude, inoltre, una realtà unica al mondo: la Scuola dell Arte della Medaglia un autentico laboratorio d arte, funzionale alla fabbrica e comunque finalizzato alla produzione. Editoria: la Libreria dello Stato, prestigioso marchio che identifica l attività editoriale di IPZS, presenta opere di carattere letterario, scientifico e giuridico, anche in versione multimediale.

5 IPZS in sintesi Dati principali Bilancio Mln di Ricavi 71 Mln di Utile 4 N Stabilimenti produttivi 1790 N Dipendenti Sede Legale e Amministrativa: Via Salaria 1027, Roma Stabilimento Officina Carte e Valori e Produzioni Tradizionali Stabilimento Zecca Stabilimento Foggia Stabilimento Verrès (AO) 5

6 Agenda Il Sistema di Controllo Interno e Gestione dei Rischi (SCIGR) Gli attori del SCIGR Gli enti di diritto privato in controllo pubblico Il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione Possibile coordinamento PTCP e Modello 231 Documento condiviso MEF - ANAC Dicembre 2014 Codice Etico e Codice comportamento 6

7 Il Sistema di Controllo Interno e Gestione dei Rischi (SCIGR) Il Codice di Autodisciplina di Borsa Italiana del 2011 (documento che raccoglie ed elabora le regole di best practices nell ambito della Corporate Governance) definisce il «Sistema di Controllo Interno e Gestione dei Rischi (SCIGR)» come l insieme delle regole, delle procedure e delle strutture organizzative volte a consentire, attraverso un adeguato processo di identificazione, misurazione, gestione e monitoraggio dei principali rischi, una conduzione dell impresa sana, corretta e coerente con gli obiettivi prefissati. Esso concorre ad assicurare la salvaguardia del patrimonio sociale l efficienza e l efficacia dei processi aziendali l affidabilità dell informazione finanziaria il rispetto di leggi e regolamenti nonché dello statuto sociale e delle procedure interne. 7

8 Gli attori del SCIGR Gli attori del SCIGR agiscono secondo un modello articolato su tre linee di difesa, in conformità con l assetto di Risk Governance definito dal Codice di Autodisciplina di Borsa Italiana del 2011, come rappresentato nella figura seguente Organi di Governo e Controllo Alta Direzione e Management Attività di controllo del Management (Operational Management) 1 a Linea di Difesa Politiche, Procedure e Mezzi di Controllo (Internal Control) 2 a Linea di Difesa Funzioni di monitoraggio e controllo Financial Control (Dirigente Preposto) Risk Management Qualità Ispezione/Sicurezza 3 a Linea di Difesa Internal Audit Società di Revisione Autorità di Vigilanza Compliance 8

9 Gli attori del SCIGR (segue) Consob Corte dei Conti Consiglio di Amministrazione Comitato Controllo e Rischi Società di Revisione legale dei conti Banca d Italia/ AGCM AGCM altre Authority Ex AVCP (oggi ANAC) Collegio Sindacale Organismo Vigilanza D.Lgs 231/01 RPC Resp. Trasparenza Organi di Governo e Controllo interni ed esterni Internal Auditing 3 a Linea di Difesa Risorse Umane e Organizzazione Responsabile Qualità Responsabili D.Lgs. 81/08 Risk Management Responsabili privacy Funzione Compliance Funzioni 9 e Responsabili aziendali con un ruolo di controllo Dirigente Preposto Documenti contabili Amministrazione e Controllo Business Unit/ Management Business Unit/ Operativo Management Business Unit/ Operativo Management Business Unit/ Operativo Management Operativo Altri 2 a Linea di Difesa 1 a Linea di Difesa

10 Gli enti di diritto privato in controllo pubblico Il Piano Nazionale Anticorruzione «paragrafo 3.1.1» prevede che tali Enti: A. Sono tenuti ad introdurre ed implementare adeguate misure organizzative e gestionali Per evitare inutili ridondanze, qualora adottino già modelli di organizzazione e gestione del rischio sulla base del D. Lgs. 231/01 nella propria azione di prevenzione della corruzione possono fare perno su di essi, ma estendendone l ambito di applicazione non solo ai reati contro la PA già previsti dal D.Lgs. 231/01 ma anche a tutti quelli considerati dalla L. 190/12, dal lato attivo e passivo, anche in relazione al tipo di attività svolto dall ente... Tali parti dei Modelli integrate ai sensi della L.190/12 e denominati Piani di prevenzione della corruzione debbono essere trasmessi alle amministrazioni pubbliche vigilanti e pubblicati sul Sito istituzionale A. Devono, inoltre, nominare un responsabile per l attuazione dei propri Piani di prevenzione della corruzione, che può essere individuato anche nell organismo di vigilanza previsto dall art. 6 del d.lgs. n. 231 del 2001 B. Devono definire nei propri Modelli di organizzazione e gestione dei meccanismi di accountability che consentano ai cittadini di avere notizie in merito alle misure di prevenzione delle corruzione 10

11 Gli enti di diritto privato in controllo pubblico (segue) Il Piano Nazionale Anticorruzione «paragrafo 3.1.1» (segue) L Amministrazione vigilante verifica l avvenuta introduzione dei Modelli e dei Piani di Prevenzione (P.T.P.C.) Amministrazione e l Ente vigilato organizzano un idoneo sistema informativo per monitorare l attuazione delle misure I sistemi di raccordo finalizzati a realizzare il flusso delle informazioni, compresa la segnalazione di illeciti, con l indicazione dei referenti sono definiti rispettivamente sia nel P.T.P.C. del vigilante, che nei Modelli/Piani di prevenzione dei vigilati (enti pubblici economici ed enti privati in controllo pubblico) 11

12 Possibile coordinamento PTPC/Modello 231 PRIMA SOLUZIONE: Piena integrazione tra PTPC e Modello 231, destinando, con tutte le aggiunte necessarie, la parte speciale «A» del Modello al Piano di prevenzione della corruzione (non solo ai reati contro la PA già previsti dal D.Lgs. 231/01 ma anche a tutti quelli considerati dalla L. 190/12, dal lato attivo e passivo) SECONDA SOLUZIONE: Lasciare nella parte speciale «A» del Modello solo i delitti contro la P.A. menzionati dall art. 25 d.lgs. N. 231/2001 e inserire gli altri reati rilevanti ai fini della l. 190/2012 in un documento separato denominato «Piano di prevenzione della corruzione», richiamato dal Modello nella sezione concernente la descrizione del Sistema di Controllo Interno Richiamare sinteticamente le aree a rischio individuate nel P.T.P.C. in calce alle aree a rischio indicate nella parte speciale «A» del modello 231 Qualora il RPC non sia identificato con l ODV, prevedere flussi informativi e coordinare tra loro l attività formativa Integrare il sistema disciplinare con le violazioni previste dal P.T.P.C. 12

13 Documento condiviso MEF - ANAC per il rafforzamento dei meccanismi di prevenzione della corruzione e di trasparenza nelle società partecipate e/o controllate dal MEF - Dicembre 2014 SOCIETÀ CONTROLLATE/PARTECIPATE DAL MEF previsto dal d.lgs. n. 231/2001 Ambito di applicazione distinto tra: sono tutte tenute all adozione del modello SOCIETÀ CONTROLLATE MEF (ai sensi dell art CC comma 1, numeri 1 e 2) Il Modello 231 deve essere integrato con l adozione delle misure anticorruzione ai sensi della L.190/2012 L organo di governo della società nomina il RPC, che elabora il Piano di prevenzione della corruzione sottoponendo al Vertice amministrativo (CdA o altro organo con funzioni equivalenti) per l adozione Il RPC deve essere: uno dei dirigenti della società (non soggetto esterno come OdV o altro organo di controllo) un funzionario che garantisca le idonee competenze (per le società prive di dirigenti o in numero limitato) o un amministratore purché privo di deleghe gestionali (in casi eccezionali) Si applica per intero la disciplina della trasparenza, con esclusione dall applicazione delle sole attività che non siano qualificabili di pubblico interesse PARTECIPATE MEF (partecipazione non idonea a determinare una situazione di controllo) È sufficiente l adozione del Modello 231 del 2001, purché integrato, limitatamente alle attività di pubblico interesse eventualmente svolte, con l adozione di misure idonee a prevenire ulteriori condotte criminose in danno della PA trovano applicazione le sole regole in tema di trasparenza contenute nei commi da 15 a 33 dell art. 1, legge n. 190 del 2012, limitatamente alle attività di pubblico interesse 13

14 Codice Etico e Codice comportamento Codice di comportamento per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni, approvato con D.P.R. 16 aprile 2013, n. 62 in attuazione dell art. 54 del D.Lgs. n. 165 del 2001 (come sostituito dalla l. n. 190 ) che prevede che: «Ciascuna P.A. (di cui all art. 1, comma 2, del D.Lgs. n. 165 del 2001) definisce, con procedura aperta alla partecipazione e previo parere obbligatorio del proprio organismo indipendente di valutazione, un proprio codice di comportamento che integra e specifica il codice di comportamento per i dipendenti delle pubbliche amministrazioni» PNA ribadisce al paragrafo tale adempimento Delibera ANAC n. 75/2013 «Linee guida in materia di codici di comportamento delle pubbliche amministrazioni» prevede che: «tali linee guida possono costituire un parametro di riferimento per l elaborazione di codici di comportamento ed etici da parte degli ulteriori soggetti considerati dalla legge n. 190/2012 (enti pubblici economici, enti di diritto privato in controllo pubblico, enti di diritto privato regolati o finanziati, autorità indipendenti), nella misura in cui l adozione dei codici di comportamento costituisce uno strumento fondamentale ai fini della prevenzione della corruzione.» 14

15 Grazie a tutti per l attenzione

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