Creta oggi. La civiltà cretese

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1 Creta oggi La civiltà cretese

2 thera Creta

3 localizzazione 250km 8000 km2 55km L isola è in parte occupata da catene montuose, solcate da vallate e dominata dal massiccio dell Ida (duemilacinquecento metri), il monte sacro dove gli antichi collocavano la grotta nella quale si credeva fosse stato allevato Zeus.

4 periodizzazione è a partire dal 2300 a.c.circa fino al 1200 circa a.ch. l isola si popolò di città e di palazzi che testimoniano un elevato livello di benessere le navi cretesi si spingevano a commerciare negli empori di tutto il Mediterraneo ð i Cretesi erano conosciuti ovunque come mercanti e marinai: nei documenti egiziani di questo periodo si parla infatti dei tributi (in realtà, commerci) portati alla corte dei faraoni dagli «uomini di Keftiu» (così erano definiti i Cretesi nella lingua egiziana).

5 Il mare e gli scambi ð Protetti dal mare ð favoriti dalla presenza di innumerevoli isole che costituivano punti di approdo ð al crocevia delle rotte commerciali l isola produceva un surplus alimentare (olio e vino in particolare) che poteva essere facilmente smerciato metalli preziosi e materie prime a loro volta alimentavano lo sviluppo dell artigianato locale.

6 I cretesi, intermediari i Cretesi svolsero un ruolo preciso nel Mediterraneo orientale:quello di intermediari tra le coste siriane e l Egitto, dove essi esportavano, oltre ai prodotti del loro artigianato, le materie prime provenienti dall Oriente

7 talassocrazia Grazie alla supremazia marittima i Cretesi poterono estendere il loro potere sino alle regioni costiere della Grecia; lo storico Tucidide, nel secolo v a.c., racconta che il re cretese Minosse aveva imposto il suo dominio su Atene e altri luoghi della Grecia, dai quali esigeva tributi. ð (mito di Teseo e del Minotauro)

8 Civiltà non incastellata Le città di Creta non avevano mura o difese militari: poiché non si temevano minacce dall esterno. Le ricchezze accumulate non andavano ad alimentare spese militari o imprese di conquista, ma furono investite in nuovi commerci (i quali a loro volta producevano benessere) e nella costruzione di sontuosi e palazzi

9 I palazzi Cnosso, Haghia Triada, Festo, Mallia. Omero: «C è una terra nel mezzo del mare scuro come il vino, Creta, fertile e bella, circondata dall acqua: in essa vi sono innumerevoli uomini e novanta città: chi ha una parlata, chi un altra, un miscuglio.., tra loro è Cnosso, una grande città, nella quale regnò per nove anni Minosse, confidente del grande Zeus»(Odissea, xix, 172 sgg.).

10 Gli inizi della civiltà cretese più antiche tracce di civiltà a Creta e nelle isole dell Egeo risalgono all epoca neolitica (6ooo a.c. circa) inizio della cultura cretese verso il 3000 a.c.

11 Di che stirpe erano questi popoli? I Greci dell epoca successiva avevano la nozione che i primitivi abitanti delle loro isole appartenessero a una razza diversa dalla propria e li definivano Pelasgi oppure Cari. ð Dalle raffigurazioni pittoriche è possibile anche avere un idea del loro aspetto fisico: uomini piccoli, con la pelle scura ð una popolazione dai tratti mediterranei.

12 Lingua cretese I Cretesi parlavano una lingua che ci è tuttora sconosciuta, anche se alcune parole si conservarono in greco ð erano di derivazione cretese molti nomi di piante e frutti, oggetti e materiali che a Creta erano già diffusi quando giunsero i Greci, come i metalli ð era cretese gran parte della terminologia marinaresca compreso lo stesso nome del mare (thalassa), nonché molti oggetti di uso quotidiano, come la vasca da bagno (asàminthos) e vari tipi di vesti e calzature. ð dati linguistici sono utili come segnali storici dimostrano sia l alto livello di civiltà raggiunto dai Cretesi, sia il loro influsso sui popoli successivi, i quali dovettero apprendere dai Cretesi usi e parole a essi ignoti.

13 civiltà cretese detta anche minoica periodi della civiltà minoica fasi palaziale ac prima distruzione neopalaziale ac crisi dominio miceneo ac crisi definitiva 1200 circa

14 Fase palaziale ( a.c.). a Cnosso, Festo e a Mallia sorsero i primi grandi palazzi, situati nelle zone più fertili dell isola e appartenenti a sovrani locali che senza alcun dubbio traevano le loro ricchezze dallo sfruttamento delle campagne circostanti.

15 Vita nei palazzi ritrovamento, nei palazzi più antichi (e in particolare in quello di Festo), di una grande quantità e varietà di sigilli, presumibilmente appartenenti ad alti ufficiali. Da questo sembra potersi desumere che nei palazzi esisteva una organizzata e potente classe burocratica, che aiutava il signore locale ad amministrare le sue ricchezze. Il grande numero dei locali di cui erano composti i palazzi fa inoltre pensare che il numero dei dignitari di corte fosse piuttosto elevato.

16 caratteristiche architettoniche dei palazzi né mura né torri delimitavano gli edifici, ð si allargavano in direzione del mare seguendo la linea naturale del terreno. All interno del palazzo si trovavano solitamente grandi magazzini, ove sono stati rinvenuti enormi vasi di terracotta utilizzati per conservare ricche provviste di olio e di grano evidentemente ammassate nel palazzo grazie all opera dei contadini che coltivavano le terre circostanti. Sulle condizioni di vita di questi contadini non abbiamo informazioni precise.

17 La prima catastrofe Questa fiorente civiltà crollò a quanto pare improvvisamente, poco dopo il 1700 a.c. ð Gli scavi archeologici documentano una catastrofe che colpi i palazzi di Festo, di Cnosso e di Mallia, distruggendoli. Quale fu la causa di una simile rovina? ð un terremoto accreditato anche dal ritrovamento di alcuni scheletri che hanno fatto supporre l usanza di sacrifici umani volti a placare l ira degli dèi ð un incursione di nemici provenienti dal mare (in quello stesso periodo gli Hyksos avevano soggiogato l Egitto) ð una serie di guerre e di disordini civili.

18 Fase neopalaziale ( a.c.). dopo il crollo, i Palazzi vennero ricostruiti senza fortificazioni e senza apparati difensivi: ð la pax minoica continuava a regnare. ð I palazzi vennero ricostruiti sulle loro rovine, ancora più splendidi di prima, e nessun elemento fa pensare a una rottura con la cultura della fase precedente. Le rovine che oggi possono essere visitate appartengono, nelle linee fondamentali, a questa fase.

19 la fine Il secondo periodo ebbe una fine altrettanto tragica del precedente. Vi fu una enorme catastrofe naturale, rappresentata da una serie di cataclismi che attorno al 1300 a.c. sconvolsero il Mediterraneo orientale, stroncando un numero incalcolabile di vite umane, distruggendo abitazioni, templi e palazzi, e mettendo in seria difficoltà l organizzazione dei regni cretesi. Tra questi cataclismi, il più grave fu quello che si verificò nell isola di Thera, oggi Santorini.

20 I micenei Verso il 1400 i Micenei o Achei avevano occupato la Grecia, costituendovi solide monarchie militari e provvedendo all arruolamento di soldati mercenari che compaiono spesso nei dipinti dell epoca con i loro scudi e le lance di bronzo. Già indeboliti dagli eventi sopra descritti, i signori di Creta non furono in grado di resistere alla minaccia che veniva dall esterno e si arresero all invasore.

21 Fase micenea ( a.c.). Conquistata l isola di Creta, i Micenei si insediarono nei palazzi reali imponendo il loro dominio sulla popolazione locale: in questo periodo fu elaborato un secondo tipo di scrittura (Lineare B), identica a quella usata sul continente greco.

22 Cultura materiale la vita quotidiana rimase pressoché immutata anche durante il dominio della nuova dinastia. i contadini continuavano a vivere in capanne di fango e di paglia e a coltivare i campi trattenendo per sé solo quanto era necessario alla loro sopravvivenza. Tutto l eccedente spettava al palazzo, nei confronti del quale i contadini erano tenuti a prestare servizi e attività lavorative di vario genere.

23 Il periodo miceneo sull isola fu breve: attorno al 1200 a.c. (secondo la datazione oggi più accreditata) una catastrofe definitiva si abbatté su Creta. I palazzi reali furono distrutti e dati alle fiamme e non risorsero più; da allora in poi non si parla più di Cretesi nei documenti egiziani, l artigianato s immiserisce, la scrittura locale scompare.

24 Le cause di questo disastro rimangono ignote. Sono state avanzate varie ipotesi per spiegarlo: ð una ribellione contro i principi stranieri; ð una guerra tra i Micenei del continente e quelli di Creta; ð un incursione rovinosa di popolazioni straniere. ð sulle macerie palazzi furono costruite modeste abitazioni

25 La Lineare B e le tre scritture di Creta Questa tavoletta d argilla, ritrovata a Cnosso, a tante altre tavolette analoghe, contiene un testo inciso in scrittura sillabica «Lineare. B», Michael Ventris ha decifrato alcuni decenni fa. esse non sono altra che documenti di carattere amministrativo, lunghe liste di merci e inventari. Assenza di letteratura o letteratura orale?

26 Le tre scritture di Creta

27 Il geroglifico cretese Il primo tipo, risalente al periodo più antico (2ooo-16oo a.c.), era una scrittura geroglifica, chiamata da Evans geroglifico cretese, documentata dal celebre disco in terracotta di Festo, conservato al museo di Heraklion. tuttora indecifrato.

28 Simboli del disco di Festo

29 La Lineare A Il secondo tipo, anch esso indecifrato, fece la sua comparsa attorno al 1750 a.c., e si presenta come una semplificazione dei geroglifici di cui sopra, ridotti a semplici contorni. Questa scrittura, rinvenuta su tavolette provenienti per la gran parte da Hagia Triada, nelle vicinanze di Festo, fu chiamata da Evans Lineare A.

30 La Lineare B Il terzo tipo (che secondo Evans sarebbe apparso verso il 1400 a.c., ma che oggi si tende a pensare sia almeno di un secolo più recente) venne chiamato Lineare B, ed è una scrittura sillabica, che oggi siamo in grado di leggere quella scrittura «nasconde» una lingua greca; prima di adottare l alfabeto fenicio, attorno all 8oo a.c., i Greci, tra il 1400 e il 1200 a.c., avevano utilizzato la scrittura Lineare B.

31 La rivoluzione di Ventris La scoperta rivoluzionava tutte le opinioni correnti sulla civiltà greca e sui suoi rapporti con quella crerese: sino a quel momento, infatti, si riteneva che i Greci non avessero mai dominato Creta. Se la scoperta di Ventris era esatta, bisognava anticipare di alcuni secoli l inizio della storia greca e pensare che, sia pur per breve tempo, i signori del palazzo di Cnosso erano stati dei Greci.

32 La conferma Ulteriori ricerche, compiute dal glottologo John Chadwick e dall archeologo W. Biegen, confermarono i risultati di Ventris. a partire dal 1400 a.c. i dominatori di Cnosso erano stati gli stessi Greci che, sul continente, avevano dominato Micene e Pilo. Quella che sino era stata genericamente definita civiltà minoica, si era rivelata la successione di due diverse civiltà, quella pregreca cretese (o minoica) e quella grecamicenea.

33 I miti di Creta Minosse e Pasifae il Minotauro nel Labirinto Dedalo e Icaro Teseo e Arianna Europa

34 Minosse Minosse, mitico re di Creta, aveva promesso a Poseidone di sacrificargli il primo animale che fosse venuto dal mare. Poseidone inviò un toro talmente bello che Minosse non ebbe il coraggio di ucciderlo, e sacrificò al suo posto un altro animale. Per punire la disobbedienza di Minosse, Poseidone, con l aiuto di Afrodite, la dea dell amore, fece innamorare la regina Pasifae moglie di Minosse del toro venuto dal mare. L architetto di corte, il famoso Dedalo, costrui per la regina una vacca di legno, e Pasifae, entrata nella falsa vacca, si unì con il toro. Ne nacque così un animale mostruoso, dal corpo di uomo e dalla testa di toro, il Minotauro (letteralmente, il toro di Minosse ).

35 Il Labirinto, Dedalo e Icaro Il Minorauro venne rinchiuso all interno di un palazzo-prigione, formato di tanti corridoi che si incrociavano a caso tra loro, senza una logica apparente, dal quale era difficilissimo uscire una volta entrati: il famoso Labirinto, anch esso costruito dall architetto Dedalo. Più tardi fu lo stesso Dedalo a essere rinchiuso nel Labirinto insieme al figlio Icaro: per fuggire, egli costruì per sé e per il figlio due paia di ali fatte di penne di uccelli tenute assieme da cera. L invenzione funzionò in parte: padre e figlio riuscirono a sollevarsi da terra e a volare, ma Icaro, non obbedendo ai consigli del padre, volle avvicinarsi troppo al sole, che sciolse la cera delle sue ali facendolo precipitare in mare. Il padre Dedalo riuscì invece a salvarsi e ad arrivare in Sicilia.

36 Il mito di Teseo Per nutrire il Minotauro, gli Ateniesi, che erano politicamente sottomessi a Creta, erano obbligati a inviare nell isola, ogni nove anni, sette ragazzi e sette ragazze. La terza volta, gli Ateniesi mandarono, insieme ai quattordici giovani, anche il loro eroe Teseo: una delle figlie di Minosse e Pasifae, la bellissima Arianna, aiutò l eroe a ritrovare la via d uscita nel Labirinto dandogli un gomitolo, il famoso «filo di Arianna», che Teseo srotolava man mano che procedeva all interno della prigione di Dedalo. Grazie a questo trucco, l eroe ateniese dopo aver ucciso il Minotauro e liberato Atene dal tributo poté uscire dal labirinto.

37 Arianna Sulla via del ritorno, Teseo, che aveva portato con sé Arianna con la promessa di sposarla, la abbandonò sull isola di Nasso mentre era addormentata. Secondo una versione del mito, Arianna si uccise per il dolore; ma secondo un altra versione, il dio del vino, Dioniso, la vide mentre dormiva, se ne innamorò e la sposò.

38 Significati del mito Sotto il velo del mito è facile leggere l esistenza di un rapporto di subordinazione economica e politica dell Attica alla più potente Creta e la successiva indipendenza ateniese, dovuta forse al declino dell impero cretese.

39 Europa La bella Europa, figlia (o sorella) del mitico re Fenice, stava raccogliendo fiori sulla riva del mare, nella terra del padre, la Fenicia. Zeus la vide e se ne innamorò, e sotto le sembianze di uno splendido toro bianco uscito dal mare le si avvicinò. Le compagne di Europa si allontanarono spaventate, ma la figlia del re sali senza paura sulla groppa dell animale. Il toro entrò nuovamente in mare e nuotò fino a Creta, dove, nella grotta di Ditte, vennero celebrare le nozze tra Zeus ed Europa.

40 Micene, foto aerea

41 MICENEI ð All inizio del II millennio a.c. una popolazione indoeuropea iniziò a stanziarsi nel continente greco, e quindi occupò l isola di Creta: i nuovi abitanti furono chiamati Achei dai Greci dell età successiva e oggi sono noti con il nome di Micenei. ð Essi lasciarono splendide tracce nei possenti e ricchi palazzi di Micene, nonché a Pilo, Tirinto e in altre località, da cui in seguito si mossero per conquistare Creta.

42 organizzazione politica e sociale ð La nuova civiltà era organizzata come una società feudale ð ne possiamo conoscere le caratteristiche grazie alla decifrazione della scrittura Lineare B, di cui i Micenei si servivano

43 Il re e i ceti dominanti sovrano : detto wanax (gr.arc. Anax) lawagétas capo del lawos, (dell aristocrazia), e forse erede al trono. Del lawos facevano parte gli heketdi e i téreta: ð gli heketdi, compagni, seguaci, erano preposti al comando delle unità militari dislocate lungo la linea costiera (orkhdi) e si spostavano su carri da guerra a loro riservati e particolarmente veloci; ð i téreta appartenevano invece alla classe sacerdotale.

44 Gerarchia sociale e politica Attorno al palazzo c erano i demoi, le comunità di villaggio dove viveva il demos, il popolo ð composto da Basiléis contadini costruttori di navi fabbri, vasai, tessitori e altri artigiani specializzati. I personaggi più importanti delle comunità di villaggio erano i capi dei diversi gruppi gentilizi (ghene-grandi gruppi familiari allargati) che prendevano le decisioni di interesse pubblico riunendosi in un consiglio degli anziani chiamato gerousia.

45 Né padroni né schiavi Caratteristiche fondamentali della società micenea ð opposizione palazzo-demoi ð l assenza della proprietà privata l inesistenza della schiavitù (intesa come l appartenenza di un individuo alla comunità o allo Stato).

46 le città fortificate con grandi, mura di pietra (le cosiddette «mura ciclopiche», costruite con grandi massi squadrati) arroccate in cima a colline o in luoghi impervi i principi micenei organizzarono una serie di Stati militari che, a partire dal 1400 a.c. circa, iniziarono a espandersi al di fuori della Grecia continentale.

47 Colonizzazione micenea i Micenei, che avevano soppiantato i Cretesi nella supremazia marittima, si stabilirono in vari punti del Mediterraneo (in Sicilia, Sardegna, nelle isole Eolie) dove fondarono colonie. Non si trattava di veri e propri centri urbani (la popolazione micenea era demograficamente troppo ridotta), ma di utili punti d approdo e di empori per il commercio

48 Prima colonizzazione l espansione micenea si diresse soprattutto verso Oriente. sulle coste dell Asia Minore, furono stabiliti insediamenti di una certa rilevanza, che col tempo si svilupparono: ð L episodio più noto di questo processo di espansione fu la conquista della città di Troia che sorgeva in posizione strategica lungo la rotta verso il mar Nero o «Ponto Eusino», ( mare ospitale ) come lo chiamavano gli antichi

49 Il valore del mito come fonte Mito di Giasone, del vello d oro. ð Conquistare il vello d oro nella Colchide ð Nave Argo ð Parte da IOLCO, in Tessaglia

50 Altre prove Ritrovamenti di oggetti micenei in luoghi menzionati da Omero nella Odissea ð Odissea = nostos I Nostoi sono segno della conoscenza di luoghi e paesi e simboli delle difficoltà della navigazione??? Odissea : conserva traccia leggendaria della antica colonizzazione???

51 La guerra di Troia Quest episodio storico forma il nucleo dell Iliade di Omero. La conquista di Troia (compiuta probabilmente intorno al 1250 a.c.) fu opera di una confederazione di principi achei, il cui comandante (secondo l Iliade) era appunto il re di Micene, Agamennone, che Omero definisce con il titolo, di derivazione micenea, di wanax andron, sovrano di popoli. i Micenei entrarono sulla scena politica internazionale come grande potenza; i re hittiti mantenevano con loro regolari rapporti diplomatici. Nei documenti hittiti i Micenei venivano chiamati Akhiyawa, cioè Achei, ed erano considerati un popolo temibile; al re di Micene veniva riconosciuto lo stesso titolo, Grande Re" che si attribuiva ai sovrani di Stati prestigiosi come quello egiziano e babilonese

52 Crollo della potenza micenea il crollo della potenza micenea fu improvviso e definitivo. Attorno al 1200 le principali rocche furono distrutte e bruciate. Le tavolette in Lineare B ritrovate a Pilo sono relative proprio alle ultime settimane di vita di questa città (esse ci sono state co vate proprio perché furono «cotte» dagli cendi appiccati al palazzo reale) e descrivono affannosi preparativi militari di difesa

53 Chi ha distrutto le rocche micenee? spiegazione tradizionale: i DORI diffusa già nella Grecia antica parla dell arrivo di una popolazione stanziata nella Grecia settentrionale, di lingua e stirpe affine a quelle dei Micenei: i Dori, che avrebbero distrutto Micene e si sarebbero poi insediati in tutta la regione, stabilendo la loro capitale a Sparta. Il mito greco parlava a questo proposito del «ritorno degli Eraclidi», i discendenti dell eroe Eracle, che sarebbero tornati dall esilio a cui erano stati condannati dal re di Micene, Euristeo, e avrebbero rivendicato il regno del loro antenato. Tuttavia i documenti in Lineare B rinvenuti a Pilo parlano di un pericolo proveniente dalle coste e non : e in quel periodo fu travolta la civiltà hittita e fu gravemente messa in pericolo quella egiziana da parte dei «popoli del mare».

54 I dori dal 1200 a.c. una nuova popolazione incominciò ad abitare i territori che un tempo erano stati micenei, e nei secoli successivi (tra il 1200 e l 8oo a.c.) essa pose le basi della civiltà greca delle pòleis, le città-stato.

55 archeoviaggio La scoperta di Troia, Creta e Micene

56 Gli eroi cercatori Se oggi conosciamo la storia della civiltà cretese e di quella micenea, lo dobbiamo alla intuizione e alla fatica di tre persone: Heinrich Schliemann Arthur Evans Michael Ventris.

57 Heinrich Schliemann era un mercante tedesco che cominciò a studiare il greco per passione, all età di cinquant anni, leggendo l Iliade e l Odissea. A differenza degli specialisti, secondo i quali i poemi omerici erano solo fantasia, Schliemann credeva alla storicità dei fatti narrati da Omero: un tempo, sotto la guida di Agamennone, re di Micene, i Greci avevano realmente combattuto contro i Troiani, sulle coste dell Asia Minore, e avevano distrutto la loro città. ð Quando, con i testi di Omero alla mano, nel 1870, egli iniziò gli scavi nella località di Hissarlik (nel Nord dell Anatolia), la sua impresa poteva anche far sorridere: ma ben presto Schliemann individuò il luogo dove presumeva fosse sorta la Troia omerica (che, in realtà, si rivelò poi assai più tarda, come dimostrarono gli scavi di Blegen, tra il 1932 e il 1939).

58 Micene Confortato dai risultati ottenuti, Schliemann si trasferi a Micene, dove iniziò gli scavi nel t874, e nel 1876 scopri il famoso cerchio di tombe, all interno del quale trovò vari tesori della città «ricca d oro (come la chiama Omero) e una splendida maschera funeraria, che egli ritenne fosse quella di Agamennone; e in un celebre telegramma al re di Grecia comunicò di aver visto il volto del mitico sovrano.

59 Grave circle A

60 Mura ciclopiche di Micene e porta dei leoni

61 Pianta di Micene

62 Ingresso di una tomba a tholos

63 Evans Dopo aver ammirato ad Atene i tesori scoperti da Schliemann, Arthur Evans pensò che un sistema economico, nel quale erano esistiti artigiani capaci di realizzare il tesoro scoperto da Schliemann, dovesse necessariamente conoscere la scrittura, quanto meno per la registrazione dei documenti contabili. Alcune gemme incise trovare nelle botteghe antiquarie di Atene avevano attirato la sua attenzione, e poiché riteneva che provenissero da Creta partì per l isola, dove ritrovò le iscrizioni che cercava su alcuni amuleti, detti pietra del latte, che le donne portavano per propiziare l allattamento. Avuta conferma della sua ipotesi, nel 1900 iniziò le ricerche a Cnosso, e fu premiato da un successo quasi incredibile: dopo appena due settimane, trovò le prime tavolette con una scrittura sconosciuta; inoltre la prosecuzione degli scavi mostrò che, nel corso dei secoli, a Creta, erano state utilizzate tre scritture diverse.

64 Lettura diretta di fonti Tucidide La Grecia delle origini da La guerra del Peloponneso, I 2-19

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