INDICAZIONI ESSENZIALI SUI DISTURBI SPECIFICI DELL APPRENDIMENTO SCOLASTICO

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1 Lo scopo di questo documento è quello di diffondere capillarmente alcune informazioni essenziali sui disturbi evolutivi specifici dell apprendimento (DSA), soprattutto nel contesto scolastico. Non posso non constatare, infatti, come specie in questo contesto le informazioni su questo disturbi siano ancora del tutto insufficienti per garantire condizioni di benessere scolastico e, più in generale, di benessere tout court nei soggetti che ne sono affetti. Ho, quindi, pensato che il modo migliore per consentire un primo approccio alla problematica fosse quello di proporre un testo molto breve, agile, di facilissima lettura. Ovviamente, il documento non ha, e non vuole avere, velleità esaustive, ma semplicemente vuole gettare un sasso nello stagno, con la speranza che le scarnissime indicazioni promuovano e sollecitino la curiosità di approfondire il tema, così come è assolutamente necessario nell ambito scolastico (e forse, non solo). Se qualcuno lo riterrà utile per fornire, appunto, queste essenziali informazioni, potrà proporlo con il fine di promuovere una cultura del riconoscimento del disturbo e dei diritti ad esso connessi. Giuseppe Farci

2 INDICAZIONI ESSENZIALI SUI DISTURBI SPECIFICI DELL APPRENDIMENTO SCOLASTICO A cura del servizio psicopedagogico del secondo circolo didattico di Quartu Sant Elena PERCHE QUESTE LINEE GUIDA Lo scopo di questo documento agile e sintetico è quello di indicare i passi salienti relativi al cosa e al come fare per prevenire, individuare precocemente e garantire il successo scolastico nei Disturbi Specifici dell Apprendimento (DSA). CLASSIFICAZIONE Si devono considerare DSA la DISLESSIA: disturbo nella velocità (lettura fluente) e correttezza della lettura; la DISORTOGRAFIA: disturbo relativo alla correttezza della scrittura; la DISGRAFIA: disturbo relativo alla corretta realizzazione manuale dei grafemi (grafismo) la DISCALCULIA: disturbo relativo all uso corretto del sistema dei numeri e del calcolo INFORMAZIONI GENERALI I DSA sono considerati disturbi dello sviluppo (Stella, 2004 a; SINPIA, 2006). Oggi sappiamo con certezza che sono causati da sottili anomalie neurofunzionali, cioè anomalie che riguardano i sistemi e le reti neuronali del cervello che consentono di compiere in modo automatico alcune prestazioni richieste in ambito scolastico (Stella, 2004b; Messina, 2005; Dahaene, 2009). I DSA sono più diffusi di quanto si pensi. Infatti, secondo gli studi epidemiologici più seri riguarda almeno tra 3 e il 4% (AID, 2009) della popolazione infantile italiana. I DSA non vanno confusi con difficoltà o ritardi dell apprendimento scolastico, causati da inefficienze educative e\o socio-culturali o da altri disturbi dello sviluppo, come la disabilità intellettiva. CONSEGUENZE DEI DSA Le conseguenze più importanti e più gravi paradossalmente non riguardano l apprendimento, che può essere garantito da modalità di intervento scolastico appropriate, ma l area emotiva (Ryan, 2006). Un bambino con DSA sperimenta a scuola vissuti di ansia, frustrazione, rabbia, depressione, impotenza. Le emozioni possono essere mascherate da comportamenti dirompenti di tipo iperattivo, provocatorio, oppositivo, aggressivo. Queste emozioni minano l autostima con ulteriori conseguenze molto preoccupanti sulla stessa esistenza dell individuo con DSA. Gli effetti devastanti dei DSA possono essere tenuti sotto controllo da diversi fattori, in primis l attenzione degli insegnanti al problema. QUANDO SOSPETTARE UN DSA Si può sospettare che un alunno possa essere interessato da un DSA quando fa fatica ad apprendere e a padroneggiare le strumentalità di base fin dai primi momenti della scolarizzazione e questo non dipende dall efficienza intellettiva o da deficit visivi, uditivi, neurologici o dalla scadente qualità dell insegnamento ricevuto a casa e a scuola è adeguato. FATTORI DI RISCHIO La familiarità e, soprattutto, tutti i difetti del linguaggio (ritardo e disturbo del linguaggio, balbuzie) sono i maggiori fattori di rischio di sviluppo della dislessia.

3 L INVIO Se un alunno si trova nelle condizioni sopra descritte va immediatamente segnalato (Farci e Orrù, 2007) al servizio psicopedagogico della scuola (se questo è presente). Si procederà successivamente alla comunicazione alla famiglia, perché si attivi a predisporre un accertamento presso una struttura di neuropsichiatria dell infanzia e dell adolescenza, competente per la determinazione diagnostica dei DSA. DIAGNOSI La diagnosi può essere determinata non prima della fine della seconda classe della scuola primaria per la dislessia, la disortografia e la disgrafia, e non prima dell inizio della terza classe della scuola primaria per la discalculia. PREVENZIONE La dislessia e la disortografia (che si accompagnano nella quasi totalità dei casi) e in parte la disgrafia sono i DSA più diffusi, mentre la discalculia, come evento a sé stante e non accompagnato dalle altre forme di DSA, è un evento molto raro. Le forme più superficiali di dislessia (e molte delle difficoltà di apprendimento) possono essere prevenute se nella scuola dell infanzia e nella scuola primaria (specie nei primi due anni) vengono proposti quotidiane esercitazioni linguistiche e fonologiche (vedi tabella esercitazioni). RIABILITAZIONE I DSA possono essere trattati, anche se non sempre il trattamento risolve il deficit funzionale. Tuttavia, la precocità e la specificità dell intervento neuropsicologico, che deve essere proposto da specialisti (psicologi, logopedisti, psicopedagogisti con specifiche competenze), consente sempre miglioramenti nelle prestazioni. I soggetti con DSA necessitano di interventi di sostegno dell autostima, dell autoefficacia, per prevenire lo sviluppo di disturbi psicopatologici ben più gravi degli stessi DSA. Se la scuola e la famiglia sono capaci di comprendere le difficoltà oggettive del soggetto con DSA, la prognosi è più favorevole. COMPENSAZIONE Nei DSA severi è opportuno aggirare ciò che ostacola l apprendimento. L uso degli strumenti compensativi, a bassa o ad alta tecnologia, è un diritto inalienabile del soggetto con DSA (vedi sotto cosa va fatto con un bambino con DSA ). Oltre all uso di strumenti compensativi è necessario dispensare l alunno da alcune performance tipicamente scolastiche, che creano esclusivamente frustrazione e senso di impotenza (vedi sotto cosa va fatto con un bambino con DSA ). METODOLOGIE DIDATTICHE E DSA Anche se le metodologie didattiche non possono essere accusate di causare i DSA, occorre ribadire che alcune metodologie favoriscono l apprendimento dei requisiti della letto-scrittura e del calcolo in bambini che presentano difficoltà di apprendimento. Si consiglia, ad esempio, la presentazione delle lettere dell alfabeto, nella prima classe della primaria in stampato maiuscolo, evitando la presentazione contemporanea dei diversi caratteri. I metodi fonologici sono da privilegiare per l insegnamento della lettura e della scrittura. Così pure il metodo analogico per l insegnamento dell aritmetica e del calcolo. La didattica metacognitiva consente all alunno con DSA di tenere sotto controllo consapevole gli errori, l uso di mappe concettuali di apprendere le lezioni, l apprendimento cooperativo (cooperative learning) l acquisizione di un ruolo attivo e positivo nelle attività scolastiche

4 COSA VA FATTO CON UN BAMBINO CON DSA: E opportuno spiegare all intera classe cosa sia un DSA. Va sempre consentito l uso di strumenti di alta o bassa tecnologia (tavola pitagorica, tabelle dei mesi, dell alfabeto, delle misure, delle formule, registratore, calcolatrice, Personal Computer con programmi di video-scrittura e\o di sintesi vocale, palmari, dizionari multimediali, fonolibri, ecc.) che possono compensare e aggirare il deficit funzionale. L alunno va dispensato dalla lettura ad alta voce, dalla correzione mentre legge o scrive, dalla esercitazione ripetuta di lettura e scrittura, da valutazioni non programmate, dallo studio mnemonico delle tabelline, dallo studio delle lingue straniere in forma scritta. Piuttosto che il rimprovero per gli errori commessi è fondamentale lavorare sui rinforzi e le gratificazioni dei comportamenti e delle prestazioni adeguate, anche se parziali. L insegnante dovrà sempre ricordare che un bambino dislessico può raggiungere qualsiasi traguardo intellettuale. Se il dislessico non raggiunge mete alla sua portata la colpa è di chi non ha saputo metterlo nelle condizioni ottimali (Tressoldi, Cornoldi, 2007) ESERCITAZIONI UTILI ALLA PREVENZIONE E AL RECUPERO FUNZIONALE DEI DSA ESERCITAZIONI SULLA CONSAPEVOLEZZA FONOLOGICA Ricerca fonema (iniziale, intermedio, finale) Riconoscimento sillaba e\o fonema iniziale Segmentazione sillabica e fonemica (spelling) Sintesi sillabica e fonemica Filastrocche, scioglilingua Rime USO DEL PERSONAL COMPUTER Word processor con correttore automatico Sintesi vocale (software che consente di risentire un testo scritto) Software di analisi visiva e fonetica delle singole lettere, delle sillabe, delle sillabe complesse ESERCITAZIONI PER L ARITMETICA Calcolo mentale di tipo analogico (non logico, presimbolico) Numerazione e calcolo con materiale concreto Visualizzazione con materiale ordinato ESERCITAZIONI PER LA GRAFIA Consapevolezza e controllo dei movimenti per la composizione dei grafemi: direzione, sequenzialità motoria, intensità del tratto BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE IN LINGUA ITALIANA AID (Associazione Italiana Dislessia) (2009), a cura di, Disturbi Evolutivi Specifici di Apprendimento. Trento. Erickson; Dahaene S. (2009), I neuroni della lettura. Milano. Raffaello Cortina Editore; Messina S. (2005), La dislessia vista attraverso le neuroimmagini funzionali, Dislessia, vol. 2, pp ;

5 Farci G. e Orrù R. (2007). I compiti della scuola nel trattamento della dislessia evolutiva. In Dislessia: giornale italiano di ricerca clinica e applicativa, vol. n 1, Trento: Erickson; Ryan M. (2006), Problemi sociali ed emotivi collegati alla dislessia, Dislessia, vol. 3 pp ; SINPIA (Società Italiana di Neuropsichiatria dell Infanzia e dell Adolescenza) (2007), Linee Guida per il DDAI e i DSA. Trento. Erickson; Stella G. (2204a), La dislessia, Bologna, Il Mulino Stella G. (2004b), La dislessia evolutiva in Italia, Dislessia, vol. 1, pp Trento. Erickson. Tressoldi P. e Cornoldi C. (2007), Neuropsicolgia dei disturbi dell apprendimento, in Difficoltà e disturbi dell apprendimento, Cornoldi C. a cura di. Bologna. Il Mulino.