COSTRUIRE UN MODELLO E PRATICHE D INTERVENTO PER AZIONI DI SUPPORTO ALLE RETI LOCALI DI ORIENTAMENTO
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- Arrigo Fantoni
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1 PROGETTO INTERREGIONALE COSTRUIRE UN MODELLO E PRATICHE D INTERVENTO PER AZIONI DI SUPPORTO ALLE RETI LOCALI DI ORIENTAMENTO DISPOSITIVI E MODELLI PER LA GESTIONE DELLE AZIONI DI SISTEMA: IL PROGETTO ASSIS.T. Il sistema di orientamento permanente necessita di essere supportato da funzioni di sistema, quali assistenza tecnica, formazione operatori, promozione della qualità e ricerca e sviluppo al fine di assicurare l efficacia degli interventi rivolti all utenza e le attività gestionali di analisi, ideazione, pianificazione, coordinamento, monitoraggio, valutazione, in una logica di sviluppo di rete sia intra-sistema sia inter-sistema. (DEFINIZIONE DELLE LINEE GUIDA SUL SISTEMA NAZIONALE DELL ORIENTAMENTO PERMANENTE ACCORDO APPROVATO IN CONFERENZA UNIFICATA STATO REGIONI ENTI LOCALI 5 DICEMBRE 2013)
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3 Progetto Interregionale COSTRUIRE UN MODELLO E PRATICHE D INTERVENTO PER AZIONI DI SUPPORTO ALLE RETI LOCALI DI ORIENTAMENTO DISPOSITIVI E MODELLI PER LA GESTIONE DELLE AZIONI DI SISTEMA: IL PROGETTO ASSIS.T. Le Linee Guida Nazionali sull Orientamento, emanate dalla Conferenza Unificata nel dicembre 2013, includono tra le funzioni principali dei sistemi di orientamento le funzioni di sistema per garantire l efficacia degli interventi rivolti all utenza e le attività gestionali di analisi, ideazione, pianificazione, coordinamento, monitoraggio, valutazione, in una logica di sviluppo di rete sia intra-sistema sia inter-sistema. Nel documento sono indicate le seguenti: assistenza tecnica; formazione operatori; promozione della qualità; ricerca e sviluppo. Nel mese di novembre 2014, l argomento è stato ulteriormente ampliato e declinato dalla Conferenza Unificata all interno del documento sugli Standard minimi dei servizi e delle competenze professionali degli operatori. Su questo tema strategico si basa il progetto Interregionale Costruire un modello e pratiche d intervento per azioni di supporto alle reti locali di orientamento (ASSIS.T.), realizzato attraverso la stipula di un Protocollo d intesa tra le Regioni Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Piemonte, Umbria e la Provincia Autonoma di Trento, e il supporto tecnico dell ATI formata da IAL FVG e Centro Studi Pluriversum di Siena. Il progetto ASSIS.T. ha sviluppato un percorso di ricerca-azione per l analisi, la sperimentazione e lo sviluppo di modelli e dispositivi utili agli enti territoriali per gestire ed implementare le diverse funzioni di sistema, così come previsto dalle Linee Guida Nazionali. Attraverso una rilevazione delle priorità e delle esigenze dei sistemi territoriali degli enti promotori del progetto sono state identificate tre linee di sperimentazione prioritarie: 1. Standard di professionalità; 2. Promozione dei servizi; 3. Monitoraggio dei servizi. Per ciascuna sono stati creati, prodotti e condivisi dispositivi e strumenti (anche basati sulle tecnologie più innovative) che potranno essere utilizzati dai coordinatori regionali per promuovere, gestire e monitorare i propri sistemi di orientamento, all interno di un quadro metodologico di riferimento nazionale. L articolo descrive i passi principali ed i risultati di questa esperienza interregionale, che ha promosso anche una metodologia di lavoro bottom up, partendo dalle esigenze degli utenti, degli orientatori, dei servizi territoriali, per elaborare modelli e strumenti utili per migliorare la qualità del sistema. 3 PAROLE CHIAVE: ORIENTAMENTO, AZIONI DI SISTEMA, MONITORAGGIO, QUALITÀ, PROMOZIONE, PROFESSIONALITÀ, ORIENTATORI, ICT, TECNOLOGIE.
4 SE VUOI ANDARE VELOCE VAI DA SOLO, SE VUOI ANDARE LONTANO, VAI CON GLI ALTRI. [PROVERBIO CINESE] PREMESSA 4 I moderni sistemi di orientamento devono garantire l accesso a servizi di qualità a tutti i cittadini per tutto l arco della vita 1 : in questa prospettiva, diventa fondamentale il ruolo di una regia tecnica territoriale in grado di fornire azioni di assistenza tecnica al sistema per promuovere, monitorare, programmare ed innovare i servizi in base all emergente domanda di orientamento ed in base alle risorse tecniche ed economiche disponibili. Questa priorità di sistema è stata oggetto di riflessioni metodologiche e di sperimentazioni che, in anni recenti, hanno posto l accento sull esigenza di definire modelli e strumenti di supporto a tutte le istituzioni territoriali che sono chiamate a garantire funzioni di secondo livello ai servizi di orientamento che operano a diretto contatto con gli utenti. Alla fine del 2013, le funzioni di sistema sono state inserite dalla Conferenza Unificata nelle Linee Guida Nazionali sull Orientamento2 quale funzione strategica per garantire l efficacia degli interventi rivolti all utenza e le attività gestionali di analisi, ideazione, pianificazione, coordinamento, monitoraggio, valutazione, in una logica di sviluppo di rete sia intra-sistema sia inter-sistema. Al punto 2.5) le Funzioni di Sistema vengono declinate all interno di queste aree: Assistenza tec0nica Formazione operatori Promozione della qualità Ricerca e sviluppo 1 Resolution of the Council and of the Representatives of the Governments of the Member States, meeting within the Council of 21 November 2008 on better integrating lifelong guidance into lifelong learning strategies (2008/C 319/02). 2 Accordo tra Governo, Regioni ed Enti Locali sul documento recante: Definizione delle linee guida del sistema nazionale sull orientamento permanente. Repertorio atti n. 136/CU del 5 dicembre 2013.
5 Nel mese di novembre 2014, il tema delle funzioni di sistema è stato ulteriormente ampliato e declinato dalla Conferenza Unificata all interno del documento sugli Standard minimi dei servizi e delle competenze professionali degli operatori di orientamento 3. Il focus istituzionale sulle funzioni di sistema ha la finalità di rendere possibile ed effettiva una governance multilivello 4 necessaria per coordinare e condividere i processi decisionali delle politiche di orientamento, in cui ciascun soggetto si riconosce partner corresponsabile di una strategia che, coinvolgendo sia il livello politico-istituzionale sia quello tecnico-operativo, valorizzi la programmazione e la realizzazione di interventi di orientamento integrati, continui e rispondenti ai bisogni della persona. In dettaglio, l operatività delle funzioni di sistema è necessaria per sostenere: la programmazione di piani d intervento rispondenti alle esigenze dei diversi territori e sistemi; il coordinamento al fine di produrre integrazione e messa in rete dei servizi e nel contempo migliorare la qualità delle prestazioni offerte al cittadino; la valutazione, per promuovere la cultura del monitoraggio e della valutazione degli interventi di orientamento. Si tratta evidentemente di azioni destinate non direttamente ai cittadini, ma ai sistemi territoriali dell istruzione, formazione, lavoro, università, con strumenti ed iniziative a supporto dei decisori pubblici, dei coordinatori, degli orientatori, degli insegnanti e degli altri attori del sistema dell orientamento. L operatività di tali funzioni è determinata anche dalla disponibilità di modelli teorici di riferimento, metodologie e strumenti che possano permettere agli enti territoriali competenti di intervenire concretamente in modo rapido, informato ed efficiente. Già nel 2007, attraverso un percorso di confronto a livello internazionale denominato Guidance Innovation Relays Centers (GIRC) 5 era stato proposto il modello teorico di riferimento (adottato poi anche dalla Conferenza Unificata), che articolava le funzioni di sistema in quattro aree di natura diversa, ma strettamente interconnesse: 5 1. assistenza tecnica alla governance del sistema di orientamento, da intendersi come attività di assistenza tecnica nella fase di programmazione delle linee di indirizzo; 2. formazione permanente degli operatori del settore, anche con il riconoscimento di figure professionali, analisi dei fabbisogni formativi, promozione di interventi di formazione iniziale e continua; 3. promozione della qualità dei servizi in termini di condivisione di standard di erogazione, produzione di materiali, monitoraggio degli interventi e azioni di valutazione di efficacia ed efficienza; 3 Accordo tra Governo, Regioni ed Enti locali sul documento recante: Definizione di standard minimi dei servizi e delle competenze professionali degli operatori con riferimento alle funzioni ed ai servizi di orientamento attualmente in essere nei diversi contesti territoriali e nei sistemi dell Istruzione, della Formazione e del Lavoro. Repertorio atti n. 136/CU del 13 novembre Linee Guida Nazionali sull Orientamento del 5 dicembre Il progetto Pilota GIRC è stato finanziato dalla Commissione Europea nell ambito del programma Leonardo Da Vinci. Il modello delle funzioni di sistema è contenuto nella pubblicazione finale Processi e percorsi per un orientamento di qualità Manuale GIRC, 2007, alla cui stesura hanno contribuito, tra gli altri autori: Maria Grazia D Angelo, Maria Luisa Pombeni, Annamaria Bonardi, Luca Carugati, Gaetano Martorano, Luis Sobrado Fernández e Elena Fernandez Rey.
6 4. ricerca e sviluppo, in termini di analisi dei processi, innovazione dei metodi e degli strumenti, sperimentazione di nuove linee di intervento, valutazione di impatto. 6 Questo modello è stato sviluppato in anni più recenti, sia nell ambito del progetto Europeo GIANT 6, sia, a partire dal 2012, attraverso un percorso di confronto e collaborazione interregionale, all interno del protocollo d intesa tra le Regioni Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Piemonte, Umbria e la Provincia Autonoma di Trento. Questo progetto interregionale denominato Costruire un modello e pratiche d intervento per azioni di supporto alle reti locali di orientamento aveva la finalità di confrontare, condividere e sperimentare strategie di coordinamento delle reti territoriali dei servizi di orientamento. Per attuare questa sperimentazione e per rispondere all esigenza di strumenti operativi, gli enti promotori hanno previsto il coinvolgimento di un soggetto tecnico, formato da IAL FVG e Centro Studi Pluriversum, con l incarico di fornire un supporto metodologico ed operativo per la realizzazione di azioni innovative a livello territoriale nell ambito delle funzioni di sistema. Questo percorso, denominato Assistenza Tecnica alle reti locali di orientamento (ASSIS.T.), si proponeva di sviluppare, sperimentare e mettere a disposizione dispositivi e strumenti per rendere operative le diverse funzioni di sistema, anche esplorando le potenzialità dell uso di nuove tecnologie in questo specifico ambito. In particolare, quale punto di partenza per il confronto sono state individuate le azioni di orientamento alle professioni, anche con la possibilità di utilizzare il software S.Or. Prendo 7, già adottato con esiti positivi in Friuli Venezia Giulia, nelle Marche, in Umbria e presso i servizi per l impiego della Provincia di Trento. Il percorso ASSIS.T., che sarà presentato nelle pagine seguenti, si caratterizza per la scelta metodologica oltre che per l innovatività dei dispositivi elaborati e sperimentati: la metodologia sperimentata rappresenta infatti una risposta all esigenza di individuare priorità condivise rispetto alle funzioni di sistema e di attivare azioni sperimentali a livello interregionale in grado di coinvolgere i diversi livelli istituzionali interessati, attraverso processi partecipativi bottom up. I riferimenti teorici si richiamano in particolare alla metodologia della ricerca azione partecipativa (RAP) 8 come strumento per la conduzione di interventi di indagine e cambiamento organizzativo, con la finalità di promuovere al tempo stesso l apprendimento, attraverso processi partecipativi di costruzione di saperi condivisi tra i sistemi. Durante la fase di indagine partecipativa al fine di raccogliere elementi conoscitivi e criticità legate al territorio è stato utilizzato lo strumento del focus group. Il focus group si inserisce tra le tecniche di ricerca qualitativa ed ha come obiettivo la raccolta di informazioni, punti di vista e opinioni su un determinato oggetto di interesse, studio o approfondimento. Nel progetto ASSIS.T. questa tecnica è stata utilizzata sia nella fase inziale di analisi del problema e dei bisogni emergenti, sia nelle fasi di sperimentazione e, con modalità diverse, di costruzione e adattamento dei dispositivi. La gestione dei gruppi di lavoro con tecniche di progettazione partecipata e focus groups ha permesso di promuovere la valorizzazione delle esperienze locali ed il coinvolgimento attivo di tutti gli attori del sistema, con particolare riferimento alle professionalità che quotidianamente 6 Vedi 7 Vedi 8 Orefice P. La ricerca azione partecipativa. Teoria e metodo di relazione, Napoli, Liguori, 2006.
7 realizzano i servizi di orientamento con le persone 9. Nella prima fase del percorso è stato molto importante definire e condividere le priorità emergenti rispetto alle diverse azioni di sistema, al fine di concentrare la ricerca-intervento su quelle funzioni che, in quel momento, rappresentavano per le amministrazioni committenti dei focus di particolare interesse ed urgenza. L analisi delle priorità è stata condotta con un questionario e con una successiva analisi, restituzione e valutazione in gruppo. Con questo metodo sono stati quindi creati tre gruppi di lavoro per realizzare le Sperimentazioni a livello interregionale: 5. Standard di professionalità. Supporto alla formazione degli operatori, con la finalità di definire dispositivi per qualificare le professionalità del settore. Regione Marche e Regione Umbria. 6. Promozione dei servizi. Assistenza tecnica per sostenere la visibilità dei servizi e per promuovere l utilizzo presso i cittadini. Regione Friuli Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Trento. 7. Monitoraggio. Promozione degli strumenti di monitoraggio e degli standard di qualità, per incrementare i livelli di efficacia ed efficienza dei diversi servizi erogati a tutela dei destinatari finali. Regione Friuli Venezia Giulia, Regione Piemonte e Regione Lazio. 7 Sono state quindi definite, per ogni gruppo di lavoro, le modalità di sperimentazione ed i risultati attesi. Il modello in termini sintetici prevedeva: una prima analisi dei bisogni e delle risorse del contesto rispetto alla funzione di sistema da sperimentare; una definizione dei possibili risultati attesi dalla sperimentazione; la progettazione di dispositivi utili a rendere operativa la funzione di sistema; il piano di lavoro, con la descrizione delle attività da realizzare; i punti di forza; i possibili sviluppi. Di seguito sono riportate in sintesi le tre Sperimentazioni. 9 Iannis G. (a cura di), Lifelong Guidance. Accompagnare le scelte per tutto l arco della vita. Editore I Mori, Siena, 2009.
8 1. STANDARD DI PROFESSIONALITÀ. LE COMPETENZE PER L ORIENTAMENTO ANALISI DEI BISOGNI Nell ambito del progetto ASSIS.T. il gruppo di lavoro promosso dalla Regione Marche e dalla Regione Umbria ha sperimentato azioni finalizzate a qualificare e a promuovere il riconoscimento normativo e sociale delle professionalità coinvolte nei sistemi per l orientamento. La questione delle professionalità disponibili su ogni territorio è un nodo centrale per garantire la qualità e l accessibilità dei servizi a tutti i cittadini. Considerando la molteplicità dei contesti, diventa strategica una rilevazione puntuale delle competenze utili all orientamento, nei diversi sistemi e scenari geografici, al fine di promuovere azioni di riconoscimento e di formazione, là dove utili e necessarie. Uno dei punti di partenza di questo percorso è stato ovviamente la definizione di un linguaggio condiviso e di un framework capace di descrivere e di rilevare competenze apprese e agite in situazioni molto diverse. 8 RISULTATI ATTESI Analisi comparata dei principali framework sulle competenze delle professionalità dell orientamento sia a livello nazionale che internazionale. Definizione di uno strumento di rilevazione delle competenze delle professionalità dell orientamento e relativi fabbisogni formativi. Elaborazione di una proposta di articolazione di una costellazione di elementi di competenza utile per la definizione di standard professionali nell ambito dell orientamento. I risultati sono il prodotto di un piano di lavoro che ha visto il diretto coinvolgimento dei professionisti dell orientamento, tenendo sempre in considerazione quanto emerso via via dal confronto, ma anche in coerenza con quanto definito dalle norme a livello nazionale e dai riferimenti a livello europeo. Il processo di sperimentazione territoriale ha permesso in particolare di adattare il linguaggio e di validare i dispositivi ed i documenti elaborati dal gruppo di lavoro. In particolare, i principali riferimenti presi a modello a livello internazionale e nazionale sono stati: a) il modello di competenze proposto nel documento Professionalising career guidance, Practitioner competences and qualification routes in Europe pubblicato nel 2009 dal Cedefop 10 che individua attraverso un confronto a livello Europeo un set di competenze che caratterizzano il lavoro delle professionalità dell orientamento; 10 Professionalising career guidance. Practitioner competences and qualification routes in Europe, Cedefop, Panorama series n. 164, Luxembourg: Office for Official Publications of the European Communities, 2009
9 b) le Linee guida nazionali sull orientamento permanente, approvate con l Accordo Stato Regioni del 5 dicembre 2013, che individuano le funzioni dell orientamento; c) il modello descrittivo per la correlabilità tra i repertori regionali delle figure professionali e le competenze sulla base del concetto di Area di Attività (AdA), proposto dal Gruppo Tecnico Ministero del Lavoro/Regioni che opera per il Piano di lavoro per l implementazione del Repertorio Nazionale dei titoli di istruzione e formazione e delle qualificazioni professionali - art. 8 del dlgs 13/ verso l attuazione del sistema nazionale di certificazione delle competenze. La costruzione di una matrice in grado di collegare questi diversi documenti è sicuramente un risultato rilevante e utile alle Regioni proprio come riferimento per azioni di sistema, in grado di garantire coerenza ed efficacia ad iniziative di valorizzazione e potenziamento delle competenze delle professionalità dei sistemi territoriali di orientamento. La complessità di questo lavoro è legata all esigenza di definire un articolazione su diversi livelli, in grado di collegare le cinque funzioni di orientamento identificate nelle Linee Guida Nazionali sull Orientamento, con una descrizione puntuale delle Aree di Attività, coerenti e integrabili con il futuro sistema nazionale delle competenze, e con gli elementi di competenza, nella versione elaborata dal Cedefop e contestualizzata attraverso il percorso di confronto con gli attori a livello locale (in Umbria e nelle Marche). La possibilità di collegare il framework normativo con questo livello molto semplice di descrizione degli elementi di competenza declinati dal Cedefop permette infatti di avviare in modo rapido e diffuso delle rilevazioni territoriali molto puntuali e monitorare quindi l evoluzione dei bisogni di professionalità e di formazione del sistema. La scelta di connettere le funzioni con le Aree di Attività e con una insieme di competenze che descrivono in termini molto operativi il processo logico di lavoro permette pertanto di analizzare quanto i contesti territoriali sono in grado di garantire la performance attesa di ognuna delle funzioni centrali dell orientamento. Inoltre, come proposto dai gruppi di lavoro regionali, per ogni Area di Attività sono stati anche declinati gli elementi fondativi e le competenze previste dal modello Europeo elaborato da Cedefop, così da avere un quadro utile per la programmazione di interventi di formazione iniziale e continua. 9 I DISPOSITIVI REALIZZATI Tavola sinottica di comparazione dei modelli di competenze internazionali e nazionali. Strumento on line di rilevazione delle competenze professionali e dei fabbisogni formativi nell ambito dell orientamento. Proposta di articolazione di una costellazioni di elementi di competenza, utile per la definizione di standard professionali nell ambito dell orientamento. IL PERCORSO E LE ATTIVITÀ REALIZZATE La sperimentazione ha coinvolto nella prima fase i contesti territoriali dell Umbria e delle Marche, mentre nella seconda fase, attraverso il questionario on line, è stato raggiunto un ambito più ampio a livello nazionale. La prima parte è stata dedicata all analisi dei framework e delle principali proposte di standard di
10 competenze per l orientamento a livello nazionale ed internazionale con l elaborazione di una tavola sinottica che è stata utilizzata nel corso degli incontri come base di conoscenza e di confronto con orientatori ed insegnanti. La tavola sinottica comprende oltre al modello Europeo del Cedefop, già citato, la proposta dell AIOSP/IAEVG 11, la proposta del Network for Innovation in Career guidance e counselling in Europe (NICE), il modello elaborato dal progetto Mevoc e il modello proposto a livello nazionale dalla Società Italiana dell Orientamento (SIO). Gli incontri di lavoro con gli insegnanti e gli orientatori dei servizi per l impiego hanno consentito di arrivare ad una definizione bottom-up dello strumento di rilevazione delle competenze delle professionalità dedicate all orientamento, sulla base del modello elaborato a livello internazionale dal Cedefop. PRIMA FASE 10 Sulla base dell analisi della letteratura esistente e in particolare delle competenze descritte nell ambito del Quadro Europeo delle competenze delle professionalità dedicate all orientamento, messo a punto dal CEDEFOP nel (2009), con il coinvolgimento di tutti i Paesi dell Unione Europea, è stata strutturata una prima ipotesi dello strumento ritenuta maggiormente coerente con le esigenze e gli obiettivi di rilevazione degli attori istituzionali coinvolti. SECONDA FASE Lo strumento così rimoduluato è stato sottoposto ad una prima valutazione da parte di un gruppo di esperti che rappresentano le professionalità dedicate all orientamento. In esito a tale analisi, lo strumento è stato confermato, semplificato e arricchito con termini utili a chiarire i singoli elementi di competenza del modello Cedefop. Sono stati definiti gli ambiti di valutazione in riferimento alla rilevanza (quanto la competenza è essenziale e centrale per svolgere le attività di orientamento) e la riconoscibilità (quanto la competenza viene riconosciuta come specifica all interno delle proprie attività di orientamento) di tutti gli item presentati nello strumento. TERZA FASE Lo strumento è stato quindi sottoposto ad un ulteriore valutazione da parte dei gruppi regionali per verificare la tenuta dello strumento ed integrare proposte e ipotesi di miglioramento del modello descrittivo utilizzato. La scelta del modello Cedefop, utilizzato per la descrizione delle aree di competenza delle professionalità dedicate all orientamento, è stata valutata positivamente ed è stata confermata al termine degli incontri di valutazione e della prima fase di pre-test. 11 L AIOSP/IAEVG è l associazione internazionale per l orientamento scolastico e professionale:
11 Una nuova versione dello strumento è stata quindi elaborata, valorizzando i contributi dei gruppi di lavoro regionali e realizzando una scheda in forma di questionario da compilare on line. 11 La rilevazione attraverso questa versione on-line è stata aperta inizialmente solo agli insegnanti e agli orientatori di Umbria e Marche; in un secondo momento, la rilevazione è stata allargata ad altri contesti territoriali coinvolti nel progetto, con particolare riferimento al Friuli Venezia Giulia. Lo strumento ha permesso di raccogliere dati puntuali e significativi per individuare le competenze ritenute più rilevanti nei diversi sistemi e nei diversi contesti regionali, evidenziando al tempo stesso anche i gruppi di competenze da potenziare, da formare e da aggiornare. I risultati di questa prima rilevazione sono stati condivisi con tutte le Regioni coinvolte nel progetto ASSIS.T. ed è stato quindi elaborato anche un format utile per la gestione dello strumento e per la restituzione sintetica dei dati aggregati e degli esiti di future rilevazioni.
12 12 QUARTA FASE In considerazione dei bisogni emersi e con il supporto di esperti e ricercatori, è stata elaborata la Proposta di articolazione di una costellazione di elementi di competenza utile per la definizione di standard professionali nell ambito dell orientamento integrando le funzioni dell orientamento indicate nelle Linee guida nazionali sull orientamento (dicembre 2013) con la declinazione in Aree di Attività, in coerenza con il sistema del Repertorio Nazionale dei titoli e delle qualificazioni professionali che tende a individuare in modo logico i diversi livelli di analisi e di descrizione delle competenze a partire dall analisi di processo. Il percorso di ricerca ha coinvolto ancora una volta i gruppi di lavoro regionali per verificare la coerenza del modello di competenze identificato con i contenuti delle linee guida nazionali. Sulla base di questa analisi è stata identificata la costellazione di elementi di competenza, utile quale base di riferimento per sostenere a livello regionale e nazionale azioni di promozione della professionalità dell orientamento nelle filiere istruzione, formazione e servizi per il lavoro.
13 I PUNTI DI FORZA Sicuramente il processo di lavoro bottom up ha garantito un grande valore agli strumenti prodotti proprio perché essi hanno la finalità di rappresentare la realtà e quindi devono essere leggibili dagli attori territoriali dell orientamento. Inoltre, l integrazione e la coerenza con i processi istituzionali di definizione del sistema nazionale per l orientamento e la formazione permanente rendono tali strumenti particolarmente idonei a sostenere questo processo di cambiamento e di qualificazione delle professionalità che nei diversi sistemi operano nell ambito dell orientamento. In particolare, la definizione di un sistema di Aree di Attività permette di creare una cornice di riferimento comune all interno della quale è possibile leggere e confrontare i singoli sistemi di competenze regionali. La scelta di avere come base il modello europeo offre la possibilità di un confronto continuo con gli altri Paesi e promuove al tempo stesso processi di mobilità professionale in questo ambito. Il risultato raggiunto è stato quello di fornire un dispositivo on line utile per rilevare, analizzare, monitorare, valorizzare e sviluppare la dotazione di competenze di un sistema territoriale che deve garantire determinati standard di qualità per tutti i servizi di orientamento ai cittadini. 13 I POSSIBILI SVILUPPI La proposta elaborata su questa linea di lavoro all interno del progetto ASSIS.T. apre verso l approfondimento di ulteriori possibili piste di lavoro coerenti con le esigenze di gestione delle professionalità coinvolte nell erogazione dei servizi di orientamento. In particolare: Strutturazione di un processo di governo delle professionalità dell orientamento dalla mappatura delle competenze già presenti all analisi dei fabbisogni formativi e allo sviluppo delle competenze ritenute strategiche. Costruzione di un processo condiviso e di strumenti utili per il riconoscimento delle competenze acquisite attraverso percorsi di apprendimento non formali e informali. Definizione di un sistema di selezione/reclutamento delle professionalità dell orientamento in grado di valutare le competenze in base al framework adottato. Collegamento dei dispositivi di rilevazione delle competenze ai dispositivi di monitoraggio e visibilità (Prodotti finali dei gruppi 2 e 3), per migliorare la programmazione delle azioni di formazione e aggiornamento, i processi di accreditamento e l accessibilità ai servizi.
14 2. LA PROMOZIONE DEI SERVIZI ANALISI DEI BISOGNI L Azione 2 si proponeva di approfondire la necessità, emersa in sede di progettazione, di dare sostegno alla visibilità dei servizi e alla promozione del loro utilizzo presso i cittadini, data la difficoltà di identificare nel territorio (da parte dei destinatari) i vari attori che realizzano azioni e servizi di orientamento. La sperimentazione è stata promossa dalla Regione Friuli Venezia Giulia e dalla Provincia Autonoma di Trento, permettendo di realizzare un analisi comparata in due sistemi di orientamento non assimilabili, caratterizzati organizzativamente e funzionalmente in modo specifico, nel primo caso con un attenzione precipua al sistema di istruzione e formazione professionale, attraverso i Centri di Orientamento Regionali, nel secondo con una centratura sulle politiche attive del lavoro attraverso l Agenzia del Lavoro e i Centri per l Impiego territoriali. 14 Attraverso incontri con gli operatori, integrati da verifiche periodiche realizzate con i referenti del progetto, è stata approfondita sia una lettura aggiornata della domanda (bisogni) degli utenti, sia l organizzazione concettuale dell offerta dei servizi e delle modalità con cui viene comunicata, con attenzione ai vari target che segmentano la domanda e permettono di strutturare la promozione dei servizi. RISULTATI ATTESI In esito alla sperimentazione è stata realizzata una prima mappatura dei servizi territoriali di orientamento, attraverso il ricorso alla georeferenziazione, che ha permesso di ampliare (in orizzontale) e approfondire (in verticale) la rappresentazione degli attori e dei servizi erogati, nel proprio e in territori limitrofi, o in ambiti operativi non di stretta competenza degli operatori che hanno partecipato all azione, attraverso processi di condivisione delle informazioni territoriali. Il processo di realizzazione dello strumento per la mappatura dei servizi ha stimolato una rilettura aggiornata della rappresentazione, percezione e conoscenza dei servizi nel territorio. E stato adottato, senza un proposito iniziale, lo stesso framework concettuale dell accordo Stato Regioni sull orientamento permanente, ed è stata realizzata un azione di aggiornamento professionale significativa per gli operatori, veicolata dai processi di condivisione di linguaggio e di informazioni. In esito al progetto le amministrazioni coinvolte dispongono materialmente di mappe e schede riassuntive dei servizi immediatamente utilizzabili dagli operatori, in particolare nei processi di invio degli utenti a servizi territoriali.
15 I DISPOSITIVI REALIZZATI Dizionari relativi a tipologie di attori, funzione orientativa e tipologia di servizio, target. Scheda di rilevazione della sede orientativa (organizzazione). Scheda di rilevazione dell azione/servizio orientativo. Il sistema informativo georeferenziale ( applicazione web basata sulla georeferenziazione (Google maps), con aggiornamento continuo e mappatura in tempo reale delle sedi orientative. IL PERCORSO E LE ATTIVITÀ REALIZZATE 15 PRIMA FASE È stata svolta preliminarmente un attività di verifica delle modalità di comunicazione dei soggetti e dei territori coinvolti nella sperimentazione (Regione Friuli Venezia Giulia, con centratura sul sistema istruzione e formazione, e Provincia Autonoma di Trento con centratura sul sistema lavoro), a partire dall analisi di canali e strumenti in uso.
16 Nel caso della Regione Friuli Venezia Giulia in particolare, si è proceduto alla verifica degli esiti di precedenti azioni/progetti finalizzati a migliorare la visibilità dei servizi presso gli utenti e, nel caso della Provincia Autonoma di Trento, all analisi del prototipo di un piano integrato di comunicazione dei servizi. Si è inoltre provveduto all analisi, attraverso le fonti normative, della configurazione dei servizi di orientamento nei territori di riferimento, sottoponendole a verifica con rilevazioni e rapporti nazionali (in particolare il Rapporto orientamento dell ISFOL). SECONDA FASE Gli incontri territoriali con gli operatori dei servizi (6, nella forma di focus group o di laboratori) hanno permesso di approfondire l analisi dei bisogni degli utenti (domanda), in ragione dei cambiamenti intervenuti negli ultimi anni per effetto di dinamiche economiche e socioculturali, e a verificare le rappresentazioni dei sistemi territoriali dei servizi (offerta) e la possibilità di promuoverne un adeguamento in ragione dei cambiamenti intervenuti. 16 TERZA FASE Attraverso la individuazione di griglie, glossari, schede e dizionari si è provveduto a identificare e a condividere denominazioni di tipologie di attori, funzioni e tipologie di servizi di orientamento, target, e a individuare schede di sintesi per la rilevazione sia delle sedi orientative (organizzazione) che delle azioni/servizi di orientamento. Si è successivamente provveduto a una verifica tecnica sulla possibilità di procedere alla rilevazione dei servizi e alla condivisione fra operatori, tramite un sistema di georeferenziazione web, organizzato secondo le categorie logiche individuate in esito ai focus group con gli operatori (attori, azioni/servizi e target). QUARTA FASE Sono state progettate e realizzate le modifiche da apportare ad uno strumento, individuato in un diverso campo di applicazione e messo a disposizione da un partner tecnico di Centro Studi Pluriversum, che poteva essere adottato, limitando i costi di analisi e sviluppo, per la rilevazione e la mappatura dei servizi territoriali di orientamento.
17 17 Presentato agli operatori, è stato oggetto di formazione specifica nei due territori e successivamente oggetto di sperimentazione secondo diverse modalità operative: con somministrazione della scheda di documentazione/raccolta dati direttamente alle organizzazioni/sedi di servizi di orientamento; attraverso intervista a responsabile della sede/servizio; in modalità diretta, attraverso le funzionalità del sistema informativo georeferenziale ( prassi operativa ), destinate a codificare informazioni già nella disponibilità delle strutture.
18 18 QUINTA FASE Il risultato della rilevazione/mappatura è stato oggetto di valutazione da parte degli operatori, che ne hanno apprezzato caratteristiche e potenzialità, traendone giovamento immediato dall utilizzo. Si è provveduto a realizzare, sulla scorta del consenso acquisito, una prima analisi, con il contributo di alcuni operatori, di un modello dati che ha permesso di organizzare un interfaccia utente in grado di consentire di raggiungere i servizi a partire da un nucleo di bisogni espliciti. È stato infine realizzato un primo prototipo a interfaccia, in grado di offrire spunti che hanno permesso di completare la matrice logica di corrispondenza fra bisogni e azioni/servizi di orientamento territoriali.
19 I PUNTI DI FORZA L esito di questa linea di intervento di ASSIS.T. è centrale rispetto al processo di costruzione del sistema dell orientamento permanente, inaugurato con l Accordo del 13 dicembre 2012 e proseguito con le Linee guida e con i recentissimi standard. Adotta infatti lo stesso framework concettuale, lo stesso impianto definitorio ed è coerente con la previsione dell esercizio di una funzione di coordinamento (territoriale), mantenendo un elevato livello di coerenza con i modelli concettuali di precedenti rilevazioni/mappature. Risponde in modo specifico e sistemico al bisogno di leggibilità e raggiungibilità dei servizi nei territori da parte degli utenti, enfatizzato dalla recente eliminazione del domicilio dallo stato di disoccupazione e delle modalità di adesione al programma Garanzia Giovani, che incentivano i processi di mobilità geografica dei fruitori dei servizi di orientamento nel territorio nazionale. La struttura del sistema informativo permette modalità di auto dichiarazione degli attori e di validazione multilivello (territoriale e/o istituzionale) delle informazioni. Non ultimo esso è fruibile già da ora dagli operatori dei servizi, quale strumento di supporto alla loro operatività quotidiana. 19 I POSSIBILI SVILUPPI Da segnalare sviluppi potenziali di interesse per le amministrazioni coinvolte, ma più in generale per le politiche di integrazione inter istituzionale e la costruzione di un sistema nazionale dell orientamento permanente. Nello specifico: La possibilità di sviluppare azioni e strumenti di supporto, nell ambito della funzione coordinamento, al processo di ricognizione e di verifica delle rappresentazioni territoriali del sistema dell orientamento e ai processi di rilevazione partecipata, in funzione della presenza o meno di strutture di assistenza tecnica territoriale (Centri Risorse o altro). L opportunità, convergente con gli esiti dell Azione 3, di approfondire il primo e parziale set di indicatori e descrittori individuati per la mappatura delle sedi orientative, in grado di organizzare viste del sistema territoriale sulla base di criteri (anche premiali) di consistenza delle sedi orientative. La possibilità di realizzare interfacce utente, di tipo Web (di cui in esito al progetto viene fornito un prototipo) o in forma di App per smarthphone, in grado di mettere a disposizione l applicazione direttamente per l utilizzo da parte degli utenti dei servizi, estendendolo anche alla rilevazione e promozione degli eventi (iniziative, interventi, attività) nel territorio. La immediata fattibilità dello sviluppo di un sistema per rilevare il gradimento a caldo del servizio da parte degli utenti.
20 3. IL MONITORAGGIO DEI SERVIZI DI ORIENTAMENTO ANALISI DEI BISOGNI All interno del progetto ASSIS.T., il terzo gruppo di lavoro, promosso dalla Regione Friuli Venezia Giulia, dalla Regione Piemonte e dalla Regione Lazio, si è dedicato all analisi e all implementazione dei dispositivi di monitoraggio e valutazione dei sistemi regionali di orientamento. Gli enti promotori hanno infatti condiviso l opportunità di sperimentare dispositivi su uno degli aspetti fondamentali della governance dei sistemi regionali di orientamento. In particolare, la sperimentazione rispondeva all esigenza di un confronto su strumenti e metodi per il monitoraggio e la valutazione dei servizi orientativi, in grado di alimentare, con dati condivisi su scala inter-regionale, i processi di programmazione. RISULTATI ATTESI 20 L Azione 3 ha preso le mosse da una ricognizione in merito ai dispositivi di monitoraggio e valutazione in uso presso la Regione Piemonte e la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, per sperimentare interventi di orientamento alle professioni in contesti diversi. In particolare, il gruppo di lavoro si proponeva di realizzare: Analisi di due casi regionali (Piemonte e Friuli Venezia Giulia) in materia di monitoraggio e valutazione. Definizione di un format condiviso (set di indicatori per il monitoraggio e individuazione dei diversi tipi di valutazione). Sperimentazione del dispositivo di monitoraggio della Regione Friuli Venezia Giulia su interventi di orientamento alle professioni realizzati in Regione Piemonte. Realizzazione e monitoraggio di azioni di informazione e orientamento alle professioni con il metodo S.Or. Prendo 12 (in Piemonte e Lazio). IL PERCORSO E LE ATTIVITÀ REALIZZATE Il processo di lavoro si è sviluppato attraverso le seguenti fasi: PRIMA FASE E stata avviata un analisi di dettaglio dei sistemi di monitoraggio del Piemonte e del Friuli Venezia Giulia utilizzando una griglia di analisi capace di mettere in rilievo le differenze e gli elementi in comune. L analisi ha evidenziato importanti differenze e specificità nei due sistemi regionali, ma anche importanti punti di convergenza e complementarietà. Mediante l analisi delle normative di riferimento sono stati evidenziati i diversi tratti organizzativi ed istituzionali dei due sistemi regionali di orientamento. Tratti che inevitabilmente influenzano anche i dispositivi di monitoraggio e valutazione. Particolare attenzione è stata dedicata all analisi e alla descrizione dei sistemi informativi in uso presso i due contesti. Tali esiti sono stati esaminati durante il focus group interregionale specificatamente strutturato per permettere il confronto e condividere i dati raccolti sui diversi sistemi di monitoraggio. 12 Vedi:
21 SECONDA FASE Sono state quindi avviate le azioni sperimentali previste in Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Lazio: La Regione Piemonte ha promosso, in collaborazione con le Province piemontesi e l Ufficio scolastic o regionale, la sperimentazione del software S.OR.PRENDO per l orientamento alle professioni con 71 gruppi classe piemontesi, per un totale di 969 studenti. Oltre alla formazione degli operatori, sono state messe a disposizione gratuitamente 70 licenze del software a tutte le strutture che ne hanno fatto richiesta ed è stato garantito per circa sei mesi un servizio di assistenza tecnica on line. Al termine di ciascun intervento è stato somministrato il questionario di valutazione in uso presso i servizi orientativi della Regione Friuli Venezia Giulia (sistema MAO 13 - FVG) che ha permesso di evidenziare una valutazione chiaramente positiva e in linea con gli analoghi interventi già realizzati con gli studenti in Friuli Venezia Giulia sull utilità dello strumento S.OR.PRENDO nell ambito delle azioni di orientamento MAO: Sistema di Monitoraggio delle Azioni di Orientamento
22 La Regione Friuli Venezia Giulia ha realizzato 7 focus groups territoriali che hanno coinvolto 104 operatori e referenti di Province, Scuole e agenzie formative per condividere l analisi sul sistema di monitoraggio FVG e far emergere valutazioni e proposte per il suo potenziamento. Tale analisi ha portato all identificazione di proposte concrete per il miglioramento dei format di restituzione e quindi degli strumenti di monitoraggio previsti. Sperimentazione del software S.Or.Prendo, formazione dei docenti e monitoraggio presso 14 Istituti Scolastici nel Lazio. TERZA FASE 22 Dopo l analisi effettuata sui sistemi di monitoraggio regionali è stata realizzata una ulteriore fase di approfondimento e confronto con esperti nel campo specifico per identificare e declinare un quadro di riferimento sulle tipologie teoriche e metodologiche. Tale processo, che ha integrato contributi bottom up e proposte top down, ha permesso di individuare una griglia contenente il set minimo di indicatori per il monitoraggio ed una griglia contenente i tipi di valutazione possibili per i servizi orientativi. In particolare, il modello proposto si caratterizza per: Partenza da valorizzazione di esperienze esistenti. Distinzione tra monitoraggio e valutazione (non solo a livello teorico, ma di logica : monitoraggio basato su indicatori, valutazione strutturata per tipi). Distinzione tra tipi diversi di valutazione (valore euristico e fattibilità, tipi diversi per finalità diverse con disegni diversi). I tipi proposti sono: Gradimento ( a caldo o a freddo ); Longitudinale delle transizioni individuali; Differenziale di contesto/sistema; Grado di copertura della popolazione-obiettivo; Efficacia interna; Processo di implementazione; Impatto; Efficienza. Quattro blocchi di indicatori (strutturati in ambiti): Contesti; Strutture, servizi, operatori; Avanzamento/attuazione fisica e finanziaria; Risultati (gradimento, sbocchi orientativi, sbocchi lavorativi). I PUNTI DI FORZA La linea di lavoro 3 ha permesso di sviluppare alcuni dispositivi operativi che sono stati valutati idonei a rispondere alle esigenze di monitoraggio delle Amministrazioni Regionali per i servizi di orientamento e trasferibili anche su altri contesti: Strumenti e griglie di comparazione costruiti valorizzando le pratiche regionali ma anche le acquisizioni della ricerca in materia di sistemi informativi, monitoraggio e valutazione. Strumenti di orientamento sperimentati e condivisi da Regioni diverse, con sistemi di monitoraggio comuni.
23 Confronto sui modelli esistenti e definizione di possibili strumenti di reporting condivisi dalle sei Regioni. I POSSIBILI SVILUPPI Supporto alla governance istituzionale dei sistemi regionali d orientamento. Promozione di una programmazione dei servizi orientativi disponendo di maggiori e più dettagliate informazioni. Coerenza del modello con standard professionali e di processo condivisi su scala nazionale. CONCLUSIONI Accanto alla immediata trasferibilità dei dispositivi creati e sperimentati per dare supporto all operatività delle funzioni di sistema a livello regionale e sovraregionale, il progetto ASSIS.T. rappresenta anche un chiaro esempio di come enti ed amministrazioni regionali molto diversi possano collaborare in modo attivo per la ricerca di soluzioni condivise per la risoluzione e gestione di problemi complessi. La metodologia di lavoro, fortemente partecipativa e con un approccio bottom up, ha consentito di elaborare e sviluppare, all interno di un framework di riferimento condiviso dalle Regioni partecipanti, una serie di materiali e dispositivi operativi che potranno essere applicati a livello nazionale, a beneficio delle altre Regioni e dei principali Ministeri di riferimento per il sistema dell orientamento (Lavoro e Istruzione). In sintesi, possiamo individuare come punti di forza di ASSIS.T.: 23 La condivisione di strumenti e metodologie per rilevare bisogni e criticità, definire priorità condivise e mobilitare le risorse/esperienze di contesto, attraverso il coinvolgimento diretto degli attori del sistema. La gestione di processi di collaborazione interregionali e interistituzionali per elaborare dispositivi molto operativi, basati su modelli e framework condivisi e già validati. La definizione e creazione di dispositivi basati sulle nuove tecnologie web, per favorire la riduzione dei costi, la sostenibilità, la partecipazione di tutti gli attori e la trasferibilità del modello. AUTORI Alla stesura del presente articolo e dei documenti di progetto hanno collaborato per conto delle Pubbliche Amministrazioni: Nadia Cordero, Mauro Ghirotti, Paola Paolinelli, Maria Graziella Pellegrini, Antonietta Petetti, Annalisa Quaglia, Liris Schiavi, Ketty Segatti, Michela Todeschi. Per conto dell ATI formata da IAL FVG e Centro Studi Pluriversum di Siena: Romano Calvo, Eleonora Durighello, Giulio Iannis, Marcello Miro, Elisabetta Perulli, Maurizio Serafin, Alberto Vergani.
24 Stampa: Centro stampa regionale - Servizio provveditorato e servizi generali - maggio 2015
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