I centri commerciali al dettaglio

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1 Statistiche in breve del 4 luglio 2001 I centri commerciali al dettaglio Anno 1996 I numerosi processi innovativi in atto nel settore commerciale, che al censimento intermedio dell industria e dei servizi del 1996 rappresentavava il 35% delle imprese italiane e il 22% degli addetti, hanno indotto l Istat ad affiancare all esistente archivio statistico delle imprese attive (ASIA) un archivio satellite sul commercio. In questa nota si espongono, come primo prodotto di quest ultimo, alcuni approfondimenti sui centri commerciali al dettaglio, che rappresentano una delle realtà più innovative ed interessanti del sistema distributivo. Le caratteristiche dei centri commerciali prese in esame sono soprattutto di tipo strutturale e, dunque, possono variare sensibilmente soltanto nel medio-lungo termine. Lo studio si basa sui risultati della rilevazione, riferita al 1 gennaio 1999, condotta, con questionari tra loro complementari, dall Istat e dal Ministero dell Industria e del Commercio. Le elaborazioni qui presentate derivano dal lavoro d integrazione tra le fonti e forniscono indicazioni più esaurienti e precise di quelle ottenibili da un esame disgiunto dei risultati. 1 - Caratteristiche generali dei centri commerciali Da una prima analisi temporale risulta che i centri commerciali al dettaglio rappresentano un fenomeno sviluppatosi soprattutto negli anni 90, in un periodo di crisi del settore commerciale caratterizzato dalla chiusura di molte imprese. Grafico 1 - Nuovi centri commerciali aperti per anno Un secondo aspetto importante è la distribuzione territoriale. I centri commerciali sono un fenomeno presente prevalentemente nelle regioni settentrionali, sebbene esistano segni di sviluppo anche nelle altre zone del paese: fino al 1995 i centri dell Italia settentrionale rappresentavano il 70% del totale, percentuale che nell ultimo triennio scende al 60%. Anche in rapporto alla popolazione, la presenza di centri nel Settentrione resta decisamente più alta.

2 Tavola 1 - Centri commerciali per periodo di apertura e ripartizione geografica Ripartizioni geografiche Centri commerciali aperti fino al 1995 aperti dal 1996 Totale Centri per ab. Nord-ovest ,1 Nord-est ,4 Centro ,8 Mezzogiorno ,3 Italia ,8 Dal punto di vista della localizzazione territoriale, i centri risultano in larga parte concentrati nelle zone urbane (53,9%), mentre è minima la presenza nei centri storici (1,3%); la restante parte si colloca in zone extraurbane (44,8%). Tavola 2 - Centri commerciali per periodo di apertura e area di localizzazione Aree di localizzazione Centri commerciali aperti fino al 1995 aperti dal 1996 Totale Centro storico Area urbana Zona extra-urbana Italia Un parametro fondamentale per valutare un centro commerciale è la superficie di vendita. La dimensione nazionale si attesta attorno agli mq. - con una consistente tendenza alla crescita nell ultimo triennio - e presenta misure relativamente maggiori nel Nord-ovest (+10% rispetto alla nazionale). Tavola 3 - Superfici medie di vendita dei centri commerciali (in mq.) per periodo di apertura e ripartizione geografica Ripartizioni geografiche Superfici medie dei centri commerciali aperti fino al 1995 aperti dal 1996 Totale Nord-ovest Nord-est Centro Mezzogiorno Italia Caratteristiche generali dei punti di vendita presenti nei centri commerciali Al 1 gennaio 1999, nei centri commerciali risultano operanti oltre punti di vendita, concentrati nel 38% dei casi nell Italia Nord occidentale. Il numero medio di punti di vendita per centro conferma una crescita complessiva (ancora una volta particolarmente rilevante nel Nord-ovest) della dimensione dei centri che passa, nell ultimo triennio esaminato, da quasi 27 a 31 punti di vendita. 2

3 Tavola 4 - nei centri commerciali per periodo di apertura e ripartizione geografica Ripartizioni geografiche in centri aperti fino al 1995 in centri aperti dal 1996 Totale in centri aperti fino al 1995 Numero medio punti di vendita in centri aperti dal 1996 Nord-ovest ,9 40,0 29,2 Nord-est ,7 27,0 26,8 Centro ,8 29,1 27,3 Mezzogiorno ,4 23,6 24,9 Italia ,7 31,0 27,5 Totale Un ulteriore parametro fondamentale per la valutazione della qualità dei centri è la dimensione in mq. dei punti di vendita in essi operanti. Dai dati disponibili emerge che la dimensione tende a crescere, attestandosi oltre i 300 mq.. Tale valore, pur riferito ad un aggregato eterogeneo di punti di vendita, risulta di notevole interesse se confrontato con la superficie registrata con il censimento del 1991 per il totale dei punti vendita commerciali al dettaglio, pari a 108 mq.., La differenza è in larga parte da attribuire alla maggiore presenza nei centri commerciali di punti di vendita della grande distribuzione. Da un punto di vista territoriale, le dimensioni medie più elevate sono rilevate nel Mezzogiorno (352 mq.). Tavola 5 - nei centri commerciali e relativa superficie (in mq.) per periodo di apertura e ripartizione geografica Ripartizioni geografiche Punti di vendita In centri aperti fino al 1995 Incentri aperti dal 1996 Totale totale Punti di vendita totale Punti di vendita totale Nord-ovest Nord-est Centro Mezzogiorno Italia Il miglioramento qualitativo delle imprese commerciali emerge anche dalla crescente tendenza verso forme giuridiche più evolute, oltre che dall aumento della loro dimensione. Tra i punti di vendita presenti nei centri commerciali, il 39% appartiene a società di capitali, una percentuale assai significativa se confrontata con quella registrata in occasione del censimento intermedio del 1996 per i settori economici presenti nei centri commerciali, attestata attorno al 10%. Tavola 6 - Imprese con punti di vendita operanti nei centri commerciali per forma giuridica al Forme giuridiche Imprese Dati assoluti Composizione percentuale società di capitali società di persone ditta individuale altre forme giuridiche Totale Un carattere significativo riguarda la distinzione tra punti di vendita operanti in condizioni di affitto dei locali e punti di vendita dei quali l impresa detiene la proprietà. Tra gli oltre punti di vendita che hanno risposto al quesito, circa l 80% dichiara di essere in affitto, ma la quota raggiunge l 86% nel corso del triennio considerato. 3

4 Tavola 7 - per periodo di apertura e titolo di godimento dei locali Titolo di godimento dei locali In centri aperti fino al 1995 In centri aperti dal 1996 Totale in proprietà in affitto Totale Un ulteriore aspetto qualificante dei centri commerciali consiste nella diffusione della formula del franchising. Dei punti di vendita che hanno risposto a tale quesito (su ), si osserva che, a fronte di un dato medio nazionale stimato attorno al 3-4%, nei centri la quota di franchising si attesta su livelli maggiori e crescenti nel tempo. Grafico 2 - in franchising per periodo di apertura (in percentuale) 3- L attività economica dei punti di vendita operanti nei centri commerciali al dettaglio La composizione dei centri commerciali secondo le merceologie vendute dai punti di vendita fornisce una fotografia fondamentale sulla loro reale struttura. Circoscrivendo l analisi ad una prima distinzione tra punti di vendita di beni e punti di vendita di servizi, nei centri commerciali, circa 3 punti di vendita su 4 sono rivolti alla vendita dei beni e 1 su 4 a quella dei servizi. I punti di vendita di beni hanno una superficie che è circa il triplo di quella dei servizi, risultato prevedibile se si pensa che nei primi è compresa la grande distribuzione commerciale e che i secondi, vendendo spesso prodotti immateriali, hanno meno necessità di spazi fisici. Tavola 8 - per periodo di apertura, superfici medie (in mq.) e attività economica Attività economica (a) in centri aperti fino al 1995 in centri aperti dal 1996 Totale in percentuale commercio di beni (b) di cui: ,1 367 commercio di beni venduti solo attraverso la rete al dettaglio (c) ,2 371 Servizi (d) ,9 128 Totale punti di vendita ,0 310 (a) L Istat classifica le imprese secondo l attività economica svolta e a tal fine ricorre ai codici delle attività economiche (Ateco). Tali codici consentono una disaggregazione del sistema economico che va da un minimo di 17 ad un massimo di 874 categorie. (b) I dati in esame comprendono i punti di vendita di imprese appartenenti in gran parte all Ateco 52 (imprese del commercio al dettaglio vero e proprio) e, in misura molto minore, all Ateco 50 (imprese del commercio dell auto e carburanti), all Ateco 15 (punti di vendita di imprese 4

5 dell artigianato alimentare), all Ateco 45 (punti di vendita di imprese producenti prodotti per l edilizia abitativa quali ceramiche, sanitari, ecc.) e ad altre Ateco ancora aventi ciascuna un ridotto numero di unità. (c) I punti di vendita in esame appartengono solo all Ateco 52 (imprese del commercio al dettaglio vero e proprio). (d) I punti di vendita di servizi costituiscono un raggruppamento le cui Ateco sono presentate in modo disaggregato nella tavola 11. I punti di vendita di beni del commercio al dettaglio per i quali è stato possibile risalire fino alla massima disaggregazione (Ateco a 5 cifre) sono risultati rispetto ai censiti, e vanno a comporre la seguente graduatoria: Tavola 9 - di beni del commercio al dettaglio e superficie (in mq.) per attività economica Attività economica Classificazione Ateco (a) Numero In percentuale In percentuale cumulata confezioni per adulti ,4 20, biancheria personale, maglieria, camicie ,5 27, calzature e accessori, pellami ,1 34, orologi, articoli di gioielleria e argenteria ,8 39, Art. sportivi, da regalo, bici, armi, bigiotteria ,7 45, Art. di profumeria, saponi e prodotti per toletta ,2 49, Art. per ottica, fotogr., cinematogr. e strum. scientif ,8 53, supermercati ,1 56, altri prodotti non altrove classificati ,6 59, ipermercati ,5 61, riparazione di calzature e di altri articoli in cuoio ,4 64, confezioni per bambini e neonati ,1 66, articoli di cartoleria, cancelleria, fornit. per uff ,1 68, giornali, riviste e periodici ,1 70, erboristerie ,0 72, articoli di pelletteria e da viaggio ,8 74, elettrodomestici ,8 75, articoli casalinghi, di cristallerie e vasellame ,7 77, libri nuovi ,4 79, apparecchi radio, telev., giradischi e registrat ,4 80, mobili ,4 81, giochi e giocattoli ,4 83, tessuti per l arredamento e di tappeti ,2 84, biancheria da tavola e da casa ,2 85, macchine e attrezzature per ufficio ,2 86, prodotti del tabacco e altri generi di monop ,1 87, pasticceria e dolciumi; di confetteria ,1 89, pellicce e pelli per pellicceria ,1 90, ferramenta, articoli fai-da-te e vetro-piano ,0 91, grandi magazzini ,9 91, dischi e nastri ,8 92, merceria, cucirini, filati, ricami ,6 93, articoli diversi per uso domestico ,5 93, farmacie ,5 94, stoffe per l abbigliamento ,5 94, carni bovine, suine, equine, ovine e caprine ,4 95, altro varie 403 4,8 100, Totale , (a) Cfr. nota (a) tavola 8. totale 5

6 Ai primi posti della graduatoria si collocano i prodotti dell abbigliamento, gli articoli per lo sport, il tempo libero, l elettronica, le unità della grande distribuzione come supermercati ed ipermercati e il settore dei libri e dell editoria. Da notare, in particolare, che i 208 ipermercati rilevati, che da soli occupano quasi un terzo della superficie di vendita complessiva dei centri commerciali, rappresentano il 62% del totale nazionale esistente alla data della rilevazione: in pratica, 2 ipermercati su 3 risultano allocati nei centri commerciali. Al contrario, è meno rilevante la presenza relativa sia dei supermercati (259, circa il 4% sul totale Italia), sia dei grandi magazzini (74, circa il 7% rispetto al totale nazionale). La grande distribuzione, inoltre, ha nei centri commerciali dimensioni maggiori di quelle nazionali: i supermercati dispongono nei centri di un ampiezza pari a mq. contro 833 mq. del dato medio nazionale e gli ipermercati presentano una superficie pari a mq. contro un dato nazionale pari a mq.; non sensibilmente differenti sono invece le superfici relative ai grandi magazzini. Tavola 10 - e superficie (in mq.) della grande distribuzione non alimentare specializzata per attività economica Attività economica Classificazione Ateco (a) 6 Punti di vendita minima massima Totale confezioni per adulti calzature e accessori, pellami art. sportivi, da regalo, bici, armi, bigiotteria elettrodomestici ferramenta, articoli fai-da-te e vetro-piano apparecchi radio, telev., giradischi e registrat mobili giochi e giocattoli libri nuovi articoli casalinghi, di cristallerie e vasellame biancheria personale, maglieria, camicie confezioni per bambini e neonati articoli diversi per uso domestico macchine e attrezzature per ufficio art. di profumeria, saponi e prodotti per toletta biancheria da tavola e da casa art. per l illuminazione e mater. elettrico vario altri prodotti non altrove classificati stoffe per l abbigliamento pellicce e pelli per pellicceria articoli di pelletteria e da viaggio altro varie Totale (a) Cfr. nota (a) tavola 8. Anche per quanto riguarda le unità della grande distribuzione non alimentare specializzata, fino ad oggi poco indagate, si è ora in grado di fornire una prima fotografia. Le unità rilevate, individuate attraverso il vincolo di una superficie minima non inferiore a 401 mq. e della specializzazione merceologica in un settore del non alimentare, sono risultate 701, circa il 7% del totale dei punti di vendita del commercio (cfr. tavola 8). E una percentuale molto elevata rispetto alla quota relativa alla rete nazionale, lasciando dunque supporre che questa tipologia distributiva trovi nei centri commerciali un terreno molto adatto alle sue caratteristiche, come visto anche per gli ipermercati.

7 Riguardo ai punti di vendita di servizi, essi risultano presenti prevalentemente in settori rivolti a soddisfare esigenze di svago e di tempo libero e, per tale via, sembra trovare conferma la funzione dei centri non solo come polo di attrazione economica ma anche di intrattenimento e di aggregazione sociale. Tavola 11 - di servizi e superficie (in mq.) per periodo di apertura e per attività economica Attività economiche Classificazioni Ateco (a) (b) in centri aperti fino al 1995 in centri aperti dal 1996 Totale % su totale punti di vendita (c) % su totale punti di vendita di servizi (d) bar e ristoranti ,4 39,5 152 lavanderie, parrucchieri, istituti di bellezza ,6 27,5 88 banche ,1 8,9 171 studi fotografici, professionali e di consulenza ,8 7,7 71 agenzie di viaggi ,9 3,8 67 attività ricreative, culturali e sportive ,9 3,8 297 (e) altri servizi varie ,1 8,8 109 Totale punti di vendita di servizi ,9 100,0 128 (a) Cfr. nota (a) tavola 8. (b) Le categorie indicate nella colonna "Attività economiche" sono state specificate tenendo conto anche delle disaggregazioni fino alle Ateco a 3 e a 4 cifre (per brevità omesse). (c) Le percentuali sono calcolate rispetto al totale dei punti di vendita pari a unità. (d) Le percentuali sono calcolate rispetto al totale dei punti di vendita di servizi pari a unità. (e) Il valore elevato riscontrato, nettamente superiore a quello medio pari a 128 mq., è dovuto alla presenza di alcune sale cinematografiche. Anche il grado di concorrenza all interno di un centro commerciale, ovvero l assortimento di scelte di cui può disporre il consumatore, fornisce informazioni qualificanti. Per indagare questo aspetto, si è costruito un indicatore dato dal numero dei punti di vendita del centro sul numero complessivo delle attività economiche presenti nello stesso centro e rilevate attraverso la classificazione Ateco a 4 cifre (ad esempio, se in un centro sono stati rilevati 30 negozi che vendono 10 merceologie differenti, e quindi 10 Ateco a 4 cifre tra loro diverse, il rapporto varrà 30/10=3, ad indicare che vi sono mente 3 negozi per ogni merceologia venduta nel centro). Tale quoziente è stato esaminato in un grafico nel quale è posto in ordinata, rispetto allo stesso numero dei punti di vendita del centro impiegato come ascissa; in tal modo, è stato possibile valutare il comportamento concorrenziale al variare della dimensione del centro. Grafico 3 - Grado di concorrenza nei centri commerciali 7

8 Premesso che l indicatore di concorrenza è sempre eguale o maggiore di 1, che valori eguali o vicini all unità riflettono situazioni di centri ove ogni punto di vendita vende una merceologica differente da quella degli altri negozi (centri moderatamente concorrenziali) e che valori dell indice lontani da uno rappresentano invece centri ove lo stesso prodotto merceologico è venduto da numerosi punti di vendita (centri maggiormente concorrenziali), dai dati è emerso che il valore medio dell indice è risultato pari a circa 1,5. Ciò significa che nei centri commerciali vi sono circa tre punti di vendita ogni due merceologie vendute. Guardando il fenomeno nel suo complesso, essendo l indicatore mente non distante dall unità, ne segue che i punti di vendita operanti nei centri commerciali sembrano mirare più ad una loro differenziazione che ad una maggiore concorrenzialità. In una prospettiva dinamica, tuttavia, si osserva che al crescere della dimensione dei centri aumenta la concorrenza interna tra i punti di vendita. Glossario Centri commerciali al dettaglio: sono definiti dalla legge quadro sul commercio n.114/1998, che all art.4 lettera G definisce i centri come "una o una grande struttura di vendita nella quale più esercizi commerciali sono inseriti in una struttura a destinazione specifica e usufruiscono di infrastrutture specifiche e spazi di servizio gestiti unitariamente". Grande distribuzione commerciale: comprende tutti i punti di vendita caratterizzati da una superficie che, convenzionalmente, ha come soglia inferiore sia in Italia sia nei paesi UE i 401 mq.. Tale parametro dimensionale, inoltre, consente l attivazione di tutta una serie di caratteristiche operativo-gestionali che ulteriormente distinguono la grande distribuzione commerciale dai punti di vendita operanti su piccole superfici. La grande distribuzione commerciale comprende varie tipologie e quelle più note e diffuse (temporalmente e spazialmente) sono i supermercati, i grandi magazzini, gli ipermercati e le grandi unità specializzate operanti esclusivamente nel settore non alimentare. Supermercato: esercizio di vendita al dettaglio operante nel campo alimentare (autonomo o reparto di grande magazzino), organizzato prevalentemente a libero servizio e con pagamento all uscita, che dispone di una superficie di vendita superiore ai 400 mq., di un vasto assortimento di prodotti di largo consumo ed in massima parte preconfezionati nonché, eventualmente, di alcuni articoli non alimentari di uso domestico corrente (fonte: Ministero Industria e Commercio, Rapporto sugli aspetti strutturali del sistema distributivo italiano, varie annate). Ipermercato: esercizio al dettaglio con superficie di vendita superiore ai mq., suddiviso in reparti (alimentare e non alimentare), ciascuno dei quali ha, rispettivamente, le caratteristiche di supermercato e di grande magazzino (fonte: Ministero Industria e Commercio, Rapporto sugli aspetti strutturali del sistema distributivo italiano, varie annate). Grande magazzino: esercizio al dettaglio operante nel campo non alimentare, che dispone di una superficie di vendita superiore a 400 mq. e di almeno 5 distinti reparti (oltre l eventuale annesso reparto alimentare) ciascuno dei quali destinato alla vendita di articoli appartenenti a settori merceologici diversi ed in massima parte di largo consumo (fonte: Ministero Industria e Commercio, Rapporto sugli aspetti strutturali del sistema distributivo italiano, varie annate). Grande distribuzione specializzata non alimentare: in Italia non esiste ancora una definizione ufficiale per tale tipologia, anche in ragione della sua introduzione relativamente recente. Essa si caratterizza per la vendita di prodotti esclusivamente non alimentari, una soglia di superficie di almeno 401 mq. e una specializzazione merceologica assente nelle tipologie sopra indicate. Informazioni e chiarimenti Istat - Servizio Archivi Via Tuscolana, Roma Antonio Bernardi Tel

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