COLLEGIO DI MILANO. Membro designato dalla Banca d'italia. (MI) SPENNACCHIO Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari

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1 COLLEGIO DI MILANO composto dai signori: (MI) GAMBARO (MI) LUCCHINI GUASTALLA (MI) ORLANDI Presidente Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia (MI) SPENNACCHIO Membro designato da Associazione rappresentativa degli intermediari (MI) TINA Membro designato da Associazione rappresentativa dei clienti Relatore (MI) LUCCHINI GUASTALLA Nella seduta del 23/07/2013 dopo aver esaminato: - il ricorso e la documentazione allegata - le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione - la relazione della Segreteria tecnica FATTO Il ricorrente, contitolare con la defunta madre di un deposito titoli in amministrazione presso la banca convenuta, chiede il trasferimento del sottodossier di azioni a lui intestato in via esclusiva, ed il trasferimento del 50% dei titoli restanti, quale quota già di sua titolarità a prescindere dall apertura della successione della madre. Più precisamente, il ricorrente era cointestatario con la madre di un deposito titoli in amministrazione suddiviso in sottoconti presso l odierna parte convenuta, nonché di un conto corrente non dedotto nella presente controversia. In data la madre decedeva senza lasciare disposizioni di ultima volontà, risultando eredi in forza di legge il ricorrente e l altro figlio della de cuius. Con reclamo del , il ricorrente, dopo aver riferito che: - il conto corrente cointestato con la madre, deceduta nell anno 2011, era stato estinto con accredito del residuo saldo attivo sul cc attuale intestato a[lla madre stessa] ; - il deposito titoli era invece rimasto nella medesima posizione giuridica [ e] consta di due sottoscrizioni, quella dell istante e quella della madre; Pag. 2/6

2 chiedeva all intermediario di svincolare il 50% delle attività cadute in successione e il 100% delle attività intestate in via esclusiva al ricorrente stesso. Nella risposta al reclamo (nota del ), l intermediario respingeva la richiesta del cliente, rappresentando l intervenuta opposizione formulata [ ] per iscritto da un erede della defunta e richiamando la disciplina prevista al riguardo dall art. 4 delle condizioni generali di contratto. Avvertiva, infine, dell obbligo per gli eredi che intendano entrare in possesso dei beni ereditari, di provare alla banca, mera depositaria dei rapporti del de cuius, l avvenuta denuncia di successione. Con il proprio ricorso all ABF, il ricorrente ha esposto che il dossier titoli n. 516, acceso con la madre, presenta un sottodossier relativo ad azioni di sua esclusiva titolarità, mentre tutti gli altri titoli [ sono] cointestati. Ha quindi chiesto all ABF: - il trasferimento nel proprio dossier titoli delle azioni di sua esclusiva titolarità detenute nel sottodossier del deposito titoli cointestato con la defunta madre; - [p]er tutti gli altri titoli il trasferimento del 50% dei medesimi in quanto cointestati e non caduti in successione. Nelle proprie controdeduzioni, trasmesse con PEC del Conciliatore Bancario Finanziario del , la parte resistente ha eccepito in via preliminare l incompetenza ratione materiae dell ABF, in quanto il trasferimento di strumenti finanziari non rientra tra le attività assoggettate al titolo VI del D.Lgs. 1 settembre 1993, n Nel merito, ha osservato che il mancato trasferimento dei predetti strumenti deriva dall obbligo per la Banca di pretendere il concorso di tutti i cointestatari, degli eredi e del legale rappresentante, nel caso di opposizione (come per il caso di specie) di uno di essi, precisando quanto segue: - il ricorrente aveva acceso con la defunta madre un deposito titoli in amministrazione; - eredi legittimi della defunta, in mancanza di disposizioni testamentarie di quest ultima, sono il ricorrente e l altro figlio; - come rappresentato al cliente nella risposta al reclamo, il fratello del ricorrente medesimo ha fatto pervenire il 4 giugno 2012 specifica opposizione facendo così sorgere in capo alla Banca il riferito obbligo di pretendere il concorso di tutti, per poter disporre del rapporto stesso. L intermediario ha quindi concluso affermando la correttezza del proprio operato nella vicenda in esame e chiedendo all ABF di rigettare il ricorso. Il ricorrente ha presentato una replica alle controdeduzioni con nota protocollata il , sottolineando quanto segue: - sull asserita incompetenza di questo Collegio, [ ] i contratti di deposito titoli in amministrazione, quale quello in questione, rientrano secondo la normativa civilistica tra i contratti bancari, sussistendo quindi la cognizione dell ABF per le controversie ad essi inerenti in forza di quanto previsto al paragrafo 4 delle Disposizioni e come affermato dall allegata decisione del Collegio di Milano n. 323/2010; - dall art. 4 delle condizioni generali di contratto richiamato dalla resistente [e]merge ictu oculi come lo spirito del contratto sottoscritto sia quello di conferire la massima autonomia ad ogni singolo cointestatario, conferendogli la facoltà di compiere, disgiuntamente dagli altri, tutte le operazioni di gestione del deposito titoli oggetto del contratto medesimo ; - vista l opposizione del fratello del medesimo ricorrente, l intermediario avrebbe dato un interpretazione ed un applicazione a dir poco errata della predetta clausola contrattuale, in quanto [v]ero è che viene prevista una restrizione alla gestione del Pag. 3/6

3 rapporto da parte degli eredi del cointestatario defunto, ma è chiaro che essa debba trovare applicazione solo allorquando tali eredi non siano a loro volta intestatari del rapporto medesimo [ e] nella situazione in esame così non è ; per giunta non viene richiesta la disponibilità [del]l intero deposito titoli, come pure si avrebbe il diritto di fare, ma semplicemente di disporre della propria quota del rapporto. DIRITTO La questione pregiudiziale che questo Collegio è chiamato ad affrontare per la soluzione del caso in questione riguarda la propria competenza a decidere nel merito, posto che l intermediario ha eccepito che la materia del contendere è relativa a servizi di investimento, ovvero a materia esclusa dalla cognizione dell ABF ex art.128 bis D.lgs. n. 385/1993 e Disposizioni Banca d Italia sui sistemi di risoluzione stragiudiziale delle controversie in materia di operazioni e servizi bancari e finanziari (Sez. I, par. 4 (Ambito di applicazione oggettivo)). Come questo Collegio ha già avuto modo di sottolineare, il contratto di deposito titoli in amministrazione rientra tra i contratti bancari, presenta una causa tipica e può avere rilevanza e finalità autonoma. Le Disposizioni di trasparenza delle operazioni e dei servizi bancari e finanziari della Banca d Italia del , infatti, contemplano il servizio di custodia e amministrazione tra quelli cui le stesse si applicano. Tale contratto, peraltro, riveste una funzione normalmente accessoria rispetto alla prestazione di servizi d investimento. Nella prassi si assiste, infatti, in prima battuta alla stipulazione di un contratto c.d. quadro che il T.U.F. chiama contratto relativo alla prestazione di servizi di investimento con cui l intermediario assume l obbligo di attivarsi per conto e nell interesse del cliente, prestando tutti i servizi necessari o utili per l investimento. A servizio del contratto da ultimo menzionato, si accompagna normalmente la stipulazione di altri contratti bancari collegati, di norma individuabili in un contratto di conto corrente e/o di deposito titoli. Poiché, quindi, ci si trova innanzi ad un ipotesi di rapporto contrattuale complesso, viene in rilievo il criterio della prevalenza delle finalità (di investimento o meno) previsto dalle Disposizioni di trasparenza della Banca d Italia del , utilizzato per l individuazione della disciplina di trasparenza quella recata dal T.U.B. in alternativa a quella del T.U.F. applicabile al prodotto composto. La citata disciplina (sez.1, punto 1.1.) dispone che secondo quanto previsto dall'articolo 23, comma 4, del T.U.F., le disposizioni [di trasparenza della Banca d Italia] non si applicano ai servizi e alle attività di investimento né al collocamento di prodotti finanziari e alle operazioni e servizi che siano componenti di prodotti finanziari, sottoposti alla disciplina della trasparenza prevista dal medesimo T.U.F., salvo che si tratti di operazioni di credito al consumo disciplinate ai sensi del titolo VI, capo II, del T.U. Conseguentemente, le presenti disposizioni: non si applicano ai servizi e alle attività di investimento come definiti dal T.U.F. e al collocamento di prodotti finanziari aventi finalità di investimento, quali, ad esempio, obbligazioni e altri titoli di debito, certificati di deposito, contratti derivati, pronti contro termine; in caso di prodotti composti la cui finalità esclusiva o preponderante non sia di investimento si applicano: Pag. 4/6

4 - all intero prodotto se questo ha finalità, esclusive o preponderanti, riconducibili a quelle di servizi o operazioni disciplinati ai sensi del titolo VI del T.U. (ad esempio, finalità di finanziamento, di gestione della liquidità, ecc.); - alle sole componenti riconducibili a servizi o operazioni disciplinati ai sensi del titolo VI del T.U. negli altri casi. In caso di prodotti composti la cui finalità esclusiva o preponderante sia di investimento, si applicano le disposizioni del T.U.F. sia al prodotto nel suo complesso sia alle sue singole componenti, a meno che queste non costituiscano un operazione di credito al consumo (alle quali si applica quanto previsto dalle presenti disposizioni). Ciò chiarito, e tenendo nel debito conto i criteri che derivano dalla normativa ora citata, non può che rilevarsi che le doglianze avanzate dal ricorrente si riferiscono prevalentemente alla gestione del deposito titoli, e che la condotta contestata all intermediario resistente appare da ricondurre alla disciplina della prestazione di servizi bancari. Le osservazioni che precedono inducono a concludere nel senso della competenza di questo Collegio. Passando ora all esame del merito della controversia, sembra opportuno riportare alcuni aspetti essenziali ai fini della decisione. Il ricorso verte sull asserito diritto del ricorrente di disporre della propria parte del deposito titoli che aveva acceso con la defunta madre presso la banca convenuta. Non è controverso tra le parti che: - eredi della cointestataria defunta del deposito di titoli in amministrazione sono, in forza di legge, l odierna parte ricorrente e l altro figlio della de cuius; - il coerede non intestatario del deposito di titoli ha fatto opposizione alla movimentazione del dossier da parte del ricorrente quale contitolare superstite del rapporto. In particolare, la banca ha prodotto la missiva a comprova del dissenso del coerede estraneo al rapporto contrattuale. Per argomentare la legittimità della propria condotta nella vicenda in esame, parte resistente ha fatto richiamo alla clausola contrattuale sotto riportata, ove in particolare si prevede che, in caso di deposito cointestato a firma disgiunta, gli eredi del contitolare defunto possano fare opposizione anche con semplice lettera raccomandata così da rendere necessario il concorso di tutti i cointestatari e degli eredi medesimi per disporre del rapporto: Pag. 5/6

5 Dalla rappresentazione delle parti si può inferire che il deposito di titoli oggetto di controversia preveda la facoltà di firma disgiunta per i cointestatari del rapporto. Tuttavia, non consta agli atti l intera documentazione contrattuale, ma soltanto le condizioni generali di contratto sottoscritte dal ricorrente e dalla defunta madre il e contenenti l art. 4 sopra riportato. Ciò chiarito, e venendo all esame della controversia deve rilevarsi che le istanze avanzate dal ricorrente appaiono prive di fondamento. Infatti, seppure l intermediario non abbia prodotto la copia integrale del contratto stipulato tra le parti, ha esibito il testo delle condizioni generali di contratto sottoscritte dal ricorrente e dalla di lui madre, secondo le quali, nel caso di opposizione di uno dei coeredi, la banca è legittimata a pretendere il consenso di tutti i coeredi in presenza della richiesta di poter disporre separatamente dei titoli oggetto del deposito (cfr. art. 4 delle citate condizioni generali di contratto, il quale prevede testualmente che In caso di morte o di sopravvenuta incapacità di agire di uno dei cointestatari del rapporto, ciascuno degli altri, fatti salvi gli obblighi fiscali, conserva il diritto di disporre separatamente del rapporto stesso. Analogamente lo conservano gli eredi del cointestatario, che sono però tenuti ad esercitarlo tutti insieme [ ]. Nei casi di cui al precedente comma, la Banca deve pretendere il concorso di tutti i cointestatari degli eredi [ ], quando uno da uno di essi le sia stata fatta opposizione anche con semplice lettera raccomandata ). Ne deriva pianamente che trattandosi di rapporto cointestato ed avendo il fratello del ricorrente presentato opposizione scritta le istanze del ricorrente vanno totalmente disattese. Il Collegio non accoglie il ricorso. P.Q.M. IL PRESIDENTE firma 1 Pag. 6/6