EMIRATI ARABI UNITI 1. QUADRO MACROECONOMICO
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- Leonzia Rosina Cavalli
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1 EMIRATI ARABI UNITI 1. QUADRO MACROECONOMICO a) Andamento congiunturale e rischio Paese Gli Emirati sono nati nel 1971 e sono l unico Paese del mondo arabo ad avere un sistema federativo. Tra i sette Emirati, i più importanti sono Abu Dhabi e Dubai. L economia degli E.A.U., fin dalla creazione della Federazione, ha mantenuto alti tassi di sviluppo tanto da costituire una delle più importanti e dinamiche realtà dell intera regione del Golfo e del subcontinente indiano (recenti statistiche del Dipartimento Economico della Lega Araba pongono gli Emirati al terzo posto tra le potenze industriali arabe, dopo Arabia Saudita ed Egitto, con alti investimenti nel settore economico-produttivo pari, nel 2003, a 8,6 miliardi di dollari.). Ancora nel 2003 l economia emiratina ha manifestato notevoli segnali di buona salute registrando un tasso di crescita di circa il 4,7% rispetto ad un tasso d inflazione del 3%, portando, secondo questo Ministero del Bilancio il PIL a 284,5 miliardi di dirhams (pari a circa 75 miliardi di dollari), contro i 260,6 miliardi di dirhams del 2002 (71 miliardi di dollari) ed i 254,2 del 2001 (69,2 miliardi di dollari). Tale risultato è dovuto all effetto combinato di vari elementi tra cui la ripresa del prezzo internazionale del greggio, che nel 2003 si è aggirato intorno ai 28,5 dollari al barile, lo sviluppo del settore non oil (che copre circa il 70% della produzione di reddito) ed il positivo andamento della bilancia commerciale con esportazioni in aumento dai 182 miliardi di dirhams (49,5 miliardi di dollari) del 2002 ai 195 miliardi di dirhams (53,1 miliardi di dollari) del Il trend favorevole dell economia emiratina si riflette sulle previsioni di aumento delle commesse, soprattutto nel downstream degli idrocarburi, trasporti, elettricità, acqua mentre le prospettive di diversificazione creano condizioni favorevoli per la cooperazione con piccole e medie imprese nel settore manifatturiero e la collaborazione industriale. Gli E.A.U hanno riserve di petrolio stimate in 98 miliardi di barili, in grado di garantire il livello attuale di produzione per i prossimi 100 anni e detengono il 9,4% di tutte le riserve mondiali. Le riserve di gas sono stimate in miliardi di metri cubi, equivalenti a circa il 4% di quelle mondiali. L Emirato di Abu Dhabi detiene il 90% del totale delle riserve di petrolio degli EAU e produce circa di barili al giorno, contro i barili di Dubai. La produzione annuale di gas ammonta a circa 39 miliardi di metri cubi. Gli Emirati hanno una popolazione di 3,75 milioni di residenti, di cui solo il 27% sono cittadini locali. La stragrande maggioranza di immigrati (manodopera non specializzata) provengono dal subcontinente indiano e dalle Filippine. Il tasso di disoccupazione dovrebbe confermarsi nel 2003 intorno al 2%. I positivi risultati dell andamento dell economia emiratina ha consentito al reddito pro-capite di attestarsi nel 2003 intorno ai dirhams ( dollari USA), il secondo reddito pro-capite al mondo dopo il Qatar.
2 Le riserve valutarie degli E.A.U. presso il FMI, escluso l oro, ammontano a fine 2003 a 15,8 miliardi di dollari, pari a oltre tre mesi di importazioni. Ma gli investimenti esteri, soprattutto in assets presso Istituti di credito internazionali, investimenti immobiliari e di portafoglio sono calcolati sui 250 miliardi di dollari e vanno assumendo sempre maggiore consistenza. Il Bilancio Federale dello Stato per l anno fiscale 2003 prevede un deficit in aumento del 2% pari a 2,2 miliardi di dirhams (599 milioni di $USA), che rappresenta circa l 1% del Prodotto Nazionale Lordo. Tale deficit, frutto di uscite per 23,2 miliardi di dirhams (6,34 miliardi di dollari) e 21 miliardi di dirhams di entrate (5,74 miliardi di dollari) non desta però preoccupazione in quanto considerato quasi fisiologico e comunque equilibrato. Il bilancio federale rappresenta tuttavia solo una parte (circa il 20%) del Bilancio Consolidato (il bilancio cioè che comprende accanto al bilancio federale quelli dei singoli Emirati (basti considerare che il bilancio dell Emirato di Abu Dhabi, il più ricco della Federazione è sensibilmente maggiore del bilancio federale). Il Bilancio Consolidato è stato caratterizzato, nel corso dell ultimo decennio, da un crescente deficit che nel 2002 si è aggirato sui 29,1 miliardi di dirhams (oltre 7 miliardi di dollari), pari cioè all 11% del Prodotto Nazionale Lordo. Il deficit del bilancio consolidato viene in genere coperto con i contributi aggiuntivi degli Emirati di Abu Dhabi e Dubai, oltre che della Banca Centrale e dall eventuale apporto della sola rendita derivante dagli investimenti all estero. b) Grado di apertura del Paese al commercio internazionale ed agli investimenti esteri Il grado di apertura del Paese, inteso come rapporto percentuale tra interscambio e PIL, evidenzia una sostenuta propensione dell economia emiratina agli scambi con l estero. In linea generale è infatti liberamente consentito di vendere direttamente agli utilizzatori finali, tramite un rivenditore; è possibile inoltre costituire una joint venture od autorizzare una società locale a vendere i propri prodotti con contratti in franchising. Nel gennaio del 2003 i Paesi del GCC hanno deciso l istituzione di una tariffa doganale congiunta, con un dazio doganale del 5% e l introduzione di una moneta unica entro il Pur se si sono registrate nel 2003 importazioni in crescita (dai 144 miliardi di dirhams del 2002 ai 151 miliardi di dirhams del 2003, pari a 41,1 miliardi di dollari), la bilancia commerciale ha registrato un saldo attivo di 44 miliardi di dirhams (11,9 miliardi di dollari), contro i 38 miliardi di dirhams del 2002 (10,3 miliardi di dollari). Per la bilancia dei pagamenti, che beneficia di consistenti entrate per il rendimento degli investimenti esteri, si prevede un saldo attivo di circa 11,6 miliardi di dollari. Gli investimenti stranieri nel Paese che provengono soprattutto da USA, Giappone, Germania, Regno Unito ed India sono sempre stati di entità non rilevante e legati per lo più ai vari progetti infrastrutturali di volta in volta finanziati dalle Autorità locali (petrolio e gas, strade, costruzioni, acqua ed energia elettrica, desalinizzazione). Negli ultimi anni, con la creazione di efficienti free zones è cresciuto di molto il numero delle società, per lo più piccole e medie, che si sono impiantate in tali aree, sfruttandone i vantaggi e le agevolazioni.
3 Nelle zone franche sono operative circa 2600 imprese (32% Paesi del GCC e Medio Oriente, 25% Asia/Pacifico, 23% Europa e 20% USA). La maggiore Zona Franca è quella di Jabel Ali (alle porte di Dubai) che, sebbene ancora piuttosto cara nell'affitto dei terreni e delle strutture (uffici, magazzini ecc.), oltre ai classici incentivi (esenzione dalle tasse e dai dazi doganali, libera circolazione di capitali ecc.), offre il vantaggio che la proprietà dell' azienda può essere al 100% in mano straniera, al contrario di quanto avviene nel resto del Paese dove, per legge, il 51% del capitale deve essere locale. Riguardo i principali Paesi partner va segnalata una differenza tra Abu Dhabi e Dubai. Abu Dhabi esporta soprattutto petrolio e gas in Giappone, Cina e Corea del Sud e importa nell ordine da USA, Gran Bretagna, Germania, Francia e Italia. Per quanto riguarda Dubai, questo Emirato nel 2003 ha registrato i più grandi surplus commerciali, nell ordine, con Iran, Iraq, Algeria, Libia, Kuwait, Azerbaijan, Afghanistan, Pakistan, Kenya e Tanzania. I maggiori deficit si sono registrati, nell ordine, con Cina, Giappone, Germania, Francia, India, USA, Gran Bretagna, Corea del Sud, Italia (circa Euro 900 milioni) e Malesia (fonte: Autorità Portuale e Doganale Dubai). c) Andamento dell interscambio commerciale con l Italia e degli investimenti diretti esteri bilaterali Nel 2003 l interscambio tra i due Paesi è ammontato a milioni di Euro, con una copertura del 93% sulle importazioni da parte delle esportazioni che sono cresciute del 4,7% nei primi nove mesi del 2003, toccando i 1362,3 milioni di Euro. La scarsità delle importazioni da questo Paese (l Italia non importa petrolio dagli EAU), ammontanti a 120,3 milioni di euro nel 2002 (-18,6%), fa sì che il saldo attivo della nostra bilancia commerciale sia tra i più consistenti tra quelli relativi a tutti gli altri Paesi dell area. Rapporti commerciali con l'italia in milioni di euro (gennaio-ottobre) 2004 (gennaio-marzo) Interscambio ,0 (+7,5%) 510 (+1,1%) Esportazioni ,4 (+7,5%) 441,127 (+2.3) Importazioni ,6 (+26,4%) 68,457 (+98,4%) Saldo , (-9.3%) Commerciale Fonte: ISTAT/ICE/Camera di Commercio italo-araba Gli Emirati Arabi Uniti hanno confermato il loro ruolo di principale mercato di sbocco delle esportazioni italiane tra i Paesi arabi, dopo la Tunisia. Gli Emirati presentano inoltre per l Italia un saldo positivo maggiore rispetto a quelli con Egitto, Siria, Libano e Giordania messi insieme. Nella graduatoria delle esportazioni italiane negli E.A.U. il primo posto è tradizionalmente ricoperto da gioielli e articoli di oreficeria, seguiti da macchine utensili, macchine ed apparecchi per l impiego di energia meccanica, altre macchine di impiego generale, mobili, apparecchi per uso domestico, articoli di abbigliamento, parti ed accessori per autoveicoli, prodotti petroliferi raffinati e calzature.
4 Il quadro merceologico delle esportazioni italiane verso gli E.A.U. denota, in definitiva, un consolidamento delle correnti esportative; i temuti effetti negativi dell 11 settembre del 2001 e della crisi del Golfo non si sono fatti particolarmente sentire, anche per la capacità dell industria italiana di mantenere stabile la propria quota di mercato in presenza dell attuale fase di sviluppo dell economia emiratina. Tra i prodotti emiratini esportati in Italia si segnalano i metalli di base non ferrosi (alluminio), gioielli e articoli di oreficeria, tessuti e prodotti in metallo. San Paolo IMI ha aperto un ufficio di rappresentanza a Dubai nell aprile 2004 in cooperazione con la National Bank of Abu Dhabi. Ad Abu Dhabi ha operato fino al 2002 una filiale della IntesaBCI che tuttavia ha cessato l attività a causa della ristrutturazione della rete estera del Gruppo. La presenza imprenditoriale italiana negli Emirati Arabi Uniti è altamente qualificata ed è rappresentata da circa ottanta società presenti con una propria filiale e da molte altre che operano tramite i propri agenti locali. Tra le principali società italia ne presenti in pianta stabile negli E.A.U. si segnalano: Impregilo, Tecnimont, Ansaldo, Alstom Power, Fiat Avio, Belleli, Fisia Impianti, Snamprogetti, Agip, Saipem, Elettronica, Enel Power, Nuovo Pignone, Italconsult, Alitalia, Messina, Telecon Italia, Tecnosistemi, Aster, Lucherini, Renco, Technip Italy, Tower & Power, Accenture, Agusta, Al Otaiba Ferretti, Azimut, Consonni, FBM Hudson, Gava Forwarding, Generali Assicurazioni, Italian Design, ITS, Lucherini Associati, Luxottica, Optitalia, Pirelli, Rina, Sicim, Swissboring, Technip Italy. 2. INDIVIDUAZIONE DELLE AREE DI INTERVENTO a) Valutazione della penetrazione commerciale dei prodotti italiani sul mercato locale La composizione dell export italiano, a prescindere dalle variazioni percentuali verificatesi per categorie di beni, è ormai consolidata e rimane quella classica: il settore oreficeria -gioielleria è al primo posto, seguito dal macchinario industriale e dai prodotti dell industria meccanica. Settori che meriterebbero particolare attenzione sono il turismo e l offerta di corsi avanzati universitari, ora che dopo l 11 settembre si sta verificando un generale riorientamento nella scelta delle località all estero dove andare in vacanza e dove mandare i figli a studiare. Altro settore importante è quello dei servizi fieristici e dei servizi alle stesse imprese italiane, per assisterle nello stabilimento e nella ricerca di partner affidabili. Lo sbocco dei prodotti italiani sul mercato resta in prospettiva assicurato dalla presenza del secondo reddito pro-capite al mondo e dalla presenza di una ricchezza petrolifera che durerà almeno per i prossimi 100 anni. Il mantenimento di un adeguata porzione di mercato richiede tuttavia campagne promozionali mirate contro una concorrenza sempre più agguerrita che vede come noi negli Emirati un mercato privilegiato. Sono pertanto necessari continui eventi promozionali, che l Ambasciata e l Ufficio ICE hanno già realizzato con successo, cercando di favorire e privilegiare prevalentemente iniziative che consentano il contatto personale tra gli operatori economici dei due Paesi. Altro elemento indispensabile per mantenere un adeguata presenza italiana nel medio periodo è la partecipazione delle imprese italiane alle numerose fiere di settore organizzate ad Abu Dhabi e soprattutto a Dubai, dove si incontrano i principali acquirenti del Golfo e della regione vicina (sub-continente indiano, Africa orientale e Mediterraneo orientale).
5 Per mantenere costante il livello di penetrazione dei prodotti italiani in questo mercato andrebbero pertanto privilegiate, in coordinamento con l ICE ed in collaborazione con le Associazioni di Categoria, Camere di Commercio ed Enti locali, mirate missioni tecniche al fine di assicurare una più massiccia e qualificata presenza italiana a manifestazioni fieristiche settoriali che si svolgono negli E.A.U., che costituiscono un mercato che con poco più di 3,75 milioni di abitanti, importa circa 40 miliardi di euro all anno e la cui domanda è in crescita per la dinamicità del tasso di sviluppo, la sua posizione di hub commerciale e finanziario dell area ed i programmi per grandi commesse. Va particolarmente sviluppato il coinvolgimento delle Regioni e degli Enti periferici. b) Valutazione degli investimenti diretti da e verso l Italia Gli investimenti diretti italiani sono limitati e riguardano principalmente le zone franche, dove nel complesso sono presenti 17 società di proprietà italiana al 100% (su un totale nel Paese di 80). Alcune iniziative di joint-ventures sono presenti nell Emirato di Abu Dhabi che mirano ad attuare una strategia di partecipazione allo sviluppo della struttura industriale dell Emirato. Si sta infatti cercando di attrarre piccole, medie e grandi imprese straniere, produttrici di macchinario industriale e del settore manifatturiero in genere, sia con finalità commerciali che in un ottica di più stabile penetrazione in questo mercato e di cooperazione mediante la conclusione di joint-ventures. c) Valutazione delle potenzialità di cooperazione commerciale ed industriale nei settori ad alto contenuto tecnologico Il Governo degli Emirati e soprattutto l Emirato di Dubai stanno cercando di creare le condizioni per attirare investimenti ad alta tecnologia offrendo particolari facilitazioni per le imprese straniere. L obiettivo è di creare imprese ad alto valore aggiunto facendo uso del knowhow straniero. Ad Abu Dhabi è in corso la costituzione di una zona franca a carattere industriale. A Dubai una serie di zone franche sono dedicate a specifici settori: Dubai Health City (ospedali e industrie farmaceutiche), Dubailand (parco di divertimenti), Dubai Gold City (oreficeria), Dubai Silicon City (industria informatica). Un altro importante settore di possibili investimenti sarebbe quello del marmo e della piastrellistica in genere, dove le imprese emiratine sono fortemente interessate ad acquisire il know-how italiano nel tentativo di ridurre le importazioni di prodotti finiti. d) Suggerimenti per l attivazione degli strumenti di sostegno finanziario e assicurativo pubblico per SACE e SIMEST La SACE classifica nella 2 categoria di rischio gli Emirati di Abu Dhabi e Dubai, adottando nei loro confronti un atteggiamento di apertura senza restrizioni. Pone, invece, nella 4 categoria di rischio l Emirato di Sharjah (con cui è stato finalizzato un negoziato di riscadenzamento del debito) e Ajman (pausa di riflessione), e anche gli Emirati di Ras Al Khaimah, Umm Al Qaiwain e Fuhairah.
6 Secondo la classificazione dell Agenzia Internazionale di rating Moody s, il Paese si pone al secondo livello di Investment Grade (A2). La Dun & Bradstreet attribuisce agli Emirati l indice di rischio 1B, corrispondente all ultimo livello della categoria Lowest Risk (ovvero, alta capacità del Paese di onorare i propri debiti), mentre Standard & Poor non valuta il Paese. Per quanto riguarda l attivazione di strumenti di sostegno, si segnala che a novembre 2003 si è svolto a Dubai un seminario dedicato all internazionalizzazione delle imprese, curato dall Ufficio ICE di Dubai, con la partecipazione della Sace e della Simest, oltre a Ministero per le Attività Produttive, Mediobanca e Unioncamere, nel corso del quale sono stati illustrati gli strumenti messi a disposizione delle imprese per l incoraggiamento della presenza all estero. Tale seminario si inquadrava nell organizzazione di un flying desk in occasione dello svolgimento della fiera del settore dell edilizia e dei materiali da costruzione BIG% ; il flying desk era costituito da uno sportello di consulenza gratuita/ integrata/commerciale/finanziaria/assicurativa presso il quale sono stati riuniti tutti gli strumenti pubblici a sostegno dell internazionalizzazione delle imprese. 3. POLITICA COMMERCIALE E DI ACCESSO AL MERCATO a) Barriere tariffarie o quantitative Non esistono barriere tariffarie. L unica tassa al confine è quella del 5% comune all area del CCG. b) Barriere non tariffarie L alto grado di liberalizzazione che caratterizza gli E.A.U. rende abbastanza aperto l accesso al mercato. Pur non esistendo discriminazioni dipendenti dall origine delle merci, si può comunque rilevare che la giurisprudenza emiratina tende ad agevolare le parti locali nei giudizi intentati da aziende straniere. Negli E.A.U. è possibile nominare singoli Agenti locali per ogni singolo Emirato, ma, anche se è previsto nel contratto di agenzia il termine di scadenza o la clausola di rescissione, tali clausole non sono applicabili senza il consenso dell agente. c) Violazioni delle norme sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale Gli Emirati si sono impegnati nel processo di adeguamento dei parametri dell OMC, ma si segnalano ancora difficoltà per la questione dei marchi, delle contraffazioni ed per il settore finanziario. Nel 1993 è stata introdotta una normativa per la tutela dei brevetti, dei marchi e della proprietà intellettuale. Il problema delle imitazioni, in genere di provenienza asiatica tanto di beni di consumo quanto strumentali è notevole, e l impatto delle attività di contrasto delle Autorità locali è ancora limitato.
7 d) Problematiche relative agli investimenti esteri: proibizione o vincoli all insediamento di imprese estere La normativa in vigore prevede una compartecipazione di almeno il 51% del capitale sociale da parte di uno sponsor locale.non si ravvisano ostacoli alla libera circolazione di servizi e di capitali. Anche per quanto riguarda l insediamento di imprese, non ci sono ostacoli anche se la maggior parte delle società straniere tende a stabilirsi nelle free zones, il cui ruolo è destinato a crescere in quanto le società che decidono di insediarvisi, oltre agli incentivi previsti, hanno la possibilità di utilizzare la base operativa per operazioni internazionali Uno dei settori più restrittivi dell economia emiratina, accanto a quello assicurativo, è il settore bancario. Infatti dopo aver perseguito una politica molto restrittiva all ingresso di nuovi istituti stranieri sul mercato bancario del Paese gli EAU, che da circa un ventennio non concedevano più licenze di operatività a banche estere, hanno recentemente annunciato l intenzione di riaprire il settore alle banche straniere, anche se non è ancora stato chiarito in quali termini e limiti si svilupperà tale apertura. In proposito è stato inaugurato a Dubai il Dubai International Financial Center DIFC, zona franca on shore che mira a divenire centro regionale della finanza internazionale sul modello di Londra, Hong Kong e Singapore e di cui si attende nel giro di pochi mesi la pubblicazione dei regolamenti operativi. Fra le misure di facilitazione degli Investimenti esteri, si segnala l intenzione degli E.A.U. di varare una nuova disciplina che introduce l arbitrato internazionale 4. POLITICA PROMOZIONALE E PROPOSTE OPERATIVE DI INTERVENTO CONGIUNTO a) Mappatura delle iniziative di sostegno all internazionalizzazione del sistema produttivo che la rappresentanza diplomatico-consolare e l ICE intendono realizzare nel corso del secondo semestre del 2004 Per il novembre 2004 è prevista l organizzazione di due seminari sugli investimenti in collaborazione con l ICE e il MAP in congiunzione con la fiera Big Five sui materiali da costruzione a Dubai. Il primo seminario a Dubai sarà dedicato agli investimenti italiani negli Emirati; il secondo seminario ad Abu Dhabi si concentrerà sugli investimenti emiratini in Italia. Al primo sono chiamati a partecipare gli operatori interessati a stabilire joint-ventures o proprie sussidiarie nelle zone france in settori ad alta tecnologia o di nicchia. Al secondo dovrebbero partecipare enti (banche, imprese immobiliari, società per azioni) interessate a proporre progetti di serio interesse ad operatori pubblici e privati emiratini disposti ad impegnare liquidità in investimenti in Italia. b) Individuazione di eventi congiunti da svolgere con il concorso degli Uffici economicocommerciali, degli Uffici ICE, degli Addetti Scientifici e degli Istituti di Cultura L ufficio ICE di Dubai prevede di realizzare nel secondo semestre 2004 le seguenti attività: Missione operatori al Flormart, Padova, settembre
8 Corso di formazione in Italia per tecnici emiratini settore lavorazione marmo, 27 settembre 2 ottobre Punto Italia alla Fiera ADIPEC, Abu Dhabi, ottobre Punto Italia in occasione della Fiera Big 5, Dubai, novembre Flying Desk in occasione della Fiera Big 5, Dubai, novembre Seminario di attrazione degli investimenti esteri in Italia, Dubai, 21 novembre (con l Ambasciata) Seminario di collaborazione industriale, Abu Dhabi, 22 novembre (con l Ambasciata) Collettiva c/o International Jewellery Dubai, 6-10 dicembre Semianrio settore arredamento, Accordo di settore MAP-ICE-CNA, Dubai 15 dicembre Sono inoltre previste le seguenti attività privatistiche: Missione operatori a Dubai Camera di Commercio di Cremona, settori vari beni di consumo, gennaio Workshop Consorzio Promotrade di Pistoia, biancheria per la casa, Dubai, maggio Workshop a Dubai settore arredamento con aziende del Consorzio Eurosel di Milano, 31 maggio 2 giugno Sondaggio e incontri bilaterali per aziende Consorzio Umbria Export (settore meccanico), 4 ottobre c) Progetti delle rappresentanze diplomatico-consolari e degli Uffici ICE per iniziative promozionali nel corso del 2005 Oltre al rafforzamento della quota di mercato dell Italia negli Emirati nei settori tradizionali, già coperti dalle iniziative promozionali, occorre puntare anche su iniziative di investimento in loco, in linea con quanto auspicato anche dalle autorità emiratine che insistono anche su uno sviluppo manifatturiero locale, nello sforzo di diversificare l economia. Un settore dove ancora non esiste una presenza strutturata dell Italia è quello turistico: è necessario che gli operatori italiani entrino aggressivamente in questo mercato e facciano un opera costante di promozione per non essere superati da destinazioni a costo più basso (Malesia, Tailandia) che offrono servizi eccellenti e che contano sulla pressante presenza dei propri agenti. E pertanto necessario organizzare una nuova iniziativa di promozione istituzionale, che dovrà poi contare tuttavia sull azione dei singoli operatori per fruttare risultati. Tra i settori d investimento classici va segnalato che il settore delle costruzioni sta vivendo un periodo di grande sviluppo trainato da imponenti progetti infrastrutturali e turistici. Il governo degli EAU spendera oltre 30 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni per la realizzazione di nuovi progetti, portando a una competizione agguerrita tra le aziende internazionali. Una presenza in loco e percepita solitamente come preferenziale per l instaurazione di rapporti di collaborazione.
9 Collegato al settore delle costruzioni e quello dell elettricità e dell energia, per cui si ripropone una partecipazione italiana alla Middle East Electricity, e quello della nautica, per cui si propone un Punto Italia al Boat Show di Dubai (l export di imbarcazioni e aumentato nei primi tre mesi del 2004 del 2.500%). Il terzo settore è quello delle apparecchiature medicali, per il quale già da diversi anni viene organizzata con crescente successo una collettiva ICE alla fiera Arab Health di Dubai. Il quarto settore è quello dei prodotti alimentari; negli ultimi tre/quattro anni si nota un crescente interesse verso la gastronomia italiana, come parte di quello più globale mostrato verso la nostra cultura. Da un lato è infatti aumentato il numero dei ristoranti italiani nel Paese, e in particolare a Dubai, dall altro crescono le richieste da parte di operatori locali del settore, interessati ad ampliare la presenza di generi alimentari italiani nella propria gamma di prodotti. Si propone una collettiva ICE alla fiera Gulf Food di Dubai, una missione di operatori locali in Italia ed una di operatori italiani a Dubai. Altri settori prioritari su cui intervenire sono quello degli articoli da regalo, gioielleria, cosmetica, mobili, calzature, materie plastiche e gomma, oil & gas.
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