Fede, poesia, arte negli antichi corali miniati (Sec. XV)

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1 I^" 11 ^ ^^^ Rivista quadrimestrale degli ex alunni, del Collegio Universitario, della Scuola di religione e del Petrarca. - Padova Via Donatelle, 24 Sped. Abb. Postale Gruppo IV - 70% settembre-dicembre E <%/OQ Fede, poesia, arte negli antichi corali miniati (Sec. XV)

2 Rivista quadrimestrale degli ex alunni, del Collegio Universitario, della Scuola di religione e del Petrarca. - Padova Via Donatelle, 24 r\n settembre-dicembre 1988 SOMMARIO Natale Corso di cultura 4 A proposito di cultura 5 Gli esercizi spirituali a Lonigo 7 XVI Congresso europeo ex-alunni 8 Collegio universitario II cineforum dell'antonianum 10 II nuovo volto del collegio 11 Un po' di Cristologia 12 Centro Giovanile Partecipare e contribuire 14 I nostri morti 16 L'U.S. Petrarca 17 COMITATO DI REDAZIONE A. Covi - F. Croccolo - E. Bortolami - S. Galante - E. Lorini - L. Saggin - V. Zaccarla DIRETTORE RESPONSABILE Carlo Messori-Roncaglia S.J. NUOVA SERIE N. 89 N. 3 Settembre-dicembre 1988 Autorizz. con decreto 8 febbraio 1965 N. 266 del Tribunale di Padova Editrice Messaggero di S. Antonio Padova II messaggio di pace e di gioia, che la festività del Natale tipicamente ci reca, rischia - ormai anche tra di noi - di decadere in un'abitudine di auguri e doni reciprocamente scambiati, che quella pace e gioia dovrebbero esprimere e produrre, ma che spesso lasciano un po' di amaro in bocca a motivo di un'esperimentata inadeguatezza e quindi inautenticità di tali auguri. Il Natale, è ovvio, è essenzialmente una festa di fede. Una festa, cioè, che ha senso per coloro che sanno riconoscere una dimensione religiosa alla propria esistenza; vale a dire, per coloro che volendo abbracciare in uno sguardo sintetico la loro vita, sanno nutrire una speranza di salvezza, nonostante tutte le paure e le disperazioni della nostra esperienza. Quando si vede nel Bambino della grotta il Figlio di Dio che rivela il nostro non essere dei puri accadimenti accidentali della storia, ma termini di un'alleanza fatta con noi dal «Primo e Ultimo»; quando cioè si sa leggere la pagina evangelica del Natale in stretto, seppur misterioso, collegamento con la prima pagina della Bibbia, si riesce a intuire che la nostra piccola storia personale e quella più grande in cui essa si snoda, è un misterioso e incredibile progetto di un Dio «la cui gloria è la salvezza dell'uomo». La speranza che accompagna questa intuizione di fede è l'humus che suggerisce al credente l'augurio natalizio che diventa innanzitutto l'espressione di una disponibilità personale a condividere l'impegno per tale incredibile speranza e che per questo diventa un augurio credibile e pacificante. La speranza cristiana, infatti, non è un'attesa «passiva» che il regno di Dio e la sua benedizione per gli uomini semplicemente accadano. Per essere «umana», vale a dire di «soggetti di storia», la speranza deve implicare una risposta dell'uomo all'iniziativa di Dio. Ora, il progetto di Dio per un mondo umano contempla certamente una crescita nella dimensione della conoscenza e del dominio sulla natura e quindi sulla storia, ma anche una saggezza per cui sappia subordinare tale incremento di potere alla realizzazione di una convivenza più giusta e più fraterna nei vari ambiti della convivenza umana che gli odierni mezzi di comunicazione sociale portano a nostra conoscenza. La speranza cristiana si fa quindi tensione interiore verso la realizzazione delle esigenze della carità, che, come ci dice Giovanni Paolo II nella «Sollicitudo rei socialis», si esprime nella solidarietà, intesa «non come un sentimento di.vaga compassione o di superficiale intenerimento per i mali di tante persone vicine o lontane (ma che) al contrario è la determinazione ferma e perseverante per il bene comune» (38). Forse il disagio dei nostri auguri natalizi è un indizio che addita al bisogno di una speranza cristiana più viva, fondata su una rimeditata fede nel Dio che salva. Che questo possa essere il senso del nostro Natale '88 è l'augurio che padri e fratelli rivolgono alla grande famiglia dell'antonianum. P. Rettore.

3 Corso di cultura per Tanno accademico sul tema LA NOSTRA SOCIETÀ MALATA DI CORRUZIONE E DI CRIMINE: POSSIBILITÀ DI RISANAMENTO 9 gennaio - 27 febbraio 1989 Sala Accademica dell'antonianum - via Briosco, 7 - Padova Attualità 1988/89 e interesse del Corso di Cultura Già da tempo e con insistenza da parecchie fonti si fa strada un motivo di triste valutazione sulla decadente morale della società contemporanea da cui non si sottrae neppure il nostro Paese. Questo Corso non è progettato per creare dell'allarmismo in una visione pessimistica della situazione senza possibili vie di scampo. Né si vuole fare intendere che i vari Organismi siano «un mostro di immoralità e di perversione»: si vuole bensì alimentare la speranza di ridurre e contenere nell'immediato futuro la componente delle attività illecite che tanto preoccupano. LUNEDÌ 9 GENNAIO ore Prolusione al Corso: Corruzione nelle pubbliche istituzioni Aw. Prof. Massimo Severo Giannini Università La Sapienza, Roma già Ministro della Funzione Pubblica LUNEDÌ 16 GENNAIO ore II sottogoverno nell'assistenza sanitaria Prof. On. Maria Pia Garavaglia Sottosegretario alla Sanità LUNEDÌ 23 GENNAIO ore Corruzione nei partiti Prof. Franco Cazzala Università di Catania LUNEDÌ 00 GENNAIO ore Società e criminalità organizzata Dott. Francesco Di Maggio Sostituto Procuratore Generale della Repubblica, Milano LUNEDÌ 13 FEBBRAIO ore La Magistratura: influenze ideologiche ed esigenze etiche Dott. Ennio Fortuna Sostituto Procuratore Generale della Repubblica, Venezia LUNEDÌ 20 FEBBRAIO ore La moralità nella gestione dell'impresa pubblica Prof. Romano Prodi Presidente dell'uu. LUNEDÌ 27 FEBBRAIO ore Difetti e risorse degli Italiani nell'impegno civile Prof. Pietro Scoppola Università La Sapienza, Roma

4 A PROPOSITO DI CULTURA Ebbene sì, lo confesso, sono stato anch'io a vedere la mostra sui fenici organizzata dalla Fondazione di Palazzo Grassi a Venezia. A tentarmi era stato il manifesto che riproduceva in fotografia uno splendido ciondolo da collana in vetro a forma di testa d'uomo barbuto. Memore di altre splendide mostre che avevo visto nel nobile palazzo veneziano (Picasso, gli aztechi) e solleticato dall'idea di assistere ad un evento culturale di altissimo valore, avevo decisamente riservato nella mia agenda mentale uno spazio per questa visita. L'entusiasmo si era un po' affievolito quando il telegiornale aveva cominciato a trasmettere, ad intervalli regolari, servizi celebrativi dell'avvenimento: temevo l'effetto Van Gogh, quello cioè delle file apocalittiche che si erano formate a Roma per vedere la mostra del famoso impressionista a seguito dell'eccessiva pubblicità che ne era stata fatta. Ciò che mi infastidiva di più (a suo tempo avevo rinunciato a vedere la rassegna del pittore olandese) era non solo e forse non tanto il pensiero delle lunghe ore di attesa, ma la radicata convinzione, per altro confermata nel caso precedente dalle indagini effettuale alla chiusura della mostra romana, che la maggior parte delle persone in fila sarebbe stata lì non per un interesse verso le vestigia fenicie, ma semplicemente perché faceva «in» andarci e, al ritorno, il parlarne con gli amici avrebbe dato una patina di impegno culturale. Tuttavia continuavo a credere che la mostra meritasse di essere visitata. Ero convinto che fossero stati esposti reperti eccezionali, pensavo addirittura che, per allestirla degnamente, la Fiat avesse promosso gli scavi dell'isola di Mozia, piccolo fazzoletto di terra che si stende davanti a Marsala e che è, secondo il mio modestissimo parere non essendo io un esperto ma solo un amante della materia, la più bella e meglio conservata colonia fenicia esistente in Italia (forse nel mondo). Tale isola, nella quale si pos- Stele funeraria. sono ancora ammirare il porto con annesso cantiere navale edificati dai coloni provenienti da Tiro e Sidone, giaceva, quando circa cinque anni fa ebbi occasione di visitarla, in uno stato di semi-abbandono perché un suo recupero sarebbe stato eccessivamente dispendioso. Ritenevo quindi che l'avvocato se ne fosse accollato l'onore per amore della cultura e per poter presentare al pubblico, con ampi ritorni in termini di immagine di pubblicità, pezzi archeologici di bellezza fino ad ora sconosciuta. In base a tali considerazioni e dopo un'opportuna telefonata per informarsi sulle ore di minor affollamento, mi ero finalmente deciso e così sabato 5 novembre, penultimo giorno di apertura, le ultime ore del pomeriggio mi vedevano pazientemente accodato ad una fila che, per mia fortuna, era molto più corta delle transenne predisposte per accoglierla. Tre quarti d'ora di attesa prima di poter raggiungere la biglietteria mi erano sembrati pochi rispetto ai tempi medi pubblicizzati dai notiziari radiotelevisivi. Anche la prima impressione era stata ottima: nell'ampio salone centrale facevano bella mostra di sé dei pregevoli sarcofagi antropomorfi, mentre in due stanze laterali alcuni computer illustravano, con l'ausilio di immagini elettroniche, la storia e gli usi fenici nonché le tecniche di scavo e restauro dei pezzi. Salite le scale ed entrato nelle sale d'esposizione, però, l'entusiasmo aveva cominciato a scemare: una scenografia faraonica, sicuramente studiata da esperti della comunicazione di massa, con pannelli che raccontavano con dovizia di particolari tutto ciò che si sarebbe voluto sapere sulla vita dei fenici, faceva da cornice a pochi reperti di non eccelso valore. Proseguendo nella visita, tuttavia, le cose non miglioravano. Un intero salone, che ad occhio avrà avuto un estensione di una sessantina di metri quadri, conteneva soltanto un enorme vasca, che lo occupava per tutta la sua superficie salvo un corridoio per girarvi attorno, riempita con dieci centimetri di acqua sporca sulla quale galleggiava una decina di modellini di navi fenice. Alcuni dei gioielli esposti (i più belli) erano solo delle copie, come ben segnalavano i cartellini. Infine, reperti etruschi provenienti dal museo capitolino di Valle Giulia erano stati introdotti a rimpolpare la scarsa collezione mimetizzandoli con la spiegazione che tra fenici ed etruschi erano intercorsi stretti rapporti artistici e culturali. Per farla breve e sempre a mio modesto parere, era stata organizzata una mostra intera con dei pezzi che, in un museo serio, avrebbero occupato quattro o cinque sale al più. Il resto era immagine, pubblicità, aneddoti,

5 storia. Ma per vedere queste cose non facevo un viaggio a Venezia, non affrontavo una lunga coda ed il rischio di trovarne una ben più lunga, non pagavo un biglietto d'ingresso, non trascorrevo alcune ore della mia vita in piedi a farmi largo tra la folla per raggiungere delle vetrinette: mi sarei invece limitato a comprare il catalogo ed a sfogliarlo con tranquillità e senza file in una comoda poltrona di casa mia. Perché allora organizzare una mostra di tale livello, perché così tanto parlar bene attorno ad essa, perché così tanti visitatori soddisfatti di aver perso molto tempo ed aver visto poco? Credo che la risposta sia «perché è cambiato il concetto di cultura», almeno nella grande massa della popolazione. Un tempo la cultura era un fatto di élite, se la potevano permettere in pochi, il popolo ne era irrimediabilmente escluso per motivi economici e sociali. L'evoluzione della storia ha, per fortuna, rimediato a questa palese ingiustizia: l'istruzione è stata resa gratuita fino al livello superiore (ed addirittura obbligatoria fino a quello inferiore) ed ampie agevolazioni e borse di studio sono state offerte a chi, meritevole, voglia proseguire gli studi fino a livello universitario ed oltre. Purtroppo, però, molta gente ha cominciato a credere che, essendo divenuto accessibile a tutti, farsi una cultura sia anche facile ed un populismo egalitario di bassa lega ha soffiato su questo fuoco. Così oggi nessuno rinuncia alla sua fetta di cultura. «Fare cultura» è diventato un imperativo, un «must» come dicono con felice vocabolo gli inglesi, un fatto di moda e tutti vogliono essere a la page. Ma, senza fare fatica, senza leggere libri, senza fermarsi a riflettere su ciò che eventualmente hanno letto, senza comprendere l'abisso che separa un mucchio di nozioni sbrindellate e sconnesse dalla cultura, quella vera. E la società si adegua, dimostrandosi una volta di più una società dei consumi e non dei valori. La gente vuole partecipare ad eventi culturali, vuole vedere mostre, vuole andare ai concerti ed a teatro: benissimo, diamole allora esposizioni dove ci siano poche cose interessanti ma molte spiegazioni (gran parte delle quali avrebbero già dovuto esser state lette nei libri di storia); diamole concerti con orchestre mediocri (che tuttavia vengono generosamente finanziate dallo stato, neanche fossero dirette da un Von Karajan); diamole spettacoli con compagnie raffazzonate (tanto tutti applaudono le battute felici dell'autore e non si accorgono della pessima recitazione dell'attore). Così, giorno dopo giorno, la nostra povera cultura diventa sempre più una cultura piccola piccola. E non mi si venga a dire che almeno così un po' di cultura, per quanto piccola, riescono a farla tutti. Il livellamento, se è questo che si vuole, va fatto verso l'alto, innalzando chi sta in basso e non viceversa. La cultura va mantenuta elevata perché un sano desiderio di crescita e di emulazione spinga tutti noi a raggiungerla sempre più in alto. D'altronde sappiamo bene, io che scrivo e voi che mi leggete, come ciò sia giusto e nobile, tanto è vero che il nostro maggiore contributo alla società come Associazione degli exalunni è proprio quel corso di cultura - anzi, permettetemi di scriverlo, Cultura - che con tanta fatica organizziamo ogni anno. Lasciatemi quindi lamentare per aver visto una mostra che faceva apparire la cultura come qualcosa di facile e di superficiale. Io non credo in una cultura simile, io credo che la cultura si raggiunga con fatica, con profondità di riflessione, con umiltà intellettuale. E spero di poter modestamente essere anch'io, un giorno, un uomo di cultura. Fabio Croccolo I NEOANZIANI DEL COLLEGIO IN RITIRO SPIRITUALE C ome è ormai tradizione pluriennale del nostro collegio, all'inizio dell'anno Accademico (19-20 novembre), i neoanziani si sono ritrovati a Villa San Giuseppe, a Bassano del grappa per un fine settimana di riflessione sull'uomo contemporaneo e nel suo vivere sociale. la nostra riflessione su questi temi è stata stimolata dalle relazioni tenute dai due ospiti, il professor Cavolla e il dottor Amodio e da padre Bassan. Nella mattinata di sabato, il professor Cavolla, docente di Filosofia del Diritto dell'università di Padova, ha tracciato un'analisi della società contemporanea, sviluppando punti come quelli del Relativismo Etico, dell'edonismo individuale, dell'individualismo nei rapporti soggettivi, aspetto, quest'ultimo, che prevede un rifiuto di schemi di comportamento generali, validi per tutto. L'uomo che ne esce, non è antireligioso, ma rifiuta imposizioni etiche. Il tipo di cultura dell'uomo cosiddetto «tecnico» prevede che si prendono in considerazione solo problemi a medio o breve termine. Per concludere, il professore, ha proposto la costruzione di un'etica basata sulla razionalità. Durante il pomeriggio, padre Bassan, ha esposto alcune sue riflessioni sull'indifferenza, male particolarmente diffuso nella società odierna, indicandone le cause principali e chi ne rimane vittima. Al problema su chi soffra di più tra l'uomo che non sa voler bene e l'uomo che non è oggetto di amore, padre Bassan ha indicato il primo tipo di persona, soprattutto perché questa non ha mai probàbilmente avuto l'esperienza di essere amata da altri. Tra le varie cause del non saper voler bene ad un'altra persona, interessanti sono state anche l'idea di sfiducia di poter far qualcosa all'altro, nonché di una forma di autodifesa. La serata è stata allietata dalla proiezione di un film sulla vita di don Milani, a cui è seguito il dibattito condotto da padre Covi. Innocenti manifestazioni più o meno goliardiche si sono protratte sino a tarda notte. Domenica mattina, il dotto Amodio si è soffermato sul valore e sul ruolo della spiritualità laica oggi. Le relazioni sono state inframezzate da un proficuo lavoro di gruppo, che ci ha permesso di confrontarci su temi che in genere non abbiamo l'occasione di discutere, con riferimento, in particolare, alla vita in collegio. Alle relazioni dei gruppi è seguito un confronto col padre Rettore, che ha esposto la sua opinione sui problemi più rilevanti dell'antonianum P. Biancardi - A. Gasparetto - E. Roina - F. Sandonà - A. Ventanni - P. Vicini

6 GLI ESERCIZI SPIRITUALI A LONIGO Villa S. Fermo - Lonigo Sintesi mirabile di natura e di arte Anche quest'anno ho partecipato agli Esercizi Spirituali. Quando ho ricevuto l'affettuosa lettera del padre Messori, non ho potuto resistere al suo pressante, amichevole invito. E ne sono oggi molto contento, perché l'esperienza è stata una volta ancora preziosissima e, almeno lo spero, incisiva sul mio spirito. La Villa San Fermo dei padri Pavoniani a Lonigo (la ex Villa Giovanelli, che fu sede, fino al '68, del noviziato dei Gesuiti) ci ha accolto venerdì 14 ottobre in un ambiente signorile e attrezzatissimo. Il padre Franco, cordiale e simpaticissimo, ci ha assegnato le stanze. Veramente parevano di un albergo a 4 stelle! Troppo, si potrà dire, per un triduo penitenziale. Ma l'ambiente confortevole aiuta sempre a sentirsi a proprio agio per ascoltare e meditare, a lungo seduti, o in cappella. Ma c'era poi un parco meraviglioso, nel quale abbiamo potuto anche passeggiare lungo i viali, nella carezza di dolcissimi giorni autunnali. Ha tenuto per noi le meditazioni il padre Massimo Taggi, direttore dell'apostolato della preghiera: un sacerdote colto, intelligente e insieme molto affabile e concreto. Egli ci ha proposto uno schema molto articolato in tre grandi momenti: dall'isolamento alla solitudine; dall'ostilità all'ospitalità; dall'illusione alla preghiera. Chiaramente il discorso è presentato dal rapporto di noi con noi stessi, a quello con gli altri e infine a quello con Dio. Uscire dall'isolamento, per entrare in una solitudine che significa, concentrazione, silenzio intcriore, possibilità di riflettere sui grandi problemi dell'esistenza. Sottrarsi ad ogni forma di ostilità, per poter al contrario donare al prossimo l'ospitalità: è il momento più difficile, ma più qualificante del cristiano; è il momento della carità, dell'applicazione dell'invito evangelico. L'egoismo porta alla chiusura, all'avversione, ai contrasti con gli altri, bisogna superare ogni tentazione di individualismo e di calcolo personale, per rivolgersi ai sofferenti, agli indigenti, a tutti coloro che possono trovare nel fratello una parola di conforto e un'offerta di aiuto materiale e morale. I nfine occorre salire dall'illusione dell'immortalità alla preghiera cosciente e costante, con serena accettazione della nostra mortalità, in attesa di una liberazione totale. Splendida meditazione della morte, come momento in cui si conclude la gestazione e, come nel parto della donna, la creatura si libera verso la vera vita. Tutti eravamo commossi e rasserenati dopo questa penultima tappa del nostro cammino. È seguita la meditazione sulla preghiera, alto e nobilissimo invito al dialogo con Dio («stare volentieri insieme con lui»), all'esercizio almeno settimanale, oltre la Messa, di un approfondimento spirituale e religioso, attraverso lettura e riflessioni sulla Bibbia e sul Vangelo. D opo la santa Messa di domenica 16, il padre Messori ci ha rivolto commosse parole, sulle orme di san Paolo e ci ha veramente colpito, avvicinandoci, almeno in quei sublimi momenti, alla sua Fede, radicata in un'esperienza pluridecennale di sacerdozio e di ministero. Dobbiamo essere grati al nostro Assistente Spirituale che, nonostante l'età avanzata (ma in che modo prodigioso portata! quasi con giovanile freschezza), si sobbarca a sacrifici e disagi per procurarci occasioni favorevoli alla nostra formazione morale e religiosa. La sera di sabato 15 ottobre egli ci ha preannunciato il programma del prossimo corso di alta cultura dell'antonianum: una serie di relazioni sulla corruzione della società odierna, tenuta da grandi esperti di problemi morali, sociali e politici. Ma di questo corso si parlerà a parte. Intanto, grazie padre Messori, per la sua generosità senza confini. Vittorio /accana

7 XVI CONGRESSO EUROPEO DEGLI EX-ALUNNI DELLA COMPAGNIA DI GESÙ PALERMO 1 -O SETTEMBRE 1969 Con questo primo annuncio cui seguiranno altre comunicazioni, rendiamo noto a tutti gli ex-alunni dell'antonianum, Collegio Universitario e Centro Giovanile che dall'i al 3 settembre 1989 si terrà a Palermo (Italia) il Congresso Europeo degli ex-alunni della Compagnia di Gesù sul tema: EUROPA: PLURALISMO DI CULTURE E VALORI UNIVERSALI - UNA SFIDA PER IL 1992 i i '. -1 * '!, :. '"* * ~. ',.. II Congresso avrà anche un sottotitolo, che costituisce un concreto e significativo riferimento al luogo in cui esso verrà celebrato: «LA SICILIA COME ESEMPIO D'INTEGRAZIONE FRA LE DIVERSE CULTURE» 1. Tema del Congresso II taglio che si è inteso dare al Congresso e che potrebbe apparire non perfettamente omogeneo rispetto ai temi in passato dibattuti, nasce dalla volontà di affrontare le problematiche che nasceranno, quando alla integrazione dell'europa sul piano economico si vorrà far seguire quella sul piano sociale e politico: ciò non potrà infatti certo comportare l'umiliazione delle singole individualità culturali e religiose interne al continente con la perdita dei valori di cui esse sono porta trici. Il Congresso vuole inoltre mirare ad una concreta proposta di recupero delle radici che legano i popoli del Mediterraneo, verso il quale l'europa è naturalmente protesa, quale culla della sua civiltà, e pur nella diversità delle culture e delle religioni, intende trarre da questo comune patrimonio culturale i criteri informatori della unificazione europea. È questo della Civitas Christiana, di un'europa unita nel segno della croce il tema su cui ha più volte messo l'accento il santo padre ed è questa la scom- L'Hotel Zagarella sede del XVI Congresso Europeo Ex.

8 messa (la «sfida» del titolo) che come cattolici e come ex alunni siamo chiamati a giocare. 2. Organizzazione del Congresso La sede del Congresso sarà l'hotel «Sagarella Sea Palace» di Santa Flavia (a pochi km da Palermo), dotato di tutte le strutture necessarie, sia a livello ricettivo che organizzativo, e la vicina Villa San Cataldo, dei padri Gesuiti, dove potrà essere ospitato un certo numero di giovani a condizioni economiche particolarmente vantaggiose. I lavori congressuali si svolgeranno dall'i al 3 settembre 1989, ma dal 29 al 31 agosto sarà organizzata una marcia-pellegrinaggio al santuario di San Benedetto, patrono d'europa, presso l'abbazia di San Martino delle Scale, sui monti che circondano Palermo. Durante i giorni del Congresso sono previste visite guidate a Palermo e dintorni e, dopo la conclusione dei lavori congressuali, potranno anche essere effettuati giri turistici dell'isola. 3. Modalità di svolgimento II Congresso prevede alcune relazioni fondamentali e dei lavori di gruppo, che si concretizzeranno in comunicazioni preventivamente programmate; sia per le comunicazioni che per le relazioni è previsto un servizio di traduzione simultanea in cinque lingue: italiano, francese, inglese, tedesco e spagnolo. I gruppi di lavoro, saranno composti da 20/25 persone. Proponiamo qui di seguito alcuni possibili spunti di riflessione sulle tematiche del Congresso: Impegno politico e testimonianza di fede in una società sempre più laicizzata: quali sono i modi e le forme per esplicarlo? - Cosa vuoi dire essere europei e cristiani oggi? Può la civiltà cristiana divenire supporto di una pretesa «superiorità» sulle altre culture? Come si può instaurare un corretto rapporto con le altre culture e fedi religiose nel rispetto della reciproca identità? - E possibile conciliare il progresso tecnologico ed il benessere economico con le esigenze più prettamente spirituali dell'uomo? In riferimento al quesito precedente, quale fecondo interscambio può esservi fra occidente industrializzato e culture portatrici di visioni meno pragmatiche della realtà? - In che senso una cultura cristiana può porsi come modello alternativo agli opposti materialismi? - In che modo le Associazioni degli ex alunni, al di là delle strutture federative ufficiali, possono contribuire ad una maggiore reciproca conoscenza fra i cittadini dei diversi stati europei, allo scopo di superare pregiudizi e diffidenze tuttora esistenti? Resta inteso che si tratta solo di una traccia, con valore puramente indicativo: altri spunti di riflessione potranno emergere nel corso del Congresso stesso. ORGANIZZAZIONE: ASSOCIAZIONE EX-ALUNNI «GONZAGA» / PALERMO SEGRETERIA: GEA-CONGRESSI - VIA CRISTOFORO COLOMBO PALERMO - TEL. 091/ ITELEFAX 091/ TELEX SCHEDA PROVVISORIA DI ISCRIZIONE Da inviare entro il 15 dicembre 1988 a GEA CONGRESSI srl / Via Cristoforo Colombo, PALERMO (Italia) COGNOME E NOME ETÀ ACCOMPAGNATORI UOMO D DONNA D RELIGIOSO D INDIRIZZO LAICO D STUDENTE D 1 ) Parteciperò alla marcia-pellegrinaggio al Santuario di S. Benedetto quota di partecipazione Lit Sì D NO D 2) Parteciperò solo al Congresso quota di partecipazione: a) Padri e giovani Lit b) Altri Lit ) Desidero alloggiare: a) Presso l'hotel Zagarella Sea Palace di S. Flavia D camera doppia con prima colazione e un pasto* (bevande incluse) Lit per persona al giorno D supplemento camera singola Lit per persona al giorno (le singole disponibili sono 20) b) Presso la vicina Villa S. Cattaldo dei PP. Gesuiti D camera doppia (solo per pernottamento) Lit a persona per tutta la durata del Congresso D posto per sacco a pelo Lit a persona per tutta la durata del Congresso (non è possibile noleggiare sacchi a pelo sul luogo) D pasto supplementare presso la Sede del Congresso per chi non alloggia in Hotel Lit al giorno per persona * II secondp pasto giornaliero sarà offerto dalla Associazione

9 COLLEGIO UNIVERSITARIO <r IL CINEFONIM DELL'ANTONIANUM E' CULTURA LEI Un sospiro di sollievo: ultima pagina di studio, un flash, un'idea che le sfiora la mente... Controlla l'agenda, è la serata giusta; il fatidico momento si avvicina. LUI - Fine della lezione, passi affrettati sul selciato. Raggiunge un gruppo di amici e scambia qualche parola sui fatti del giorno. Ma qualcosa lo distrae: improvvisamente si ricorda dell'appuntamento. Sbircia l'orologio, sono solo le sette, c'è tempo. LEI - Un po' di emozione. Si prepara svogliatamente qualcosa per cena, le è quasi passata la fame. Mentre mangia, distratta, sfoglia una rivista, ma nessuna faccia patinata la interessa più... Va allo specchio e inizia a «farsi bella». LUI - Mensa: come ogni sera. Vassoio in mano cerca con lo sguardo gli amici più intimi e, sedendosi al tavolo, confida loro il programma della sua serata. Sorridono compiici. LEI Ultimi ritocchi al trucco: il rossetto intonato alla camicia. È tutto a posto. Esce. L'umida sera padovana l'accoglie; chiude gli occhi un istante e sa già che... sarà bellissimo! LUI - Un'aggiustatina ai capelli ed è tutto ok: si può andare. Solitario si avvia verso il luogo stabilito; si aspetta molto dalla serata, vuole divertirsi ma avere anche la possibilità di pensare. Lei è già lì, gli da le spalle, e sta parlando con altre ragazze. Lui cerca un posto da dove vedere meglio, si siede e aspetta. Il brusio si fa sempre più forte, finché, all'improvviso, si spengono le luci e per un attimo è silenzio. Per questa edizione sono stati scelti film ampiamente promossi dalla critica cinematografica come ad esempio «Milagro» di R. Redford o «II ciclo sopra Berlino» di W. Wenders e altri accolti clamorosamente dal grande pubblico e pluripremiati come «L'ultimo imperatore» di Bertolucci, «Arnvederci ragazzi» di L. Malie, «Oci ciornie» con M. Mastroianni e T utto questo non è l'inizio di una romantica love-story, bensì quello che accade ogni anno a centinaia di studenti, assidui frequentatori del tradizionale Cinefonim Antonianum. L'«Appuntamento al buio» si ripete puntualmente, con particolare successo tutti i martedì a i mercoledì di ogni anno accademico. Anche quest'anno l'iniziativa è stata accolta con grande entusiasmo e la partecipazione fin dalla prima serata è stata molto buona. Il programma della stagione 88/89 prevede la proiezione di venti film recenti e di grande interesse ai quali segue un dibattito di volta in volta incentrato sui temi proposti dalla pellicola. 10

10 «Lunga vita alla signora» di Olmi. Non mancano inoltre momenti di intensa riflessione come quelli offerti da pellicole come «Grido di libertà» (di Attenbourgh), «La storia ufficiale» (di L. Puenzo) e dai disegni animati di Murakami («Quando soffia il vento») legati da un'importante colonna sonora firmata da Genesis e Bowie. D'altra parte, nella rassegna è presente anche quel pizzico di divertimento che rallegra gli animi, proposto da film come «Arizona junior» e «Salto nel buio», un affascinante viaggio all'interno del corpo umano che riserva non poche sorprese. Di notevole interesse e curiosità è anche il più recente lavoro di W. Allen il quale ha raccolto pareri contrastanti dalla critica. Questi venti film sono stati accuratamente selezionati dal nuovo Direttivo, cui fanno capo il presidente dottor Rizzo e la neo-eletta direttrice Michela Toffanin (che ha preso il posto dell'efficiente «barba» Roberto Meneghini) che ha composto così un ciclo eterogeneo in modo da appagare i diversi interessi dell'ormai esigente ed affezionato pubblico. Nella speranza di aver accontentato tutti (o quasi), il Direttivo del Cinefonim Antonianum ringrazia i suoi collaboratori (l'esecutivo), senza i quali questa rassegna non si sarebbe potuta attuare. Credo, a questo punto, che i nostri due giovani protagonisti potranno uscire dalla sala proiezioni... felici e contenti! Francesco Gallo Coloro che prenderanno in mano questo fascicolo sono a conoscenza di essere ospiti di un Collegio Cristiano. Eppure, ad anno accademico ormai inoltrato, il reale significato di queste due parole non è stato ancora accettato o meglio, compreso da certa parte di studenti. A tale dispersione di significato, può aver contribuito nella coscienza degli ospiti il nuovo assetto della Casa con l'entrata dello Studentato di Filosofia dei Gesuiti e la conseguente riduzione di posti disponibili per gli studenti. I nuovi arrivati non si saranno resi conto del rinnovato aspetto dell'antonianum, ma coloro che già avevano avuto questa esperienza di vita comunitaria non potranno sicuramente fare a meno di notare una certa parabola discendente dei rapporti padri-studenti, studente-studente. È triste constatare che lo spirito che ha animato l'iter educativo di centinaia di studenti nell'arco di esistenza di questo istituto, pare essere ignorato o quanto meno difficilmente realizzabile considerando il concetto di collegio svuotato di quei significati cristiano-comunitari ed educativi che lo caratterizzano. Retto da- educatori purtroppo non sempre disponibili per i nume- IL NUOVO VOLTO DEL COLLEGIO rosi impegni che li coinvolgono e frequentato da studenti che spesso non accettano di assumersi la responsabilità del ruolo del singolo nella comunità, si svilisce l'immagine prospettata nei giorni di vita a Caorle e rafforzata negli incontri di Bassano, rischiando di provocare l'annichilimento dello spirito che deve animare la comunità cristiana del collegio. In questo spirito si dovrebbe dunque rispecchiare la comune volontà di crescita senza restrizioni né condizionature di sorta, miscelando adegutamente impegni universitari, studio e vita sociale. Dev'essere questo un punto di riferimento che ogni componente l'istituto abbia chiaro e al quale contribuisca secondo la propria disponibilità. La collaudata struttura del collegio ci offre i mezzi attraverso cui rinverdire con attività di gruppo quali riunioni di Facoltà (troppo trascurate), CUAC, GEC, preghiere di Comunità, corsi di religione, Messa del mercoledì, gruppo universitari costruttori, gruppo Terzo Mondo, gruppo fotografico, Cinefonim, ritiro Pasquale, assemblee del Collegio, ciclo di conferenze e perché no la tanto decantata Goliardia, la finalità dell'istituzione Un buon inizio, visto il nuovo aspetto del Collegio, potrebbe essere una più profonda conoscenza dello Studentato di Filosofia che a tutt'oggi è una realtà sconosciuta benché si sviluppi parallela alla nostra. Riteniamo che ad alcuni potrebbe far piacere saperne di più, conoscerne a fondo l'istituzione i rapporti con l'esterno, i criteri di formazione e se possibile confronti. Realizzare quindi un positivo «do ut des» per ottenere quell'armonia che in fondo si sente mancare. Cafìero Flavio Millo Manlio 11

11 UN PO' DI CRISTOLOGIA In margine alla Mostra del cinema 1966 di Venezia Non intendo assolutamente stilare una valutazione né del profilo morale né della situazione di scandalo creata, né del profilo cinematografico e artistico del film dovuto globalmente al regista Martin Scorsese di estrazione cattolica, al suo sceneggiatore Paul Schrader protestante, al romanziere che lo ha ispirato Nikos Kazantzakis greco-ortodosso, al suo produttore Wasseman ebreo. Già da questo strano convergere di varie credenze si può dedurre perché uno dei giudizi più universalmente espressi sul film sia: «è un polpettone, una pizza, un cocktail». Ma c'è un sottofondo di problematicità nel film «L'ultima tentazione di Cristo The Last Temptation of Christ» che ritengo meriti d'essere affrontato e chiarito, quant'è possibile chiarire un mistero; anzi, forse, il più complesso mistero del cristianesimo. Quello che affronto è, quindi, l'aspetto della dottrina dogmatica intorno alla figura del protagonista il Cristo. Già è noto il comunicato che la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha diffuso in merito al film. Eccone il tratto saliente: «Esso è inaccettabile e moralmente offensivo. La figura di Gesù è infatti radicalmente falsificata».» * * Vero è che nei titoli di testa il film precisa che il Cristo qui rappresentato non è quello dei Vangeli, bensì un'immaginazione per studiarne l'umanità in rapporto alla divinità, nel conflitto carne e spirito che travaglia tutti noi. Comunque, la realtà è che il film si svolge tutto intorno e sulla persona di Gesù Cristo e non di quella, per esempio, di Maometto o di Budda. Superfluo rilevare che il tema è grandioso e attualissimo anche pastoralmente, in questi tempi di morte e di silenzio di Dio. Ma onestà vuole che chi affronta qualsiasi argomento per approfondirlo ed illustrarlo lo conosca bene nella sua essenzialità e nelle sue possibili manifestazioni. Non posso pretendere di costruire con perfetti calcoli di resistenza e di 12 portata un ponte o un edificio di ferro o in cemento mediante l'uso di computer se di questo magico strumento non conosco le regole e non faccio uso del pertinente programma. Scorsese non conosce nulla e dimostra di non conoscere nulla del Cristo del quale ha narrato l'ultima tentazione. Due sono particolarmente gli elementi essenziali della pseudo cristologia di Scorsese. Il suo Cristo è sostanzialmente un uomo sul quale, non si sa per quale arcano mistero, viene a cadere in sovrapposizione la divinità: e questo gli sta troppo stretta. L'altro elemento è l'incerta presa di coscienza che il Cristo ha della propria missione. * * * Volendo sforzarci di penetrare il senso dell'impostazione cristologica realizzata nel film, giudico che si possa benevolmente ritenere che il regista abbia voluto, nel suo Gesù, evidenziare la tormentosa realtà esistenziale di ogni uomo. Questo pover'uomo tormentato nel suo assillante e quasi connaturato tormento di credere e di non credere in un'altra vita oltre quella terrena; e nella inquieta incertezza delle scelte che quasi continuamente è chiamato a fare tra ciò che sembra bene e ciò che sembra male. E a Scorsese, come al suo sceneggiatore e prima ancora al romanziere, pare che la figura e la storia di Cristo ci stia molto bene se ridimensionata alla storia di ogni uomo. Forse è ritornato loro in mente ciò che nella lettera agli ebrei san Paolo (ma in altro senso) scrisse: «Poiché Egli è stato messo alla prova, ora può soccorrere quelli che sono nella prova» (Eb2.18). E allora, ecco qui alcune idee di chiara cristologia Gesù non è un uomo come gli altri cui incomba, non si sa bene né come, né perché, né per opera di chi, il ruolo di Messia; ruolo che sino all'ultimo, nel film, sembra aver poco gradito. L'ipotesi di essere il figlio del Padre con tutte le responsabilità che ne derivano non gli sorride poi troppo. Donde, secondo Scorsese, soffre di incubi nei quali sente una Voce, ma non è affatto sicuro che sia quella di Dio. Sia chiaro che questo non è per nulla il Gesù della rivelazione. È un falso! Il grande teologo gesuita Karl Rahner, pure in seguito al riconoscimento dell'«enorme oscurità di questo mistero», afferma chiaramente essere l'umanità di Gesù Cristo, come quella di ognuno di noi, con grazia, sapere, virtù, visione beatifica. L'unica differenza è che è una realtà del Logos, senza che questi, però, sia cambiato, essendo immutabile. Perciò quanto succede a Gesù Cristo gli succede in quanto alla sua natura umana, non in quanto alla sua persona, che è quella del Verbo. Ed è qui che bisogna prestare attenzione alla non separazione della natura umana e del Verbo, né nella sua esistenza, né nella sua attività, anche quando le attività delle due nature non si confondono; come, invece, il regista ha immaginato nella vicenda dell'ultima tentazione satanica verso il suo Cristo in croce; ancorché la tentazione si svolga tutta e sola nel pensiero. * * * Questa ideazione filmica è un assurdo dottrinalmente inammissibile nei confronti di Gesù Cristo Uomo- Dio, perché secondo la rivelazione, quello che anima e dirige la natura umana è l'essere relazione del Figlio di Dio. Avendo Gesù Cristo la natura umana oltre che quella divina, ognuna con le proprie caratteristiche, non implica ch'egli sia soggetto a recepì- j re nella sua natura umana le aberrazioni cui noi andiamo troppo spesso soggetti e che costituiscono il pecca- \ to. La teologia cattolica contemporanea riafferma la realtà della psicologia umana di Cristo, anzi anche l'evoluzione di essa; ma altrettanto fermamente insegna che l'essere personale di Gesù Cristo esiste solo in quanto è assunto dal Verbo del Padre. Perciò si può parlare di persona umana di Gesù (con tutte le sue reazioni proprie della natura umana), esclusivamente nel senso che alla umanità

12 di Gesù non manca nulla; ma è persona soltanto grazie alla persona del Verbo. Se non ci fosse una persona divina in due nature, verrebbe meno ciò che costituisce la meraviglia dell'incarnazione. Per il fatto che all'umanità di Gesù non manchi nulla è assurdo pensare che conscguentemente la sua volontà umana debba poter allontanarsi dalla volontà del Padre, sino a concepire un andamento storico della sua vita in una realtà di peccato, sia pure pensato e realizzato soltanto a livello di fantasia. La tentazione di Gesù, come è presentata nel film, è falsa e inconcepibile, perché Gesù è impeccabile anche solo nel suo pensiero, essendo assolutamente fedele al Padre come Figlio divino. In lui, per la sua unione ipostatica, non si tratta di una santità solamente di fatto, ma di una santità radicale: Gesù Cristo è il Figlio del Padre, assolutamente a Lui fedele per sempre anche nella sua vita storica di pellegrino. E quando la Chiesa nel concilio Costantinopolitano III condannò l'eresia dei monoteliti sostenitrice di una solo volontà in Gesù, quella divina, definì che la genuina lettura dei dati rivelati parla chiaramente di due volontà nel Cristo: due volontà distinte, ma non separate; e tanto meno in contrasto per una tendenza al peccato nella volontà umana di lui. Questa è cristologia pura e autentica Nei confronti della quale risulta anche l'assurdo dogmatico del Cristo storico di Scorsese tormentato dall'idea di essere figlio di Dio e di doverne ascoltare la voce che lo spingerebbe a sottostare al destino di sacrificarsi sino alla morte, alla morte di croce, per la redenzione dell'umanità. Tutta la rivelazione è esplicita nell 'affermare che il Verbo, cioè il Figlio di Dio, si è fatto uomo per amore; che sua unica costante e assillante volontà è quella di fare la volontà del Padre, volontà che consiste nella realizzazione della redenzione cruenta. Questa, a sua volta, non nasce da una tragica oscura volontà di un Dio vendicativo e crudele esigente la morte di un Innocente; ma costituisce la suprema testimonianza dell'amore di Dio verso gli uomini: «Dio ha manifestato così il suo amore per noi: ha mandato nel mondo suo Figlio, l'unico, per darci la vita» (1 Gio 4.9). Forse Scorsese sarebbe stato più coerente con la autentica cristologia se avesse intessuto il suo film in altro modo e gli avesse dato quest'altro titolo: «L'ultima tentazione di Maria Maddalena». L'inizio dell'ultima tentazione, secondo Scorsese. C. M. R. 13

13 CENTRO GIOVANILE PARTECIPARE È CONTRIBUIRE N el numero «maggio-agosto 1988» dell'antonianum è apparso un articolo intitolato «Capire e partecipare» (pagina 14), nel quale viene spiegato a grandi linee il modo nuovo e più vero di accostarsi al Centro Giovanile Antonianum, proposto quest'anno a tutti (proprio a tutti) coloro che per qualsivoglia motivo frequentano il Centro. Ci auguriamo che tutti conoscano ormai il significato del contributo di adesione, richiesto come «segno» che la finalità educativa di questa Opera è stata capita e viene esplicitamente condivisa. In altre parole si vuole indurre ciascuno di noi a chiedersi in coscienza se ha «scelto» di frequentare il Centro Giovanile Antonianum soltanto perché in esso trova un ambiente comodo, accogliente e simpatico, o se la scelta è motivata dalla consapevolezza che in esso si fa «formazione umana e cristiana», e che la sua presenza (nelle sale da gioco o in chiesa, sui campi sportivi o nelle aule, nel cottage degli scouts o alla Guizza) gli da modo di approfittare di questa finalità educativa, nonché di contribuire in qualche misura, con le sue idee, con il suo servizio, con il suo stile di vita, alla realizzazione di essa. Se questo esame di coscienza ci dice che siamo nella seconda ipotesi, allora dobbiamo sentirci impegnati a «dirlo» con il Contributo di Adesione; se siamo nella prima ipotesi... forse abbiamo semplicemente sbagliato posto! Ma c'è un'altra considerazione da fare: quando tutte le persone, giovani e meno giovani, che frequentano il Centro, avranno dato la loro adesione e avranno versato il contributo di ventimila lire, si saranno raccolti una trentina di milioni. Ma il bilancio dello scorso anno ci dice che il costo di gestione delle strutture del Centro è stato di quasi duecentoventi milioni! Abbiamo scoperto che moltissime persone non sanno che, per tenere in piedi queste strutture, sono necessarie cifre di questa entità; ed è per questo che il Consiglio Direttivo ha deciso di proporre e di sollecitare anche il Contributo di impegno, che è divenuto essenziale per la vita e la sopravvivenza di quest'opera. Non è pensabile infatti che essa continui a reggersi, per il suo fabbisogno finanziario, sulle offerte spontanee degli amici più vicini, che in questi anni si sono generosamente prestati ad aiutarla. E giunto il tempo in cui tutti coloro che sono in qualunque modo fruitori del servizio, che il Centro offre in spirito di gratuità, devono essere informati della sua situazione economica e dei problemi che da essa derivano, e vengono invitati a partecipare alla loro soluzione, ciascuno secondo le sue possibilità e nel modo che ritiene più opportuno. Questo invito viene rivolto a tutti anche da queste pagine, ed è pressante e appassionato. Numerosi amici hanno già risposto in varie forme: parecchi di loro, ad esempio, hanno offerto una somma pari ad un centesimo del deficit di bilancio (che è stato di trentacinque milioni); alcuni hanno offerto due centesimi o tre centesimi; altri hanno versato una certa somma e si sono impegnati a fare la stessa offerta per due anni o per tre anni. Vorremmo che ognuno di noi facesse un momento di riflessione e si chiedesse: «Posso? E voglio?», e rispondesse con un «sì» generoso. Questo Centro Giovanile Antonianum è sicuramente un'opera di Dio, e tutti coloro che in essa lavorano, come pure coloro che di essa fruiscono coscientemente, sanno che può reggersi solo con il suo aiuto. Ma tutti sappiamo anche che il buon Dio interviene nelle cose di questo mondo servendosi degli uomini, i quali così diventano strumenti del suo amore. Vogliamo esserlo anche noi? Enrico Lorìni INGHILTERRA. POI CALIFORNIA... POI...? Sembrava uno scherzo e invece è successo davvero. Vi ricordate tutti quei cartelloni colorati, che in primavera «infestavano» il C.G.A. annunciando favolose vacanze-studio in California? Tutti si chiedevano scettici se mai si sarebbero raccolti sufficienti interessati da formare un gruppo e fino a giugno, in effetti, nulla era certo. Invece, superate le difficoltà organizzative, il 29 luglio un bel gruppo formato da una ventina di ragazzi del Centro, accompagnato dall'instancabile Marisa Bresquar, partiva all'alba dal Prato della Valle in autobus, diretto all'aeroporto di Milano/Malpensa, da dove si sarebbe imbarcato sul volo per San Francisco. I ragazzi si sono poi spostati nel campus dell'università di California Davis, dove hanno vissuto tre settimane ricche di avvenimenti. La mattina, in sella alle biciclette messe a loro disposizione, i ragazzi raggiungevano l'edificio, dove l'università teneva i corsi d'inglese per stranieri. Divisi in vari livelli e assieme ad altri ragazzi provenienti da tutto il mondo, seguivano quattro ore di lezione impegnativa, ma anche divertente. Nel pomeriggio potevano usare le innumerevoli e modernissime attrezzature sportive del campus, nuotare in una splendida piscina, familiarizzare con gli studenti americani, presenti per i corsi estivi di varie facoltà, organizzare con loro e con gli onnipresenti giapponesi furiose partite di calcio e spaghettate in allegria. I sabati e le domeniche alla scoperta delle località vicine come San Francisco, Sacramento e il lago Tahoe. I ragazzi hanno potuto scegliere tra l'alloggio presso famiglie americane e 14

14 quello nei dormitori del campus, che assomigliavano più ad alberghi che alle nostre case dello studente. Lo stesso si può dire per la mensa, dove nonostante la cattiva reputazione della cucina americana, si mangiava benissimo e si poteva scegliere tra montagne di verdura e frutta fresca, provenienti dalle rigogliose colture californiane. Terminate le tre settimane, il gruppo si è messo in marcia a bordo di un autobus alla volta delle più famose attrazioni della California. Dopo la delusione subita alla prima tappa, il parco nazionale di Yosemite, per l'assenza delle rinomate cascate, dovuta all'eccezionale siccità che quest'anno ha colpito vasti territori degli Stati Uniti, i ragazzi hanno potuto rifarsi con gli stupendi paesaggi del Sequoia National Park e della scoscesa e frastagliata costa pacifica tra San Francisco e Los Angeles. Superate le tappe d'obbligo agli studi cinematografici di Hollywood e alla leggendaria Disneyland, il gruppo è ripartito da San Diego il 31 agosto, pieno di ricordi e nuove esperienze. La signora Bresquar è rimasta soddisfatta del suo primo esperimento di vacanze-studio oltre oceano e sta già organizzando la prossima stagione estiva, che prevede i soliti, ormai collaudati, gruppi in Inghilterra, di nuovo un gruppo per l'america e varie altre mete. Sperando che l'organizzazione resti fedele al suo principio di «servizio», e punti sempre più sulla qualità che sulla quantità, le auguriamo buona fortuna. S. B. 'ancor breve esistenza di Roberto si è conclusa il 17 novembre, lasciando nello sgomento LGianna, Laura, Riccardo, papa Angei suoi cari ed un vuoto lo e tutti incol- RICORDO DI ROBERTO PASTORIO mabile per tantissimi che, come me, avevano in lui un amico leale e sincero, apprezzato anche per le sue doti intellettuali ed organizzative che lo distinguevano in questo mondo così povero di valori, dove spesso si corre e si gareggia solo per il prestigio o per motivi economici. Ma così non era per Roberto. Sposo, padre e figlio esemplare, professionista integerrimo, aperto al progresso nel profondo rispetto dei veri valori umani, sostenuto da una fede profonda e dall'amore di Dio, lascia un'immagine di sé e la testimonianza di un uomo cui si deve tutto il rispetto ed il ringraziamento per come ci ha insegnato a vivere ed agire. Nonostante gli impegni familiari, e per lui la famiglia era il vero punto di riferimento, e professionali ha trovato il tempo ed il modo di dedicare tanta parte di se stesso al Centro Giovanile, dapprima come atleta, poi come tecnico-educatore; tanti sono i giovani ed i non più giovani, che hanno avuto la fortuna di conoscerlo ed apprezzarne le doti, a piangerlo. E che dire degli amici di Carezza! Nessuno di loro potrà mai dimenticare la generosità, la disponibilità, il sorriso con cui si è impegnato in ogni occasione per fare e tener compagnia. C'è un solo modo per tentar di lenire il dolore che nasce dalla sua perdita: avere la certezza che ci ha preceduti nel regno di Dio e, se Dio vorrà, ci aspetta intercedendo per le nostre umane debolezze e continuando a seguirci anche dal ciclo. Certo di interpretare anche il pensiero dei padri Gesuiti e di tutti gli amici dell'antonianum esprimo con tutta commozione alla famiglia la nostra fervida partecipazione al cordoglio, assicurando la nostra disponibilità e un'amicizia imperitura. Alberto Pietra 15

15 I NOSTRI MORTI CON ARSLAN È SCOMPARSO UNA GUIDA C on Michele Arslan è scomparso un maestro, una guida. Maestro come si legge sul vocabolario è «colui che contribuisce all'altrui preparazione e formazione». Questo è stato Michele Arslan: maestro di scienza e di vita. La sua capacità formativa sul versante scientifico è testimoniata dal presidio dottrinario costituito dagli studi e dalle ricerche compiute in oltre mezzo secolo d'intensa attività, dal larghissimo stuolo di allievi e discepoli di grande valore maturati alla sua scuola, dai riconoscimenti nazionali ed internazionali di accademie, università e fondazioni destinati alle sue scoperte e al suo ingegno. Le sue qualità di «magister vitae» oltre che dispiegate in famiglia e nell'ateneo, sono rappresentate dal patrimonio morale di un ambiente, quello dell'antonianum e del Petrarca, al quale dedicò passione, affetto, impegno; per questo è stato chiamato il Presidentissimo dell'unione Sportiva Petrarca. Capì, con intuito antiveggente e lungimirante, forse derivante anche dalla sua vocazione di medico e dalla consapevolezza che la miglior medicina è la prevenzione cosciente, che formare un giovane significa irrobustirlo nell'animo e nel corpo. Affiancò così l'opera dei padri Gesuiti nella ricerca di percorsi formativi su un equilibrio di valori che, privilegiando naturalmente l'aspetto spirituale, aggregassero anche l'aspetto fisico. Per questo dal dopo-guerra nel Pensionato le discipline sportive si accrebbero: calcio, rugby (il suo grande amore) pallacanestro, pallavolo, scherma, nuoto: perché andava stimolata la libertà di scelta. Si consolidarono, con la disponibilità di talenti prestigiosi, di allenatori, di preparatori; perché andava stimolata la professionalità di applicazione. Conobbero i fasti della serie A, i trionfi degli scudetti e delle promozioni: perché andava stimolata l'ansia del progredire. La disciplina sportiva non fine a se stessa, ma strumentale alla disciplina intcriore che ogni individuo sviluppa nel darsi ragione della propria esistenza come figlio di Dio. Una dimensione culturale di grande respiro, da 16 maestro, quella di Michele Arslan, che sta alla base del «progetto Petrarca» e lo alimenta. Al di là dei Tre Pini e della Guizza. Perché da lassù, egli lo può curare più di prima. Angelo Ferro II Vescovo monsignor Aldo Patroni. Dall'ottobre 1935 al settembre 1936 è stato direttore del nostro Collegio Universitario. Nativo nella provincia di Sondrio, nel 1904, è morto a Calicut in India il 22 settembre u.s: compiendo in quel giorno esattamente 84 anni. Destinato all'india dove vi svolse attività missionarie nella provincia di Mangalore vi fu eletto vescovo nel 1948, reggendo quella diocesi per 32 anni. Raggiunto i 75 anni si ritirò da quella sede episcopale continuando attività pastorali in una vita più ritirata. Nel giorno stesso del suo 84 compleanno, festeggiato dalla presenza di 15 vescovi di vari riti, si sentì male al termine dell'incontro. Gli ultimi due vescovi che stavano uscendo fecero appena in tempo a rientrare e a somministargli la Unzione degli Infermi, ricevuta la quale spirò. Il dottor Leonardo Montesi insigne industriale continuatore di una gloriosa tradizione familiare e con il padre e i figli amici profondi e convinti delle opere e delle attività dell'antonianum. Il professor dr. Hrayr Terzian uno dei più illustri maestri della neurologia italiana, già rettore dell'università di Verona e sempre legato da profonda amicizia ah'antonianum dove fu caro ospite durante gli anni della sua frequenza universitaria. Ingegner dottor Toni Gentilini affezionato e fedele frequentatore della Scuola di Religioni dell'antonianum. Da tutti ricordato per la grande simpatia che diffondeva nella sua bontà. Grand'ufficiale Francesco Molena uomo di vasta intelligenza pratica e di sconfinata bontà. Sempre affezionato alle opere e ai padri dell'antonianum. Dottor colonello medico Luigi Ceola già allievo interno del nostro Collegio Universitario fin dal 1919 compiendovi il suo curriculum. È rimasto sempre affezionatissimo ai padri e all'antonianum sì da non mancare mai di persona alle assemblee annuali degli ex-alunni. Fu uomo di eletta attività professionale e di profonda vita cristiana. Commendator Renzo Grasselli insigne amico ed educatore per le molteplici attività del Centro Giovanile e dell'u.s.p. Ammirato per la sua bontà e generosità protese all'educazione cristiana delle nuove generazioni. Ragionier cavalier Antonio Rossetto antico allievo della Scuola di Religione e fedele Congregato mariano professionista. ALTRI MORTI Stefano Sattanino, figlio di Mario Sattanino e di Gabriella De Zuccate. Zuccheri dottor Fulvio - ex alunno. Residente a Trieste. Il papa dello studente interno Mario Fortunato. La mamma dei nostri Giuseppe e Alessandra Gasparini. La signora Santina, moglie del ragionier Luigi Toniolo. Antonio De Franceschi papa di Andrea. Mario Depase fratello del nostro Edoardo. La signora Teresa moglie del ragionier Giovanni Milani.

16 l r U.S. PETRARCA NELLE SUE SEZIONI RUGBY U n momento delicato per il rugby, forse l'allenatore nuovo, magari con poca esperienza, a dirigere un bastimento di uomini dove parte di questi a malincuore si apprestano a bruciare gli ultimi stimoli, possono essere la causa dei risultati non molto eclatanti di questo inizio campionato? Pur non conoscendo uno per uno i quindici che ogni domenica lasciano brandelli di maglie e secchiate di sudore in giro per l'italia a tener alto il nome Petrarca, posso azzardare che questo era prevedibile, anzi, previsto da tutti, dirigenti allenatori giocatori e tifosi. Se consideriamo l'altra sponda, cioè quella che qui oserei definire, l'opera faraonica della Guizza (vedere Antonianum precedenti), essa ha richiesto e soprattutto continua a richiedere inesauribili energie e attenzioni a tutto l'ambiente della palla ovale, peraltro impegnato costantemente su più fronti. Da qui, dedurre quanto sia difficile mantenere equamente ben fornite le truppe su tutti i fronti è breve. Probabilmente con Munari, assumendolo a punto di riferimento, si può ritenere conclusa una dinastia, quella dei 10 scudetti vinti al Tre Pini con una parentesi al Plebiscito. Ritengo dunque che la difficoltà di questo momento evidenziata di primo acchito dalla classifica, ma che ha evidentemente altre radici, sia quantomeno transitoria, soprattutto preparativa, a quella che sarà l'epoca che vedrà insediarsi la dinastia dei 10 scudetti alla Guizza. Rugby: Bianconeri in azione a Rovigo. DASKET Ci sembra opportuno, viste le circostanze, chiederci, quale sia il male oscuro che ha inibito il sistema immuni tario della Elledi. Sebbene inizialmente pronosticata squadra favorita nel torneo di B2, la si nota affannosamente aggrappata a piene mani a metà classifica e con qualche difficoltà nel mantenersi in questa posi- La rosa completa del Volley 88/89, da sinistra in piedi: Mass. Baruffaldi, Milocco, Travica Favero, Basso, Martinelli, Dametto, Ali. Prof. Prandi. Da sinistra seduti: Paccagnella, Muredda Tofoli, Castellani, Pasinato, Pasqualotto 17

17 CADETT11987/ In piedi da sinistra a destra: Pellecchia, Tognana, Sferra, Basso, acc.re Bedeschi, Bertini, Rosin, Pollesel, Sedea. Seduti da sinistra a destra: Bedeschi, Sandon, Stefanelli, ali. Friso e Ometto, Tonzig, De Marco, Realdon. Formazione allievi. famoso progetto (prima solo d'intenti) che prevede da parte della Sezione un'attenzione particolare al settore giovanile. In che modo? Operando in maniera tale da assicurare ai ragazzi della Sezione una linea di continuità nel percorso gerarchico tra le squadre giovanili, lasciando opportunamente spazio ad eventuali possibili integrazioni. Queste, saranno valutate preventivamente con la dovuta attenzione considerandone la effettiva necessità. SCHERMA La risonanza di Seul non si è ancora attenuata del tutto in casa Bianconera. Rimangono ancora aggrappati ai vetri quasi a non volersi staccare i cartelloni che riportano i ringraziamenti ai nostri schermidori per aver ottenuto il Ciondolo all'italia e contribuito a tener grande il Petrarca. C'è del fermento in palestra, non figurano certamente i primi della classe ma incalzano con determinazione il vertice dimostrando possibilità per progredire. Una notizia nell'ultimo momento (fonte De Nobili) ci conferma che Filippo Fiore, 15 anni, sciabola ha già conseguito la seconda categoria. Complimenti. Ennio Bortolami zione. Non possiamo astenerci nell'augurare alla compagine di trovare il movimento che le permetta di superare dinamicamente questo difficile passaggio. PALLAVOLO 18 L'arrivo di Prandi ha già portato novità tecniche e caratteriali nella squadra che però, pecca ancora di discontinuità durante le partite di trasferta. Le capacità tecniche dell'allenatore e dei singoli giocatori sono comunque il presupposto per buone speranze di risultati positivi nel futuro. Tra i giovani in evidenza, segnaliamo Pasinato. Non sottovalutiamo in questa nostra breve parentesi neppure gli infortunati che hanno contribuito ad alterare il tabellone dei punti: Martinelli (frattura alla mano dx) rientrerà a gennaio, Muredda (dolori alla schiena), Paccagnella (addominali). Auguri di pronta guarigione e di proficui risultati. CALCIO La equipe di Leo Canton, subentrato quest'anno a Lucio Brutto alla guida della prima squadra, affronta queste prime battute del campionato di seconda categoria con un'organico abbastanza ridotto. Se poi a questo, associamo, che la squadra ha un età media piuttosto elevata, quindi potenzialmente soggetta a rischi di infortuni, ne conviene immediatamente come sia difficoltoso per Canton condurre e mantenere la posizione di classifica che lo vede tra i primi. Tutto questo in un campionato che vede cedere volentieri il passo all'agonismo, piuttosto che alla tecnica. A proposito di Lucio Brutto, decano della pedata, quest'anno lo si vede partecipare in prima persona a quel MATRIMONI Giorgio Todesco e Michela Meneghatti Cristoforo Zanguio e Anna Maria Stivan Fabio Girotte e Paola Pasinato Giorgio Zingales e Chiara Toffanin Carlo De Luca e Gabriella Tognon Alberto Disello e Monica Ceravolo Maurizio Segato e Francesca Busato Alessandro Giovannini e Anna Vacchi Antonio Sattin e Monica Chinchio Mario Putti e Paola Sinigaglia Nicola Cosciani Cunico e Silvia Campagna Pinarello Carlo e Carla Michelotto Giovanni Calzoni e Teresa Lorenzoni Gianandrea Bona e Annalaura Barbieri Franco Ferrari e Alessandra Bacchini Roberto Bombarelli e Chiara Gava Ciacomo (Toio) Murari della Corte Brà e Beatrice Fiorello Andrea Milani e Alessandra Maggia Paolo Tellatin e Maria Giovanna (di Luigi) Cenacchi Stefano Zaffagnini e Anna Pasti Davide Carmignani e Federica Magnano di San Lio Michele Cantanna e Firorella Bucelloni

18 ELENCO DEGLI EX ALUNNI CHE HANNO VERSATO LA QUOTA PER L'ANNO 1988/89 (dal 1 Ottobre al 30 Novembre 1988) / segnati con asterisco hanno versato una quota sostenitrice Accordi Dr. Franco Accordi dr. Maurizio Alberimi dr. Lorenzo Alfonsi dr. ing. Aurelio Aliprandi dr. Francesco Aliprandi Giovanni Alocco dr. ing. Vittorio Amaducci dr. prof. Luigi Angrilli dr. prof. ing. Francesco Apergi comm. rag. Sergio Apergi dr. Curzio Atzori pf. Bruno Azzini prof. Carloantonio Bacco comm. Angelo Baggio dr. prof. Paolo Baldo Giorgio Balli dr. ing. Alberto Barbieri dr. ing. Riccardo Barbieri dr. prof. Antonio Bartolomei dr. pf. Giuseppe Barusco dr. prof. Giorgio Baxiu dr. Gian Riccardo Beghi dr. Quinto Beltrame dr. Mario Benacchio dr. pf. Giuseppe Benacchio dr. pf. Luigi Bertolini avv. Angelo * Bianchini avv. Bernardo Biasin dr. Giuseppe Bisaro dr. pf. Aristide Bisetti dr. Paolo Bodini dr. Giovanni Bolzonella Carlo Bonini dr. Consueto Sonino dr. pf. Raffaele Broccaioli univ. Virginio Succhi prof. ing. Renato Cacciavillan dr. Diego Calore geom. Gianni Camuffo dr. Darlo Cantanna dr. ing. Michele Canuto geom. Bruno Caporali dr. Alessandro Caporusso dr. Vito Carbognin dr. pf. Giovanni Cardini prof. Giorgio Carenza dr. Mario Carlotto rag. Oscar Carnesecchi Sergio Carrara dr. proc. Giuseppe Caruso dr. Giuseppe Cavalcasene rag. Enrico Cavalcasene dr. ing. Pietro Cavinato Carlo Cazzola dr. ing. Luciano Ceola ten. col. dr. Luigi M. Checchini dr. pf. Antonluigi Cherubini dr. Mariano Chiesa dr. Mario Chinelli dr. Ezio Ciani Bassetti dr. Vincenzo Cipriani dr. ing. Franco Ciralli dr. Bruno Ciraso dr. Gaetano Ciraso dr. Giovanni Coeli dr. Margherita Colombo dr. ing Carlo Comelli Gianluigi Corà dott. Giannantonio Corradi pf. Giuseppe Cortella dr. Carlo Costanze dr. Roberto Covi dr. Pierluigi Croccolo dr. ing. Fabio D'Arcais Flores pf. Giuseppe Da Rin Dante Dal Ferro dr. Francesco Dal Molin ing. dr. Italo De Bonetti Veleggia rag. Dino De Besi dr. Gianfranco De Julio Michele De Marco dr. Alberto De Romedi dr. ing. Silvano De Zuccate dr. ing. Paolo De Zuccate nob. Luigi Dessanti dr. ing. Enrico Donati dr. Giulio Doroldi Carlo Egidi dr. William Fognani dr. ing. Alessandro Ferrari ing. dr. prof. Carlo Ferro dr. prof. Angelo Filippetto avv. Mario Formentini c.te avv. Michele Fracanzani Ermanno Frigo dr. Andrea. Furioli dr. ing. Gianluigi * Gandolfi dr. pf Carmelo Garbin dr. ign. Vincenzo Garcea dr. ing. Mario Garofalo dr. Alberto Gasparini aw. Valentino Gentile dr. pf. Francesco Geremia Guglielmo Geremia dr. ing. Mario Giacich dr. Walter Giacobazzi dr. Francesco Giron dr. prof. Giampietro Giudee avv. Pietro Giuriate rag. Franco Gobbin ing. dr. Claudio * Gonzato dr. Piero. Grassivaro dr. ing. Enzo Graziato dr. ing. Gelserino Grusovin dr. Giovanni Guacci dr. Giorgio Guzzi dr. Umberto Inga dr. prof. Enzo Franco Lechi c.te prof. Alfredo Lechi dr. prof. Alessandro Leonardi dr. pf. Pietro Lecara dr. Francesco Lorenzoni dr. Renzo Lorini dr. Enrico Lorini rag. Carlo Lotti dr. Francesco Levato rag. Giovanni Lui dr. ing. Guido Luise dr. pf. Renato Macola dr. ing Mario * Maggia dr. ing. Antonio Maggia dr. ing. Marcelle Meggioni dr. Giuseppe * Magnano Di S. Lio dr. ing. P. Magrini dr. pf. Carlo Malatesta M. Gianni Matovani dr. ing. Domenico Manzoni N.H. Marchese Luigi Manzotti dott. ing. Luca Marasco dr. Egidio Marcon ing. dr. Aldo Marcucci dr. ing. Franco Margoni Dalle Ore dr. Marco Marinoni Mario ALTA MODA RICONFEZIONI A MODELLO RIPARAZIONI - CUSTODIE PADOVA - Piazza Insurrezione, 1 - Tei. (049)

19 Merlotto geom. Giovanni Marzolo dr. ing. Paolo Masiero dr. Gianfranco Mastrapasqua dr. ing. Renato Matteini dr. Maurizio Mazzucato dr. comiti. Saturno Mazzuccato dr. Marcelle Mazzucato Vittorio Mazzucato dr. Ugo Meneghetti dr. proc. Giorgio Meneghetti dr. Carlo Merlin rag. Umberto Molari avv. pf. Alfredo Molinari dr. ing. Marco Monnet dr. Adriano Morassutti dr. arch. Bruno Moschetti prof. avv. Francesco Mosconi dr. Gianrodolfo Munaron dr. Castone Munegato dr. ing. Antonio M. Muneghina Francesco Nalin dr. Edoardo Narpozzi dr. pf. Antonio Nicolini dr. Marino Nobile dr. ing. Rodolfo Notar! pf. Walter Novello dr. Giorgio Okolicsanyi dr. prof. Lajos Olivi avv. on. Marcelle Osele dr. Francesco Ostuni dr. Pierantonio Panzerini dr. ing. Girolamo Pavan dr. Giorgio * Pavan dr. ing. Stefano Peracchia dr. fp. Anacleto Perrone dr. Carmelo Peruzzi rag. Ennio Piccinno dr. ing. Pantaleo Pietrogrande arch. dr. ing. Rinaldo Rivetta dr. ing. Antonio Pomello-Chinaglia dr. Frane. Porta dr. Carlo Rotti dr. Gianni Prayer g. dott. Tommaso Protti dr. Giampietro Putti ing. Mario Raengo dr. Francesco Randi dr. Alessandro Rappenello ing. Giampietro Rasi Caldogno dr. Alberto Ravagnan dr. Giampaolo Rebasti dr. Luigi Rencelj dr. Marco Reposo dr. pof. Antonio Riccato dr. ing Giorgio Riedel dr. Alfredo Riello Pera dr. Antonio Righetti dr. Giovanni Rizzo cav. rag. Gino Rizzotti dr. Silvio Robuschi dr. Riccardo Rocco dr. Pierluigi Rohr dr. ing. Alberto Romanelli dr. Michele Romaro dr. ing. Giorgio Romaro dr. ing. Tommaso Ronconi dr. pf. Giorgio Rosa dr. Lino Rossi dr. Giacomo Rossi dr. ing. Giancarlo Rostoni dr. ing. Tino Saccomani dott. Piero Salce dr. Giuseppe Sentinelle dr. Fernando Sartori Borotto dr. ing. G. Sartori dr. Paolo Scalei univ. Leonardo Scarante dr. Alessio Scioldo dr. ing. Grato Scuderi dr. ing. Gaetano Sembeni dr. ing. Vittorio Sgaravatti dr. Alberto Silbestrini dr. Danilo Simonetti Antonio Simonetti dr. ing. Giuseppe Sodoman dr. Piergluigi Sogne dr. ing. Franco Stefani dr. prof. Michele Stella dr. Anna Stoppato dr. ing Luigi Ticca dr. ing. Paolo Todeschini dr. Gregorio Todeschini dr. ing. Antonio Tornasi dr. Franco Toniolo dr. Giuseppe Toniolo dr. pf. Gianfranco Tonzig comm. avv. Giorgio Tonzig dr. ing. Alberto Tonzig dr. ing. Federico Topa dr. ing. Leonardo Tortalo dr. ing. Carlo Turolla dr. Alberto Turra dr. Sisto Vanzo dr. Giorgio Vasoin dr. Franco Veronese dr. Giuseppe* Veronesi dr. ing. Gaetano. Viel dr. ing. Giuseppe Zeccarla dr. Francesco Zacceria dr. prof. Vittorio Zembotto dr. Francesca Zanardo dr. Paolo Zanella dr. Luciano Zannini dr. ing. Adriano Zatte rag. Giorgio Ziliotto dr. Umberto Zilli dr. Alberto Zillo dr. Alberto Zotti Zaccaria dr. Lina. NASCITE Carlo di Laura e Piero Cosi Giulia di Marina e Bruno Lorini Margherita di Marina e Fabio Verlato Benedetta di Carla e Francesco Pontara Sofia di Paola e Vito Rossi Beatrice di Daniela e Paolo Pavan Francesco di Maurizio e Liliana Bombarda macchine per scrivere sistemi di videoscrittura fotocopiatori accessori "Il market dell'office automatica" PUNTO VENDITA ED ASSISTENZA personal computers telefax Italtel mobili per ufficio cancelleria Olivelli - OLYMPIAfl * C.SO DEL POPOLO 65 - PADOVA - TEL. 049/ Rex-Rotary DI RUBINI FLAVIO Gioielleria -Argenteria-Orologeria Concessionario orologi BAUME & MERCIER 351OO PADOVA - VIA DEL SANTO 4 - TELEFONO

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