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1 Gruppo Aziendale UILCOM-UIL Rai Rai Way Milano Info Rai TV n. 146 del 4 Aprile 2012 Sommario: 1. Rai: Rao(Udc), aspettiamo proposta governo. Privatizzare? non e' momento 2. Rai: le decisioni del CDA (28 marzo) 3. Rai: dopo 5 anni bilancio in attivo 4. Rai: grande successo agli Screenings di Firenze 5. Rai: Comanducci, cerchiamo alleanze per il cambiamento 6. Rai: premiato Piero Angela per i 60 anni in Azienda 7. Per un vita dignitosa servono 2500 euro 8. Lavoro: vertice di maggioranza con Monti, accordo raggiunto 9. Scandalo tabloid, James Murdoch si dimette 10. Beauty Contest ora fuori i soldi 11. Focus Ascolti Rapporto Auditel 2012 (Primo trimestre) 12. Focus ascolti - I più visti dell'ultimo decennio 13. Tv: il futuro del broadcast è più roseo visto dai satelliti di Sky Italia 14. Cassazione: atteggiamento di sfida del dipendente e insubordinazione? Legittimo il licenziamento 15. Disoccupazione record al 9,3%. Giovani, il 31,9% è senza lavoro 16. Che cos è il 4G Rai: Rao(Udc), aspettiamo proposta governo. Privatizzare? non e' momento Fonte: Asca Rai Rao(Udc) aspettiamo_proposta_governo Privatizzare non_e momento pol.html (ASCA) - Roma, 3 apr - ''Chi si oppone a una riforma della governance della Rai vuol dire che e' contento di come vadano oggi le cose a Viale Mazzini. E francamente questo atteggiamento mi insospettisce un po', considerato il concorrente diretto. Il servizio pubblico ha bisogno di essere profondamente cambiato, voltando definitivamente pagina rispetto alle esperienze degli ultimi anni''. Ad affermarlo e' Roberto Rao, capogruppo Udc nella commissione parlamentare di Vigilanza Rai, intervistato da 'Il Journal'. ''In questo senso -ha aggiunto-, siamo certamente favorevoli a una guida esperta e capace, che possa affrontare problemi dell'azienda (che sono di bilancio, di contenuti e di modernizzazione e d efficientamento delle strutture), allo stesso modo in cui il Presidente Monti sta affrontando i problemi del paese. L'immobilismo di oggi e' dettato dalla contrapposizione tra chi dice 'Solo con la Gasparri' e tra chi 'Mai piu' con la Gasparri'. Per uscire dall'impasse nell'interesse dell'azienda e degli utenti aspettiamo che il Governo faccia le sue proposte che noi le valuteremo senza pregiudizi come abbiamo fatto fino ad oggi. Per quanto riguarda la privatizzazione, pero', non credo che sia il momento migliore per vendere: a chi?, a quanto?, e quale parte dell'azienda? Invece che rischiare di svendere un bene pubblico a chissa' che tipo di acquirenti, e' meglio intervenire per risanare la Rai, almeno fin quando ne avremo le possibilita'. E' ora di fare piu' politica per la Rai e meno politica dei partiti nella Rai. Questo riguarda tutti''. 1

2 Rai: le decisioni del CDA (28 marzo) Fonte: Ufficio Stampa Rai le_decisioni_del_cda.html Il Consiglio di Amministrazione nella seduta di oggi ha approvato all'unanimità il progetto di bilancio consolidato di Gruppo dell esercizio 2011 che prevede un utile di 4,1 milioni di euro. Si tratta di un risultato importante per la Rai anche perché giunge dopo 5 anni di esercizi contabili chiusi in perdita. La proposta di bilancio ora dovrà essere approvata dall'assemblea degli azionisti. Nel corso della seduta il Direttore Generale ha illustrato le tappe che hanno portato a questo risultato partendo dalla seduta consiliare del maggio 2011 dove - evidenziate le criticità dell'obiettivo di raccolta di Sipra il Consiglio di Amministrazione diede mandato al Direttore Generale, Lorenza Lei, appena insediata, di avviare una manovra correttiva di 60 milioni di euro su tutte le aree di costo e di ricavo con l'obiettivo di conseguire il pareggio nel La gestione del secondo semestre 2011 non soltanto ha permesso di raggiungere l'obiettivo dei 60 milioni di euro, ma di superarlo ampiamente. Il bilancio 2011 pertanto, redatto in continuità di criteri di valutazione e senza l'ausilio di poste straordinarie, si chiude con un leggero utile di 4 milioni di euro nonostante una raccolta pubblicitaria ridotta a 963 milioni di euro, rispetto all'obiettivo iniziale di budget di milioni di euro (- 87 milioni di euro). Nella stessa seduta il Consiglio di Amministrazione ha approvato il palinsesto estivo Rai: dopo 5 anni bilancio in attivo Fonte: Ufficio Stampa Rai dopo_5_anni_bilancio_in_attivo.html Con riferimento a quanto emerso su alcuni organi di stampa la Rai precisa che il bilancio approvato all'unanimità dal Consiglio di Amministrazione e redatto in continuità presenta un risultato positivo di oltre 4 milioni di euro dopo 5 esercizi chiusi in perdita. Sotto il profilo finanziario, la Rai ha sostenuto dal 2007 ad oggi circa 360 Milioni di investimenti per il passaggio al digitale terrestre. Inoltre, sotto il profilo editoriale la Rai ha sviluppato importanti investimenti per ampliare il proprio bouquet di canali: 14 canali free ed 1 in Hd che hanno consentito a Rai di consolidare la propria leadership di ascolto. La solidità dell'azienda e l'attenzione ai costi hanno permesso di effettuare tali investimenti tecnologici ed editoriali pur in presenza di una riduzione delle entrate pubblicitarie ed un incremento del tasso di evasione del canone. L'indebitamento, frutto di tali investimenti, ha peraltro un valore limitato se comparato con quello di altre aziende operanti nei mercati di riferimento del gruppo Rai ed è assolutamente compatibile e coerente con il livello di fatturato e con la struttura economico finanziaria dell'azienda. Nella versione definitiva del Piano industriale che sarà sottoposta al Consiglio di Amministrazione, sono previsti interventi sia gestionali che strutturali che genereranno una redditività in grado ridurre progressivamente l'esposizione finanziaria e nel contempo garantire lo sviluppo delle attività editoriali e tecnologiche. Pertanto, non sussistono in alcun modo i presupposti - non solo di natura giuridica, ma anche economico finanziaria - per poter valutare altre soluzioni o suggestioni. Rai: grande successo agli Screenings di Firenze Fonte: Ufficio Stampa Rai grande_successo_agli_screenings_di_firenze.htm l Grande interesse, grande successo per gli Screenings di Firenze. I grandi buyer internazionali hanno particolarmente apprezzato le produzioni Rai e avviato significative trattative. In 2

3 particolare gli acquirenti internazionali hanno indirizzato il proprio interesse per la fiction Rai, privilegiando titoli come il Giovane Montalbano, particolarmente apprezzato negli USA, il Commissario Montalbano venduto, dopo la BBC lo scorso anno, alla tedesca ZDF. Molto successo anche per il film Cesare deve morire dei fratelli Taviani, che ha aggiunto alla lunga lista dei Paesi acquirenti Bulgaria e Medio Oriente. Tra le tante delegazioni presenti a Firenze, quelle dal Brasile, dai paesi scandinavi, dalla Spagna, dalla Germania e dalla Australia. La fase di preacquisto che si perfezionerà al MIP TV di Cannes la prossima settimana, ha totalizzato una cifra nettamente superiore alla previsione e di gran lunga più alta rispetto agli scorsi anni. Rai: Comanducci, cerchiamo alleanze per il cambiamento Fonte: Ufficio Stampa Rai comanducci cerchiamo_allenze_per_il_cambia mento.html RAI è il più importante broadcaster italiano, oggi presenza significativa anche nel panorama europeo. Ha conquistato questo primato grazie anche alla capacità di sapersi aprire e di saper interpretare i cambiamenti socio economici dagli anni Cinquanta a oggi. Lo ha detto il vicedirettore generale della Rai, Gianfranco Comanducci intervenendo all incontro Le alleanze strategiche nell ambito degli Screenings di Firenze Il nostro posizionamento di Servizio Pubblico ha proseguito Comanducci - ha contribuito al mantenimento di leadership in un contesto ogni giorno più competitivo, sia sotto il profilo della diversificazione delle tipologie di offerta, sia sotto il profilo della struttura tecnologica. Differenti sono le leve della governance tra noi e i privati. Differenti sono anche le rigidità di strumentazione operativa e regolamentare. Lo sappiamo, così come sappiamo che differente è la missione. Rai ha aggiunto il vice direttore generale - vuole continuare ad essere uno dei modelli di riferimento nel mondo per l esercizio del servizio pubblico radiotelevisivo. Un centro di eccellenza di professionalità in grado di creare contenuti di altissima e riconosciuta qualità. Essere leader in Italia ed in Europa nell utilizzo delle diverse piattaforme digitali, senza peraltro tralasciare la ricerca di un ruolo di leadership anche nei mercati adiacenti al business televisivo tradizionale. La Rai ha proseguito Comanducci - quale primaria azienda culturale del paese, per mantenere la leadership nel nuovo secolo digitale deve aprirsi per comprendere le aspettative in termini di offerta editoriale e, più in generale, di impatto che può avere nella vita quotidiana; cogliere le aree di forza e debolezza di nuove proposizioni, dare un chiaro segnale di coinvolgimento ed apertura nella declinazione concreta del servizio pubblico. In questo ambito ha concluso il vice direttore generale - ci stiamo muovendo nella ricerca di alleanze con aziende che condividano i principi fondanti e l importanza del ruolo della Rai per il nostro Paese e che quindi siano disponibili ad affrontare la tematica dello sviluppo e distribuzione dei contenuti che sono un patrimonio comune che necessita di continue risorse per essere sviluppato. Ci può dividere il business, certamente abbiamo valori condivisi che ci uniscono". " Insieme- ha detto Comanducci rivolgendosi agli altri partecipanti all incontro, Mauro Moretti (AD Ferrovie dello Stato),Marco Patuano (Chief Operating Officer Telecom Italia) Christophe Muller (Head of partnership Google/YouTube),David Bevilacqua (AD Cisco Italia) - potremo contribuire al cambiamento. Rai: premiato Piero Angela per i 60 anni in Azienda Fonte: Ufficio Stampa Rai premiato_piero_angela_per_i_60_anni_in_aziend a.html Un premio per la lunghissima militanza in Rai è stato consegnato questa mattina a Piero Angela in apertura dell'incontro "Rai per la valorizzazione dei beni culturali" moderato dal Consigliere di Amministrazione Giorgio Van Straten, in corso di svolgimento a Firenze nell'ambito degli Screenings A consegnare la targa d'argento il vicedirettore generale Gianfranco Comanducci che ha indicato le due caratteristiche di Piero Angela :" la capacita' di unire qualità' e ottimi ascolti e la curiosità' che non gli e' venuta mai meno dal settembre del 1952 quando a Torino inizio' il suo lavoro da cronista in Rai". 3

4 Per un vita dignitosa servono 2500 euro Fonte: RaiNews24 Il costo dei beni essenziali di una famiglia di 4 persone è euro l'anno: sufficienti per vita spartana ma dignitosa. In Italia 35% lavoratori dipendenti costretto al doppio lavoro per far quadrare conti, dal sommerso 540 mld nel 2011, 35% Pil. Un operaio edile di origine marocchina era senza dimora, ricoverato in psichiatria. Artigiano che ha tentato suicidio a Bologna aveva 104mila euro di pendenze col fisco. Una famiglia di quattro persone, ovvero una coppia con due figli, ha bisogno di oltre euro al mese, per andare avanti in modo dignitoso, cercando di risparmiare su tutto, ma non facendo mancare nulla ai bambini. Sono questi i calcoli che fa l'eurispes, sottolineando che in media solo per mangiare la spesa ammonta a 825 euro mensili. Visti le cifre, spiega l'istituto, e' difficile arrivare alla quarta settimana con i soli redditi da lavoro e il rischio di poverta' si fa sempre piu' reale. Ecco che non stupisce se in Italia oltre un lavoratore dipendente su tre ha un doppio lavoro, che spesso e' in nero. Le stime dell'eurispes relative ai bilanci familiari, sono, infatti contenuti nel rapporto sull'economia sommersa 'L'Italia in nero' messo a punto insieme all'istituto di studi politici San Pio V. Dal dossier appare evidente come il sommerso sia diventato "un ammortizzatore della crisi", uno dei principali mezzi usati per affrontare i tempi di recessione, in cui il caro vita non accenna ad arrestarsi. Stando ai calcoli dell'istituto di ricerca presieduto da Gian Maria Fara, alla spesa alimentare (che varia da un minimo di 748 euro nel Sud a un massimo di 940 euro nel Nord Est), si aggiungono gli esborsi per la casa, pari in media a 890 euro mensili, quelli per trasporto e assicurazioni (339 euro) e quelli per l'abbigliamento (240 euro). Ci sono poi le bollette e i costi della mensa scolastica dei bambini, che per la famiglia tipo considerata dall'eurispes si traducono in altri 150 euro mensili. Tra le spese considerate basilari ci sono, inoltre, i pagamenti medico-sanitari che all'anno assorbono ben 950 euro. Sommando tutte le voci risulta che nella media nazionale un nucleo di quattro persone si ritrova a spendere circa euro al mese. Se a questo budget fatto di beni essenziali si affiancano ulteriori capitoli di spesa, che comunemente rientrano nel portafoglio di una famiglia, dall'arredamento allo sport, la soglia arriva a superare i 3 mila euro. Si spiega cosi' come, rileva il rapporto, "solo un terzo delle famiglie italiane riesce ad arrivare tranquillamente a fine mese" e come "almeno 500 mila famiglie hanno difficolta' a onorare i mutui per la casa", mentre " aumenta il credito al consumo (+100% tra il 2002 e il 2011) e cresce la poverta' in 'giacca e cravatta"'. Lavoro: vertice di maggioranza con Monti, accordo raggiunto Fonte: Asca vertice_di_maggioranza_con_monti accordo_raggiunto POL.html (ASCA) - Roma, 4 apr - Fumata bianca nel vertice di ieri sera a Palazzo Giustiani, durato tre ore, tra Mario Monti e i leader dei partiti di maggioranza Angelino Alfano, Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini, a cui hanno partecipato anche il ministro Elsa Fornero e Antonio Catricala', sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Soddisfatto si dichiara Bersani, che sostiene che tutti i nodi sono stati sciolti, in particolare quello che riguarda la riformulazione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori: ''Abbiamo detto le nostre cose, ora il governo decidera'''. Soddisfatto si dice anche il presidente del Consiglio. E' stato infatti affidato al ministro Fornero il compito di correggere alcune parti del testo del ddl che propone la riforma e che potrebbe essere depositato in Parlamento gia' venerdi', dopo la riunione del Consiglio dei ministri. Gia' oggi Monti potrebbe recarsi al Quirinale per sottoporre il testo alla firma del presidente Giorgio Napolitano, rientrato ieri dalla visita ufficiale in Giordania. Che la 4

5 maggioranza fosse alla ricerca di una mediazione lo si e' capito ieri mattina, quando nella riunione del Cdm durata appena dieci minuti non si e' esaminato il ddl sulla riforma del lavoro come invece si era ipotizzato in alcuni settori dell'esecutivo. Le indiscrezioni provenienti dal Pdl sottolineavano inoltre come la soluzione migliore fosse quella di trovare una convergenza unitaria prima dell'iter parlamentare della riforma perche' altrimenti le correzioni al testo del ddl alla Camera o al Senato sarebbero state interpretate come una vittoria della strategia del Pd. Nel pomeriggio, prima del vertice serale, Monti aveva avuto un primo incontro a sorpresa a Palazzo Giustiniani, dove ha sede l'ufficio di senatore a vita del premier, con il segretario del Pd Bersani che era servito a sondare se c'erano le condizioni di una soluzione condivisa. Nel frattempo Lorenzo Cesa, segretario dell'udc, dichiarava di essere persuaso che ci fossero ''le condizioni per una sintesi sull'articolo18''. Una nota di Palazzo Chigi, diffusa alla fine del vertice, annuncia che ''il governo e i leader delle forze politiche di maggioranza si sono impegnati per un iter di approvazione efficace e tempestivo della riforma in Parlamento''. L'obiettivo potrebbe essere addirittura quello di approvare la riforma prima delle elezioni amministrative del 6 maggio. L'accordo raggiunto tra il presidente del Consiglio e i segretari dei partiti di maggioranza prevederebbe infatti che dopo la riunione di ieri sera non siano possibili modifiche al ddl nel corso del dibattito parlamentare. Ora si attende il testo definitivo della riforma, in particolare la riscrittura delle modifiche all'articolo 18 su cui Pd e Cgil hanno insistito nelle scorse settimane per ottenere la clausola del reintegro per i licenziamenti illegittimi anche per ragioni economiche. Alfano ha invece chiesto nel corso del vertice una maggiore flessibilita' in entrata nel mercato del lavoro, ipotesi su cui Bersani non avrebbe fatto particolari obiezioni. Il testo finale del ddl dovrebbe percio' contenere alcune correzioni che accolgono pure le proposte del Pdl. Due le anticipazioni sulle modifiche al testo su cui si e' convenuto nel vertice: il rafforzamento del ruolo della commissione di conciliazione tra azienda e sindacati in cui e' possibile il ricorso al giudice solo in seconda battuta; la possibilita', se il giudice ritiene che ci sia stato un abuso nella scelta del licenziamento economico, che ci possa essere il reintegro del lavoratore in questione. Susanna Camusso, segretaria della Cgil, utilizza twitter per sottolineare che ''se, come temiamo, nel ddl non verra' previsto il reintegro nel caso di licenziamento illegittimo continueremo le iniziative di protesta''. Il giudizio sulla nuova versione del ddl la Cgil e gli altri sindacati lo daranno solo quando conosceranno il testo definitivo. Fara' altrettanto la Confindustria che aveva chiesto al governo, a differenza dei sindacati, di non modificare la prima versione della riforma dell'articolo 18. Intervistato da SkyTg24 prima del vertice di maggioranza tra Monti e i leader dei partiti, era stato particolarmente polemico Luigi Angeletti, segretario della Uil: ''La vicenda dell'articolo 18, cosi' come quella degli esodati, se posso dirla con una battuta, rappresentano un fondato motivo, una giusta causa, per un licenziamento del ministro del Lavoro Fornero''. Da segnalare infine l'intervista di Monti che compare oggi su ''la Stampa''. Il presidente del Consiglio non esclude che nella prossima legislatura si possa formare una ''grande coalizione'' per proseguire nel risanamento economico e nelle riforme ma si dice convinto che non sara' lui a guidarla. gar/sam/ Scandalo tabloid, James Murdoch si dimette Fonte: TGCOM :14 - James Murdoch si dimette da BSkyb. Le dimissioni dalla presidenza della piattaforma pay tv sono state presentate durante la riunione del board. Al centro delle polemiche sullo scandalo delle intercettazioni illegali da parte dei giornali del gruppo, Murdoch ha deciso di andare via "nell'interesse" della società. Il giovane erede si era dimesso anche dalla presidenza di News International, braccio inglese di News Corp. Tra qualche giorno arriverà la pubblicazione del rapporto sull'inchiesta sulle intercettazioni illegale condotta dalla commissione cultura, media e sport della Camera dei Comuni. Murdoch jr aveva testimoniato due volte di fronte alla commissione. In una lettera Murdoch aveva ammesso la sua responsabilità per non aver scoperto in tempo gli illeciti che venivano commessi nelle testate di News International e presentato le sue scuse personali verso le vittime delle intercettazioni illegali. Ma aveva ribadito anche la sua innocenza, affermando di non aver reso una testimonianza fuorviante di fronte al Parlamento, 5

6 giustificando però la sua decisione di lasciare la presidenza di News International con la necessità di concentrarsi sulla pay tv. Il figlio di Murdoch resta nel board di BskyB come direttore non esecutivo. Il suo posto come presidente è stata preso da Nick Ferguson, il più anziano dei direttori indipendenti. Beauty Contest ora fuori i soldi Fonte: Repubblica STEFANO CARLI La formula è stata trovata: le frequenze del Beauty Contest saranno assegnate sì con un asta competitiva, ma sarà un asta "low cost". L effetto dal punto di vista della comunicazione è assicurato, anche perché la formula individua il nodo politico: Passera si è impegnato in tv a bloccare il regalo di una frequenza a Mediaset (e anche a Rai e Telecom) e quindi quello è il punto di non ritorno. Le frequenze si dovevano pagare e si pagheranno. Già, ma quanto? Salvato il principio non si è ancora arrivati che a metà del guado. Il Beauty Contest è uno dei più grossi e intricati pasticci lasciati in eredità dal governo Berlusconi. E pensare che se nei dintorni di Arcore non si fossero intestarditi tanto a voler bloccare Sky a tutti i costi (l allora ministro Romani ne fece una vera battaglia) a quest ora il "concorso di bellezza" sarebbe già nell agenda delle cose fatte da un anno o giù di lì. E invece arrivati a questo punto è diventato un passaggio davvero difficile da sciogliere. Anche perché è nel frattempo diventato uno degli snodi politici del governo. Che ha fatto digerire pensioni e lavoro alla sinistra e per ora solo l evasione fiscale al centro destra. Quindi, la sorte del Beauty Contest è segnata. Entro due settimane, in tempo per rispettare il termine del 19 aprile, scadenza della sospensione decisa da Passera, il governo emanerà un qualche atto che lo cancellerà per sempre. L altra possibilità, una proroga, verrebbe vista come un tentennamento da parte del duo MontiPassera su una materia importante come le tv e sembra ormai fuori questione. Il Beauty Contest è morto, viva l asta low cost. E qui si ricomincia. Il tempo però non mancherà. In questa materia il governo decide e l AgCom dispone. Vuol dire che una volta presa la decisione la palla passerà all Autorità di settore per mettere a punto il nuovo meccanismo di assegnazione. E ci sarà il tempo per sciogliere questo ultimo nodo. Il prezzo. sul resto sembra invece che una quadra sia stata trovata. Complice anche il fatto che negli ultimi mesi molte cose stanno cambiando nello scenario tv italiano. E soprattutto sta cambiando Mediaset. Se il Biscione di questo inizio 2012 riesce a dare il benservito a Emilio Fede nel giro di 24 ore vuol dire che a Cologno Monzese molti tabu scricchiolano. E uno di questi riguarda proprio le frequenze. La nuova strategia di Mediaset ne ha meno bisogno perché punta ad arricchire la sua pay tv con nuovi contenuti on demand piuttosto che aumentando l offerta di singoli canali. E scommette, per la prima volta, in modo deciso su Internet. Risultato: se domani Mediaset avesse per le mani un nuovo multiplex, dove far passare tra i 4 e i 6 canali, che ne farebbe? Se li usasse per la pay, che ancora oggi non è in pareggio di conto economico, dovrebbe mettere in bilancio un ulteriore appesantimento dei costi di acquisizione di contenuti pregiati. Se li usasse per il "chiaro" rischierebbe ulteriormente di frantumare l audience e questo non va bene perché quello che oggi perde sui tre canali tradizionali in termini di fatturato pubblicitario non viene recuperato dai nuovi canali digitali. E infatti si vede come Mediaset tra i canali in chiaro faccia una selezione. Spinge Iris e Boing (tra l altro questo in comproprietà con Turner) mentre La5, Extra e ItaliaDue sono un po abbandonati a se stessi. Tutto questo per dire che all addio ufficiale al Beauty Contest da Cologno arriveranno alti lai ma sotto sotto non si stracceranno le vesti. Questo però è un problema in più per il governo. Se si fa l asta, chi partecipa. E quanto è disposto a pagare? La partita si fa complicata. Vediamo gli strumenti sul tavolo del governo. Le frequenze da assegnare sono 6. Tre sono pronte subito e buone: sono i canali 54, 55 e 58 (quest ultimo è quello che Mediaset si era fatta assegnare pro tempore a titolo sperimentale) E sono i canali che erano stati tolti proprio a Telecom, Mediaset e Rai per portare il dividendo digitale dal 2 a 5 multiplex. Le altre tre frequenze sono un po più difficili da usare. Una è il canale 6 della banda Vhf, che oggi usa solo la Rai, in modo disordinato e la Europa 7 di 6

7 Francesco Di Stefano: una gran quantità di utenti per prenderla dovrebbe riorientare le antenne di casa. Infine ci sono i canali 23 e 28: «Sono ottimi dal punto di vista televisivo, meglio anche di quelli tra 50 e 60 spiega Antonio Sassano, uno dei maggiori esperti di frequenze d Italia Solo che per poterne disporre pienamente bisognerebbe procedere a un riassetto di tutto l etere italiano. Sarebbe un costo, ma aprirebbe finalmente la strada ad un utilizzo più razionale e più redditizio di tutta la risorsa radioelettrica e permetterebbe anche di liberare qualche frequenza in più». Ma non è ancora tutto. I canali da 51 a 60 infatti stanno per cambiare destinazione d uso. Entro un paio di anni Bruxelles dovrebbe deciderne l assegnazione in esclusiva alla telefonia mobile per rispondere alla fame di banda larga sulle reti cellulari per alimentare smartphone e tavolette e sistemi mobili M2M. Insomma, non si possono fare oggetto di una assegnazione ventennale, come dovrebbe essere di norma, perché al più tarda dal le tv che ancora trasmettessero su quelle frequenze dovrebbero lasciarle. L idea che si sta facendo strada al ministero dello Sviluppo economico è allora quella di una gara a doppia corsia. Le frequenze 54, 55 e 58 sarebbero oggetto di una concessione ventennale solo se ad aggiudicarsele fosse una telco. Se invece è una tv la durata sarebbe fissata in automatico alle scadenze fissate dall Ue per l assegnazione alle telco (da notare che quella frequenza non potrebbe funzionare per i cellulari in tutta Europa e per la tv in Italia perché ci sarebbero troppe interferenze, assicurano gli ingegneri). Le altre tre frequenze più "basse" verrebbero assegnate per i 20 anni di prammatica. Facile a dirsi, ma a farsi molto meno. Le frequenze "basse" vanno liberate e per farlo bisogna che la Rai abbia soldi da investirci. E su quelle alte, è sicuro che le telecom sarebbero pronte a tornare a gareggiare in una nuova asta competitiva dopo aver speso 4 miliardi appena lo scorso ottobre? Difficile. E poi Telecom la sua frequenza la vorrebbe gratis. O meglio, vorrebbe riavere quella che ha "conferito", la 54, assieme a Rai e Mediaset per rimpolpare il tesoretto frequenziale del dividendo digitale. Telecom ha un ricorso dormiente al Tar che, se venisse accolto, potrebbe proprio portare alla restituzione di quella frequenza. Ma frequenze gratis non si possono dare. Passera non può smentire se stesso. Ma c è un margine. Quest anno si conclude la digitalizzazione delle tv. Dall autunno, "switchate" Sicilia e Calabria, non ci saranno più canali analogici. E con loro sparisce anche il canone concessorio che tutte le emittenti hanno finora pagato allo Stato in misura dell 1% del fatturato. Niente di miliardario, la bolletta annuale di Mediaset si aggira su poco più d 30 milioni. Nulla di strano che il canone venga reintrodotto anche sulle nuove frequenze digitali. E magari l asta potrebbe corrispondere all anticipo di un congruo numero di anni di canone. E un meccanismo sperimentato anche con l asta da 4 miliardi delle telco. Che pagano ora ma poi, per i venti anni, non pagano più. Tra pubblicità tv in calo, investimenti in nuove reti a banda larga in corso, passaggi obbligati giuridici e legislativi mettere in piedi questa macchina di assegnazione non sarà una cosa facile. Ma una volta salvato il principio e buttato via il Beauty Contest nessuno avrà certo più fretta. Focus Ascolti Rapporto Auditel 2012 (Primo trimestre) Fonte: TVBlog Pubblicato: 29 mar 2012 da Hit A tre mesi dall inizio di questo 2012, facciamo un veloce consuntivo dell andamento delle reti televisive snocciolando le percentuali di share che hanno raggranellato da gennaio ad oggi (Dati 1 gennaio-25 marzo). Partiamo dai dati che riguardano il totale giornata del totale individui, dove Rai1 si conferma leader con il 20,19% di share a fronte del 16,75% di Canale5. Terzo posto per Rai3 con l 8,06% a cui segue Rai2 con il 7,71% di un soffio davanti ad Italia1 che fa registrare il 7,69%. Chiudono Rete4 con il 6,21%, quindi La7 con il 3,38%. Il totale delle altre reti digitali più satellitari tocca il 29,53%. Analizzando le varie fasce della giornata vediamo che nel day time (7-20:30) è sempre Rai1 in testa con il 20,62% a fronte del 16,77% di Canale5, Rai3 si conferma terza con l 8,33% di share. La fascia pre-mattutina (7-9) vede nettamente avanti Rai1 con il 24,48%, segue Canale5 al 19,11%, quindi nuovamente Rai3 che totalizza il 9,08% di share, mentre il totale delle altre reti è del 30,84% di share. La fascia del mattino (9-12) vede avanti ancora Rai1 con il 21,11% a cui segue Canale5 al 13,46%, terzo posto per Rete4 che con il 6,39% supera di poco Rai2 7

8 che è al 6,15% di share. Fascia del mezzogiorno (12-15) al comando c è sempre Rai1 con il 18,37% di share, segue Canale con il 17,25%, quindi al terzo posto si piazza Italia1 al 10,93% che supera di un soffio Rai2 che fa registrare il 10,53% di share. Fascia del pomeriggio (15-18) dove al comando c è Rai1 con il 20,11% di share, segue Canale5 al 16,53%, quindi terza è Italia1 con il 7,21% di share, mentre il totale delle altre reti è al 34,08% di share. Fascia preserale (18-20:30) in mano a Rai1 che totalizza il 22,17% di share, segue Canale5 al 17,22%, al terzo posto c è Rai3 al 10,08%, La7 è al 4,21%, mentre il totale delle altre reti risulta del 27,02% di share. Vediamo ora i dati del prime time. La rete più vista del prime time in questi primi 3 mesi del 2012 è Rai1 che totalizza il 20,25% di share, segue Canale5 al 17,43%, terzo posto per Rai3 che con l 8,73% supera di un soffio Rai2 che è all 8,48%. Quinto posto per Italia1 al 7,67%, quindi al sesto posto c è Rete4 al 6,44% quindi La7 al 3,78%. Il totale delle altre reti è al 26,96% di share. Chiudiamo con la seconda serata dove è ancora Rai1 al comando con il 19,86% di share, seguita da Canale5 al 15,97%, terzo posto per Italia1 all 8,70, quarto per Rai2 al 7,49%, quindi al quinto posto c è Rete4 al 7%, sesto posto per Rai3 al 6,63%, chiude La7 al 3,28% di share. Focus ascolti - I più visti dell'ultimo decennio Fonte: TVBlog Pubblicato: 04 apr 2012 da Hit Quali sono state le emissioni più viste negli ultimi 10 anni? Sport, musica, informazione, intrattenimento, musica: vediamo per generi quali sono stati gli ascolti più alti di questo decennio inserendoli in un ideale classifica fatta di cento posti. Diciamo da subito che è lo sport a farla da padrone, occupando la maggior parte delle posizioni di questa classifica. Al centesimo posto però c è il Festival di Sanremo 2012 (Rai1) appena terminato, in particolare la prima parte della serata del 18 febbraio, con telespettatori ed il 50,93% di share. Posizione 99 per la partita di calcio fra Olanda e Spagna (Rai1, tempi supplementari) degli ultimi mondiali dell 11 luglio 2010 con telespettatori ed il 63,46% di share. Ma parlando sempre di calcio l evento più visto in assoluto di questo decennio è stato la finale del campionato del mondo del 2006, quando durante i rigori di Italia-Francia c erano su Rai telespettatori per uno share dell 87,04%. La serata più vista del Festival di Sanremo è stata quella del primo marzo 2005 condotta da Paolo Bonolis che totalizzò nella prima parte telespettatori per uno share del 54,07%, piazzandosi al 73esimo posto assoluto di questa classifica. Nazionale di calcio a parte, l evento calcistico più visto è stata la finale della coppa dei campioni di calcio fra Juventus e Milan (23 posto) che durante i rigori il 28 maggio del 2003 totalizzò su Canale telespettatori pari ad uno share dell 84,43%. Nella classifica delle 100 emissioni più viste compare anche un programma d informazione, si tratta dello speciale Porta a porta Confronto Berlusconi-Prodi (78 posto) andato in onda il 14 marzo del 2006 su Rai1 che totalizzò telespettatori con uno share del 52,13%. Il film più visto è stato La vita è bella (79 posto) trasmesso da Rai1 il 22 ottobre del 2001 che totalizzò telespettatori per uno share del 53,67%. Alla posizione numero 89 troviamo il primo programma d intrattenimento originale per la televisione e si tratta di Affari tuoi che il 19 gennaio del 2004 su Rai1, nella celebre puntata arringa in cui Bonolis rispose alle accuse di Striscia, totalizzò telespettatori con uno share del 45,89%. La fiction più vista fra le 100 emissioni della nostra classifica è quella sulla vita di Papa Giovanni XXIII andata in onda il 22 aprile del 2002 su Rai1 che totalizzò telespettatori per uno share del 51,44%. Nella classifica delle 100 emissioni più viste dal 2001 ad oggi compare ancora il Festival di Sanremo nell edizione numero 52, quando il 9 marzo del 2002 totalizzò telespettatori con uno share del 59,95%, l edizione numero 51 del 26 febbraio 2001 con telespettatori ed il 51,94% di share e alla posizione numero 87 il Festival numero 61, serata del 17 febbraio 2011 quando totalizzò telespettatori per uno share del 50,23%. Tv: il futuro del broadcast è più roseo visto dai satelliti di Sky Italia 8

9 Fonte: Newslinet Mentre Mediaset arranca e la Rai è in preda alle solite polemiche politiche, Sky fa registrare risultati positivi e pensa al futuro con moderata fiducia. I guai del network del Biscione sono noti, dal calo della raccolta pubblicitaria allo stentato sviluppo della pay-tv, fino alla zavorra di Endemol, scaricata solo nelle ultime ore. Per la Rai, confortata dal bilancio in positivo, c'è la patata bollente del rinnovo del consiglio di amministrazione, tra le consuete pretese di spartizione e gli appelli a liberare il servizio pubblico dai partiti. In entrambi i casi il peso della politica si fa sentire, e di fatto falsa la percezione di quanto contino realmente sul mercato le due prime aziende televisive italiane. In questo scenario Sky Italia, più libera da condizionamenti da e verso la politica, punta con determinazione a incrementare la propria presenza facendo leva su elementi di una certa concretezza. Intanto i contenuti: da una parte si comincia a puntare sulle coproduzioni, che hanno dimostrato di funzionare egregiamente in casa d'altre pay tv in Europa (vedi ad esempio Canal Plus), dall'altra si siglano accordi importanti, come quello recentemente stretto con Miramax, grazie al quale l'emittente satellitare potrà trasmettere in esclusiva titoli cinematografici di grande richiamo. Naturalmente grande attenzione allo sport: il calcio, che resta un investimento sicuro in Italia, nonostante il peso in bilancio dei diritti in costante crescita; ma anche le prossime Olimpiadi di Londra. Poi l'innovazione tecnologica: dopo alta definizione e 3D, ecco un altro balzo in avanti rispetto alla concorrenza con l'introduzione di SkyGo, applicazione per device mobili (smartphone e tablet) che permetterà agli abbonati di seguire i programmi del network anche sulle piattaforme più in voga del momento. Un modello che sembra funzionare, nonostante il perdurare della crisi, se è vero che il gruppo di Murdoch per il primo bimestre del 2012 ha fatto registrare una crescita sia del numero degli abbonati che degli investimenti pubblicitari. Così il piano di sviluppo per l'anno in corso prevede un'ulteriore spinta sugli investimenti in tecnologia, che dovrebbero addirittura raddoppiare, arrivando a 100 milioni di euro. Il futuro, inevitabilmente, passerà per il web. Del resto anche Mediaset, prima dello scivolone del dominio.com, aveva annunciato grandi progetti in rete e un misterioso accordo in divenire con qualche over-the-top sulla cresta dell'onda. In realtà la sfida dietro l'angolo è quella dello streaming, che minaccia di inghiottire e sostituire il broadcast, così come le frequenze dell'internet mobile si apprestano a fagocitare quelle dei canali TV. Su questo versante Sky si trova in una posizione di indubbio vantaggio, avendo a disposizione risorse spettrali molto più ampie (e non minacciate da future assegnazioni ad altri servizi) attraverso le quali dispiegare un'offerta di contenuti tematici di qualità, inarrivabile per qualsiasi network terrestre. Una posizione dominante difficile da scalfire, che permetterà probabilmente al monopolista satellitare di trattare alla pari con i giganti del web, prossimi allo sbarco sul pianeta TV. (E.D. per NL) Cassazione: atteggiamento di sfida del dipendente e insubordinazione? Legittimo il licenziamento Fonte: Studio Cataldi Il comportamento reiteratamente inadempiente posto in essere dal lavoratore, come l'abbandono per un'ora e mezzo del posto di lavoro, l'uscita dal lavoro in anticipo e la mancata osservanza delle disposizioni datoriali e delle prerogative gerarchiche, è contraddistinto da un costante e generale atteggiamento di sfida e di disprezzo nei confronti dei vari superiori gerarchici e della disciplina aziendale tale da far venir meno il permanere dell'indispensabile elemento fiduciario. E' quanto affermato dalla Corte di Cassazione che, con sentenza n del 30 marzo 2012, ha rigettato il ricorso proposto da una lavoratrice avverso la decisione con cui la Corte d'appello aveva respinto la domanda diretta alla dichiarazione di illegittimità delle sanzioni disciplinari conservative irrogatele dalla datrice di lavoro oltre che del licenziamento. In particolare la Suprema Corte ha ricordato che "in tema di licenziamento per giusta causa, quando vengano contestati al dipendente diversi episodi rilevanti sul piano disciplinare, pur dovendosi escludere che il giudice di merito possa esaminarli atomisticamente, attesa la necessaria considerazione della loro concatenazione ai fini della valutazione della gravità dei fatti, non occorre che l'esistenza della "causa" idonea a non consentire la prosecuzione del 9

10 rapporto sia ravvisabile esclusivamente nel complesso dei fatti ascritti, ben potendo il giudice - nell'ambito degli addebiti posti a fondamento del licenziamento dal datore di lavoro - individuare anche solo in alcuni o in uno di essi il comportamento che giustifica la sanzione espulsiva, se lo stesso presenti il carattere di gravità richiesto dall'art cod. civ.". Inoltre "anche relativamente alle sanzioni disciplinari conservative - e non per le sole sanzioni espulsive - deve ritenersi che, in tutti i casi nei quali il comportamento sanzionatorio sia immediatamente percepibile dal lavoratore come illecito, perché contrario al cd. minimo etico o a norme di rilevanza penale, non sia necessario provvedere alla affissione del codice disciplinare, in quanto il lavoratore ben può rendersi conto, anche al di là di una analitica predeterminazione dei comportamenti vietati e delle relative sanzioni da parte del codice disciplinare, della illiceità della propria condotta". Nella fattispecie in esame - si legge nella sentenza - può tranquillamente affermarsi che, nel loro complesso, le valutazioni del materiale probatorio operate dal giudice d'appello, con specifico riferimento ai vari episodi contestati di insubordinazione che condussero nel loro insieme al licenziamento, appaiono sorrette da argomentazioni logiche e perfettamente coerenti tra di loro. Inoltre, la valutazione della gravità degli addebiti ai fini del licenziamento è stata eseguita dal giudice d'appello nel suo complesso, dopo che si è dato rilievo al fatto che il potere sanzionatorio era stato esercitato gradualmente nella prospettiva di ristabilire un corretto rapporto lavorativo. Disoccupazione record al 9,3%. Giovani, il 31,9% è senza lavoro Fonte: Parma Oggi Roma, 2 apr. (Adnkronos/Ign) A febbraio 2012 gli occupati sono mila, in diminuzione dello 0,1% (-29 mila unita ) rispetto a gennaio. Il calo riguarda la sola componente femminile. Nel confronto con lo stesso mese dell anno precedente l occupazione segna un aumento dello 0,1% (16 mila unita ). Il tasso di occupazione si attesta al 56,9%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali nel confronto congiunturale e in aumento 0,1 punti in termini tendenziali. Il numero dei disoccupati, pari a mila, aumenta dell 1,9% (45 mila unita ) rispetto a gennaio. Su base annua il numero di disoccupati aumenta del 16,6% (335 mila unita ). L allargamento dell area della disoccupazione riguarda sia gli uomini sia le donne. Il tasso di disoccupazione si attesta al 9,3%, in aumento di 0,2 punti percentuali rispetto a gennaio e di 1,2 punti su base annua. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni e pari al 31,9%, con un aumento di 0,9 punti percentuali rispetto a gennaio e di 4,1 punti su base annua, prosegue l Istat. Gli inattivi tra 15 e 64 anni diminuiscono dello 0,2% rispetto al mese precedente. In confronto a gennaio, il tasso di inattivita risulta in diminuzione di 0,1 punti e si attesta al 37,2%, continua la nota. Nel mese di febbraio l occupazione maschile segnala una variazione congiunturale positiva (+0,1%), mentre nel confronto su base annua registra una diminuzione dello 0,4%. L occupazione femminile diminuisce rispetto al mese precedente (-0,5%), ma aumenta dello 0,7% nei dodici mesi -prosegue l Istat-.Il tasso di occupazione maschile (pari al 67,2%) e stabile in termini congiunturali e diminuisce di 0,3 punti rispetto a febbraio 2011; quello femminile (pari al 46,7%) e in calo nel confronto con il mese precedente di 0,2 punti percentuali e in aumento di 0,4 punti in termini tendenziali. La disoccupazione maschile cresce dello 0,3% rispetto al mese precedente e del 16,8% nei dodici mesi. Il numero di donne disoccupate aumenta del 4% rispetto a gennaio e del 16,3% su base annua.il tasso di disoccupazione maschile (pari all 8,6%) e stabile nel confronto con gennaio e cresce di 1,2 punti rispetto all anno precedente; quello femminile (pari al 10,3%) e in aumento di 0,4 punti percentuali in termini congiunturali e di 1,3 punti rispetto a febbraio 2011, prosegue la nota. Gli uomini inattivi diminuiscono dello 0,1% in confronto al mese precedente e dell 1,9% su base annua. Il numero di donne inattive segna una variazione negativa dello 0,3% nel confronto congiunturale e del 2,5% nei dodici mesi, continua l Istat. Nel quarto trimestre 2011 il numero degli occupati cresce in termini tendenziali dello 0,1% ( unita ). La contenuta variazione positiva sintetizza, da un lato, il nuovo incremento 10

11 degli stranieri e l aumento dell occupazione degli italiani con almeno 55 anni e, dall altro, la persistente discesa del numero dei giovani occupati -rileva l Istat-. Al calo dell occupazione italiana rispetto a un anno prima ( unita ) si associa il significativo sviluppo di quella straniera ( unita ). Tuttavia, mentre il tasso di occupazione degli italiani rimane stabile su base annua al 56,5%, quello degli stranieri e in ulteriore significativa riduzione: dal 62,1 del quarto trimestre 2010 al 60,8%. L aumento dell occupazione italiana piu adulta ( unita, nella classe con almeno 55 anni), soprattutto di quella a tempo indeterminato, si contrappone al persistente calo su base annua di quella piu giovane ( unita, nella classe fino a 34 anni). Gli occupati a tempo pieno tornano a ridursi (-0,8%, pari a unita ). La flessione tendenziale riguarda l occupazione dipendente a carattere permanente e, soprattutto, quella autonoma full-time, e coinvolge in misura piu accentuata le costruzioni, il commercio e l agricoltura. Gli occupati a tempo parziale continuano a crescere (+4,7%, pari a unita ), ma si tratta, ancora una volta, di part-time involontario, continua l Istat. L industria in senso stretto prosegue il recupero avviatosi nel primo trimestre 2011, registrando un incremento tendenziale del 2% ( unita ), concentrato nelle imprese di medie e grandi dimensioni. Per il quinto trimestre consecutivo si conferma il calo tendenziale degli occupati nelle costruzioni (-8%, pari a unita ). Il terziario registra una variazione positiva (+0,8%, pari a unita ), diffusa nelle posizioni lavorative dipendenti e autonome. Il numero dei disoccupati registra un forte aumento su base tendenziale (+11,4%, pari a unita ), portandosi a unita. La crescita, che riguarda sia gli uomini sia le donne, interessa l insieme del territorio nazionale. Sale nuovamente l incidenza della disoccupazione di lunga durata, dal 48,4% del quarto trimestre 2010 al 50,6%. Il tasso di disoccupazione e pari al 9,6%, nove decimi di punto in piu rispetto a un anno prima; l indicatore passa dal 7,8% del quarto trimestre 2010 all 8,7% per gli uomini e dal 10% all attuale 10,8% per le donne. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni sale dal 29,8% del quarto trimestre 2010 al 32,6%, con un picco del 49,2% per le giovani donne del Mezzogiorno, prosegue l Istat. Per il secondo trimestre consecutivo, continua a scendere la popolazione inattiva. La riduzione deriva dalla nuova robusta contrazione osservata nella componente italiana ( unita ) non compensata dall ulteriore moderato aumento di quella straniera ( unita ). Il tasso di inattivita si porta al 37%, cinque decimi di punto in meno rispetto a un anno prima. Nel quarto trimestre 2011, il numero di occupati registra un lieve incremento tendenziale (+0,1%, pari a unita ), a sintesi del calo dell occupazione maschile (-0,5%, pari a unita ) e del nuovo incremento di quella femminile (+1%, pari a unita ). A fronte dell aumento nel Nord (+0,7%, pari a unita ), concentrato tra le donne, l occupazione si riduce sia nel Centro (-1%, pari a unita ) sia, in misura piu contenuta, nel Mezzogiorno (-0,4%, pari a unita ). In tali ultime due aree territoriali emerge una discesa relativamente ampia dell occupazione maschile, aggiunge la nota. Sebbene con intensita inferiore al recente passato, nel quarto trimestre 2011 riprende il calo degli occupati italiani ( unita, in confronto allo stesso periodo di un anno prima), dovuto esclusivamente alla riduzione della componente maschile. Rimane consistente, invece, l incremento dell occupazione straniera ( uomini e donne). Nel quarto trimestre 2011, dopo dieci consecutivi trimestri di flessione e il moderato recupero dei primi nove mesi dell anno, il tasso di occupazione per la popolazione tra 15 e 64 anni segnala una leggera flessione tendenziale (-0,1 punti percentuali), attestandosi al 56,9%. L indicatore scende nelle regioni centrali (-0,9 punti percentuali rispetto al quarto trimestre 2010) e in quelle meridionali (-0,1 punti percentuali), mentre cresce nel Nord (+0,2 punti percentuali), dove si posiziona al 65,3%, rileva l Istat. Il tasso di occupazione degli uomini si porta al 67% (-0,6 punti percentuali rispetto a un anno prima). La flessione dell indicatore, diffusa a livello territoriale, interessa soprattutto il Centro (dal 71,5%% del quarto trimestre 2010 all attuale 70%). Il tasso di occupazione femminile sale al 46,8% (+0,3 punti percentuali). L aumento su base annua interessa le regioni del Nord e, in misura marginale, quelle del Mezzogiorno, continua la nota. Proseguendo la tendenza avviatasi nel primo trimestre 2009, continua a ridursi il tasso di occupazione degli stranieri (60,8%, a fronte del 62,1% nel quarto trimestre 2010). 11

12 L indicatore, in deciso calo per gli uomini (dal 75,8% del quarto trimestre 2010 al 73,4%), segnala un lieve arretramento per le donne (dal 49,5% al 49,4%), aggiunge l Istat. Nel quarto trimestre 2011 alla crescita su base annua delle posizioni lavorative dipendenti si associa il nuovo calo di quelle autonome -aggiunge l Istat-.L agricoltura registra una riduzione del numero di occupati (-5%, pari a unita ), concentrata soprattutto nelle posizioni lavorative autonome del Nord e del Mezzogiorno. Nell industria in senso stretto prosegue il recupero dell occupazione (+2%, pari a unita ), avviatosi nel primo trimestre dell anno, e che sconta in misura prevalente la permanenza nell occupazione dei lavoratori piu adulti. Il risultato riflette l aumento dell occupazione dipendente nel Nord e, in misura piu modesta, nel Mezzogiorno. Nelle costruzioni, l occupazione continua a ridursi (-8%, pari a unita ); la flessione, territorialmente diffusa, riguarda in misura piu elevata l occupazione dipendente. Il terziario manifesta un nuovo aumento (+0,8%, pari a unita in piu rispetto al quarto trimestre 2010). Il risultato e dovuto principalmente all aumento dell occupazione nel comparto dei trasporti, della sanita e nei servizi domestici e di cura -continua l Istat-. Nel quarto trimestre 2011, occupati (erano nello stesso periodo del 2010) dichiarano di non avere lavorato, nella settimana di riferimento dell indagine, o di avere svolto un numero di ore inferiore alla norma, perche in Cassa integrazione guadagni. Nel quarto trimestre 2011 le figure lavorative a tempo pieno segnalano una sostenuta flessione (-0,8%, pari a unita rispetto allo stesso periodo di un anno prima). Il risultato e la sintesi del calo del lavoro autonomo full-time (-2,2%, pari a unita ) e dei dipendenti a tempo indeterminato (-0,6%, pari a unita ), solo in parte compensato dal contenuto incremento dei dipendenti a tempo determinato (+1,8%, pari a unita ). Che cos è il 4G Fonte: Il Post E LTE? E quando arriva in Italia? Tutto quello che c'è da sapere sui nuovi sistemi per navigare ad alta velocità su smartphone e tablet Durante la presentazione del nuovo ipad lo scorso 7 marzo, i responsabili di Apple hanno spiegato che l ultima versione del loro tablet può scaricare dati molto più velocemente attraverso la rete cellulare grazie alla tecnologia 4G LTE. Dove disponibile, il nuovo sistema consente di navigare online con una velocità massima di download fino a 42 Mbps (megabit per secondo). Il nuovo ipad è uno dei primi dispositivi ad avere questa funzionalità, ma la sua presenza ha causato non poche confusioni perché, a differenza delle reti 3G che seguono standard più o meno simili in buona parte del mondo, i sistemi 4G fino a ora esistenti differiscono molto tra di loro e offrono diverse prestazioni. Per fare un po di chiarezza, il columnist di tecnologia del Wall Street Journal, Walt Mossberg, ha messo insieme una serie di domande e risposte, che vi proponiamo, sulle reti cellulari per i dati di nuova generazione. Che cos è il 4G? È la quarta e più recente generazione per la gestione dei dati sulle reti cellulari. È più veloce e ha una capacità maggiore rispetto ai sistemi 3G per ora più diffusi. Un agenzia delle Nazioni Unite in Europa ha dato una definizione tecnica e formale delle reti 4G. C è poi una definizione meno accurata e più commerciale utilizzata dagli operatori, e quindi in fin dei conti più rilevante per gli utenti finali. Chi ha bisogno del 4G? Il nuovo sistema è principalmente indirizzato a chi utilizza dispositivi mobili come smartphone, tablet e computer portatili, e ha bisogno di connessioni veloci per navigare, scaricare le app e leggere le quando non c è una rete WiFi nelle vicinanze. Il sistema 4G può arrivare a offrire la stessa velocità delle connessioni domestiche. Che differenza c è tra 4G e LTE? LTE è un acronimo e indica i termini Long Term Evolution : è una varietà di 4G, al momento la più rilevante e la più veloce. Secondo diversi esperti è anche il sistema 4G che per ora si avvicina di più alle specifiche e agli standard consigliati dalle Nazioni Unite. 12

13 Quali sono le altre versioni di 4G? Alcuni operatori hanno sviluppato soluzioni legate al WiMax, un sistema alternativo alla trasmissione dei dati su rete cellulare, ma molti esperti tendono a inserire questa tecnologia nelle soluzioni pre-4g. In molti paesi non ci sono per ora regole chiare su cosa possa essere definito 4G o 3G, capita quindi che alcuni operatori definiscano 4G tecnologie che non lo sono. Negli Stati Uniti, per esempio, le società T-Mobile e AT&T hanno definito un sistema 4G la tecnologia HSPA+ (HSPA evoluto), una versione potenziata del 3G. La tendenza di buona parte degli operatori è comunque il progressivo passaggio verso LTE. Quanto è veloce il 4G? Dipende tutto dal tipo di dispositivo, dal luogo in cui ci si trova, dal momento in cui ci si collega e dal proprio operatore telefonico. A seconda di queste variabili si possono scaricare dati con velocità tra le tre e le venti volte superiori rispetto al 3G. LTE è il sistema più veloce di tutti, secondo le prove di Mossberg, e garantisce tra i 10 e i 20 megabit per secondo con picchi intorno ai 30 negli Stati Uniti. Le altre tecnologie 4G si fermano molto prima e intorno ai 10 Mbps teorici. Rispetto alle connessioni domestiche, come se la cava LTE? Benché si tratti di un sistema che si basa sulle reti cellulari, LTE in molti casi si rivela più veloce della propria connessione a casa. Molto dipende comunque da quanto è satura la rete cellulare quando si accede a Internet. Chi vince il confronto tra LTE e WiFi? Il WiFi offre grandi capacità e velocità, ma molto dipende dalla connessione Internet cui è collegato. Nei luoghi pubblici sono spesso disponibili connessioni WiFi con buone prestazioni, ma comunque inferiori a quelle di LTE, almeno negli Stati Uniti e sulla base delle prove condotte da Mossberg: 1 Mbps di media contro i 32 Mbps offerti da LTE. LTE è più veloce solo per scaricare o anche per caricare e inviare file? Entrambe le cose. L attuale velocità di LTE diminuirà quando ci sarà più gente a usarlo? È probabile, ma per ora è difficile stabilire con certezza in quale misura perché il nuovo sistema non solo offre maggiore velocità, ma anche maggiore capacità. Nelle aree dove è già attivo negli Stati Uniti, si stima che il servizio messo a disposizione dall operatore Verizon sia utilizzato da un cliente su dieci. Con LTE si finisce per scaricare più dati? È molto probabile. Se usato per scaricare le stesse cose che si potevano ottenere su 3G, il sistema si rivela semplicemente più veloce, ma proprio la velocità potrebbe indurre gli utenti a usare la connessione 4G per eseguire il download di video e foto ad alta definizione, di applicazioni più ingombranti e così via. Gli operatori di solito impongono un tetto massimo di gigabyte scaricati al mese e questo potrebbe influire sui costi per gli utenti. LTE ha un impatto sulle chiamate vocali? No, per nulla, perché le chiamate vocali sono gestite con altre reti in parallelo. Gli operatori confidano comunque di spostare col tempo le chiamate su LTE per semplificare il sistema e renderlo più uniforme. E se non c è campo LTE? I nuovi dispositivi mobili compatibili con 4G gestiscono autonomamente le connessioni alle reti cellulari: se LTE non è disponibile si collegano alle reti 3G tradizionali. Diminuisce la velocità ma non si perde la connessione. LTE funziona in tutti i paesi? Gli operatori statunitensi hanno iniziato a investire grandi risorse nello sviluppo delle reti LTE nell America del Nord, ma altrettanto non si può dire per le società telefoniche in altre parti del 13

14 mondo. Le cose vanno a rilento e fino a ora ci sono state grandi cautele nello sviluppare un particolare sistema, che potrebbe poi non rivelarsi lo standard più usato. La crescente presenza di reti LTE negli Stati Uniti sta comunque inducendo altri paesi a sviluppare e installare ripetitori per tecnologie simili. E in Italia? Mossberg non si occupa naturalmente di come stanno andando le cose in Italia con il 4G, e non si perde molto considerato che le principali compagnie telefoniche sono ancora indietro sull installazione delle nuove reti. Lo scorso autunno si sono concluse le operazioni di assegnazione delle licenze governative per usare LTE nel nostro paese. Le frequenze messe all asta se le sono aggiudicate i principali operatori: Tim, Vodafone, Wind e H3G (Tre). A febbraio Tim ha annunciato l avvio della sperimentazione in Italia aperta al pubblico partendo da Torino, Vodafone ha fatto altrettanto avviando l allestimento di alcune antenne nei principali stadi italiani, iniziando anche in questo caso con un progetto pilota da Torino. Entro fine anno tutti gli operatori dovrebbero essere pronti per la trasmissione dati su LTE nelle grandi città, ma non esistono per ora scadenze certe. 14

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