I COMPORTAMENTI A RISCHIO

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1 Consumo di Alcool I COMPORTAMENTI A RISCHIO Nell ambito della promozione di stili di vita sani, il consumo di alcol ha assunto un importanza sempre maggiore, perché l alcol è associato a numerose malattie: cirrosi del fegato, malattie cardiovascolari e tumori, malattie neuropsichiatriche, problemi di salute materno-infantile, ecc. Inoltre, il consumo di alcol provoca, come effetto immediato, alterazioni psicomotorie, che espongono ad un aumentato rischio di incidenti stradali, comportamenti sessuali a rischio, infortuni sul lavoro, episodi di violenza, e può creare dipendenza. Il danno causato dall'alcol, oltre che alla persona che beve, può estendersi quindi alle famiglie e alla collettività, gravando sull'intera società. Anche l impatto economico è notevole: si stima che i costi indotti dal consumo di alcol, nei Paesi ad alto e medio reddito, ammontino a più dell 1% del Prodotto Interno Lordo. I rischi di danni alcol-correlati (immediati e cronici) e di dipendenza alcolica variano in funzione di diversi fattori: la quantità complessiva di alcol bevuta abitualmente, la quantità di alcol assunta in una singola occasione; le modalità ed il contesto di assunzione dell alcol. Non è possibile stabilire limiti al di sotto dei quali i rischi si annullano. Per definire il consumo moderato, le istituzioni sanitarie internazionali e nazionali hanno individuato livelli e modalità di consumo, che comportano rischi per la salute modesti, tali da poter essere considerati accettabili: il consumo di alcol è definito a maggior rischio, se vengono superati tali limiti. Indicatori consumo di alcol (ultimi 30 giorni) azienda USL 9 Periodo temporale Nel periodo , la percentuale di consumatori di alcol nella Asl 9 è risultata pari al 53%. Il degli intervistati è classificabile come consumatore di alcol a maggior rischio perché consumatore fuori pasto e/o consumatore binge e/o consumatore abituale elevato. Nella Regione Toscana e nel Pool di ASL nel periodo , la percentuale di bevitori a maggior rischio è risultata del 1. Consumo di alcol (almeno una unità alcolica* negli ultimi 30 giorni) Consumo fuori pasto (esclusivamente o prevalentemente) 53% 5% Consumo abituale elevato 1 5% Consumo binge ( ) 2 2% Consumo a maggior rischio ( ) 3 1 più di 2 unità alcoliche medie giornaliere, ovvero più di 60 unità alcoliche negli ultimi 30 giorni, (per gli uomini); più di 1 unità alcolica media giornaliera, ovvero più di 30 unità alcoliche negli ultimi 30 giorni (per le donne) 2 5 o più UA (per gli uomini) o 4 o più UA (per le donne) in una singola occasione, almeno una volta negli ultimi 30 giorni (definizione adottata dal 2010) 3 consumo fuori pasto e/o consumo binge (secondo la definizione valida dal 2010) e/o consumo abituale elevato; poiché una persona può appartenere a più di una categoria, la percentuale di consumo a maggior rischio non corrisponde alla somma dei singoli comportamenti * L Unità alcolica corrisponde a 12 grammi di alcol puro (etanolo), quantità approssimativamente contenuta in una lattina di birra (330 ml), un bicchiere di vino (125 ml) o un bicchierino di liquore (40 ml), alle gradazioni tipiche di queste bevande. 1

2 Caratteristiche dei consumatori a rischio Consumo a maggior rischio per caratteristiche socio-demografiche Totale: (IC 95%: 5,-9,5%) Età % Sesso uomini donne Istruzione bassa alta 6% 1 La proporzione di consumatori di alcol a maggior rischio, per il periodo di rilevazione ], è significativamente più elevata fra i giovani (18-24 anni, 1) e gli uomini (), fra le persone con molte difficoltà economiche (13%), fra quelle con un titolo di studio più elevato (1), e nella popolazione straniera (9%). Diff. economiche molte 13% qualche nessuna CIttadinanza italiana straniera 9% 0% 2% 6% 12% 1 16% L atteggiamento degli operatori sanitari Ancora troppo bassa appare l attenzione degli operatori sanitari al problema dell abuso di alcol: nel periodo , solo il 12% degli intervistati riferisce che un operatore sanitario si è informato sul consumo alcolico. La percentuale di bevitori che ha ricevuto il consiglio di bere meno da parte di un operatore sanitario è del 2.4 %, in diminuzione rispetto alle rilevazioni precedenti. Attenzione degli operatori sanitari (ultimi 12 mesi) azienda 9 Persone cui un medico o un operatore sanitario ha chiesto se bevono* Bevitori cui un medico o un operatore sanitario ha suggerito di bere meno** % 2. * il denominatore comprende coloro che dichiarano di essere stati da un medico o altro operatore sanitario negli ultimi 12 mesi. **il denominatore comprende tutti i bevitori, anche quelli a cui un medico o altro operatore sanitario negli ultimi 12 mesi non ha chiesto se bevono Tra i fattori di rischio comportamentali il consumo di alcol rappresenta l abitudine di cui si ha meno consapevolezza 2

3 Alcol e guida Alcool e guida Caratteristiche demografiche Età Secondo i dati del sistema di sorveglianza Passi relativi alla Asl 9, tra i bevitori di anni che hanno guidato l auto/moto negli ultimi 12 mesi, il dichiara di aver guidato sotto l effetto dell alcol, (cioè dopo avere bevuto nell ora precedente almeno due unità alcoliche); mentre il 3% degli intervistati dichiara di essere stato trasportato da un conducente che guidava sotto l effetto dell alcol Sesso uomini donne Istruzione bassa alta Diff. economiche 3% 9% 12% La guida sotto l effetto dell alcol è significativamente più elevata nella fascia d età anni, tra gli uomini e tra i cittadini italiani. molte qualche nessuna CIttadinanza italiana straniera 0% 2% 6% 12% 1 Nel 2009/2012 nelle ASL della Regione Toscana e nel Pool di ASL Nazionali, le percentuali di intervistati che hanno guidato sotto effetto dell alcol sono del. 3

4 Controlli delle Forze dell Ordine Il 3 degli intervistati riferisce di aver avuto negli ultimi 12 mesi almeno un controllo da parte delle Forze dell Ordine e in media 2 volte. Nel 2010, nella Regione Toscana e nel Pool di ASL, le percentuali di persone fermate dalle Forze dell Ordine sono, rispettivamente, del 35% e 3. I controlli sistematici con etilotest sono uno strumento di provata efficacia per la riduzione della mortalità dovuta agli incidenti stradali, ma risultano ancora poco diffusi: solo 1 nella ASL 9; 13% in Regione Toscana, 11% nel pool di ASL Conclusioni La maggior parte degli intervistati nella Asl 9 non beve alcol o beve moderatamente. Tuttavia, si stima che circa un quinto degli adulti abbia abitudini di consumo considerate a rischio per quantità o modalità di assunzione. I dati mettono in risalto uno scarso l interesse dei medici e degli altri operatori sanitari rispetto al consumo di alcol dei propri assistiti: solo pochi bevitori a rischio riferiscono di aver ricevuto un consiglio di bere meno. Una minoranza della popolazione () continua a mettere a rischio la propria vita e quella degli altri guidando sotto l effetto dell alcol. Più di un terzo degli intervistati nella Asl riferisce di essere stato fermato dalle Forze dell Ordine, ma i controlli sistematici con l etilotest, strumento di provata efficacia nella riduzione della mortalità da incidente stradale, sono ancora poco diffusi nella regione come pure a livello nazionale 4

5 L abitudine al fumo di sigaretta Il fumo di tabacco è tra i principali fattori di rischio per l insorgenza di numerose patologie cronicodegenerative, in particolare a carico dell apparato respiratorio e cardiovascolare ed è il maggiore fattore di rischio evitabile di morte prematura. A seconda del metodo usato, si stima che fra i 70 e gli 80 mila decessi all anno, in Italia, siano attribuibili all abitudine al fumo con oltre un milione di anni di vita potenziale persi. Negli ultimi 40 anni la percentuale di fumatori negli uomini si è progressivamente ridotta, mentre è cresciuta tra le donne, fino a raggiungere in alcune Regioni valori paragonabili nei due sessi. È inoltre in aumento la percentuale di giovani che fumano Secondo i dati del Sistema di Sorveglianza Passi nella ASL 9 il: - il 4 degli intervistati ha riferito di essere non fumatore - il 30% di essere fumatore - il 22% di essere un ex fumatore. Il 1% degli intervistati ha dichiarato di aver sospeso di fumare da meno di sei mesi (fumatori in astensione, considerati non ancora ex fumatori in base alla definizione OMS). Nelle ASL della Toscana nel 2010 la % di fumatori è del 29%, il 21% è ex fumatore e il 50% è non fumatore. Fumatori*** Ex fumatori** Non fumatori* Abitudine al fumo di sigaretta ASL 9 - PASSI % 21% 21% 30% 29% % 53% 0% 20% 30% 40% 50% 60% POOL ASL 2011 REGIONE Toscana 2011 ASL * Non fumatore: soggetto che dichiara di non aver mai fumato o di aver fumato meno di 100 sigarette nella sua vita e attualmente non fuma **Ex fumatore: soggetto che attualmente non fuma, da oltre 6 mesi ***Fumatore: soggetto che dichiara di aver fumato più di 100 sigarette nella sua vita e attualmente fuma tutti i giorni o qualche giorno, oppure soggetto che attualmente non fuma, ma ha smesso da meno di 6 mesi Nel Pool di ASL PASSI 2010 il 2 è fumatore, il 21% è ex fumatore e il 53% è non fumatore. 5

6 Chi è che fuma? Prevalenza di fumatori ASL nei due sessi Uomini 3 Donne 26% anni 35% nelle classi di età nei diversi livelli di istruzione nelle diverse situazioni economiche cittadinanza Quanto si fuma ASL anni 33% anni 32% anni 26% Nessuna/elementare 22% Media inferiore 32% Media superiore 31% Laurea 2 Molte difficoltà 41% Qualche difficoltà 29% Nessuna difficoltà 29% Italiana 30% Straniera 30% Sigarette fumate in media al giorno 13.3 Si è osservata una prevalenza più elevata di fumatori: - tra le persone sotto i 50 anni (soprattutto nella fascia anni) - tra gli uomini - tra persone con livello di istruzione di scuola media inferiore /superiore - tra le persone con molte difficoltà economiche. I fumatori abituali hanno dichiarato di fumare in media 13 sigarette al giorno. Tra questi, il 26% ne fuma più di 20 (forte fumatore). I fumatori occasionali, cioè quelli che non fumano tutti i giorni, sono il 1%. Fumatori che fumano 20 o più sigarette al giorno 26% 6

7 L atteggiamento degli operatori sanitari Il 3 degli intervistati ha dichiarato che un operatore sanitario si è informato sul comportamento in relazione all abitudine al fumo. In netta diminuzione rispetto agli anni precedenti. In particolare, è stato chiesto a: - il 5 dei fumatori - il 33% degli ex fumatori - il 19% dei non fumatori Al 49% è stato consigliato di smettere di fumare Chiesto dal medico se fuma Atteggiamento degli operatori sanitari* ASL 9 Toscana Pool di ASL 34 % 39% 41% Consigliato dal 49 % 53% 52% medico di smettere *Intervistati che hanno riferito di essere stati da un medico o da un operatore sanitario nell ultimo anno Tra le ASL Regionali si è informato il 39% dei medici, mentre tale valore è più alto nel pool di ASL. Il consiglio di smettere di fumare è stato dato dal 53% dei medici toscani e dal 52% dei medici del Pool di ASL Chi è riuscito a smettere di fumare? Tra chi fumava nei dodici mesi precedenti l intervista, il 31% ha tentato di smettere. Tra tutti coloro che hanno tentato: - l 82% ha fallito (fumava al momento dell intervista); - il stava ancora tentando di smettere (non fumava al momento dell intervista ma aveva smesso da meno di 6 mesi); - il è riuscito a smettere Nel Pool di ASL Toscane, il 36% ha tentato di smettere di fumare e tra questi l 82% ha fallito, il stava ancora tentando al momento dell intervista e l è riuscito nel tentativo. Tentativo riuscito Tentativo in corso Tentativo fallito % dell esito del tentativo di smettere di fumare tra chi ha tentato negli ultimi 12 mesi ASL 9 - Passi % 82% 83% 0% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% POOL ASL 2012 REGIONE Toscana 2012 ASL Nel Pool di ASL PASSI Nazionale, il 39% ha tentato di smettere di fumare e tra questi l 82% ha fallito, il stava ancora tentando al momento dell intervista e l è riuscito nel tentativo. 7

8 Rispetto del divieto di fumo nei luoghi pubblici e in casa Rispetto divieto di fumo nei luoghi pubblici Rispetto divieto di fumo sul luogo di lavoro Divieto di fumo in casa 73% 73% 76% 91% 91% 8 90% 89% 90% 0% 20% 40% 60% 80% 100% POOL ASL 2012 REGIONE Toscana 2012 ASL * intervistati che sono stati in locali pubblici negli ultimi 30 giorni Il 91% degli intervistati ha riferito che il divieto di fumo nei luoghi pubblici è sempre/quasi sempre rispettato (conformemente alla legge). Nella Regione Toscana tale valore è pari al 91% e nel Pool di ASL al 8. Tra i lavoratori intervistati, i 90% ha dichiarato che il divieto di fumare nel luogo di lavoro è rispettato sempre/quasi sempre. Nella regione Toscana tale valore è pari al89% e nel Pool di ASL 90%. Il 73% degli intervistati dichiara che nella propria abitazione non è permesso fumare (nel 21% limitatamente ad alcune stanze o situazioni e nel 5% ovunque). Nella regione Toscana il divieto assoluto di fumo negli ambienti domestici è pari al 73% e nel Pool di ASL al 76%. Conclusioni e raccomandazioni Nella ASL 9, come a livello regionale e nazionale, si stima che circa una persona su tre sia classificabile come fumatore; in particolare le prevalenze più alte e preoccupanti si riscontrano nei giovani (fascia ann)i. Quasi due fumatori su tre hanno riferito di aver ricevuto il consiglio di smettere, evidenziando un accettabile livello di attenzione al problema da parte degli operatori sanitari, anche se migliorabile. La maggior parte degli ex fumatori ha dichiarato di aver smesso di fumare da solo. Questa situazione sottolinea la necessità di un ulteriore consolidamento del rapporto tra operatori sanitari e pazienti. L esposizione al fumo passivo in abitazioni, luoghi pubblici e di lavoro rimane un aspetto rilevante da mantenere monitorato nel tempo. 8

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