DI GEOLOGIA APPLICATA BALDELLI

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1 Committente: Comune di Castelplanio Località : Zona industriale Pozzetto Comune: CASTELPLANIO (AN) RELAZIONE PER LE OPERAZIONI DI SMALTIMENTO RIFIUTI PER LA MESSA IN SICUREZZA E RIPRISTINO AMBIENTALE DELL AREA PERTINENTE ALL IMPIANTO DI RECUPERO RIFIUTI DELLA DITTA COMPAGNIA PER L AMBIENTE S.A.S. STABILIMENTO SITO NEL COMUNE DI CASTELPLANIO (AN) Via dell Industria, 11 ALLEGATO 7 PIANO DI CARATTERIZZAZIONE AI SENSI DEL D.Lgs. 152/06 il Geologo TerraDat@ 0 Lug Prog_smal.docx 47 Emissione Indice Data Nome file N. pagine Descrizione STUDIO DI GEOLOGIA APPLICATA BALDELLI Geol. PIERAMELIO via S. Angelo, 6C Serra de Conti (AN) Tel. / Fax Cell geo.baldelli@tiscali.it Cod. fisc.: BLD PML 59M29 I608L P. Iva:

2 Indice 1 PREMESSA Oggetto Normativa 3 2 SCOPO DEL LAVORO 4 3 RACCOLTA E SISTEMATIZZAZIONE DEI DATI ESISTENTI Documentazione raccolta 5 4 UBICAZIONE E DESCRIZIONE DELL AREA DI STUDIO Inquadramento del sito Breve cronistoria dell impianto Caratteristiche geologiche ed idrogeologiche Situazione litostratigrafica locale Caratteri geostrutturali generali Lineamenti morfologici Inquadramento idrogeologico Litostratigrafia locale 16 5 MODELLO CONCETTUALE 18 6 PIANO D INDAGINI Attività di campo Attività di laboratorio Elaborazione interpretazione dati 24 Allegati 1 PLANIMETRIA UBICAZIONE INDAGINI 2 CRONOPROGRAMMA DEI LAVORI 3 QUADRO ECONOMICO 4 METODICHE DI ANALISI nome file: Pia_Cartt.docx data emissione: luglio 2010 pag. 2 di 47

3 1 PREMESSA 1.1 Oggetto A seguito del fallimento della Compagnia per l Ambiente s.a.s. lo stabilimento sito in via dell Industria, 11 del comune di Castelplanio (AN) risulta in abbandono, con notevoli cumuli di rifiuti presenti in modo incontrollato sul piazzale e all interno dello stabilimento stesso. I rifiuti sono costituti, oltre che dalle materie plastiche proveniente da raccolte differenziate e dalla selezione/lavorazione delle stesse, anche da fanghi di depurazione e da liquami presenti nelle vasche del depuratore stesso. Dai cumuli fuoriesce percolato legato alle piogge dilavanti che tendono ad infiltrarsi. Inoltre, nel passato, durante la fase operativa dello stabilimento, si sono verificati diversi malfunzionamenti dell impianto di depurazione con sversamenti di liquami non depurati in corrispondenza della rete idrografica superficiale. In accordo con il Committente, a completamento delle attività di messa in sicurezza e ripristino ambientale, si è redatto questo piano di caratterizzazione per predisporre uno strumento in grado di consentire di verificare se le matrici ambientali sono state in qualche modo interessate da processi di inquinamento legati alle attività che si sono svolte nell impianto e allo stato di abbandono e degrado dello stesso che ha seguito il fallimento della ditta. Il presente lavoro si inquadra dunque nell ambito delle attività di messa in sicurezza e ripristino ambientale degli impianti così come definiti dalla convenzione, stipulata in data 22 ottobre 2009, tra Provincia di Ancona e Comune di Castelplanio,. 1.2 Normativa Il presente Piano della Caratterizzazione fa riferimento alle seguenti normative ambientali: Legge n 426 del 09/12/98 Nuovi interventi in campo Ambientale ; D.Lgs. 152/06 "Norme in materia ambientale"; D.Lgs. n 4 del correttivo del D.Lgs. 1 52/06. nome file: Pia_Cartt.docx data emissione: luglio 2010 pag. 3 di 47

4 2 SCOPO DEL LAVORO Il presente documento si propone i seguenti obiettivi: descrivere, sulla base della documentazione disponibile, il sito e la sua evoluzione storica; ricostruire il modello concettuale dell area di studio,; progettare il piano delle indagini di campo e delle attività di laboratorio con l obiettivo finale di definire tipo, grado ed estensione dell inquinamento. nome file: Pia_Cartt.docx data emissione: luglio 2010 pag. 4 di 47

5 3 RACCOLTA E SISTEMATIZZAZIONE DEI DATI ESISTENTI Le informazioni sullo stabilimento utilizzate per la stesura del presente documento derivano da: Sopralluoghi tecnici presso le aree di cantiere; Dati e documenti forniti dal Committente. 3.1 Documentazione raccolta 1. Polizza Fidejussoria N Contraente Compagnia Per l Ambiente S.r.l. Beneficiario Provincia di Ancona. 25/05/ Provincia di Ancona IX Settore; Tutela dell Ambiente, Area rischio idraulico e Acque pubbliche: Determina Dirigenziale n. 28 del 16/01/ ASUR Marche 5: Verbale di accertamento N.02/08 del Comune di Castelplanio: Ordinanza n. 2 del Provincia di Ancona IX Settore; Tutela dell Ambiente, Area rischio idraulico e Acque pubbliche:autorizzazione allo scarico D.Lgs. 152/06 parte terza Determina Dirigenziale n.144 del 20/02/ Provincia di Ancona IX Settore; Tutela dell Ambiente, Area rischio idraulico e Acque pubbliche: D.Lgs. 152/06 parte terza e s.m.i. Provvedimento di diffida emesso con D.D. n. 28 del 16/01/2008. Richiesta informazioni. 7. Provincia di Ancona; Dipartimento III - Governo del Territorio; Settore I Tutela e valorizzazione dell Ambiente; Area Acque Pubbliche e Sistemazioni Idrauliche: D.Lgs. 152/06 parte terza e s.m.i. Provvedimento di Revoca Diffida emesso con D.D. N. 121 del 10/06/ Provincia di Ancona Dipartimento III - Governo del Territorio; Settore I Tutela e valorizzazione dell Ambiente: D.Lgs. 3/4/2006, n. 152, parte quarta: Revoca sospensione autorizzazione alla gestione di rifiuti non pericolosi Provincia di Ancona; Dipartimento III - Governo del Territorio; Settore I Tutela e valorizzazione dell Ambiente: D.Lgs. 3/4/2006 n Legge 7 agosto 1990 n. 241, art. 8. Diffida con contestuale sospensione e comunicazione di avvio procedimento amministrativo a carico della ditta Compagnia per l Ambiente SAS sede operativa di Castelplanio, via dell industria Provincia di Ancona; Dipartimento III - Governo del Territorio; Settore I Tutela e valorizzazione dell Ambiente; Area Ecologia U.O. nome file: Pia_Cartt.docx data emissione: luglio 2010 pag. 5 di 47

6 Controlli Ambientali: Verbale di ispezione in materia di gestione di rifiuti e scarichi idrici Provincia di Ancona; Dipartimento III - Governo del Territorio; Settore I Tutela e valorizzazione dell Ambiente; Area Ecologia: D.Lgs. 3/4/2006 n ART. 210 Compagnia per l Ambiente messa in riserva (R13) e recupero (R3) di rifiuti non pericolosi per l impianto di Castelplanio. Via dell Industria 11. D.D. 458 del : REVOCA Provincia di Ancona; Dipartimento III - Governo del Territorio; Settore I Tutela e valorizzazione dell Ambiente; Area Ecologia: D.Lgs 3/4/2006 n.152, parte quarta. Ditta Compagnia per l Ambiente Sas via dell Industria 11 Castelplanio: Gestione di rifiuti non pericolosi. Richietsta preventivo per smaltimento rifiuti Provincia di Ancona; Dipartimento III - Governo del Territorio; Settore I Tutela e valorizzazione dell Ambiente; Area Ecologia: D.Lgs 3/4/2006 n.152, parte quarta. Ditta Compagnia per l Ambiente Sas via dell Industria 11 Castelplanio. Gestione di rifiuti non pericolosi. Richiesta preventivo per smaltimento rifiuti SO.GE.NU.S. Spa: Preventivo di larga massima per lo smaltimento di tutti i rifiuti giacenti presso il piazzale della ditta Compagnia per l Ambiente con sede a Castelplanio Verbale redatto dai Sigg. Bordoni Danilo e Severino Savini Provincia di Ancona; Dipartimento III - Governo del Territorio; Settore I Tutela e valorizzazione dell Ambiente; Area Ecologia: D.Lgs 3/4/2006 n.152, parte quarta. Ditta Compagnia per l Ambiente Sas via dell Industria 11 Castelplanio. Gestione di rifiuti non pericolosi. Richiesta escussione garanzia finanziaria Tribunale di Perugia: Nomina curatore fallimentare Farneti Filippo Provincia di Ancona; Dipartimento III - Governo del Territorio; Settore I Tutela e valorizzazione dell Ambiente; Convenzione tra la Provinica di Ancona e il Comune di Castelplanio per le operazioni di smaltimento rifiuti e per la messa in sicurezza e ripristino ambientale dell area interessata dall impianto di recupero rifiuti della ditta Compagnia per l Ambiente di Rocchini C. & C. sas sito in via dell Industria 11, nel comune di Castelplanio. 27/10/2009. nome file: Pia_Cartt.docx data emissione: luglio 2010 pag. 6 di 47

7 4 UBICAZIONE E DESCRIZIONE DELL AREA DI STUDIO 4.1 Inquadramento del sito L area dello stabilimento di Castelplanio della Compagnia per l Ambiente sas è situato nell agglomerato industriale di Pozzetto, in via dell industria 11. Il capannone e l area attigua, contraddistinti con la particella 463 del foglio 9 del comune di Castelplanio, sono di proprietà della Società LOCAFIT Locazione Macchinari Industriali S.p.A. di Milano, che li ha dati in Leasing alla ditta Compagnia per l Ambiente per svolgere le attività imprenditoriali (data dell atto notarile 27/12/2005). Si tratta di un area ricadente al margine alluvionale del f. Esino, in sinistra idrografica caratterizzata dalla presenza di terreni permeabili di natura alluvionale (limi, sabbie e ghiaie) che ricoprono il substrato argilloso pliocenico. I depositi alluvionali (acquifero) sono sede di una falda di subalveo il cui livello piezometrico si attesta poco sopra il contatto con il sottostante acquiclude. La Compagnia per l Ambiente Srl è stata autorizzata dalla Provincia di Ancona, con autorizzazione n.58/2005 del 19/9/2005 e s.m.i., a svolgere in tale impianto le attività di messa in riserva (R13) e di recupero (R3) di rifiuti non pericolosi in materiale plastico di vario genere e tipologia. All atto del rilascio dell autorizzazione la Provincia di Ancona ha richiesto una polizza fidejussoria atta a coprire: - I costi per le verifiche di competenza della Provincia e delle eventuali operazioni di bonifica; - I costi di smaltimento/avvio al recupero dei rifiuti in deposito; - I costi necessari per la bonifica dell area e delle installazioni; - I risarcimenti dovuti per danni provocati all ambiente; - Dei costi sostenuti dalla Provincia o dal Comune su indicazione della Provincia in sostituzione del soggetto titolare dell autorizzazione che si mostra inadempiente all osservanza delle prescrizioni autorizzative. Attualmente lo stabilimento risulta chiuso ed abbondato. Il depuratore è pieno di liquami, così come i vari filtri a carboni attivi o a graniglia quarzosa presenti in loco. Ci sono inoltre fanghi accumulati in maniera incontrollata sul piazzale e nel deposito associato al depuratore stesso ci sono diverse contenitori di materie prime non utilizzati. nome file: Pia_Cartt.docx data emissione: luglio 2010 pag. 7 di 47

8 Nel piazzale sono presenti numerose balle di materiale plastico proveniente dalla raccolta differenziata. Altri cumuli polverulenti di materiale plastico sono presenti sul piazzale. Dagli uni e dagli altri escono rigagnoli che tendono a scorrere sul piazzale fino a raggiungere le aree esterne al piazzale stesso. Nelle aree circostanti il capannone sono inoltre presenti dei bancali di legno, dei materiali ferrosi accumulati in modo incontrollato, oltre a due mezzi (un camion e una spazzatrice) inutilizzabili. Almeno il camioncino andrebbe demolito. All interno del capannone sono presenti le apparecchiature utilizzate per l attività alcune di queste sono ingombre di materiale lasciato in loco dalla non ultimazione delle lavorazioni in atto per il fallimento della ditta. Ci sono inoltre due vasche metalliche piene di acqua utilizzate nelle fasi di processo. Il pavimento del capannone è ingombro di rifiuti. Il capannone non risulta più collegato alla rete elettrica. Nelle zone nei pressi del piazzale sono inoltre presenti n.14 scarrabili, che come comunicato dal liquidatore fallimentare non sono di proprietà della ditta, pieni parzialmente di rifiuti indifferenziati. nome file: Pia_Cartt.docx data emissione: luglio 2010 pag. 8 di 47

9 Zona depuratore Rifiuti plastici in balle Cumuli di rifiuti plastici Rifiuti prevalentemente ferrosi Limite dell impianto Capannone principale - Figura 1 Foto aerea dell impianto e del contesto nel quale è collocato. nome file: Pia_Cartt.docx data emissione: luglio 2010 pag. 9 di 47

10 4.2 Breve cronistoria dell impianto Dall analisi dei documenti messi a disposizione del Committente, risulta che la Ditta ottenne l autorizzazione n.58/2005 del 19/9/2005 e s.m.i., da parte della Provincia di Ancona. Con tale atto la Ditta fu autorizzata a svolgere nell impianto di Castelplanio le attività di messa in riserva (R13) e di recupero (R3) di rifiuti non pericolosi provenienti da raccolte differenziate dei rifiuti. Nel 2005 l impianto fu oggetto di un incendio che danneggiò parte del capannone. Durante l esercizio, la Provincia di Ancona e l ASUR5 contestarono alla Ditta, nel tempo, diverse irregolarità ambientali nella gestione delle attività previste in autorizzazione. In particolare in data 16 gennaio 2008 l ASUR5 rilevò, in corrispondenza dello scarico nel fosso attiguo all impianto, il superamento dei valori limite di emissione previsti in tab. 3 allegato 5 alla parte terza del D.Lgs. 152/06 per i parametri BOD5 e COD, oltre ad un elevato tenore del parametro Escherichia Coli. Questo comportò una serie di diffide alla Ditta al fine di collettare le acque reflue direttamente nella rete fognaria pubblica gestita da Multiservizi Spa. Anche il Comune di Castelplanio emise un ordinanza, datata 5 febbraio 2008, per il ripristino delle pareti coibentate del munufatto che ospita il mulino n.3 (danneggiate dall incendio) e per l insonorizzazione dello stesso perché gli abitanti della zona Piano Amato in località Pozzetto lamentavano la forte rumorosità dell impianto. Il 20 febbraio 2008 il Dirigente del IX Settore visto che: - Lo scarico delle acque reflue industriali in uscita dal depuratore aziendale ha originato una formazione abnorme di schiuma e fango all interno dell alveo del Fiume Esino, - Al momento del controllo l autorizzazione allo scarico di cui sopra risultava scaduta, diffidò la Ditta a rimuovere entro 15 gg tutte le situazioni di illegittimità riscontrate le tutte le situazioni oggettive che hanno creato i problemi di natura ambientale e igienico sanitaria. A seguito di tale diffida, la Ditta allacciò i propri scarichi alla pubblica fognatura gestita dalla Multiservizi, per questo la Provincia di Ancona revocò la diffida in data 10 giugno nome file: Pia_Cartt.docx data emissione: luglio 2010 pag. 10 di 47

11 Subito dopo, in data 12 giugno 2008, la Provincia revocò anche la sospensione dell autorizzazione alla gestione di rifiuti non pericolosi. Tale sospensione dell autorizzazione fu emessa perché constatarono che: - l impianto di depurazione era completamente in blocco con conseguente sversamento delle acque reflue sui piazzali aziendali fino a defluire nel torrente Fossato; - i rifiuti erano stoccati in aree non previste nel progetto autorizzato; - l impianto di aspirazione fumi di lavorazione del capannone B era fuori uso con relative emissioni in atmosfera. - La ditta non aveva comunicato la variazione societaria e del legale rappresentante. La diffida, con contestuale sospensione dell autorizzazione, la Provincia li riemise in data 19 agosto 2008 perché constatò nuovamente che: - La Ditta effettuava lo stoccaggio dei rifiuti in aree non previste nel progetto; - La Ditta aveva effettuato un deposito incontrollato di rifiuti costituiti da fanghi di depurazione. Successivamente, in data 24 ottobre 2008, la Provincia di Ancona tramite la U.O, Controlli Ambientali dell Area Ecologia, ha effettuato un ispezione presso lo stabilimento della Ditta. Da tale sopralluogo, come riportato nel verbale stilato dal funzionario incaricato, risultò che: La lavorazione era completamente ferma dal 6 agosto 2008 e che i dipendenti erano in attesa di ricevere le retribuzioni dei mesi di luglio, agosto e settembre; Permanevano i gravi problemi al depuratore della Ditta nei pressi del quale sono presenti fanghi depositati in maniera incontrollata sulla pavimentazione e sull asfalto; Le caditoie delle acque meteoriche limitrofe alla linea fanghi sono state rinvenute piene degli stessi; Nelle vasche dell impianto erano in atto processi fermentativi e/o putrefattivi; Da una rottura di una tubazione dell impianto di depurazione, l acqua delle vasche dello stesso si riversava sul pavimento e da questo defluiva lentamente nel terreno circostante. A seguito di questo verbale, con la determina dirigenziale n. 458 del 3 novembre 2008, la Provincia di Ancona revocò l Autorizzazione n.58/2005 del 19/9/2005. nome file: Pia_Cartt.docx data emissione: luglio 2010 pag. 11 di 47

12 Con tale atto si diede anche mandato all Area Ecologia di procedere all escussione della polizza fidejuossoria a garanzie delle attività in oggetto. Infine, in data 22/10/2009, la Provincia sottoscrisse una convenzione con il comune di Castelplanio nella quale il comune si impegna a da avvio alle attività di messa in sicurezza e di ripristino ambientale dell area interessata dall impianto di recupero rifiuti. Per questo il comune dovrà redigere ed inviare alla Provincia una relazione corredata dal relativo preventivo di spesa e dal cronoprogramma, in cui saranno indicate tutte le operazioni che verranno poste in essere, comprese le attività di recupero, indicando in particolare le qualità e quantità dei rifiuti da movimentare ed il relativo costo per il trasporto e lo smaltimento. 4.3 Caratteristiche geologiche ed idrogeologiche Situazione litostratigrafica locale La successione litostratigrafica dell'area di interesse è caratterizzata dalla presenza dei depositi continentali terrazzati del III ordine in sinistra idrografica del Fiume Esino, riferibili al Pleistocene Superiore e impostatisi sul substrato pelitico del Pliocene Inferiore. Le alluvioni terrazzate sono costituite da limi argillosi e sabbiosi, sabbia siltosa e ghiaia e ghiaie sabbiose in matrice limo-sabbiosa, con all interno frequenti intercalazioni di lenti limose-sabbiose o argillo-limose di spessore decimetrico. I depositi più spiccatamente ghiaiosi (dove presenti) sono ricoperti, in questa zona, da consistenti coltri di terreni a granulometria più fine detti "cappellaccio", di natura sempre alluvionale, prevalentemente limoso-argillosi e sabbiosi, che si presentano con una struttura anch'essa lentiforme e variamente interdigitata e con un certo grado di alterazione e di ossidazione. La potenza dei depositi superficiali del cappellaccio è dovuta, oltre che agli apporti del fiume, anche a sedimenti di origine secondaria accumulati dai torrenti e dai fossi secondari entro i terrazzi alluvionali (es. il piccolo fosso che lambisce il lotto), che, sfociando nella pianura principale, hanno depositato i sedimenti limo-argillosi trasportati dalle loro acque dopo aver eroso le rocce affioranti nelle aree collinari. Nella zona di interesse lo spessore dell intero materasso alluvionale, come risulta da dati di pozzi presenti nelle vicinanze e dai sondaggi eseguiti sia nel lotto in esame che in aree limitrofe, si aggira intorno ai m. nome file: Pia_Cartt.docx data emissione: luglio 2010 pag. 12 di 47

13 La formazione argillosa è rinvenibile a profondità crescenti sia in senso trasversale (verso il Fiume Esino) che longitudinale (in direzione della valle fluviale). I depositi marini del substrato sono costituiti da argille marnose e marnososiltose grigio-bluastre e verdastre, disposte in strati da pochi centimetri fino ad un massimo di 50 cm. circa di spessore, talvolta in pacchi fittamente laminati, con spalmature e intercalazioni millimetriche sabbioso-siltose grigiastre che ne evidenziano la stratificazione. I depositi alluvionali si trovano in discordanza angolare sul substrato pliocenico che affiora in corrispondenza dei rilievi collinari che bordano la piana a nordovest della Strada Provinciale Piano Amato Caratteri geostrutturali generali Datazioni radiometriche sui legni contenuti nelle sue alluvioni hanno permesso di attribuire la deposizione del terrazzo di III ordine ad un periodo connesso con l ultima fase fredda del Pleistocene Superiore (Nanni, 1987). I principali elementi geologico-strutturali che distinguono l intero bacino dell Esino, sono quelli caratteristici dell Appennino Umbro-Marchigiano, con uno stile tettonico conseguente ad un assetto strutturale dato da una serie di falde sovrascorse e con uno stile plicativo caratterizzato da pieghe e faglie L area in oggetto ricade proprio sul fianco occidentale di una piega anticlinalica (anticlinale di Pozzetto Montecarotto - Serra Dé Conti) a direzione assiale appenninica; le giaciture del substrato, nei primi affioramenti ben visibili in corrispondenza dei rilievi collinari in località Pozzetto Alto, a partire da quote comprese fra i m. s.l.m.m., presenta giaciture generalmente immergenti verso NE, a traverpoggio nel tratto in esame. La valle fluviale si è impostata su tale tipo di substrato, dapprima incidendolo ed erodendolo, poi ricolmando l'incisione con i depositi alluvionali che, dunque si trovano in discordanza angolare sul substrato pliocenico. La valle del Fiume Esino, come tutte le altre pianure alluvionali marchigiane, deve la sua origine ad una famiglia di faglie attivatesi nel Pleistocene Inferiore ed orientate NE-SW; quindi la Vallesina, a monte di Jesi può essere considerata come una "valle di linea di faglia" (Devis, 1913). nome file: Pia_Cartt.docx data emissione: luglio 2010 pag. 13 di 47

14 Con ogni probabilità l'attività di tali faglie continua (seppur in maniera molto blanda) anche oggigiorno, e ciò è testimoniato da vari fattori: la presenza della serie completa dei terrazzi alluvionali solo in sinistra idrografica e la migrazione dei fiume verso sud dovuta al minor sollevamento ed al basculamento del bordo meridionale del blocco strutturale nella vallata dell'esino (Nanni, 1987). A conferma dei dati bibliografici in materia sopra riportati, sul terreno è stata rilevata solamente la presenza di paleoalvei paralleli al corso attuale del Fiume Esino, responsabili del consistente spessore dei depositi alluvionali; non sono presenti morfologie particolari del territorio direttamente riferibili a faglie o altre lineazioni neotettoniche Lineamenti morfologici L area in esame ricade nella parte mediana della pianura alluvionale del F. Esino che taglia, da est verso ovest, i bassi rilievi collinari marchigiani che, senza soluzione di continuità, vanno dai rilievi appenninici al mare. In questa porzione di regione, i rilievi che bordano la piana sono relativamente bassi: le quote sono generalmente inferiori ai 300 m sul l.m.m. Le quote massime delle colline più prossime superano di poco i 250 m (Case Bravi q. 280), mentre il fondovalle, in questo tratto, ha quote medie di circa m.; tutto questo conferisce all area una bassa energia di rilievo. La quota attuale dell area di sedime (abbassata di circa 3.0 m in fase di lottizzazione per predisporre l area secondo le quote finali di progetto) è compresa fra 117 m e 118 m l.m.m., mentre le pendenze risultano pressoché nulle (Cfr : Foto n. 1 e 2). Lo stabilimento ricade, come detto in precedenza, in corrispondenza della parte mediana del terrazzo alluvionale del III ordine, in sinistra idrografica del F. Esino. In questo tratto, la valle risulta ampia ed abbastanza simmetrica rispetto al corso fluviale che corre al centro della stessa; solo che in sinistra idrografica il terrazzo più rappresentato è proprio quello di III ordine, mentre in destra questo non è presente e quello più esteso è quello di IV ordine. Il dislivello rispetto all attuale alveo del F. Esino è di oltre 10 metri, mentre più di 750 m sono frapposti tra l imposta ed il corso fluviale. Per le condizioni morfologiche (zona pianeggiante), l area risulta manifestamente stabile: non sono stati rilevati processi gravitativi o nome file: Pia_Cartt.docx data emissione: luglio 2010 pag. 14 di 47

15 morfogenetici in grado di interessare la struttura in progetto; inoltre, per i dislivelli e la distanza sensibili dal corso del f. Esino, sono da escludere interferenza tra la dinamica fluviale e la zona di interesse. Il piccolo fosso di primo ordine che attraversa diagonalmente tutta l area ha un bacino idrografico estremamente ridotto e un alveo ben incassato; a memoria dei residenti della zona non è mai stato soggetto a fenomeni di esondazione ed oltretutto, a garanzia dei manufatti, è stata lasciata una fascia di rispetto di 15 m. Anche dall analisi della cartografia tecnica ufficiale risulta che l area non è interessata da dissesti gravitativi. Tra la cartografia esaminata si ricorda: Carta Inventario Dei Movimenti Franosi Della Regione Marche Ed Aree Limitrofe - CNR- IRPI, 1993; Carta Geologica, Geomorfologica ed Idrogeologica - Ambiente fisico delle Marche - Giunta Regionale, 1991; Carta Geomorfologica a corredo del P.R.G. Geol. Rocchetti S, 1998 Carta del Rischio Idrogeologico PAI Regione Marche 2004 Tutta la parte occidentale dello stesso tratto di piana alluvionale (destinata sempre ad insediamenti artigianali e produttivi) è stata, per gran parte, già edificata a partire dal Inquadramento idrogeologico L idrografia superficiale è caratterizzata principalmente dal piccolo fosso tributario di destra del Torrente Fossato, verso quale defluiscono tutte le acque di precipitazione meteoriche del settore nord-orientale e orientale dell area di lottizzazione. L alveo del fosso è stato recentemente riprofilato e risagomato sulla base di uno studio idrologico ed idraulico puntuale per cui si possono escludere interferenze con i capannoni limitrofi. Il torrente Fossato, possiede un alveo ben incassato ad una quota più bassa di circa 6-8 m. dal limite nord-orientale dell area di lottizzazione; anche in questo caso è possibile escludere fenomeni di esondazione e allagamento anche in caso di piene eccezionali. Nella porzione d area vicina alla S.P. n. 39 Piano Amato, a causa della ridotta pendenza e di alcuni tratti addirittura in contro pendenza, si possono nome file: Pia_Cartt.docx data emissione: luglio 2010 pag. 15 di 47

16 manifestare temporanei fenomeni di ristagno di acque non regimate provenienti dalle pendici collinari a monte. I sondaggi e le altre indagini disponibili per l area, tutte spinte sino al substrato argillo-marnoso pliocenico, hanno evidenziato che dove è presente il banco ghiaioso (acquifero) esiste una circolazione idrica abbastanza importante a contatto diretto con il substrato marnoso pliocenico. Si tratta di una falda con superficie superiore libera, il cui livelli piezometrico si attesta intorno ai 6.5 m. dal p.c. E probabilmente continua sui terrazzi del III e del IV ordine, a contatto idraulico fra loro, e fa registrare escursioni massime nell arco dell anno di ± 1.0 m. La falda idrica viene principalmente alimentata dalle precipitazioni dirette e dall accumulo delle acque di dilavamento dei versanti collinari a monte, costituiti prevalentemente da sedimenti impermeabili. Sulla base delle analisi geotecniche di laboratorio eseguite su campioni di terreno simili e prelevati in aree limitrofe e dai dati bibliografici a disposizione ( Caratteristiche idrogeologiche delle Marche T. Nanni), la porosità media effettiva dei depositi alluvionali ghiaioso-sabbiosi risulta essere pari a circa il 10%, mentre la permeabilità varia da 1x10-5 a 1x10-6 m./sec. per i depositi fini e da 2x10-2 a 6x10-3 m./sec. per i depositi grossolani ghiaioso-sabbiosi. L'acquiclude è costituito dalle argille marnose plioceniche del substrato, praticamente impermeabili Litostratigrafia locale All interno del lotto di interesse, la successione litostratigrafica così come ricostruita dalle indagini disponibili, risulta uniforme in corrispondenza dei vari punti sondati, ma presenta alcune differenze sostanziali soprattutto per quanto riguarda la potenza della coltre alluvionale superficiale fra la parte orientale e quella occidentale. In prossimità del settore orientale dell ingombro del capannone, infatti, è presente una potente coltre di terreni limo-argillosi e sabbiosi plastici e mediamente addensati, la cui origine è probabilmente riferibile a meccanismi particolari di erosione e risedimentazione (quali turbolenze, mulinelli ecc..) legati alla dinamica fluviale della zona. Tale sacca raggiunge il massimo dell'approfondimento sul limite di NE dell area di ingombro del capannone, per poi degradare dolcemente su tutto il suo intorno nome file: Pia_Cartt.docx data emissione: luglio 2010 pag. 16 di 47

17 sino a raggiungere spessori uniforme e sostanzialmente normali rispetto alle altre parti delle piane alluvionali terrazzate della zona Dall'elaborazione dei dati di sondaggio e penetrometrici, la successione litostratigrafica in corrispondenza della zona dello stabilimento è la seguente: - Limi e limi sabbiosi: subordinatamente argillosi, di colore avana, leggermente consistenti e plastici con interclusi calcinelli e torba puntiforme. Fino alla profondità di m dal p.c; - argille limose e limi argillosi: di colore avana-bruno con venature grigiastre, mediamente consistenti e plastici, finemente detritici e privi di struttura, con intercluse concrezioni carbonatiche, patine di ossidazione color ruggine e macule di torba. Spessore variabile fra 2.8 m in e 4.5 m; - lenti di limi sabbiosi e sabbie sciolte: giallastre e beige, leggermente friabili al tatto, poco/niente coesive e scarsamente addensate. Per uno spessore di circa m.; - ghiaia e ghiaia sabbiosa: in matrice limosa, con clasti eterometrici ben arrotondati e mediamente appiattiti, ben addensata e praticamente incompressibile. Da circa 7.2 m; - argille marnose e siltose: grigio-azzurrastre, molto consistenti, a frattura concoide, praticamente incompressibili. Rappresentano la formazione in posto (Pliocene inf. med.). Da circa 9.0 m. dal p.c. La rappresentazione grafica schematica delle situazioni litostratigrafiche relative a due sondaggi reperiti S1 e S2 è riportata nella Figura Figura 2 - Schema dei rapporti stratigrafici fra S1 e S2 nome file: Pia_Cartt.docx data emissione: luglio 2010 pag. 17 di 47

18 5 MODELLO CONCETTUALE Il modello concettuale dell area è stato definito considerando: - I risultati delle indagini disponibli. - Lo schema geologico/litostratigrafico ed idrogeologico locale del sito. Detto modello concetttuale potrà essere eventualmente aggiornato tenendo conto dei risultati delle nuove indagini previste. Identificazione delle sorgenti primarie di contaminazione Le sorgenti primarie della contaminazione sono distinguibili in due fasi: - Fase di attività dello stabilimento. - Fase di abbandono a seguito del fallimento della Ditta. Durante l esercizio dello stabilimento, così come ricostruito dai verbali di sopralluogo dell ARPAM e della Provincia di Ancona, le sorgenti di contaminazione sono riferibili essenzialmente a: 1. Mal funzionamento dell impianto di depurazione con sversamento di liquami direttamente nella rete idrografica superficiale; 2. Deposito incontrollato dei rifiuti plastici fuori dalle aree autorizzate di stoccaggio con la percolazione di liquami provenienti dai cumuli lungo il piazzale fino alle aree non impermeabilizzate e conseguente infiltrazione; 3. Deposito incontrollato dei fanghi di depurazione con la percolazione del percolato al di fuori delle aree impermeabilizzate e successiva infiltrazione nel sottosuolo; 4. Incendio dello stabilimento e delle materie plastiche con inquinamento dell atmosfera e possibili ricadute di sostanze nelle aree attigue. Durante la fase di abbandono a seguito della chiusura dello stabilimento (fase che perdura tuttora): 1. Deposito incontrollato dei rifiuti plastici fuori dalle aree autorizzate di stoccaggio con la percolazione di liquami provenienti dai cumuli lungo il piazzale fino alle aree non impermeabilizzate e conseguente infiltrazione; 2. Deposito incontrollato dei fanghi di depurazione con la percolazione del percolato al di fuori delle aree impermeabilizzate e successiva infiltrazione nel sottosuolo. nome file: Pia_Cartt.docx data emissione: luglio 2010 pag. 18 di 47

19 Meccanismi di propagazione della contaminazione Sulla base delle caratteristiche sito-specifiche dell area in esame, delle potenziali sorgenti di contaminazione, del comportamento dei contaminanti nelle matrici ambientali e del modello stratigrafico ed idrogeologico il principale meccanismo di propagazione individuato è dovuto alla infiltrazione dei contaminanti nel sottosuolo con relativa dispersione degli stessi presenti in falda. Inoltre vi può essere stata contaminazione dei sedimenti del fosso a causa degli sversamenti e quindi le acque del fosso possono essere loro stesse un fattore di propagazione della presunta contaminazione. I suoli circostanti per gli incendi sono stati probabilmente oggetto di sedimentazione di sostanze inquinanti che potrebbero essere continuamente dilavate dalle acque di origine meteorica. Recettori e bersagli I principali recettori/bersagli sono: le acque sotterranee della falda superficiale; sedimenti del fosso; suoli circostanti. Nelle indagini di caratterizzazione del sito in oggetto, si prenderanno quindi questi come principali matrici ambientali da caratterizzare. nome file: Pia_Cartt.docx data emissione: luglio 2010 pag. 19 di 47

20 6 PIANO D INDAGINI In base a quanto sotto riportato e cioè: allo stato conoscitivo del sito; a quanto indicato nel precedente capitolo 5; al fatto che si ritiene utile integrare le informazioni già acquisite nell area al fine di aggiornare lo stato conoscitivo delle matrici ambientali; Si ritiene utile sviluppare un piano d indagine che preveda, almeno in questa prima fase, di realizzare n. 7 sondaggi di cui uno da utilizzare come bianco a monte idrogeologica del sito. In base ai risultati si valuterà se successivamente raffittire o meno la campagna di indagine Le attività quindi riguarderanno: attività di campo: a. ubicazione dei punti di perforazione e di campionamento del suolo; b. perforazione di 7 sondaggi a carotaggio continuo; c. prelievo di campioni di terreno per analisi di laboratorio chimico; d. prelievo di n. 3 di top-soil per il campionamento della qualità del suolo superficiale; e. prelievo di n. 3 campioni dei sedimento in corrispondenza del fosso perimetrale; f. completamento a piezometro di 4 sondaggi ubicati in punti tali da permettere un campionamento delle acque sotterranee uniformemente distribuito; g. prelievo di 4 campioni di acque per analisi di laboratorio chimico; attività di laboratorio: h. esecuzione di analisi di laboratorio chimico sui campioni di terreno; i. esecuzione di analisi di laboratorio chimico sui campioni di acque; attività di sede: j. elaborazione dati; k. redazione della relazione tecnica descrittiva. Le attività di studio saranno condotte da personale esperto nelle diverse problematiche ambientali da considerare (chimici e geologi). nome file: Pia_Cartt.docx data emissione: luglio 2010 pag. 20 di 47

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