Open data nella pubblica amministrazione italiana: l esperienza del Comune di Firenze TRADUZIONE
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- Viviana Tucci
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1 Open data nella pubblica amministrazione italiana: l esperienza del Comune di Firenze Giovanni Menduni, Gianluca Vannuccini, Giacomo Innocenti Il Comune di Firenze ha promosso dal 2003 un processo di integrazione e consolidamento di banche dati, che dal 2009 è stato ulteriormente potenziato e configurato per un approccio aperto e federato. I risultati di tale processo possono essere oggi utilizzati in diverse aree dell egovernment, fra cui la business intelligence e, più recentemente, il mondo degli open data. Durante il 2011 il Comune ha strutturato un censimento interno, in cui ogni Direzione, che ha nominato un referente per gli open data, ha avuto l incarico di analizzare quali dati pubblici sarebbe stato più utile ed opportuno pubblicare. È importante sottolineare la scelta strategica seguita dal Comune, che ha deciso di divulgare, ove possibile, dati di dettaglio a granularità fine, in modo da fornire informazioni grezze direttamente investigabili dagli utenti finali. Questa scelta ha reso gli open data particolarmente adatti a scopi quali la business intelligence, ma la ricchezza informativa sommersa in questi documenti li rende di fatto meno leggibili da un osservatore privo degli opportuni strumenti di indagine. Per questo motivo, dall esperienza degli open data è nato un progetto figlio che ha come scopo quello di fornire al semplice Traduzione italiana a cura di Grazia Di Bartolomeo.
2 G. Menduni, Open data nella pubblica amministrazione italiana cittadino strumenti visuali di tipo comparativo (in gergo tecnico dashboard), che gli permettano di investigare le relazioni fra specifiche collezioni di dati mediante la manipolazione di alcuni parametri predeterminati. Parallelamente allo studio rivolto a quali tipi di informazioni esporre come open data, è stato avviata anche un indagine allo scopo di determinare i migliori metodi di pubblicazione dei dati stessi, tenendo anche conto delle diverse esigenze che possono contraddistinguere i possibili fruitori di queste informazioni. Sulla base dei risultati di questa analisi, è stato deciso che tutti gli open data diffusi come collezioni di singoli documenti elettronici dovessero essere formattati secondo formati aperti e liberi, in modo da non rendere più necessario l utilizzo di strumenti informatici proprietari. Tra tutte le possibili scelte, l attenzione è stata posta sulle tipologie più diffuse e, volendo entrare maggiormente nello specifico, si nota una predominanza di file CSV per i dati di tipo tabellare e KMZ per quelli di tipo georeferenziato. Il Comune, inoltre, ha voluto prestare particolare attenzione alle realtà industriali presenti nel territorio, avviando un progetto per la pubblicazione degli open data secondo il paradigma dei dati come servizio. Secondo questa filosofia, le informazioni vengono fornite all utente già confezionate secondo i parametri che questo ha specificato nella sua richiesta. Questo modo di fruire i dati è particolarmente vantaggioso per le applicazioni informatiche che si basano su di essi, perché permette di alleggerire il carico computazionale sul programma e ridurre i costi di trasmissione dell informazione. Sulla base di questi strumenti il Comune ha avviato una fase di colloqui con sviluppatori indipendenti al fine di realizzare applicazioni per dispositivi mobili, che, sfruttando gli open data, realizzassero servizi aggiuntivi rivolti a chi vive la città. Un prima fase di questo progetto ha già portato alla creazione di alcune app per smart phone Android e ios, che per il momento usano i dati ma non come servizi; altre applicazioni espressamente
3 JLIS.it. Vol. 4, n. 1 (Gennaio/January 2013) concepite per accedere ai dati come servizi sono al momento in fase di sviluppo. All interno del quadro appena esposto, il Comune ha valutato e perseguito la strada della federazione dei dati, resa possibile dallo schema funzionale dei dati come servizi, ed in particolare l attenzione è stata rivolta verso il formato dei linked open data, per i quali è stata adottata sin dall inizio la metodologia promossa dal W3C riguardo al sistema di star-rating suggerito da Tim Berners- Lee. Da un punto di vista strettamente tecnico i linked data sono costituiti da un insieme di entità ricche (dati atomici dalla struttura complessa) tra loro interconnesse mediante proprietà semantiche (grafo di collegamenti funzionali). La tecnica più efficace per descrivere un tale insieme di informazioni consiste nell elencare una serie di proposizioni (in gergo, triple), che descrivono sia le caratteristiche specifiche di ciascuna entità, che le relazioni che le connettono tra loro. A questo scopo viene utilizzato il linguaggio RDF ed i suoi derivati, a cui deve essere affiancato un sistema di memorizzazione e gestione delle proposizioni (database semantici). Per la realizzazione di quest ultima fase esistono sistemi di archiviazione specifici; tuttavia, un analisi tecnica preliminare, condotta sulle tecnologiche effettivamente utilizzabili in un sistema di produzione, ha portato all adozione di una soluzione alternativa. Il punto centrale consiste nel fatto che l adozione di un database semantico avrebbe significato la duplicazione, in chiave linked data, del patrimonio informativo costituito dagli open data già pubblicati dal Comune. Per questo motivo, è stato scelto di ricorrere in via sperimentale ad un prodotto open source denominato D2R server, il cui ruolo consiste nella realizzazione in modalità on the fly di una mappatura del contenuto dei DBMS del Comune in corrispondenti triple RDF. I primi tre dataset che sono stati mappati in RDF sono il viario, la toponomastica, ed il numero di strade con maggiore incidentalità. La prima sezione open data della Rete civica del Comune di Firenze è stata pubblicata
4 G. Menduni, Open data nella pubblica amministrazione italiana nell Ottobre Successivamente, si è pubblicato lo schema RDF ed un connettore per dati come servizio (endpoint SPARQL) per i tre dataset sopra citati. Nel Febbraio 2012, è stato pubblicato uno specifico portale open data per il Comune di Firenze le cui sezioni principali sono: il catalogo dei dataset; la sezione Open data per tutti, con visualizzazioni grafiche dei dati, in modo da fornire, oltre che i dati di dettaglio, anche uno strumento facilmente intellegibile da chiunque, per l interpretazione del significato nascosto nei dati stessi; la sezione linked data; e, infine, la sezione GeoPortale, che dà accesso ai dati geospaziali, attraverso un sistema di catalogazione e archiviazione conformi agli standard, ed un portale, per la realizzazione dei quali è stato fatto ricorso ai progetti open source GeoNetwork e GeoServer. Il Comune, nel pieno spirito degli open data, ha voluto anche promuovere la partecipazione dei cittadini e dei fruitori delle informazioni pubblicate attraverso strumenti di comunicazione ad alta penetrazione nel tessuto sociale, come i social network. In particolare, per il coinvolgimento dei cittadini tramite Twitter, si è usato uno specifico hashtag #opendatafirenze, usato anche per pubblicare le novità quotidiane da parte del Comune di Firenze. Dal lancio del sito, avvenuto a Febbraio 2012, sono stati fatti più di 120 tweet con questo hashtag, ed ogni giorno lavorativo viene twittato il dato del giorno. 1 Il Comune di Firenze si sta adesso concentrando soprattutto sull estensione della porzione di dataset del datastore mappati in RDF (anche il dataset dei musei è stato recentemente aggiunto), e sul miglioramento del dizionario ontologico definito inizialmente per rappresentare la realtà di un ente locale come il Comune. È importante sottolineare che a causa della mancanza di dizionari standard e facilmente utilizzabili nell ambito della PA, i linked data sono stati riferiti per il momento ad un dizionario, che è stato prodotto internamente dal Comune. La 1
5 JLIS.it. Vol. 4, n. 1 (Gennaio/January 2013) prima stesura di questo dizionario era essenzialmente legata alla situazione contingente e ai dati che dovevano essere trattati. Successivamente, è stato redatto un nuovo dizionario, però ancora non impiegato in ambito di produzione. Nella sua scrittura, questa volta, sono state tenute in debita considerazione le spinte antagoniste che lo caratterizzano. Infatti, da un lato il dizionario, per essere pienamente sfruttato, deve essere molto vicino alla logica con cui i dati sono nativamente strutturati; dall altro, per poter essere facilmente riusato anche da altri enti pubblici è importante che sia sufficientemente generico da adattarsi a svariati contesti informativi. Per questo motivo, la più recente versione del dizionario definisce una struttura molto più gerarchica, pensata per garantire la sufficiente genericità mediante le definizioni legate agli strati più alti e fornire il giusto livello di approfondimento con gli strati più bassi. A questo modo, un riutilizzatore può adattare il dizionario semplicemente intervenendo su questi ultimi strati. Funzionale a questa filosofia è stata anche il passaggio dall originale formula di un unico dizionario monolitico ad un paradigma composto da più dizionari che concorrono a definire un unica ontologia. Questo insieme di dizionari ancora non costituisce una soluzione capace di coprire interamente tutti gli aspetti di una PA, ma collaborazioni future con altri soggetti pubblici auspicabilmente li miglioreranno. Ai fini di una corretta indicizzazione, si invitano i lettori a citare esclusivamente il testo in lingua inglese; l unico, infatti, che presenta l indicazione del numero di pagina, l abstract, le keywords e le date del processo redazionale. Menduni, G., G. Vannuccini, G. Innocenti. Open data in the Italian Government:the experience of the City of Florence. JLIS.it. Vol. 4, n. 1 (Gennaio/January 2013): Art: #5500. DOI: /jlis.it Web.
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