Corso di. Economia Politica
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- Artemisia Valentini
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1 Prof.ssa Blanchard, Maria Laura Macroeconomia Parisi, PhD; Una prospettiva europea, DEM Università Il Mulino di 2011 Brescia Capitolo I. Un Viaggio intorno al mondo Corso di Economia Politica a.a. 2012/2013 LEZIONE 22 Laurea Magistrale in Giurisprudenza, UNIBS
2 La risposta di politica economica alla crisi
3 4. La domanda di investimento, quando le banche agiscono da intermediari Quando il capitale delle banche diminuisce perchéle banche riducono i prestiti alle imprese, aumenta il costo di equilibriodei prestiti bancari. Che ha un effetto negativo sugli Investimenti.Il risultato èche la curva ISsi sposta a sinistra e il nuovo equilibrio del reddito diminuisce. FIG Equilibrio sui mercati reali e finanziari in seguito a una riduzione del capitale delle banche. 3
4 6. La risposta di politica economica Stimoli all economia Le banche centrali hanno usato la politica monetaria per tagliare i tassi di interesse a zero, mentre i governi hanno utilizzato la politica fiscale per compensare la riduzione del consumo privato, cercando di sostituire la caduta del consumo e degli investimenti privati con una maggiore spesa pubblica. 4
5 6. La risposta di politica economica Politica monetaria in presenza di una trappola della liquidità: le banche centrali hanno ridotto il tasso di interesse nominale a zero, non potendo ulteriormente abbassare i tassi di interesse. FIG La politica monetaria in presenza di una trappola della liquidità. 5
6 6. La risposta di politica economica La politica monetaria tradizionale non funziona più. C èqualcos altro che la politica monetaria può fare? Quantitative Easing: offrendosi di acquistare beni o titoli dalle banche commerciali, la banca centrale può annullare o ridurre l aumento originale del rischio di credito ed evitare una contrazione dei prestiti. La curva LMsi sposta a destra, ma questo sposta anche la ISverso destra (perchéil credito viene di nuovo erogato). Gli interventi di politica economica hanno funzionato. 6
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8 Ultimo atto della crisi: i debiti sovrani 1. I governi dall autunno del 2008 incominciano a fare politiche economiche non convenzionali. 2. Non più solo spesa pubblica espansiva (aiuti economici, tagli alle tasse) 3. Ma anche interventi diretti sulle banche: iniettano liquiditànella struttura delle banche 4. Nazionalizzano le banche (NorthernRock, RoyalBankofScotland, Commerzbank) 5. Si assumono su di séi debiti, convertendo i titoli tossici in pancia alle banche con titoli piùsani, come i titoli di debito pubblico 6. Stati si indebitano per salvare le banche: debito e crisi passano agli Stati (bail-out) Blanchard, Macroeconomia Una prospettiva europea, Il Mulino 2011 Capitolo XXI. La crisi del Deficit pubblico, debito pubblico in aumento! 8
9 Blanchard, Macroeconomia Una prospettiva europea, Il Mulino 2011 Capitolo XXI. La crisi del
10 Blanchard, Macroeconomia Una prospettiva europea, Il Mulino 2011 Capitolo XXI. La crisi del
11 Blanchard, Macroeconomia Una prospettiva europea, Il Mulino 2011 Capitolo XXI. La crisi del
12 7. L eredità della crisi L ereditàprincipale deriva dal ricorso alla politica fiscale che ha portato a un forte aumento del debito pubblico. Inoltre spesso l elevato debito pubblico va di pari passo con un elevata inflazione, in quanto l inflazione èun modo per ridurre il valore reale del debito. La preoccupazione per l inflazione deriva anche dal modo in cui la politica monetaria èstata utilizzata: non solo tagliando i tassi di interesse, ma rivolgendosi anche al quantitative easing. 12
13 Blanchard, Macroeconomia Una prospettiva europea, Il Mulino 2011 Capitolo XXI. La crisi del
14 Blanchard, Macroeconomia Una prospettiva europea, Il Mulino 2011 Capitolo XXI. La crisi del
15 La crisi dei debiti sovrani La crisi dei debiti sovrani Europei (anche chiamata crisi dell Eurozona ) èuna crisi finanziaria che ha reso difficile o impossibile per alcuni paesi nell area Euro ripagare o rifinanziare il proprio debito pubblico, senza l aiuto di terze parti. Essa èavvenuta in seguito alla crisi finanziaria, e per alcuni, èancora in corso.
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17 La causa principale risiede nel tentativo di salvare il sistema bancario, acquistando il debito privato esistente nei bilanci delle banche (anche il Congresso americano ha approvato $700 miliardi per le banche americane nel 2008!) Essa èstata causata anche da una serie di riduzioni della valutazione del debito da parte delle agenzie di rating ( downgrading ). In Grecia, il debito ècresciuto inoltre per gli alti salari e pensioni pagati al settore pubblico. Le banche Europee possiedono un ammontare significativo del debito sovrano. Preoccupazioni riguardanti l insolvenza del sistema bancario o il rischio default dei governi, si autoalimentano negativamente!
18 Visco ha affermato che se in Europa gli interventi pubblici sono stati pari al 37% del Pil, in Italia le operazioni sul capitale, pari a 4,1 miliardi nell autunno 2011, arrivano a malapena allo 0,3% della ricchezza nazionale. Considerati i Tremonti Bond sottoscritti da Mps e le garanzie usate per le obbligazioni portate alle Bce si arriva soltanto al 5,5% del Pil.
19 Miliardi Blanchard Amighini Giavazzi, Macroeconomia Una prospettiva europea, Il Mulino 2011
20 Agli inizi del 2010 le preoccupazioni si sono intensificate in Europa, cosìle nazioni europee hanno deciso di implementare una serie di misure di supporto: EuropeanFinancial StabilityFacility(EFSF) e EuropeanStabilityMechanism(ESM). EFSF èstato autorizzato a prendere a prestito 440 miliardi, di cui 250 miliardisono rimasti disponibili dopo il salvataggio Irlandese e Portoghese. Inoltre, la BCE ha fatto la sua parte abbassando i tassi d interesse e fornendo prestiti a basso costo per piùdi 1trilione di euro per mantenere flussi di liquiditàtra le banche europee. Il 6 Settembre 2012, la BCE ha calmato i mercati finanziari con l annuncio di supporto illimitato a tutti i paesi dell eurozona bisognosi di salvataggio con EFSF
21 Tassi del 6% o più alti indicano che i mercati finanziari hanno seri dubbi sull affidabilità della restituzione del debito
22 Grecia e Portogallo hanno gran parte del loro debito in mano a investitori esteri, i quali chiedono tassi sempre più elevati per sottoscrivere il loro debito A metà2012, a causa del fiscal consolidation e alcune riforme strutturali nei paesi piùa rischio, e varie misure di politica prese dai leadersue e dalla BCE, finalmente la stabilità finanziaria nell Eurozona è decisamente migliorata I tassi d interesse hanno iniziato a scendere Ciò ha anche ridotto il rischio di contagio per altri paesi dell Eurozona. In Ottobre 2012, solo 3 su 17 paesi (Grecia, Portogallo e Cipro) ancora combattevano con tassi d interesse a lungo termine sopra il 6%
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24 Come si esce da questa crisi? Come si riduce un debito pubblico: Generando continui avanzi primari (meccanismo più efficace ma lento e doloroso)* Ricorrere al finanziamento monetario della Banca Centrale (genera inflazione) Ripudiando il debito pubblico (i.e. dichiarare fallimento!...vedi Argentina 2002) L Europa sul debito greco ha deciso diverse misure: taglio del valore del debito del 50%, riduzione retroattiva del tasso d interesse corrisposto sui titoli pubblici greci, restituzione del reddito futuro derivante dai rendimenti dei titoli. Inoltre, ESM e IMF hanno concesso prestiti a lungo termine
25 Fiscal compact e riforme strutturali Le misure di austeritàeuropee danneggiano l economia? O sono buone? Ci sono alternative meno dolorose per attivare la crescita della produzione (PIL) e quindi ridurre il rapporto del Debito/PIL e ridurre il deficit (attraverso un aumento automatico delle entrate fiscali)? * Ci vorranno 20 anni consecutivi di surplus sopra il 2% di crescita del PIL a partire da ora solo per riportare il livello Debito/PIL al valore pre-crisi!
26 Per raggiungere livelli sostenibili l Eurozona deve ridurre il suo debito complessivo di 6.1 trilioni. Secondo Boston Consulting Group, ciò potrebbe essere fatto con una tassa sulla salute tra 11 e 30%, Un tale piano sarebbe drastico, impopolare e richiederebbe ampio coordinamento politico, ma più i politici e i banchieri centrali aspettano, più alta sarà la probabilità di introdurre questa tassa
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