Welfare Locale. Pianificazione e progettazione condivisa sullo sviluppo dell area comune dei Piani di Zona Bologna, 20 marzo 2013

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1 IL RUOLO E LA PARTECIPAZIONE DEL TERZO SETTORE ALLA PROGRAMMAZIONE LOCALE IN PROVINCIA DI LECCO Verso un patto territoriale per il Welfare Locale Pianificazione e progettazione condivisa sullo sviluppo dell area comune dei Piani di Zona Bologna, 20 marzo 2013

2 Lo scenario Lombardo L evoluzione in atto nel sistema di welfare e le contingenze economiche in essere impongono un ripensamento dell attuale assetto organizzativo e gestionale della programmazione territoriale. La popolazione lombarda si caratterizza per l emergere di nuovi bisogni quali: l invecchiamento della popolazione p e relativo aumento delle non autosufficienze e cronicità, l aumento del fenomeno dell immigrazione, l impoverimento i delle famiglie e spesso la mancanza di una abitazione a seguito di sfratto per morosità. l indebolirsi delle relazioni che genera maggiore vulnerabilità sociale Gli anziani (over 65) sono il 20,1% della popolazione con un indice di vecchiaia pari al 141,1% Il sistema di protezione sociale mostra limiti di sostenibilità nel tempo in seguito all invecchiamento della popolazione p e al conseguente squilibrio demografico che ne deriva. Le risorse economiche destinate al sociale si sono ridotte del 54% ( ) in particolare per il taglio dei fondi di provenienza statale 2

3 In estrema sintesi il pensiero Lombardo Occorre un ripensamento del sistema complessivo di welfare lombardo per mantenere un sistema universalistico a garanzia di livelli di assistenza equi anche per le generazioni future, in un contesto caratterizzato da una disponibilità sempre minore di risorse e dall ampliarsi del divario tra esigenze e reali possibilità d intervento. Compartecipazione economica, maggiore responsabilizzazione degli Enti e dei cittadini attraverso nuove forme coinvolgimento dei soggetti responsabili della programmazione ed erogazione dei servizi, a garanzia di un sistema di welfare sostenibile ed efficiente. 3

4 Le linee e i principi base della riforma del welfare Una programmazione su base ricompositiva, che metta insieme i le diverse linee di finanziamento i pubbliche e le risorse private sul territorio: anche al fine di evitare duplicazioni e sovrapposizioni. In questo senso, tutte le politiche pubbliche devono essere oggetto di una programmazione integrata: non solo le tradizionali politiche sociali, ma anche quelle della formazione e lavoro, della casa ecc. Una programmazione che non si basi sul sistema di offerta esistente, ma sulla domanda: partendo quindi didll dalle esigenze e dai dibisogni, i che essendosi evoluti non necessariamente trovano risposte adeguate nel sistema di servizi vigente; 4

5 Le linee e i principi base della riforma del welfare L attivazione delle risorse presenti sul territorio: a partire dalle famiglie, viste come risorsa e non solo come portatrici di bisogno, per arrivare alle associazioni di volontariato, al mondo della cooperazione, alle imprese private e alle fondazioni. Risorse sia economiche, per integrare i fondi a disposizione i i degli lie Enti il Locali, ma soprattutto di competenza conoscenza; Un evoluzione del ruolo della pubblica amministrazione che da erogatore diretto di servizi deve assumere un ruolo di garanzia e di governance: favorendo il coordinamento delle politiche messe in atto dai vari soggetti del territorio. In tal senso, gli amministratori diventano imprenditori direte, per favorire l integrazionedelle attività già esistenti e di quelle potenziali da parte di tutti gli attori, accompagnando la formazione di un sistema sociale territoriale integrato. 5

6 Lo scenario del Terzo Settore nel territorio di Lecco Sulla llaspintadellacrescente domandadel del bisogno, in questi ultimi anni il terzo Settore nel nostro territorio è cresciuto molto: Fornendo nuovi e maggiori servizi, imparando a lavorare in rete, progettando e concorrendo ai diversi bandi, alla ricerca di nuove risorse integrandole con quelle dei diversi soggetti, donatori privati del territorio. Acquisendo sul campo riconoscimento e ruolo in quanto soggetto conoscitore e rappresentante delle istanze sociali. 6

7 Gli accordi di programma distrettuali e le novità Le modalità del coinvolgimento del Terzo Settore: 1. Partecipazione di rappresentanti del Terzo Settore alle Assemblee distrettuali dei Sindaci, senza diritto di voto, con ruolo propositivo e consulenziale a supporto del processo decisionale; 2. Partecipazione dei rappresentanti tecnici del Terzo Settore ailavori degli Uffici dipiano; 3. I firmatari degli Accordi (Comuni, Comunità Montane, Azienda Sanitaria i Locale, Provincia i di Lecco, Ai Azienda Ospedaliera), si impegnano inoltre a forme di collaborazione con i soggetti del Terzo Settore, sia per laco progettazione dei servizi, sia per la realizzazione dei progetti nelle aree di fragilità che saranno definiti attraverso protocolli d intesa e/o convenzioni; 4. Partecipazione ai tavoli tematici. 7

8 Il documento del Terzo Settore: le linee di indirizzo Assunto nella prima parte comune dei PDZ 2012/2014 Accettazione della sfida e individuazione dei soggetti riconosciuti e non del Terzo Settore (DGR n.1353/2011); Elezione dei propri rappresentanti per ambito distrettuale, attraverso l attivazione di assemblee dedicate e aperte a tutte le associazioni e soggetti del Terzo Settore attive sul territorio, sulla base di criteri di buona rappresentanza quali: Pari dignità per tipologiedisoggetti aderenti, rappresentatività e radicamento sul territorio, competenza/esperienza; Coordinamento e rappresentanza su base provinciale affidato al Tavolo del Terzo Settore istituito presso l ASL su indicazione regionale; Attivazione i su base annua di una specifica Conferenza provinciale del Terzo Settore su base tematica; Richiesta di un sostegno economicoa sostegno di una necessaria attività di segretariato (informazione, consultazione) 8

9 Verso un Patto per il welfare locale Il Patto per il welfare locale, promosso e coordinato dal Consiglio di Rappresentanza Dei Sindaci, dall ASL edalla Provincia di Lecco, costituisce i la base per un ripensamento dll delle politiche i regionali per il welfare, mediante l attuazione di un ampio percorso di coinvolgimento e confronto con gli attori del territorio attivi nel sistema di welfare. Il Patto vuole essere l esito di un percorso di consultazione che raccoglie i contributi più significativi per dettare i principi e le priorità per la riforma del sistema di welfare. Obiettivo: il Ptt Patto per il welfare è volto alla realizzazione i di un modello di welfare all'avanguardia che sappia valorizzare le esperienze e le caratteristiche del territorio, responsabilizzando al contempo ogni livelloll istituzionale, i i nell ottica di fornire una risposta efficiente e concreta ai bisogni socio assistenziali, sanitari dei cittadini. 9

10 L area comune dei PdZ: verso un Patto territoriale In questo contesto in cui rivestono primaria importanza i concetti di sussidiarietà, il coinvolgimento attivo del territorio e la promozione di buone pratiche di integrazione tra attori diversi, nonché la razionalizzazione delle risorse, si inserisce il progetto di welfare territoriale sviluppato sul territorio della Provincia di Lecco. La fase di elaborazione dei 3 Piani di Zona della provincia di Lecco è stata vista come un opportunità di riconiugare e valorizzare esperienze comuni di programmazione e di gestione dei servizi caratterizzanti il territorio lecchese in questi anni. Patto territoriale i per un nuovo welfare locale l inteso come la volontà di creare una rete di servizi integrata, sul territorio lecchese, capace di prendersi cura delle persone, frutto di un percorso di lavoro condiviso e stabile nel tempo con gli attori locali attivi su specifiche tematiche di welfare. 10

11 L area comune dei PdZ: verso un Patto territoriale Il percorso di costituzione del Patto si èarticolato come segue: 1.Individuazione id i di aree epolitiche di welfare prioritarie, it i in merito alle quali sviluppare tutto il lavoro, scaturite in fase di approvazione dei 3 Piani di Zona; 2.Individuazione di macro temi sviluppati dai gruppi di lavoro, con la definizione di ipotesi di lavoro e possibili linee progettuali da proporre agli attori sottoscrittori del patto; 3.Individuazione degli attori locali attivi sulle tematiche di welfare prescelte e loro coinvolgimento i per la sottoscrizione ii di un patto territoriale che veda la vera e propria compartecipazione, integrazione e lavoro condiviso sul territorio. 11

12 verso un Patto territoriale: i gruppi di lavoro Individuazione di aree e politiche di welfare prioritarie Sono state individuate priorità di medio lungo termine delle specifiche ai diversi soggetti che aderiscono al Patto, in particolare: 1. Formazione e lavoro (Amministrazione provinciale) 2. Casa eabitare (Aler) 3. Conciliazione famiglia lavoro lavoro (Asl) 4. Integrazione sociale, socio sanitaria, sanitaria (Asl) 5. Terzo settore (Tavolo dl del terzo settore) 6. Forme di sostegno economico finanziarie al welfare (Fondazione della provincia di Lecco) 12

13 OBIETTIVI GRUPPO LAVORO TERZO SETTORE ricognizione degli interventi e servizi erogati dal terzo settore nella direzione della definizione di una carta dei servizi dell associazionismo; avviare e sostenere un progetto di ampio respiro formativo che permetta di qualificare il terzo settore come interlocutore importante della pubblica amministrazione; sviluppare una crescente corresponsabilizzazione nella programmazione, progettazione, realizzazione e sostenibilità di servizi, unità d offerta, interventi locali; monitorare l efficacia delle forme di partecipazione previste dai Piani di Zona ; sviluppare azioni congiunte in un ottica di promozione della coesione sociale nei diversi territori, attraverso sperimentazioni e verifiche di modelli di progettazione comune e partecipazione; condivisione, con gli Uffici di Piano, delle progettualità e delle iniziative promosse dal terzo settore con risorse proprie e/o finanziamenti terzi in coerenza con l approccio lapproccio integrato e partecipativo propostodai PdZ. 13

14 Progettazione operativa del progetto di welfare territoriale Studio e approfondimento di nuove forme gestionali di welfare Modello di Governance LIVELLO ISTITUZIONALE DI INDIRIZZO GRUPPO SCIENTIFICO SPECIALISTICO TESTIMONIANZE DI SETTORE TESTIMONIANZE DI SEGRETERIA SETTORE Presidente Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci Presidente Assemblea Distrettuale tt di Bellano Bll Presidente Assemblea Distrettuale di Lecco Presidente Assemblea Distrettuale di Merate Responsabile Scientifico: Prof. Università di Trento Osservatorio Direzione Sociale Asl di Lecco Provincia di Lecco Presidente Confcooperative Esperto del settore Fondazione Provincia di Lecco Comune di Merate/sperimentazione FFL Esperienze di altre Regioni Ufficio Sindaci 14

15 Scenari futuri Il 21 febbraio, il lavoro fatto nel nostro territorio è stato presentato alla Direzione Generale Famiglia, Conciliazione, Integrazione e Solidarietà Sociale di regione Lombardia: il tutto ha riscosso un positivo interesse. La Direzione i Generale si è impegnata con i suoi uffici a partecipare attivamente alle prossime fasi del percorso. GRAZIE A TUTTI

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