Il cantiere del Nuovo Palazzo di Giustizia di Firenze

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1 Il cantiere del nuovo Palazzo di Giustizia di Firenze Giovanni CARDINALE Il cantiere del Nuovo Palazzo di Giustizia di Firenze rappresenta una esperienza significativa nel tema del coordinamento per la sicurezza in fase di progettazione per una serie di motivi attinenti varie questioni del sistema costruzioni. Tra queste, alcune appartengono alla materialità dell oggetto: la dimensione dell edificio le geometrie e le altezze dei vari corpi di fabbrica il numero dei laboratori presenti la contemporaneità di fasi lavorative estremamente diversificate altre alla tecnologia invisibile: la centralità del processo l integrazione delle progettazioni specialistiche Le immagini successive daranno conto degli aspetti legati più direttamente all edificio evidenziando l estrema differenziazione delle tecnologie costruttive e, conseguentemente, l estrema variabilità delle provvidenze in tema di sicurezza. Qui è utile fermarsi sulle questioni del processo e della integrazione tra le varie progettazioni specialistiche. Fig. 1 - Nuovo Palazzo di Giustizia di Firenze DATI GENERALI INTERVENTO - Primo Lotto Importo lavori IVA Volume vuoto per pieno 433,00 mc Superficie utile per piano mq Dimensioni in pianta circa 230 x 180 m Altezza numero di piani 18 Altezza massima fuori terra circa 76 m Palificata di fondazione oltre 1250 pali per circa 30 Km Scavo eseguito metri cubi Calcestruzzo metri cubi Acciaio per armature Kg Rivestimento in pietra Santafiora circa mq Facciate vetrate mq Copertura vetrata Basilicata mq Rivestimento in rame circa mq DATI COORDINAMENTO SICUREZZA - Primo Lotto Inizio intervento Giugno 2000 Numero ditte complessivamente impiegate circa 100 Numero giornate di lavoro circa Media lavoratori impiegati 100/giorno (con punte fino a 540/giorno) Infortuni nessun incidente mortale né con postumi di invalidità permanente n. 581 giornate indennizzate dall INAIL per incidenti occorsi in cantiere (0,4% su dato regionale) con una media di giorni per infortunio (dato inferiore di 2/3 dalla media toscana di 36 giornate) circa 180 riunioni con le ditte Riunioni di coordinamento Sopralluoghi eseguiti circa 450 Fig. 2 - Plastico del progetto primo e secondo lotto

2 È importante collocare correttamente l epoca della costruzione nel panorama normativo in tema di opere pubbliche. Il Decreto legislativo 494 del 1996 veniva sulla scena pochi anni dopo la legge quadro sugli appalti nota come Legge Merloni (1994); una legge spesso etichettata come legge del progetto. per la centralità data agli atti della progettazione ed ai servizi di ingegneria in genere. In realtà ritengo che sia più giusto definire la legge citata come la legge del processo che non quella del progetto e la sua scarsa fortuna, per non parlare, in qualche caso, di fallimento, sta proprio nella mancata attuazione, nei comportamenti ordinari delle amministrazioni, di ogni step del processo. Il caso di studio in parola si colloca temporalmente in una fase di sperimentazione di un nuovo sistema di appalto, l appalto integrato, con una situazione particolare che vedeva nascere gli aspetti legati alla sicurezza in fase di progettazione ed in fase di esecuzione, direttamente dal cuore dell impresa, e non da quello della stazione appaltante. I risultati assolutamente positivi del cantiere stanno a dimostrare come, soprattutto in tema di sicurezza, ciò che veramente conta è la qualità e la cultura dell impresa, e non che la regia di questa importante azione sia esclusivamente della pubblica amministrazione. L altro aspetto importante è quello legato alla integrazione tra progettazioni specialistiche che ha visto raggiungere, in questa esperienza, una sintesi importante anche con i problemi della sicurezza. Si pensi per esempio alla scelta di facciate conti- nue del tipo a cellule, che hanno eliminato qualsiasi tipo di ponteggio ed hanno introdotto nel cantiere un elemento tecnico portatore di una assoluta sicurezza intrinseca, oltre che di una diffusa sicurezza per molte altre lavorazioni a livello dei vari piani. Sull aspetto della integrazione e, soprattutto, della sintesi progettuale, ritengo utile una riflessione di merito. In un processo progettuale, oggi, accanto alle tradizionali progettazioni specialistiche legate agli aspetti strutturali, architettonico, impiantistici, ci sono tante altre questioni speciali; basta pensare alle questioni dell idraulica, dell acustica, dell isolamento termico, e, infine, della sicurezza. Spesso, ciascuna di queste questioni interviene nel progetto in modo improprio con una logica di sovrapposizione rispetto alle finalità generali del progetto. Si tratta dell attuale tendenza al frazionamento della conoscenza che viene mirabilmente stigmatizzata dal lucido pensiero del prof. Piero Pozzati uno dei maggiori pericoli delle minute e non collegate segmentazioni della conoscenza tecnica è che si costituisca una miriade di piccole culture (o pseudoculture) ognuna delle quali tende a sopravvalutare la propria parte di conoscenze e di possibilità di intervento pratico, e ad ignorare le altre. Tutto ciò si lega necessariamente con le questioni della formazione. Nel processo della formazione, dunque, dovrebbe ricercarsi una spinta sempre orientata a garantire lo sviluppo di quelle capacità di sintesi che fanno Fig. 3 - Completamento primo lotto N

3 di un processo progettuale un processo sempre originale e fondamentalmente creativo. Certo, la questione si intreccia con i problemi delle norme, con una visione spesso eccessivamente tecnicistica in cui ogni nuovo segmento di conoscenza viene vissuto, non come un elemento del progresso finalizzato, per esempio, a migliorare le condizioni ambientali o di sicurezza della gente, ma solo come un nuovo insieme di regole, un nuovo fondamentalismo cui necessariamente piegare l interesse generale del proces- so. e, in qualche caso, la dirigono. Ma quale è la finalità della formazione? La creazione di un esperto? E, ancora, come può essere definito nella società moderna un esperto? A mio giudizio risultano ancora attuali le parole del fisico Wolfang Pauli che diceva Un esperto non è chi conosce a fondo qualcosa ma chi sa quali grossi sbagli si possono compiere nel suo campo e sa come evitarli, richiamando così il principio di responsabilità quale principio informatore della società, e dei tanti sistemi, anche quelli rappresentati in questo convegno, che la animano, la permeano, Fig. 4a - Scavi e realizzazione pali di fondazione L mt: sbancamento Fig. 4b - Scavi e realizzazione pali di fondazione L mt: realizzazione pdl Fig. 5 a-b - Procedure di sicurezza: protezione armatura fondazioni; protezione per la posa del carico sopra la struttura 18 N

4 Fig. 6a - Procedure di sicurezza: protezioni operatori per scarico prefabbricati Fig. 6b - Procedure di sicurezza: protezioni perimetrali per la realizzazione delle murature perimetrali Fig. 7a - Procedure di sicurezza: protezini esterne nelle casserature per la sicurezza in fase di getto Fig. 7b - Procedure di sicurezza: rete di sicurezza da passerelle FEB 180; cavo di protezione per utilizzo di scale dai porteggi sospesi OPERATORE Fig. 8a - Fasi di posizionamento delle METRALE CON CINTURA CAVO DI TRATTENUTA protezioni per esecuzione opere in DELLA CASSERATURA DI SICUREZZA METRALE SUL METRO DEL SOLAIO elevazione. Montaggio scala e armature con cavi di trattenuta ESTERNA METRALE A MIN. 50 cm DAL BORDO PALO DI TRATTENUTA DEL CAVO CAVO DI TRATTENUTA RETE DI PROTEZIONE DELLA H= 2.0 DELLA CASSERATUR ESTERNA METRALE A MIN. 50 cm DAL BORDO PALO DI TRATTENUTA DEL CAVO ZONA CON OBBLIGO DI CINTURA DI SICUREZZA RETE DI PROTEZIONE DELLA H= 2.0 Fig. 8b - Fasi di posizionamento delle protezioni per esecuzione opere in elevazione. Lavorazioni senza utilizzo dei cavi trattenuta CAVO IN ACCIAIO DI COLLEGATO ALLE STRUTTURE IN C.A. ZONE SEGNALATE COME NON ACCESSIBILI CAVO IN ACCIAIO DI COLLEGATO ALLE STRUTTURE IN C.A. Fig. 8c - Fasi di posizionamento delle protezioni per esecuzione opere in elevazione. Arretramento parapetto per montaggio passerelle Fig. 8d - Fasi di posizionamento delle protezioni per esecuzione opere in elevazione. Posizionamento passerelle al piano di lavoro SPOSTAMENTO METRALE A MIN. 50 cm DAL BORDO SOLAIO SPOSTAMENTO AL PIANO DI LAVORO TAGLIO PALO DI TRATTENUTA DEL CAVO OPERATORE CON CINTURA DI SICUREZZA CAVO IN ACCIAIO DI COLLEGATO ALLE STRUTTURE IN C.A. METRALE A MIN. 50 cm DAL BORDO CAVO IN ACCIAIO DI COLLEGATO ALLE STRUTTURE IN C.A. N

5 Cavo di sicurezza Particolare n 2 Particolare n 1 Imbracatura 1 m. ca Cellula in fase di montaggio Parapetto Apparecchio di sollevamento Cellule installate Fig. 9a - Protezione operatore durante il montaggio Fig. 9 - Montaggio facciata a cellule. Fig. 9b - Montaggio rivestimento esterno: Montaggio da ponteggio fisso Fig. 9c - Montaggio rivestimento esterno: Montaggio da ponteggio autosollevante Fig Ponteggi esterni 20 N

6 Fig. 11a - Montaggio carpenteria metallica: sollevamento con gru di cantiere Fig. 11b - Montaggio struttura di copertura interna Fig. 12a - Gru di cantiere. Utilizzo delle gru di cantiere con apposite procedure di sicurezza Fig. 12b - Tipologia ponteggi mobili. Tipologie utilizzate: piattaforme mobili per trasporto; persone e materiali; ponteggi autosollevanti; ponteggi sospesi Giovanni CARDINALE, ingegnere, Professore a contratto di Cantieri edili e di Tecnica delle Costruzioni presso la Facoltà di Ingegneria e di Architettura dell Università di Firenze; è Presidente della Federazione Regionale degli Ordini degli Ingegneri della Toscana. N

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