A PROPOSITO DI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
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- Daniella Magni
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1 A PROPOSITO DI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI Liceo Scienti*ico Einstein di Teramo Prof.ssa Simona Santoro 3
2 Seminario Regionale L INCLUSIONE OGGI: L EREDITÀ DI I CARE Pescara, 15 maggio 2013 Considerazioni 4
3 A PROPOSITO DI BES Verso l inclusione Integrazione: processo che garan)sce alle persone con disabilità il rispe>o dei diri? all interno di luoghi che non modificano la loro stru>ura di base. Presuppone un ada>amento del sogge>o al contesto. Inclusione: processo a>raverso cui un determinato contesto (la scuola, nel caso specifico), con i suoi diversi protagonis), assume le cara>eris)che di un ambiente che risponde ai bisogni di tu6 gli individui e in par8colare dei sogge6 con bisogni speciali. 5
4 A PROPOSITO DI BES RIFERIMENTI NORMATIVI Convenzione ONU per i diri6 delle persone con disabilità del 2006, ra)ficata dall Italia con la Legge 18 del Gli Sta) Par) garan)scono che le persone con disabilità possano avere accesso all istruzione secondaria superiore, alla formazione professionale, all istruzione per adul) ed all apprendimento con)nuo lungo tu>o l arco della vita senza discriminazioni e su base di uguaglianza con gli altri. A questo scopo, gli Sta) Par) garan)scono che sia fornito alle persone con disabilità un accomodamento ragionevole (Art. 24 c. 5). 6
5 A PROPOSITO DI BES RIFERIMENTI NORMATIVI Legge n. 104 del 5 febbraio 1992: Legge- quadro per l assistenza, l integrazione sociale e i diri? delle persone handicappate. Nota del 4 agosto 2009: Linee guida per l integrazione scolas)ca degli alunni con disabilità 7
6 A PROPOSITO DI BES Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012: Strumenti d intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l inclusione scolastica Circolare Ministeriale n. 8 del 6 marzo 2013: Indicazioni operative 8
7 BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI SOTTOCATEGORIE (Direttiva Ministeriale 27/12/2012 ) Disabilità Disturbi evolutivi specigici Svantaggio socio- economico, linguistico, culturale 9
8 BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI. SOTTOCATEGORIE (Direttiva Ministeriale 27/12/2012 ) Disabilità (certiqicate ai sensi della Legge 104/1992): psicoqisiche dell udito della vista Ø Docente Specializzato per le attività di Sostegno Ø Assistente Educativo Culturale Ø Piano Educativo Individualizzato (PEI) 10
9 BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI SOTTOCATEGORIE (Direttiva Ministeriale 27/12/2012 ) Disturbi evolutivi specigici (non cer)fica) ai sensi della L. 104/92): disturbi specifici dell apprendimento (DSA) deficit del linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria, dell a>enzione, dell ipera?vità (ADHD) funzionamento intellettivo limite (FIL Borderline cognitivo) Ø Legge 53 del 2003 e Legge 170 del 2010 Ø Piano Didattico Personalizzato (PDP) 11
10 BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI SOTTOCATEGORIE (Circolare Ministeriale 8 del 6/03/2013 ) Svantaggio socio- economico, linguistico, culturale La Dire?va ricorda che Ogni alunno, con con)nuità o per determina) periodi, può manifestare Bisogni Educa)vi Speciali: o per mo)vi fisici, biologici, fisiologici o anche per mo)vi psicologici, sociali, rispe>o ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta. Tali )pologie di BES dovranno essere individuate sulla base di elemen8 ogge6vi (come ad es. una segnalazione degli operatori dei servizi sociali), ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e dida?che. 12
11 BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI SOTTOCATEGORIE (Circolare Ministeriale 8 del 6/03/2013 ) Svantaggio socio- economico, linguistico, culturale Per ques) alunni, e in par)colare per coloro che sperimentano difficoltà derivan8 dalla non conoscenza della lingua italiana (per esempio alunni di origine straniera di recente immigrazione e, in specie, coloro che sono entra) nel nostro sistema scolas)co nell ul)mo anno) è parimen8 possibile a6vare percorsi individualizza8 e personalizza8, oltre che adosare strumen8 compensa8vi e misure dispensa8ve. Ø Piano Didattico Personalizzato (PDP) 13
12 BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI SOTTOCATEGORIE (Circolare Ministeriale 8 del 6/03/2013 ) DifGicoltà derivanti dalla non conoscenza della lingua italiana In tal caso si avrà cura di monitorare l efficacia degli interven) affinché siano messi in aso per il tempo stresamente necessario. Pertanto, a differenza delle situazioni di disturbo documentate da diagnosi, le misure dispensa)ve avranno carasere transitorio e a6nente aspe6 dida6ci, privilegiando dunque le strategie educa)ve e dida?che a>raverso percorsi personalizza8, più che strumen) compensa)vi e misure dispensa)ve. In ogni caso, non si potrà accedere alla dispensa dalle prove scri>e di lingua straniera se non in presenza di uno specifico disturbo clinicamente diagnos8cato, secondo quanto previsto dall art. 6 del DM n del 12 luglio 2011 e dalle allegate Linee guida. 14
13 BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI STRATEGIE DI INTERVENTO PER I BES (Direttiva Ministeriale 27/12/2012 ) Adozione di strategie di intervento per i BES [ ] necessità di elaborare un percorso individualizzato e personalizzato per alunni e studen) con bisogni educa)vi speciali, anche a>raverso la redazione di un Piano Dida6co Personalizzato, individuale o anche riferito a tu6 i bambini della classe con BES, ma ar)colato, che serva come strumento di lavoro in i$nere per gli insegnan) ed abbia la funzione di documentare alle famiglie le strategie di intervento programmate. 15
14 RISCHIO ETICHETTE?!!! FIL DSA ITAL L2 BES ADHD SVANT 16
15 BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI AZIONI A LIVELLO DI SINGOLA ISTITUZIONE SCOLASTICA (Circolare Ministeriale 8 del 6/03/2013 ) Indicazioni per una politica per l inclusione Il Gruppo di Lavoro per l inclusione (GLI), che sostituisce il GLHI, è integrato da tutte le risorse speciqiche (funzioni strumentali, insegnanti per il Sostegno, Assistenti Educativi Culturali, Assistenti alla comunicazione, docenti disciplinari con esperienza e formazione specigica o con compiti di coordinamento, genitori ed esperti istituzionali o esterni in regime di convenzione con la scuola). 17
16 BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI AZIONI A LIVELLO DI SINGOLA ISTITUZIONE SCOLASTICA (Circolare Ministeriale 8 del 6/03/2013 ) Funzioni del GLI Rilevazione dei BES presenti nella scuola; Raccolta e documentazione degli interventi didattico- educativi posti in essere anche in funzione di azioni di apprendimento organizzativo in rete tra scuole e/o in rapporto con azioni strategiche dell Amministrazione; Focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi; 18
17 BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI AZIONI A LIVELLO DI SINGOLA ISTITUZIONE SCOLASTICA (Circolare Ministeriale 8 del 6/03/2013 ) Funzioni del GLI Rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola; Raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli GLH Operativi sulla base delle effettive esigenze, tradotte in sede di deqinizione del PEI; Elaborazione di una proposta di Piano Annuale per l Inclusività riferito a tutti gli alunni con BES, da redigere al termine di ogni anno scolastico (entro il mese di Giugno). 19
18 BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI AZIONI A LIVELLO DI SINGOLA ISTITUZIONE SCOLASTICA (Circolare Ministeriale 8 del 6/03/2013 ) Piano Annuale di inclusività [ ] il Gruppo procederà ad un analisi delle cri)cità e dei pun) di forza degli interven) di inclusione scolas)ca opera) nell anno appena trascorso e formulerà un ipotesi globale di u)lizzo funzionale delle risorse specifiche, is)tuzionali e non, per incrementare il livello di inclusività generale della scuola nell anno successivo. Il Piano sarà quindi discusso e deliberato in Collegio dei Docen8 e inviato ai competen8 Uffici degli UUSSRR, nonché ai GLIP e al GLIR, per la richiesta di organico di sostegno, e alle altre is)tuzioni territoriali come proposta di assegnazione delle risorse di competenza. 20
19 BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI AZIONI A LIVELLO DI SINGOLA ISTITUZIONE SCOLASTICA (Circolare Ministeriale 8 del 6/03/2013 ) Il POF della scuola dovrà contenere: un concreto impegno programmatico per l inclusione ; criteri e procedure di utilizzo funzionale delle risorse professionali presenti, privilegiando rispetto a una logica meramente quantitativa di distribuzione degli organici, una logica qualitativa sulla base di un progetto di inclusione condiviso con famiglie e servizi sociosanitari ; l impegno a partecipare ad azioni di formazione e/o di prevenzione concordate a livello territoriale. 21
20 BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI AZIONI A LIVELLO TERRITORIALE (Circolare Ministeriale 8 del 6/03/2013 ) Centri Territoriali di Supporto (CTS): interfaccia tra scuole e Amministrazione Centri Territoriali per l Inclusione (CTI): potranno collegarsi o assorbire i CTS, I Centri di Documentazione per l integrazione scolastica degli alunni con disabilità (CDH) e i Centri Territoriali per l integrazione scolastica degli alunni con disabilità (CTRH) Oltre ai GLI e ai GLHO, permangono i GLIP (Gruppi di Lavoro Interistituzionali Provinciali) e GLIR (Gruppi di Lavoro Interistituzionali Regionali) 22
21 A PROPOSITO DI BES RiQlessioni dal Seminario Regionale L inclusione oggi: Perché distinguere PEI e PDP? PDP: avvicinamento degli obiettivi ai soggetti o ampliamento dei processi e potenziamento dell itinerario verso obiettivi essenziali? L individualizzazione dell apprendimento non è già prevista nelle Indicazioni Nazionali? 23
22 A PROPOSITO DI BES RiQlessioni dal Seminario Regionale L inclusione oggi: L INVALSI include o esclude? ( materiale_info/nota_alunni_part_bisogni_educ_2013.pdf) Anche il talento è un BES?!! 24
23 A PROPOSITO DI BES UTILIA Canevaro A. Ianes D., Buone prassi di integrazione scolastica, Erikson, Trento Cerini G. Spinosi M. (a cura di), s.v. Dislessia, I.C.F., Intercultura, in Voci della scuola, IX, Tecnodid, Napoli Ianes D. Macchia V., La didattica per i bisogni educativi speciali, Erikson, Trento
24 A PROPOSITO DI BES UTILIA disabilita disabilita/inclusione- scolastica Disabilita/ConvenzioneONU/ 26
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