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1 Le produzioni animali: COMPARTO BOVINO Il comparto dell allevamento dei bovini è l elemento produttivo maggiormente caratterizzante l agricoltura bergamasca, in particolare quello legato alla produzione di latte. Il numero di allevamenti bovini su base provinciale è di unità. Il totale dei bovini allevati ammonta a capi e il grafico sotto riportato descrive la loro ripartizione nelle varie categorie zootecniche. totale bovini VACCHE DA LATTE TORI BOV. VITELLI FINO A 6 MESI BOV. VITELLI DA 6 A 12 MESI BOV. M ASCHI DI 2 ANNI E PIU' DA M ACELLO BOV. M ASCHI DA 1 A 2 ANNI DA M ACELLO BOV. MASCHI DA 1 A 2 ANNI DA ALLEVAMENTO BOV. FEM M INE DI 2 ANNI E PIU' DA M ACELLO BOV. FEMMINE DI 2 ANNI E PIU' DA ALLEVAMENTO BOV. FEM M INE DA 1 A 2 ANNI DA M ACELLO BOV. FEMMINE DA 1 A 2 ANNI DA ALLEVAMENTO ALTRE VACCHE a. Filiera bovini da carne Per le carni rosse negli ultimi anni si è evidenziata una contrazione degli allevamenti a seguito di un aumento dei costi per il ristallo, della diminuzione dei consumi (effetto BSE) e dei minori margini di guadagno. Solo a partire dalla fine del 2005 si osserva una ripresa dei prezzi alla vendita dei vitelloni, determinata dalla maggior domanda rispetto all offerta. Il comparto è stato fortemente penalizzato dalla vicenda BSE; è necessario, quindi, orientarsi verso sistemi produttivi di qualità in grado di fornire un alimento sicuro, con elevate garanzie di tracciabilità e rintracciabilità oltre che di qualità del prodotto che garantirebbe una maggiore fiducia da parte del consumatore. 1 I dati riportati nella tabella si riferiscono a quelli desunti dal SIARL

2 Gli allevamenti specializzati nel bovino da carne sono legati, normalmente, all industria agroalimentare della carne con contratti di soccida. Un certo interesse, considerati i costi del ristallo, si sta osservando per la linea vacca-vitello, anche se a livello provinciale l allevamento di vacche per la produzione di bagliotti per l ingrasso risulta essere ancora molto limitata. Per le carni bianche si è assistito ad una forte contrazione degli allevamenti e dei capi allevati e tale fenomeno è legato all applicazione delle norme relative al benessere animale (trasformazione da allevamento in gabbia a allevamento in box). La redditività di tale tipo di allevamento è molto legata all andamento del mercato dell importazione dei vitelli, soprattutto di provenienza olandese, e al costo della materia prima (latte in polvere) di provenienza estera. Per il settore delle carni bianche non si prevede ulteriore possibilità di sviluppo o di creazione di nuovi allevamenti. A livello provinciale si rileva che la quantità di bovini da macello con età maggiore ad 1 anno è pari a capi, mentre le vacche da carne sono capi. La distribuzione territoriale dell allevamento dei bovini da carne è rappresentata dalla tabella n. 11. Tab. n. 11 Unità agrario-forestale denominazione N capi bovini da macello (età > 1 anno) Sistema dell agricoltura di pianura N capi vacche da carne 1 Bassa pianura meridionale Bassa pianura centrale Totali del sistema Sistema dell agricoltura periurbana 3 Alta pianura centrale Alta pianura occidentale Collina orientale Totali del sistema Dati SIARL

3 Sistema dell agricoltura montana e pedemontana 6 C.M. Monte Bronzone Basso Sebino C.M. Val Cavallina C.M. Valle Seriana C.M. Valle Brembana C.M. Val Imagna C.M. Val S.Martino C.M. Alto Sebino C.M. Valle Seriana Superiore C.M. Valle di Scalve Totali del sistema Totale provinciale La maggior concentrazione di bovini da carne si evidenzia nel territorio di pianura: tale fenomeno è dovuto alla presenza di allevamenti specializzati e all allevamento da carne collegato a quello delle bovine da latte. b. Macelli 3 I macelli presenti sul territorio provinciale sono per la maggior parte di piccole dimensioni, con un numero medio di capi bovini macellati per unità produttiva pari a 149,85. Nella tabella n. 12 si descrive la distribuzione territoriale dei macelli, il loro numero, la quantità di capi bovini totale e la media per macello. In alcune unità la media dei capi macellati per macello è maggiore di quella provinciale o del sistema territoriale e tale fatto è dovuto alla presenza di macelli artigianali/industriali di una certa rilevanza. Tab. n. 12 Unità agrario-forestale denominazione N macelli N capi bovini anno/macellati Sistema dell agricoltura di pianura Media n capi bovino anno/macello 1 Bassa pianura meridionale ,2 2 Bassa pianura centrale ,32 Totali del sistema ,02 3 L elaborazione statistica è stata effettuata su dati forniti dall A.S.L. Servizio Veterinario - 9 -

4 Sistema dell agricoltura periurbana 3 Alta pianura centrale ,56 4 Alta pianura occidentale ,10 5 Collina orientale ,8 Totali del sistema ,07 Sistema dell agricoltura montana e pedemontana 6 C.M. Monte Bronzone Basso Sebino ,85 7 C.M. Val Cavallina ,55 8 C.M. Valle Seriana ,15 9 C.M. Valle Brembana ,30 10 C.M. Val Imagna C.M. Val S.Martino C.M. Alto Sebino ,45 13 C.M. Valle Seriana Superiore ,66 14 C.M. Valle di Scalve ,33 Totali del sistema ,68 Totale provinciale ,85 Da rilevare che nella provincia di Bergamo non esiste più nessun macello pubblico che possa svolgere un ruolo di collegamento tra la produzione, la distribuzione e il consumatore finale. c. Filiera lattiero-casearia La filiera lattiero casearia è l elemento produttivo più caratterizzante del settore agricolo bergamasco. Gli allevamenti Il patrimonio bovino da latte consiste in capi di vacche da latte, allevate in 972 allevamenti con una produzione annuale di quintali, come da ripartizione territoriale riportata nella tabella n

5 Tab. n. 13 Unità agrario-forestale denominazione N. allevamenti Sistema dell agricoltura di pianura N. vacche da latte Quantità latte prodotto (Kg) 1 Bassa pianura meridionale Bassa pianura centrale Totali del sistema Sistema dell agricoltura periurbana 3 Alta pianura centrale Alta pianura occidentale Collina orientale Totali del sistema Sistema dell agricoltura montana e pedemontana 6 C.M. Monte Bronzone Basso Sebino C.M. Val Cavallina C.M. Valle Seriana C.M. Valle Brembana C.M. Val Imagna C.M. Val S.Martino C.M. Alto Sebino C.M. Valle Seriana Superiore C.M. Valle di Scalve Totali del sistema Totale provinciale Il 67,08% della produzione è concentrata nel sistema dell agricoltura di pianura, il 22,32% in quella periurbana e il 10,60 % in quella montana o pedemontana. La distribuzione del numero dei capi da latte rispetto alla superficie agraria utile viene evidenziata nella tavola n

6 Tav. n

7 L analisi strutturale degli allevamenti di bovine da latte ha messo in evidenza l insufficiente consistenza delle mandrie nel sistema dell agricoltura montana, mentre nei restanti sistemi il settore appare ben strutturato e sviluppato (Tab. n. 14). Tab. n. 14 Unità agrario-forestale Denominazione N. allevamenti Sistema dell agricoltura di pianura N. vacche da latte/allevam. Ql. latte/capo 1 Bassa pianura meridionale ,80 69,58 2 Bassa pianura centrale ,57 60,85 Totali e medie del sistema ,86 65,11 Sistema dell agricoltura periurbana 3 Alta pianura centrale ,00 64,09 4 Alta pianura occidentale 33 68,63 43,51 5 Collina orientale 20 63,75 41,43 Totali del sistema ,80 57,98 Sistema dell agricoltura montana e pedemontana 6 C.M. Monte Bronzone Basso Sebino 53 16,98 60,26 7 C.M. Val Cavallina 32 18,94 51,21 8 C.M. Valle Seriana 81 12,78 40,30 9 C.M. Valle Brembana ,36 36,02 10 C.M. Val Imagna 34 19,62 35,88 11 C.M. Val S.Martino 1 90,00 32,08 12 C.M. Alto Sebino 37 17,84 44,06 13 C.M. Valle Seriana Superiore 79 13,24 47,17 14 C.M. Valle di Scalve 25 16,28 46,97 Totali e medie del sistema ,33 43,28 Totale provinciale ,26 59,75 La trasformazione aziendale La trasformazione aziendale del latte prodotto è un attività limitata a poche realtà nel sistema agricolo di pianura ed in quello periurbano, mentre riveste un importanza economica rilevante nel sistema montano. In quest ultimo la quantità di latte trasformato rappresenta una media del 25% di quello totalmente prodotto. La dimensione dei caseifici è in generale molto modesta, tranne che per alcune realtà presenti nella pianura

8 A livello provinciale in azienda viene trasformato il 2,73% del latte prodotto (Tab. n. 15 e Tavola n. 6). Tab. n. 15 Unità agrarioforestale Denominazione Quantità latte prodotto (Kg) Sistema dell agricoltura di pianura Quantità latte trasformato in azienda 4 % Latte trasformato in azienda 1 Bassa pianura meridionale ,02 2 Bassa pianura centrale ,03 Totali del sistema ,02 Sistema dell agricoltura periurbana 3 Alta pianura centrale ,04 4 Alta pianura occidentale ,06 5 Collina orientale ,71 Totali del sistema ,09 Sistema dell agricoltura montana e pedemontana 6 C.M. Monte Bronzone Basso Sebino ,90 7 C.M. Val Cavallina ,27 8 C.M. Valle Seriana ,60 9 C.M. Valle Brembana ,24 10 C.M. Val Imagna ,33 11 C.M. Val S.Martino ,00 12 C.M. Alto Sebino ,33 13 C.M. Valle Seriana Superiore ,53 14 C.M. Valle di Scalve ,90 Totali del sistema ,43 Totali provinciali ,73 4 La quantità di latte trasformato è comprensiva anche di quella venduta come latte fresco crudo attraverso i distributori automatici

9 Tav. n

10 Caseifici industriali o artigianali I caseifici presenti in provincia, riconosciuti dalla Regione Lombardia, sono 28, di cui 6 cooperative di trasformazione, 5 cooperative di raccolta e 17 ditte private. Oltre ai caseifici indicati, operano sul territorio provinciale altre realtà che acquistano latte dai produttori bergamaschi, parimenti vi sono caseifici locali che acquistano latte da produttori di altre province. Vendita diretta di latte fresco crudo Recentemente alcuni produttori di latte, dotandosi di opportuni distributori automatici, vendono direttamente il latte fresco crudo in azienda o in postazioni extraziendali. In provincia, solamente nell area di pianura, sono 11 le aziende che hanno intrapreso questo tipo di attività. La quantità di latte commercializzato con questo sistema è di Kg. COMPARTO SUINI In provincia di Bergamo sono presenti 181 allevamenti con una consistenza totale di capi suini, di cui scrofe 5. Il grafico seguente descrive la ripartizione del patrimonio suino nelle diverse classi zootecniche. totale capi suini VERRI 294 SUINI DI PESO TRA I 20 KG ED I 50 KG (M AGRONI) SUINI DI PESO SUPERIORE A 50 KG (DA INGRASSO) SUINI DI PESO INFERIORE A 20 KG (LATTONZOLI) SCROFE Gli allevamenti specializzati sono un centinaio e le loro tipologie sono quella a ciclo aperto da ingrasso (che rappresenta la maggioranza), quella a ciclo chiuso e alcuni di svezzamento. In provincia sono circa una decina gli allevamenti con una consistenza di scrofe, circa 30 con una consistenza tra 200 e 500 scrofe e una decina con un 5 Dati SIARL

11 centinaio di scrofe; in tale contesto è presente un azienda tra le più rilevanti d Europa. Per il settore ingrasso operano alcune decine di allevamenti con consistenza tra i e i capi. Quasi la totalità degli allevamenti specializzati opera con contratti di soccida stipulati con soggetti agroindustriali. Unità agrarioforestale denominazione Tab. n. 16 N. allevamenti suini Sistema dell agricoltura di pianura N. totale suini all ingrasso Media n. capi per allevamento 1 Bassa pianura meridionale Bassa pianura centrale Totali del sistema ,5 Sistema dell agricoltura periurbana 3 Alta pianura centrale Alta pianura occidentale Collina orientale Totali del sistema ,3 Sistema dell agricoltura montana e pedemontana 6 C.M. Monte Bronzone Basso Sebino C.M. Val Cavallina ,3 8 C.M. Valle Seriana C.M. Valle Brembana C.M. Val Imagna C.M. Val S.Martino C.M. Alto Sebino C.M. Valle Seriana Superiore C.M. Valle di Scalve Totali del sistema ,47 Totale provinciale ,75 Nella suddetta tabella n. 16 è da rilevare come nell unità n. 9 (C.M. Val Brembana) la media dei capi allevati è particolarmente interessante per il sistema dell agricoltura montana. Dalla tavola n. 7 si può notare che la quasi totalità del patrimonio suinicolo è concentrato nell unità agrario-forestale dell agricoltura di pianura

12 Tav. n

13 La maggior parte degli allevamenti specializzati è iscritta al Consorzio di Tutela DOP dei prosciutti di Parma e S. Daniele, sbocco della produzione del suino pesante (165 kg). La nascita del Consorzio del Gran Suino Padano (G.S.P.) potrà valorizzare il resto dei tagli del suino, le cui cosce sono destinate alla produzione di prosciutti. Con il G.S.P. anche la carne fresca di suino potrà essere tracciata ed identificata, permettendone il riconoscimento dalle altre carni fresche d importazione: le aspettative del settore sono forti, ma l eventuale ritorno per gli allevatori è atteso a medio/lungo termine. Il settore suinicolo provinciale si può considerare saturo a causa, principalmente, della stretta connessione che ha l allevamento suino con il territorio (spandimento reflui, carico di bestiame). Le recenti iniziative prese dagli allevatori orobici in merito alla possibilità di chiedere, nel prossimo futuro, il riconoscimento DOP per il salame bergamasco sono un esempio del tentativo da parte degli stessi di valorizzare le produzioni locali e di creare una filiera alla quale possano partecipare anche allevamenti di piccole e medie dimensioni. COMPARTO AVICOLO Il comparto avicolo consta di 105 allevamenti per un patrimonio totale di capi. Dal grafico seguente si può notare che la maggior parte degli allevamenti avicoli riguardano le galline ovaiole e i polli da carne. totali capi avicoli TACCHINI STRUZZI POLLI DA CARNE PICCIONI OCHE GALLINE OVAIOLE FARAONE ANATRE ALTRI AVICOLI

14 Le galline ovaiole e i polli da carne sono particolarmente presenti nei sistemi dell agricoltura di pianura e in quella periurbana, mentre in quello dell agricoltura montana esistono delle realtà produttive interessanti solo nell unità 9 (Valle Brembana) e nell unità 7 (Val Cavallina). Tab. n. 17 Unità agrario-forestale denominazione N. capi di galline ovaiole N. capi polli da carne Sistema dell agricoltura di pianura 1 Bassa pianura meridionale Bassa pianura centrale Totali del sistema Sistema dell agricoltura periurbana 3 Alta pianura centrale Alta pianura occidentale Collina orientale Totali del sistema Sistema dell agricoltura montana e pedemontana 6 C.M. Monte Bronzone Basso Sebino C.M. Val Cavallina C.M. Valle Seriana C.M. Valle Brembana C.M. Val Imagna C.M. Val S.Martino C.M. Alto Sebino C.M. Valle Seriana Superiore C.M. Valle di Scalve 0 0 Totali del sistema Totale provinciale

15 FILIERA OVI-CAPRINA Gli allevamenti ovicaprini sono 390 e il patrimonio ammonta a capi, di cui pecore e capre, come evidenziato dal seguente grafico. totale ovicaprini PECORE CAPRE ALTRI OVINI ALTRI CAPRINI 703 Allevamento ovino L allevamento ovino è svolto principalmente da pastori vaganti che trascorrono il periodo estivo sulle alpi orobiche e gli altri periodi nella pianura lombarda. Sono attivi circa 25 pastori vaganti con una consistenza media complessiva del gregge di capi. Esistono, inoltre, pochi allevamenti stanziali con circa capi e molti piccoli allevamenti familiari. Il comparto è stato poco colpito dalla riduzione dei consumi e dai prezzi del settore zootecnico nel suo complesso; penalizzante invece è la bassa remuneratività rispetto ai costi di tosatura. Non si prevedono per il comparto elementi di sviluppo, considerato che il margine di guadagno deriva proprio dall attività vagante con condizioni di vita disagevoli, mentre gli allevamenti stanziali hanno un ritorno economico solo se legati ad attività complementari (agriturismo). Un altro punto critico del settore è lo scarso utilizzo, a livello locale, delle carni ovine, se non durante i periodi festivi. Un problema sanitario che sta creando preoccupazione negli allevamenti della pecora bergamasca è quello relativo alla Scrapie (variante della BSE bovina), che ha già causato l abbattimento di un gregge di oltre capi

16 Allevamento caprino Le aziende specializzate nell allevamento della capra da latte sono circa 50, mentre quelle che producono solo capretti sono 200 e a queste si aggiungono altre aziende agricole in cui l allevamento caprino o ovino è complementare alle altre attività svolte. Il 50% delle capre è allevato per la produzione di latte per uso caseario, trasformato in azienda per il 50-60%, mentre il restante viene conferito a caseifici bergamaschi. Il comparto presenta un punto di debolezza altamente condizionante, ovvero la ridotta remunerazione del prezzo del latte conferito ai caseifici (50 centesimi/litro). Il punto di forza del settore, invece, è quello della trasformazione casearia aziendale, che consente una maggiore remunerazione, dovuta al valore aggiunto della vendita del formaggio (8-15 euro/kg). L attività di trasformazione aziendale, per essere efficiente economicamente, comporta un impegno notevole per la commercializzazione diretta del prodotto. In ambito provinciale il mercato dei formaggi caprini è quasi saturo, esistono eventuali possibilità di crescita solamente in zone turistiche o per aziende che svolgono attività integrative (agriturismo). Il grosso limite alla vendita diretta dei prodotti lattiero/caseari, per molte aziende, deriva dall ubicazione dell azienda stessa, spesso distante dai centri abitati, e quindi dai consumatori. Un ulteriore sviluppo del settore potrebbe essere rappresentato dalla commercializzazione della produzione come latte alimentare. Ripartizione del patrimonio ovicaprino a livello territoriale La presenza di ovini nella pianura bergamasca è da ricondursi a due greggi vaganti che frequentano l asta del Fiume Serio e dell Oglio, mentre la maggior concentrazione è rilevabile nel sistema dell agricoltura montana, in particolare in Valle Seriana, Val Brembana, Alto Sebino, ma soprattutto in Valle Seriana Superiore dove il patrimonio ovino conta capi

17 Tab. n. 18 Unità agrario-forestale denominazione N. pecore N. capre Sistema dell agricoltura di pianura 1 Bassa pianura meridionale Bassa pianura centrale Totali del sistema Sistema dell agricoltura periurbana 3 Alta pianura centrale Alta pianura occidentale Collina orientale Totali del sistema Sistema dell agricoltura montana e pedemontana 6 C.M. Monte Bronzone Basso Sebino C.M. Val Cavallina C.M. Valle Seriana C.M. Valle Brembana C.M. Val Imagna C.M. Val S.Martino C.M. Alto Sebino C.M. Valle Seriana Superiore C.M. Valle di Scalve Totali del sistema Totale provinciale COMPARTO BUFALINO A seguito delle limitazioni imposte dall applicazione del regime quote latte, alcune aziende hanno sostituito le bovine da latte, parzialmente o totalmente, con le bufale, iniziando anche attività di caseificazione e vendita diretta di carni e formaggi. Attualmente risultano 9 6 le aziende con allevamenti di bufali, per un totale di 226 capi di cui 155 bufale da rimonta, 64 bufale in produzione e 7 bufali maschi. Cinque allevamenti sono presenti nel sistema dell agricoltura di pianura e due in quello dell agricoltura periurbana. 6 Dati SIARL

18 COMPARTO EQUINO Il patrimonio equino provinciale è composto da capi, di cui con età superiore ai 6 mesi e 324 capi con età inferiore ai 6 mesi. Si stima che il 12% sia rappresentato da asini e l 1,5% da muli. Si tratta di allevamenti di tipo amatoriale, finalizzati ad attività ippiche e turistiche; marginale è la produzione di puledri da carne

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