Agroalimentare & Turismo Filiera per un nuovo sviluppo del Mezzogiorno protagonista nel Mediterraneo

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1 Agroalimentare & Turismo Filiera per un nuovo sviluppo del Mezzogiorno protagonista nel Mediterraneo Relazione del Segretario Generale Fisascat Cisl Pierangelo Raineri a 77 FIERA DEL LEVANTE

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3 Bari 19 settembre 2013 Care amiche, cari amici, Riprendiamo oggi i temi che abbiamo già affrontato il 28 ottobre 2010 in una iniziativa analoga, che ci ha visto protagonisti FAI e FISASCAT di un analisi dell importante sinergia che sussiste tra Settore Agroalimentare e Turismo. A nostro avviso questi sono due pilastri fondamentali per il nostro Sistema Paese ed in particolare per il Sud. Le analisi già introdotte in apertura del Convegno lo dimostrano. QUESTA IN SINTESI LA SITUAZIONE NEL NOSTRO PAESE Secondo i dati di Unioncamere, che verranno di seguito più approfonditamente analizzati, questa è la nostra situazione attuale: PIL - 2 Trimestre 2013 Nel secondo trimestre del 2013 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e del 2,0% nei confronti del secondo trimestre del Il calo congiunturale è la sintesi di diminuzioni del valore aggiunto in tutti e tre i grandi comparti di attività economica: Agricoltura, Industria e Servizi. La variazione acquisita per il 2013 è pari a -1,7%. Nello stesso periodo il PIL è aumentato in termini congiunturali dello 0,4% negli Stati Uniti e dello 0,6% nel Regno Unito. In termini tendenziali, si è registrato un aumento dell 1,4% sia negli Stati Uniti sia nel Regno Unito. Convegno Fai-Fisascat Relazione Pierangelo Raineri Bari 19 settembre

4 Prezzi al Consumo Luglio 2013 Sempre secondo le medesime rilevazioni, nel mese di luglio 2013 l indice nazionale dei prezzi al consumo per l intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,1% su base mensile e resta stabile all 1,2% su base annua. La stabilità dell inflazione è la sintesi di spinte di segno opposto: da una parte i rallentamenti delle dinamiche tendenziali dei prezzi di tutte le tipologie di servizi, dall altra l accelerazione della crescita su base annua dei prezzi di gran parte delle tipologie di beni ed in particolare degli Energetici non regolamentati. Contribuiscono al rialzo congiunturale dell indice generale gli aumenti dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+1,2%), sui quali incidono fattori stagionali, e dei beni energetici non regolamentati (+0,8%). Questi aumenti sono in parte compensati dal calo dei prezzi degli Alimentari non lavorati (-2,3%), per lo più dovuti ai vegetali freschi (-7,2%) ed alla frutta fresca (-6,7%). L inflazione acquisita per il 2013 è pari all 1,2%. A luglio l inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni energetici e degli alimentari freschi, rallenta all 1,1% (era +1,2% a giugno). Al netto dei soli beni energetici, la crescita tendenziale dell indice dei prezzi al consumo resta stabile all 1,3%. Rispetto a luglio 2012, il tasso di crescita dei prezzi dei beni sale allo 1,1%, dallo 0,9% di giugno, mentre quello dei prezzi dei Servizi scende all 1,3% (era +1,6% nel mese precedente). Pertanto, il differenziale inflazionistico tra Servizi e Beni si riduce di cinque decimi di punto percentuale rispetto a giugno I prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori diminuiscono dello 0,2% rispetto al mese precedente e crescono del 2,0% nei confronti di luglio 2012 (era +1,7% a giugno). A luglio 2013, l indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dell 1,8% su base mensile principalmente a causa dei saldi estivi, di cui il NIC non tiene conto e aumenta dell 1,2% su base annua, in rallentamento di due decimi di punto percentuale rispetto a giugno (+1,4%). A luglio, si registra una sensibile diminuzione congiunturale dei prezzi di Abbigliamento e Calzature (-19,2%), imputabile principalmente ai saldi estivi. Diminuzioni su base mensile, per quanto più contenute, si rilevano anche per i prezzi delle divisioni Prodotti alimentari e bevande analcoliche, Altri beni e servizi Convegno Fai-Fisascat Relazione Pierangelo Raineri Bari 19 settembre

5 (per entrambe -0,8%) e Mobili, articoli e servizi per la casa (-0,4%). L aumento congiunturale più marcato interessa i prezzi dei Trasporti (+0,9%). Gli incrementi tendenziali più elevati riguardano i prezzi dell Istruzione (+2,9%), dei Prodotti alimentari e bevande analcoliche (+2,8%), dei Trasporti (+1,8%), di Abitazione, acqua, elettricità e combustibili e dei Servizi sanitari e spese per la salute (per entrambi +1,4%). I prezzi delle Comunicazioni risultano in marcata flessione (-3,4%) così come sono in diminuzione i prezzi dell Abbigliamento e calzature (-1,3%). Convegno Fai-Fisascat Relazione Pierangelo Raineri Bari 19 settembre

6 Commercio al Dettaglio A maggio 2013 secondo i dati disponibili l indice delle vendite al dettaglio (valore corrente che incorpora la dinamica sia delle quantità sia dei prezzi) aumenta dello 0,1% rispetto al mese di aprile. Nella media del trimestre marzomaggio 2013 si registra una diminuzione dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti. Aumentano le vendite di prodotti alimentari (+0,6%) e diminuiscono quelle di prodotti non alimentari (-0,2%). Rispetto a maggio 2012 l indice grezzo delle vendite segna una flessione del 1,1%, sintesi di un leggero aumento delle vendite di prodotti alimentari (+0,1%) e di un calo di quelle di prodotti non alimentari (-1,8%). Le vendite per forma distributiva mostrano, nel confronto con il mese di maggio 2012, un lieve incremento per la grande distribuzione (+0,3%) e una diminuzione per le imprese operanti su piccole superfici (-2,3%). Nei primi cinque mesi del 2013 l indice grezzo diminuisce del 2,9% rispetto allo stesso periodo del Le vendite di prodotti alimentari segnano una flessione dell 1,6% e quelle di prodotti non alimentari del 3,5%. Convegno Fai-Fisascat Relazione Pierangelo Raineri Bari 19 settembre

7 OCCUPATI E DISOCCUPATI Giugno 2013 A giugno 2013 gli occupati sono stati 22 milioni 510 mila, in diminuzione dello 0,1% rispetto al mese precedente (-21 mila) e 8% su base annua (-414 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,8%, rimane invariato in termini congiunturali e diminuisce di 1,0 punti percentuali rispetto a dodici mesi prima. Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 89 mila unità, diminuisce dell 1,0% rispetto al mese precedente (-31 mila) ma aumenta del 11% su base annua (+307 mila). Il tasso di disoccupazione si attesta al 12,1%, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente ed in aumento di 1,2 punti nei dodici mesi. Tra i 15-24enni le persone in cerca di lavoro sono 642 mila e rappresentano il 10,7% della popolazione in questa fascia di età. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l incidenza dei disoccupati su quelli occupati o in cerca, è pari al 39,1%, in aumento di 0,8 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 4,6 punti nel confronto tendenziale. Il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni aumenta dello 0,3% rispetto al mese precedente (+39 mila unità) e dello 0,4% rispetto a dodici mesi prima (+51 mila). Il tasso di inattività si attesta al 36,4%, in aumento di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 0,2 punti su base annua. A giugno l occupazione maschile aumenta dello 0,1% in termini congiunturali ma diminuisce del 2,5% su base annua, l occupazione femminile cala dello 0,3% rispetto al mese precedente e dello 0,8% nei dodici mesi. Convegno Fai-Fisascat Relazione Pierangelo Raineri Bari 19 settembre

8 Il tasso di occupazione maschile, pari al 64,9%, aumenta di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente, ma diminuisce di 1,7 punti su base annua. Quello femminile, pari al 46,9%, diminuisce di 0,1 punti in termini congiunturali e di 0,3 punti rispetto a dodici mesi prima. Il tasso di disoccupazione maschile, pari all 11,5%, rimane invariato rispetto al mese precedente ed aumenta di 1,4 punti percentuali nei dodici mesi; quello femminile, pari al 12,9%, diminuisce di 0,2 punti rispetto al mese precedente, mentre aumenta di 1,0 punti su base annua. Convegno Fai-Fisascat Relazione Pierangelo Raineri Bari 19 settembre

9 ECONOMIE REGIONALI ANNO 2012 Secondo i dati della Banca d Italia, nel 2012 si è registrata nell intero Paese una forte contrazione delle componenti della domanda interna. L unico contributo positivo alla crescita del prodotto è provenuto dall interscambio con l estero, nonostante la più debole crescita del commercio mondiale rispetto al biennio precedente. La dinamica delle esportazioni è stata eterogenea, più forte al Centro e nel Mezzogiorno. In quest ultimo caso, essenziale è stato il contributo dei prodotti petroliferi, la cui lavorazione è concentrata per la quasi totalità nelle regioni insulari; al netto di questo comparto, le esportazioni meridionali hanno ristagnato. Tutte le componenti della domanda interna hanno mostrato una contrazione più ampia nel Mezzogiorno: i consumi hanno risentito della peggiore dinamica dell occupazione e delle retribuzioni; il maggiore calo dell accumulazione di capitale riflette il più basso livello di utilizzo degli impianti, le più sfavorevoli condizioni finanziarie ed il maggiore grado di incertezza sulle prospettive della domanda futura, nonché le maggiori difficoltà strutturali dell industria meridionale. Ne è conseguita una flessione del PIL del Mezzogiorno (-2,8 per cento) più pronunciata di quattro decimi di punto rispetto alla media nazionale. Nell ultimo triennio la dinamica del prodotto, relativamente più debole nel Mezzogiorno, ha accentuato il divario nel PIL pro capite fra le due aree geografiche; questo si era lievemente ridotto nei precedenti quindici anni, per via di una più intensa dinamica demografica nel Centro Nord, sostenuta dalla componente migratoria. La flessione del valore aggiunto è stata più ampia nel Mezzogiorno rispetto al Centro Nord sia nell Industria sia nei Servizi, dove la contrazione è stata doppia. Anche la flessione dell occupazione è stata relativamente più accentuata nelle regioni meridionali, soprattutto per effetto della mancanza di un contributo espansivo proveniente dal comparto dei Servizi: vi avrebbe influito il calo dell occupazione nel Pubblico Impiego, che nell area ha un peso più elevato. Si è ampliato dunque il divario nel tasso di disoccupazione fra Centro Nord e Mezzogiorno, dove i soggetti privi di un impiego hanno cercato lavoro più attivamente di prima. Per l intero Paese i risultati dell indagine della Banca d Italia sulle imprese con almeno 20 addetti segnalano un calo del fatturato per le imprese dell Industria in senso stretto, più accentuato per quelle operanti nei settori tradizionali e nella metalmeccanica e per quelle più piccole. Convegno Fai-Fisascat Relazione Pierangelo Raineri Bari 19 settembre

10 Una parte delle imprese ha reagito alla debolezza della domanda interna accentuando la propria proiezione internazionale, attraverso un ampliamento dei mercati di sbocco, un aumento degli investimenti diretti all estero ed una ricomposizione verso l estero del portafoglio degli acquisti dei fattori della produzione. Per queste imprese il fatturato ha mostrato una tenuta maggiore soprattutto nel Mezzogiorno. I dati aggregati del commercio internazionale segnalano anche il rafforzamento, rispetto al 2011 ed alle altre aree geografiche, della ricomposizione delle vendite all estero da destinazioni all interno della UE a destinazioni esterne a essa, la cui domanda nell ultimo triennio è stata significativamente più dinamica. L indebolimento dei prestiti bancari è risultato più intenso nel Mezzogiorno e nel Nord Ovest. In tutte le aree territoriali ciò discende dalla contrazione dei prestiti alle imprese e dalla sostanziale stazionarietà di quelli alle famiglie, ridottisi, lievemente, solo nelle regioni meridionali. Sul debole andamento dei prestiti ha inciso il peggioramento generalizzato della qualità degli impieghi, che ha interessato principalmente le regioni meridionali ed il settore delle imprese, in particolare quelle del comparto delle costruzioni. Convegno Fai-Fisascat Relazione Pierangelo Raineri Bari 19 settembre

11 TURISMO - LE PERFORMANCE DI VENDITA DELLE IMPRESE DEL RICETTIVO L Italia continua a vendere poco fuori stagione soffrendo di una forte stagionalità dei flussi: nella prima metà dell anno le strutture ricettive italiane registrano un occupazione camere media del 34%, appena l 1% in meno rispetto al 2012 ma con performance nettamente al di sotto delle potenzialità del settore. Si evidenzia quindi la necessità di riproporre un ragionamento strategico sulla destagionalizzazione del Turismo, come leva di sviluppo. Nel dettaglio mensile, è stato occupato in media il 30% delle camere disponibili nei mesi di gennaio e febbraio, il 32% a marzo e aprile, il 34% nel mese di maggio e il 41% delle disponibilità di giugno. Tra i due comparti emerge una tenuta dell hôtellerie (41% di camere vendute nel semestre, +3% rispetto al 2012) ma un calo nel comparto extralberghiero (26% di camere occupate, -5%). Tengono le città d arte, grazie ad un mix di Turismo business e leisure, ma anche grazie al forte appeal sui mercati internazionali. È stato infatti venduto il 46% delle camere disponibili nelle strutture ricettive delle città d arte italiane: dunque, nonostante la crisi, le città reggono ed il bilancio del primo semestre 2013 si chiude in positivo per questo prodotto d eccellenza della destinazione Italia (+5% di camere vendute rispetto al I semestre del 2012). Di contro, diminuiscono ancora le vendite al lago e al mare, troppo legate ai picchi stagionali dell estate, mentre chiudono in pareggio sul 2012 le strutture ricettive in montagna ed alle terme. Nel II trimestre, le politiche di pricing mostrano un orientamento alla stabilità delle tariffe applicate per una camera doppia, ad eccezione degli hotel ad 1-2 stelle, che optano per un rialzo (+15%), e degli agriturismi, più orientati ad un contenimento dei prezzi (-9%). L incidenza della domanda internazionale si attesta al 38% (in linea con il 2012) mentre si segnala qualche cambiamento nella composizione della clientela, che vede in prima linea le coppie, in aumento rispetto al 2012 (42% dei turisti, 37% nel 2012) a fronte di un lieve calo delle famiglie (32% della clientela, 35% lo scorso anno). Il peso del Turismo d affari si conferma al 13%. A fine giugno le prenotazioni per l estate non riescono a ripetere i dati del 2012, con una media del 43% di camere prenotate tra luglio ed agosto (rispettivamente -8% e -12%). Qualche certezza in più per gli hotel a 5 stelle che Convegno Fai-Fisascat Relazione Pierangelo Raineri Bari 19 settembre

12 registrano livelli di prenotazioni allineati allo scorso anno (63%-67% per luglio e agosto). Al di là delle effettive prenotazioni registrate, le imprese ricettive italiane prevedono di vendere in media il 51% delle camere disponibili nel corso della stagione estiva, ovvero il 4% in meno rispetto alle previsioni dello scorso anno. A livello territoriale la lieve contrazione delle vendite è estesa a tutto il Paese, fatta eccezione per l area del Sud e delle Isole, dove si segnalano dati in crescita nel confronto con lo scorso anno. Nello specifico: nel Nord Ovest le strutture ricettive contano il 33% di occupazione ad aprile (- 5%), il 35% a maggio (-4%) ed il 39% a giugno (-5%). nel Nord Est gli operatori registrano il 32% di occupazione ad aprile (-4%), il 34% a maggio (-5%) ed il 40% a giugno (-4%). nel Centro si registra un occupazione media pari al 33% ad aprile (-5%), al 34% a maggio (-5%) ed un picco del 44% nel mese di giugno (-1%). nel Sud e nelle Isole crescono i livelli di occupazione dal 2012, registrandosi il 30% ad aprile (+2%), il 32% a maggio (+1%) ed il 41% a giugno (+2%). Convegno Fai-Fisascat Relazione Pierangelo Raineri Bari 19 settembre

13 Le prenotazioni per il III trimestre 2013 Criticità economiche e cambiamenti dei consumi trovano una sintesi nel freno alle prenotazioni per la stagione principale dell anno. Le prenotazioni ricevute per l estate 2013 da parte degli operatori del ricettivo evidenziano meno slancio rispetto ai dati dello scorso anno, che già avevano segnalato un ritardo nelle prenotazioni: alla fine di giugno le imprese ricettive registrano il 43% di prenotazioni per luglio (-8% dal 2012), il 43% per agosto (-9%) ed il 25% per settembre (-4%). Nello specifico dei comparti ricettivi: le imprese alberghiere contano il 44% di prenotazioni per luglio (-7%), il 43% per agosto (-7%) ed il 28% per settembre (-3%). Ad emergere sono ancora una volta gli hotel a 5 stelle che ricevono il 66% di prenotazioni per luglio, il 63% per agosto ed il 51% per settembre, in linea con l anno scorso; le strutture extralberghiere registrano il 41% di prenotazioni per luglio (-8%), il 45% per agosto (-12%) ed il 22% per settembre (-5%). Al di là delle prenotazioni effettivamente ricevute, le imprese ricettive prevedono di realizzare in estate performance inferiori ai risultati dello scorso anno, con una media pari al 51% di camere vendute (-4% di rispetto al 2012). Tra le imprese alberghiere si segnala una percezione più negativa da parte dei 3 stelle che prevedono un occupazione media intorno al 48% (-5% rispetto al 2012) mentre una maggiore stabilità si registra tra gli hotel di medio-alta categoria con il 58% di vendite previste dai 4 stelle ed il 70% dai 5 stelle. All interno del comparto ricettivo extralberghiero sono meno ottimisti i campeggi (55% di vendite, -7%) ed i B&B (33%, -5%), mentre si prevede stabilità per i villaggi (49%) e crescita per rifugi (38%, +4%). In controtendenza, le destinazioni naturalistiche e montane esprimono una percezione positiva per la stagione estiva con una previsione di vendite rispettivamente pari al 52% (+3%) e al 50% (+2%), mentre le criticità maggiori sono segnalate dagli operatori delle località balneari (50%, -9%) e lacuali (59%, - 6%). Gli operatori del Centro Italia prevedono un occupazione del 56% delle camere disponibili (+3% rispetto al 2012), seguiti dalle aree del Nord (in media il 52%) con una contrazione delle vendite dell 8% prevista dal Nord Est e del 3% dal Nord Ovest. Per l area che comprende il Sud e le isole, infine, gli operatori prevedono il 46% di camere occupate (-5%). Convegno Fai-Fisascat Relazione Pierangelo Raineri Bari 19 settembre

14 Convegno Fai-Fisascat Relazione Pierangelo Raineri Bari 19 settembre

15 ISTAT - Movimento dei clienti nelle strutture ricettive dal 2002 al 2012 Nel periodo considerato il flusso dei clienti negli esercizi ricettivi italiani ha registrato una fortissima espansione: +26,6% per gli arrivi totali e +10,5% per le presenze totali, variazioni positive determinate da un +22,9% per gli arrivi e un +11% per le presenze nelle strutture alberghiere e un +43,6% per gli arrivi e +9,4% per le presenze nelle strutture extra-alberghiere. Ad un primo triennio con risultati costanti, è seguito un periodo di fortissima espansione del settore turistico. Nel 2007, infatti, si sono registrati, rispetto al 2004, più di 10 milioni di arrivi e più di 31 milioni di presenze di clienti negli esercizi ricettivi, con una crescita nel triennio rispettivamente dell 11,9% e del 9%. L espansione del triennio si è interrotta nei due successivi anni coincidenti con la crisi economica ( ), a cui è seguito un periodo di forte crescita che ha interessato principalmente il 2011 (+11 milioni di presenze totali rispetto al 2010 e +16 milioni di presenze totali rispetto al 2009). A partire dal 2012, con il riacutizzarsi della crisi economica, si registra una nuova fase di contrazione del settore turistico, con il calo delle presenze negli esercizi ricettivi. Nel periodo le presenze turistiche negli esercizi ricettivi italiani crescono, ma inmisura inferiore rispetto alla crescita degli arrivi, risentendo in modo significativo della tendenza alla progressiva diminuzione della durata dei soggiorni. Convegno Fai-Fisascat Relazione Pierangelo Raineri Bari 19 settembre

16 La permanenza media negli esercizi ricettivi registra di conseguenza una progressiva discesa, dalle 4,21 giornate medie di permanenza nelle strutture turistiche del 2002, alle 3,67 giornate del La riduzione ha riguardato in modo marcato la componente residente, la cui permanenza media è scesa da 4,37 a 3,64 giornate, ed in misura più contenuta la componente non residente (da 4 giornate nel 2002 a 3,7 nel 2012). Nella media, il settore contava circa 170 mila imprese con personale alle dipendenze, pari a circal 11% di tutte le imprese italiane extra-agricole con dipendenti. La maggior parte di queste imprese ( unità) operava nella ristorazione, mentre solo circa operavano nel core business. Il settore del Turismo è costituito soprattutto da piccole imprese: il 90% di esse ha meno di 10 dipendenti e l 8% ha una dimensione compresa fra i 10 e i 49 dipendenti. Le strutture ricettive o di ristorazione che hanno più di 50 dipendenti sono relativamente poco numerose (pari a poco più di 2.600, il 2% del totale). Dal punto di vista dell occupazione, l indagine del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere consente di stimare che nel settore del Turismo a fine 2011 erano impiegati circa 790 mila lavoratori dipendenti, ovvero quasi il 7% del totale dell occupazione dipendente a livello nazionale (escludendo l Agricoltura e il Settore Pubblico). Di questi, circa 223 mila (quasi il 2% del totale nazionale) lavorano nelle attività core business, mentre poco più di 566 mila (circa il 5% del totale) operano in quelle della ristorazione e dei pubblici esercizi. Convegno Fai-Fisascat Relazione Pierangelo Raineri Bari 19 settembre

17 Principali caratteristiche delle assunzioni e professioni richieste Secondo lo studio Excelsior, su un totale di assunzioni delle imprese che operano nel settore del Turismo nel 2012, le assunzioni a carattere stagionale ammontano a quasi 120 mila unità (il 72% del totale) mentre quelle non stagionali sono (28%). Fra il 2009 e il 2011 le assunzioni nel settore sono diminuite del 6-7%ogni anno ma, nonostante il prolungarsi della crisi, nel 2012 hanno visto solo una leggera riduzione (-0,7%) rispetto all anno precedente. Considerando in particolare le assunzioni non stagionali, quelle dalla natura più strutturale, si osserva che nel 2012, dopo due anni di diminuzione, la frequenza con cui le imprese del Turismo richiedono un esperienza lavorativa specifica (nel settore o nella professione che i dipendenti saranno chiamati a esercitare) fa registrare un aumento, interessando quasi il 55% dei candidati (contro il 53% circa dell anno precedente). Questa dinamica risulta sostanzialmente diversa da quella che si rileva per l economia nel suo complesso (sempre con riferimento alle imprese dell Industria e dei Servizi), dove la richiesta di esperienza continua diminuisce anche nel Fra i due comparti che costituiscono il settore turistico, la richiesta di esperienza specifica è molto più frequente nelle attività core business (per le quali nel 2012 raggiunge il 62% delle assunzioni) che in quelle collegate alla ristorazione (53%). Passando alle professioni, le imprese del settore turistico si orientano sempre di più verso professioni tipiche intermedie del settore, la cui quota sul totale delle assunzioni passa da poco più del 73% nel 2007 a oltre il 78% nel 2012, guadagnando perciò circa 5 punti percentuali nell arco del periodo. Appare in aumento anche la quota delle figure non qualificate, che passa da meno del 12% a quasi il 14%. Decresce, invece, notevolmente a partire dal 2010 la quota delle figure impiegatizie, che nel 2012 rappresentano solo poco più del 4% del totale (contro il 9% circa nel 2007). Si riduce, sia pure di poco, anche la quota delle professioni high skill cioè professioni specialistiche (compresi i dirigenti) e tecniche e quella delle professioni operaie, che però hanno tradizionalmente una rilevanza molto modesta nella domanda di lavoro delle imprese turistiche. Una seconda componente della domanda di lavoro dipendente si riferisce ai contratti a tempo determinato a carattere stagionale. Come visto in precedenza, nel corso del 2012 le imprese del settore turistico prevedono di assumere quasi 120mila lavoratori a carattere stagionale, che rappresentano una parte significativa della domanda di lavoro del settore, vale a dire il 72%. Rispetto al 2011, quando erano meno di 117 mila, il numero di contratti stagionali registra un aumento del 2% circa, incremento che ha compensato una contrazione Convegno Fai-Fisascat Relazione Pierangelo Raineri Bari 19 settembre

18 pari all 8% nelle assunzioni non stagionali (da quasi 50 mila a 46 mila) portando la variazione delle entrate totali previste dal settore attorno al -0,7%. Rispetto alle entrate non stagionali, quelle stagionali sono caratterizzate da: richieste più frequenti di esperienza lavorativa specifica (62% dei casi, contro il 55% dei non stagionali ); minori difficoltà di reperimento (12% contro il 20%); maggiore ricorso a personale immigrato (29% contro il 26%); minore rilievo delle professioni qualificate commerciali e dei servizi (68% del totale) e del personale non qualificato (25%) rispetto alle assunzioni non stagionali. Per quanto riguarda poi la struttura professionale delle assunzioni a carattere stagionale, si riscontra, rispetto a quelle non stagionali, uno spostamento verso i profili meno qualificati. Aumenta infatti la quota dei profili generici (25% del totale) e diminuisce quella dei profili intermedi tipici del settore, che si riduce al 68%. Gli altri gruppi professionali hanno una scarsa rilevanza, quindi variazioni nella loro incidenza sono poco significative. Convegno Fai-Fisascat Relazione Pierangelo Raineri Bari 19 settembre

19 I PRODOTTI TURISTICI ED I COMPORTAMENTI DELLA DOMANDA Bellezze del paesaggio e desiderio di relax sono le principali motivazioni di scelta delle località turistiche italiane, decisive per un turista su quattro. È quanto emerge da un indagine diretta ai turisti italiani e stranieri che soggiornano sul territorio italiano, considerando sia coloro che pernottano in strutture ricettive che i vacanzieri delle abitazioni private. Vacanze attive, quelle in Italia, soprattutto per coloro che scelgono le località di montagna (la presenza di infrastrutture e facilities per praticare lo sport preferito è motivazione di visita per il 39% di questi turisti), ma anche vacanze all insegna del divertimento, soprattutto per chi soggiorna al mare (21%) o in città d arte (15%). Nonostante quelle appena citate siano le motivazioni più diffuse, l Italia si conferma sinonimo di cultura, enogastronomia, shopping e made in Italy: tra le principali attività svolte sul luogo di vacanza, oltre allo sport ed alle escursioni, vi sono lo shopping (27% dei turisti in generale, 37% di coloro che soggiornano in città), la partecipazione a degustazioni di prodotti tipici locali (22% dei turisti in Italia ed in particolare il 27% di quelli legati al Turismo verde), le visite di monumenti e siti archeologici (15% dei turisti, 31% in città), musei e mostre temporanee (14% in generale, 29% in città) e la partecipazione ad eventi, concerti in testa (13% dei turisti, 17% di coloro che soggiornano al mare). Pesano, naturalmente, anche le motivazioni di ordine pratico, quali la possibilità di usufruire della seconda casa (motivazione di visita per il 13% dei turisti in montagna e per l 11% di quelli al mare), l ospitalità offerta da amici e parenti (11% dei turisti in montagna, 8% di quelli in città) e la convenienza economica che, se nel 2011 era decisiva per il 7%, nel 2012 muove il 12% dei turisti che soggiornano nel Bel Paese. Ad influenzare le scelte prima della partenza sono il passaparola (37%) e precedenti esperienze personali (30%). Internet influenza quasi 1 turista su 4, facendo presa soprattutto su coloro che soggiornano in città (influenza il 27% di questi turisti) ed in località del Turismo verde (27%). I consigli dell agenzia di viaggi influenzano soprattutto le scelte dei turisti che soggiornano in città (8%) ed in montagna (9%). L impatto economico generato dalle spese sostenute complessivamente dai turisti italiani e stranieri (considerando sia coloro che pernottano nelle strutture ricettive che i turisti che alloggiano nelle abitazioni private) nel corso della vacanza in Italia è stimato per il 2012 in 72,2 miliardi di euro. Di questi, quasi il 47% è imputabile al core business del settore, ovvero alle spese sostenute per alloggio e ristorazione (complessivamente 33,6 miliardi), il 18% al settore manifatturiero (12,9 miliardi in spese di abbigliamento, calzature, ecc.), il 18% alle attività ricreative, culturali e di Convegno Fai-Fisascat Relazione Pierangelo Raineri Bari 19 settembre

20 intrattenimento (quasi 12,7 miliardi) ed il 14% al Settore Agroalimentare (10,1 miliardi). Rispetto al 2011 si registra una sostanziale stabilità nei consumi (+2%) che arriva però al termine di un processo di tendenziale calo delle spese turistiche sostenute sul territorio negli ultimi cinque anni (-7% tra il 2008 e il 2012). Tra i settori economici coinvolti, inoltre, il trend dei consumi di medio periodo è differenziato: un andamento altalenante per i consumi stimati in strutture ricettive e attività ricreative, una graduale diminuzione nelle spese di abbigliamento ed altri prodotti manifatturieri, una crescita delle spese nel Settore Agroalimentare (prodotti tipici locali inclusi). Un bilancio positivo, quello per i prodotti enogastronomici, legato ad un maggiore ricorso ai soggiorni in abitazioni private (+9% le presenze nel 2012 rispetto al 2008) ma anche all interesse sempre più vivo da parte dei turisti verso i prodotti enogastronomici locali, degustati sul luogo di vacanza o portati a casa come souvenir. Convegno Fai-Fisascat Relazione Pierangelo Raineri Bari 19 settembre

21 Convegno Fai-Fisascat Relazione Pierangelo Raineri Bari 19 settembre

22 INDICARE UNA RINNOVATA STRADA PER LO SVILUPPO NEL MEDITERRANEO Gli approfondimenti di oggi, a nostro avviso, possono essere utili per il Sindacato, ma anche per le Associazioni di Categoria, per cercare di far crescere la capacità di analisi e la capacità propositiva, che devono consentire all Italia di riscoprire le proprie vocazioni naturali, le quali da sempre sono alla base della possibilità di creare sviluppo. Sì, si tratta a nostro avviso di creare le condizioni per cercare di individuare la strada della crescita economica, attraverso innanzitutto i nostri spazi naturali, che da sempre hanno dato capacità occupazionali e crescita al nostro sistema economico. La crisi del nostro sistema manifatturiero, in atto da molti anni, suggerirebbe di ricercare spazi di crescita nei quali l Italia possa avere una propria competitività. Le condizioni storiche del Turismo e dell Alimentazione Mediterranea ci potrebbero consentire di essere veramente competitivi. Se non si individuano nuove strade di sviluppo, il nostro rischio è esattamente quello del declassamento, che proprio recentemente è toccato alla Lombardia, passata in termini di competitività dal 100 al 128 posto UE, mentre nei nostri settori soprattutto il Sud potrebbe veder crescere le proprie possibilità di sviluppo. Occorre affrontare questi temi, perché nel nostro Paese non dobbiamo più piangerci addosso, lamentando che i giovani non trovano occupazione: tocca alle classi dirigenti indicare la strada dello sviluppo! La situazione del nostro Paese, aggravata dalla forse necessaria riforma previdenziale, che ha liberato più risorse per ridurre il deficit pubblico, ma ha colpito inesorabilmente i lavoratori attivi ed in prospettiva soprattutto i giovani, deve essere affrontata rapidamente con nuove proposte e nuove idee, che sappiano coniugare la tradizione mediterranea con il Turismo, proprio in considerazione di questa situazione di crisi, che progressivamente in tutti questi anni ci ha visto perdere pericolosamente quote di mercato turistico. Da anni noi sosteniamo che il Mediterraneo è come tutti ben sanno un piccolo bacino chiuso, per cui ciò che succede in un luogo non può non ripercuotersi in un altro luogo. Noi continuiamo a considerare, ad esempio, il Nord Africa come se fosse dall altra parte del mondo ed invece con gli sbarchi dei migranti ci siamo dovuti render conto del fatto che si trova a poche miglia dalle nostre coste Siamo quindi convinti che sia necessaria una politica integrata del Mediterraneo, se vogliamo giocare un ruolo positivo in un ambito che probabilmente proprio nel Convegno Fai-Fisascat Relazione Pierangelo Raineri Bari 19 settembre

23 Turismo e nell Alimentazione vedrà a breve nascere nuove competitività con i Paesi a noi limitrofi. Per quanto riguarda l alimentazione, dobbiamo renderci conto che i sistemi culinari sono per tradizione differenti, ma gli ingredienti dell alimentazione mediterranea sono gli stessi e quindi anche i gusti che la caratterizzano sono più o meno equivalenti Per quel che concerne il Turismo, in particolare permane nel nostro Paese il grande problema della promozione: per fare un esempio, nonostante le varie riforme annunciate, ma mai discusse con il Sindacato, l ENIT spende più o meno 17 mln di euro per la propria gestione ed 1 milione per promuovere l'italia nel mondo! Nei prossimi anni, se non vogliamo diventare il fanalino di coda del Turismo, questi temi dovranno essere affrontati, anche per evitare che la crisi si aggravi e che diventi strutturale. Ricordiamo ancora che attualmente il Turismo incide sul PIL per una percentuale del 12%, ma ha fortissime potenzialità per crescere ancora. Occorrono però in Italia scelte più avanzate ed è necessario aggiornare i modelli di sviluppo del Turismo fin qui adottati. Infatti, come sappiamo, nel bacino del Mediterraneo non siamo i soli a fare Turismo e dobbiamo prendere atto del fatto che, dopo circa un anno dalla conclusione delle proprie lotte interne, il Turismo in Tunisia ha raggiunto il 5% del PIL (noi dopo secoli di Turismo siamo al 12%), Cipro ha affrontato con un Turismo proiettato verso lo sviluppo la sua pesante crisi, la Spagna nel Turismo è tornata ai livelli pre-crisi e la Grecia, nonostante tutte le sue traversie politiche ed economiche, ha avuto una buona performance Convegno Fai-Fisascat Relazione Pierangelo Raineri Bari 19 settembre

24 Le opportunità di sviluppo Lo sviluppo turistico lo abbiamo ribadito tante volte richiede meno investimenti dei settori produttivi tradizionali e con una spesa relativamente contenuta si può ottenere un dato occupazionale interessante in breve tempo. Unire il Turismo alle grandi opportunità che offre il settore dell Alimentazione Mediterranea, può diventare secondo noi una vera carta vincente per il futuro. Stagionalità dei lavoratori dipendenti nelle aziende alberghiere. Regioni del Mezzogiorno. Valori mensili indicizzati alla media annua (media annua = 100,0) Il tema della destagionalizzazione può essere dunque una nuova opportunità per tutto il territorio nazionale e soprattutto per alcune realtà territoriali di eccellenza del Sud, al fine di proporre un nuovo modello di sviluppo, che dia più stabilità a tutto ilsistema turistico italiano e che sia in grado di garantire più occupazione stabile, valorizzando contemporaneamente la professionalità dei lavoratori. Destagionalizzare il Turismo sarebbe il grande desiderio di tutti coloro che operano in questo settore, ma come si può realizzare la destagionalizzazione? Come abbiamo affermato anche nei lavori dell ultimo Consiglio Generale congiunto ed in molte altre occasioni, se esiste concretamente la volontà, anche il sistema contrattuale può fare molto, cercando ad esempio di allungare i rapporti di lavoro con i periodi di ferie, i permessi ed i recuperi in costanza di rapporto di lavoro e riequilibrando le prestazioni nei periodi di alta e bassa stagione. Convegno Fai-Fisascat Relazione Pierangelo Raineri Bari 19 settembre

25 Ma non può certo da solo risolvere il problema della destagionalizzazione, che richiede una volontà congiunta, la quale dia priorità a questo tema, come ègià stato fatto in diversi Paesi europei. La formazione nel Turismo come strategia di sviluppo Il tema della formazione professionale degli occupati solo da qualche tempo è stato acquisito come strategia di sviluppo dell occupazione e dell occupabilità. In ogni occasione ribadiamo che anche il Turismo ha bisogno soprattutto di formazione degli addetti, al fine di completare il panorama delle professionalità, che devono necessariamente orbitare intorno a questa grande opportunità occupazionale. Formazione e occupabilità sono due concetti paralleli da sviluppare in tutti gli ambiti e questa può essere una strategia vincente per il rilancio, lo sviluppo e la qualità del Turismo. Infatti, formazione significa più qualità e più qualità consente più competitività al Turismo, a patto che questa formazione comprenda anche conoscenze adeguate delle sinergie possibili tra Turismo e Alimentazione. Convegno Fai-Fisascat Relazione Pierangelo Raineri Bari 19 settembre

26 CONCLUSIONI Il Convegno di oggi ci incoraggia a perseguire lo sviluppo di un Turismo che abbia una vera vocazione d integrazione con il Settore Agroalimentare: questa potrà essere una strategia vincente non solo per lo sviluppo del nostro Paese, ma anche e soprattutto per le Regioni del Sud, finalmente inserite in una più ampia strategia di integrazione del Mediterraneo. Noi crediamo in questa strategia e da questo Convegno la proponiamo a tutto il mondo produttivo, convinti come siamo dell importanza del contributo dei lavoratori e delle lavoratrici del Turismo e dell Alimentazione per la crescita economica e occupazionale del Paese tutto. Grazie dell attenzione. Convegno Fai-Fisascat Relazione Pierangelo Raineri Bari 19 settembre

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