Separazioni e alimenti

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1 . 1/17 Searazioni e alimenti Gustavo De Santis (desantis@ds.unifi.it) Mauro Maltagliati (mmaltag@ds.unifi.it) Relazione rearata er il Convegno Instabilità familiare: asetti causali e conseguenze demografiche, economiche e sociali Messina, novembre 2006 Abstract Marriage breakdown is on the rise in Italy, and court decisions about child custody and related suort ayments must be taken more and more frequently. Until recently, child custody was normally granted to mothers, with fathers forced to ay monthly instalments, as a form of child suort. But what is the "fair" amount that should be aid in these cases? A recent law (No. 54, February 2006), breaking away from the ast, states that the standard ractice shall now be that of shared custody and resonsibility between arents. The economic issue remains oen, however: should child suort ayments still exist? Who should give to whom, and how much? This aers sets out to show that, given acceted equivalence scales, several lines of reasoning may aear lausible, at first, but only one among them eventually emerges as referable. The imlications and the limitations of this aroach are discussed with reference to a few standard cases. Versione rovvisoria, su cui sono graditi commenti, ma che si rega di non citare. Preliminary: comments welcome. Please, do not quote.

2 . 2/17 Di cosa si arla: agamento di alimenti, e altri effetti economici delle rotture coniugali Numerosi sono gli effetti di una rottura coniugale, ad esemio in termini di stress sicologico er le ersone coinvolte, di interruzione della carriera riroduttiva, di necessità di ricerca di un nuovo alloggio er almeno uno dei due ex-coniugi, ecc. In queste agine ci interesseremo rincialmente di un articolare asetto economico di tale fenomeno: come determinare il giusto ammontare dell'assegno che un artner deve corrisondere a favore a favore del figlio, e, in taluni casi, anche a favore dell'ex-coniuge. La questione ha interesse sia dal unto di vista teorico, dove, come vedremo, molte sono ancora le zone d'ombra, sia dal unto di vista ratico, erché quotidianamente, e semre iù sesso, i 165 tribunali civili italiani si trovano a dover rendere decisioni su casi concreti di searazione e divorzio, e normalmente lo fanno in assenza sia di strumenti tecnici adeguati, sia di criteri guida chiari, se non universalmente condivisi. Questo non vuol dire che le decisioni rese siano sbagliate: vuol dire erò che esse sono estremamente variabili da caso a caso, ur in resenza di fattisecie simili. Un inquadramento generale Benché meno frequenti che non negli altri aesi industrializzati, le rotture coniugali sono ormai diffuse anche in Italia, e in costante crescita: le searazioni legali, ad esemio, sono assate dalle 51 mila del 1994 alle 83 mila del 2004 (ultimo dato disonibile, al momento), con un tasso di searazione totale stimabile ormai nell'ordine del 27%, su base trasversale. Solo il 60% delle searazioni è seguito da un divorzio (con un ritardo minimo di tre anni), e anche er i divorzi il trend è in ascesa: dai 27 mila del 1994, ai 45 mila del 2004 (Figura 1). Figura 1 - Andamento recente di searazioni e divorzi in Italia Searazioni Divorzi Fonte: Istat (2005a, 2006) e aggiornamenti successivi (htt://giustiziaincifre.istat.it/nemesis/js/introduzione.js?id=1a 1A) Il 70% circa delle searazioni avviene tra coie con figli, e quasi 100 mila ragazzi, tra cui circa 64 mila minorenni, ne sono stati coinvolti nel Questi si aggiungono a quelli, solo di oco meno numerosi, che sono assati dalla stessa eserienza in ciascuno degli anni recedenti. Con chi vivranno in seguito questi figli, e chi rovvederà al loro mantenimento? Fino a oco temo fa, l affidamento dei figli minori nei rocedimenti di searazione e divorzio era discilinato dal codice civile (art. 155) e dalla legge n. 898 del 1 dicembre 1970, modificata dalla legge n. 74 del 6 marzo 1987 (art. 6). Il giudice che ronunciava la searazione o il divorzio

3 . 3/17 dichiarava a quale genitore venivano affidati i figli, nel cui esclusivo interesse rendeva anche tutti gli eventuali altri rovvedimenti relativi alla role, tra cui in articolare l'affido, che oteva anche essere riconosciuto a entrambi i genitori, in modo congiunto o alternato, tenuto anche conto dell'età dei figli e degli eventuali accordi intervenuti tra i coniugi 1. In ratica, erò, con la vecchia normativa, il giudice affidava molto sesso i figli alla sola madre (83% dei casi nel 2004, e anche di iù negli anni recedenti), e solo molto raramente a entrambi i genitori (14% dei casi). Dal 1 marzo 2006, con la ubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, è invece entrata in vigore la legge 8 febbraio 2006, n. 54 (Disosizioni in materia di searazione dei genitori e affidamento condiviso dei figli), che, sotto questo rofilo, ribalta l'imostazione recedente. Si noti, intanto, che l'imatto della nuova legge è otenzialmente molto rilevante, erché non core soltanto i nuovi casi di rottura coniugale. Tra le sue disosizioni finali, infatti, si legge che "nei casi in cui il decreto di omologa dei atti di searazione consensuale, la sentenza di searazione giudiziale, di scioglimento, di annullamento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio sia già stata emessa alla data di entrata in vigore della resente legge, ciascuno dei genitori uò richiedere [...] l alicazione delle disosizioni della resente legge." In ratica, tutti i raorti, economici e di convivenza, già decisi sulla base della vecchia normativa otrebbero essere rimessi in discussione, alla luce delle nuove disosizioni, su richiesta degli interessati. Cosa cambia? Dal unto di vista dell'affido, il giudice adesso "valuta rioritariamente la ossibilità che i figli minori restino affidati a entrambi i genitori oure stabilisce a quale di essi i figli sono affidati, determina i temi e le modalità della loro resenza resso ciascun genitore, fissando altresì la misura e il modo con cui ciascuno di essi deve contribuire al mantenimento, alla cura, all istruzione e all educazione dei figli." Ai fini della sfera economica, che è ciò che iù interessa in questa sede, bisogna distinguere. Per quanto riguarda i raorti tra i coniugi, valgono ancora le recedenti disosizioni, er cui "il tribunale, tenuto conto delle condizioni dei coniugi, delle ragioni della decisione, del contributo ersonale ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare ed alla formazione del atrimonio di ciascuno o di quello comune, del reddito di entrambi, e valutati tutti i suddetti elementi anche in raorto alla durata del matrimonio, disone l'obbligo er un coniuge di somministrare eriodicamente a favore dell'altro un assegno quando quest'ultimo non ha mezzi adeguati o comunque non uò rocurarseli er ragioni oggettive." Inoltre, "la sentenza deve stabilire anche un criterio di adeguamento automatico dell'assegno, almeno con riferimento agli indici di svalutazione monetaria." Per quanto concerne l'assegno di mantenimento er i figli, invece, le cose sono cambiate. Prima si diceva, genericamente, che "il tribunale stabilisce la misura ed il modo con cui il genitore non affidatario deve contribuire al mantenimento, all'istruzione e all'educazione dei figli, nonché le modalità di esercizio dei suoi diritti nei raorti con essi". si recisava anche che "l'abitazione nella casa familiare setta di referenza al genitore cui vengono affidati i figli o con il quale i figli convivono oltre la maggiore età. In ogni caso, ai fini dell'assegnazione, il giudice dovrà valutare le condizioni economiche dei coniugi e le ragioni della decisione, e favorire il coniuge iù debole." Adesso, invece, le norme di legge danno qualche indicazione iù untuale. Si dice infatti che, salvo accordi diversi liberamente sottoscritti dalle arti, ciascuno dei genitori rovvede al mantenimento dei figli in misura roorzionale al rorio reddito. A questo fine, il giudice stabilisce, se necessario, la corresonsione di un assegno eriodico, da determinare considerando: 1) le attuali esigenze del figlio; 2) il tenore di vita goduto dal figlio in costanza di convivenza con entrambi i genitori; 3) i temi di ermanenza resso ciascun genitore; 4) le risorse economiche di entrambi i genitori; 5) la valenza economica dei comiti domestici e di cura assunti da ciascun genitore. 1 Il giudice oteva anche rocedere invece all affidamento familiare (cioè a terze ersone), nei casi di temoranea imossibilità di affidare la role ai genitori.

4 . 4/17 L assegno è automaticamente adeguato agli indici ISTAT in difetto di altro arametro indicato dalle arti o dal giudice. Ove le informazioni di carattere economico fornite dai genitori non risultino sufficientemente documentate, il giudice disone un accertamento della olizia tributaria sui redditi e sui beni oggetto della contestazione, anche se intestati a soggetti diversi Ma, in ratica, che imatto avrà tutto ciò sulla sfera economica? Fino a ieri, all'affidamento esclusivo alla madre si accomagnava di norma un onere economico a carico del adre, sotto tre forme: un assegno mensile er i figli er i figli (mediamente di 530 euro nel 2004), uno er la moglie (mediamente di 507 euro nel 2004) e sesso (nel 58% dei casi) anche la cessione della casa coniugale alle moglie e ai figli, con necessità quindi, er il adre, di ricerca di un nuovo alloggio. Queste oche cifre non dicono, erò, che i 165 tribunali civili chiamati a ronunciarsi su searazioni e divorzi, anche a causa della mancanza di una guida oerativa, decidevano in maniera molto difforme, in termini sia di criteri di scelta, sia di risultato finale. Sotto questo rofilo dell'eterogeneità, urtroo, le cose otrebbero non migliorare molto neanche con la nuova legge, le cui indicazioni di massima non aaiono sufficientemente "oerative". Il unto (5), ad esemio, untualizza che il lavoro domestico deve essere adeguatamente valutato, ma non fornisce indicazioni su come valutarlo. Il unto (3), coerentemente con la nuova imostazione generale, sottolinea il fatto che un genitore che assa una certa quota del temo con il figlio (che quindi, in questo eriodo, lo nutre, lo veste, gli cede arte della sua casa, ecc.), già così contribuisce al suo mantenimento economico. Purtroo, erò non è detto che le sese siano direttamente roorzionali al temo trascorso con i genitori: oiché la maggior arte di esse uò essere differita, o concentrata nel temo, otrebbe anche caitare che un genitore, che ure assa la metà del temo con il figlio, non rovveda erò mai alle sese "rilevanti", come ad esemio, acquisto di vestiti, agamento di visite mediche secialistiche, iscrizioni varie, ecc. In questo caso, tali sese resterebbero tutte a carico dell'altro genitore, che sarebbe quindi economicamente enalizzato. Il unto (1) è ambiguo: cosa sono le attuali "esigenze" di un figlio? Un motorino, un vestito "griffato", una visita medica secialistica e costosa, ma forse non necessaria? Il unto (2), infine, aare ericoloso, erché fa riferimento a una situazione recedente che non esiste iù e che non è ragionevolmente relicabile. Come discuteremo iù in dettaglio tra breve, vivere insieme ermette risarmi (ad esemio, in termini di affitto e di mezzi di trasorto). Questo significa che il tenore di vita ossibile er una famiglia di 3 comonenti che vive unita è iù alto di quello che, con gli stessi soldi, ossono raggiungere due nuclei familiari distinti, formati da madre e figlio da una arte e dal solo adre dall'altra. Ma se seararsi equivale a un imoverimento della famiglia, ha senso cercare di mantenere un comonente solo (il figlio) a un tenore di vita che non è ormai iù ossibile er gli altri? In breve: tra indicazioni di massima corrette, ma difficili da tradurre in ratica, e altre forse meno difendibili, e comunque anch'esse non immediatamente oerative, il nodo economico delle searazioni con figli aare ancora da sciogliere. Lo scoo di nostro lavoro è aunto questo: evidenziare alcuni dei criteri guida che otrebbero essere adottati in sede giudiziale er calcolare il "giusto" ammontare degli alimenti, e esaminare le imlicazioni teoriche e ratiche di tali ossibili scelte. Richiamo sulle scale di equivalenza Ariamo a questo unto una breve arentesi er ricordare che i coefficienti di equivalenza, che nel loro insieme formano una scala di equivalenza (SD), sono numeri uri e relativi con cui, risetto a una famiglia convenzionalmente osta come termine di riferimento, si indicano le necessità economiche di famiglie con caratteristiche diverse, ad esemio in termini di numerosità o di età dei comonenti. Determinare il valore dei coefficienti di equivalenza è un'oerazione estremamente delicata, sia dal unto di vista delle scelte di valore, sia dal unto di vista tecnico, e non è stato sin qui ossibile giungere a una convergenza di oinioni tra gli secialisti, né sul metodo da seguire, né sui risultati

5 . 5/17 ratici di tale oerazione 2. sistono quindi numerose scale di equivalenza, tra le quali si ossono ricordare quelle iù rilevanti er l'italia: la scala modificata OCD (generalmente usata er i confronti internazionali), la scala Carbonaro (utilizzata dall'istat nelle sue ubblicazioni sulla overtà relativa in Italia; es. Istat, 2005b), e la scala cui fa riferimento l'is, o Indicatore della Situazione conomica quivalente. Di queste si arla iù in dettaglio in aendice, ma er comrendere ciò che segue è sufficiente concentrarsi sui valori della tabella 1. Tabella 1 - Alcuni esemi di scale di equivalenza Scale di equivalenza selezionate, er alcune tiologie familiari Dim.Fam. OCD mod. OCD mod. Carbonaro IS IS (P, M, F) (M, F) (P, M, F) (M, F) Legenda: P=Padre; M=Madre; F=figlio Per convenzione, le famiglie con un solo comonente (adulto) sono qui utilizzate come termine di aragone, e il loro coefficiente 1 vale 1. I coefficienti successivi cambiano in funzione della numerosità e, talvolta, anche delle altre caratteristiche familiari. Ad esemio, nella scala OCD modificata, i giovani fino a 14 anni "costano" solo 0,3, mentre ogni adulto o anziano aggiuntivo costa 0,5. Per contro, nella scala IS, la resenza di ersone "giovani" (che qui erò significa "minorenni") non ha effetti di er sé, ma diventa rilevante se si combina con altre circostanze articolari. Ad esemio, il coefficiente aumenta di 0,2 se la resenza di un minore si accomagna all'assenza di un genitore, come si suone che avvenga qui er la famiglia descritta nell'ultima colonna della tabella, quella formata da madre e figlio doo la searazione. Per la ricordata assenza di un chiaro criterio di referibilità di una scala risetto all'altra, nel seguito utilizzeremo le scale di equivalenza IS, che sono già ufficialmente in uso in Italia, concentrandoci solo su tre famiglie-tio: una "re-searazione", che immagineremo formata da adre, madre e figlio ( h =2,04), e due ost-searazione, che immagineremo formate, da un lato, dal adre solo ( =1), e, dall'altro, dalla madre con un figlio minorenne ( =1,77). Tenore di vita e costo del figlio Consideriamo una famiglia (household) H, formata da un adre P una madre M e un figlio F, minorenne e rivo di reddito. Il reddito della famiglia Y h è dato dalla somma dei redditi dei due adulti che la comongono, quello del adre Y e quello della madre Y m 1) Y h = Y + Y m Il tenore di vita T h che la famiglia si uò ermettere non è direttamente misurabile, ma lo si uò valutare trasformando il reddito monetario Y h in reddito equivalente tramite il coefficiente di equivalenza h 2) T h = Y h / h Il reddito equivalente, nonostante il nome in arte ingannevole, è una grandezza ordinale: consente cioè di ordinare famiglie diverse, e ermette anche dire quando due famiglie si trovano allo stesso livello di tenore di vita ma, in caso di differenza, non ermette di dire di quanto una famiglia stia meglio dell'altra. In ratica, come vedremo subito, questo significa che una traduzione 2 La letteratura sul tema è ressoché sconfinata, e in continuo aggiornamento. Per una rassegna si veda, ad esemio, Perali (2003).

6 . 6/17 dei confronti in termini monetari è ossibile solo quando si uò suorre che il tenore di vita T sia identico tra due famiglie diverse. Benché non ci sia accordo sulle scale di equivalenza, c'è erò accordo sull'idea che vivere insieme ermetta economie di scala, e cioè risarmi, grazie ai quali ogni membro aggiuntivo, o "marginale", costa meno della media dei membri recedenti. Di conseguenza, lo scioglimento di un nucleo familiare comorta semre un aggravio di costi e quindi, in assenza di risorse aggiuntive, un abbassamento del tenore di vita. Ad esemio, con la scala IS, er ogni dato tenore di vita, una famiglia di tre ersone ha bisogno di risorse roorzionali a 2,04, 3 mentre, in caso di searazione, le risorse teoricamente necessarie a reservare lo stesso tenore di vita dovrebbero essere roorzionali a 1 (er il adre) + 1,77 (er madre e figlio minorenne), e cioè a 2,77. In termini ercentuali, si tratta di una crescita tutt'altro che trascurabile, ari quasi al 36%. Con altre scale l'incremento dei costi è un o' meno ronunciato, ma è comunque sensibile, e ari almeno al 20% negli esemi mostrati in tabella. Una scala di equivalenza fissa imlicitamente il costo dei comonenti in termini relativi, nell'iotesi - un o' forte, er il vero - che esso cresca in roorzione al reddito della famiglia. Nel caso del figlio, ad esemio, tale costo relativo è ari a ( h - m )/ h, e corrisonde alla arte dei bisogni familiari imutabili al figlio ( h - m ) in raorto ai bisogni totali della famiglia h. 4 In termini monetari, il costo del figlio, C f, risulta quindi h m m 3) C = = f Yh Yh 1 h h Ad esemio, con la scala IS, er una coia con un reddito mensile di 2000 uro, il costo relativo del figlio risulta ari a (1-1,57/2,04=) 23% circa, e il costo monetario C f si valuta in (2000x23%=) 461 uro/mese circa. Conviene ricordare che questa è solo una stima indiretta della arte del reddito (cioè dei 2000 uro) che i genitori usano non er se stessi ma er il figlio, nell'iotesi che i tre membri della famiglia condividano lo stesso tenore di vita. In caso di searazione: cinque ossibili criteri guida Ammettiamo adesso che i genitori si searino, che il figlio venga affidato alla madre, come avveniva nella grande maggioranza dei casi fino alla ricordata legge 8 febbraio 2006, n. 54, 5 e che un giudice debba stabilire l'ammontare degli alimenti A da corrisondere mensilmente. Chi deve dare a chi? quanto? Ammettiamo, intanto, che il reddito comlessivo non sia variato, e sia ancora Y h. Queste sono le risorse totali a disosizione dei due nuclei familiari, che vanno in qualche modo riartite. qui si incrociano due iani diversi, erché vi è, sì, un roblema tecnico, di come fare a ottenere esattamente il risultato che si vuole conseguire, ma rima ancora vi è un roblema "olitico": quale risultato si vuole ottenere? Tanto nella letteratura secializzata (**) quanto nella ratica dei tribunali (**) manca, a nostra conoscenza, un criterio guida universalmente accettato, e gli obiettivi che si ossono erseguire sono diversi, e non semre conciliabili tra di loro. Consideriamo dunque, raidamente, alcune delle ossibili logiche che un tribunale otrebbe adottare, e recisamente: 3 Iotizzando che in famiglia non ci siano ortatori di handica (maggiorazione revista: 0,5), e che non si alichi neure la maggiorazione di 0,2 revista er il caso di nuclei familiari con figli minori, in cui entrambi i genitori svolgono attività di lavoro e di imresa. 4 La formula del testo, alicata come nella (3) ad esemio, consente di imutare al figlio una certa quota del reddito effettivamente erceito dalla famiglia. Non useremo qui la formula alternativa ( h - m )/ m,: concettualmente sarebbe referibile, erché one al denominatore la famiglia senza figlio, ma in ratica richiede l'introduzione di un reddito teorico. Usarla, infatti, equivale a orsi la seguente domanda: "Partiamo da una coia con reddito Y m, e ammettiamo che a questa coia nasca un figlio. Qual è il reddito teorico Y * h che garantirebbe alla famiglia di 3 comonenti lo stesso tenore di vita che era rima ossibile alla famiglia di 2?". 5 Più avanti considereremo anche il caso dell'affidamento congiunto.

7 . 7/17 a) arità di tenore di vita dei due nuovi nuclei familiari; b) rotezione del nucleo madre-figlio; c) suddivisione roorzionale del recedente costo del figlio; d) suddivisione roorzionale del nuovo costo del figlio. e) avvicinamento ai "redditi obiettivo". a. Parità di tenore di vita dei due nuovi nuclei familiari Cercare di uguagliare il tenore di vita dei due nuovi nuclei familiari (da una arte il adre da solo e dall'altra la madre con il figlio) costituisce il criterio aarentemente iù logico e intuitivo. I calcoli sono facili: basta considerare che il tenore di vita del adre da solo, detratti gli alimenti A che trasferisce all'altro nucleo, è T =(Y -A)/, con =1, solitamente, mentre quello della coia madre-figlio è T =(Y m +A)/. Uguagliando i due tenori di vita 4) T = T Y A Y = + A m si ottiene l'ammontare degli alimenti che il adre deve corrisondere (o ricevere, se il segno di A è negativo), che risulta 5) Y A = Y m + Per oter tradurre tutto questo in numeri bisogna formulare un'iotesi anche sui redditi di ciascuno dei genitori. Ammettiamo allora che il adre guadagni 1500 e la madre In questo caso, il adre deve corrisondere, in alimenti, circa 778, restando con ( )=722, mentre la coia madre-figlio vivrà con ( )=1278, il che corrisonde a un reddito equivalente ari a 1278/1,77=722 - esattamente identico a quello del adre. Tuttavia questa soluzione resenta anche qualche svantaggio, erché nel calcolo delle somme da trasferire entra il benessere non del solo figlio, ma quello dei due nuclei familiari globalmente intesi, comrensivi degli adulti, e senza distinzione dei beneficiari. Per evidenziarlo, consideriamo ancora il caso recedente, ma iotizziamo ora che a lavorare sia solo il adre (e quindi Y =Y h =2000), mentre la madre non guadagna nulla (Y m =0). Adesso il adre deve trasferire tutti i 1278 uro che servono al nucleo madre-figlio er raggiungere il reddito equivalente obiettivo, di 722, ed è chiaro che nel calcolo di questa somma si è tenuto conto del tenore di vita anche della madre. Ancora iù evidente è il caso contrario: immaginiamo che il adre (non affidatario) non guadagni nulla, mentre è la madre a guadagnare tutto il reddito della famiglia (Y m =Y h =2000). Adesso è lei, con questa logica, a dover agare 722 di alimenti all'ex-marito (A=-722 nella formula 5), benché questo non vada, evidentemente a vantaggio del figlio, ma vada, anzi, a suo detrimento. Infine, notiamo che il costo del figlio è cambiato 6) C ( ) = ( Y + A) f a m Nel nostro caso base (Y =1500, Y m =500, A=778), ad esemio, il costo è salito a 556 uro al mese, contro i 461 recedenti. L'aumento, come si era anticiato, si deve al fatto che, a arità di tenore di vita, "costa di iù" vivere in famiglie iccole. Qui il tenore di vita è in realtà minore, ma revale l'effetto contrario: il eggioramento della scala di equivalenza è tale che i costi risultano, nel comlesso, maggiori. m 6 Tutte le grandezze sono qui esresse in "uro al mese".

8 . 8/17 b. Protezione del nucleo madre-figlio Si uò referire una situazione in cui, al temo (1), e cioè doo la searazione, il nucleo madrefiglio reservi il tenore di vita che caratterizzava la famiglia rima della searazione, al temo (0). Si noti che il riferimento al tenore di vita recedente, ha isirato alcune sentenze (**), e, come abbiamo visto, è esressamente richiamato nella Legge 8 febbraio In questo caso, la condizione che si imone è Ym() 1 + A Yh( 0) 7) T () 1 = Th( 0) = da cui si uò calcolare l'ammontare degli alimenti che il marito deve corrisondere, ari a Yh( 0) Ym( 1) h 8) A = h Nel nostro esemio, se il adre guadagna 1500 e la madre 500, il trasferimento er alimenti dovrà essere A=1235 uro circa. Si noti erò che il adre dovrebbe a questo unto soravvivere con soli ( =) 265 uro al mese er ermettere alla ex-coniuge e al figlio di vivere con ( =) 1735 uro, e cioè allo stesso tenore che era loro ossibile quando la famiglia era unita ( h =2,04) e guadagnava Y h =2000. Questa aare nel comlesso una soluzione oco soddisfacente, er almeno due motivi. Intanto erché, come la recedente, non distingue, nei trasferimenti, quanto va al figlio e quanto al genitore affidatario, e oi erché, eggiorando quanto visto in recedenza, non riconosce che il divorzio equivale a un imoverimento generale della famiglia, e rotegge solo una arte di essa (il nucleo madre-figlio), con conseguenze otenzialmente molto (troo) onerose er l'altra arte. c. Suddivisione roorzionale del recedente costo del figlio Per introdurre altri ossibili modi di calcolo degli alimenti, occorre iotizzare che sia ossibile ottenere un tenore di vita diverso er ersone che, ure, aartengono a uno stesso nucleo familiare. Benché, in senso stretto, quest'iotesi contraddica lo stesso uso delle scale di equivalenza su cui sono qui condotti i calcoli, in alcuni casi almeno, essa otrebbe non essere del tutto indifendibile. Ad esemio, quando i genitori fanno sacrifici er ermettere al figlio di studiare, abbassano il rorio tenore di vita er oter mantenere elevato quello del figlio. d è a questo scenario, in varie forme, che faremo riferimento nei rossimi aragrafi. Un rimo, ossibile modo di ragionare è il seguente: come abbiamo visto nella formula (3), con le scale di equivalenza è ossibile calcolare, sia ure in via iotetica, la arte del reddito familiare da imutare al figlio nella vecchia famiglia, rima della searazione, e cioè il recedente costo del m figlio C f = Yh 1. h bbene, il giudice otrebbe riferirsi rorio a questa somma, artendo dall'assunto che il figlio non debba essere enalizzato dalla decisione dei genitori di seararsi. Si one ancora il roblema di come riartire questo costo tra i due genitori, e un criterio ossibile, oggi eraltro imosto dalla legge, è quello di un'attribuzione roorzionale al reddito di ciascuno di essi. In ratica, converrà imorre genitore non affidatario il agamento in denaro della somma di sua cometenza (gli alimenti A di cui stiamo discutendo), e lasciare invece che il genitore affidatario aghi imlicitamente la sua arte, nella condivisione con il figlio della vita quotidiana. In questo caso, gli alimenti a carico del adre, non affidatario, risultano essere Y m 9) A = C f = Y 1 Y + Ym h h

9 . 9/17 come si ricava dalla (3), imonendo al adre una quota della sesa comlessiva ari a Y P /Y h, e ricordando che Y h =Y +Y m, anche se adesso i due ex-coniugi non vivono iù uniti. Con i nostri numeri, ad esemio, si ottiene, A=346, il che significa che il adre dovrebbe vivere con ( =) 1154, e il nucleo madre-figlio con ( )=846. Il ragionamento uò aarire convincente (il adre trasferisce solo il denaro che serve er il figlio), ma non è molto coerente, erché ignora che il costo del figlio era, sì, di 461 uro in un certo contesto (famiglia unita, di tre membri, che guadagna 2000 uro al mese), ma che adesso otrebbe essere cambiato, sia er un diverso reddito dei genitori (caso qui non considerato) sia er la diversa situazione familiare che si è determinata doo la searazione. d. Suddivisione roorzionale del nuovo costo del figlio Con un reddito comlessivo Y h =Y +Y m e un nuovo coefficiente di equivalenza er la famiglia divisa, ari a ( + ), il costo relativo imutabile al figlio è ( - m )/( + ), che in termini monetari diventa m Questo costo uò essere suddiviso in maniera roorzionale tra i due genitori, attribuendo al non 10) C f ( d ) = ( Y + Ym ) + n n n affidatario, cioè al adre nel nostro esemio, la quota ( Y Y ) Y + m (tra un attimo siegheremo l'esonente n, che sta er netto). Di conseguenza, gli alimenti A diventano 11) A = ( Y + Y ) m + m Y Y n + Y m = Y Con i nostri dati, il costo relativo del figlio è adesso ari a 0,77/2,77=28% circa del reddito delle due famiglie (Y h =2000), che si traduce in C f =556 uro al mese circa. Questa somma deve essere riartita tra madre e adre in roorzione ai redditi guadagnati da ciascuno, e la quota che il adre (non affidatario) deve versare al nucleo madre-figlio è ari ai 3/4 del totale, e cioè 417 circa. In conclusione, il adre resta con un reddito di ( =) 1083, mentre madre e figlio restano con un reddito di ( )=917. Incidentalmente, questo modo di ragionare raresenta un sensibile rogresso risetto ai recedenti, erché consente di imutare i costi anche degli altri membri della famiglia. Padre e madre esano infatti, ciascuno, 1/2,77 sul totale, il che significa che a ognuno "toccherebbero", in caso di divisione del reddito erfettamente equa in termini di reddito equivalente, (2000/2,77=) 722 euro. 7 Questa cifra uò essere usata come termine di riferimento dal giudice er stabilire anche, searatamente dall'assegno er il figlio, l'ammontare dell'eventuale trasferimento a favore del coniuge iù debole. Ad esemio, nel nostro caso, il giudice otrebbe osservare che la madre, cui "setterebbero", secondo questa logica, 722 uro, ma che già ne guadagna 500 con il rorio lavoro, ha diritto a ricevere dall'ex coniuge una certa arte dei 222 uro di differenza - o, al limite, tutta questa differenza. 8 Ammettiamo che il giudice decida che questo assegno di mantenimento a favore della ex moglie debba essere ari a 100: in questo caso, il reddito del marito, che era 7 Aarentemente questo ragionamento sembra vero anche er il recedente criterio, erché basterebbe trovare il recedente "costo" della moglie. Tuttavia, tale costo cambia a seconda che si consideri la moglie come rimo comonente della famiglia (costo m =1), o come secondo comonente (costo m - m =0,57). ' ossibile aggirare l'ostacolo, ad esemio con una media tra questi due casi, ma si è referito non arlarne, er non comlicare il ragionamento. 8 Come si è visto, la legge revede che nel rendere questa si tenga anche conto di molti altri elementi, tra cui le condizioni dei coniugi, le ragioni della decisione, il contributo ersonale ed economico dato da ciascuno alla conduzione familiare ed alla formazione del atrimonio di ciascuno o di quello comune, il reddito di entrambi, e la durata del matrimonio. n + m

10 . 10/17 n Y =1500 si riduce a un reddito netto di Y =1400, mentre il reddito della moglie, da Y m =500 che n era, sale a Y m =600. d è sulle base di questi redditi netti, che tengono conto degli eventuali assegni di mantenimento tra coniugi, che la formula (11) calcola gli alimenti. e. Avvicinamento ai "redditi obiettivo" La logica adombrata alla fine del aragrafo recedente, di individuazione delle somme teoricamente settanti a ciascun membro della famiglia (o "redditi obiettivo"), uò essere alicata nella sua forma ura. Abbiamo detto che adre e madre esano, ciascuno, 1/2,77 36% sul totale, il che significa che, in caso di divisione del reddito erfettamente equa in termini di reddito equivalente, a ognuno "toccherebbe" il 36% circa del reddito, mentre al figlio toccherebbe il restante 28% (0,77/2,77). Ad esemio, con un reddito familiare comlessivo di 2000 euro/mese, a ogni genitore toccherebbero 722 uro, e al figlio 556 uro al mese. bbene, una ossibile logica è quella di suddividere questo costo (556) tra i due genitori in maniera tale che, alla fine, er ciascuno di essi, sia minima la distanza tra il reddito effettivo e il reddito obiettivo. In concreto, chi, tra i due genitori, guadagna meno del reddito obiettivo non dovrà corrisondere nulla, mentre chi guadagna di iù dovrà agare fino all'eventuale raggiungimento del reddito obiettivo. Nel nostro esemio, la madre guadagna Y m =500, che è inferiore all'obiettivo o Y m =722, e non deve quindi agare nulla del costo del figlio. Paga dunque tutto il adre, che rimane con ( =) 944, mentre madre e figlio insieme vivranno con ( =)1056. Anche in questo caso, è ossibile individuare searatamente la somma massima che il adre deve corrisondere all'ex-coniuge a titolo di alimenti, che, come nel caso (d) è ari a ( =) 222 uro. In breve, con questa logica, il giudice uò imorre al adre 778 uro di alimenti comlessivi, esattamente come nel caso (a), ma la grossa differenza, adesso, è che, così come richiede la legge, si eslicita che, di questi 778, 556 sono er il figlio e 222 sono invece a favore della ex-coniuge. Quale criterio è referibile? Non è facile decidere quale, tra i criteri sora elencati, sia referibile, erché nella scelta bisogna tener conto di molti asetti, tra cui, ad esemio, i seguenti: 1) la suddivisione dei redditi familiari tra quelli attribuibili al adre e quelli attribuibili alla madre; 2) la ossibilità di distinguere la arte dei trasferimenti che va a favore del figlio o dell'ex-coniuge; 3) la ossibilità che, nel corso del temo, varino i redditi dei membri della famiglia; 4) la ossibilità che, nel corso del temo, varino le situazioni familiari di entrambi gli ex-coniugi, che ossono restare soli, o tornare da rori genitori, o trovare nuovi artner, magari anch'essi con role, ecc. Per cominciare a orientarsi nel roblema, si uò intanto scorrere la tab. 2, in cui, alla nostra famiglia di divorziati, si sono alicati i cinque criteri discussi sora, in tre diversi scenari di guadagno del adre e della madre, ma con il vincolo che il reddito comlessivamente guadagnato dalla famiglia sia semre ari a 2000 uro mensili.

11 . 11/17 Tabella 2 - sito ratico di alcuni criteri di scelta della determinazione degli alimenti, er una famiglia con reddito mensile ari a Y h =2000 e tenore di vita T h =980 (=2000/2,04) Reddito e tenore di vita Distinzione Alimenti Padre Madre e figlio tra A er Criteri di scelta A Y (=T ) Y T madre o figlio? Scenario 1: Y=1500, Ym=500 a) Parità di tenore di vita no b) Protezione di madre e figlio no c) Suddivisione recedente costo figlio (sì) d) Suddivisione attuale costo figlio sì e) Avvicinamento ai "redditi obiettivo" sì Scenario 2: Y=2000, Ym=0 a) Parità di tenore di vita no b) Protezione di madre e figlio no c) Suddivisione recedente costo figlio (sì) d) Suddivisione attuale costo figlio sì e) Avvicinamento ai "redditi obiettivo" sì Scenario 3: Y=0, Ym=2000 a) Parità di tenore di vita no b) Protezione di madre e figlio no c) Suddivisione recedente costo figlio (sì) d) Suddivisione attuale costo figlio sì e) Avvicinamento ai "redditi obiettivo" sì Nota: In tutti e tre gli scenari si iotizza che il reddito comlessivo della famiglia sia 2000, variamente suddiviso tra adre e madre, e che siano esclusi esliciti assegni di mantenimento a favore dell'ex coniuge. Si noti erò che con i criteri a) e b), tali trasferimenti avvengono imlicitamente; mentre con gli altri criteri, è ossibile calcolarli a arte (cfr. l'ultima colonna della tabella). Si iotizza, inoltre, che il reddito dei due coniugi (Y e Y m ) non vari doo la searazione, o comunque che il tribunale non tenga conto di tale cambiamento. Il tenore di vita, T, ottenuto dal raorto Y/ (=coefficiente di equivalenza, che vale 1 er il adre solo e 1,77 er la madre con il figlio minorenne), è qui solo indicativo: er iotesi, con i criteri c), d) e e), madre e figlio non condividono lo stesso tenore di vita. Un valore negativo degli alimenti A segnala che le somme vanno dal nucleo madre-figlio alla famiglia formata dal solo adre. Il criterio (a), che mira a mantenere la arità di tenore di vita dei due nuovi nuclei familiari, aare difendibile, ma non consente di distinguere la arte dei trasferimenti che va a favore del figlio da quella che va a favore della madre, e, in casi estremi (adre overo e madre ricca), uò ortare a un flusso di denaro a segno inverso, con il genitore affidatario che deve trasferire qualcosa al genitore non affidatario. Lo stesso difetto si osserva con il criterio (b), che soffre erò, sorattutto, di un vizio logico, erché tenta di mantenere madre e figlio al recedente tenore di vita, ignorando che adesso, a causa del divorzio, la famiglia è iù overa. In condizioni "normali" (scenari 1 e 2) questo orta a un costo a carico del adre che, nella maggior arte dei casi, aare del tutto sroositato. Il criterio (b), in breve, è robabilmente il eggiore tra tutti quelli roosti. Anche il criterio (c) è un o' debole sul iano logico, erché calcola il costo del figlio sulla base di una situazione demografica ormai suerata, ma va notata la sua caacità (resente anche nei criteri seguenti) di eslicitare l'ammontare di trasferimento dovuto a favore del solo figlio, e di ammettere quindi, imlicitamente, che nel nucleo madre-figlio, a seguito di una articolare

12 . 12/17 divisione delle risorse, la madre ossa trovarsi a un tenore di vita inferiore a quello del figlio. Il criterio (c) ha anche il iccolo vantaggio aggiuntivo di ermettere il calcolo sulla base della conoscenza dei soli redditi del genitore non affidatario, come si vede dalla formula (9). Per contro, (c) ermette di individuare l'assegno di mantenimento a favore dell'ex-coniuge solo con qualche forzatura. Con il criterio (d) si comiono due decisi assi in avanti: si ossono determinare searatamente, e senza forzature, i trasferimenti teoricamente dovuti a favore del figlio e dell'ex coniuge, e i calcoli sono determinati sulla base della situazione demografica attuale, successiva alla searazione, e non di quella recedente. Il criterio (e) infine, aare robabilmente il migliore. ' identico al recedente quanto alla determinazione dei costi dei vari comonenti, ma se ne distacca riguardo alla decisione sul come riartirli tra i genitori, ed è iù coerente sotto questo rofilo. In un caso articolare (imosizione dello stesso tenore di vita a ciascuno dei tre comonenti), si ritrovano le stesse cifre del criterio (a), con il vantaggio aggiuntivo, erò, di distinguere la arte del trasferimento che va a favore del figlio da quella che va a favore dell'ex-coniuge. Alcune difficoltà Anche se le soluzioni rooste, e in articolare l'ultima, a nostro avviso, consentono di suerare alcune delle difficoltà del roblema in esame, e cioè il calcolo degli alimenti che il genitore non affidatario deve corrisondere al genitore affidatario, molti roblemi restano sul taeto. Consideriamone alcuni. Dubbi sulla scelta della scala di equivalenza Abbiamo sin qui ragionato sulla base di una scala di equivalenza arbitraria, er quanto iù imortante di altre, er l'italia almeno, grazie alla sua adozione a fini di calcolo dell'is. Benché non ci siano, er il momento, valide ragioni er abbandonare questa scala a favore di altre, bisogna anche osservare che non ci sono neure ragioni er referirla, e che scelte diverse ossono ortare a risultati ratici anche sensibilmente diversi. In ogni caso, come accennato, la scala non contemla tutte le ossibili fonti di "costo": ad esemio, varia, sì, in funzione di alcuni asetti dello stato di salute dei comonenti (er handica sicofisico ermanente, o invalidità sueriore al 66%), ma non er tutti gli asetti, e inoltre non diende dal luogo di residenza (Nord/Sud, città/camagna), dallo stato lavorativo dei comonenti 9, dalla disonibilità di certi servizi (ad esemio, di custodia dell'infanzia), né da molte altre variabili che otrebbero invece influenzare sensibilmente il tenore di vita, dato il reddito. Del resto non è neure scontato che siano fondate alcune delle iotesi su cui le scale di equivalenza si basano, come ad esemio che i costi dei comonenti siano roorzionali al reddito, o, come abbiamo già detto, che tutti i comonenti di una stessa famiglia godano dello stesso tenore di vita. Consumi o redditi? Le scale di equivalenza sono normalmente calcolate sulla base dei consumi delle famiglie, ma vengono oi alicate ai redditi, e in questo assaggio si cela una difficoltà non trascurabile. Ammettiamo, ad esemio, che, in condizioni "normali", una famiglia, guadagni 100, senda 80 e risarmi 20. Nel risarmio è comresa una quota cautelativa, er far fronte a sese imreviste, oure reviste ma lontane nel temo (ad esemio, l'acquisto di un'automobile, l'iscrizione all'università, ecc.). Gli alimenti a carico del adre non affidatario ossono essere calcolati sulla base dei redditi (100), o delle sese (80). Data la formula, basarsi sugli uni o sulle altre comorta er il adre una sesa diversa, ma, con l'ammontare, cambiano anche le imlicazioni del contratto imlicito che si viene a stiulare tra le due famiglie. Nel rimo caso, il adre aga di iù, ma questa cifra 9 Con eccezioni er casi articolari: v. aendice.

13 . 13/17 comrende anche la quota di risarmio cautelativo: in ratica, si addossano alla madre affidataria i rischi di eventuali sese imreviste, ad esemio legate a una malattia del figlio. Nel secondo caso, invece, il adre aga di meno, ma questo esborso core solo le sese "ordinarie". Le sese straordinarie, invece, richiedono un contributo ulteriore da arte del adre, e l'inconveniente, in questo caso, è quello di dover decidere ogni volta cosa è straordinario, con robabile aumento del contenzioso tra i due ex- coniugi, che rischiano così di doversi rivolgere relativamente sesso al giudice. Variazione dei redditi nel corso del temo In tutti i casi, la variazione dei redditi di lui o di lei nel corso del temo non costituisce un roblema teorico, erché in alcuni schemi interretativi questa evoluzione non è rilevante - i criteri b) e c) - mentre in altri lo è, ma è sufficiente sostituire, nelle formule, i redditi correnti al osto dei redditi recedenti, e si trovano immediatamente le cifre dovute, "calibrate" alle nuove circostanze. Vi sono erò, e non sono trascurabili, roblemi di altra natura, ratici e "olitici". I roblemi ratici derivano dal fatto che la rilevazione dei redditi raramente è agevole, erché occorre tener conto non solo dei redditi dichiarati, ma anche di quelli eventualmente nascosti al fisco, cosa relativamente frequente in Italia, quelli imutati (ad esemio il fitto figurativo delle eventuali case di rorietà, siano esse di residenza o tenute a disosizione er i eriodi di ferie), e bisogna in qualche modo considerare anche gli eventuali altri atrimoni osseduti, come ad esemio i titoli azionari. Le attività economiche da lavoro autonomo, inoltre, si caratterizzano sesso er una forte variabilità temorale dei redditi, er cui anche la scelta del eriodo di riferimento non risulta neutra ai fini dei calcoli. il roblema è ulteriormente aggravato dalla ossibilità, che talvolta si resenta, di imutare ad altri i rori redditi: ad esemio, un adre che ha un reddito di imresa in comarteciazione con un fratello, o con una nuova comagna, otrebbe far risultare il artner commerciale come titolare della maggior arte del reddito, e aarire quindi come un nullatenente o quasi, al solo fine di ridurre l'ammontare degli alimenti da corrisondere. Per questi motivi, la rilevazione dei redditi e dei atrimoni è solitamente affidata a un erito, il quale, rocedendo anche er via indiretta (ad esemio: giudicando del tenore di vita in base ai consumi, o ai beni di lusso osseduti), fornisce una risosta che, nella migliore delle iotesi, è corretta er momento in cui viene formulata, ma che certamente non uò essere considerata valida anche er il futuro. Ma se si ignora l'evoluzione dei redditi, come si ossono alicare le formule del testo e far evolvere correttamente le cifre dovute a titolo di trasferimento? I roblemi "olitici" derivano da una decisione cruciale: gli eventi successivi alla rottura del matrimonio devono essere tenuti resenti nel calcolo dei trasferimenti? Ad esemio, un eggioramento delle condizioni di salute di uno dei due artner, che otrebbe aver bisogno di costose cure mediche; o un avanzamento in carriera, frutto dell'imegno di solo uno dei due exconiugi (ma che in certi schemi di trasferimento finisce con l'andare a vantaggio anche dell'altro), devono essere considerati? se sì, come? La risosta a queste domande si lega anche allo sinoso roblema della durata del eriodo con agamento obbligatorio degli assegni: er quanti anni (o fino a che età) un adre o una madre devono ancora rovvedere economicamente al figlio? all'ex coniuge? A arte l'ultimo interrogativo, che resta aerto (**ma v. giurisrudenza**), nel comlesso, aare referibile l'aroccio indicato dal legislatore, e cioè stabilire un ammontare iniziale, revederne una rivalutazione automatica in base all'inflazione, e lasciare che solo in casi articolari, e su richiesta della arti, si roceda eventualmente a una ri-determinazione del valore degli alimenti da corrisondere. Aggiungiamo solo che, nelle disosizione di legge, dovrebbero essere automaticamente inclusi, al variare del temo, i cambiamenti che si legano direttamente alla formula di calcolo. Ad esemio, la scala Isee revede un "remio" di 0,2 er i figli minori che non vivono con entrambi i genitori, e che va dunque a vantaggio del nucleo madre-figlio minorenne. bbene, questo "remio" dovrebbe decadere automaticamente nel momento in cui il figlio raggiunge la maggiore età.

14 . 14/17 Variazione delle strutture familiari In quasi tutte le formule di calcolo, entrano coefficienti di equivalenza che riflettono i "costi" della situazione familiare corrente. Per semlicità, abbiamo sin qui suosto che, in seguito alla rottura del matrimonio, il adre vada a vivere da solo ( =1) e la madre viva con il figlio iccolo ( =1,77). In realtà, erò, non è infrequente che la situazione familiare successiva alla searazione sia iù comlessa: si uò tornare a vivere dai genitori, trovare un/a nuovo/a artner, o formare altri tii di famiglia ancora. Qual è dunque, in questo caso, il corretto coefficiente di equivalenza da alicare? Il tentativo di tener conto della situazione effettiva, si scontra con due ordini di difficoltà. La rima è che occorre arbitrariamente stabilire una gerarchia tra i membri della nuova famiglia. Ammettiamo, ad esemio, che la madre trovi un nuovo artner. Con la scala Isee, il secondo comonente "costa" 0,57, e il terzo 0,47. Il figlio aare dunque iù o meno caro a seconda che lo si consideri come secondo o come terzo membro della nuova famiglia. Inoltre, la scala Isee revede l'aggiunta di un "costo" di 0,2 er la resenza di minori senza entrambi i genitori. Ma un nuovo comagno della madre otrebbe, entro certi limiti, far le veci del adre (ad esemio, rendendosi cura del iccolo quando la madre è fuori er lavoro), e in questo caso il costo del bambino scenderebbe da 0,77 a 0,47. Si tratta di un calo non trascurabile, che si traduce in minori alimenti dovuti dal adre. questo è il secondo inconveniente: un sistema di calcolo siffatto finirebbe col tradursi in una tassa imlicita su certe forme familiari, che ne risulterebbero ertanto enalizzate. L'alternativa è quella di rocedere ai calcoli come abbiamo visto nelle formule recedenti, e cioè assumendo che il adre viva da solo e la madre viva esclusivamente con il figlio, a rescindere dalla situazione effettiva. La logica è la seguente: doo la searazione, i due ex-coniugi otrebbero otare er la situazione abitativa iù semlice (lui da solo, lei con il figlio). Ogni altra scelta rientra nel libero arbitrio delle nuove famiglie, ma, oiché è resa successivamente alla rottura del matrimonio, non interferisce con il meccanismo di calcolo degli alimenti. Il vantaggio di questo modo di ragionare è che la decisione del giudice non influenza le successive scelte familiari dei due ex-coniugi, né richiede accertamenti - sesso enosi - di stati di fatto che ossono non corrisondere a situazioni di diritto, come avviene, ad esemio, nel caso di convivenze more-uxorio in cui erò i due artner hanno formalmente mantenuto residenze diverse (una situazione sesso indicata con l'acronimo inglese LAT - Living Aart Together). 10 Il costo oortunità e il lavoro domestico Con l'utilizzo delle scale di equivalenza si iotizza, imlicitamente, che il figlio costi solo in termini di maggiori esborsi di denaro necessari er raggiungere un certo tenore di vita, ma che non abbia effetti sulla roduzione del reddito. Questa iotesi è robabilmente falsa. Nella tiologia familiare che abbiamo considerato in recedenza, ad esemio, il adre guadagnava 1500 e la madre 500, ma è ossibile che il reddito della madre fosse relativamente basso, rorio er la resenza del figlio, che, ad esemio, otrebbe averla indotta a scegliere un lavoro art-time, mentre con un lavoro a temo ieno sarebbe robabilmente riuscita a guadagnare di iù. A questo roosito, in letteratura, si sono osti due obiettivi di ricerca, distinti, seur collegati: α) stimare quanto in iù avrebbe otuto guadagnare una donna con quelle caratteristiche (di età, istruzione, residenza, ecc.) ma senza figli; e β) stimare il valore del lavoro che la donna svolge informalmente er la casa. Premettiamo, intanto, che entrambe le stime, α) e β), sono estremamente difficili da ottenere, sia er la frequente mancanza di informazioni sufficientemente dettagliate, sia er l'intrinseca endogeneità delle variabili di cui si arla qui (studiare, sosarsi, fare figli, lavorare, migrare, ecc.), 10 Si noti erò che, con la legge 28/2006, nel codice civile è comarso l'articolo 155-quater che recita "Il diritto al godimento della casa familiare viene meno nel caso che l assegnatario non abiti o cessi di abitare stabilmente nella casa familiare o conviva more uxorio o contragga nuovo matrimonio."

15 . 15/17 er cui tutto è al temo stesso causa e effetto di tutto (Di Pino, Mucciardi, 2003). A arte questo, ricordiamo che una stima corretta del costo oortunità del figlio non è data da α), ma da α)-β). In altre arole, il mancato guadagno della donna legato alla resenza del figlio va valutato al netto del reddito "domestico" che la donna roduce stando in casa, e che si traduce in servizi che altrimenti la famiglia o non avrebbe (ad esemio: di custodia della casa durante il giorno), o dovrebbe acquistare sul mercato (ad esemio: di ulizia della casa). Ai fini della valutazione degli effetti economici del divorzio, le cose sono comunque un oco iù semlici erché sembra ossibile accontentarsi di una stima della sola grandezza β), o meglio solo di una arte di essa, er oter arrivare alla stima del reddito comlessivo del nucleo madre-figlio c Y m =500+Y d, dove Y d è aunto β), cioè reddito rodotto con il lavoro domestico. 11 Un modo di risolvere la questione è quello di imutare alle ore di lavoro domestico una certa aga oraria, e aumentare il reddito rodotto dalla madre di una somma che sia ari a questa aga oraria moltilicata er le ore resumibilmente lavorate in casa, che si ossono in rima arossimazione assumere uguali alla differenza tra le ore lavorare dal marito e quelle lavorate dalla moglie. In breve, si sta qui assumendo che, finché la famiglia era unita, i coniugi contribuissero al benessere familiare er lo stesso numero totale di ore. Ammettiamo, ad esemio, che, rima della searazione, il adre lavorasse 8 ore al giorno, e la madre 3, er 20 giorni al mese. La aga oraria della madre è dunque 500/(3x20)=8,3. Iotizzando er la madre 5 h. al giorno (100 h. al mese) di lavoro domestico, con questa aga si ottiene un valore del lavoro domestico ari a Y d =833 circa, e quindi un reddito comlessivo rodotto dalla madre ari a Y m c =1333. Certo, si otrebbe qui obiettare che, considerando anche le cure domestiche, le donne lavorano mediamente molto iù degli uomini: ersino quando sono imegnate a temo ieno, si imegnano, nei lavori di casa, molto iù dei loro artner (Istat, **). Nel nostro caso, erò, ciò ha oca rilevanza, erché noi ci stiamo qui occuando di casi di searazione, in cui il lavoro domestico eventualmente svolto dalla donna al di là delle ore imutate qui va a vantaggio della sola diade madre-figlio, e comunque otrebbe, in teoria, essere svolto anche dal marito, in casa roria. La sola cosa che conta, qui, è essere giunti una stima del reddito della madre c Y m (=1333, nel nostro caso) che è comarabile con quello del adre Y (=1500 nel nostro esemio) erché calcolato sulla base dello stesso numero di ore di lavoro. I calcoli andrebbero quindi rifatti sulla base di queste nuove cifre. Se ci limitiamo alla soluzione e), di equità tendenziale, notiamo che, con Y =1500, c Y m =1333 e c Y h =2833, il costo imutato del figlio sale a C f =788, mentre quello imutato di ognuno dei due genitori sale a C =C m =1023. Il adre, che guadagna Y =1500, deve dunque agare in alimenti A=477 (mentre nella versione recedente, in cui non si contava il valore del reddito domestico della madre, il adre contribuiva er 556 uro). Il valore di A è calcolato in o modo tale da ortare il adre a un reddito che è ari al suo "reddito obiettivo" Y =C =1023. Madre c e figlio rimangono invece con un reddito comlessivo (imutato) ari a Y = =1810, di cui Y m +A= =977 di reddito monetario, e Y d =833 di valore (imutato) del lavoro domestico. Cosa cambia con la nuova legge sull'affidamento condiviso? La recente Legge 54/2006, come abbiamo visto, rivilegia l'affidamento congiunto, o alternato, sull'affidamento esclusivo. Che effetti ha questa soluzione sui nostri calcoli? Per la arte economica, si richiede adesso un assaggio logico in iù. Doo aver determinato il costo del figlio nella nuova situazione C f, e la arte di questo costo che comete al adre π (mentre 11 L'esemlificazione si basa sull'assunto che la donna sia imegnata sul mercato del lavoro er un numero di ore inferiore a quello dell'uomo. Ciò aarire sessista, ma l'esemio è resentato in questo modo soltanto er favorire la comrensione, e erché questo caso è iù frequente del suo contrario. Invertire i ruoli di adre e madre è banale: la sola cosa imortante, qui, è conoscere er entrambi i coniugi il numero di ore di lavoro non domestico, e la retribuzione.

16 . 16/17 la restante arte µ=1-π comete alla madre), il giudice dovrà anche considerare che, della arte di sua cometenza, il adre già aga imlicitamente, o almeno dovrebbe agare, una quota τ, corrisondente, almeno in rima arossimazione, alla quota di temo che il figlio trascorre con lui (mentre rimane con la madre la restante arte τ m = 1 τ ). In breve, il adre deve dunque trasferire alla madre, a titolo di alimenti er il figlio, la somma 12) A = πc τ C = C ( π τ ) f f f Ammettiamo, ad esemio, che il giudice stabilisca che il figlio deve trascorrere la stessa quota di temo con il adre e con la madre, er cui τ =τ m =0.5. bbene, se il costo del figlio è determinato in C f =556 uro/mese, come nell'esemio roosto con i criteri (d) ed (e), e se la arte di questa esa che comete al adre è π=0.75, allora il adre, oltre a tenere il figlio con sè er 15 giorni al mese, deve ancora dare alla madre [556 ( )=] 139 uro/mese. Con l'introduzione dell'affidamento condiviso, erò, emergono due asetti rilevanti sotto il rofilo economico, che conviene sottolineare. Il rimo è che i criteri a (arità di tenore di vita dei due nuovi nuclei familiari) e b (rotezione del nucleo madre-figlio) adesso non sono iù alicabili. ntrambi, infatti, artono dal resuosto che il costo da corire, e quindi anche l'assegno a carico del adre, collegato al costo, riguardino l'insieme del nucleo madre-figlio, mentre la formula (12) si concentra sul solo costo del figlio. Ma forse questo non è articolarmente grave, visto che entrambi i criteri, er vari motivi, non convincevano del tutto. Più grave è invece il secondo asetto: non è affatto detto che il adre (o la madre), er il solo fatto di assare una quota τ (τ m ) di temo con il figlio, aghi anche una quota τ (τ m ) delle sese, visto che molte di queste ossono essere rinviate o anticiate. Di nuovo, la siegazione è forse iù facile se si ricorre a un esemio numerico. Rirendiamo il caso (d): il costo del figlio è fissato dal giudice in 556 uro/mese, di cui il 75%, e cioè 417, a carico del adre. Il adre aga il suo debito verso il figlio in due modi: 139 li dà mensilmente alla madre, che li senda er il bambino, e 278 li dovrebbe sendere direttamente lui, nel temo in cui tiene il figlio, e cioè er 15 giorni al mese. Ammettiamo, erò, che il costo del figlio (556) sia determinato essenzialmente da due voci, ugualmente imortanti: cibo e vestiti. Dei 278 uro di diretta cometenza del adre siamo quindi ora in grado di distinguere la sesa in cibo (139, che ammetteremo giornaliera e inevitabile), e quella in vestiti (altri 139). Quest'ultima, erò, uò essere differita: un aio di scare o un giubbotto ossono normalmente asettare fino al giorno o alla settimana doo. Qual è allora la garanzia che il adre senda effettivamente in vestiti er bambini i 139 uro che dovrebbe? Potrebbe non farlo, er mancanza di temo, er distrazione, oure anche er calcolo, contando sul ricatto morale che verrà così a essere esercitato sulla madre, la quale certamente non mancherà di rovvedere alle necessità del figlio. qui, urtroo, non sembrano esserci soluzioni facili, erché la gestione comune della vita del figlio richiede un certo grado di coordinamento tra genitori: er restare all'esemio recedente, ur in resenza di un ammontare di sese erfettamente in linea con le disosizioni del giudice, sarebbe erò inoortuno che entrambi i genitori comrassero scare, lasciando il figlio senza giubbotto, o viceversa. In resenza di bassa conflittualità, sarebbe iotizzabile una comensazione eriodica tra ex coniugi, ad esemio su base mensile, in cui entrambi orterebbero la documentazione delle sese non correnti sostenute er il figlio, e la arte che ha seso meno del "dovuto" verserebbe all'altra la differenza. In ratica, erò, una soluzione di questo tio difficilmente otrebbe funzionare: intanto erché costringerebbe a tenere una contabilità certosina delle sese effettuate da ciascuno dei genitori, er data e er beneficiario, e oi erché arirebbe il camo alle contestazioni: il adre deve accollarsi anche la sesa er una gita del figlio con la madre (e magari anche con il nuovo artner di lei)? La madre deve finanziare un corso di karaté, che aborrisce?

17 . 17/17 Il roblema, resta aerto: ma lo sirito della legge è che, almeno er quel che riguarda il figlio, i genitori trovino un modus vivendi che consenta loro di andare avanti senza sfruttare troo sesso la ossibilità, ur revista dalla legge, di ricorrere nuovamente al giudice. Aendice A. Origini e caratteristiche di alcune scale di equivalenza Originariamente, la scala di equivalenza OCD (1982) attribuiva i seguenti esi: 1 al rimo adulto della famiglia, 0,7 a ogni altro adulto, 0,5 a ogni giovane, considerando convenzionalmente il comimento del 14 anno come discrimine tra la condizione di giovane e di adulto. La scala, anche nota come scala di Oxford o vecchia scala OCD, era rudentemente suggerita er una ossibile adozione da arte dei aesi che non avevano ancora definita una roria. Successivamente, tuttavia, a artire dai rimi anni '90, l'urostat adottò la scala di equivalenza OCD modificata (cioè: "aiattita"), originariamente roosta da Hagenaars A., de Vos K., Zaidi M.A. (1994), che attribuisce invece i seguenti esi: 1 al rimo adulto della famiglia, 0,5 a ogni altro adulto, 0,3 a ogni giovane. La scala IS è quella utilizzata nella tab. 2 del Decreto Legislativo 31 marzo 1998, n. 109 "Definizioni di criteri unificati di valutazione della situazione economica dei soggetti che richiedono restazioni sociali agevolate, a norma dell'articolo 59, comma 51, della Legge 27 dicembre 1997, n (GU n. 90 del )" Numero dei comonenti Parametro 1 1,00 2 1,57 3 2,04 4 2,46 5 2,85 Maggiorazione di: 0,35 er ogni ulteriore comonente; 0,2 in caso di assenza del coniuge e resenza di figli minori; 0,5 er ogni comonente con handica sicofisico ermanente di cui all'art. 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, o di invalidità sueriore al 66%; 0,2 er nuclei familiari con figli minori, in cui entrambi i genitori svolgono attività di lavoro e di imresa. La scala Carbonaro, infine, è quella roosta da Giusee Carbonaro (1996), e utilizzata correntemente dall'istat er il monitoraggio della diffusione della overtà in Italia (es. Istat, 2005b) Bibliografia Carbonaro G. (1996) "L'ineguaglianza in Italia dal 1973 al 1981.Un'analisi dei consumi delle famiglie", in Studi in onore di Silvio Vianelli, 2 voll., Istituto di Statistica, Facoltà di conomia, Palermo, vol. II, Di Pino A., Mucciardi M. (2003) "An endogenous dummy variable estimator of women s oortunity costs of children in Italy", in C. Dagum e G. Ferrari (ds.) quivalence scales, household behaviour and welfare, Physica Verlag, New York/Berlin, Istat (2005a) Affidamento dei figli minori nelle searazioni e divorzi, "Statistiche in breve", Roma (htt:// Istat (2005b) La overtà relativa in Italia nel 2004, "Statistiche in breve", Roma. Istat (2006) Matrimoni, searazioni e divorzi. Anno 2002, Roma. Hagenaars A., de Vos K., Zaidi M.A. (1994) Poverty statistics in the late 1980s: research based on micro-data, Office for Official Publications of the uroean Communities, Luxembourg. OCD (1982) The OCD List of Social Indicators, Paris. Perali F. (2003) The behavioural and welfare analysis of consumtion, Kluwer, Dordrecht/Boston/London.

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