L economia italiana nella relazione della Banca d Italia
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- Emilia Vigano
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1 L economia italiana nella relazione della Banca d Italia Elisabetta Gualandri CEFIN Università di Modena and Reggio Emilia Modena 6 giugno 2013 Cefin e Banca Popolare dell Emilia Romagna 1
2 Obiettivi dell intervento Partendo dalla Relazione della Banca d Italia sul 2012, alcune riflessioni su: La crisi e le banche La crisi, le banche e il credito La crisi, le banche e i crediti deteriorati Le autorità di vigilanza nazionali e europee e i crediti deteriorati Banche e vigilanza unica europea Single Supervisory Mechanism SSM 2
3 La crisi e le banche A tale of two crises: diverso impatto sulle banche italiane delle prime due fasi della crisi, ma limitati interventi pubblici - La crisi dei subprime meno colpite le banche italiane, anche grazie a un modello di business tradizionale - La crisi del debito sovrano il rischio Italia contagia e colpisce duramente le nostre banche Merito di banchieri più virtuosi/meno innovativi o di una vigilanza più rigorosa? Il punto di forza del core business agisce come un boomerang una economia già provata da 15 anni di crescita stentata entra pesantemente in recessione e la peggiorata la qualità del credito pesa sui bilanci delle banche 3
4 Europa - Interventi pubblici per le banche banche per i soli interventi sul capitale. 258 fa riferimento alle banche che hanno chiesto garanzie per emettere bond stanziabili in BCE per 4 le LTRO. Fonte: Mediobanca R&S, 2012 Piani di stabilizzazione finanziaria, settembre giugno 2012
5 Europa - Interventi pubblici sul capitale delle banche (giugno) United Kingdom 30% Austria 2% Belgium 5% Denmark 2% France 7% Germany 12% Greece 5% Switzerland 12% Spain 6% Ireland 8% Netherlands 8% Italy Portugal Luxembourg 1% 1% 1% Iceland 0% Fonte, nostre elaborazioni da Mediobanca R&S
6 Europa - Interventi pubblici totali per le banche (giugno) Austria 1% Belgium 7% Denmark 1% France 5% United Kingdom 45% Germany 16% Greece 3% Iceland 0% Switzerland 2% Spain 1% Portugal Netherlands 1% 5% Ireland 8% Italy 5% Luxembourg 0% Fonte, nostre elaborazioni da Mediobanca R&S
7 La crisi, le banche e il credito C.F. p. 13 Le prospettive della domanda interna dipendono anche, in ampia misura, dalle condizioni di accesso al credito Volumi dal dicembre 2011 riduzione di circa 60 miliardi; - 2,5% nei dodici mesi terminati a marzo 2013 Costo tassi bancari attivi superiori a quelli medi dell area: + 1 punto percentuale per i prestiti alle imprese e + ½ punto per i mutui alle famiglie impatto del rischio sovrano sul costo della raccolta delle banche, anche via rating Un problema di domanda e di offerta di credito Domanda calo degli investimenti Offerta politiche creditizie restrittive e selettive da parte degli intermediari incertezza della situazione economica generale elevata rischiosità di specifici settori e imprese 7
8 UE - Eterogeneità delle condizioni di accesso al credito Banca d Italia, Relazione annuale 2012, p
9 Costo del credito più elevato per le PMI Banca d Italia, Relazione annuale 2012, p
10 La crisi, le banche e il credito Responsabilità di banche ed imprese C.F. p. 18 Le difficoltà nel finanziamento delle imprese devono stimolare una riflessione sull assetto complessivo del sistema finanziario italiano, sullo scarso sviluppo dei mercati obbligazionari e azionari e sulla conseguente eccessiva dipendenza delle imprese dai prestiti bancari. Come abbiamo sottolineato in altre occasioni, tale assetto riflette in parte la riluttanza ad aprirsi delle aziende italiane. Ma le banche non hanno spinto a sufficienza le imprese ad avvicinarsi ai mercati Le azioni possibili Imprese Accesso al mercato dei capitali per le aziende solide e con buone prospettive di crescita. Difficoltà per le PMI e le start up. PMI interventi di: CDP, Fondo centrale di garanzia PMI Interventi e programmi pubblici mirati. Es. UK-Funding for lending scheme (aumento volumi e riduzione costi) Banche Favorire il ricorso delle imprese al mercato Cartolarizzazione prestiti alle PMI Sfruttare le opportunità delle nuove tecnologie Azione ulteriore sui costi e sulla governance, cessione di asset 10
11 La crisi, le banche e i crediti deteriorati Il deterioramento delle condizioni finanziarie delle imprese si è riflesso in un forte aumento dei prestiti bancari che presentano anomalie nei rimborsi - sul totale dei prestiti 19,2%, tre volte il dato del aumento maggiore per le imprese medio grandi Banca d Italia, Relazione annuale 2012, p
12 La crisi, le banche e i crediti deteriorati Il tasso di crescita dei prestiti è correlato negativamente con il tasso di ingresso in sofferenza - Maggiori perdite su crediti riducono la redditività e gli utili accantonabili per aumentare il capitale - Maggiori crediti deteriorati aumentano l avversione al rischio degli intermediari cha adottano politiche creditizie più prudenti - L aumento del rischio di insolvenza spinge al rialzo il tasso sui prestiti Banca d Italia, Relazione annuale 2012, p
13 La crisi, le banche e i crediti deteriorati Banca d Italia, Rapporto sulla stabilità finanziaria, n. 5, aprile 2013, p
14 La crisi, le banche e i crediti deteriorati Banca d Italia, Relazione annuale 2012, p
15 Le autorità di vigilanza e i crediti deteriorati CF. P. 15 A fronte del deterioramento dei prestiti, la Banca d Italia ha intensificato il vaglio sull adeguatezza delle rettifiche di valore effettuate dagli intermediari. Sono state condotte verifiche a distanza e in loco, chiedendo alle banche di vagliare nel continuo l adeguatezza del tasso di copertura dei prestiti deteriorati e, quando necessario, sollecitando interventi correttivi. Questa azione continuerà, anche in collegamento con gli analoghi esercizi concordati in sede internazionale, in vista della vigilanza unica europea. Al fine di minimizzare gli effetti pro-ciclici degli interventi abbiamo chiesto alle banche di aumentare le risorse generate internamente, contenendo ulteriormente costi operativi, dividendi, remunerazioni di amministratori e dirigenti, in coerenza con la situazione reddituale e patrimoniale. 15
16 Tasso di copertura crediti deteriorati Dati al Sistema bancario italiano confronto internazionale Primi 15 gruppi europei NPL ratio 11,2% 4,5% 8% Tasso di copertura 39,2% 51,1% 54,9% Sistema bancario italiano dati rettificati Obiettivo dell esercizio è di traslare sulle banche italiane alcuni dei criteri più permissivi utilizzati a livello internazionalei NPL ratio = rapporto tra i crediti deteriorati e i crediti lordi NPL = non performing loans = crediti deteriorati Tasso di copertura = rettifiche apportate e l ammontare dei crediti deteriorati lordi Fonte: Banca d Italia, Rapporto sulla stabilità finanziari, n. 5,
17 Banche italiane e confronto UE Svantaggi competitivi per le banche italiane Maggior costo del funding a causa dello spread legato al rischio sovrano No presenza di capitali pubblici Maggior rigore nella valutazione dei crediti deteriorati, nelle relative coperture e nel trattamento delle garanzie Penalizzazione fiscale delle svalutazioni sui crediti (diluizione della deducibilità disincentiva gli impieghi alle imprese nelle fasi negative) Generale contesto paese.. Ripercussioni sul credito all economia: volumi e costi 17
18 Crediti deteriorati - l azione di vigilanza Verso la vigilanza unica Obiettivi BCE e EBA Omogeneità tra norme e prassi di vigilanza, tra cui Criteri di definizione dei crediti deteriorati Trattamento delle garanzie ai fini della valutazione delle sofferenze Modalità di vigilanza on site/ispettiva Quale approccio? - Rigoroso? Stile Banca d Italia - Light touch di anglosassone memoria? Rule book dell EBA BCE avrà nel 2014 la responsabilità dirette per le prime 150 banche europee, di cui circa 20 italiane 18
19 Banche e vigilanza unica Una vigilanza unica europea improntata a un minor rigore? C.F. p. 15 Se la Vigilanza fosse stata meno incisiva, i rischi per le banche e per l economia sarebbero stati ingenti. C. F. p 4-5 La Banca centrale europea, le banche centrali e le autorità di vigilanza nazionali sono impegnate nella realizzazione della vigilanza unica europea. Si tratta di un innovazione istituzionale profonda; richiederà un adattamento organizzativo non meno importante, perfino più complesso, di quello che condusse alla politica monetaria unica. Il progetto deve valorizzare le migliori esperienze nazionali; puntare a un assetto comune di regole e prassi di vigilanza in grado di garantire il perseguimento di standard elevati e rigorosi. Attribuiamo importanza particolare ad aspetti che sono parte essenziale della nostra tradizione, quali la centralità dell attività ispettiva, la robustezza della metodologia di analisi, il confronto costante con gli organi direttivi delle banche. 19
20 Banche e vigilanza unica Una vigilanza unica europea improntata a un minor rigore? C.F. p. 15 Se la Vigilanza fosse stata meno incisiva, i rischi per le banche e per l economia sarebbero stati ingenti. Già in passato un azione di vigilanza incisiva ha contribuito a contenere, per i contribuenti italiani i costi della crisi, determinati da interventi pubblici per le banche i più bassi d Europa Interventi pubblici Italia Europa USA Interventi sul capitale/gdp% Interventi totali/gdp% 0,26* 3,43 3,86 7,9** 23,77 19,55 *Tremonti bond ** Tremonti bond e garanzie per bond stanziabili per le operazioni LTRO 20
21 Interventi Pubblici/GDP% USA* Austria Belgium Denmark France Germany Greece Capitale/GDP% Iceland Ireland Totale/GDP% Italy Luxembourg Netherlands Portugal Spain Switzerland United Kingdom Fonte, nostre elaborazioni da Mediobanca R&S 2012; Eurostat, Bureau of Economic Analysis 2012; US Commerce Department 2012
22 Sistema Italia - Come agire Ignazio Visco Governatore Banca d Italia C.F. p.20 Le riforme non possono essere chieste sempre a chi è altro da noi; tutti dobbiamo impegnarci: imprese, lavoratori, banche, istituzioni. 22
23 Grazie per l attenzione! elisabetta.gualandri@unimore.it 23
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