SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO TORRACA

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1 ISTITUTO COMPRENSIVO EX S.. M.. TORRACA Via Aldo Moro, Matera Tel. e fax Sito Web: MTIC82500P@istruzione.it Posta Certificata:mtic82500p@pec.istruzione.it Piano Dell Offerta Formativa SCUOLA DELL INFANZIA RODARI SCUOLA PRIMARIA MARCONI SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO TORRACA L educazione è opera faticosa, dai tempi lunghi, con successi e fallimenti alterni, non ha ricette preconfezionate, perché deve fare i conti con l irripetibilità di ogni persona. Non si educa imprigionando la libertà; per questo occorre: competenza educativa, amore alla vita profonda, sguardo positivo su se stesso e sugli altri, passione per i giovani. San Giovanni Bosco Anno scolastico 2012/2013

2 Indice Premessa pedagogica Pag. 04 L educazionale Analisi del territorio Pag. 10 Rilevazione dei bisogni formativi Pag. 13 Monitoraggio dei processi formativi Pag. 14 Caratteristiche della scuola ( alunni, classi, ) Pag. 17 Le risorse umane ( dirigente, docenti, amministrativi, figure di sistema) Pag. 18 I documenti programmatici Pag. 24 L educativo Le scelte educative della scuola Pag. 26 Principi e finalità Pag. 27 La prassi didattica Organizzazione didattica Pag. 32 Moduli orari Pag. 33 L agire didattico: Gli Obiettivi di Lisbona Pag. 38 Il nostro Progetto di Europa dell Istruzione Pag. 40 Indicazione di Educazione Interculturale Progetto integrazione Pag. 41 Indicazioni di Raccordo Pag. 46 Indicazioni di Accoglienza Progetto accoglienza Pag. 49 Indicazioni di Continuità Progetto continuità Pag. 52 Indicazioni di Orientamento - Progetto orientamento Pag. 59 Obiettivi Formativi dei tre gradi di scuola Pag. 65 Indicazioni per il curricolo Pag. 69 Obiettivi generali del percorso formativo Pag. 70 La programmazione curricolare Unità di apprendimento Pag. 77 Traguardi di competenza Pag. 101 Prevenzione e dispersione Pag. 109 I Progetti di Ampliamento Pag. 111 I Progetti di educazione alla cittadinanza: Pag. 137 I progetti in rete Pag. 120 I progetti straordinari: Progetto Classe 2.0 Pag. 128 Indicazioni di Valutazione Pag

3 ALLEGATO n. 1 Protocollo di inserimento degli alunni stranieri Pag. 161 ALLEGATO n. 2 La Carta dei servizi: pag. 166 Regolamento interno Carta dei Docenti Funzionamento Segreteria Funzioni del Personale Collaboratore Procedura dei reclami Fattori di Qualità dei Servizi Amministrativi ALLEGATO n. 3 La carta degli alunni: Pag. 177 Codice di disciplina degli alunni Organo di garanzia interno Statuto degli studenti e delle studentesse Modifiche apportate dal DPR n 293 del 21 novembre 2007 Patto di corresponsabilità ALLEGATO n. 4 Modelli DSA: il piano didattico personalizzato. Pag

4 PPROLLOGO L idea di Comprensivo Sono le persone nelle organizzazioni che pensano Dunque quando le persone nelle organizzazioni pensano, l organizzazione pensa M. Douglas L istituto comprensivo aggrega in una sola struttura funzionale le scuole dell infanzia, primaria e secondaria di 1 grado, di uno stesso ambito territoriale, con il fine di migliorare e rendere più coerente il progetto formativo rivolto agli alunni dai 3 ai 14 anni. I tre gradi scolastici continuano a funzionare distintamente secondo le loro caratteristiche (programmi, orari, insegnanti), ma l azione didattica degli insegnanti viene meglio organizzata e coordinata. Infatti, nell istituto comprensivo si costituiscono una sola presidenza, un solo consiglio di istituto, un collegio dei docenti unitario, per affrontare in modo integrato i vari aspetti della vita della scuola, relativi alle scelte educative e didattiche, alla valutazione degli alunni, alla gestione dei finanziamenti. L istituto comprensivo ha acquisito, nel corso degli anni, un valore aggiunto che lo ha trasformato in un laboratorio sperimentale «a cielo aperto», ove mettere alla prova «oggetti pedagogici» di notevole interesse, come è il caso del «curricolo verticale» che è alla base del progetto di ricerca-azione. Occorre un rinnovato sforzo di messa a punto del significato culturale e operativo di questa scelta, per evitare che l operazione di dimensionamento sia considerato solo come logistico e amministrativo, senza voler vedere i vantaggi dell operazione ai fini del miglioramento dell offerta formativa. Le caratteristiche vincenti sono le condizioni per: rafforzare i livelli di apprendimento, personalizzare i percorsi educativi, migliorare i curricoli, utilizzare in modo integrato le risorse educative. Questa ambizione pedagogica è il futuro della scuola di base del nostro Paese, questa nuova identità la proietta verso una prospettiva più europea. Si tratta di costruire una offerta formativa solida in cui si può finalmente creare una prospettiva credibile di continuità effettiva del percorso formativo dai 3 ai 14 anni, condizione, ad oggi, non sempre realizzata. Sarà importante mettere allo studio anche un modello organizzativo: figure intermedie, responsabili di plesso, strutture di supporto, dimensioni collegiali,,capace di interpretare le nuove condizioni di esercizio dell autonomia funzionale. L Istituto Comprensivo è una originale federazione tra tre scuole che hanno alle spalle storie consolidate e di lunga esperienza, queste storie, delle scuole e dei loro docenti, vanno conosciute e valorizzate, favorendo un processo di reciproco riconoscimento tra i docenti dei diversi settori scolastici, svelando anche le dinamiche sottese, interpretando le diverse tipologie di scuole uscendo da facili stereotipi. Ci deve essere posto per le diverse identità all interno dell Istituto Comprensivo, la continuità non è routine, guai a chi pensa di perdere la propria storia e le proprie virtù pedagogiche: l insegnante di scuola dell infanzia porterà la virtù del prendersi cura, quello di scuola primaria l invenzione didattica e la capacità di coinvolgimento, la pazienza nell attendere il benché minimo risultato. Il docente di secondaria, possessore dei codici disciplinari, metterà gli alunni a confronto della vita senza i rischi della vita. In tutta questa ricchezza sarà la saggezza del Dirigente, dello staff pedagogico a fare in modo che chi abita in un comprensivo senta di portare il meglio della propria identità. La scuola di base richiede capacità di accoglienza, di inclusione, di ascolto, ma deve anche arricchire la formazione dei ragazzi mettendoli a contatto con i saperi disciplinari ricchi di valore formativo perché capaci di costruire ambienti di apprendimento. Le occasioni di progettazione comune, di integrazione, di scambio (laboratori, classi aperte, prestiti professionali, piccoli gruppi, rapporti intensi con il territorio) configurano un ambiente ad alto tasso di comunicazione, di dialogo interprofessionale, di forte mobilità intellettuale, che offre grandi potenzialità per superare modelli rigidi e vecchie gerarchie culturali tra i saperi. 4

5 L idea di Curricolo Uno dei problemi che il giovane Istituto deve affrontare è la qualità del curricolo, la strutturazione di ambienti di apprendimento in grado di coinvolgere i ragazzi di oggi, di capacità dei docenti di lavorare in team, di personalizzazione e differenziazione dell Offerta Formativa, perché la didattica che si usa nelle nostre classi è diventata troppo uniforme. La ricerca curricolare dell Istituto Comprensivo deve incidere su questi problemi approfittando proprio dell ambiente verticale non tanto per rimettere a posto l architettura dei contenuti e degli obiettivi ma per ripensare insieme un nuovo modo di fare scuola. Il valore aggiunto della Comprensività che emerge è: l istituto comprensivo diviene in modo naturale la scuola di una comunità che si riconosce in un territorio contribuendo a costruire il senso dell appartenenza, di identità e di responsabilità nel rapporto tra generazioni; l istituto comprensivo mette al centro del suo progetto l allievo e lo accompagna lungo lo sviluppo dall infanzia all adolescenza; il suo valore aggiunto è lo sviluppo del curricolo verticale, coordinato ed integrato tra i diversi livelli scolastici. Approfittando di questo contesto «verticale» occorre una ricerca più mirata sul curricolo, da articolare per obiettivi specifici d apprendimento, in relazione ai diversi percorsi disciplinari. É un problema che implica: la selezione e scelta di contenuti e temi essenziali, attorno ai quali avviare una progressiva strutturazione e articolazione delle conoscenze, con prove di valutazione concordate e l individuazione dei risultati attesi; l individuazione di abilità strumentali (gli automatismi) e procedurali, che consentano poi di sviluppare progressivamente strategie di controllo del proprio apprendimento; la messa in luce di atteggiamenti, motivazioni, orientamenti che invitano i ragazzi a diventare responsabili della propria «voglia di apprendere». un alleanza educativa fondata su alcuni principi condivisi e finalizzata a risultati concordati, che parta dalla scuola per arrivare alla famiglia e alla comunità di appartenenza. Tutto questo rende necessario far pesare di più nelle dinamiche dell insegnamento le caratteristiche degli allievi :le loro diversità, i loro stili, le loro potenzialità. In questa prospettiva l articolazione lunga del curricolo consente di accompagnare l alunno lungo il percorso formativo, innestando la progressiva differenziazione dei compiti di apprendimento su una più solida base conoscitiva. Negli istituti comprensivi, proprio perché è possibile distendere e accompagnare nel tempo l osservazione si riesce a cogliere meglio diversità, stili e potenzialità degli allievi, innestando su tali diversità la progressiva differenziazione dei compiti di apprendimento. La continuità non può, infatti, significare piattezza di proposte. Poiché gli insegnanti costituiscono un unico gruppo professionale, nell istituto diventa possibile una maggiore differenziazione ed articolazione dei percorsi curricolari. Nella logica «lunga» dell istituto comprensivo risulta più agevole di quanto non avvenga separatamente nella scuola primaria e nella scuola secondaria di 1 grado - calibrare il progressivo passaggio da un impostazione unitaria ad una progressiva differenziazione degli apprendimenti e delle conoscenze. Le discipline pongono dei vincoli e dei confini alle conoscenze, ma proprio per questo ne rappresentano la struttura portante:occorre dunque salvaguardare il valore dell unitarietà e della trasversalità della conoscenza, senza però perdere la forza conoscitiva dello specifico «disciplinare». L organizzazione del curricolo verticale può stimolare innovazioni sul piano metodologico e dell organizzazione formativa delle discipline, da interpretare nella loro versione a «banda larga», per facilitare connessioni, rapporti, consapevolezze. La verticalità non si risolve solo nella facile contrapposizione tra primarietà (un approccio alla conoscenza basato su una dimensione 5

6 eminentemente percettiva ed operativa) e secondarietà (un approccio già filtrato dalle rappresentazioni simboliche), tra vicinanza e distanza (tra soggetto e oggetti della conoscenza), tra contesto e testo, tra informale e formale, tra predisciplinare e disciplinare. Il curricolo verticale è generativo perché facilita il progressivo incontro, fin dalla scuola dell infanzia, dei bambini con i saperi, cioè con le parole, i linguaggi, le conoscenze, gli strumenti, che permettono la ricostruzione culturale dell esperienza vissuta, dell ambiente, dello spazio. Andare alle radici del curricolo verticale significa, dunque, scoprire gli elementi invarianti che corrono lungo tutto il curricolo - la ricorsività di azioni cognitive sempre più sicure e consapevoli - per coniugarli con gli elementi variabili dell esperienza di conoscenza, i contenuti dichiarativi sempre più ampi, i contesti d uso delle abilità sempre più differenziati. L idea di Dipartimento Nel lavoro dipartimentale bisogna tener presente che i membri di un dipartimento disciplinare non hanno in comune studenti. Ma se è vero che esso è il luogo dove si predispongono gli ingredienti fondamentali del curricolo: competenze, saperi, metodologie, ambienti di apprendimento, ciò è reso possibile dal fatto che ciascun componente del dipartimento porta la propria esperienza curricolare vissuta a contatto con gli studenti e questo rappresenta il terreno di plausibilità essenziale per la discussione con gli altri colleghi. Il Dipartimento dunque si configura quale gruppo di lavoro capace di mettere a frutto l esperienza professionale dei propri membri alla luce di consapevolezze condivise di carattere teorico che riguardano le strutture epistemologiche della o delle discipline. Il lavoro di un dipartimento disciplinare scolastico possiede una rilevanza di tipo formativo che lo situa al confine tra teoria e prassi o tra ricerca e azione. Esso diviene un luogo di discussione pluralistico in cui confrontarsi non sul programma svolto bensì per confrontarsi sull efficacia metodologica che ciascuno va sperimentando con i propri allievi. Ciò implica la necessità di un continuo raccordo tra i vari dipartimenti, attraverso opportuni incontri di coordinamento. La scelta degli oggetti culturali: contenuti, procedure, attività, dipende dall orizzonte in cui si intende inscrivere il progetto di scuola che si vuole costruire. Il dipartimento deve confrontarsi con i profili in uscita o i traguardi di competenze previste dal documento ministeriale. Il curricolo non è un enciclopedia, il dipartimento deve operare delle scelte culturali attraverso la declinazione di quei saperi essenziali che veicolano ed esaltano il potenziale di lettura e di intervento sul reale, di conseguenza questo chiama in causa la professionalità dei docenti. Nell individuazione degli oggetti culturali e degli ambienti di apprendimento è l idea di competenza che mette in gioco le risorse professionali, infatti il gruppo che lavora dovrebbe nel tempo impadronirsi di alcuni protocolli volti a individuare, all interno delle discipline, le ricorrenze concettuali e metodologiche per la formazione delle competenze. L altro versante su cui occorre lavorare è l analisi della progressione degli apprendimenti. Un dipartimento costituito da insegnanti primari e secondari costituisce un tavolo di lavoro necessario per la costruzione progressiva di ambienti di apprendimento nei quali la distanza dai saperi si allunga sempre più, senza tuttavia indulgere in quel trionfo dell astrazione che spesso mette in difficoltà anche gli studenti del primo biennio del secondo ciclo. Naturalmente occorre che gli insegnanti trovino insieme le modalità di verifica più adatte per calibrare continuamente il curricolo, inteso come un cantiere perennemente aperto a revisioni, integrazioni,correttivi che si rendono necessari alla luce dell esperienza didattica. Occorre predisporre prove di verifica comuni. Una volta condivisi i traguardi di competenza, naturalmente in termini evolutivi e non di statici risultati da raggiungere, i docenti possono stabilire le varie soglie di raggiungimento della competenza in gioco e sollecitare gli alunni, con prove mirate, ad orchestrare le proprie conoscenze e i propri saperi procedurali per evidenziarne lo stato di sviluppo. Il dipartimento dovrebbe essere il luogo in cui ogni insegnante recupera la propria dimensione specifica che è quella di chi esercita l intelletto per consentire ai ragazzi di trovare la via migliore per crescere, umanamente e culturalmente. 6

7 Il POF E il contratto che sottoscriviamo con i nostri utenti. Raccoglie i punti di forza delle esperienze passate: progetti pluridisciplinari e attività finalizzate all orientamento formativo; laboratori progettati come espansione delle attività curricolari, stimolanti la curiosità intellettuale e la creatività; contesti di lavoro differenziati e motivanti; attività finalizzate al recupero delle abilità disciplinari di base, al potenziamento delle attitudini dei ragazzi particolarmente capaci, alla prevenzione del disagio, all integrazione dei soggetti in situazione di handicap e le integra con i nuovi bisogni, le esigenze che si manifestano nel tempo, curando l organizzazione e la gestione di tutte le risorse della Scuola in funzione del Piano dell Offerta Formativa. Non è solamente un adempimento burocratico, è uno strumento di sostegno ai dubbi dei docenti, un percorso formativo per gli allievi, un punto di riferimento per le famiglie. Contiene, gli aggiornamenti della Carta dei servizi e dello Statuto degli studenti e delle studentesse. Garantiscono l attuazione del progetto: il Consiglio d Istituto, il Collegio dei docenti e le sue figure strumentali, il dirigente scolastico e il suo staff, i Consigli di classe, i Gruppi di lavoro, i docenti, il personale amministrativo e ausiliario, i genitori, gli allievi e i soggetti esterni. L elaborazione del Piano dell Offerta Formativa, coordinato dal Gruppo progettazione, è un articolato percorso progettuale che vede collaborare tutti i docenti, riuniti collegialmente, per dipartimenti o per gruppi di lavoro, e tutto il personale ATA, accomunati dalle stesse finalità: Conoscere il contesto economico, sociale, culturale in cui opera la scuola Individuare i bisogni formativi degli alunni e le aspettative delle famiglie Individuare i bisogni formativi del territorio Analizzare le caratteristiche cognitive e metacognitive degli alunni Costruire percorsi operativi fortemente motivanti per superare i condizionamenti e innalzare la qualità complessiva del processo formativo anche in un ottica europea e universale Studiare procedure e tecniche di valutazione per potenziare la scuola dell autonomia Incrementare l efficienza del servizio scolastico Il Piano dell Offerta Formativa della nostra scuola è incentrato su quattro punti fondamentali: 1. Normative istituzionali Il dettato costituzionale; I vari D.M., O.M., C.M. che stabiliscono normative circa l'organizzazione e il funzionamento della scuola; Leggi, direttive e circolari che disciplinano in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche; Legge 28 marzo 2003, n. 53; Decreto Legislativo 19 febbraio 2004, n.59: Definizione delle norme generali relative alla scuola dell infanzia e al primo ciclo dell istruzione, a norma dell articolo 1 della Legge 28 marzo 2003, n.53; Allegato C: Indicazioni nazionali per i Piani di studio personalizzati nella scuola secondaria di primo grado; Circolare MIUR n. 29 del 5 marzo Indicazioni per il Curricolo del 31 luglio 2007 Legge 30 ottobre 2008, n. 169 DPR 22/06/2009 N. 12 Circolare ministeriale del 17 dicembre 2012, n. 96 Circolare ministeriale 13 marzo 2009, n. 32 Circolare ministeriale del 2 aprile 2009, n. 38 Circolare ministeriale del 8 aprile 2009, n. 38 7

8 2. Centralità dell alunno e dell apprendimento La centralità dell'alunno nel processo educativo ci impone di indagare i bisogni formativi dei nostri allievi perché la scuola possa definire finalità adeguate ai bisogni e strumenti per realizzare la piena formazione della personalità di ognuno, nel quadro generale di una società in continua evoluzione. Per assolvere a questo compito vengono somministrati, periodicamente, questionari di indagine ad alunni, genitori, docenti. I risultati dell indagine vengono tabulati, analizzati e costituiscono la base della progettazione dell Offerta Formativa. La centralità dell apprendimento determina la costituzione di percorsi didattici adattati concretamente alle differenti necessità della pluralità di intelligenze presenti in ogni classe. 1. Integrazione col territorio La scuola non è un luogo isolato, delegato solo all'istruzione e all'acquisizione di competenze disciplinari, ma un sistema aperto che riceve stimoli dall esterno e dà risposte che a loro volta sollecitano un ritorno di stimoli e domande, determinando un flusso circolare di relazioni e progetti. L'esercizio della libertà di insegnamento si espleta, perciò, attraverso: Il confronto con i bisogni formativi e le risorse del territorio, su cui opera la scuola; Il confronto con i bisogni formativi emergenti a livello nazionale, europeo e internazionale L individuazione di interlocutori ( istituzioni, enti, aziende produttrici di beni e servizi, agenzie formative, ecc.) Il collegamento in rete con scuole ed enti per attività progettuali in comune, per scambio di risorse materiali e professionali, formazione in servizio Il reperimento di fondi aggiuntivi 4. Struttura organizzativa efficace ed efficiente É questo l aspetto più impegnativo del nostro progetto. La struttura organizzativa ha consolidato l istituzione dei Dipartimenti disciplinari, che in incontri collegiali, formulano proposte progettuali relative a percorsi disciplinari e pluridisciplinari, all accoglienza e alla continuità, all orientamento, alla flessibilità, alla attività di recupero e potenziamento, all individuazione di laboratori extracurriculari, alla valutazione, alla formazione. Le proposte vengono discusse dai coordinatori dei Dipartimenti in un gruppo di lavoro di cui fanno parte anche le funzioni strumentali al POF e i referenti di progetto. Le intese raggiunte vengono sottoposte all approvazione del Collegio dei Docenti. L impegno organizzativo investe, anche, la costruzione dei processi, l erogazione e la gestione delle risorse e dei servizi, la valutazione dell intero processo formativo e organizzativo. Il POF contiene le proposte educative, l organizzazione e la gestione del servizio didattico, fornito dalla scuola, le linee guida per la valutazione. Costituisce un punto di riferimento per ogni iniziativa, affinché le proposte didattiche non siano affidate alla casualità, ma scaturiscano da un progetto globale verso cui converge l attività dell intero corpo docente. 8

9 PARTE PRIMA L Educazionale 9

10 ANALIISSII DEL TERRITORIO La nostra Scuola ha effettuato un attenta analisi del territorio per recepirne i bisogni formativi e integrarsi con esso al fine di favorirne lo sviluppo e il progresso con conseguente ricaduta sulla crescita delle persone. Nell analisi sono state individuate due macro aree: La lettura del contesto socio economico che permette di tracciare il quadro di alcuni fenomeni che caratterizzano il territorio e il cui studio risulta funzionale all'attivazione dell'intervento formativo. L analisi dei fabbisogni di professionalità che permette di considerare nell'intervento formativo anche i bisogni di rilevanza sociale espressi da tutti i soggetti presenti sul territorio. La Scuola secondaria di 1 grado è fondamentalmente una scuola che si pone come obiettivi oltre l arricchimento culturale e l acquisizione di abilità e competenze, anche l orientamento formativo che porta l alunno alla conoscenza di sé e delle proprie potenzialità, alla costruzione di rapporti interpersonali costruttivi e collaborativi, alla conoscenza dell ambiente e delle sue risorse al fine di sviluppare capacità di auto orientamento nella scelta degli studi secondari di secondo grado. L analisi dei fabbisogni di professionalità, anche se non interessa nella immediatezza i nostri alunni ed occupa una posizione secondaria nella scala degli interessi della Scuola secondaria di 1 grado, viene presa in considerazione nel quadro unitario di formazione che vede come obiettivo finale l inserimento del soggetto nella realtà del territorio. Le pagine che seguono sono sintesi e integrazione del documento originale. La lettura del contesto socio economico Matera, capoluogo di provincia della Basilicata, è una città dalle origini molto antiche. I villaggi trincerati, i reperti archeologici testimoniano la sua frequentazione sin dal Paleolitico. L evoluzione storica ha lasciato le sue impronte nel corso dei secoli e ha dato alla città con i Sassi, un agglomerato urbano scavato nella roccia, un aspetto unico che le è valso il riconoscimento, da parte dell UNESCO, di patrimonio storico - artistico dell umanità. Negli ultimi cinquant anni Matera è stata interessata da un forte processo di urbanizzazione strettamente connesso allo svuotamento dei Sassi e, nel corso degli anni, al riversarsi nella città di un considerevole numero di persone provenienti dai paesi circostanti. Tale urbanizzazione ha prodotto una trasformazione dell'identità culturale rispetto alle preesistenti culture rurale e artigiana. La popolazione, impegnata prevalentemente nel pubblico impiego, trova uno sbocco occupazionale nelle piccole e medie imprese artigianali raggruppate nella zona PAIP o in piccole e medie industrie, legate all edilizia e ad attività commerciali. L artigianato produce in gran parte beni destinati direttamente al consumo. Il settore maggiormente rappresentato è quello delle costruzioni ed installazioni di impianti, seguito dal metalmeccanico e dall alimentare. Questo settore, insieme all edilizia, assorbe più manodopera. Molto numerosi gli operai e, tra questi, gli apprendisti. E da sottolineare il ruolo assunto dal Distretto murgiano dei salotti, di cui Matera è parte significativa, oggi in forte crisi. 10

11 Al settore produttivo si affianca un ampio e diversificato settore di ricerca che fornisce un reale supporto scientifico e sperimentale non solo alla produzione territoriale regionale, ma anche a livello nazionale: il CIFDA, l ENEA, il centro Metapontum Agrobios, l Azienda Sperimentale Pantanello dell ALSIA, l ENI, l Oasi Plasmon. Il territorio, comunale e provinciale, ha visto,negli ultimi tempi, un incremento delle attività nel settore turistico favorito dalle bellezze paesaggistiche, naturali, culturali, archeologiche e monumentali. Tale sviluppo è stato determinato sia dal riconoscimento dell UNESCO, sia dalla legge 771/86 per il risanamento conservativo delle abitazioni situate nei Sassi e del prospiciente altopiano murgico. Altri aspetti che hanno inciso sull incremento del volume di attività in questo settore sono stati: una politica territoriale più sensibile ed attenta a rivalutare il patrimonio artistico della città; lo spirito imprenditoriale sviluppatosi presso i giovani, favorito dalle leggi incentivanti l imprenditorialità giovanile; l immagine positiva che i mass media locali e nazionali hanno saputo diffondere; la inclusione del territorio materano e limitrofo, specificamente del turismo balneare e archeologico - culturale sulla costa ionica, negli itinerari turistici nazionali e stranieri. La notorietà acquisita dal territorio, tuttavia, non è adeguatamente supportata da infrastrutture e strutture ricettive sufficienti all aumento esponenziale delle presenze turistiche e a livello di prestazioni richieste; infatti gli esercizi pubblici locali evidenziano, talvolta, carenze a livello organizzativo, quantitativo e promozionale. Il settore agricolo evidenzia la prevalenza di aziende con tipologia di conduzione diretta con manodopera essenzialmente familiare. Prevalgono nettamente le coltivazioni cerealicole, meno numerose le aziende e meno estesi i terreni a destinazione ortiva. Gli allevamenti esistenti riguardano i bovini, i suini, gli ovini, i caprini, gli equini e gli avicoli. Un settore in crescita è l agriturismo. Risulta abbastanza diffuso il fenomeno della disoccupazione giovanile e in aumento il tasso di disoccupati con precedenti lavorativi In fatto di infrastrutture e servizi sociali, la città presenta una realtà, nel complesso, positiva, anche se non mancano carenze e inadeguatezze in alcuni settori. Matera è unita alla Basentana da un tratto della statale 7 Appia. Le statali 99 (di Matera) e 96 (Barese) garantiscono spostamenti dalla città dei Sassi a Bari. Autolinee private garantiscono collegamenti giornalieri con Potenza, Napoli, Roma, Firenze, Milano, Torino; linee di trasporto interne avvicinano Matera e i vari paesi al capoluogo. Le Ferrovie Appulo-Lucane collegano Matera a Bari, servendo numerosi comuni dell interno pugliese. Nell'ambito dell'istruzione e della formazione sono presenti scuole di ogni ordine e grado, pienamente rispondenti alle esigenze della popolazione. Sono presenti, inoltre, un Conservatorio statale di Musica un Liceo Musicale e l'università degli studi della Basilicata. Tra i servizi culturali sono presenti: la Biblioteca provinciale "Lamanna", fornita di preziosi testi sulla storia locale, il Museo "Ridola", la Pinacoteca "D'Errico", l'archivio di Stato, il Centro culturale "La Scaletta", il Centro Levi, la Sovrintendenza dei Beni culturali, la fondazione Zetema, Musma: museo di arte contemporanea, associazioni teatrali e culturali, museo della civiltà contadina. Per le risorse storiche, artistiche e paesaggistiche sono da tenere in debita considerazione i Sassi, la Murgia materna e le chiese rupestri, le chiese cittadine, l'oasi faunistica di S. Giuliano. L esigenza di una rivalutazione storica e paesaggistica del territorio, ma anche le problematiche moderne che la città deve affrontare ogni giorno, hanno prodotto una notevole crescita di associazioni ambientaliste, culturali, per il tempo libero, con scopi sociali, disponibili a collaborare al processo formativo della scuola. 11

12 Un notevole supporto può venire alla scuola dagli Enti locali e dagli Assessorati alle problematiche della scuola e della formazione, dagli Esperti in interventi scientifico didattico - disciplinari e in specifiche forme di recupero e di lotta contro le devianze giovanili presso la ASL, dai Consulenti delle Équipes socio-medico-pedagogiche presso le ASL, dagli Orientatori scolasticoprofessionali. Nella città operano, come centri sanitari: l Ospedale Civile, i Consultori familiari, il Poliambulatorio, il Centro di Igiene Mentale, il Centro di Riabilitazione; come centri sportivi comunali: il Palazzetto dello Sport, il Campo Scuola, la Piscina comunale, lo Stadio " XXI Settembre", i campi di tennis di Viale delle Nazioni Unite, la tensostruttura di Via dei Sanniti. L analisi dei fabbisogni di professionalità L evoluzione del sistema economico darà luogo nel prossimo futuro ad una domanda formativa molto articolata. Gli studi che a più riprese la Regione ha effettuato sull argomento confermano che la maggior parte delle richieste delle aziende riguarda mansioni di natura strettamente esecutiva e di media specializzazione (operai specializzati e qualificati). La richiesta di lavoro meno qualificato arriva a sfiorare quasi la totalità del fabbisogno, soprattutto da parte della piccola impresa. Nelle piccole e medie imprese, mancano quadri direttivi e di responsabilità funzionali diversificate, perciò l imprenditore è costretto a misurarsi con incombenze gestionali e di routine, che lo distolgono dalla visione strategica dei problemi. L orientamento della piccola impresa sta registrando, comunque, una riflessione e revisione della stessa azione formativa da realizzare al proprio interno, allineandosi, tendenzialmente, a ciò che già fanno le medie e grandi imprese. Lo sviluppo delle risorse umane incomincia ad occupare centralità tra i problemi della impresa e riguarda non soltanto i neoassunti, ma anche i dipendenti in pianta stabile, ipotizzando azioni di formazione continua. Le competenze trasversali richieste sono: la capacità di adattarsi al processo di lavoro, la capacità di lavorare in gruppo, la capacità di trasmettere correttamente informazioni. Il settore marketing e promozione e il settore amministrazione risultano essere le aree migliori per l inserimento dei giovani. 12

13 II BIISSOGNII FFORMATIIVII DEGLII ALUNNII Caratteristiche dell utenza La popolazione scolastica proviene sia da zone centrali che dai diversi quartieri cittadini. Una piccola percentuale vive nei borghi. Gli alunni frequentanti la scuola vivono in famiglie costituite da nuclei familiari che, in linea di massima, vanno da tre a cinque componenti. Gran parte di essi vive in ambienti stimolanti ed è seguita in famiglia per cui sente l'importanza della scuola e dell'istruzione, partecipa attivamente alle problematiche discusse in classe e si impegna nello studio. Non mancano, tuttavia, alunni che presentano problemi di inserimento e di apprendimento, dovuti a fattori molteplici: problemi di natura familiare, disturbi di apprendimento, gravi lacune pregresse, per i quali è stato pensato un progetto di intervento per evitare casi di dispersione. L indagine dei bisogni formativi L esigenza di un indagine dei bisogni formativi degli alunni scaturisce da una revisione di processi e metodologie messi in atto dalla scuola dell autonomia, dalla Riforma del 1 ciclo di istruzione e dalle nuove Indicazioni per il Curricolo, nonché delle Circolari ministeriali n. 32 e 38 del 2009 sino alle indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell infanzia e del primo ciclo di istruzione del 30 maggio La nostra Scuola, in realtà, sin dalla fase sperimentale dell autonomia, ha cercato di applicare le indicazioni fornite dal Regolamento dell autonomia e ha preso in considerazione, tra l altro, i bisogni degli alunni e le aspettative delle famiglie. L indagine dei bisogni formativi degli alunni viene effettuata periodicamente somministrando ad alunni, genitori e docenti questionari semi-strutturati a scelta multipla. I risultati, in termini di efficienza ed efficacia degli interventi formativi vengono rilevati annualmente dal monitoraggio relativo a progetti, servizi, organizzazione, attività didattica, soddisfazione dell utenza. Le aree di indagine sono : Funzionamento della scuola Organizzazione Attività didattica Organizzazione della didattica in relazione alla Riforma Comunicazione scuola famiglia Comunicazione all interno della classe Comunicazione all interno della scuola Risorse materiali e umane Iniziative da realizzare a scuola I servizi che la scuola dovrebbe offrire agli studenti 13

14 Moonni itoorraaggggi ioo ddeei i pprroocceessssi i foorrmaat f tivvi i Premessa Il monitoraggio dell Offerta Formativa nel suo insieme permette una reale autovalutazione di istituto. Se la valutazione ha come oggetto principale l osservazione dei processi di apprendimento dello studente, l autoanalisi d istituto, estesa a tutte le componenti della scuola, in quanto esiste una stretta relazione tra la formazione del soggetto e le modalità organizzative in cui questa si realizza, rappresenta il punto di forza di una struttura che mira all efficacia e all efficienza del servizio che offre. Il processo di autovalutazione è un valore organizzativo che va interiorizzato e condiviso perché non diventi una procedura burocratica e formale. Ambiti della valutazione La valutazione, intesa come processo parallelo alla sperimentazione utilizzerà, in itinere, procedure di monitoraggio che offriranno la possibilità di individuare i punti deboli e i punti di forza degli ambiti indagati e renderanno possibili gli aggiustamenti necessari. Attraverso il monitoraggio si controlleranno: L efficacia delle iniziative e il raggiungimento degli obiettivi: risultati dell apprendimento, innalzamento del successo scolastico, partecipazione dei docenti a corsi di formazione, variazioni del clima all interno dell istituto in relazione a collaborazione tra il personale, collaborazione con le famiglie, comportamento degli alunni, soddisfazione dell utenza. L efficienza delle procedure degli strumenti attivati: livello di partecipazione, rispetto delle scadenze, chiarezza nelle decisioni, tempestività delle comunicazioni, funzionalità dell orario, funzionalità delle attrezzature, funzionalità dell organizzazione, soddisfazione dell utenza. Monitoraggio e valutazione dell area didattica Avviata l attività didattica, i singoli docenti e, periodicamente, i Consigli di classe cureranno un azione di monitoraggio attraverso l osservazione e verifiche in itinere per rilevare l interesse, la partecipazione, l impegno degli alunni; per controllare i risultati raggiunti da ognuno in relazione agli obiettivi prefissi e la validità del percorso per gli eventuali aggiustamenti. Il coordinamento dell azione di monitoraggio, che avrà lo scopo di controllare il normale svolgimento delle varie fasi del progetto, per confermare gli itinerari programmati o per procedere alla proposizione di modifiche, sarà operato dal Capo di Istituto affiancato dai collaboratori e dalle Funzioni strumentali. Scansione temporale delle attività di monitoraggio, verifica, valutazione delle attività curricolari Settembre Verifica della situazione di partenza relativa ai prerequisiti in possesso dei singoli alunni per determinare obiettivi e contenuti disciplinari del piano annuale e per programmare interventi individualizzati. Intero anno scolastico: Osservazioni sistematiche e verifiche effettuate dai singoli docenti, per controllare il percorso formativo degli alunni in relazione a obiettivi formativi e competenze individuate nelle Unità di apprendimento e da rivisitare in occasione dei vari Consigli di classe. Ottobre Programmazione annuale dell équipe pedagogica sulla base del piano dell Offerta formativa d istituto. Compilazione della parte generale del documento Piano di studi relativo a: situazione degli alunni, primi interventi ipotizzati per rimuovere lacune e/o problemi, obiettivi educativi, formativi di area e disciplinari. 14

15 Novembre Prima valutazione intermedia da parte dell équipe pedagogica degli apprendimenti, da sottoporre all attenzione delle famiglie, nell incontro scuola famiglia agli inizi di Dicembre. Individuazione di alunni con lacune disciplinari o demotivati, a cui proporre attività per il rinforzo delle abilità. Gennaio Valutazione 1 quadrimestre. Aggiornamento del Piano di studi, individuazione degli alunni che necessitano di recupero e quelli per cui è stato elaborato un percorso di rinforzo delle abilità di base. Compilazione delle schede di valutazione. Marzo Seconda valutazione intermedia, relativa a partecipazione, impegno, metodo di studio, conoscenze acquisite, interventi individualizzati, da sottoporre all attenzione delle famiglie, nell incontro scuola - famiglia agli inizi di Aprile Giugno Valutazione 2 quadrimestre. Relazione finale sul Piano di studi. Individuazione di alunni con debito formativo. Compilazione delle schede di valutazione. Monitoraggio e valutazione delle attività extracurricolari del POF I docenti che terranno i laboratori extracurricolari e le attività per il recupero disciplinare condurranno, attraverso l osservazione sistematica, un azione di monitoraggio per analizzare: l interesse, la partecipazione, le competenze acquisite dagli alunni, la procedura messa in atto, i punti di forza e i punti deboli dell attività svolta, per correggere gli errori di impostazione e per superare eventuali difficoltà. Nella fase intermedia e finale i docenti faranno un consuntivo dell attività svolta e relazioneranno con la F.S. dell area 2, che si farà portavoce dei risultati riportati dagli alunni nei rispettivi Consigli di classe. Per gli alunni dovranno essere verificati, tramite i prodotti finiti, realizzati nei laboratori, e i questionari somministrati, l interesse per l attività, le conoscenze e le competenze acquisite. Per i docenti le procedure di verifica riguarderanno: l adeguatezza delle metodologie, gli aspetti positivi e negativi dell organizzazione del lavoro, il livello di ricaduta sugli alunni dal punto di vista della motivazione e delle conoscenze; le competenze acquisite con l esperienza compiuta e la loro trasferibilità in altri ambiti didattici. I livelli della verifica, saranno attuati anche con l utilizzo di appositi questionari somministrati ad alunni, docenti e genitori nella fase finale. Il questionario somministrato ai genitori verificherà la soddisfazione dell utenza. Monitoraggio e valutazione del POF Collegio dei Docenti di Settembre Definizione delle attività curricolari Collegio dei Docenti di Ottobre Definizione delle le attività di ampliamento dell offerta formativa Nel Collegio dei Docenti di Febbraio verrà effettuata una valutazione intermedia sulle attività del POF Nel Collegio dei Docenti di Maggio verrà effettuata la valutazione dell intero processo formativo: Relazione sul monitoraggio del POF, relazione sui risultati dei Progetti curricolari ed extracurricolari, relazione sui risultati delle programmazioni curricolari, considerando i risultati emersi dalle verifiche in itinere, dall azione di monitoraggio e soprattutto dall esame comparato del livello di partenza degli alunni e del punto di arrivo, nel conseguimento degli obiettivi del Piano dell Offerta formativa. Nel Collegio dei Docenti di Giugno sulla base di quanto emerso dal Collegio di Maggio e attraverso l esame dei risultati dei questionari somministrati ad alunni e genitori, relativamente ai progetti extracurricolari, ai bisogni formativi degli alunni e alle attese delle famiglie, si procederà all autovalutazione dei processi messi in atto per individuare eventuali esigenze di correzione le riconferme del P.O.F. per il successivo anno scolastico. 15

16 Formazione e qualificazione In una scuola che cambia, che esige nuovi ruoli, nuove competenze, flessibilità didattica e organizzativa, la formazione si impone come un dovere e, nello stesso tempo, come un diritto. L aggiornamento per essere formativo deve facilitare i docenti nelle scelte sia nel contesto della propria attività che nell ambito delle finalità dell istituzione, deve stimolare la riflessione, deve aiutare a modificare il comportamento didattico, a sperimentare nuovi percorsi e a controllarne gli esiti. Nell ambito dell attività di formazione sono state individuate le seguenti finalità prioritarie: Favorire la formazione continua in ambito lavorativo Potenziare lo sviluppo professionale in accordo alle necessità dell istituto scolastico Indagare i bisogni formativi del personale Promuovere e applicare i piani di formazione Rilevare le capacità del personale e utilizzarla per coprire le necessità dell istituto scolastico In questa ottica si pone il piano di formazione ipotizzato dalla nostra scuola, che vuole fornire ai docenti competenze finalizzate ad uno sviluppo ottimale del P.O.F. Ipotesi progettuale di percorsi di formazione per l anno scolastico 2012/2013 La formazione, nel corrente anno scolastico, sarà orientata principalmente su: Criteri di valutazione per il curricolo verticale Metodologia e didattica: nuove strategie abbinate all uso dell informatica, in vista dei libri di testo interattivi 16

17 Caarraat tteerri isst ticchhee sst trruut ttuurraal lii Scuola dell infanzia: n sezioni n docenti n alunni n alunni con n alunni handicap stranieri La scuola dell infanzia Rodari funziona con orario settimanale di 46 ore così distribuite: - nel periodo in cui viene erogato il servizio mensa, dal 1 ottobre al 31 maggio, la scuola è aperta dalle 8,00 alle 16,00 dal lunedì al venerdì, mentre il sabato, giornata in cui il servizio mensa è sospeso, la scuola funziona dalle 8,00 alle 14,00. - nei mesi di settembre e giugno, in cui il servizio mensa non è attivo, l orario di apertura va dalle 8,00 alle 14,00 tutti i giorni. Scuola primaria: n classi n docenti n alunni n alunni con n alunni handicap stranieri L orario settimanale della scuola primaria Marconi risulta così strutturato: 27 ore settimanali classi prime, seconde, terze e quarte- dalle 8,30 alle ore 13,00 30 ore settimanali classi quinte - dalle 8,30 alle 13,30 40 ore settimanali classi I A, II A, II B, III A - dalle 8,30 alle 16,15 - venerdì e sabato dalle ore 8,30 alle ore 13,00. I docenti effettuano 22 ore settimanali di lezione frontale più 2 ore di programmazione settimanale il giovedì dalle 16,30 alle 18,30. Eventuali ore residue di insegnamento vengono utilizzate per la sostituzione dei colleghi assenti e/o per progetti di recupero e attività alternative alla religione cattolica. Scuola secondaria di primo grado: n classi n docenti n alunni n alunni con n alunni handicap stranieri La Secondaria di 1 grado F. Torraca, offre agli alunni, un percorso formativo di 30 ore con una ora di approfondimento in ambito letterario. E presente nella scuola un corso ad indirizzo musicale triennale al quale gli alunni accedono tramite una prova attitudinale, ha un percorso formativo di 33 ore ( 30 h al mattino come quello normale e 3 h pomeridiane). La pratica strumentale riguarda: chitarra, clarinetto, pianoforte e violino. E scuola nodo per il progetto Le reti per l Europa in Basilicata e per La sicurezza, è anche Centro di Risorse Territoriali per le lingue straniere e Centro di documentazione per l integrazione degli alunni stranieri. 17

18 LE NOSSTRE RIISSORSSE 1. Risorse umane e professionali Il dirigente. Il personale docente Il personale docente è formato da 104 insegnanti di cui 13 di sostegno. I vicari e i collaboratori curano con la presidenza attività legate all'organizzazione della scuola 8 docenti con Funzioni strumentali al POF. I Dipartimenti disciplinari: Lingua 1 (Italiano, Religione), Lingua 2(Lingua inglese e francese), Storico -geografico (Storia, Cittadinanza e Costituzione, Geografia), Logico -operativo (Scienze matematiche, Tecnologia), Espressivo ( Arte Immagine, Musica, Scienze motorie), Gruppo H (docenti sostegno). I Coordinatori dei Dipartimenti Il gruppo di progettazione Referenti di progetto Gruppi di lavoro: Continuità e orientamento; Sicurezza, Salute e Ambiente; Integrazione alunni stranieri; Valutazione e autovalutazione d Istituto; Sito Web e utilizzo tecnologie informatiche Il personale non docente: il direttore amministrativo assistenti amministrativi collaboratori scolastici Elenco dei docenti Scuola dell infanzia Docenti 1. BALENA GIOVANNA 2. CALANDRIELLO LOREDANA 3. CESENA ANNUNZIATA 4. CIANCIO MARIA D. 5. DALESSANDRO LAURA 6. DI PEDE ANNUNZIATA 7. FARINA MARIA G. 8. LAZZARI ANNA L. 9. MASTROSIMONE ADELAIDE M. 10. MONTAGNA MARIA A. 11. PORCARI ANGELA R. 18

19 Elenco dei docenti Scuola primaria Docenti 1. AMBROSECCHIA NUNZIATINA 2. ANTEZZA ANGELA R. 3. BRIAMONTE MARIA T. 4. BRUNO GIOVANNA 5. BURDO ADDOLORATA 6. D ADAMO GIACINTA 7. DATTOLI GABRIELLA 8. DEBERNARDIS GRAZIA 9. DI CUIA LIDIA 10. DUNI MARIA P. 11. GAGLIARDI VENERANDA 12. GALOTTI ANTONELLA M. 13. GEMMA LUCIA 14. GILIBERTI ROSA 15. GRAVELA DALIA 16. LILLO BEATRICE 17. LOPERFIDO ANNUNZIATA 18. MAREMONTI GRAZIA 19. MARMO VITTORIA 20. MITA ROSA 21. MONTESANO GESUALDI KATY 22. MUSCARIDOLA EMILIA 23. NATALE MARIA 24. NICOLETTI ROSARIA 25. NOSCHESE LUCIA 26. ORLANDO MONICA 27. PAOLICELLI CHIARA M. 28. PENTASUGLIA IMMACOLATA 29. PIZZILLI MARIA G. 30. RUGGIERI LUCIANA 31. SCAZZARRIELLO MARIA A. 32. SCHIAVONE LOREDANA 33. TACCARDI MARIA P. 34. TATARANNI ANGELA 35. TORTORELLI MARIA C. 36. VENEZIA VALERIA A. 37. VENEZIA BRUNA 19

20 Elenco dei docenti Scuola secondaria Docenti Disciplina di insegnamento 1 AMATO Maria Filomena Religione 2 AMBRICO Anna Maria Matematica, Scienze- Funzione vicaria 3 ANDRISANI Donato Sostegno 4 ANDRIULLI Nunzio Musica 5 ANGELASTRO Donata Lettere 6 APPIO Patrizia Religione 7 BALDONI Rosaria Inglese 8 BERNABEI Maria Concetta Matematica, Scienze 9 BRIO Cinzia Inglese 10 CALICCHIO Gina Lettere 11 CARMENTANO Angela Inglese 12 CASERTA Brunella Lettere 13 CHITA Nicola F.sco Sostegno 14 CIFARELLI Luigi Scienze motorie e sportive 15 CONTINI Anna Maria Lettere 16 CRISTALLO Maria Arte e Immagine 17 DE FRANCESCO Michela Lettere 18 DI RUGGIERO Maria Rosaria Lettere 19 FIORE Maria R. Scienze motorie e sportive- Collaboratore del preside 20 FONTANA Vito Michele Chitarra 21 GATTI Chiara Rita Matematica, Scienze 22 GIACOLLO Claudia Pianoforte 23 GIACUMBO Rosa Francese 24 GUANTI Eustachio Tecnologia 25 LAMACCHIA Michele Arte e immagine 26 LATERZA Luciano Tecnologia Funzione strumentale 27 LATORRE M. Gaetana Lettere 28 LAURO Teresa Inglese 29 LOPEZ Stefania Lettere 30 LUPO Annella Lettere Funzione strumentale 31 LUPO Michele Matematica 32 MANICONE Agnese Musica 33 MANZARI Vincenza Lettere 34 MASCIANDARO Immacolata Matematica, Scienze 35 MASCIULLI Paola Matematica, Scienze 36 MILIONE Carmela Lettere 37 MONTEDURO Fiorella Scienze motorie e sportive 38 MONTEMURRO Angela Francese 39 NOIA Angela Assunta Lettere 40 PALUMBO Monica Sostegno 41 PANICO Giuseppe Clarinetto 42 PARDO Antonella Lettere 43 PETRONE Giuseppina Inglese 44 QUARATO Vittoria Religione 45 RICCARDI Rosanna Matematica, Scienze 46 RUTIGLIANO Annunziata Violino 47 SAPONARO Marisa Tecnologia 20

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