Israele va avanti con le demolizioni in un area cruciale per il futuro Stato palestinese

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Modesto Cavalli
7 anni fa
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1 Israele va avanti con le demolizioni in un area cruciale per il futuro Stato palestinese di Mya Guarnieri A meno di due mesi dall inizio del 2012, il ritmo delle demolizioni israeliane e i trasferimenti forzati dei palestinesi stanno già superando quelli dello stesso periodo del Sembra che Israele stia approfittando del ciclo di elezioni americane per spingere l'espansione degli insediamenti nel territorio E1, su cui anche l'ex amministrazione Bush pose un veto a causa della minaccia che rappresenta per la soluzione dei due Stati. Jabal al Baba (Ras al Baba) con Maale Adumim sullo sfondo (foto: Mya Guarnieri) Il villaggio beduino di Jabal al Baba (a volte chiamato Ras al Baba) non è il tipo di posto che fa notizia. In realtà, è il genere di posto che non sempre compare sulle mappe. Situato nella zona E1 tra Gerusalemme Est e Ma'ale Adumim - una zona che Israele sta edificando per rompere la contiguità palestinese in Cisgiordania e rendere impossibile uno stato palestinese con Gerusalemme Est come sua capitale Jabal al Baba è un insieme esiguo di baracche di latta e rottami, costruite tra lisci massi bianchi. Da un lato: il muro. Dall altro: il muro. Ma'ale Adumim, con le sue file ordinate di tetti rossi, si erge in lontananza. Una strada sterrata disseminata di immondizie è l'unico modo per entrare e uscire dal villaggio, che è arroccato su una collina.

Sembra che Israele stia approfittando del ciclo di elezioni americane per spingere l'espansione degli insediamenti nel territorio E1, su cui anche l'ex amministrazione Bush pose un veto a causa della

2 La strada che porta a Jabal al Baba (Ras al Baba) (foto: Mya Guarnieri):

3 Due fabbricati nel villaggio beduino di Jabal al Baba (Ras al Baba) (Foto: Mya Guarnieri)

4 Capanna nel villaggio beduino di Jabal al Baba (Ras al Baba) (foto: Mya Guarnieri) Nonostante il fatto che Jabal al Baba sia circondata dalla barriera di separazione, qui non ci sono proteste settimanali come quelle di Bilin e Nabi Saleh. Così, per lo più, i media non arrivano. Perché, sai, se non sanguina, non fa notizia. Due settimane fa, mentre i giornalisti erano impegnati con le minacce di Israele all Iran e il chiacchiericcio insensato dei candidati presidenziali americani, le autorità israeliane hanno consegnato l ordine di evacuazione a nove famiglie di Jabal al Baba. Gli abitanti del villaggio stimano che circa sessanta persone saranno interessate dall evacuazione forzata. Almeno per questa volta. Se la comunità internazionale non interviene a frenare l'espansionismo israeliano - la crescita incontrollata sul territorio occupato che va di pari passo con il trasferimento forzato di palestinesi e beduini - gli abitanti prevedono già che, un giorno, i soldati e la polizia di frontiera verranno per l'intero villaggio. I loro timori non sono fuori luogo. L'amministrazione civile israeliana il cui operato è tutto fuorché civile - intende espellere i beduini dalla zona E1 per espandere l'insediamento illegale di Maale Adumim. Questi piani sono stati annunciati nel 2011, un anno che ha visto un drammatico aumento delle demolizioni e dei trasferimenti forzati nei Territori Palestinesi Occupati. Ma a due mesi dall inizio del 2012, sembra già che il record sarà superato. Secondo le Nazioni Unite, Israele ha sfollato" 159 persone fra palestinesi e beduini a Gerusalemme Est e in Cisgiordania dal 14 febbraio di quest'anno. Nello stesso periodo del 2011, erano state

Due settimane fa, mentre i giornalisti erano impegnati con le minacce di Israele all Iran e il chiacchiericcio insensato dei candidati presidenziali americani, le autorità israeliane hanno consegnato

5 sfollate 116 persone. Le prime sei settimane del 2012 hanno visto la demolizione da parte di Israele di quasi 100 strutture, 23 delle quali erano case; nelle prime sei settimane del 2011 solo 59 strutture erano state distrutte. Le Nazioni Unite concludono che i numeri "potrebbero dare una prima indicazione che il trend in crescita delle demolizioni continua nel 2012." Come da rapporto delle Nazioni Unite, al 24 febbraio 2012 trenta case e ottanta altre strutture sono state distrutte, e 207 fra palestinesi e beduini sono stati spostati oltre la metà degli sfollati - sono bambini. Non è un caso che Israele stia intensificando i propri sforzi per cacciare beduini e palestinesi dal territorio occupato proprio oggi, durante il ciclo di elezioni americane. Mentre queste mosse normalmente attirerebbero critiche dagli USA - e in effetti è accaduto nel 2008 sotto George W. Bush, quando i piani per lo sviluppo della zona E1 furono rinviati perché il progetto di edificazione israeliano veniva considerato l'ultimo chiodo nella bara di uno stato palestinese - i politici americani hanno deciso ora di restare tranquilli, per non far perdere ai loro partiti, dio non voglia, i voti degli ebrei. E poi, naturalmente, c'è tutto il clamore sull'iran, che occupa uno spazio che altrimenti potrebbe andare alla faccenda delle demolizioni israeliane. Il giorno in cui ho visitato Jabal al Baba, imperversava una feroce tempesta invernale, che scalava le rocce e si abbatteva duramente sulle baracche. Siamo stati accompagnati in una di esse e, non appena ci siamo seduti sulle stuoie sottili che fungono anche da letti, un uomo giovane con una kefiah avvolta intorno alla testa ha acceso il fuoco. Ha chiesto a un ragazzo - suo nipote, come ho saputo in seguito - di preparare il tè per tutti noi. L'uomo se ne stava seduto ad alimentare il fuoco, un ceppo alla volta, per assicurarsi che stessimo al caldo. Mi chiedevo se sarebbe rimasta abbastanza legna per loro. In un ebraico fluente, che gli uomini avevano imparato lavorando come operai edili a un insediamento israeliano, perché, come si diceva, non c'è scelta - il beduino di Jabal al Baba ha insistito che rimanessimo, che aspettassimo la tempesta con loro, al riparo. Quando ci siamo alzati per andarcene, ci hanno invitati a tornare per una visita più lunga. "Restate per il fine settimana", hanno detto, aggiungendo: "E 'bellissimo qui". pubblicato il 28 febbraio 2012 su traduzione del 7/3/2012 a cura del Forum Palestina

distrutte. Le Nazioni Unite concludono che i numeri "potrebbero dare una prima indicazione che il trend in crescita delle demolizioni continua nel 2012.

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