On line. Rinnovi in tempo di crisi: la paura dei costi o il coraggio dello sviluppo? Dalla redazione...

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1 On line Periodico della Fiba Cisl, numero 1 // Aprile 2011 Rinnovi in tempo di crisi: la paura dei costi o il coraggio dello sviluppo? Dalla redazione... La nostra rivista, come vi avevamo già annunciato nel numero di dicembre, prosegue on line. Cambiata nella veste grafica e nell impaginazione, per renderla di più facile lettura attraverso lo schermo di un computer, per quanto riguarda i contenuti rimane un trimestrale di approfondimento in materia di lavoro, contratti, nostre iniziative. Negli ultimi anni la strategia informativa della Fiba Cisl ha preso la forma di una comunicazione moderna e in linea con l era tecnologica. Abbiamo totalmente rinnovato il nostro portale, ci siamo dotati degli strumenti più avanzati come la webtv, abbiamo fatto crescere la qualità dei nostri prodotti multimediali. Questo sforzo di aggiornamento e innovazione non prevedeva l abbandono di un mezzo più tradizionale, il nostro lavoro bancario e assicurativo, che arrivava nelle case dei nostri iscritti e delle nostre iscritte. Ma gli eccessivi e insostenibili costi di spedizione in seguito alla soppressione delle tariffe agevolate ci hanno costretti, per il momento, ad adottare la formula dell on line, ma con un modello quanto più possibile vicino ad una versione cartacea. Le diverse possibilità che offre, tra cui la stampa del pdf, ci permetterà, volendo, di distribuirlo nei posti di lavoro, quale necessario complemento del contatto personale tra il sindacato e i propri associati. Da oggi, dunque, siamo in campo... on line. E in questo numero ospiteremo gli interventi sull anno caldo che ci aspetta: la piattaforma per il rinnovo del ccnl Abi, la situazione critica delle trattative per il rinnovo del ccnl Ania, l avvio della piattaforma Bcc ed altro ancora, tra cui le consuete rubriche (legale, finanza comparata, libri, società civile). Sfoglia il nuovo numero di Lavoro Bancario e Assicurativo On line.

2 Sommario n Editoriale // di Giuseppe Gallo Contratti// di Sergio Girgenti Contratti // di Giovanni Casiroli Contratti // di Alessandro Spaggiari Iniziative // di Pier Luigi Ledda Assicurativi // di Mauro Spatocco Legale // a cura di Luigi Verde Finanza comparata // a cura di Fausto Fasciani Libriamoci // a cura di Anna Masiello Font used (LOMBARDIA): Helvetica BOLD LAVORO BANCARIO E ASSICURATIVO news Direttore: Giuseppe Gallo Comitato di direzione: Giuseppe Gallo, Giovanni Casiroli, Roberto Garibotti, Sergio Girenti, Pier Luigi Ledda, Fiorella Morelli, Giacinto Palladino, Giulio Romani, Alessandro Spaggiari Caporedattore: Angela Cappuccini Redazione: Andrea Baccherini, Giusi Esposito, Francesca Rizzi, Anna Masiello, Paola Vinciguerra Progetto grafico e impaginazione: Direzione e amministrazione: via Modena, Roma tel fax: fiba@fiba.it Tribunale di Roma registro della Stampa 82/2007

3 editoriale 3 La paura dei costi o il coraggio dello sviluppo? di Giuseppe Gallo // Segretario Generale Fiba Cisl La stagione dei rinnovi contrattuali del nostro settore si apre in un contesto macroeconomico di notevole difficoltà. L esplosione del conflitto nell area nord africana, la bomba ambientale di Fukushima, le conseguenze di natura economica su uno scenario già gravemente compromesso dalla crisi finanziaria ed economica degli ultimi tre anni non fanno presagire nulla di buono. Se nell ultima bozza del World Economic Outlook il Fondo Monetario Internazionale ha mantenuto invariate le stime di crescita mondiale per il 2011 (+4,4%), ha leggermente ridotto, invece, quelle per l economie avanzate, dando ora il Pil in salita del 2,4% (-0,1 punti percentuali rispetto alle stime di gennaio). Un discorso a parte merita il nostro Paese considerando una crescita inferiore rispetto ai diretti competitors europei e la notevole dipendenza energetica nei confronti dell estero che la crisi libica non può che aggravare. Il rischio, insomma, è la stasi e che la crisi si avviti su stessa non lasciando spazi a possibilità di ripresa e sviluppo. Nel nostro settore le controparti stanno rispondendo esattamente in questo modo, con una miope politica di riduzione dei costi che rappresenta, a nostro avviso, uno dei principali ostacoli per uno sviluppo sano e a lungo termine. Abbiamo recentemente assistito al successo della prima giornata di mobilitazione a sostegno della vertenza per il rinnovo del contratto dei lavoratori assicurativi. Le trattative si sono interrotte per responsabilità dell Ania che, invece di dare risposte credibili alla piattaforma presentata dalle organizzazioni sindacali, persegue un progetto contrapposto di smantellamento dei diritti acquisiti, di deregolamentazione del settore, attraverso richieste di sempre maggiore flessibilità e fungibilità per i lavoratori e mediante la modifica delle procedure di confronto sindacale in caso di crisi aziendali. Ad un simile atteggiamento, si aggiunge il rifiuto di tenere fede a quanto pattuito, con l accordo del 2009 sui nuovi assetti contrattuali, in termini di aumenti retributivi e di tutela del potere d acquisto. Alla luce dell ottimo risultato della mobilitazione riteniamo che sia arrivata, forte e chiara, la risposta dei lavoratori: ci auguriamo che ciò serva a riprendere al più presto le trattative. Quanto all Abi, riteniamo che rischi di cadere nello stesso errore. La crisi ha dimostrato che un modello di economia, dominato dai mercati finanziari deregolati e globali, e un modello di banca, dominata dalla creazione di valore a brevissimo periodo per l azionista, sono giunti al capolinea storico. Il sistema bancario italiano, meno coinvolto da quel modello, può, a partire dal rinnovo del ccnl, offrire una risposta alternativa, contribuendo ad uscire dalla crisi con un modello di banca ad elevato indice di responsabilità sociale, strutturalmente diverso da quello che l ha generata. La Piattaforma di rinnovo contrattuale appena varata rappresenta la sintesi tra vincoli competitivi ed istanze di giustizia e di coesione sociale. Una banca orientata a strategie di stabile creazione di valore, nel medio-lungo periodo, per tutti gli stakeholder dovrà superare gli attuali sistemi incentivanti ossessionati dal Roe trimestrale; una banca integrata nelle economie di riferimento dovrà innovare modelli organizzativi, canali distributivi, profili professionali, modelli inquadramentali, formazione, pari opportunità

4 4 di sviluppo professionale, criteri di valutazione professionale; una banca multistakeholder sarà orientata all allargamento della governance, a partire dalla presenza dei rappresentanti dei lavoratori nei consigli di sorveglianza delle aziende e dei gruppi con modelli duali e nei Consigli di amministrazione delle banche popolari. Si tratta di una piattaforma ad elevato indice di responsabilità sociale a partire dal suo baricentro: contribuire a creare occupazione giovanile, a tempo indeterminato, eliminando la precarietà del settore, attraverso assunzioni con un parametro salariale d ingresso inferiore al parametro standard, per la durata della valenza contrattuale. L Abi dinanzi ai nuovi requisiti patrimoniali richiesti da Basilea 3 e alle possibili ricapitalizzazioni necessarie ha ritenuto di poter rispondere ponendo come unica alternativa possibile quella tra occupazione e pieno adeguamento dei salari all inflazione. Un grave errore di impostazione strategica, poiché l equilibrio prefigurato dalla piattaforma è assolutamente compatibile con il pieno recupero inflattivo per i margini di compensazione interna e di miglioramento dell efficienza, delle flessibilità, della produttività. I 56 (cinquantasei!) contratti collettivi stipulati, dopo l accordo del 2009, hanno sempre tenuto conto dei principi in esso affermati in ordine agli adeguamenti salariali. Il settore assicurativo e bancario sarebbero i primi ad opporre un rifiuto al rispetto dei patti. Un simile atteggiamento, considerando che si tratta per molti versi di settori ben più solidi rispetto a tanti altri, non può che essere considerato sconfortante ed inaccettabile. In realtà, è indispensabile che i banchieri, piuttosto che navigare a vista, abbiano ben chiaro il nuovo modello di banca che si intende realizzare. E su questo che la Fiba è pronta a lanciare la sua sfida propositiva e costruttiva. Una banca a sostegno dell economia e che basi su di una simile prospettiva il rilancio e lo sviluppo del settore. E su tale modello che la Fiba è aperta al confronto.

5 contratti 5 Ccnl Abi, una piattaforma responsabile In sintesi i punti principali e le linee guida. di Sergio Girgenti // Segretario Nazionale Fiba Cisl Il rinnovo del CCNL ABI si inserisce in una fase particolarmente difficile per il sistema finanziario italiano riguardo ai livelli reddituali e patrimoniali condizionati dalla grande crisi finanziaria ed economica iniziata nel 2007 e non ancora conclusa. In gioco è più che mai il modello di banca. Una banca che riteniamo debba essere socialmente responsabile, al servizio dell economia e in particolare del mezzogiorno, attenta a offrire condizioni di buona occupazione ai giovani e a garantire alla categoria il pieno recupero dell inflazione, equità nella distribuzione della ricchezza prodotta, migliori opportunità professionali. Questa è la sfida che lanciamo all Abi e alle aziende, perché siamo convinti sia necessario che si affermi un modello di banca alternativo a quello predominante in questi anni; un modello che aveva l ossessione del ROE trimestrale e del risultato a breve e brevissimo periodo con tutto quello che ne è conseguito in termini di clima lavorativo (mal di budget), di ristrutturazioni e riorganizzazioni spesso pesanti in termini occupazionali e di demotivazione del personale bancario. Insomma noi pensiamo a una banca il cui baricentro sia la stabilità nel tempo, che metta in campo strategie e obiettivi di medio e lungo periodo, che ricerchi un maggior coinvolgimento di tutti gli stakeholders, a partire dai lavoratori e dalle comunità territoriali, e non solo top management e azionisti. Questo è il disegno che le organizzazioni sindacali sostengono con forza da anni. Infatti, fin dal protocollo sulla responsabilità sociale del giugno 2004, al centro

6 6 della politica sindacale vi è l idea che il valore a breve per l azionista non possa continuare a essere il principale, e talvolta unico, criterio di valutazione dell azienda. E in questo senso l attuale rinnovo del CCNL del credito non deve essere concepito solo in termini difensivi ma, soprattutto, in un ottica di investimenti sul territorio, sia in termini di credito da erogare alle imprese e di sostegno per la ripresa economica, sia in termini di investimenti sul personale attraverso un forte impegno per nuove assunzioni e per la crescita occupazionale. Pensiamo a una banca che assuma giovani offrendo loro buona e stabile occupazione, una banca caratterizzata da politiche remunerative e di riqualificazione professionale equilibrate, da sistemi incentivanti orientati a sostenere risultati nel lungo periodo e coerenti con le raccomandazioni della Banca d Italia. Una banca dove le politiche commerciali non si traducano in mere pressioni sulle vendite e dove le politiche aziendali non determinino una scellerata esposizione alla speculazione finanziaria; una banca più legata al territorio e all economia reale. Insomma pensiamo a un modello di banca con una nuova organizzazione, che investa sul credito alle imprese e sulla professionalità dei lavoratori. E decisiva pertanto una riforma degli inquadramenti e una nuova e più incisiva stagione di confronto negoziale da realizzarsi nel secondo livello di contrattazione. Pensiamo, infine, a una banca che si ponga, finalmente, l obiettivo di aprirsi alla partecipazione dei lavoratori in senso ampio e compiuto, che significa maggiore condivisione di obiettivi e strategie aziendali ma anche una collaborazione più consapevole e una ripartizione più equa dei risultati economici raggiunti. Per queste ragioni, per la prima volta nel nostro paese, la Fiba e le altre organizzazioni sindacali pongono il tema della governance nell ambito di un rinnovo contrattuale, con l obiettivo di aprire una fase di sperimentazione di modalità di partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori nei consigli di sorveglianza delle aziende e dei gruppi con modelli duali, e nei consigli di amministrazione delle banche popolari, laddove l azionariato dei lavoratori lo consenta. Le linee della piattaforma Recupero dell inflazione, occupazione e contrasto delle precarietà, relazioni sindacali, qualità della vita lavorativa e tutele professionali, politiche sociali, sono i cinque pilastri su cui è costruita la piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Di particolare interesse la parte in cui si pone al centro della trattativa la questione dell occupazione e del ricambio generazionale. Infatti, con questa piattaforma la strategia sindacale fa un importante salto di qualità perché, con grande senso di responsabilità, le organizzazioni sindacali sostengono che per cambiare il modello di banca e innovare modelli organizzativi, canali distributivi e profili professionali sia necessario partire dai giovani. Infatti, il piano per una buona stabile occupazione per i giovani nel settore bancario punta a favorire la realizzazione, nel triennio, di 30/40mila nuove assunzioni a tempo indeterminato attraverso l introduzione di un parametro professionale d inserimento nell ambito della seconda area professionale. In questo modo si concretizza, in modo innovativo, quella flexsecurity tanto discussa nei consessi non solo italiani ma anche europei e finalizzata a favorire l aumento degli occupati in cambio di una flessibilità contrattata e regolata. Una filosofia, questa, che a nostro avviso deve integrarsi con l ampliamento dell area contrattuale

7 7 e con l introduzione effettiva nel settore dei contratti complementari proposto in piattaforma nella parte dedicata alle relazioni sindacali nella quale sono presenti importanti novità. La richiesta riguarda il rafforzamento delle procedure d informativa e di confronto (a livello nazionale, aziendale e di gruppo) con l obiettivo di rafforzare gli strumenti per la gestione dei processi di riorganizzazione e di ristrutturazione che nel settore continueranno a realizzarsi e che potranno avere evidentemente ricadute sul personale. In questo senso è strategica la richiesta dell ampliamento del perimetro dell area contrattuale, insieme a una maggiore identificazione delle attività appaltabili cui applicare i contratti complementari anche al fine di contenere i processi di esternalizzazione e/o delocalizzazione di attività all estero e, nello stesso tempo, favorire il mantenimento o il rientro di alcune lavorazioni in Italia e nell alveo di applicazione del CCNL del credito. Novità importanti sono, inoltre, la richiesta di rafforzare l attuale normativa su: a) ristrutturazioni e riorganizzazioni, trasferimento di azienda (art. 15) con la previsione dell ampliamento dell informativa preventiva alla fase decisionale riguardo ai progetti e alla presentazione formale dei piani industriali; b) nuove forme societarie e piani industriali anche a livello transazionale; c) maggiori garanzie per cessioni di ramo d azienda attraverso l ampliamento del confronto a caratteristiche, normative economiche e occupazionali; d) distacchi di personale (ex art.16) prevedendo l informativa preventiva sulle motivazioni, la precedenza alla volontarietà, la formazione al rientro e un attenzione particolare al riavvicinamento alla piazza di origine; e) appalti, con l obbligo per l impresa appaltatrice di consegnare il documento unico di regolarità contributiva e il documento unico di valutazione dei rischi interferenti con l informativa parallela dovuta alle organizzazioni sindacali e ai rappresentati dei lavoratori per la sicurezza; f) occupazione, con la

8 8 previsione del rafforzamento della procedura di cui all art.18 del vigente CCNL (in modo preventivo alla legge 1991 n. 223) e di un momento di verifica circa la sospensione dei sistemi incentivanti nel caso di tensione occupazionale e la coerenza, in questo senso, dei criteri distributivi tra stock options per i manager e dividendi per gli azionisti; g) contrattazione in azienda. Anche al fine di rafforzare il ruolo del sindacato saranno ampliate le materie affidate: alla contrattazione di secondo livello: part time, buono pasto, provvidenze, inquadramenti professionali; - agli incontri semestrali: provvedimenti disciplinari, trasferimenti, applicazione del part time, eliminazione delle barriere architettoniche; infine, l osservatorio nazionale dovrà elaborare congiuntamente un documento di analisi sulla contrattazione di secondo livello e sulle politiche redistributive e nell ambito dell incontro annuale si prevede l ampliamento dell informativa sulle politiche redistributive e sui sistemi incentivanti. Il terzo argomento trattato nella piattaforma è evidentemente di particolare importanza e riguarda il sistema retributivo e incentivante. La richiesta salariale è costruita tenendo a riferimento l inflazione reale attesa. Infatti, si prevede un incremento tabellare pari al 7,1%, con un recupero inflattivo per gli anni di valenza del CCNL 2007 (1,6%) e l inflazione attesa per il triennio (5,5% per un totale che, con l effetto trascinamento, diventa 7,29%). La richiesta è quindi per la figura media (3 A 4 L con 7 scatti di anzianità) di 205 euro. A questo va poi aggiunto il punto percentuale relativo alla revisione della scala parametrale, per un importo pari a 29 euro. Inoltre, sotto il profilo dell equità distributiva, si avanzano richieste di grande importanza per quanto riguarda i sistemi d incentivazione che dovranno: a) rispettare un equilibrio nella distribuzione della ricchezza prodotta tra azionisti, top manager e lavoratori; b) essere orientati a risultati di lungo periodo; c) indicare un rapporto tra salario discrezionale e premio aziendale; d) realizzare la piena estensione a tutti i contributi diretti e indiretti; e) individuare una precisa casistica che ne determini la sospensione (ad esempio la riduzione dell occupazione mediante l attivazione della legge 223 o la mancata conferma di personale con contratto a termine per oltre il 20%). Il quarto pilastro attiene alle tematiche della qualità

9 9 della vita e delle tutele professionali che sono affrontati in modo compiuto ed innovativo, in continuità con quanto previsto già nel CCNL 8/12/2007. Infatti, il percorso prevede l insediamento della commissione paritetica ABI-Organizzazioni Sindacali finalizzata a realizzare una profonda revisione dei profili e dei percorsi professionali e degli inquadramenti per renderli coerenti con le modifiche intervenute in questi anni nella struttura organizzativa delle aziende di credito. Alla contrattazione aziendale verrà affidato il compito di adeguare gli effetti della riforma alle peculiarità aziendali recuperando, in particolare, piena titolarità negoziale per il riconoscimento professionale e di responsabilità che stanno in capo ai Quadri Direttivi (quasi il 40% della categoria), ivi compresa la negoziazione dei ruoli chiave. In questo percorso, inoltre, si prevede l attivazione di una clausola di garanzia per le lavoratrici oggi penalizzate dalle regole che nei fatti attengono allo sviluppo professionale e di carriera. Infatti, i dati forniti dall Abi evidenziano che oggi i Quadri Direttivi donne sono solo il 26.6% rispetto al 46,3% degli uomini, ma a livello di QD3 e QD4 la soglia si abbassa notevolmente collocando le donne all 8% rispetto al 23% di uomini. La proposta è quella di individuare una quota pari al 40% da riservare alle lavoratrici almeno nell ambito delle candidature al ruolo. dipendente anche in caso di colpa grave e l accollo, da parte dell azienda, delle spese legali per il lavoratore sottoposto ad azioni penali o civili. La prestazione lavorativa dei quadri direttivi va delimitata rispetto all attuale previsione in quanto per le aziende si traduce, di fatto, in lavoro straordinario obbligatorio e non retribuito. In questo senso la proposta è quella di prevedere un tetto dell orario annuo, pari a circa 100 ore, oltre il quale scatti un indennizzo forfettario o un recupero certo anche attraverso il recupero a giornate intere. Per Ia banca delle ore il meccanismo di recupero viene rafforzato prevedendo alla fine dell iter la remunerazione delle ore non recuperate. Analogamente la piattaforma dedica grande attenzione al tema delle tutele professionali, dei rischi professionali e delle responsabilità individuali, soprattutto per le violazioni in materia di antiriciclaggio, Mifid, usura e privacy; si prevede che venga garantita adeguata e specifica informativa unitamente ad un livello di formazione appropriata su tutte le normative che hanno ricadute sull attività quotidiana e, infine, che trovi piena applicazione la legge 190/1985 che tiene indenne il

10 10 L ultimo argomento sviluppato nella piattaforma attiene ai temi delle politiche sociali e della salute e sicurezza rispetto alle quali si prevedono importanti adeguamenti alla normativa e l introduzione di un articolo ad hoc sulla responsabilità sociale. In particolare si richiede la costituzione di alcuni organismi bilaterali: a) sulla responsabilità sociale d impresa, come ambito di confronto sul bilancio sociale, codici etici e diffusione di buone pratiche; b) sulla salute e sicurezza, finalizzato a garantire una piena attuazione del decreto legislativo 81 nell ambito di un processo che preveda il benessere e la salute nei luoghi di lavoro come elemento costitutivo della vita dell azienda e della responsabilità sociale dell impresa. In questo senso il ruolo dei rappresentanti dei lavoratori deve esprimersi anche nelle fasi preventive e non solo nelle fasi di controllo. Particolare attenzione è poi dedicata alla situazione del Mezzogiorno d Italia con l obiettivo di favorire la crescita di questa area del Paese. Per questo la nostra iniziativa dovrà essere più stringente per: a) rendere possibile la localizzazione di attività e servizi ad alto valore aggiunto nel mezzogiorno; b) progettare prodotti finanziari che indirizzino il risparmio verso progetti specifici per le realtà meridionali. È prevista, inoltre, l attivazione di commissioni miste, a livello aziendale e di gruppo, sulle pari opportunità con una verifica annuale su importanti temi quali: occupazione, inquadramenti, formazione e sviluppo professionale. Sulle politiche di welfare si richiede: a) l inserimento delle tutele previste dall avviso comune del 7 marzo 2011, come azioni a sostegno delle politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro (part time, assistenza a familiari, orari, permessi); b) di ampliare la copertura della Long Term Care (LTC), che tutela i casi di gravi inabilità e di non autosufficienza, portando il contributo aziendale a 100 euro ed estendendola anche ai familiari; c) di garantire la previdenza complementare ai lavoratori che non hanno forme previdenziali aziendali attraverso una soluzione di settore. Una piattaforma responsabile, completa ed equilibrata finalizzata a favorire un rinnovo contrattuale che metta al centro un nuovo modello di banca, utile non solo ai lavoratori ma all intero paese e per il paese. L Abi in queste ore risponde disdettando unilateralmente l accordo del gennaio 2001 che prevedeva l utilizzo volontario del fondo esuberi. È un fatto grave che implica la rottura del modello concertativo che ha segnato gli ultimi 20 anni di relazioni sindacali. Da parte nostra riaffermiamo e riaffermeremo con forza che tale impostazione é stata decisiva per il superamento dei diversi momenti di difficoltà che le aziende e il settore hanno affrontato e superato dal 1990 ad oggi, trovando soluzioni positive per il sistema e per i lavoratori. E questo a partire dal lodo Donat Cattin, allora Ministro del Lavoro, con il quale si stabilì, per la prima volta, il principio dell area contrattuale che ha, sino ad ora, garantito nel tempo che la quasi totalità delle attività delle banche rimanesse all interno del ciclo produttivo e, di conseguenza, che alle lavoratrici e ai lavoratori fosse applicato il contratto del credito per poi proseguire, nel 1997 e nel 1999, con la creazione del fondo di solidarietà per il sostegno del reddito, dell occupazione e della riconversione e riqualificazione professionale del personale del credito, con i percorsi nelle aziende e nei gruppi dopo il 2001 con cui abbiamo gestito le eccedenze di personale per le ristrutturazioni e le riorganizzazioni aziendali. La decisione unilaterale dell Abi è provocatoria ed apre sotto i peggiori auspici la stagione contrattuale. Il sindacato e la Fiba Cisl faranno fino in fondo la propria parte per difendere e tutelare i lavoratori del credito.

11 contratti 11 Respinta con lo sciopero l arroganza dell Ania Si evidenzia una trattativa difficile in un quadro generale sempre più oscuro che i lavoratori hanno debitamente contrastato. di Giovanni Casiroli // Segretario Nazionale Fiba Cisl Lo sciopero nazionale degli Assicurativi indetto per il 28 marzo è stato la naturale risposta all attuale stato della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale Ania. L interruzione degli incontri si è resa necessaria a seguito della totale assenza di risposte positive alla nostra piattaforma che l Ania ormai continuava a ripetere da più tempo. Non solo. Per l Associazione delle Imprese questo rinnovo di contratto deve essere l occasione concreta per smantellare una serie di diritti acquisiti al fine di avere mano libera nelle relazioni industriali e nella gestione del personale. Se andiamo per ordine nel ricostruire i tratti essenziali di questi mesi di trattativa, emerge chiaramente che la volontà dell Ania si concretizza in una serie precisa di richieste. Ad esempio la necessità - mai emersa in alcuna azienda - di voler introdurre nel contratto due nuovi tipi di rapporto di lavoro: la somministrazione a tempo indeterminato che di fatto è un affitto del lavoratore per sempre e il lavoro a chiamata. A quest aspetto strutturale si aggiunge la proposta di modificare l area contrattuale - ormai consolidata da anni - prevedendo le attività (quasi tutte) che possono essere date in appalto. Inoltre, la richiesta di ridimensionare fortemente le tutele previste nei casi di gravi malattie, eliminando gli attuali quattro mesi d intervallo che oggi consentono di azzerare la sommatoria dei giorni di assenza per malattia. Infine, ma ci sarebbe altro da riportare, la negazione di Ania delle nostre richieste economiche offrendo un misero 5,43% di aumento per un contratto di tre anni. Si evidenzia una trattativa difficile in un quadro generale sempre più oscuro che i lavoratori hanno debitamente contrastato con l ottima riuscita dello sciopero nazionale. I lavoratori hanno dimostrato con determinazione che non si torna indietro sul terreno delle garanzie, dei diritti e della tutela delle retribuzioni. La ripresa della trattativa non potrà che tener conto dell esito dello sciopero e concretamente procedere riprendendo le richieste della piattaforma per giungere al rinnovo contrattuale.

12 12 contratti Il Credito Cooperativo è a una svolta e la Fiba ha le idee chiare Più coinvolgimento e partecipazione rappresentano la naturale evoluzione del modello di cooperazione di Alessandro Spaggiari // Segretario Nazionale Fiba Cisl Le tappe di avvicinamento alla predisposizione della piattaforma di rinnovo del ccnl delle Bcc sono oramai concluse ed è prossimo l avvio del cantiere. Avremo modo di tornare quanto prima sull argomento per approfondirlo ed illustrarne i contenuti, ma è importante capire qual è l analisi a cui rifarsi per valutare la bontà dell impostazione, l utilità degli obiettivi e l esigibilità degli impegni che si chiedono a tutti a partire dalla classe dirigente del Credito Cooperativo. Per questo serve domandarsi oggi qual é il contesto generale e di settore con il quale dovrà misurarsi questa tornata contrattuale. In riferimento al contesto, si può affermare che ci si trovi nella terza fase della crisi (la prima fase è stata quella dei titoli tossici iniziata negli Usa e diffusasi in Europa attraverso la rete di veicoli del sistema bancario tradizionale e di quello ombra ; la seconda fase si è caratterizzata per la imponente recessione economica a partire dal 2009) iniziata con la scoperta della disastrosa condizione della finanza pubblica greca all inizio del 2010 e la successiva, rapida contaminazione della gran parte del debito sovrano europeo. La situazione della finanza pubblica europea è mediamente meno allarmante di quella di molte grandi economie tra le quali gli Stati Uniti. Il rapporto deficit/ pil Eu era infatti del 6,3% nel 2009 e dovrebbe attestarsi al 3,9% nel 2012, contro rispettivamente il 12,9% e 6,7% per gli Usa e il 10,2% e il 8,1% del Giappone (stimato però precedentemente la grave calamità che lo ha coinvolto). Nel 2012 il rapporto debito pubblico/pil previsto nell eurozona dovrebbe essere all 88%, rispetto il 103% degli Usa e il 239% del Giappone (per il quale andranno stimati gli effetti di quanto accaduto). Ciò nonostante, alcuni stati della zona Euro hanno un problema legato ai disavanzi ed ai debiti molto elevati. La crisi globale è tutt altro che superata. Ci sono forti tensioni nei sistemi bancari e nelle finanze pubbliche da un lato e condizioni di volatilità connotate da una evidente impronta speculativa sui mercati finanziari. Si prevede una ripresa dell attività economica nel 2011 molto disomogenea. In Italia sarà comunque debole e trainata essenzialmente dalle esportazioni. In ogni caso la ripresa subirà una decelerazione complessiva già nel 2012 includendo la Germania e gli Usa. Il contesto rimane evidentemente difficile e spiccano le contraddizioni palesi tra una stagione regolativa in divenire (Basilea III e la riforma dell architettura di vigilanza) e il riaffacciarsi di comportamenti altamente speculativi, che originano utili non sostenibili e conseguenti, intollerabili, crescite abnormi delle remunerazioni dei top manager. In Italia il fenomeno è meno marcato, ma nel contesto globale è evidente la resistenza al cambiamento di tutto un sistema interpretato e promosso dai seguaci del Washington consensus (la teoria neo classica o liberista), che hanno accettato di buon grado gli aiuti pubblici senza gridare all eresia, ma continuano a pensare che la crisi sia stata alimentata da una serie di decisioni erronee, che non incidono su una valutazione di fondo positiva sulla stabilità delle economie di mercato. La situazione domestica oltre a non presentare una

13 13 intonazione della crescita apprezzabile, mantiene gravi deficit strutturali, profonde divaricazioni territoriali e difficoltà evidenti del mercato interno anche in ragione della perdurante crisi occupazionale e della conseguente crisi da domanda. Le Banche di Credito Cooperativo vivono pienamente e direttamente tale contesto ma, e a maggior ragione, hanno la responsabilità di avviare e realizzare le riforme che aumentino la solidità patrimoniale, la capacità sistemica, l adeguatezza dei profili manageriali e degli strumenti di funzionamento interno, le competenze distintive in funzione di una missione autenticamente differente. Chiedere e pretendere questi cambiamenti in parallelo ad un rinnovo contrattuale non ordinario, significa esigere mutamenti che possano fondare le uniche garanzie di lungo periodo realmente in grado di garantire un futuro al modello e conseguentemente ai lavoratori. Nell immediato, ci sono ragioni più volte rimarcate per ritenere che le Bcc subiranno complessivamente più a lungo gli effetti della crisi. Tra le altre, ad esempio, l attuale contrazione della liquidità che se rapportata alle previsioni sugli investimenti delle piccole e medie imprese (da 20 a 49 addetti), clientela di riferimento per le Bcc, che sono per il 40% subordinate alla concessione di prestiti bancari, evidenzia con chiarezza tale condizione. In attesa dei dati di bilancio al 31 dicembre 2010, occorre evidenziare, ad ulteriore conferma, alcuni trend significativi da noi rilevati a settembre 2010 e rapportati a settembre 2009: la raccolta cresce all incirca del 3% a fronte di un +12% del sistema delle banche, mentre gli impieghi crescono con percentuali analoghe.

14 14 Per giugno 2010, rapportandolo a giugno 2009, rileviamo una diminuzione dell utile di sistema delle Bcc nell ordine del 40% a fronte di un incremento superiore all 8% del complesso delle banche, accompagnato da un maggior incremento nelle Bcc delle sofferenze e dei costi operativi. Tali dati, ampiamente prevedibili, caratterizzano in parte un modello di banca tradizionale collegata al territorio e apprezzabilmente vocata a rapporti di lungo periodo. La funzione anticiclica svolta durante la crisi si colloca certamente in questa dimensione. Tuttavia, sarebbe sbagliato immaginare da parte della classe dirigente del credito cooperativo, in analogia alla corrente di pensiero restauratrice sul piano globale già richiamata in precedenza, che sia sufficiente pagare un prezzo sostenibile e resistere fino a quando tutto sarà terminato. Sarebbe un errore gravissimo, che avvierebbe un progressivo e inesorabile declino del modello di banca di credito cooperativo e della sua insostituibile funzione, predeterminando le condizioni per una tendenziale e insanabile criticità occupazionale. Sono queste le ragioni per le quali, senza titubanza, chiediamo a gran voce i cambiamenti necessari e più volte rappresentati, tra i quali una efficace ristrutturazione del gruppo creditizio che dovrà svolgere un ruolo fondamentale di prospettiva. Oggi siamo in grado di traguardare importanti cambiamenti in condizione di equilibrio sociale per i lavoratori, come dimostra l accompagnamento all uscita regolato contrattualmente nel gruppo creditizio. Avvertiamo tuttavia sacche di resistenza, anche in alcune aree manageriali del gruppo, che per mantenere piccoli spazi di potere autoreferenziali sviluppano comportamenti ostativi. Quanto avviene evidenzia una grave responsabilità, perché se da un lato confonde i lavoratori e li espone ad un rischio di prospettiva insinuando più o meno esplicitamente possibili ulteriori benefici futuri che lo scenario non può consentire, dall altro complica un cambiamento necessario a discapito, come sempre, dei più deboli. In altri casi e contesti abbiamo assistito a comportamenti analoghi, ma con chiarezza li abbiamo sempre condannati perché scorretti e implicitamente strumentali. La stagione delle necessarie riforme richiede serietà ed emarginazione degli irresponsabili. I lavoratori e le comunità che potrebbero pagare domani le scelte sbagliate o i comportamenti conservativi di oggi non potranno chiederne conto in futuro e per ciò è richiesto, oggi, un alto profilo di lungimiranza nelle scelte e nelle coerenze conseguenti. Per queste ragioni il rinnovo del ccnl non sarà ordinario. Se da un lato occorre promuovere ed accompagnare i cambiamenti per garantirne l efficacia e tutelare per l avvenire i lavoratori, dall altro debbono essere aumentati e qualificati gli strumenti a disposizione per favorire la crescita ulteriore delle relazioni sindacali ed una fattiva partecipazione dei lavoratori nell ambito di un articolato processo di democrazia economica. Più coinvolgimento e partecipazione rappresentano il bilanciamento della responsabilità e la naturale evoluzione del modello di cooperazione del credito, per il quale operiamo con determinazione e con la consapevolezza del ruolo che compete al lavoro.

15 iniziative 15 Per rispondere alle sfide della contemporaneità La necessità di una formazione sindacale adeguata. L esperienza del corso Lumsa di Pier Luigi Ledda // Responsabile dipartimento Comunicazione, Informazione, Formazione e Ricerca Si è concluso lo scorso febbraio il Corso di Formazione Universitaria in Scienze del Lavoro e Relazioni Industriali organizzato dalla Lumsa (Libera Università Maria SS. Assunta) in collaborazione con la Fiba Cisl e la Flaei Cisl. Si è trattato di un vero e proprio corso lungo, di durata pluriennale e strutturato in diversi moduli e 160 ore di lezione nelle aree storiche, giuridiche, economiche e sociologiche gestionali, attraverso il quale circa 30 giovani quadri sindacali con la discussione della tesina finale hanno acquisito 26 crediti formativi universitari unitamente all attestato di qualifica rilasciato dall università. Durante la cerimonia finale il segretario generale della Fiba Cisl, Giuseppe Gallo, ha espresso la piena soddisfazione della federazione per la qualità e per la piena riuscita di questa seconda edizione, anche grazie all impegno profuso da tutti i partecipanti, docenti ed allievi, sottolineando inoltre come questa esperienza confermi la bontà della scelta della Fiba di sviluppare efficaci sinergie con il mondo accademico anche al fine di garantire la migliore formazione dei futuri dirigenti sindacali. Attraverso lo studio, infatti, i dirigenti sindacali possono acquisire gli strumenti di analisi adeguati a comprendere appieno la complessità della realtà in cui operano; i valori che animano la Cisl e la contraddistinguono; l importanza di saper comunicare in modo efficace con gli iscritti all organizzazione, i lavoratori e la società nel suo complesso. Quanto affermato trova conferma nelle materie e nelle diverse aree didattiche approfondite nel corso: un area storica (Storia dell organizzazione sindacale nei settori produttivi, Storia delle relazioni sociali internazionali..); un area giuridica (Profili interpretativi contrattazione collettiva, Profili del rapporto di lavoro..); un area economica (Economia delle Aziende, Economia delle imprese a rete, Economia e sviluppo del territorio..); un area sociale e tecnica (Sociologia politica, Azionariato etico e sociale, Teoria e tecnica della comunicazione..). La struttura del corso ha cercato di rispecchiare e rispettare l importanza che da sempre la Cisl e la Fiba attribuiscono alla conoscenza ed alla formazione, interpretandola rispetto alle sfide del nostro tempo. Sfide, per molteplici aspetti, ben diverse da quelle che si presentavano ai dirigenti sindacali solo qualche decennio fa. Oggi, infatti, i cambiamenti nella società avvengono continuamente e rapidamente e di conseguenza anche i problemi del mondo del lavoro devono essere affrontati con strategie e tempi adeguati. Questo rende ancora più necessaria, per le organizzazioni sindacali, l adozione di una politica di formazione continua, anche valorizzando l apporto ed il contributo del mondo universitario ed accademico. In questo senso, per la Fiba, la formazione è una funzione strategica. Lo testimonia l intensa attività che ha caratterizzato l azione formativa in termini di corsi realizzati nel quadriennio, di partecipazione di quadri sindacali, di numero di ore di formazione erogata. È evidente che ogni esperienza può e deve essere migliorata. Riteniamo che la strada intrapresa sia quella giusta e il nuovo piano di formazione non potrà, quindi, che fare tesoro delle esperienze accumulate per proporre un azione formativa adeguata, di livello anche universitario, per garantire all organizzazione le capacità di rispondere alle sfide della contemporaneità.

16 16 assicurativi Verso un Sindacato protagonista delle scelte Euler Hemes - gruppo Allianz: prime esperienze di ristrutturazioni aziendali condivise. di Mauro Spatocco // Sas Fiba Euler Hemes gruppo Allianz Con la chiusura dell anno 2010, dopo ben onorati 28 anni di servizio, non pensavo assolutamente di dover affrontare nuove sfide, così impegnative e soprattutto di così ampio respiro; cercherò di riassumerle di seguito in breve. La Euler Hemes, con un notevole sforzo e impegno da parte dei lavoratori, è riuscita ad uscire in breve tempo dalla profonda crisi che si era profilata all orizzonte per tutto il 2009 e che ha portato - come i nostri fidati iscritti sanno - ad un doloroso piano di down-sizing, l uscita di circa 40 lavoratori tra la fine del 2009 ed il 2010, senza contare i numerosi colleghi che hanno visto chiudersi il contratto a tempo determinato senza l agognato rinnovo. Sembrava che lo sforzo fosse stato sufficiente e si profilava all orizzonte soltanto un periodo di normale assestamento, proprio di ogni azienda che - uscendo da un periodo di crisi - vuole mettere a profitto gli insegnamenti che dalla crisi si potevano trarre. Qui si apre il nuovo ed inaspettato scenario, al quale - per una serie di circostanze fortuite - ho potuto partecipare in prima persona. Infatti, prima che ogni Azienda coinvolta potesse incontrare le RSA per entrare nel merito della disamina delle problematiche, che il progetto come ogni ristrutturazione si pone, era necessario che si svolgesse, ed ancor più importante terminasse, la consultazione a livello Europeo tra la Delegazione Sindacale e la Rappresentanza Aziendale Eueler del Progetto. Invece, già con la ripresa dell attività dopo le ferie estive, ecco non attesi comunicati aziendali da parte del Presidente del Gruppo, che sempre più spesso fanno riferimento ad un nuovo progetto globale di ristrutturazione del Gruppo stesso. La presentazione del Progetto - denominato ambiziosamente Excellence - avviene in contemporanea, il 3 Novembre, da parte delle Direzioni Aziendali alle Rappresentanze Sindacali Aziendali di tutte le aziende europee. Entriamo dunque come Azienda in una fase prevista dal protocollo Allianz, che in occasione di piani di ristrutturazione prevede preliminarmente la consultazione delle Rappresentanze Sindacali Europee da parte della Società Euler Hemes, in quanto trattasi S.E..

17 17 Ed è così che mi sono trovato ad essere partecipe alle riunioni svoltesi a Monaco di Baviera, presso la sede dell Allianz, grazie alla fiducia dimostratami da tutti i miei colleghi sindacalisti aziendali, che mi hanno permesso così di essere il delegato autorizzato a rappresentarli... spero di non avere mancato nella mission. Durante le sessioni svoltesi a Monaco, sia quella del 18 e 19 novembre che quella definiva del 13 dicembre, è stata fortemente sottolineata la necessità di agire con estrema cautela per non penalizzare in alcun modo i dipendenti e si è percepita la disponibilità da parte del Gruppo Euler a voler raggiungere i risultati del progetto tramite la condivisione di metodologie e strumenti. Ovviamente, non tutto è stato recepito da entrambe le parti, ma la stesura del documento finale - prevista dalle consultazioni - un risultato di sicuro lo ha raggiunto: non è stato possibile trovare strumenti comuni alle varie BU, ma si è fortemente voluto il fatto che la metodologia debba avere come fondamento in tutte le fasi della ristrutturazione che si operi secondo la responsabilità sociale e che tutto ciò non nuoccia in alcun modo ai dipendenti. Con questo risultato - comunicato il 30 dicembre 2010 da parte del Presidente del WC SE Allianz Rolf Zimmerman a firma congiunta con il Presidente Verstraete si è chiusa la parte della consultazione a livello Europeo ed stato dato il via alle consultazioni locali. Già il 14 gennaio la nostra RSA è stata convocata da EH Siac per le ricadute del Progetto Excellence sulla nostra azienda. Sarà sicuramente un percorso lungo stimato in circa 3 anni. Nel frattempo -anche senza scendere nei dettagli e nei commenti che si possono a profusione fare su tale piano- una riflessione mi accompagna sempre più pressantemente in questi giorni. Non era mai accaduto che un piano di ristrutturazione aziendale venisse illustrato fin nei minimi dettagli alle OOSS e che a queste venisse chiesto di condividere delle soluzioni nella logica, ripeto, della piena responsabilità sociale dell attività di impresa. E dunque una occasione da non perdere, l essere chiamati ad un tavolo di lavoro, dove si parla di sviluppo e non solo, come spesso in tali occasioni accade, di meri tagli del personale, come se questa fosse l unica soluzione per risolvere ogni tipo di problema aziendale è una vera novità. Il prosieguo non sarà sicuramente facile, anche perché si dovrà affrontare la possibilità che la nostra azienda venga assorbita in una nuova entità legale per fare fronte alle richieste della prossima subentrante normativa europea Solvency II, a garanzia della solidità di impresa e a garanzia dei clienti assicurati. Ma, questo tema forse sarà il caso di affrontarlo più in dettaglio in un altra occasione. Voglio ricordare che questo approccio e questa apertura di credito che esprimo verso l azienda viene da lontano, viene da quella inesauribile storia che è la storia della Cisl, un incontro di molteplici personalità ed esperienze umane, un luogo dove si impara da subito che per affrontare i problemi occorre mettersi in gioco, non avere preconcetti, affrontare il reale ed i problemi per quelli che sono e non con le scorciatoie degli scontri ideologici, che non fanno assolutamente parte del nostro Dna.

18 18 legale a cura di Luigi Verde Il ginepraio della responsabilità raddoppiata Di cui al d.lgs. 231/01 e d.lgs. 231/07: questioni di legittimità costituzionale e possibili vie di uscita. di Domenico Iodice // Ufficio studi e ricerca Fiba Cisl Il combinato disposto degli artt. : 6 D.Lgs. 231/2001, 2392 c.c., 20 e 41 D. Lgs. 231/2007 pone stringenti problemi di compatibilità del risultante tessuto normativo con il quadro costituzionale vigente. In estrema sintesi, e con qualche inevitabile approssimazione dovuta alla necessità di fare chiarezza nell esposizione, accade oggi che, con riferimento al tema dell antiriciclaggio, il principio della responsabilità personale non trova uguale applicazione per tutte le persone, ceteris paribus, all interno delle imprese. Infatti, ai sensi dell art. 6 del D. Lgs. 231/01 (che riguarda il tema più generale della responsabilità di impresa) l imprenditore, e dunque l amministratore d impresa, può essere esentato da responsabilità di natura penale se fornisce la prova di avere efficacemente adottato, prima della commissione del fatto, modelli di organizzazione, gestione, controllo e sanzione idonei a prevenire la commissione di reati (compresi quelli legati al riciclaggio). E sufficiente tale elemento per integrare la fattispecie della manleva giuridica per sé e dell elusione fraudolenta del modello, da parte di soggetti altri. Ciò comporta, altresì, che anche sotto il profilo civilistico (art c.c.) gli amministratori d impresa possano evitare la responsabilità per i danni causati alla società semplicemente fornendo la prova di aver adottato ed attuato il modello. Rispetto alle complesse responsabilità giuridiche scaturenti dalla normativa antiriciclaggio, questo quadro ordinamentale di manleva per gli amministratori realizza un inopinato trasferimento di imputazioni giuridiche dagli amministratori agli operatori d impresa (lavoratori dipendenti). Vediamo in che modo ciò accade, rispetto alla materia dell antiriciclaggio. La legge antiriciclaggio non qualifica l obbligo di segnalazione di operazioni sospette in termini prescrittivi (casi di doverosa segnalazione), ma preferisce definire lo stesso come valutazione discrezionale del rischio riciclaggio. Tale filosofia, mutuata dalla terza direttiva comunitaria, ascrive tale valutazione al cosiddetto rischio d impresa, tracciando evidenti affinità tra discrezionalità e rischio d impresa. Ricordiamo che tali implicazioni connotano tipicamente la figura giuridica di imprenditore, ex art c.c.. La scelta comunitaria, condivisibile sul piano teorico, impatta tuttavia in Italia con un quadro legislativo letteralmente stravolto dal Decreto 231/2001. Ciò si può agevolmente comprendere, ad esempio, considerando quanto disposto dall art. 20 della Legge antiriciclaggio: l approccio basato sul rischio associato al tipo di cliente declina e traduce gli obblighi di adeguata verifica della clientela commisurandoli al rischio associato: A) al tipo di cliente (natura giur., attività, comportamento, area geografica di residenza); B) al tipo di operazione (rapporto continuativo, prestazione professionale, ammontare, frequenza, ragionevolezza, area geografica di destinazione del prodotto). Tale valutazione del rischio, tuttavia, non rimane in capo all imprenditore, in persona dell amministratore; al contrario, essa incombe, mediante una reazione a catena a ritroso, sempre più giù: dalle figure apicali fino all anello più debole e meno tutelato: l operatore di front office. Al quale si chiede di assumere un ingiustificato rischio d impresa nella dimensione della valutazione discrezionale dell operatività sospetta. Gli obblighi di segnalazione all UIF (che pure interagisce istituzionalmente solo con la figura del Delegato aziendale), si intensificano

19 ed interpretano (per il principio di tracciabilità della filiera della segnalazione) al punto da porre qualunque operatore bancario e postale (dal cassiere al responsabile di sportello) di fronte al dilemma scaturente dalla discrezionalità amministrativa. E, soprattutto, di fronte alle conseguenti responsabilità di natura penalistica, in caso di omessa segnalazione. La questione è resa ancora più complessa e contraddittoria dalla valutazione d impatto della normativa di cui sopra sull assetto normativo giuslavoristico vigente. Se consideriamo che il lavoro dipendente si caratterizza per il vincolo di subordinazione, che da un lato esclude in capo al lavoratore il rischio d impresa, e dall altro si connota per l assunzione di crescenti livelli di discrezionalità/responsabilità a fronte di crescenti livelli di inquadramento professionale, prendiamo bene come il coacervo di norme scaturenti dai due Decreti 231 (quello sulla responsabilità d impresa e quello sull antiriciclaggio) crei meccanismi distorti e perniciosi di trasferimento di responsabilità. Fino ai seguenti paradossi: a) che il livello più basso della catena gerarchica all interno di un impresa sia anche quello con più elevate responsabilità civili e penali (in termini sia assoluti sia relativi); che, per il principio di tracciabilità nella filiera della segnalazione di operazioni sospette, il livello gerarchico più basso (lì dove le direttive dell imprenditore dovrebbero al contrario comprimere l ambito di discrezionalità operativa) sia anche quello che assuma il rischio giuridico d impresa per un eventuale valutazione discrezionale che si traduca in omessa segnalazione. A questa paradossale situazione giuridica, tutta italiana, occorre rispondere sia con una proposta di modifica legislativa tout court, sia con la proposizione di una questione di legittimità costituzionale per violazione dell art. 3, da proporre incidenter tantum nei giudizi pendenti. La strada maestra è quella di una proposta di legge che, da un lato, specifichi meglio i soggetti esposti al rischio d impresa, controbilanciando l attuale sistema, realizzando cioè l effetto opposto rispetto a quello portato dal Decreto 231/2001 e, dall altro, riducendo al massimo la discrezionalità, introduca norme di significato precettivo e cogente, su cui far convergere i comportamenti diligenti richiesti ai lavoratori dipendenti. La seconda strada ha il vantaggio di non richiedere una preventiva polarizzazione del consenso parlamentare, e dunque una dispendiosa, se non infruttuosa, ricerca di ampie convergenze, potendo ottenere dalla Corte costituzionale un immediato riassetto dei valori in gioco, mediante il giusto riconoscimento dei diversi profili di responsabilità che devono incombere a lavoratori subordinati e imprenditori.

20 20 finanza comparata a cura di Fausto Fasciani Moskva City, un cantiere aperto Il punto sul progetto di un centro finanziario di livello internazionale lanciato da Putin. Il grande obiettivo di Vladimir Putin è quello di creare in Russia un mercato finanziario di livello internazionale e rendere il rublo una moneta di primaria importanza al fine di attirare gli investimenti esteri anche in altri settori che non siano solo quello delle materie prime. Il progetto, partito nel 2008 nel pieno della crisi mondiale, è stato affidato ad un team di esperti scelti e coordinati da Alexander Voloshin già consulente di Boris Eltsin ed ex presidente della compagnia mineraria Norilsk Nickel. Al recente forum economico di Davos il presidente russo Dmitrij Medvedev ha dichiarato che il centro finanziario internazionale ( a Mosca) deve diventare non solo il centro del sistema finanziario russo, ma anche un acceleratore dei mercati finanziari di tutto lo spazio post-sovietico. In tal senso la Russia ha già avviato dei colloqui con la Bielorussia ed il Kazakhstan per un accordo di associazione. Nei piani del Cremlino, Mosca è al centro del progetto per diventare una delle principali piazze finanziarie del pianeta come dichiarò lo stesso Putin nel suo discorso programmatico al suo insediamento da primo ministro. Ma a circa tre anni di distanza dal varo dell iniziativa Moskva City, il quartiere degli affari fatto di grattacieli in vetro-cemento è ancora un cantiere aperto e, secondo il rapporto dell istituto di ricerca Z/Y che ogni due anni a settembre stila la classifica dei centri finanziari mondiali, Mosca è al 68esimo posto su 75 piazzandosi molto dietro rispetto a Milano, Varsavia e Glasgow. Per accelerare il processo di trasformazione della capitale russa in un centro finanziario Putin e Medvedev, sfruttando la recente elezione a sindaco di Mosca di Sergey Sobanin, molto vicino al governo centrale a differenza del suo predecessore Luzhkov, stanno valutando l ipotesi di istituire un fondo d investimento da 10 miliardi di dollari che dovrebbe coinvolgere, secondo alcune indiscrezioni rilanciate dal Financial Times e non confermate dal governo russo, importanti soggetti finanziari quali la banca d affari Goldman Sachs in qualità di capofila ed i fondi di private equity Apollo Management, Blackstone e Carlyle. Inoltre è prevista anche la costituzione di un comitato

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