Perché investire nel mercato azionario statunitense?

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1 Perché investire nel mercato azionario statunitense? Sintesi dei contenuti Riteniamo che gli investitori non statunitensi commetterebbero un grave errore ignorando i mercati internazionali, e in particolare quello americano. Un esposizione eccessiva al proprio mercato locale espone al pericolo di non cogliere le opportunità di guadagno offerte dai principali temi d'investimento. Inoltre, comporta anche dei rischi a livello di diversificazione. Alcuni dei vantaggi degli investimenti in mercati esterni a quello del proprio paese o regione sono: Migliore allocazione strategica degli asset. Gli investimenti in altre regioni geografiche rappresentano un ottimo modo per migliorare la performance corretta per il rischio del proprio portafoglio. Gli investitori esclusivamente orientati ai propri mercati locali tendono ad investire eccessivamente nei titoli che conoscono meglio, il che spesso determina un'inefficiente allocazione del capitale. Maggiori opportunità. A differenza di altre piazze azionarie di minori dimensioni, l ampiezza e l elevata liquidità del mercato statunitense offrono eccellenti opportunità di diversificazione a livello di temi, settori e trend d investimento. Inoltre, in virtù della forte presenza internazionale di molte aziende statunitensi, investire in azioni americane spesso significa investire nella crescita globale. Per finire, l economia statunitense è anche la più tecnologicamente avanzata e competitiva del mondo. Un economia solida. L economia americana in passato ha beneficiato di robusti livelli di crescita della produttività, alimentati dalla costante rigenerazione del capitale umano dovuta al costante afflusso di cervelli da ogni parte del mondo. Gli Stati Uniti sono inoltre i principali beneficiari dei flussi di investimenti stranieri diretti (FDI). Tuttavia, esistono anche dei rischi, ad esempio normativi o legati alla valuta, mentre in alcuni casi la maturità stessa del mercato Usa significa che le opportunità di crescita più promettenti (ma rischiose) si trovano in paesi esterni. Altri rischi riguardano la stabilità politica, la carenza di informazioni e (in particolare nei mercati emergenti) l assenza di norme e regolamenti finanziari e contabili rigorosi. La recessione iniziata nel 2008 rappresenta un ulteriore problema. Tuttavia, numerosi economisti ritengono che gli Stati Uniti saranno il primo paese ad emergere dalla crisi grazie alla flessibilità del loro mercato e all ampia portata delle misure fiscali adottate per risollevare l'economia. Inoltre, l America ha dimostrato ottime capacità di risollevarsi da gravi crisi, sia economiche che politiche. Alcuni dei fattori alla base di queste brillanti capacità di ripresa sono la cultura imprenditoriale e innovativa, l elevata produttività e i trend demografici favorevoli.

2 A nostro parere, i motivi per cui la diversificazione del portafoglio, in particolare mediante una consistente esposizione al mercato azionario americano, rappresenta una decisione vincente sono numerosi ed estremamente validi. In questo articolo li esamineremo tutti, uno per volta. I rischi di un'esposizione concentrata nel proprio mercato locale Le nostre analisi indicano che gli investitori spesso tendono ad esporsi in modo eccessivo ai propri mercati nazionali, limitando così il potenziale di diversificazione del portafoglio. Ad esempio, gli europei tendono a concentrare i propri investimenti in azioni europee, sebbene i titoli statunitensi rappresentino circa il 50% del mercato mondiale 1, mentre quelli giapponesi quasi il 12%, quelli britannici il 9%, quelli francesi il 5%, quelli tedeschi il 4%, e via dicendo. Spesso gli investitori non si preoccupano di ottimizzare la diversificazione dei propri portafogli. Ciò può essere dovuto ai regolamenti imposti dalle autorità locali, ma in genere dipende dal fatto che preferiscono restare in acque conosciute. Tuttavia, l impressione di conoscere bene un mercato può distorcere la percezione del rischio: gli investitori spesso pensano che i titoli stranieri siano molto più rischiosi di quelli nazionali, anche senza prove concrete, e allo stesso tempo tendono a sopravvalutare le aspettative di rendimento dei titoli nazionali. Se la ripartizione degli asset venisse sempre effettuata sulla base della Moderna Teoria di Portafoglio 2, l esposizione ai mercati locali tenderebbe ad essere inferiore, e quella ai listini Usa notevolmente più alta. Il rapporto rischio/rendimento In passato la diversificazione internazionale degli investimenti ha quasi sempre permesso di ridurre il rischio totale dei portafogli, offrendo al contempo maggiori possibilità di guadagno. Questa teoria è corroborata dai risultati di numerosi studi. La diversificazione aumenta inserendo nel portafoglio investimenti con una bassa correlazione reciproca. Le correlazioni sono dinamiche e complesse Il concetto di correlazione degli asset è stato elaborato partendo da un aspetto poco noto della Moderna Teoria di Portafoglio, per fornire un supporto analitico alle decisioni di investimento. Combinando opportunamente coppie di classi di attività con bassa correlazione reciproca si dovrebbe in teoria poter mitigare la volatilità dei risultati e migliorare la performance corretta per il rischio. Ad esempio, dieci anni fa la correlazione tra l indice S&P 500 e l indice MSCI EAFE (che non contiene azioni Usa) era pari a 0,31, un livello che indica la presenza di opportunità di incrementare i rendimenti corretti per il rischio mediante la diversificazione degli investimenti tra azioni statunitensi e straniere. Successivamente la correlazione tra i due benchmark ha iniziato ad aumentare gradualmente, toccando il massimo storico di 0,87 nel luglio Ciò ha portato alcuni osservatori a mettere in dubbio i presunti vantaggi della diversificazione globale sulla performance di portafoglio corretta per il rischio. Tuttavia, tali conclusioni si basano sui dati storici quinquennali per periodi di rendimenti mensili costanti. Con un orizzonte storico più sensibile di soli due anni le conclusioni raggiunte sono molto diverse, in quanto si osserva che la correlazione tra le azioni Usa e quelle straniere raggiunge il picco di 0,93 nel marzo del 2005 e scende a 0,62 entro fine giugno Le analisi su un orizzonte temporale più dinamico indicano che i migliori risultati in termini di diversificazione si conseguono mediante una combinazione di investimenti in azioni statunitensi e straniere. 3 1 Indice azionario globale MSCI World, dati al 31 dicembre Fonte: Wilshire Atlas. 2 Cfr. ad es. Harry M. Markowitz, Portfolio Selection Journal of Finance, vol.7, no.1 (marzo 1952), pp Fonte: FactSet. 2 Perché investire nel mercato azionario statunitense? INVESTMENT INSIGHTS

3 Sette buoni motivi per investire nel mercato azionario statunitense 1. La maggiore economia mondiale e il più grande mercato azionario del mondo Gli Stati Uniti sono l economia più grande e importante del mondo. La seconda economia mondiale, quella giapponese, è grande solo un terzo di quella statunitense. Il mercato azionario americano, che rappresenta circa la metà dell MSCI World Index 4, ne è la prova concreta. La concentrazione di ricchezza del mercato americano, che a fine 2007 aveva una capitalizzazione complessiva di 19,9 mila miliardi di dollari 5, è ineguagliata nel mondo. La capitalizzazione di borsa delle imprese statunitensi è 5,2 volte maggiore di quelle britanniche, 4,5 volte maggiore di quelle giapponesi, 9,5 volte maggiore di quelle tedesche e 17,2 volte più alta di quelle di Hong Kong 6. Inoltre, nel 2008 nove delle prime 20 società della lista Forbes Global 2000 avevano sede centrale negli Stati Uniti, mentre in Gran Bretagna e Francia ne esistevano solo tre ciascuna; due nei Paesi Bassi e una a testa in Germania, Russia e Giappone. Ben 29 delle prime 100 società mondiali hanno sede centrale negli Stati Uniti 7. Le dimensioni dell economia americana e del suo mercato azionario, e la forte presenza di società ad elevata capitalizzazione di borsa leader di mercato nei rispettivi settori offre agli investitori maggiori possibilità di scelta. I mercati più ampi tendono inoltre a promuovere la concorrenza e, pertanto, l efficienza aziendale. La vasta scelta di società in cui investire significa inoltre che il mercato azionario degli Stati Uniti è più diversificato internamente, a differenza di molti paesi più piccoli in cui spesso poche grandi aziende dominano i listini nazionali. Tabella n. 1 Numero di società quotate nel mondo Lussemburgo 34 Italia 301 Portogallo 47 Singapore 472 Irlanda 60 Germania 658 Austria 102 Francia 707 Paesi Bassi 122 Hong Kong 1029 Finlandia 130 Australia 1913 Nuova Zelanda 154 Regno Unito 2588 Belgio 163 Danimarca 198 Norvegia 208 Spagna 3498 Canada 3881 Giappone 3884 Stati Uniti 5130 Svizzera Svezia Mercati sviluppati Grecia 292 Totale mondiale Fonte: Standard and Poors Global Stock Markets Factbook 2008, p Dati al 31 dicembre Fonte: Wilshire Atlas. 5 Fonte: Standard and Poors Global Stock Markets Factbook 2008, p Fonte:. Standard and Poors Global Stock Markets Factbook 2008, p Fonte:. The Global Forbes.com INVESTMENT INSIGHTS Perché investire nel mercato azionario statunitense? 3

4 2. Un mercato altamente diversificato che permette di sviluppare numerosi temi di investimento Abbiamo già accennato ai numerosi potenziali vantaggi della diversificazione geografica sul rischio complessivo di portafoglio e lo stesso vale, a nostro parere, per la diversificazione settoriale. Il mercato statunitense, su cui a fine 2007 erano quotate aziende un numero decisamente maggiore a qualsiasi altra borsa internazionale (vedasi la Tabella n. 1), offre opportunità ineguagliabili per diversificare il portafoglio a livello di società, industrie e settori. Rispetto a molti listini nazionali di minori dimensioni, spesso altamente concentrati e dominati da un numero limitato di settori o industrie, il mercato azionario statunitense non solo permette di diversificare al massimo la selezione degli investimenti, ma offre anche agli investitori non statunitensi una vasta scelta a livello di temi, settori e trend d investimento, difficilmente reperibile nei rispettivi mercati locali. 3. Maggiore liquidità Il mercato azionario statunitense è uno dei più liquidi al mondo. Nel 2007 il valore complessivo delle azioni trattate sui listini americani era stimato a 42,6 mila miliardi di dollari9, ovvero 4,1 volte quello delle azioni trattate sulla borsa di Londra lo stesso anno e 6,6 volte quelle trattate sulla borsa di Tokyo. Ciò significa che i più comuni problemi associati alla costruzione e successiva riduzione delle posizioni azionarie, così comuni in alcune piazze, sono molto più rari in quella statunitense. 4. Investendo nelle aziende americane si investe nell economia globale Molte aziende statunitensi sono presenti in tutto il mondo e, di conseguenza, danno agli investitori la possibilità di ottenere esposizione alla crescita internazionale. Sebbene blue chip come Microsoft, General Electric e Coca-Cola abbiano uffici in quasi tutti i paesi del mondo, sono numerosissime le grandi aziende americane - in particolare dei settori dei beni di consumo ciclici, IT ed energia - che generano una quota consistente dei propri ricavi da operazioni esterne agli Stati Uniti. Infatti, le stime elaborate da Standard&Poor s alla fine del 2007 rivelano che quasi il 50% dei ricavi delle società dell indice S&P 500 proveniva da vendite in paesi esteri agli Stati Uniti mentre nel 2001 tale quota era pari al 30% 10. Investendo nelle multinazionali americane, che hanno interessi in tutto il mondo, si finisce pertanto per investire nell economia globale. Inoltre, grazie alla natura globale delle attività di molte società statunitensi le fasi di deprezzamento del dollaro non costituiscono una fonte di preoccupazione, dato che grazie agli effetti positivi della conversione valutaria contribuiscono alla crescita degli utili in dollari. 5. L esposizione al mercato azionario statunitense può migliorare il rapporto/rischio rendimento Il confronto tra la distribuzione dei rischi e dei rendimenti offerti dagli indici di mercato più rappresentativi evidenzia che, su base storica, l'esposizione al mercato azionario statunitense ha sempre sostenuto la performance di portafoglio (Tabella n. 2, pagina 5). Ad esempio, nei 15 anni che vanno dal gennaio del 1994 al dicembre del 2008 l indice MSCI EAFE 11 ha generato un rendimento del 3,88% con una deviazione standard del 17,87%, mentre l'indice S&P 500 ha guadagnato il 6,46% con una deviazione standard del 16,77%. Per gli investitori non statunitensi un esposizione dell 80% all indice EAFE e del 20% all S&P 500 ha determinato un incremento dei rendimenti accompagnato dalla parziale riduzione del livello di rischio (deviazione standard) rispetto ad un esposizione del 100% in azioni di mercati non Usa. Le stesse conclusioni sono state tratte dall'analisi dei rendimenti per il periodo di vent'anni compreso tra gennaio 1989 e dicembre Anche gli investimenti congiunti su mercati emergenti e listini americani hanno generato risultati analoghi. Tuttavia, se per lo stesso periodo di riferimento di 15 anni l investimento avesse interessato esclusivamente titoli dei mercati emergenti, la performance si sarebbe limitata al 2,75% con una deviazione standard del 27,45%, mentre un'esposizione del 50-80% nell indice S&P 500 avrebbe prodotto rendimenti più elevati a fronte di un minor rischio. In un orizzonte ventennale, l allocazione all indice S&P 500 sarebbe servita per minimizzare il rischio preservando lo stesso livello di rendimenti. Anche se sul breve periodo i listini statunitensi potrebbero sottoperformare quelli degli altri paesi o degli indici dei mercati emergenti, i dati storici indicano che sul lungo termine l'esposizione al mercato americano comporta notevoli vantaggi. 8 Fonte: Standard and Poors Global Stock Markets Factbook 2008, p Fonte: Standard & Poors Global Stock Markets Factbook 2008, p Fonte, Standard and Poors, citata dal Financial Times del 5 febbraio 2009, pagina L indice MSCI EAFE è un indice di azioni straniere dal punto di vista degli investitori nordamericani cioè formato da azioni europee, dell Australasia e dell'estremo oriente. I dati relativi a questi esempi sono tratti da Zephyr StyleADVISOR 4 Perché investire nel mercato azionario statunitense? INVESTMENT INSIGHTS

5 Tabella n. 2 a 15 anni (gen 04-dic 08) a 20 anni (gen 89-dic 08) Rendimenti annui Deviazione standard Rendimenti annui Deviazione standard (%) (%) S&P 500 6,46 16,77 8,43 15,72 MSCI EAFE 3,88 17,87 3,49 18,23 MSCI EM 2,73 27,45 10,12 27,66 50% EAFE 50%S&P 500 5,35 16,66 6,19 16,09 80% EAFE 20% S&P 500 4,51 17,23 4,63 17,18 50% EM 50% S&P 500 5,58 20,38 10,27 19,95 80% EM 20% S&P 500 4,13 24,34 10,44 24,33 Fonte: Zephyr StyleADVISOR. Le combinazioni di indici sono illustrazioni ipotetiche, rappresentative delle allocazioni di portafoglio dell investitore-tipo. Gli indici sono ribilanciati di anno in anno e i dividendi reinvestiti. 6. Un mercato che premia l'innovazione e l'imprenditorialità Non è un caso che molte delle aziende più dinamiche, internazionalmente competitive e redditizie siano americane. Gli investimenti di borsa sono molto comuni negli Stati Uniti, le politiche statali favorevoli alle aziende, la creatività e l'imprenditorialità doti generosamente premiate. L'elevato livello di specializzazione e l'elevato livello di apertura del mercato americano promuovono una cultura altamente innovativa che incoraggia gli imprenditori a rischiare, fondando nuove aziende e investendo in tecnologie d avanguardia. La classifica stilata dall INSEAD nel Global Report per il periodo assegna al mercato statunitense il primo posto per l innovazione. Per citare il rapporto stesso Ciò non deve sorprendere, dato che da cento anni gli Stati Uniti si attestano quasi sempre in cima alla classifica dell'innovazione. Analogamente, per l IMD World Competitiveness Yearbook gli Stati Uniti sono l economia più competitiva, come ogni anno dal 1994, anno in cui hanno superato il Giappone. L IMD sottolinea che il mercato statunitense - aperto, resiliente e altamente votato all imprenditorialità - riesce sempre a reinventarsi con mezzi spesso sconosciuti al Giappone (e a gran parte dell Europa). 7. Un solido vantaggio economico Nel corso degli anni l economia statunitense ha saputo dimostrarsi, a nostro parere, una delle più solide del mondo, esibendo una capacità ineguagliata di ripresa da crisi economiche e politiche. Tra i principali fattori alla radice di tale fenomeno spiccano, a parte la cultura innovativa e imprenditoriale, la vivace crescita della produttività e la costante rigenerazione del capitale umano grazie all'immigrazione e alla crescita demografica. Sul lungo periodo la crescita economica è sostenuta dall aumento dei livelli di produttività, ma anche sul breve termine i guadagni di produttività influenzano le variabili economiche più importanti, come ad esempio l occupazione, il tasso d inflazione e l accelerazione dell output. Il costante incremento della produttività della manodopera, ovvero della produzione oraria, ha costituito uno dei più importanti fattori della crescita dell economia statunitense degli ultimi dieci anni. Tra l inizio degli anni 70 e il 1995, l espansione della produttività del settore non agricolo statunitense è stata pari all 1,5 per cento circa su base annua. Si tratta di un risultato deludente sia rispetto ai dati storici per gli Stati Uniti tra il 1948 e il 1973 l output orario era infatti cresciuto in media a un vertiginoso ritmo di quasi il 3 per cento l anno che rispetto ad altre economie industriali. Tuttavia, secondo il Presidente della Federal Reserve Ben Bernanke 14, dopo il 1995 la produttività è salita al tasso annuo del 2,5 per cento circa. Per citare un passaggio del discorso tenuto dal Presidente della Fed all Università di Harvard nel giugno del 2008, Il rimbalzo della produttività verso la metà degli anni 90 dimostra ancora una volta l'ottima capacità di tenuta dell'economia americana. 12 Confederation of Indian Industry & INSEAD, Global Innovation Index INSEAD 13 L IMD World Competitiveness Yearbook valuta 55 paesi in base a 331 parametri. Gli Stati Uniti sono seguiti a ruota da Singapore, le cui dimensioni sono molto inferiori. 14 Cfr. il Presidente del Board of Governors del Federal Reserve System, Ben S.Bernanke, Remarks on Class Day 2008, Presso la Harvard University di Cambridge, Massachusetts e lo Speech Before Leadership del 31 agosto 2006 a Greenville, South Carolina. INVESTMENT INSIGHTS Perché investire nel mercato azionario statunitense? 5

6 Bernanke attribuisce la ripresa della produttività durante tale periodo all'iniziativa del settore privato, unita all'effetto positivo delle politiche statali mirate a promuovere ricerca di base e competitività, nonché alle politiche monetarie. L economia statunitense vanta inoltre un ulteriore vantaggio, rappresentato dai trend di immigrazione. Il paese ha sempre beneficiato delle successive ondate di immigrati altamente qualificati provenienti da tutto il mondo. Questo fenomeno ha favorito la costante rigenerazione del capitale umano statunitense, con conseguenze particolarmente felici. Tra il 1994 e il 2004 la crescita statunitense ha superato quella di Eurolandia di un punto percentuale. La maggiore produttività dell economia americana spiega in parte la differenza, ma anche la più veloce espansione demografica degli Stati Uniti gioca un ruolo importante. Anche in futuro tale tendenza dovrebbe continuare a sostenere la crescita del paese. Mentre Europa e Giappone devono fare i conti con una popolazione in rapido invecchiamento, le proiezioni demografiche per gli Stati Uniti elaborate dal Pew Research Centre 16 dimostrano che, sulla base dei trend attuali, la popolazione statunitense salirà da 296 milioni di abitanti nel 2005 a 438 milioni nel L 82% di questo incremento proverrà da immigrati giunti tra il 2005 e il 2050 e dai loro discendenti. Vale tuttavia la pena di sottolineare che anche a questi livelli, il paese sembra in grado di assorbire tassi di immigrazione ancora più elevati. L indagine sulla produttività globale condotta dal gruppo Proudfoot Consultancy per il 2008 dimostra che negli Stati Uniti il 31% dei dirigenti individua nella carenza di personale, in particolare personale specializzato, il principale ostacolo all incremento della produttività 17. Per finire, l'economia americana è anche una delle maggiori beneficiarie degli investimenti diretti stranieri. Nel 2008, l UNCTAD 18 ha calcolato che i flussi di investimenti diretti stranieri (FDI) erano scesi del 21% a 1,4 mila miliardi di dollari e dovrebbero scendere ulteriormente nel La recessione globale ha penalizzato sia gli investimenti dall estero che le regioni beneficiarie. Ciononostante, le stime preliminari dell'unctad rivelano che gli Stati Uniti sono ancora il primo paese in termini di volumi di investimenti diretti stranieri: 220 miliardi di dollari, pari al 26.2% di tutti i flussi di investimento verso i paesi sviluppati e il 15,2% dei flussi di investimenti diretti stranieri mondiali (comprese le economie in via di sviluppo). L economia statunitense è l unica al mondo a non risentire del rallentamento della produttività globale - The Conference Board L ultimo rapporto sulla produttività del Conference Board 15, un organizzazione che raccoglie economisti e imprese di tutto il mondo, sostiene che nonostante nel 2008 la produttività globale abbia fatto segnare un rallentamento, l output per ora lavorata è salito dell 1,7 per cento negli Stati Uniti dopo l incremento dell 1,7 per cento registrato nel 2007 Gli ultimi guadagni in termini di produttività sono stati tuttavia realizzati grazie ad aggressivi programmi di esubero, il che lascia pensare che la produttività dei lavoratori rimasti e, di conseguenza, delle aziende, stia in realtà migliorando. Parlando dell Europa, il Conference Board osserva che la crescita della produttività europea ha subito un drastico ridimensionamento, dato che molte aziende del Vecchio continente hanno indugiato a ridurre gli organici di fronte al crollo della produzione. La crescita della produttività nei 27 paesi membri dell Ue è scesa dall 1,3 per cento nel 2007 e a solo lo 0,2 per cento nel 2008, mentre nel 2009 dovrebbe toccare quota zero. Possibili problemi Sebbene vi siano ottimi motivi per investire nel mercato statunitense, è opportuno menzionare anche i rischi connessi a questa particolare regione. Innanzitutto, gli investitori stranieri sono esposti alle oscillazioni dei cambi contro il dollaro, che incidono sempre, a volte in maniera positiva e a volte negativa, sui rendimenti. Il biglietto verde non risente solo dei flussi di capitali in entrata ed uscita dagli Stati Uniti, ma anche delle politiche fiscali e monetarie e dei dati macroeconomici. Ad esempio, l inflazione svolge un ruolo di primo piano nell andamento dell economia Usa, e di conseguenza nella forza del dollaro. Ciò potrebbe costituire un fattore di rischio, dato che il controllo dell inflazione non costituisce per la Federal Reserve un obiettivo primario come lo è per la BCE ed altre banche centrali. In realtà, per gli investitori non statunitensi investire in aziende americane comporta un maggiore livello di incertezza economica e la minore conoscenza di questo mercato potrebbe richiedere maggiore ricerche e attenzione. Tuttavia, gli investitori possono coprirsi contro gli effetti avversi delle oscillazioni dei cambi o scegliere fondi che lo facciano per loro, isolando i movimenti dei prezzi azionari. 15 The Conference Board, Comunicato Stampa/Notizia, 22 gennaio 2009, U.S. Bucks Slowdown in Global Productivity Says the Conference Board 16 Tendenze Demografiche negli Stati Uniti per il periodo , di Jeffrey S. Passel e D VeraCohn, Pew Research Center, 11 febbraio Proudfoot Consulting Global Productivity Report 2008, pagina UNCTAD (United Nations Conference On Trade and Development) Comunicato stampa 19/01/09 6 Perché investire nel mercato azionario statunitense? INVESTMENT INSIGHTS

7 La presenza globale delle imprese americane rappresenta un altro fattore importante. Molte aziende statunitensi stanno concentrando i propri piani di crescita nei mercati stranieri, in particolare quelli emergenti. Sebbene investire in società americane significhi investire nella crescita globale e offra notevoli vantaggi a livello di diversificazione, in alcuni casi potrebbe risultare più conveniente investire direttamente in questi mercati. Per finire, i rischi normativi specifici del mercato statunitense potrebbero modificare in modo sostanziale il modello industriale delle aziende selezionate dagli investitori. Vari provvedimenti amministrativi, come ad esempio la legge Sarbanes-Oxley, hanno ridotto, a giudizio di molti, il vantaggio competitivo degli Stati Uniti introducendo regolamenti eccessivamente complessi. Il rischio di contenzioso è particolarmente elevato in questa regione, mentre le tendenze protezionistiche sono un problema che si ripresenta con regolare frequenza durante i cicli economici sfavorevoli. Esiste anche il rischio che le riforme dei mercati finanziari successive alla crisi creditizia possano far salire il costo dei finanziamenti, con gravi ripercussioni sulla redditività e la crescita aziendali. Nonostante tali obiezioni, riteniamo però che nel complesso i vantaggi offerti dagli investimenti nel mercato statunitense superino i rischi. Il governo americano sta facendo il possibile per rivitalizzare l economia e, nonostante l'attuale congiuntura negativa, le prospettive di ripresa sono migliori negli Stati Uniti che altrove. Segnali incoraggianti Di fronte alla peggiore recessione degli ultimi decenni la Federal Reserve ha reagito tempestivamente tagliando i tassi d interesse nove volte nel corso di 15 mesi e Tabella 3 Andamento dell indice S&P 500 dal 1979 ad oggi adottando misure di allentamento quantitativo. Successivamente l amministrazione Obama ha varato un pacchetto di stimolo fiscale del valore di ben 787 miliardi di dollari, finalizzato alla creazione di posti di lavoro e a stimolare la ripresa. Se a queste misure si aggiungono il piano di salvataggio del settore finanziario, il cosiddetto TARP (Troubled Assets Relief Program) e il programma di riduzione dei pignoramenti delle abitazioni in caso di morosità e insolvenza sulle rate del mutuo, è evidente che gli Stati Uniti hanno fatto più di qualsiasi altro paese per stimolare la propria crescita. Per tale motivo, molti ritengono che l'america potrebbe essere la prima economia ad emergere dall attuale fase recessionistica, e la sua borsa la prima a riprendere quota. In base al principio FIFO (first in, first out), dato che gli Stati Uniti sono stati il primo paese ad entrare in recessione, molti economisti prevedono che entro la fine del 2009 dovrebbero apparire qui i primi segnali di ripresa. Questa opinione è corroborata dalla flessibilità dei mercati americani, e dal fatto che molte aziende sono state capaci di ridurre organici e costi più tempestivamente di molte altre economie avanzate. I mercati azionari in genere "precorrono" le fasi di ripresa In passato i mercati azionari hanno sempre anticipato le fasi di ripresa economica, mettendo a segno dei rialzi prima che si verificasse un accelerazione percepibile della crescita dell economia reale. La Tabella n. 3, che illustra l andamento dell indice S&P 500 dal 1979 ad oggi, mostra che in tutte le precedenti quattro fasi recessionistiche a partire dal 1979 (rappresentate dalle barre verticali), il mercato azionario statunitense ha iniziato a guadagnare terreno qualche mese prima della ripresa dell economia reale (nel 2001 la borsa si era ripresa prima della fine della recessione). Fonte: Factset, prezzo di chiusura settimanale dell indice (dividendi/plusvalenze esclusi). I dati si riferiscono al periodo compreso tra febbraio 1979 e febbraio INVESTMENT INSIGHTS Perché investire nel mercato azionario statunitense? 7

8 Le azioni statunitensi sono ancora le favorite Un altro segnale incoraggiante per il mercato azionario statunitense è costituito dal fatto che i responsabili delle scelte di allocazione degli investimenti continuano a preferire i titoli americani, ed infatti gli Stati Uniti sono l'unica regione in cui questi fondi presentano un sovrappeso netto. La Tabella n. 4 mostra che il mercato in cui gestori di fondi preferiscono sovraesporsi (in termini netti) su un orizzonte di 12 mesi è quello statunitense: Inoltre, secondo l'indagine, i gestori considerano le prospettive di redditività delle aziende e la qualità dei loro utili più favorevoli negli Stati Uniti che altrove. Tabella n. 4 Su un orizzonte di 12 mesi, in quale regione preferireste assumere una posizione di sovrappeso/sottopeso? % di gestori intervistati che ha risposto: Sovrappeso più probabile Dic 08 Nov 08 Ott 08 Usa Eurolandia Regno Unito Giappone Mercati emergenti globali Sottopeso più probabile Netta Usa Eurolandia Regno Unito Giappone Mercati emergenti globali Usa Eurolandia Regno Unito Giappone Mercati emergenti globali Fonte: Merrill Lynch, Global Fund Manager Survey, 17 dicembre Tavola 33. Conclusioni Il mercato azionario statunitense è uno dei più sofisticati del mondo. È anche il mercato più ampio a livello mondiale: offre pertanto enormi opportunità di diversificazione in termini di temi, trend e settori, spesso assenti negli altri mercati internazionali. Di conseguenza, riteniamo che la mancata esposizione a questa piazza potrebbe comportare gravi conseguenze per la performance del portafoglio d investimento.

9 Per maggiori informazioni consultare il sito o contattare il proprio team locale. Janus Capital International Limited Tel: london@janus.com Janus Capital Asia Limited Tel: hongkong@janus.com Janus Capital International Limited Tel japan@janus.com Janus Capital International Limited Tel: milan@janus.com Janus Capital Asia Limited Tel: australia@janus.com Pubblicato in Europa da Janus Capital International Limited, autorizzata e disciplinata dalla Financial Services Authority. Emesso e distribuito a: (a) Taiwan R.O.C da Janus Capital International Limited, autorizzata e disciplinata dalla Financial Services Authority del Regno Unito; (b) Hong Kong e Australia da Janus Capital Asia Limited (ARBN ), costituita ad Hong Kong e pertanto non tenuta ad ottenere il permesso di distribuire i propri prodotti e servizi finanziari in Australia, autorizzata e disciplinata dalla Securities and Futures Commission di Hong Kong ai sensi delle leggi di Hong Kong, che sono diverse da quelle australiane. In Australia questa pubblicazione è riservata esclusivamente ai clienti professionali; a Taiwan (ROC) e nella Repubblica Popolare Cinese è distribuita esclusivamente a investitori istituzionali selezionati. Il presente documento non costituisce una raccomandazione di investimento né tantomeno un offerta di vendita, acquisto o una raccomandazione di titoli eccetto secondo le condizioni specificamente previste da eventuali accordi stipulati in conformità con le leggi, le norme e i regolamenti applicabili. Janus Capital Group e le sue controllate non sono responsabili della distribuzione illecita a terzi, integrale o parziale, del presente documento né di informazioni in esso contenute e non garantiscono che i dati riportati siano accurati, completi o aggiornati, né tantomeno rilasciano alcuna garanzia circa i risultati ottenibili mediante l uso del documento stesso. Come per tutti i tipi d investimento, sono presenti dei rischi che ciascun investitore deve considerare attentamente. La distribuzione del presente documento o delle informazioni ivi contenute può essere soggetta a restrizioni di legge e non verrà effettuata in giurisdizioni o in circostanze in cui non sia consentita dalla legge. Se il broker e/o l intermediario intende trasmettere a terzi il presente documento o le informazioni ivi contenute è tenuto a verificare personalmente se ciò è consentito dalle leggi vigenti e a rispettare la normativa applicabile. Janus declina ogni responsabilità in caso di distribuzione illecita a terzi del presente documento. Il presente documento non costituisce una sollecitazione alla vendita di azioni e nulla di quanto ivi contenuto intende fungere da consulenza per gli investimenti. Prima dell adesione leggere il Prospetto informativo RC-0509(22)0510 Italy Retail Perché investire nel mercato azionario statunitense? INVESTMENT INSIGHTS 8

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