BILANCIO DI GENERE DI GENEREE PIANO D AZIONE PER LA PARITÀ DI DONNE DEL E UOMINI COMUNE DEL COMUNE DI DI AREZZO

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1 BILANCIO DI GENERE DI GENEREE PIANO D AZIONE PER LA PARITÀ DI DONNE DEL E UOMINI COMUNE DEL COMUNE DI DI AREZZO

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3 Bilancio di Genere del Comune di Arezzo Il Bilancio di genere (gender budgeting) è uno strumento per leggere le politiche e il bilancio di un ente secondo le differenti ricadute prodotte sulle donne e sugli uomini, al fi ne di promuovere la realizzazione del principio di uguaglianza e parità. Infatti i bilanci pubblici non sono neutri, ma strumenti con cui l'autorità politica defi nisce il modello di sviluppo socio-economico e i criteri di ridistribuzione, decide le priorità di intervento rispetto alle politiche e ai bisogni dei propri cittadini, producendo su di questi un impatto e degli effetti differenti a seconda che si rivolgano a uomini o donne. I maggiori impegni di cui si fanno carico le donne nel lavoro domestico e di cura, le discriminazioni e le diffi coltà che incontrano nel campo lavorativo e sociale, nell accesso a posizioni apicali, hanno infatti un impatto negativo sia in termini individuali che collettivi. Rendere i cittadini consapevoli dei risultati prodotti con l'attuazione delle politiche di bilancio (quale effetto producono le politiche di bilancio? quale categoria è avvantaggiata? quali sono le alternative per l'allocazione di date risorse? come si giustifi cano i costi di determinate scelte?) signifi ca inoltre perseguire un principio di trasparenza e dare contenuto sostanziale al metodo democratico ad ogni livello di governo. Nell intento di promuovere e sostenere tali valori, il Comune di Arezzo, negli ultimi 5 anni, si è impegnato in modo signifi cativo nel promuovere le pari opportunità tra donne e uomini nel proprio territorio. È profonda convinzione infatti che questa scelta favorisca non solo l affermazione di un principio costituzionale di uguaglianza, ma anche un importante processo di crescita economica e sociale, che passa necessariamente attraverso la valorizzazione e il sostegno alla famiglia e soprattutto alla sua componente femminile, il cui talento ad oggi rimane in gran parte inespresso. Importante è stato soprattutto il percorso di partecipazione e di condivisione con tutti i soggetti economici e sociali rappresentativi del territorio che ha portato alla redazione del Piano di Azione per l attuazione della Carta Europea per l Uguaglianza tra Donne e Uomini nella vita locale e regionale. Questo documento strategico rappresenta infatti l inizio di un importante percorso di affermazione delle pari opportunità nel territorio aretino, e il bilancio di genere, che è l attuazione di uno dei primi obiettivi, propone un fondamentale strumento di valutazione e di analisi dell azione comunale. Mi auguro dunque che il Piano d Azione per la Parità ed il Bilancio di genere vengano apprezzati per il valore conoscitivo e strategico che propongono, e che possano contribuire, con la loro funzione di stimolo, a promuovere una rinnovata cultura politica ed amministrativa di parità e di uguaglianza. L Assessora alle Pari Opportunità Aurora Rossi Il Sindaco Giuseppe Fanfani

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5 Bilancio di Genere del Comune di Arezzo INDICE Introduzione 9 1 La vita di donne e uomini nel comune di Arezzo 1.1 La popolazione e le famiglie 1.2 Il livello di Istruzione 1.3 Il lavoro 1.4 Il disagio 1.5 La mobilità 2 Le politiche e i programmi comunali in un ottica di genere 3 L analisi del bilancio comunale in una ottica di genere L analisi dei servizi comunali in un ottica di genere 4.1 Le aree dirette alle politiche di genere e pari opportunità 4.2 Le aree indirette alla persona e alla famiglia 4.3 Le aree indirette alla qualità della vita e dell ambiente Allegato La Carta Europea per l uguaglianza di donne e uomini nella vita locale e regionale: obiettivi e azioni del Piano d Azione TABELLE Tabella 1: Popolazione di Arezzo al 01/01/2010 per sesso, aree di cura e fasce di età (Fonte: Demografi a in cifre Tabella 2: Popolazione di Arezzo al 01/01/2010 per genere, stato civile e fasce di età Maschi (Fonte: Demografi a in cifre Tabella 3: Popolazione di Arezzo al 01/01/2010 per genere, stato civile e fasce di età - Femmine (Fonte: Demografi a in cifre Tabella 4: Popolazione residente in famiglia e famiglie per numero di componenti Comune di Arezzo al 31/12/2001 (Fonte: Istat Censimento 2001). Tabella 5: Bilancio demografi co 2009 Comune Arezzo (Fonte: Demografi a

6 in cifre Tabella 6: Popolazione straniera residente al 1 gennaio 2010 per aree di cura e genere Comune di Arezzo (Fonte: Demografi a in cifre istat.it/). Tabella 7: Indicatori anagrafi ci : Comune di Arezzo (Fonte: Istat Censimento 2001 e popolazione residente al 31/12/2009). Tabella 8: Indici di possesso del diploma di scuola media superiore e di non conseguimento della scuola dell obbligo per sesso (2001) (Fonte: Istat, Censimento della Popolazione e delle abitazioni (2001). Tabella 9: Indicatori Lavoro comune di Arezzo per genere 2001 (Fonte: Istat, Censimento della Popolazione e delle abitazioni (2001). Tabella 10: Occupati Comune di Arezzo per sezione di attività economica e sesso (2001) (Fonte: Istat, Censimento della Popolazione e delle abitazioni (2001). Tabella 11: Occupati per sesso e classe di età (Fonte: Istat, Censimento della Popolazione e delle abitazioni (2001). Tabella 12: Dettaglio attività previste dal Comune di Arezzo correlate al Piano di Azione per la Carta Europea per la parità (Fonte: Piano di Azione Comune di Arezzo). Tabella 13: Conto del Bilancio Comune di Arezzo 2009 (Fonte: Conto del Bilancio del Comune di Arezzo 2009 (con l individuazione delle sole voci rilevanti ai fi ni del bilancio di genere). Tabella 14: Bilancio di genere del Comune di Arezzo 2009 (Fonte: Conto del Bilancio del Comune di Arezzo 2009 (con l individuazione delle sole voci rilevanti ai fi ni del bilancio di genere). Tabella 15: Bilancio di genere per aree di genere e titoli di spesa (Fonte: Conto del Bilancio del Comune di Arezzo 2009). Tabella 16: Bilancio di genere - Aree di genere per titoli di spesa e interventi (Fonte: Conto del Bilancio del Comune di Arezzo 2009). Tabella 17: Centro per l Integrazione: Contatti per tipologia di richieste e per sesso Anno 2009 (Fonte: Comune di Arezzo). Tabella 18: Violazioni al codice stradale contestate nel mese di ottobre 2009 (Fonte: Comune di Arezzo). Tabella 19: Utenti biblioteche comunali di Arezzo per sesso (Fonte: Comune di Arezzo). Tabella 20: Utenti biblioteche comunali di Arezzo per sesso (Fonte: Comune di Arezzo) FIGURE Figura 1: Popolazione di Arezzo al 01/01/2010 per aree di cura (Fonte: Demografi a in cifre Figura 2: Popolazione di Arezzo per genere e aree di cura al 01/01/2010 (Fonte: Demografi a in cifre Figura 3: Popolazione di Arezzo per stato civile e genere al 01/01/2010 (Fonte: Demografi a in cifre Figura 4: Popolazione di Arezzo al 31/12/2001 per tipo nucleo familiare (Fonte: Istat Censimento 2001)

7 Bilancio di Genere del Comune di Arezzo Figura 5: Popolazione straniera di Arezzo primi 10 paesi e sesso (01/01/2010) (Fonte: Demografi a in cifre Figura 6: Indicatori del carico di cura Comune di Arezzo (2010) (Fonte: Demografi a in cifre Figura 7: Popolazione + 6 anni per genere e titolo di studio (2001) (Fonte: Istat, Censimento della Popolazione e delle abitazioni (2001). Figura 8: Popolazione over 15 di Arezzo per condizione e per sesso (2001) (Fonte: Istat, Censimento della Popolazione e delle abitazioni (2001). Figura 9: Occupati di Arezzo per attività economica e per sesso (2001) (Fonte: Istat, Censimento della Popolazione e delle abitazioni (2001). Figura 10: Occupati per posizione professionale e sesso (2001) (Fonte: Istat, Censimento della Popolazione e delle abitazioni (2001). Figura 11: Provincia di Arezzo, Collaboratori iscritti INPS per sesso e fascia di età e di reddito (2008) (Fonte: Data base Inps). Figura 12: Provincia di Arezzo, totale pensioni Inps per sesso e per classe di reddito (2010) (Fonte: Data base Inps). Figura 13: Provincia di Arezzo, popolazione residente di 15 anni e più che si è recata il mercoledì precedente la data del censimento al luogo abituale di lavoro per sesso, mezzo utilizzato (2001) (Fonte: Istat, Censimento della Popolazione e delle abitazioni (2001). Figura 14: Bilancio di genere per aree di genere (2009) (Fonte: Conto del Bilancio del Comune di Arezzo 2009). Figura 15: Bilancio di genere - Aree dirette e indirette alla persona e alla famiglia dettaglio (Fonte: Conto del Bilancio del Comune di Arezzo 2009). Figura 16: Bilancio di genere - Aree indirette alla qualità della vita e all ambiente per tipologia servizio (Fonte: Conto del Bilancio del Comune di Arezzo 2009). Figura 17: Bilancio di genere - Spese correnti per aree di genere (Fonte: Conto del Bilancio del Comune di Arezzo 2009). Figura 18: Bilancio di genere - Spese in conto capitale per aree di genere (Fonte: Conto del Bilancio del Comune di Arezzo 2009). Figura 19: Bilancio di genere per Aree di genere (Fonte: Conto del Bilancio del Comune di Arezzo 2009). Figura 20: Composizione Giunta e Consiglio Comunale per sesso (Fonte: Comune di Arezzo). Figura 21: Composizione Consigli di Circoscrizione per sesso mandato (Fonte: Comune di Arezzo). Figura 22: Nominati CDA partecipate comunali e Sindaci revisori per sesso (Fonte: Comune di Arezzo, dati al 30/9/2010). Figura 23: Dipendenti del Comune per sesso e livello contrattuale (Fonte: Comune di Arezzo). Figura 24: Servizio Informagiovani, utenti 2009 per sesso (Fonte: Comune di Arezzo). Figura 25: Comune di Arezzo, volontari Servizio civile per sesso (Fonte: Comune di Arezzo). Figura 26: Comune di Arezzo, utenti campo nomadi per sesso e fascia di età (Fonte: Comune di Arezzo)

8 Figura 27: Comune di Arezzo: utenti servizi disabili adulti (Fonte: Comune di Arezzo). Figura 28: Comune di Arezzo: posti disponibili per accoglienza residenziale temporanea per sesso (Fonte: Comune di Arezzo). Figura 29: Comune di Arezzo, Incidenti stradali rilevati nel 2009 per sesso (Fonte: Comune di Arezzo). Figura 30: Comune di Arezzo, denunce esposti nel 2009 per sesso (Fonte: Comune di Arezzo). Figura 31: Comune di Arezzo, abbonamenti tessere trasporto pubblico urbano per sesso (Fonte: Comune di Arezzo). Figura 32: Comune di Arezzo, abbonamenti teatri per sesso (Fonte: Comune di Arezzo)

9 INTRODUZIONE Bilancio di Genere del Comune di Arezzo 9 Il bilancio di genere è uno strumento di analisi che mira a offrire agli amministratori e ai cittadini degli spunti di rifl essione sul diverso impatto delle politiche economiche degli enti sulle donne e sugli uomini, offrendo così la possibilità di migliorare l utilizzo delle risorse pubbliche con una maggiore equità ed effi cienza nei confronti di tutti i cittadini e di tutte le cittadine L esigenza di sviluppare un bilancio di genere nasce dalla considerazione che le politiche economiche pubbliche sono normalmente rivolte al cittadino inteso come un soggetto sociale neutro. Una lettura differenziata tra donne e uomini delle conseguenze dell operato di ogni amministrazione pubblica fa risultare, invece, che i cittadini e le cittadine hanno necessità e bisogni talmente differenti che se ignorati provocano una serie di disuguaglianze reali. L esigenza di sviluppare uno strumento specifi co che sappia cogliere le differenze di genere nasce dalla constatazione che ogni decisione politica e di bilancio, a seconda della sua natura, è chiaramente destinata a segmenti spesso ben defi niti di popolazione: sono facilmente riconoscibili infatti le iniziative politiche rivolte ad esempio ai giovani, agli anziani, alle famiglie, ai lavoratori, ai disoccupati. Nel panorama di decisioni pubbliche manca però spesso la prospettiva di genere, che permetta di rifl ettere se una determinata decisione politica vada più a benefi cio delle donne o degli uomini. Questa capacità di lettura si presenta spesso ardua poiché, se si escludono specifi che iniziative destinate alle donne o agli uomini, le differenze tra donne e uomini vanno colte in modo trasversale rispetto a molteplici variabili (età, condizione lavorativa, economica, etc). L esigenza di impegnarsi in questo esercizio di analisi è però importante per un azione politica equa ed effi ciente poiché, ancora oggi, la differenza tra donne e uomini, come si vedrà, è infatti tale da esprimersi e propagarsi ad ogni manifestazione della vita personale, familiare, sociale ed economica. Una differenza che è da ricondursi non tanto alle caratteristiche sessuali, quanto a quelle defi nibili come genere. Se infatti il sesso è una variabile fi sicamente predeterminata, il genere, cioè l insieme dei comportamenti, delle responsabilità e delle incombenze che defi niscono i ruoli delle donne e degli uomini nella società, è sottoposto ad una costante negoziazione nella società, che produce come rifl esso anche degli importanti cambiamenti nelle politiche pubbliche È indubbio che la società moderna, pur avendo prodotto grandi progressi negli ultimi decenni, risenta ancora oggi di notevoli squilibri, sociali, economici e lavorativi, tra donne e uomini, soprattutto in Italia, dove le classifi che europee sottolineano costantemente un divario ancora lontano dall essere colmato. In questa prospettiva si inserisce dunque l esigenza di valutare la reale destinazione delle risorse, ed individuarne i benefi ciari, donne e uomini, per comprendere l equità nella distribuzione, secondo le reali necessità, e per evitare di favorire la crescita delle disuguaglianze. Trascurando l approccio di genere si rischia di riproporre, spesso anche inconsapevolmente, gli stessi presupposti che favoriscono la disuguaglianza, a meno che non si operi una costante e attenta valutazione delle conseguenze del

10 10 proprio operato. Il bilancio di genere, quindi, nasce come strumento di buon governo rispetto ad un primo obiettivo di equità. Esso diventa una delle vie utili per realizzare un governo democratico nel quale tutti i cittadini dispongono delle risorse necessarie e degli stessi strumenti utili per realizzarsi nella vita sociale, famigliare e lavorativa, di migliorare il proprio tenore di vita, siano essi uomini che donne. Un concetto di equità che non si riferisce ad una suddivisione contabile delle risorse, quanto ad un loro utilizzo che soddisfi allo stesso modo le effettive necessità di tutti. Questo primo obiettivo, di equa distribuzione delle risorse secondo le specifi che esigenze, viene poi affi ancato dagli obiettivi di effi cacia ed effi cienza dell azione di governo: un attenta valutazione del reale rapporto costi/benefi ci, aiuta infatti a utilizzare meglio le risorse Il benessere delle persone, che rappresenta, pur nei diversi orientamenti politici, l obiettivo primario dell intervento pubblico, viene infatti letto dal bilancio di genere in una accezione particolarmente estesa, che coglie la comunione di intenti tra il benessere prodotto dell intervento pubblico e quello offerto dal lavoro di cura nelle famiglie, soprattutto appannaggio delle donne. In tal senso, le politiche sociali e per la famiglia rappresentano la più elevata espressione di una sinergia che pone una particolare enfasi sul valore sociale del lavoro di cura e familiare. Si viene così ad affrontare pienamente l origine delle differenze e delle discriminazioni tra donne e uomini nella società, le diffi coltà nella conciliazione della vita familiare con quella lavorativa, nei percorsi di carriera, e, più in generale, il maggior numero di ostacoli che le donne devono superare per intraprendere un qualsiasi percorso di crescita personale, sociale e professionale. È importante sottolineare come il bilancio di genere, per quanto spesso riferito al genere femminile poiché maggiormente esposto a situazioni di discriminazione e di disuguaglianza, si occupa anche di mettere in evidenza delle specifi che criticità di tipo maschile che richiedono spesso un intervento politico specifi co. Basti ricordare i fenomeni della violenza sulle donne, i più elevati tassi di criminalità maschile, la più elevata presenza di uomini tra i suicidi, la maggiore incidentalità stradale, la minore attenzione alla propria salute e il minore impegno nei percorsi scolastici degli uomini: sono tutti indicatori di disagio personale se si vuole ancora più diffi cili da cogliere di quello femminile, poiché appartengono soprattutto alla sfera individuale, ma che inducono a rifl ettere in modo equilibrato sulle differenze tra donne e uomini, ponendo in evidenza le rispettive criticità e affrontandole con gli strumenti adeguati. È importante ricordare che il bilancio di genere è uno strumento di analisi sperimentato per la prima volta in Australia negli anni 80, e che da allora il crescente interesse nella comunità internazionale ne ha determinato l affermazione non solo in numerosi paesi nel mondo, ma anche il riconoscimento a livello istituzionale come strumento raccomandato agli stati e agli enti locali per attuare il principio della parità di genere e di gender mainstreaming. Un passaggio fondamentale è stata in questo senso la Quarta Conferenza Mondiale sulle donne di Beijing nel In tale occasione sono state lanciate a livello mondiale due strategie fondamentali di promozione delle pari opportunità: il gender mainstreaming e l empowerment, sulla cui base si sono sviluppate tutte le politiche

11 Bilancio di Genere del Comune di Arezzo 11 di pari opportunità degli anni successivi, fi no ad oggi, sia a livello europeo, che a livello nazionale e locale. In tale quadro il bilancio di genere è stato riconosciuto quale obiettivo strategico da perseguire, ed è stato menzionato come uno strumento raccomandato agli stati delle Nazioni Unite per la promozione dei diritti e delle Pari opportunità delle donne. A partire dal 1995 si sono dunque sviluppate diverse iniziative a livello mondiale. Ad oggi si contano circa una quarantina di paesi impegnati nel bilancio di genere: diversi paesi del Commonwealth, Africani, Asiatici, ed Europei. Per quanto riguarda l Unione Europea, il bilancio di genere si colloca nell ambito di un più ampio processo di crescente affermazione del principio di pari opportunità, a partire dalle modifi che apportate dal Trattato di Amsterdam del 1997 al precedente Trattato di Roma, attraverso una serie di programmi e strategie sempre più incisive, fi no ad arrivare all odierna Road Map per le Pari opportunità che indica la strategia per la nuova programmazione comunitaria All interno di questo documento il bilancio di genere viene espressamente citato per migliorare la governance sulla parità tra i generi: [ ] L applicazione di metodologie in tema di parità tra donne e uomini, quali la valutazione dell impatto rispetto al genere e il bilancio di genere (l integrazione della prospettiva di genere nella procedura di bilancio) favorirà la parità tra donne e uomini e apporterà maggiori trasparenza e affi dabilità [ ]. In Italia, sulla base di tali presupposti, a partire dal 2002 si è avviato a livello locale una progressiva diffusione delle esperienze nei Comuni e nelle Province, caratteristica questa specifi catamente italiana, considerato che negli altri paesi il bilancio di genere è sempre stato sperimentato a partire dal livello nazionale. Nel 2002 le Province di Genova, Modena e Siena hanno siglato infatti un protocollo di intesa per lo scambio di buone prassi e la diffusione presso altri enti delle metodologie di analisi. Il successo di questo protocollo e il crescente interesse ha portato ad oggi a circa una sessantina di esperienze di bilancio di genere in Italia, nelle Regioni, Province e Comuni. A livello nazionale si ricorda ancora che la Direttiva del 23 maggio 2007 (G.U. n. 173 del ), Misure per attuare parità e pari opportunità tra uomini e donne nelle amministrazioni pubbliche, emanata dal Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione e dal Ministro per i diritti e le pari opportunità, ha raccomandato alle amministrazioni pubbliche l utilizzo del bilancio di genere. Il bilancio di genere è stato infi ne recepito nella normativa nazionale essendo stato citato nel Decreto Legislativo nr. 150/2009 di attuazione della Legge 15/09 come uno dei documenti che le amministrazioni devono produrre contestualmente alla Relazione sulla performance entro il 30 giugno di ogni anno (art. 10 comma 1 lett. b). A livello regionale, è importante ricordare l impegno della Regione Toscana nella promozione delle pari opportunità e nello specifi co del bilancio di genere: la recente L.R. nr. 16 del 2 aprile 2009 della Regione Toscana sulla cittadinanza di genere promuove infatti, all art. 13, l adozione del bilancio di genere non solo a livello regionale, ma anche a livello territoriale. Strettamente collegato con la realtà territoriale del Comune di Arezzo è l indicazione di redigere il bilancio di genere, contenuta all interno della Carta Europea dell Uguaglianza dell AICCRE1, alla quale il 1 La Carta Europea per la Parità di Donne e Uomini nella vita Locale e Regionale è stata redatta nell ambito del progetto realizzato dal CCRE (Consiglio dei Comuni e delle Regioni d Europa) in collaborazione con numerosi partners e sostenuto dalla Commissione Europea nell ambito del V Programma d Azione Comunitario per la parità di donne e uomini. Adottata durante i lavori della XIII Assemblea degli Stati Generali del CCRE, ad Innsbruck nel maggio 2006, è destinata agli Enti Locali e Regionali d Europa che sono invitati a fi rmarla quindi a prendere pubblicamente posizione sul principio di parità di donne ed uomini attuando, sul territorio di propria competenza, gli impegni in essa defi niti.

12 12 Comune ha aderito nel Dal punto di vista metodologico, il bilancio di genere del Comune di Arezzo, elaborato relativamente al bilancio consuntivo 2009, è stato strutturato secondo un percorso di analisi sviluppato dalla teoria accademica che ha già conosciuto diverse sperimentazioni in Italia. Le fasi nelle quali è articolato il bilancio di genere cercano di rispondere a due quesiti fondamentali: quali sono i bisogni dei cittadini e delle cittadine; come l amministrazione risponde ai bisogni di uomini e donne attraverso: le scelte politiche, gli impegni assunti in bilancio, i servizi offerti. La risposta in termini tecnici ai due quesiti ha dato origine alle diverse fasi in cui è composto il bilancio di genere: per quanto riguarda i bisogni dei cittadini, si è cercato di dare una lettura del territorio attraverso una analisi del contesto, in grado di cogliere gli elementi maggiormente descrittivi della popolazione in termini di genere, successivamente approfondita attraverso la descrizione di alcuni target in grado di offrire alcune indicazioni in merito alla lettura della domanda di servizio; la capacità di risposta dell ente rispetto ai bisogni della cittadinanza intesa in termini di uomini e donne è analizzata attraverso la descrizione della attività dell ente, dalle scelte politiche e di indirizzo strategico, alle decisioni di bilancio, per arrivare alla erogazione di servizi offerti alla cittadinanza. L utilizzo di indicatori di genere in merito all utenza dei servizi consente infi ne di maturare delle rifl essioni conclusive sui servizi e sulle politiche adottate dall ente. Come indicano le premesse della Carta, per assicurare la messa in atto degli impegni, ogni fi rmatario deve redigere un Piano d Azione per la parità che fi ssi le priorità, le azioni e le risorse necessarie alla sua attuazione.

13 Bilancio di Genere - 1. La vita di donne e uomini nel comune di Arezzo LA VITA DI DONNE E UOMINI NEL COMUNE DI AREZZO 1.1 LA POPOLAZIONE E LE FAMIGLIE L analisi delle caratteristiche della popolazione consente di cogliere, attraverso le variabili anagrafi che e familiari, una prima indicazione circa i possibili stili di vita, le abitudini e i ruoli delle persone, donne e uomini, che vivono su di un territorio. In quest area dunque ci si interroga su quali possano essere gli ambiti potenziali di intervento pubblico attraverso una rifl essione sulle caratteristiche principali delle famiglie, sulla composizione generazionale di donne e uomini, e, attraverso questi dati, sul ruolo ricoperto all interno della famiglia dalle donne e dagli uomini, soprattutto in relazione alla distribuzione del lavoro di cura. La defi nizione di questo ruolo è molto importante nella lettura di genere, poiché consente di comprendere le reali dinamiche delle disparità che, partendo dal dato personale, si ripercuotono poi sulle scelte e opportunità di vita, nonché di lavoro. L indicatore sull uso del tempo è quello che più è in grado di rappresentare la defi nizione dei ruoli tra donne e uomini rispetto al lavoro di cura nell ambiente familiare. È interessante ricordare che le donne toscane 2 dedicano mediamente al lavoro familiare e di cura 4h e 58 minuti, gli uomini 1h e 48 minuti al giorno (media generica). A livello nazionale, inoltre, altri indicatori chiariscono meglio il rapporto tra ruoli e uso del tempo (anni )3 : Il tempo di lavoro totale (pari alla somma del tempo dedicato al lavoro retribuito e di quello dedicato al lavoro familiare) delle donne lavoratrici è più alto di quello dei loro partner, sia nelle coppie con fi gli che in quelle senza fi gli. Si tratta, in particolare, di 9h10 di lavoro totale femminile contro le 8h10 degli uomini. In presenza di fi gli il divario cresce: le madri occupate complessivamente dedicano al lavoro 9h28 a fronte delle 8h17 dei padri. Considerando l indice di asimmetria, se la donna è occupata resta a suo carico il 77,0% del tempo destinato dalla coppia al lavoro domestico in senso stretto, percentuale che sale all 89,7% se non lavora. Se si considerano le medie specifi che (calcolate solo sulle persone che hanno svolto l attività) [...] la durata del tempo di lavoro delle donne occupate in coppia risulta pari in un giorno medio a 6h41 (per i partner è pari a 8h18 ), il tempo dedicato al lavoro familiare è di 4h45 (per i partner 2h21 ) e il tempo libero a 2h44 (3h39 per i partner) [...]. Nel caso del lavoro di cura dei bambini fi no a 13 anni, [ ] se la donna lavora resta a carico della madre il 65,8% del lavoro di cura, contro il 75,6% se la madre non è occupata. L 85,9% delle madri e il 57,8% dei padri con almeno un fi glio fi no a 13 anni svolge in un giorno medio un attività di cura dei fi gli che ricadono in questa classe di età. Tra i genitori impegnati in tali attività, le mamme vi dedicano mediamente 2h13 e i padri 1h 23 [...]. 2 Fonte: Istat, La divisione dei ruoli nelle coppie Statistiche in breve anni Fonte: Sabbadini, L., I tempi della vita quotidiana Relazione Roma, 20 dicembre 2005 Aula Magna - Istituto nazionale di statistica.

14 14 Per mettere in evidenza queste dinamiche, l analisi di genere viene quindi di seguito condotta analizzando le variabili anagrafi che secondo delle aree defi nite di cura raggruppate in modo da offrire una corrispondenza tra i bisogni di conciliazione di donne e uomini e le possibili ricadute delle politiche comunali per l infanzia, gli anziani, etc. Figura 1: Popolazione di Arezzo al 31/12/2009 per aree di cura. Popolazione del Comune di Arezzo per aree di cura al 31/12/2009 Area di conciliazione famiglia e lavoro 54,1% Area di assistenza e supporto 22,4% Area di cura infanzia e adolescenza 16,7% Area di cura anziani 6,8% La popolazione del Comune di Arezzo al 31/12/2009 era composta in tutto da persone, che rappresentavano il 28,58% del totale della popolazione provinciale. Nella ripartizione per fasce di età rappresentative dei diversi periodi di vita, l area di conciliazione famiglia-lavoro (tra i 20 e i 59 anni) comprende il 54,1% dei residenti, l area di assistenza e supporto (60-79 anni) il 22,4%. Le due aree di cura riferite all infanzia-adolescenza e agli anziani incidono complessivamente per il 23,5% del totale della popolazione, 16,7% per i più giovani (0-19 anni), 6,8% per i più anziani (over 80). Figura 2: Popolazione di Arezzo per genere e aree di cura al 31/12/2009. Popolazione del Comune di Arezzo per aree di cura dettaglio M/F al 31/12/2009 M F 0% 20% 40% 60% 80% 100% Area di cura infanzia e adolescenza Area di conciliazione famiglia e lavoro Area di assistenza e supporto Area di cura anziani

15 Bilancio di Genere - 1. La vita di donne e uomini nel comune di Arezzo 15 La composizione di genere complessiva della popolazione vede una presenza di donne maggiore, il 52%, contro il 48% degli uomini: questa differenza assume una connotazione di tipo sociale analizzandone la diversa presenza di donne e uomini al crescere degli anni. In ogni macroarea di genere si può osservare una maggiore presenza femminile, ad eccezione dei giovanissimi 0-19 anni, tra i quali gli uomini prevalgono per 482 unità. La presenza delle donne è invece proporzionalmente crescente al crescere dell età (627 donne in più nella fascia anni, nella fascia anni), fi no alla netta maggioranza di donne tra i più anziani, dove le donne rappresentano il 64,4% degli over 80 (in termini assoluti, donne over 80 contro uomini. Tabella 1: Popolazione di Arezzo al 31/12/2009 per sesso, aree di cura e fasce di età. Popolazione residente al 31/12/2009 per sesso e fascia di età Comune di Arezzo Maschi % Femmine % Totale % Area di cura infanzia e adolescenza 0-2 ANNI ,7% ,4% ,6% 3-5 ANNI ,4% ,9% ,6% 6-13 ANNI ,1% ,1% ,1% ANNI ,8% ,6% ,7% Subtotale ,0% ,0% ,0% 17,8% 15,6% 16,7% Area di ANNI ,3% ,9% ,6% conciliazione ANNI ,0% ,5% ,7% ANNI famiglia e lav oro ,8% ,5% ,7% Subtotale ,0% ,0% ,0% 55,7% 52,7% 54,1% Area di assistenza e supporto Area di cura anziani ANNI ,7% ,9% ,2% ANNI ,3% ,1% ,8% Subtotale ,0% ,0% ,0% 21,4% 23,3% 22,4% ANNI ,2% ,8% ,3% >=90 ANNI 237 9,8% ,2% ,7% Subtotale ,0% ,0% ,0% 5,1% 8,5% 6,8% TOTALE ,0% ,0% ,0% 48,0% 52,0% 100,0% Le ragioni che hanno indotto a ripartire la popolazione per le aree di cura proposte mirano a consentire una analisi e valutazione dei bacini potenziali di utenza collegati ai servizi erogati dal Comune. L area di cura, infanzia e adolescenza, infatti, è costituita per il 15,6% da bambini in età 0-2 anni, in valore assoluto 2.581, che sono il punto di riferimento per una valutazione sull adeguatezza ricettiva degli asili nido. Allo stesso modo, altri bambini in età 3-5 anni (il 15,6% della popolazione 0-15 anni), rappresentano l area di cura alla quale si rivolgono le scuole dell infanzia. La fascia di popolazione riferibile ai servizi connessi all età della scuola dell obbligo, tra i 6 e i 13 anni, è costituita da bambini, il 39,1% del totale dell area infanzia e adolescenza. Per quanto le scuole dell obbligo siano comprese tra le aree di intervento di livello nazionale, è importante considerare questa fascia di età rispetto a servizi comunali

16 16 quali ad esempio le attività relative all assistenza scolastica e ai servizi integrativi, ricreativi e per lo sport, i centri estivi. L ultima fascia di età di quest area riguarda gli adolescenti tra i 14 e i 19 anni, il 29,7%, per un totale di ragazzi, ai quali sono destinate le politiche giovanili e le attività ricreative, pomeridiane e di socializzazione del Comune. L area della conciliazione famiglia e lavoro riguarda il 54,1% del totale della popolazione del comune. All interno di quest area, il 52,7% delle persone ha tra i 40 e i 59 anni, il 27,7% tra i 30 e i 39 anni. L intervento delle politiche comunali in questo caso è soprattutto riferibile ai servizi per l infanzia e l adolescenza, nonché a tutte le attività di carattere sociale o socio-assistenziale che possono interessare aree specifi che di disagio. In quest area la porzione di popolazione soggetta all impegno più intenso in relazione al lavoro di cura è certamente quella nella fascia di età anni, composta in tutto da persone, delle quali uomini e donne. L area di assistenza e supporto incide sul totale della popolazione del comune per il 22,4% del totale, ed è composta per il 54,1% da donne. In questa area l incidenza dell azione comunale si esprime soprattutto in relazione all erogazione dei servizi sociali L area di cura per anziani comprende il 6,8% del totale della popolazione, e coinvolge l intervento comunale per le aree delle politiche sociali e socio-assistenziali. Gli over 80, in tutto 6.796, sono in maggioranza donne, soprattutto nel caso degli over 90 per i quali la sproporzione (237 uomini e 623 donne) richiama una particolare attenzione da parte del comune. Oltre all età, anche l analisi dello stato civile rivela una lettura di genere particolarmente interessante, essendo direttamente connesso con i carichi di lavoro familiare. A livello nazionale4 è stato rilevato che: il carico di lavoro familiare in un giorno medio per le donne varia da 2h e 47 min delle celibi/nubili alle 5h e 24 min delle coniugate, mentre per le separate o divorziate vale 4h e 25 minuti, poco meno di quello svolto dalle vedove (4 h e 59 min); il carico del lavoro di cura e domestico per gli uomini varia anch esso il relazione allo stato civile, ma su ordini di grandezza nettamente inferiori a quelli femminili: da 1h e 34 min per i celibi a 2 h e 26min per i coniugati. Per i separati/e 2 h e 09 min, mentre per i vedovi si registra l impegno più elevato: 3h e 21 min. Nel comune di Arezzo al 31/12/2009 il 36,6% della popolazione residente era celibe o nubile, il 51,5% risultava coniugata, il 3,4% divorziata e l 8,6% vedovo/a. Eta' %M %F % TOT Celibi/nubili 40,5% 33,0% 36,6% Coniugati/e 53,4% 49,7% 51,5% Divorziati/e 3,1% 3,6% 3,4% Vedovi/e 3,0% 13,7% 8,6% Totale 100,0% 100,0% 100,0% 4 Fonte: Istat, L uso del tempo, Indagine multiscopo sulle famiglie Uso del tempo Anni , Informazioni n

17 Bilancio di Genere - 1. La vita di donne e uomini nel comune di Arezzo 17 Figura 3: Popolazione di Arezzo per stato civile e genere al 31/12/2009. Popolazione del Comune di Arezzo per stato civile dettaglio M/F al 31/12/2009 M F Celibi/nubili Coniugati/e Divorziati/e Vedovi/e Certamente le condizioni di divorziato/a e di vedovo/a rifl ettono delle potenziali diffi coltà di natura sociale ed economica con una particolare criticità femminile: le donne vedove sono in tutto contro uomini vedovi, una differenza quantitativa importante aggravata dall elevata età anziana prevalentemente associata alla condizione di vedovanza. Anche la maggiore presenza di donne tra i divorziati (1.856 contro uomini) ripropone a livello comunale una tendenza generale che vede, per le donne, una maggiore diffi coltà o non volontà a contrarre un nuovo matrimonio. Anche in questo caso, si rileva un bacino di potenziale interesse per le famiglie composte da una madre divorziata capofamiglia con dei fi gli a carico. Il dettaglio approfondito dello stato civile per sesso e per le fasce di età nell ambito delle 4 aree di cura offre la possibilità di approfondire ulteriormente queste considerazioni generali. Tabella 2: Popolazione di Arezzo al 31/12/2009 per genere, stato civile e fasce di età Maschi. Popolazione residente al 31/12/2009 per sesso e fascia di età Comune di Arezzo Area di cura infanzia e adolescenza Area di conciliazione famiglia e lavoro Area di assistenza e supporto MASCHI Celibi % Coniugati % Divorziati % Vedovi % Totale Maschi 0-2 ANNI ,7% ,7% 3-5 ANNI ,4% ,4% 6-13 ANNI ,1% ,1% ANNI ,8% ,8% Subtotale ,0% - 0,0% - 0,0% - 0,0% ,0% 44,1% 0,0% 0,0% 0,0% 17,8% ANNI ,9% 669 4,4% ,8% - 0,0% ,3% ANNI ,9% ,5% ,0% 16 8,5% ,0% ANNI ,2% ,0% ,2% ,5% ,8% Subtotale ,0% ,0% ,0% ,0% ,0% 52,0% 59,1% 84,7% 13,3% 55,7% ANNI ,7% ,9% ,9% ,9% ,7% ANNI ,3% ,1% 58 27,1% ,1% ,3% Subtotale ,0% ,0% ,0% ,0% ,0% 3,2% 34,4% 14,3% 43,7% 21,4% % Area di cura anziani ANNI ,4% ,1% 14 93,3% ,1% ,2% >=90 ANNI 12 8,6% 97 5,9% 1 6,7% ,9% 237 9,8% Subtotale ,0% ,0% ,0% ,0% ,0% 0,7% 6,5% 1,0% 43,0% 5,1% TOTALE ,0% ,0% ,0% ,0% ,0% 40,5% 53,4% 3,1% 3,0% 48,0%

18 18 Tabella 3: Popolazione di Arezzo al 31/12/2009 per genere, stato civile e fasce di età - Femmine. Popolazione residente al 31/12/2009 per sesso e fascia di età Comune di Arezzo Area di cura infanzia e adolescenza Area di conciliazione famiglia e lavoro Area di assistenza e supporto FEMMINE Nubili % Coniugate % Divorziate % Vedove % Totale Femmine 0-2 ANNI ,5% - 0,0% ,4% 3-5 ANNI ,9% - 0,0% ,9% 6-13 ANNI ,2% - 0,0% ,1% ANNI ,4% ,0% ,6% Subtotale ,0% ,0% - 0,0% - 0,0% ,0% 47,1% 0,1% 0,0% 0,0% 15,6% ANNI ,7% ,9% 128 8,6% - 0,0% ,9% ANNI ,0% ,8% ,5% ,0% ,5% ANNI ,3% ,3% ,9% ,0% ,5% Subtotale ,0% ,0% ,0% ,0% ,0% 47,4% 65,6% 80,1% 11,2% 52,7% ANNI ,3% ,9% ,4% ,8% ,9% ANNI ,7% ,1% 83 24,6% ,2% ,1% Subtotale ,0% ,0% ,0% ,0% ,0% 3,8% 31,0% 18,2% 43,5% 23,3% % Area di cura anziani ANNI ,6% ,1% 30 93,8% ,9% ,8% >=90 ANNI 47 16,4% 24 2,9% 2 6,3% ,1% ,2% Subtotale ,0% ,0% ,0% ,0% ,0% 1,7% 3,3% 1,7% 45,3% 8,5% TOTALE ,0% ,0% ,0% ,0% ,0% 33,0% 49,7% 3,6% 13,7% 52,0% Se lo stato civile indica una condizione individuale delle persone, la composizione familiare ne mette in evidenza il rapporto con il nucleo di persone convivente o meno, sia in termini numerici (numero di persone che compone la famiglia) che in termini qualitativi (ruolo ricoperto dai diversi componenti della famiglia). La condizione familiare rifl ette delle differenze di genere importanti che sottolineano ancora una volta la diversità dei ruoli assunti da donne e uomini nella propria vita privata, una differenza che poi si propaga in misura particolarmente evidente anche nelle manifestazioni della vita sociale e professionale. Le indicazioni delle statistiche nazionali5 ci ricordano chiaramente questa differenza dei ruoli, che si può ben riassumere nel dato relativo alla quantità di tempo dedicata al lavoro di cura familiare piuttosto che al lavoro retribuito: le famiglie composte da coppie con fi gli vedono le donne particolarmente soggette al carico di lavoro familiare (6h 43min giornaliere), con un differenziale di 4h e 52 minuti in più lavorate rispetto ai loro compagni, che dedicano invece solo 1h e 51 min giornalieri al lavoro di cura. Il 28,7% della popolazione residente nel comune di Arezzo nel 2001 viveva in famiglie composte da tre persone, il 26,2% da quattro persone, il 22,6% da due persone. Nel caso di una lettura qualitativa delle famiglie del comune di Arezzo, nel 2001 erano registrati come residenti nuclei familiari. Il 54% di questi erano coppie con fi gli, il 35% coppie senza fi gli. È importante sottolineare, con riferimento alla lettura di genere, la differenza in termini quantitativi delle famiglie composte da padri soli con fi gli (2% dei nuclei familiari, in tutto 602) rispetto alle famiglie composte da madri sole con fi gli, in tutto nuclei, che rappresentano ben l 11% del totale comunale. 5 Fonte: Istat, I tempi della vita quotidiana Un approccio multidisciplinare all analisi dell uso del tempo Argomenti nr 32 (2007) a cura di Maria Clelia Romano.

19 Bilancio di Genere - 1. La vita di donne e uomini nel comune di Arezzo 19 Tabella 4: Popolazione residente in famiglia e famiglie per numero di componenti Comune di Arezzo al 31/12/2001. Popolazione residente in famiglia per numero di componenti Totale Arezzo % Provincia di Arezzo % Arezzo % Famiglie per numero di componenti Totale Provincia di Arezzo 1 persona ,3% ,2% ,8% ,0% 2 persone ,6% ,2% ,3% ,6% 3 persone ,7% ,5% ,9% ,8% 4 persone ,2% ,6% ,4% ,3% 5 persone ,6% ,1% ,3% ,3% 6 o più persone ,6% ,3% 517 1,4% ,1% Totale ,0% ,0% ,0% ,0% % Figura 4: Popolazione di Arezzo al 31/12/2001 per tipo nucleo familiare. Popolazione del Comune di Arezzo per tipo di nucleo familiare al 31/12/2001 Coppie con figli 54% Coppie senza figli 33% Padre con figli Madre con 2% figli 11% Un ulteriore contributo conoscitivo alla situazione fotografata con i dati del Censimento è dato dal dato relativo al bilancio demografi co, aggiornato al 2009, che offre una lettura dinamica della situazione demografi ca comunale, mettendone in evidenza le variazioni annuali rispetto al saldo naturale (nascite e morti) e il saldo migratorio (da e per gli altri comuni o l estero). Si possono assumere in questo modo elementi di rifl essione utili alle politiche pubbliche relativamente alle decisioni di natalità, all assistenza agli anziani soprattutto non autosuffi cienti, alla mobilità territoriale degli immigrati/e, sia stranieri che italiani, e alle conseguenti problematiche di conciliazione e sostegno alla famiglia per i nuclei familiari trasferiti nel Comune privi del sostegno di una rete parentale.

20 20 Tabella 5: Bilancio demografi co 2009 Comune Arezzo. Bilancio demografico anno 2009 e popolazione residente al 31 Dicembre Comune: Arezzo Maschi % Femmine % Totale % Popolazione al 1 Gennaio ,0% ,0% ,0% Nati ,0% ,0% ,0% Morti ,3% ,7% ,0% Saldo Naturale ,4% ,6% ,0% Iscritti da altri comuni ,8% ,2% ,0% Iscritti dall'estero ,0% ,0% ,0% Altri iscritti 34 50,7% 33 49,3% ,0% Cancellati per altri comuni ,6% ,4% ,0% Cancellati per l'estero 73 48,7% 77 51,3% ,0% Altri cancellati ,4% 83 42,6% ,0% Saldo Migratorio e per altri motivi ,3% ,7% ,0% Popolazione residente in famiglia ,1% ,9% ,0% Popolazione residente in convivenza ,3% ,7% ,0% Popolazione al 31 Dicembre ,0% ,0% ,0% Numero di Famiglie Numero di Convivenze Numero medio di componenti per famiglia Nel comune di Arezzo a fi ne 2009 era registrata una popolazione residente di persone, delle quali il 52% donne. Nell arco dell anno si sono verifi cate 854 nascite nel comune e morti, per un saldo negativo di 219 unità. Positivo è stato invece l andamento del saldo migratorio: le persone iscritte da altri comuni, quelle provenienti dall estero. Al netto delle persone emigrate verso altri comuni o all estero, il saldo migratorio ha registrato un andamento positivo per 934 unità. Relativamente alla popolazione proveniente dall estero è interessante evidenziare la prevalenza di donne, il 53% degli immigrati nel Il dato sulla popolazione proveniente dall estero offre lo spunto per un approfondimento sulla condizione della popolazione straniera residente ad Arezzo, per la quale il Comune, come verrà meglio illustrato nei paragrafi che seguono, è impegnato in una intensa attività di integrazione sociale e culturale. Anche nel caso della condizione straniera è possibile mettere in evidenza delle dinamiche specifi che di genere che contribuiscono a rendere più chiara la complessità delle situazioni che le politiche di integrazione comunali devono affrontare. Un primo aspetto importante riguarda la specializzazione dei lavori destinati prevalentemente agli stranieri che risentono dell appartenenza etnica in modo consistente, basti pensare agli occupati nell edilizia, soprattutto uomini provenienti da paesi quali l Albania o la Romania, rispetto alle donne impiegate come badanti, colf o babysitter, quasi sempre originarie dei paesi dell est o sudamericani. Questa differenza, oltre a incidere sui fl ussi immigratori, comporta anche diverse dinamiche relative ai ricongiungimenti familiari e all integrazione sociale che può passare attraverso ad esempio la vita scolastica dei fi gli. In una dimensione di disagio sociale è importante ricordare l aspetto di genere collegato con il maggiore livello di comportamenti violenti e/o criminali maggiormente riconducibili agli uomini, soprattutto se giovani (al pari dei cittadini italiani). Un altro argomento importante per le donne straniere riguarda invece la visione della donna e del suo ruolo emancipato nella società occidentale, che produce spesso uno shock culturale nelle famiglie degli stranieri, tra l altro non

21 Bilancio di Genere - 1. La vita di donne e uomini nel comune di Arezzo 21 uniforme ma differenziato a seconda delle etnie di provenienza. La giovane età delle donne straniere pone inoltre al centro dell attenzione le problematiche legate alla gravidanza e della maternità, con il coinvolgimento dei servizi socio-sanitari dedicati. Non avendo una rete parentale, i problemi di conciliazione e di cura delle donne straniere si concentrano quindi soprattutto sui fi gli, e sono aggravati da orari lavorativi delle madri spesso particolarmente pesanti (si pensi alle badanti) che richiedono adeguati servizi pubblici all infanzia e all adolescenza, per prevenire il manifestarsi di fenomeni di disagio giovanile. Figura 5: Popolazione straniera di Arezzo primi 10 paesi e sesso (31/121/2009). Popolazione straniera del Comune di Arezzo per primi 10 paesi di origine dettaglio M/F al 31/12/2009 Maschi Femmine Romania Albania Marocco Polonia Rep. Ucraina Dominicana Al 31/12/2009 nel comune di Arezzo erano registrati come residenti cittadini stranieri, dei quali il 51,35 erano donne, il 48,75 uomini. La giovane età della popolazione straniera emerge chiaramente analizzandone la distribuzione per aree di cura: il 75,0% ha un età compresa tra i 20 e i 59 anni (contro il 54,1% del dato totale comunale), solo il 3,1% più di 60 (29,2% il dato corrispondente del comune). Il 21,9% degli stranieri ha infi ne meno di 19 anni, contro il 16,7% dei cittadini di Arezzo. I primi dieci paesi di provenienza della popolazione straniera di Arezzo vedono come principale comunità quella rumena, che rappresenta il 37,8% degli stranieri, seguita dalle persone originarie del Bangladesh (11,6%) e dall Albania (11%). La maggiore presenza femminile si registra tra i rumeni (56,9%), i fi lippini (55,6%), i polacchi (78,9%) e gli ucraini (70%). Gli uomini sono invece la maggioranza tra gli originari del Bangladesh (65,6%), dell Albania (55,2%), del Pakistan (69,7%) e del Marocco (59,1%). Tabella 6: Popolazione straniera residente al 31/12/2009 per aree di cura e genere Comune di Arezzo. Popolazione straniera residente al 31/12/2009 per sesso e fascia di età Comune di Arezzo Area di cura infanzia e adolescenza Maschi % Femmine % Totale % 0-2 ANNI ,2% ,4% ,8% 3-5 ANNI ,7% ,6% ,2% 6-13 ANNI ,4% ,4% ,9% ANNI ,7% ,5% ,2% Subtotale ,0% ,0% ,0% 23,2% 20,5% 21,9%

22 22 Area di conciliazione famiglia e lavoro Area di assistenza e supporto ANNI ,8% ,2% ,9% ANNI ,2% ,6% ,4% ANNI ,9% ,2% ,7% Subtotale ,0% ,0% ,0% 74,4% 75,7% 75,1% ANNI 85 74,6% ,5% ,3% ANNI 29 25,4% 38 19,5% 67 21,7% Subtotale ,0% ,0% ,0% 2,1% 3,4% 2,8% Area di cura anziani ANNI 11 92% 15 88% 26 90% >=90 ANNI 1 8% 2 12% 3 10% Subtotale % % % 0,2% 0,3% 0,3% TOTALE ,0% ,0% ,0% 48,7% 51,3% 100,0% I principali indicatori statistici consentono infi ne di cogliere in sintesi il rapporto tra le generazioni e le responsabilità di cura reciproche ad esse riferibili, mettendo in luce le fasce di popolazione che potenzialmente possono essere maggiormente interessate dalle politiche sociali e per la famiglia del Comune. Tabella 7: Indicatori anagrafi ci : Comune di Arezzo. INDICATORI Comune di Arezzo Provincia di Arezzo Diff Diff. Percentuale di nuclei familiari ricostituiti 4,35 - n.d. 4,09 - n.d. Numero medio di componenti per famiglia 2,5 2,03-0,47 2,6 2,42-0,18 Percentuale di coppie non coniugate 2,62 - n.d. 2,82 - n.d. Percentuale di coppie con figli 53,62 - n.d. 54,67 - n.d. Percentuale di popolazione residente di 85 anni e più 2,71 3,20 0,49 2,87 3,35 0,48 Percentuale di donne tra la popolazione di 85 anni e più 69,13 68,97-0,16 67,5 67,73 0,23 Percentuale di popolazione residente di 75 anni e più 10,33 11,35 1,02 10,9 11,69 0,79 Percentuale di donne tra la popolazione di 75 anni e più 62,45 61,33-1,12 61,47 60,68-0,79 Percentuale di popolazione residente con meno di 5 anni 3,79 5,19 1,40 3,95 5,26 1,31 Indice di dipendenza 50,77 53,60 2,83 52,98 54,35 1,37 Indice di vecchiaia 185,58 179,47-6,11 184,03 176,47-7,56 Anziani per un bambino 4,8 4,31-0,49 4,74 4,28-0,46 Rapporto di mascolinità 92,2 92,39 0,19 94,46 94,77 0,31 Stranieri per 100 residenti 3,45 11,19 7,74 3,51 10,20 6,69 Nel Comune di Arezzo si registra un sostanziale allineamento rispetto al più ampio dato provinciale che viene preso come termine di confronto. Ogni 100 nuclei familiari, 4,35 nel 2001 risultavano essere ricostituiti (contro 4,09 della provincia), mentre il numero medio di componenti per famiglia nel 2009 era di 2,03 persone, in lieve diminuzione rispetto al 2001 (2,5 persone). Ogni 100 coppie residenti ve ne sono 2,62 non coniugate e 53,62 con fi gli. Nell area di indicatori dedicata alle generazioni più anziane si osserva un incremento tra il 2001 e il 2009 del numero di anziani over 85 residenti, che rappresentano il 3,2% della popolazione residente, in aumento rispetto al 2,71% registrato nel Per contro, è lievemente diminuita la percentuale di donne tra gli over 85, dal 69,13% del 2001 al 68,97% del 2009.

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