resoconti dell esercizio 2014

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1 resoconti dell esercizio 2014 Modena, 17 aprile / 18 aprile 2015 Ordine del giorno IN PARTE ORDINARIA 1) presentazione del progetto di dell esercizio 2014 e delle relative relazioni; presentazione del ; deliberazioni inerenti e conseguenti; 2) nomina, per il triennio , di sette Amministratori; 3) nomina, per il triennio , del Collegio Sindacale; 4) nomina, per il triennio , del Collegio dei Probiviri; 5) eventuale nomina in sostituzione, per il residuo del triennio , di Amministratore cessato; 6) proposta dell ammontare dei compensi da corrispondere agli Amministratori per l esercizio ; deliberazioni inerenti e conseguenti; 7) proposta dell ammontare dei compensi da corrispondere al Collegio Sindacale per il triennio 2015; deliberazioni inerenti e conseguenti; 8) presentazione della Relazione sulla remunerazione ex art. 123-ter del D.Lgs. 24 febbraio 1998 n. 58, comprensiva delle politiche di remunerazione per l esercizio 2015 del Gruppo Banca popolare dell Emilia Romagna e della informativa annuale sull attuazione delle politiche di remunerazione nell esercizio 2014; deliberazioni inerenti e conseguenti; 9) proposta di piano di compensi, ex art. 114-bis del D.Lgs. 24 febbraio 1998 n. 58, in attuazione delle politiche di remunerazione per l esercizio 2015 del Gruppo Banca popolare dell Emilia Romagna; deliberazioni inerenti e conseguenti. IN PARTE STRAORDINARIA 1) proposta di modifica degli articoli 6, 24, 30, 32, 34, 37, 40, 41, 44, 45, 48 e 49 dello Statuto, nonché di abrogazione della vigente norma attuativa e transitoria e sua sostituzione con nuovo articolo 57; deliberazioni inerenti e conseguenti.

2 sommario 5 cariche sociali della Capogruppo alla data di approvazione del Bilancio 9 relazione degli Amministratori sulla gestione del Gruppo Bilancio dell esercizio stato patrimoniale 138 conto economico 139 prospetto della redditività consolidata complessiva 140 prospetto delle variazioni del patrimonio netto 141 rendiconto finanziario 143 nota integrativa consolidata Allegati 419 corrispettivi di revisione legale e dei servizi diversi dalla revisione 421 informativa al pubblico Stato per Stato al 31 dicembre 2014 Attestazioni e altre relazioni 425 attestazione del Bilancio ai sensi dell art. 81-ter del Regolamento CONSOB n del 14 maggio 1999 e successive modifiche e integrazioni 427 relazione della società di revisione ai sensi degli articoli 14 e 16 del D.Lgs. n.39 del 27 gennaio 2010 sul Bilancio

3 sommario 429 relazione degli Amministratori sulla gestione Bilancio dell esercizio stato patrimoniale 505 conto economico 506 prospetto della redditività complessiva 507 prospetto delle variazioni del patrimonio netto 508 rendiconto finanziario 511 nota integrativa Allegati 761 rendiconto finanziario del fondo di quiescenza del personale 762 prospetto delle rivalutazioni degli immobili di proprietà 781 prospetto dei possessi azionari rilevanti in società non quotate ai sensi dell art. 126 del Regolamento Consob n del 14 maggio 1999 e successive modifiche e integrazioni 784 corrispettivi di revisione legale e dei servizi diversi dalla revisione Attestazioni e altre relazioni 787 attestazione del Bilancio d esercizio ai sensi dell art. 81-ter del Regolamento Consob n del 14 maggio 1999 e successive modifiche e integrazioni 789 relazione della società di revisione ai sensi degli articoli 14 e 16 del D.Lgs. n. 39 del 27 gennaio 2010 sul Bilancio d esercizio 791 relazione del Collegio sindacale Altri allegati 807 schemi di banche e società controllate 857 prospetto riepilogativo dei dati essenziali dell ultimo approvato delle partecipate rilevanti 865 organizzazione territoriale del Gruppo 869 elenco dei principi contabili IAS/ IFRS omologati dalla Commissione Europea al 31 dicembre deliberazioni dell Assemblea dei Soci

4 Banca popolare dell Emilia Romagna Società cooperativa con sede legale in Modena Via San Carlo, 8/20 Tel. 059/ Fax 059/ Numero di Matricola Albo delle Banche 4932 Numero di Codice Meccanografico (codice ABI) Capogruppo del Gruppo bancario Banca popolare dell Emilia Romagna Iscrizione all Albo dei Gruppi con codice del 7 agosto bper@pec.gruppobper.it Codice Fiscale, Partita Iva e Numero di iscrizione al Registro Imprese C.C.I.A.A. Modena n Capitale Sociale al 31/12/ ,00 Aderente al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi Azioni ordinarie quotate sul Mercato Telematico Azionario (MTA)

5 Cariche sociali della Capogruppo alla data di approvazione del Bilancio 5 cariche sociali cariche sociali Consiglio di amministrazione Presidente: rag. Ettore Caselli Vice Presidenti: * dott. Alberto Marri * rag. Giosuè Boldrini * dott. Luigi Odorici Amministratore Delegato: * dott. Alessandro Vandelli Consiglieri: avv. Antonio Angelo Arru dott.ssa Mara Bernardini ing. Giulio Cicognani dott.ssa Cristina Crotti * ing. Pietro Ferrari prof.ssa Elisabetta Gualandri avv. Giovampaolo Lucifero prof. dott. Giuseppe Lusignani avv. Valeriana Maria Masperi cav. lav. Giuseppina Mengano avv. Daniela Petitto * rag. Deanna Rossi prof. Angelo Tantazzi I Consiglieri contrassegnati con un asterisco sono membri del Comitato esecutivo. Il 29 settembre 2014 è venuto a mancare il dott. Fioravante Montanari, componente del Consiglio di amministrazione di BPER e noto imprenditore bolognese. Nell esprimere profondo cordoglio per la prematura scomparsa, il Consiglio di amministrazione ne ricorda la professionalità, il prezioso contributo e supporto resi alla Banca in questi anni. Collegio sindacale Presidente: Sindaci effettivi: Sindaci supplenti: dott. Romano Conti dott. Carlo Baldi dott. Guglielmo Cacchioli dott. Fabrizio Corradini dott. Pier Paolo Ferrari dott. Luigi Fontana dott. Luigi Attilio Mazzocchi

6 6 cariche cariche sociali sociali Collegio dei probiviri Presidente: Effettivi: dott.ssa Miranda Corradi avv. Federico Ferrari Amorotti dott. Roberto Bernardi avv. Vittorio Rossi avv. Massimo Turchi Supplenti: Direzione generale avv. Pier Luigi Cerutti dott. Philip Bergamini Direttore generale: Vice Direttori generali: rag. Fabrizio Togni dott. Eugenio Garavini dott. Pierpio Cerfogli dott. Gian Enrico Venturini Dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili societari Dirigente preposto: rag. Emilio Annovi Società di revisione PricewaterhouseCoopers s.p.a.

7 Signori Soci, nel 2014 non si è interrotta la fase recessiva che ha provocato negli ultimi anni il deterioramento della redditività delle imprese. Le principali dinamiche economiche sono sostenute solo dai settori orientati all export, mentre la domanda interna resta debole, salvo alcuni segnali positivi riguardanti il settore dei mutui residenziali, e, le prospettive di lenta e graduale ripresa dell attività economica, che parevano delinearsi nei primi mesi dell anno, non hanno corrisposto alle aspettative. Il contesto congiunturale appare ancora difficile e condizionato da rilevanti fattori di incertezza, la debolezza della domanda per investimenti produttivi continua a limitare le possibilità di ripresa del credito e il sistema bancario, nonostante una positiva situazione sul fronte della liquidità, sconta forti pressioni sui ricavi. La qualità del credito, inoltre, condiziona ancora le prospettive di redditività del settore, seppur in misura minore rispetto al recente passato. Nonostante queste problematiche, l ultimo scorcio dell anno appena trascorso ha visto segnali di progresso sul fronte politico-istituzionale e novità strutturali importanti nell ambito dell Eurozona, che hanno riguardato direttamente il nostro Paese. Ci riferiamo, in particolare, al passaggio delle principali Banche italiane, tra cui BPER, sotto la Vigilanza diretta della Banca Centrale Europea, una storica novità che è operativa dal 4 novembre 2014 dopo la conclusione delle attività previste dal Comprehensive Assessment, e alle importanti decisioni di politica monetaria adottate dalla BCE per immettere liquidità nel sistema, allontanando i rischi incombenti di deflazione. Questi progressi proiettano sull immediato futuro la speranza di vedere consolidati i segnali di miglioramento, anche se permangono molte incognite. La nostra Banca è dunque ricompresa tra gli enti creditizi di maggior rilevanza su cui la Banca Centrale Europea ha assunto la responsabilità della Vigilanza diretta. È un passo importante verso una maggiore armonizzazione a livello europeo e rappresenta al tempo stesso il riconoscimento della significatività assunta dal nostro Istituto, anche nel panorama continentale, grazie alla realizzazione di un forte progetto strategico di crescita. Il passaggio sotto la Vigilanza diretta della Banca Centrale Europea è stato preceduto da un articolato e complesso processo di analisi condotta dalla BCE stessa in collaborazione con le Autorità Nazionali competenti degli Stati membri partecipanti al Meccanismo di Vigilanza Unico, durato circa dodici mesi. Tale processo, appunto il Comprehensive Assessment, si è basato su due pilastri fondamentali: un esame della qualità degli attivi di e un esame di stress per verificare la resistenza patrimoniale delle Banche in funzione di diversi scenari macroeconomici, anche di particolare severità. Ebbene, i risultati di questa valutazione approfondita, resi noti lo scorso 26 ottobre, sono stati per BPER molto soddisfacenti e attestano un ottimo livello di solidità patrimoniale. Il lusinghiero risultato ottenuto dimostra che BPER continua ad affrontare questa complessa fase storica con crescente senso di responsabilità, cosciente del ruolo da svolgere per il sostegno e lo sviluppo economico delle aree servite. Il carattere cooperativo che ci ispira si pone quale primo obiettivo la qualità del servizio al cliente, insieme con una gestione aziendale efficiente. Merita ricordare come il nostro personale, a tutti i livelli, abbia lavorato con grande intensità e spirito di squadra per rendere la vostra Banca sempre più efficiente e moderna, semplificando la struttura del Gruppo e cercando di massimizzare le sinergie di costi e ricavi. Concluse con successo nel 2013 le operazioni di incorporazione nella Capogruppo delle tre Banche dell Italia centrale, un impegno altrettanto importante è stato profuso nel 2014 per realizzare un ampio progetto di riorganizzazione interna. I tempi, ancora una volta, sono stati rispettati, con la fusione per incorporazione, avvenuta il 24 novembre 2014, di tre Banche controllate Banca Popolare del Mezzogiorno s.p.a., Banca della Campania s.p.a. e Banca Popolare di Ravenna s.p.a. che ha coinciso con l avvio del nuovo modello distributivo di BPER sulla penisola, imperniato su nove Direzioni Territoriali a loro volta suddivise in trenta Aree Territoriali, per un totale di circa n. 800 filiali. 7 cariche sociali

8 8 cariche sociali Gli obiettivi prioritari del Gruppo BPER sono il mantenimento di un adeguata solidità patrimoniale, il consolidamento della redditività bancaria tradizionale e il contenimento dei costi operativi. Crediamo di poter ribadire che le risorse e le energie profuse, volte a consegnarci un Istituto che si confermi tra le più importanti e migliori realtà bancarie del Paese, pongano solide basi per guidare il nostro Istituto nel percorso di uscita da una difficile fase economica e per cogliere le opportunità di ripresa che cominciano lentamente a delinearsi. La nostra Banca è solida patrimonialmente, si fa apprezzare in sede di comparazione con altre banche di analoghe dimensioni e prosegue in un percorso di efficientamento che riceverà ulteriore impulso dal nuovo Piano industriale triennale , alla cui realizzazione ha contribuito negli ultimi mesi l impegno condiviso e convinto di tutte le strutture dell Istituto. Ci sono quindi le premesse perché BPER possa proseguire anche per il futuro, con grandi soddisfazioni, in un percorso di crescita.

9 RELAZIONE DEGLI AMMINISTRATORI SULLA GESTIONE DEL GRUPPO Gruppo bancario Banca popolare dell Emilia Romagna

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11 Sommario 1. Il contesto di riferimento 1.1 Cenni sull'economia 1.2 La Finanza pubblica 1.3 Il mercato finanziario e i tassi 1.4 Il sistema bancario e i tassi interni 2. Dati di sintesi 11 relazione degli amministratori sulla gestione del gruppo sulla gestione del gruppo 2.1 Mappa del Gruppo al 31 dicembre Premessa 2.3 Indicatori di performance 2.4 Schemi sintetici 3. I fatti di rilievo e le operazioni strategiche 3.1 Aumento di Capitale sociale a pagamento della Capogruppo 3.2 Operazioni strategiche 3.3 Single Supervisory Mechanism - Comprehensive Assessment 3.4 Il Piano industriale di Gruppo Operazioni di finanza strutturata 3.6 Recupero credito deteriorato: cartolarizzazioni ed altre operazioni finanziarie 3.7 Altri fatti di rilievo 4. Quadro di sintesi delle attività ad indirizzo strategico 4.1 Il posizionamento di mercato del Gruppo 4.2 Le politiche commerciali 4.3 Le politiche creditizie 4.4 L'informatica e l'organizzazione 4.5 Le risorse umane di Gruppo 4.6 L'ambiente 5. L'area di consolidamento del Gruppo BPER 5.1 Composizione del Gruppo al 31 dicembre Variazioni nell'area di consolidamento 6. I risultati della gestione 6.1 Aggregati patrimoniali 6.2 I Fondi Propri e i ratios patrimoniali 6.3 Raccordo utile/patrimonio netto consolidati 6.4 Aggregati economici 6.5 I dipendenti del Gruppo 6.6 Organizzazione territoriale del Gruppo

12 7. Principali rischi ed incertezze 12 relazione degli degli amministratori sulla gestione amministratori del gruppo sulla gestione del gruppo 7.1 La gestione dei rischi 7.2 Comunicazione in merito alle esposizioni detenute dalle società quotate nei titoli di debito sovrano 7.3 Principali contenziosi ed azioni giudiziarie pendenti 8. Il Sistema dei controlli interni 8.1 Premessa 8.2 Governo dei rischi (RAF) 8.3 Processo di sviluppo del Sistema dei controlli interni 8.4 Livelli di controllo previsti dalla Vigilanza 8.5 Ruoli e compiti di controllo attribuiti alle funzioni del Gruppo Revisione interna Direzione rischi di Gruppo Antiriciclaggio Compliance 8.6 Controlli di linea 8.7 Altre funzioni di controllo 9. Altre informazioni 9.1 Azioni proprie in portafoglio 9.2 Rating al 31 dicembre Accertamenti ispettivi degli Organi di Vigilanza sulle Banche e Società del Gruppo 9.4 Informazioni sui rapporti infragruppo e con parti correlate 9.5 Informazioni su operazioni atipiche o inusuali, ovvero non ricorrenti 9.6 Politiche di remunerazione 9.7 Comunicazione CONSOB n /2015 in merito ai temi di maggior rilevanza delle relazioni finanziarie al 31 dicembre Fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell'esercizio e prevedibile evoluzione della gestione 10.1 Fatti di rilievo avvenuti dopo il 31 dicembre Prevedibile evoluzione della gestione

13 1. IL CONTESTO DI RIFERIMENTO Cenni sull economia L espansione dell economia mondiale nel corso del 2014 è stata caratterizzata da un andamento altalenante, con un primo trimestre modesto, un accelerazione nei mesi estivi e un nuovo lieve rallentamento sul finire dell anno. La ripresa è avvenuta in maniera disomogenea e differenziata tra le diverse aree, con quelle emergenti in rallentamento nel tasso di crescita (rispetto al 2013) e quelle industrializzate che, grazie alla spinta propulsiva degli USA, hanno visto ridursi il gap rispetto ai Paesi in via di sviluppo. Attori primari delle sorti dei mercati finanziari e delle rispettive economie sono stati nuovamente le Banche Centrali. La differenziazione dello stato di salute tra le diverse aree ha comportato in alcuni paesi, USA su tutti, l avvio di un primo piano di rientro dalle misure eccezionali di politica monetaria ultra-espansiva mentre, in altri paesi, la necessità di proseguire sulla strada delle misure monetarie non convenzionali rafforzandole e affiancandole a riforme, per la verità non ancora incisive, per uscire dalla trappola del debito e della deflazione (Giappone ed Eurozona). relazione degli amministratori relazione degli sulla gestione amministratori del gruppo sulla gestione del gruppo Nello specifico nel 2014 il Prodotto Interno Lordo (PIL) mondiale è salito del 3,3% a/a (proiezioni del FMI di gennaio 2015), in linea con il Parlando delle principali aree non si può non iniziare dagli Stati Uniti. Dopo un primo trimestre deludente (PIL reale trimestrale annualizzato in calo del 2,1%) a causa prevalentemente di condizioni meteorologiche particolarmente avverse inverno molto rigido che hanno bloccato i consumi e gli investimenti, l economia a stelle e strisce ha visto una progressiva accelerazione con livelli di PIL superiori al 4%. I miglioramenti nel mercato del lavoro, sia in termini di calo del tasso di disoccupazione, che di progressivo incremento della qualità dei dati, i rialzi degli indici di fiducia di imprese e famiglie che hanno sostenuto i consumi e gli investimenti e, infine, un mercato immobiliare in discreta salute, hanno consentito all economia locale di toccare nel terzo trimestre livelli di crescita che non si vedevano dal settembre 2003, nonostante la debolezza della domanda estera e la forza del Dollaro, che ha determinato un freno per le esportazioni. L inflazione ancora su livelli contenuti ha poi consentito alla Banca Centrale americana (Fed) di mantenere una politica monetaria supportiva. Se l economia americana sorride, non altrettanto si può dire di quella del Giappone. L Abenomics, il programma del premier Abe di sostegno all economia volto a farla uscire dalle sabbie mobili della deflazione, non pare aver dato finora i risultati sperati. Troppo poche le riforme strutturali implementate, troppo pochi gli investimenti aziendali e deludente l andamento dei salari. Ad affossare i consumi ha poi contribuito l aumento dell IVA dal 5% all 8% implementato ad aprile Il risultato è stato un PIL crollato del 6,7% nel secondo trimestre del 2014 e dell 1,9% nel terzo (dati trimestrali annualizzati). Il governo e la Banca Centrale giapponese sono corsi ai ripari con nuovi piani di stimolo fiscale e monetario ma, al di là dei risultati palpabili sui mercati finanziari (rialzo dell azionario e calo dello Yen) l incertezza sul fronte economico è destinata a permanere. Sui Paesi emergenti non è mancata la volatilità e soprattutto, a seguito del calo marcato del prezzo delle commodities (petrolio in primis), non sono mancate le forti differenziazioni di crescita tra le diverse aree geografiche. In palpabile difficoltà soprattutto la Russia (anche per le note tensioni geopolitiche con l Ucraina a cui sono seguite numerose sanzioni bilaterali) che ha visto chiudere il 2014 con un PIL reale praticamente invariato e che entra nel 2015 con stime di un calo del Prodotto Interno Lordo. Il calo delle materie prime e del greggio in primis ha pesato anche sui Paesi

14 14 relazione degli amministratori sulla gestione del gruppo sulla gestione del gruppo del Sud America (Venezuela, Colombia e Brasile) oltre che su alcuni paesi africani (soprattutto la Nigeria). La Cina continua ad essere alle prese con un un importante e pluriennale processo di ristrutturazione dei motori della crescita (dagli investimenti pubblici e le esportazioni ai consumi interni) che, per essere maggiormente sostenibile, richiede un riequilibrio. Questo si è riflesso in un calo del tasso di crescita sceso al 7,3% nel terzo trimestre 2014, un valore invidiabile per qualsiasi paese industrializzato ma il più basso, per la Cina, dal settembre Per quanto riguarda l Eurozona, il contesto macroeconomico ha visto una moderata risalita del PIL (le stime sul 2014 parlano di un +0,8%) dopo il calo degli ultimi due anni che si è materializzato in un contesto di debolezza della domanda interna, elevata disoccupazione, sottoutilizzo degli impianti e calo costante del tasso di inflazione attuale e delle relative aspettative future. L indice CPI a dicembre ha perfino rotto al ribasso la linea dello zero registrando un -0,2% a/a sancendo l entrata del continente nella tanto temuta deflazione. Nonostante la Banca Centrale Europea (BCE) sia intervenuta a più riprese per stimolare la domanda di imprese e famiglie nonché il credito al tessuto produttivo attraverso stimoli monetari più o meno convenzionali (riduzione del tasso ufficiale refi, di quello sui depositi e sulle operazioni di rifinanziamento marginale, acquisto di Asset Backed Securities e Covered Bond nonché aste T-LTRO) il motore dell economia stenta a ripartire. Il credito, specie nei paesi periferici, fatica a riprendersi e i meccanismi di trasmissione della politica monetaria sono poco oliati. In aiuto viene la forza americana, l interventismo della BCE e la debolezza dell Euro che, oltre a stimolare e rendere più competitive le esportazioni, aiutano a controbilanciare gli effetti deflattivi del crollo del greggio attraverso una maggior inflazione importata. La speranza è che questi fattori fungano da scintilla per accendere il motore dell Eurozona. L Italia, in attesa dei dati ufficiali del PIL dei primi mesi del 2015, visti in miglioramento, ha alle spalle 14 trimestri di variazioni trimestrali del PIL decisamente deludenti (1 solo con segno positivo). La recessione erode i consumi delle famiglie e gli investimenti delle imprese. La disoccupazione a novembre ha toccato il massimo storico (13,3%) anche se poi, il mese seguente, ha visto un miglioramento (12,7%), il settore immobiliare arranca e l indice dei prezzi al consumo (variazione tendenziale) è sceso più volte in territorio negativo dipingendo un quadro deflazionistico (il tasso medio del 2014 si è assestato al +0,2%, è il livello più basso dal 1959 secondo Il Sole24 Ore). Le riforme effettuate, pur avendo iniziato a produrre un piccolo miglioramento strutturale, non sono ancora state in grado di invertire la tendenza ciclica e il debito pubblico, eccessivamente elevato, continuano a calmierare le prospettive di crescita dell economia. Solo sul finire del 2014 è apparso un raggio di luce, anche grazie ai fattori esterni sopra elencati (calo dell Euro, del greggio e politica ultra-espansiva della BCE) che lascia sperare, per il 2015, in una revisione al rialzo delle stime di crescita del PIL recentemente formulate dal FMI (+0,4%).

15 (valori %) Prodotto Interno Lordo Inflazione (media annua) Disoccupazione (media annua) s 2015p s 2015p s 2015p Stati Uniti 2,2 2,4 3,6 1,5 1,6 1,1 7,4 6,2 5,3 Giappone 1,6 0,1 0,6 0,3 2,7 1,2 4,0 3,3 34,2 Unione Monetaria Europea (0,5) 0,8 1,2 1,3 0,4 (0,1) 11,9 11,6 11,2 Italia (1,9) (0,4) 0,4 1,2 0,2 (0,2) 12,2 12,8 12,8 Germania 0,2 1,5 1,3 1,6 0,8 0,3 5,2 5,0 5,0 Francia 0,3 0,4 0,9 1,0 0,6 (0,1) 10,3 10,2 10,1 Spagna (1,2) 1,4 2,0 1,5 (0,2) (0,6) 27,0 24,7 22,9 Regno Unito 1,7 2,6 2,7 2,6 1,5 0,9 7,6 6,2 5,7 Cina 7,8 7,4 6,8 0,6 2,2 0,8 n.d. n.d. n.d. India 5,0 5,8 6,3 6,5 8,0 6,9 n.d. n.d. n.d. Nel 2014 lo stock del debito pubblico dovrebbe attestarsi a circa il 131,6% del Prodotto Interno Lordo, un valore significativamente inferiore a quello stimato nel DEF di aprile pari a 134,9%, dovuto in larga parte alla revisione delle serie del PIL dal 2009 al 2013 operata dall ISTAT in virtù dell adozione del SEC In base a quest ultimo, infatti, già per l anno 2013 il rapporto in questione è passato da un livello di consuntivo pari a 132,6%, riportato nel DEF, al 127,9% benefi- 15 relazione degli amministratori relazione degli amministratori sulla gestione sulla gestione del gruppo del gruppo Legenda s: stima p: previsione Fonte: FMI per Prodotto Interno Lordo, Prometeia per stime e previsioni su inflazione e disoccupazione. 1.2 La Finanza pubblica L evoluzione del quadro di finanza pubblica tendenziale inserito nell aggiornamento del Documento di Economia e Finanza del 30 settembre 2014 riflette gli effetti derivanti dall aggiornamento del quadro macroeconomico, tiene conto dell impatto dei provvedimenti adottati dal Governo successivamente al DEF 2014 e considera i risultati dell attività di monitoraggio sulla finanza pubblica. Da notare inoltre come il passaggio alle nuove linee metodologiche del Sistema dei Conti Nazionali e Regionali (SEC 2010) costituisce un innovazione ulteriore rispetto al DEF di aprile in quanto il nuovo sistema ha rivisto i criteri contabili per taluni flussi di entrata e di spesa del Conto Economico delle Amministrazioni pubbliche e per le stime del PIL comportando importanti revisioni dei dati di consuntivo degli anni passati e un effetto di trascinamento sulle previsioni per gli anni futuri. Tenuto conto quanto sopra esposto e in base a quanto si legge nella nota di aggiornamento al DEF diffusa a settembre 2014, il Governo stima l indebitamento netto per il 2014 al 3% del PIL, in lieve peggioramento sul 2013 (2,8%), con un avanzo primario dell 1,7% rispetto ad un 2% del Nel 2015 l indebitamento netto tendenziale è previsto attestarsi al 2,2% del PIL per poi ridursi gradualmente nel triennio successivo.

16 16 relazione degli amministratori sulla gestione del gruppo sulla gestione del gruppo ciando di una riduzione quasi interamente dovuta alla revisione del PIL nominale dello stesso anno. Saldi di finanza pubblica (in percentuale del PIL) s 2015p Indebitamento netto (2,8) (3,0) (2,9) Debito 127,9 131,6 133,4 Legenda s: stima p: previsione Successivamente, in data 28 ottobre 2014, il Consiglio dei Ministri deliberava la Relazione di variazione alla nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza Tale documento si è reso necessario a fronte delle osservazioni formulate dalla Commissione Europea. Considerate le misure aggiuntive che il Governo italiano ha inteso adottare per rafforzare lo sforzo fiscale, il miglioramento del deficit atteso nel 2015, rispetto a quanto sopra, è pari a circa 4,5 miliardi; questo determina un indebitamento netto nominale pari al 2,6% del PIL e un miglioramento dell indebitamente netto strutturale (sempre nel 2015) di poco superiore a 0,3 punti percentuali di PIL. Coerentemente con questo, nel 2015 l obiettivo del saldo di cassa indicato nella Nota di Aggiornamento del DEF 2014 e, conseguentemente, il debito pubblico, sono rivisti. Ulteriori dettagli verranno rilasciati con un emendamento al disegno di legge di Stabilità per il Gli effetti macroeconomici attesi dalle misure aggiuntive non sono previsti alterare sostanzialmente le previsioni programmatiche presentate nella Nota di Aggiornamento del DEF. Fonte: "Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2014 Presentata dal Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi e dal Ministro dell'economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan il 30 settembre Il mercato finanziario e i tassi Anche nel corso del 2014, seppur inframmezzata da periodi di estrema volatilità, è proseguita la fase di rialzo dei mercati finanziari internazionali, all interno di un contesto macroeconomico fatto di crescita bassa e disomogenea, e di politiche monetarie che, seppur sempre meno convergenti col passare dei mesi, siano state - quantomeno nelle maggiori economie avanzate - assolutamente accomodanti. Proprio gli ampi stimoli monetari hanno alimentato la propensione al rischio degli investitori e incoraggiato la ricerca di attività a più alto rendimento; i mercati azionari principali hanno fatto registrare rialzi più o meno generalizzati, mentre i rendimenti dei Titoli di Stato, arrivando a livelli eccezionalmente bassi, hanno spinto verso l alto anche le valutazioni di attività più rischiose, quali le obbligazioni governative emergenti e quelle societarie. I maggiori trend che hanno caratterizzato in modo più significativo l anno appena trascorso sui mercati finanziari sono stati sostanzialmente due: la forza del dollaro americano, che si è apprezzato nei confronti di tutte le altre principali divise; il violento calo del prezzo del petrolio. Tra i mercati azionari chi ha meglio performato, all interno dei Paesi sviluppati, è stato il listino americano (+11,39% lo S&P500): negli Stati Uniti l economia, dopo un primo trimestre deludente dovuto alle avverse condizioni atmosferiche, ha dato forti segnali di ripresa, tant è che la Fed a fine ottobre ha messo termine al suo terzo programma di Quantitative Easing, una manovra che

17 dal settembre 2012 ha dilatato fortemente il della Banca Centrale americana portandolo a miliardi di Dollari. Altrove, invece, e ci riferiamo in particolare a Giappone ed Eurozona, le prospettive di ripresa di crescita e inflazione si sono fatte decisamente più cupe. Il Paese nipponico è di nuovo tornato in recessione e, per quanto concerne l Area Euro, a dicembre si è materia- relazione degli 17 lizzata la tanto temuta deflazione, tant è che soprattutto nel corso degli ultimi mesi del 2014 si sono registrati ulteriori stimoli di politica monetaria sia da parte della Banca Centrale giapponese amministratori sulla gestione sulla gestione del gruppo del gruppo che, seppur in maniera meno risoluta e consistente, della BCE. In attesa di verificare se tutte queste manovre espansive riusciranno effettivamente a sospingere il binomio crescita e inflazione, a trarne parziale beneficio sono stati comunque i mercati: l indice azionario giapponese ha chiuso l anno con un rialzo di oltre l 8%, mentre riguardo all Europa, a causa dei troppi tentennamenti e delle divisioni politiche all interno del board BCE, gli investitori si sono dimostrati decisamente più freddi (l indice Euro Stoxx 50 ha fatto registrare un modesto +1,20%, mentre l indice italiano FTSE MIB ha chiuso l anno con un mero +0,23%). Da segnalare, sempre in tema di performance azionarie, gli exploit positivi di due importanti Paesi emergenti, Cina e India, che hanno visto i loro listini crescere rispettivamente del 52,87% e del 29,89%. In tema di mercati obbligazionari, i rendimenti dei Titoli di Stato hanno raggiunto i minimi storici in molte economie dell Area Euro, anche in quelle ritenute più fragili a causa di conti pubblici non particolarmente brillanti. L abbondante liquidità (certa o anche solo promessa, ma comunque scontata dai mercati) e la frenetica ricerca di rendimento hanno fatto dimenticare agli investitori qualsiasi tipo di rischio di credito (rischio paese), e nemmeno il riaffiorare dello spettro Grecia, riemerso proprio nell ultimo mese dell anno, ha scalfito questa tendenza. Così, se il tasso governativo decennale tedesco ha chiuso l anno allo 0,54% lordo, l omologo italiano (BTP decennale) ha raggiunto il ragguardevole rendimento dell 1,89% (ad inizio 2014 al 4,12%). Anche oltreoceano, contro le previsioni dei maggiori analisti, i rendimenti dei Titoli di Stato sono scesi: il decennale americano, seppur non tornato sui minimi storici, ha chiuso il 2014 al 2% lordo, beneficiando anch essi dell orientamento di politica monetaria ultra-accomodante della Fed e dell assenza di pressioni inflazionistiche di rilievo. Nonostante un movimento di storno avvenuto nell ultima parte dell anno, anche le obbligazioni più rischiose (i Corporate bond societari, sia Investment Grade che High Yield, e le obbligazioni dei Paesi emergenti) hanno chiuso il 2014 in positivo, seppur decisamente sotto tono rispetto ad una prima parte dell anno ben più promettente. Infine, anche per quanto concerne i tassi del mercato interbancario, l anno trascorso ha registrato una loro permanenza su livelli estremamente contenuti: le manovre espansive di politica monetaria convenzionale targate BCE (in particolare il taglio dei tassi deciso a settembre) hanno fatto precipitare i tassi Euribor, che chiudono l anno sui rispettivi minimi storici (0,078% per l Euribor a 3 mesi e 0,171% per l omologo a 6 mesi). I diversi orientamenti, già in essere ma soprattutto attesi per il futuro, delle maggiori banche centrali del mondo hanno dato luogo a drastici movimenti dei tassi di cambio. Il Dollaro americano, in particolare, si è apprezzato rispetto alla maggior parte delle altre valute, ma a risentirne maggiormente, fra le divise delle economie avanzate, è stato indubbiamente lo Yen giapponese. Anche i principali Paesi in via di sviluppo hanno visto le loro monete nazionali svalutarsi rispetto al dollaro, e in alcuni casi i fattori internazionali hanno interagito con vulnerabilità specifiche a singole realtà. Il deprezzamento del Real brasiliano, ad esempio, è avvenuto in un contesto di incertezza per le elezioni presidenziali e la debolezza delle prospettive economiche generali, mentre le sanzioni economiche contro la Russia e l aggravarsi del conflitto in Ucraina (la fonte di tensione geopolitica che ha maggiormente preoccupato nel corso del 2014) hanno fatto precipitare il Rublo di oltre l 80% nei confronti del Dollaro. E proprio la Russia, in qualità di importante esportatore energetico, è una (se non la principale) diretta interessata dall altro grande movimento di mercato che, come ricordavamo all inizio, ha caratterizzato l anno appena trascorso: il pesante calo del

18 18 relazione degli amministratori sulla gestione del gruppo sulla gestione del gruppo prezzo del petrolio. Nel corso del 2014, infatti, e in particolare nella seconda metà dell anno, il greggio WTI americano ha dimezzato il suo valore lasciando sul terreno quasi il 46%, arrivando a toccare l impensabile (fino a qualche mese prima) quotazione di 53 Dollari al barile. Il motivo principale alla base di questa caduta va ricercato senza dubbio nella dinamica domanda/offerta: la prima è certamente stagnante e non è vista riprendersi con forza nel breve. In termini di offerta, al contrario, si è registrato un costante e progressivo aumento, e lo dimostra il fatto che diversi paesi produttori di greggio hanno, durante il 2014, incrementato considerevolmente la produzione; tra questi il più importante è rappresentato senza dubbio dagli Stati Uniti che, grazie alla crescita del fenomeno Shale Oil, è diventato uno dei maggiori produttori di oro nero a livello mondiale. Un parziale freno a questa discesa del prezzo del petrolio sarebbe forse potuto arrivare dai paesi OPEC (capitanati dall Arabia Saudita) se solo avessero deciso, come già fatto altre volte in passato, di tagliare la produzione, ma la cosa (e non sono da escludere sottostanti ragioni geopolitiche) non è avvenuta. 1.4 Il sistema bancario e i tassi interni Il sistema bancario nazionale ha dovuto affrontare un 2014 che, oltre ad essere caratterizzato da una congiuntura economica ancora debole e alquanto incerta, prevedeva l attuazione del primo pilastro dell'unione Bancaria: la Vigilanza Unica da parte della BCE. Da novembre 2014, infatti, l istituto di Francoforte ha assunto ufficialmente il compito di supervisore unico del sistema bancario dell'eurozona con un numero di n. 15 istituti italiani inizialmente coinvolti. In previsione di ciò la Banca Centrale Europea ha condotto un esercizio di Comprehensive Assessment attraverso, in particolare, una revisione della qualità degli attivi (Asset Quality Review) presenti nei bilanci delle banche, e non a caso diverse realtà italiane hanno preferito presentarsi all appuntamento dopo aver rafforzato i propri requisiti patrimoniali grazie, soprattutto, ad aumenti di capitale. I risultati di questi CA effettuati dalla BCE, resi pubblici alla fine di ottobre, hanno evidenziato una debolezza della posizione patrimoniale delle banche italiane rispetto a quella delle banche degli altri Paesi europei; a fine 2013 lo shortfall di capitale complessivo era pari ad Euro 9,7 miliardi, tant è che n. 9 delle n. 15 banche nazionali non avrebbero superato l esame se nel corso del 2014 non avessero fatto ricorso agli aumenti di capitale (grazie ai quali, infatti, lo shortfall ha riguardato alla fine solo n. 2 istituti). Ciò che ha contribuito in misura significativa alla determinazione di questa carenza di capitale delle Banche italiane è stata sia la pesante svalutazione degli attivi, resasi necessaria dopo l attività di Asset Quality Review e nettamente la più consistente tra i sistemi bancari sottoposti al CA, e sia un livello di capitalizzazione, a fine 2013, mediamente tra i più bassi delle banche del campione. Tutte queste incertezze legate alle attività di revisione e controllo del sistema da parte delle istituzioni sovranazionali, unite ad un contesto macroeconomico che, soprattutto in Eurozona, ha deluso qualsiasi aspettativa di ripresa, hanno sì comportato un allontanamento degli investitori dai titoli del settore finanziario a livello europeo (nel 2014 l indice settoriale è diminuito del 4,89%), ma non hanno più di tanto intaccato il settore bancario italiano: a Piazza Affari, anzi, l indice rappresentativo del comparto ha guadagnato il 6,80%. Nei primi nove mesi del 2014 i risultati dei maggiori gruppi bancari italiani hanno registrato segnali di miglioramento del conto economico, non tutti confermati nei dati finali relativi all intero esercizio 2014: a incidere negativamente, in particolare, saranno con ogni probabilità le politiche di accantonamento sul portafoglio crediti, poiché la stessa BCE ha richiesto (in termini di valutazione crediti) l adozione di criteri prudenziali e ha invitato piuttosto esplicitamente a recepire il massimo possibile delle rettifiche nei risultati di del 2014.

19 Analizzando più nel dettaglio i vari aspetti dell attività bancaria, le statistiche ci dicono che nel 2014 è proseguito il graduale miglioramento della dinamica dei crediti al settore privato, che tuttavia risulta ancora in contrazione; la debolezza dell attività di credito continua ad essere più evidente in particolare in Italia, ma quantomeno si è ristretto il differenziale rispetto alla media dei Paesi dell Area Euro. La flessione, per ciò che concerne il nostro Paese, è particolarmente pronunciata per il settore delle imprese (-2,6%), mentre per i prestiti alle famiglie si registra una stabilizzazione del ritmo di contrazione (-0,5%). Dal lato della domanda di prestiti il 2014 ha fornito, dopo diversi anni, un indicazione positiva sul dato proveniente dalle imprese, ma limitatamente a quelle di maggiori dimensioni e per prestiti a lungo termine, mentre permangono ancora negativi i segnali sulla domanda delle PMI. Anche da parte delle famiglie vi è stato un aumento della domanda di finanziamenti, sia per prestiti finalizzati all acquisto di abitazioni sia, seppur in misura meno marcata, per credito al consumo e altre tipologie di prestiti. Dal lato dell offerta si sono registrati, da parte del sistema bancario e specie nell ultimo trimestre del 2014, criteri più accomodanti. Questo grazie in particolare al miglioramento della posizione di liquidità (sostenuta dalle misure non convenzionali di politica monetaria), all aumento della concorrenza e a prospettive più favorevoli relative a particolari settori produttivi. Il tutto si è riflesso in modo significativo sul tasso di interesse medio sui prestiti (attraverso una riduzione del margine applicato dalle banche) che si è via via ridotto nel corso dell anno. Il tasso applicato ai nuovi prestiti per le imprese si è ridotto in maniera significativa soprattutto per i finanziamenti di importo superiore ad Euro 1 milione, anche se il 2014 ha comunque visto un restringimento del differenziale rispetto ai tassi applicati ai prestiti di importo inferiore. Condizioni più favorevoli si sono anche registrate sia in termini di ammontare che di durata dei finanziamenti accordati. In miglioramento anche le condizioni di offerta verso le famiglie, in particolare sui prestiti per l acquisto di immobili, mentre sul segmento del credito al consumo si sono mantenute stabili. Anche per le famiglie questo si è riflesso in una riduzione del pricing. Permane, tuttavia, il trend negativo della qualità del portafoglio crediti con il rapporto sofferenze/impieghi che si avvicina, inesorabilmente, al 10%. Sul fronte della raccolta bancaria, nel 2014 si registra una flessione per circa Euro 134 miliardi. In particolare, si sono contratti i depositi con durata prestabilita, i PCT e le emissioni obbligazionarie. Bene i depositi in conto corrente, in aumento di oltre Euro 63 miliardi nell anno. A fine 2014 i depositi rappresentavano il 60% della raccolta complessiva, in aumento del 4,4% rispetto a fine A fronte di una riduzione della raccolta, il 2014 ha fatto registrare un aumento (per quasi Euro 30 miliardi) di capitale, riserve e fondi rettificativi. Le banche hanno ridotto lo stock di crediti per circa Euro 17 miliardi, le riserve presso l Eurosistema per Euro 6 miliardi, il portafoglio titoli per quasi Euro 68 miliardi e, in misura marginale, le attività sull estero. La forbice bancaria, infine, a causa della continua flessione dei tassi bancari (sia attivi che passivi) registrata nel corso del 2014, si è ridotta fino ad arrivare, a fine anno, ad un livello indicativo di 375 b.p. 19 relazione degli amministratori sulla gestione del gruppo sulla gestione del gruppo

20 2. DATI DI SINTESI 20 relazione degli amministratori relazione degli sulla gestione amministratori del gruppo sulla gestione del gruppo 2.1 Mappa del Gruppo al 31 dicembre 2014 Vi presentiamo la mappa del Gruppo al 31 dicembre 2014.

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