Ministero dello Sviluppo Economico
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- Michela Silvestri
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1 Ministero dello Sviluppo Economico DIPARTIMENTO PER L IMPRESA E L INTERNAZIONALIZZAZIONE DIREZIONE GENERALE PER LE PICCOLE E MEDIE IMPRESE E GLI ENTI COOPERATIVI OSSERVATORIO MPMI REGIONI LE MICRO, PICCOLE E MEDIE IMPRESE NELLE REGIONI ITALIANE Roma, settembre 2013
2 Il presente documento è stato realizzato dalla Direzione Generale delle Piccole e Medie Imprese e degli Enti Cooperativi. Il documento è stato elaborato da un gruppo di lavoro composto dal Dott. Giuseppe Capuano (Dirigente della Divisione VIII - PMI e Artigianato), dal Dott. Paolo Carnazza e dal Dott. Gianni Giubileo. Si ringrazia Rita Rinaudo per l assistenza redazionale. 2
3 EXECUTIVE SUMMARY Nel I semestre 2013 il saldo demografico risulta negativo e pari a imprese, sintesi di un flusso di iscrizioni ( ) inferiore al flusso delle cessazioni al netto delle cancellazioni di ufficio ( ). Lo stock di imprese registrate, al 30 giugno del corrente anno, si posiziona a poco più di 6 milioni. Il tasso di crescita del sistema produttivo è negativo e pari, nella prima metà del corrente, a -0,39% mentre quello relativo al comparto dell Artigianato a -1,58%. Le società di capitali continuano a rappresentare la forma giuridica più dinamica del nostro tessuto imprenditoriale con un tasso di crescita del 1,30 (3,06% nel settore dell Artigianato). Solamente il Lazio è caratterizzato da un tasso di crescita positivo delle imprese (0,45%) mentre nelle altre regioni si registra un tasso di crescita negativo con valori di un certo rilievo soprattutto nella Valle d Aosta, Liguria e Veneto. Il Report sintetizza alcune elaborazioni realizzate recentemente dal Centro Studi Unioncamere e relative all incidenza del valore aggiunto delle piccole, medie e grandi imprese, sia per l industria in senso stretto che per il totale delle imprese, all interno delle singole regioni e delle quattro macro aree geografiche relativamente al Dall analisi emerge la rilevante incidenza del valore aggiunto delle PMI dell industria in senso stretto sul totale (69,5%) con punte particolarmente significative nelle Marche, Trentino Alto Adige e Veneto. Nel I trimestre del 2013 si registra una nuova crescita delle esportazioni dei distretti industriali: si tratta del dodicesimo risultato utile consecutivo per i 143 distretti mappati e monitorati trimestralmente da Intesa San Paolo; in particolare le esportazioni hanno registrato un aumento pari al 2,2% a prezzi correnti, in termini tendenziali, attribuibile prevalentemente alla forte crescita verificatasi nell area meridionale e centrale del Paese. 3
4 Nel 2012 si segnala un aumento del numero degli operatori economici con l estero di circa l 1% rispetto al E opportuno rilevare, altresì, che il numero delle presenze di operatori commerciali con l estero - pur in aumento nel 2012 soprattutto rispetto al 2009 (che ha raggiunto un minimo di operatori economici con l estero) - si posiziona però su valori largamente inferiori rispetto a quelli dei primi anni del duemila. 4
5 Negativo il saldo demografico delle imprese nel I semestre 2013 Al 30 giugno 2013 si registra un flusso di iscrizioni pari a imprese, contro un flusso di cessazioni, al netto delle cancellazioni di ufficio, di imprese: il saldo demografico è, quindi, negativo e pari a poco più di 24 mila imprese. Lo stock di imprese registrate si posiziona su poco più di 6 milioni (Tab.1). Tab. 1 - Andamento demografico imprese registrate (anni ) Anno Imprese registrate Iscrizioni Cessazioni Saldo al netto cancellazioni di ufficio * Fonte: Unioncamere-Infocamere, Movimprese *Dati al 30 Giugno 2013 Ancora negativo il saldo delle imprese artigiane Risultati poco soddisfacenti continuano a provenire dal comparto dell Artigianato che fa registrare, nella prima metà del corrente anno, un saldo negativo di circa 23 mila imprese e con uno stock di imprese artigiane che ammonta a (Tab.2). Tab. 2 - Andamento demografico imprese artigiane registrate (anni ) Anno Imprese registrate Iscrizioni Cessazioni Saldo al netto cancellazioni di ufficio * Fonte: Unioncamere-Infocamere, Movimprese *Dati al 30 Giugno
6 Tassi di crescita negativi delle imprese nel primo semestre del 2013 Si evidenzia, al 30 giugno 2013, un tasso di crescita negativo delle imprese pari allo 0,39% a fronte di un tasso di iscrizione del 3,60% e di un tasso di cessazione del 3,99% (Tab.3). Tab. 3 -Tassi di iscrizione, cessazione e crescita imprese (anni ) Anno Tasso di Tasso di iscrizione cessazione Tasso di crescita iscr.t/registr.t -1 x100 cess.t/registr.t -1 x100 (iscr.t-cess.t/registr.t -1 )x ,12 6,37 0, ,71 6,11 0, ,32 6,03 0, ,75 5,56 1, ,41 5,58 0, ,28 5,97 0, * 3,60 3,99-0,39 Fonte: elaborazioni MiSE su dati Unioncamere-Infocamere *Dati al 30 Giugno 2013 Continua ad essere negativo il tasso di crescita delle imprese artigiane Al 30 giugno 2013 il tasso di crescita delle imprese artigiane continua ad essere negativo (-1,58%), sintesi di un aumento delle iscrizioni, pari al 3,80%, largamente inferiore a quello delle cessazioni (5,38%) (Tab.4). Tab. 4 -Tassi di iscrizione, cessazione e crescita imprese artigiane (anni ) Anno Tasso di iscrizione iscr.t/registr.t -1 x100 Tasso di cessazione cess.t/registr.t -1 x100 Tasso di crescita (iscr.t-cess.t/registr.t -1 )x ,25 8,41 0, ,40 8,03 0, ,25 8,32-1, ,42 7,77-0, ,10 7,53-0, ,87 8,26-1, * 3,80 5,38-1,58 Fonte: elaborazioni MiSE su dati Unioncamere-Infocamere *Dati al 30 Giugno
7 Le Società di capitali risultano essere le più dinamiche, in sensibile calo le Società di persone e le Ditte individuali nell Artigianato Continua ad aumentare il numero delle Società di capitali nel I semestre del 2013 rappresentando la forma giuridica più dinamica del nostro sistema imprenditoriale: il tasso di crescita è pari all 1,30% per il totale delle imprese e al 3,06% nell Artigianato. E risultato negativo l andamento delle Società di persone soprattutto nel comparto dell Artigianato (-1,34%), a fronte dello 0,82% per il totale delle Società di persone e delle Ditte individuali (-1,89% nell Artigianato a fronte di un -1,16% relativamente al Totale imprese (Tab.5). Tab. 5 - Nati-mortalità delle imprese registrate per forma giuridica I semestre 2013 (Valori assoluti e percentuali) Forme giuridiche Registrate Attive Iscritte Cessate Saldo Stock al Tasso di crescita Totale imprese Società di capitali ,30 Società di persone ,82 Ditte individuali ,16 Altre forme ,90 Totale imprese ,39 di cui Artigiane Società di capitali ,06 Società di persone ,34 Ditte individuali ,89 Altre forme ,09 Totale imprese ,58 Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese 7
8 Tassi di crescita delle imprese negativi su tutto il territorio nazionale La flessione del tasso di crescita per il totale delle imprese è attribuibile prevalentemente alla flessione registrata nell area settentrionale del Paese mentre è stazionaria nell area centrale; negativi in tutte le aree geografiche i tassi di crescita delle imprese artigiane, in particolar modo nell area meridionale (Tab.6). Tab. 6 - Nati-Mortalità delle imprese registrate per aree geografiche - I semestre 2013 (Valori assoluti e percentuali) Registrate Attive Iscritte Cessate Saldo Stock al Tasso di crescita Totale imprese Nord Ovest ,57 Nord Est ,68 Centro ,01 Sud e Isole ,43 ITALIA ,39 di cui Artigiane Nord Ovest ,56 Nord Est ,50 Centro ,51 Sud e Isole ,74 ITALIA ,58 Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese 8
9 In tutte le regioni si registra un tasso di crescita negativo delle imprese con punte di un certo rilievo soprattutto nella Valle d Aosta (-2,09%), in Liguria e nel Veneto (-0,99%). Solamente nel Lazio e nel Trentino Alto Adige si registra un tasso di crescita positivo delle imprese (Tab.7). Tab. 7 Nati-mortalità delle imprese per Regioni I semestre 2013 (valori assoluti e percentuali) Regione Registrate Attive Iscritte Cessate Saldo Stock al Tasso di crescita Piemonte ,95 Valle d'aosta ,09 Lombardia ,30 Trentino Alto Adige ,03 Bolzano ,17 Trento ,25 Veneto ,99 Friuli Venezia Giulia ,61 Liguria ,99 Emilia Romagna ,53 Toscana ,34 Umbria ,56 Marche ,42 Lazio ,45 Abruzzo ,78 Molise ,65 Campania ,19 Puglia ,59 Basilicata ,90 Calabria ,21 Sicilia ,39 Sardegna ,71 ITALIA ,39 Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese 9
10 Nel comparto dell Artigianato, si registrano tassi di crescita negativi in tutte le regioni; si segnala in particolare una sensibile caduta in Sardegna (-2,60%), in Umbria (-2,59%), nel Molise (-2,20%) e in Calabria (-2,15%) (Tab.8). Tab. 8 Nati-mortalità delle imprese artigiane per regioni I semestre 2013 (valori assoluti e percentuali) Regione Registrate Attive Iscritte Cessate Saldo Stock al Tasso di crescita Tasso di artigianalità Piemonte ,65 28,64 Valle d'aosta ,66 30,09 Lombardia ,44 27,41 Trentino Alto Adige ,75 24,22 Bolzano ,10 23,05 Trento ,40 25,52 Veneto ,70 27,63 Friuli Venezia Giulia ,88 27,37 Liguria ,07 28,17 Emilia Romagna ,58 29,36 Toscana ,76 27,03 Umbria ,59 23,81 Marche ,54 28,04 Lazio ,96 16,42 Abruzzo ,22 23,01 Molise ,20 20,72 Campania ,56 13,19 Puglia ,93 19,72 Basilicata ,55 18,88 Calabria ,15 19,77 Sicilia ,82 17,52 Sardegna ,60 23,30 ITALIA ,58 23,34 Fonte: Unioncamere-InfoCamere, Movimprese 10
11 APPROFONDIMENTI Il valore aggiunto per classi dimensionali nelle regioni e macroripartizioni italiane Unioncamere ha recentemente stimato l incidenza del valore aggiunto delle piccole, medie e grandi imprese, sia per l industria in senso stretto che per il totale delle imprese, all interno delle singole regioni e delle quattro macro aree geografiche relativamente al Tab.1 Valore aggiunto per classe dimensionale nelle regioni e macroripartizioni italiane Anno 2010 (valori assoluti in milioni di euro a prezzi correnti e incidenze percentuali) Industria in senso stretto Piccole Medie Grandi Totale Quota % PMI Totale Piccole Medie Grandi Totale Quota % PMI Piemonte , ,59 Valle d Aosta , ,16 Lombardia , ,05 Trentino Alto Adige , ,34 Veneto , ,89 Friuli Venezia Giulia 71,45 73,43 Liguria , ,60 Emilia Romagna , ,77 Toscana , ,17 Umbria , ,20 Marche , ,70 Lazio , ,29 Abruzzo , ,89 Molise , ,84 Campania , ,03 Puglia , ,93 Basilicata , ,84 Calabria , ,81 Sicilia , ,40 Sardegna , ,55 Nord-Ovest , ,89 Nord-Est , ,00 Centro , ,28 Mezzogiorno , ,41 Italia Incidenza 69,53 75,16 49,5 20,0 30,5 100,0 66,0 9,2 24,8 100,0 classi ITA 1 Unioncamere, Centro Studi, L economia reale dal punto di osservazione delle Camere di Commercio, giugno
12 Dalla Tab.1 si evince innanzitutto che la quota percentuale del valore aggiunto delle PMI nell industria in senso stretto si posiziona al 69,3% del totale, con punte particolarmente significative nelle Marche (79,73%), Trentino Alto Adige (76,47%) e Veneto (75,8%). Tale incidenza appare rilevante soprattutto nel Nord Est del Paese (72,84%). Significativamente più elevato risulta il valore aggiunto del totale PMI, attribuibile prevalentemente al comparto dei servizi; la relativa quota percentuale risulta pari al 75,16% con valori particolarmente rilevanti in Umbria, Toscana e Veneto (intorno all 80-81%). 12
13 Focus Distretti industriali 2 Nel I trimestre del 2013 si registra una nuova crescita delle esportazioni dei distretti industriali: si tratta del dodicesimo risultato utile consecutivo per i 143 distretti mappati e monitorati trimestralmente da Intesa San Paolo; in particolare il complesso delle esportazioni ha registrato, in Italia, un aumento pari al 2,2% a prezzi correnti rispetto al I trimestre del 2012, attribuibile prevalentemente alla forte crescita verificatasi nell area meridionale (8,4%) e centrale (6,2%) del Paese (Graf.1). Graf. 1 Variazione percentuale tendenziale dell export nelle aree distrettuali - I trimestre ,4 6 6, ,2 2,2 0 Italia Nord Ovest Nord est Centro Sud -2-1,5 Fonte: Intesa- San Paolo, Monitor distretti, giugno 2013 Si distinguono, in particolare, le aree distrettuali della Sicilia (22,7% il relativo tasso di crescita dei prodotti esportati nel I trimestre del 2013 rispetto allo stesso periodo dell anno precedente), della Campania (12,3%), della Puglia (11,1%) e dell Umbria (9,7%). Segnali di sofferenza registrano, in particolare, i distretti dell Abruzzo (-20,3%), del Friuli-Venezia Giulia (-4,2%), e della Lombardia (-1,7%). (Tab.1). L export dei distretti ha mostrato segnali di accelerazione sui nuovi mercati (+7,9% la crescita tendenziale nel I trimestre del corrente anno), mentre sui mercati tradizionali ha accusato un calo, seppur lieve (-0,6%). Tra i nuovi mercati spiccano gli Emirati Arabi Uniti (38,8%). Tassi di crescita a doppia cifra si sono registrati anche in molti altri nuovi mercati e, in particolare, in Turchia, Libia, Hong Kong e Vietnam. 2 Intesa- San Paolo, Monitor distretti, giugno
14 Nei paesi avanzati le esportazioni dei distretti industriali hanno continuato a correre negli Stati Uniti (+9,9%). Su questo mercato molti distretti hanno registrato performance straordinarie in ogni filiera produttiva. Si sono, invece, fermati due tradizionali motori distrettuali, la Francia (-3,1%) e la Germania (-2,3%). In Francia hanno sofferto soprattutto i distretti della filiera metalmeccanica e del Sistema casa, mentre in Germania la filiera dei metalli. Peraltro, in questi due mercati, con l eccezione dell agro-alimentare, la caduta dei flussi di export dei distretti italiani è stata quasi generalizzata. Tab. 1 Le esportazioni distrettuali nelle Regioni italiane nel I trimestre del 2013 Milioni di euro Var. % tendenziale Regione/Esportazioni I trim I trim Differenza I trim 2013 I trim I trim Nord-Ovest. di cui: ,5 0,9 Lombardia ,7 0,8 Piemonte ,1 1,7 Nord-Est ,2 1,7 Veneto ,2 3,0 Emilia Romagna ,1 5,3 Friuli-Venezia Giulia ,2-10,4 Trentino-Alto Adige ,0 1,9 Centro, di cui: ,2 5,9 Toscana ,4 6,5 Marche ,3 4,1 Umbria ,7 7,2 Sud, di cui: ,4 0,0 Campania ,3 5,2 Puglia ,1-3,7 Abruzzo ,3-4,1 Sicilia ,7 0,4 Totale complessivo ,2 2,1 Fonte: Intesa San Paolo, Monitor distretti, giugno
15 In amento il numero degli operatori con l estero nel 2012 Nel 2012 le presenze degli operatori commerciali che realizzano scambi con l estero 3 ammontano a poco più di 224mila, in lieve aumento rispetto al 2011 (+1%); è la Lombardia ad avere il maggior numero di operatori con l export (quasi 62mila), seguita dal Veneto e dall Emilia Romagna. Tra il 2012 e il 2011 si registrano variazioni positive di una certa entità soprattutto in Lombardia, Liguria, Campania. Da evidenziare altresì una flessione del numero degli operatori in Friuli Venezia Giulia, Toscana e Abruzzo (Tab.1). E opportuno rilevare, altresì, che il numero delle presenze di operatori commerciali all estero - pur in aumento nel 2012 rispetto in particolar modo al 2009 (che ha raggiunto un minimo di operatori economici con l estero) si posiziona però su valori largamente inferiori rispetto a quelli dei primi anni del duemila. Tab. 1- Operatori all esportazione secondo la regione di provenienza della merce Regioni (a) Piemonte Valle d Aosta Lombardia Trentino-Alto Adige Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna ITALIA Fonte: Istat; (a) Dati provvisori 3 Per presenze degli operatori economici con l estero, l Istat intende il numero complessivo di operatori che effettuano transazioni verso i singoli mercati di destinazione delle merci relativamente ai diversi gruppi di prodotti. Un singolo operatore infatti può operare, nell intervallo temporale di riferimento, contemporaneamente verso più mercati esteri vendendo o acquistando più di un tipo di prodotto. 15
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