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1 Newsletter Informazione economico finanziaria sul mondo delle PMI italiane N.9 Febbraio 2009 In primo piano SOMMARIO Sintesi dell intervento del Governatore della Banca d Italia al Forex di Milano pag. 2 Che cosa sono i Tremonti bond? pag. 4 Approfondimenti Il distretto è ancora un modello pag. 6 Banche, doppio test di convenienza pag. 7 L economia italiana: dati e trend Pil: - 1,8% nell ultimo trimestre del 2008 pag. 8 Industria, fatturato ancora in calo. Crolla l auto: mai così male dal 93 pag. 9 La finanza per le PMI Più ricerche per decifrare la crisi pag. 10 Dal mondo: dati e notizie Il G7 chiede di far ripartire il credito per famiglie e imprese pag. 10 Economic Outlook pag CONSORZIO CAMERALE PER IL CREDITO E LA FINANZA - NEWSLETTER FEBBRAIO 2009

2 IN PRIMO PIANO Sintesi dell intervento del Governatore della Banca d Italia al Forex di Milano Si riporta una breve sintesi del recente intervento del Governatore della Banca d Italia al Forex di Milano. Nel suo intervento alla riunione del Forex, il Governatore sottolinea come i rischi per l economia mondiale, fino all estate scorsa solo ipotizzati, si sono adesso materializzati. In tutti i principali paesi l attività economica è in forte diminuzione. La crisi di fiducia è la più grave dal dopoguerra. Le previsioni per il 2009 sono state ripetutamente riviste verso il basso. Il Fondo monetario internazionale stima ora che il prodotto si contrarrà dell 1,6 per cento negli Stati Uniti, del 2,0 nell area dell euro, del 2,6 in Giappone. La crisi si è estesa alle economie emergenti. Le ripercussioni sull occupazione non si sono ancora pienamente manifestate; gli indicatori disponibili per i mesi più recenti prefigurano un netto deterioramento. La caduta della domanda può colpire con particolare intensità le fasce deboli e meno protette, i lavoratori precari, i giovani, le famiglie a basso reddito. Il Governatore sottolinea la necessità di interventi globali, di ampia portata, il più possibile coordinati, con politiche di bilancio, monetarie e per la stabilità del sistema finanziario. Gli stati si stanno muovendo in questa direzione. Le politiche di bilancio hanno assunto un orientamento fortemente espansivo. Gli Stati Uniti hanno deciso interventi per quasi 800 miliardi di dollari, del 5 per cento del prodotto annuo in un triennio. In Giappone gli interventi per il sono commisurati al 2 per cento del PIL; al 3 per cento in Canada. In Europa, la Germania ha approvato azioni di stimolo per oltre 3 punti del PIL la Spagna per poco meno di 2 punti in un solo anno; il Regno Unito per quasi 1,5 punti; la Francia per circa tre quarti di punto. Le maggiori spese e riduzioni di entrate approvate in Italia per finalità anticicliche sono pari a circa mezzo punto percentuale del PIL in quanto la struttura degli interventi riflette la prudenza indotta dalle dimensioni del debito pubblico. La scelta delle forme che assumono gli interventi pubblici a sostegno della domanda non è meno importante della loro dimensione. essi devono sostenere il consumo delle fasce più deboli e rafforzare, nella componente d investimento, la capacità di crescita dell economia. Sul piano della politica monetaria, I tassi ufficiali sono stati abbassati rapidamente; in molti paesi sono prossimi a zero. L esperienza degli Stati Uniti negli anni trenta e del Giappone negli anni novanta suggerisce che è necessario contrastare, nelle fasi iniziali delle crisi, la tendenza all aumento dei tassi di interesse reali. Le maggiori banche centrali hanno iniettato liquidità in misura che non ha precedenti; In taluni casi sono intervenute direttamente acquistando passività delle imprese, riattivando circuiti del credito che erano ostruiti, contribuendo al finanziamento del settore privato. Riattivare l intermediazione finanziaria resta, infatti, essenziale per superare la recessione e tornare a una crescita duratura. Le dimensioni della crisi, cosi come monitorate dal FMI, sono notevoli. Il Fondo monetario internazionale stima ora che nel mondo le perdite complessive di banche e altre istituzioni finanziarie ammontino a miliardi di dollari; solo cinque mesi fa la stima era di miliardi. per le banche le perdite finora evidenziate in bilancio superano gli 800 miliardi di dollari; gli interventi per ricostituirne il capitale sono stati all incirca equivalenti, quasi la metà di essi provengono da fondi pubblici. Investitori e mercati restano 2

3 scettici sui bilanci di molte istituzioni finanziarie; ne sono conseguenze la forte diminuzione dei flussi di risorse verso l industria bancaria, l innalzamento dei livelli di patrimonializzazione che il mercato richiede alle banche, una pressione sulle banche stesse a ridurre gli attivi. Occorre quindi ricreare le condizioni per lo sviluppo futuro nei sistemi bancari solo marginalmente appesantiti dall eredità del passato. Per quanto attiene al commercio mondiale, nel quarto trimestre dell anno passato gli scambi mondiali sono diminuiti circa del 20 per cento, su base annua, rispetto al terzo; per il 2009 l FMI prevede una diminuzione attorno al 3 per cento, la prima caduta del commercio internazionale dopo quella del Quello che occorre assolutamente evitare, è sottolineato dal Governatore, è il ricorso al protezionismo. Le banche italiane sono in condizioni migliori rispetto ai maggiori intermediari internazionali. Le hanno difese un grado contenuto di leva finanziaria; un modello imprenditoriale saldo nel proprio ancoraggio alla tradizionale attività creditizia, radicato nel rapporto con la clientela, famiglie e imprese. I prestiti erogati dal sistema bancario italiano, ancora in vivace espansione nella prima parte del 2008, hanno però rallentato nel corso dell anno; la decelerazione si è fatta brusca negli ultimi mesi. Il tasso di crescita è modesto soprattutto per le piccole imprese, l industria manifatturiera; le costruzioni hanno avuto un rallentamento particolarmente marcato. Sull andamento del credito hanno influito anche politiche di offerta più caute adottate delle banche in seguito all aumento del costo della provvista, alla parziale chiusura dei canali di raccolta sui mercati internazionali, al deterioramento del merito di credito della clientela, alla necessità di rafforzare il rapporto tra patrimonio e attivo per far fronte alle pressioni provenienti dai mercati, in una fase di elevata incertezza. La qualità del credito bancario sta risentendo della recessione. Dal terzo trimestre dell anno scorso il flusso di nuove sofferenze è in rapido aumento. Vi è però un importante elemento di robustezza del sistema: in Italia l indebitamento privato è considerevolmente inferiore a quello di altri paesi. Il leverage delle imprese italiane è oggi di sette punti più basso che all inizio degli anni novanta, alla vigilia della precedente recessione; è maggiore rispetto ad allora il grado di copertura degli oneri finanziari con le fonti interne di finanziamento. Per le famiglie, i debiti finanziari, benché cresciuti rispetto al passato, sono il 49 per cento del reddito disponibile, contro oltre il 90 dell area dell euro, il 150 circa del Regno Unito e degli Stati Uniti. Mantenere un offerta adeguata di credito preservando al tempo stesso criteri sani e prudenti di erogazione dei prestiti: questa è la sfida per il sistema bancario nel Una stretta creditizia aggraverebbe la recessione; una minore prudenza rischierebbe di riflettersi sulla stabilità delle banche, con gravi conseguenze per la capacità di erogare credito nel medio periodo, per la stessa economia. Quando si ostruiscono i canali dell allocazione del capitale, il normale funzionamento dell economia si inceppa, lo sviluppo è impedito. È necessario ricostruire la fiducia nel sistema finanziario, nella solidità delle banche, dei mercati. Fonte: AIAF ASSIOM ATIC FOREX 3

4 L attività di ricerca del Consorzio si è focalizzata in questo periodo sul tema della crisi economica e finanziaria. Il Consorzio realizza Osservatori sulla crisi finalizzati a cercare di comprendere la situazione in corso ed i suoi possibili effetti sul sistema produttivo della PMI. Appare infatti opportuno capire quali siano le dinamiche che caratterizzano il rapporto tra domanda e offerta di capitali di debito e, soprattutto, evidenziare le percezioni degli imprenditori e verificarne la corrispondenza con la realtà. L obiettivo strategico è quello di realizzare un monitoraggio puntuale sull andamento dei rapporti tra banche e imprese alla luce della situazione contingente. Per informazioni rivolgersi a: dr. Gianmarco Paglietti, Consorzio Camerale, 02 / , paglietti.gianmarco@consorziocreditoefinanza.it Che cosa sono i "Tremonti bond"? Nel corso degli ultimi mesi, si è discusso diffusamente riguardo a misure di sostegno del sistema bancario italiano e dell economia, in linea anche con quanto fatto negli altri paesi. Come peraltro emerge anche dalle recenti considerazioni del Governatore di Banca d Italia, di cui riportiamo una sintesi nell articolo precedente, appare che il nostro sistema bancario, rispetto a quello europeo, si posizioni meglio per far fronte alle grandi difficoltà in atto, innescate dalla crisi finanziaria internazionale e dalla recessione in corso. Le banche italiane sono in condizioni migliori rispetto ai maggiori intermediari internazionali. Peraltro, i prestiti erogati dal sistema bancario italiano hanno rallentato nel corso dell anno e la decelerazione si è fatta brusca negli ultimi mesi. Il tasso di crescita è modesto soprattutto per le piccole imprese e l industria manifatturiera. Sull andamento del credito hanno influito anche politiche di offerta più caute adottate delle banche. Ecco quindi la proposta dell Esecutivo, introdotta dal decreto anticrisi, che in questi giorni ha ricevuto anche il placet dalla Commissione europea, di introdurre una forma di sostegno al sistema bancario e con essa al sistema produttivo rappresentato dai Tremonti bond. Ma di che cosa si tratta? Che cosa sono questi nuovi strumenti? In questa breve nota si cerca di analizzare le caratteristiche di questi strumenti ed il loro ruolo. In estrema sintesi, si tratta di obbligazioni emesse dalle banche e sottoscritte dal Tesoro per sostenere la capitalizzazione degli istituti di credito. L'articolo 12 del decreto anti crisi prevede che le banche possano emettere obbligazioni bancarie speciali che verrebbero sottoscritte dal Tesoro allo scopo di rafforzare la dotazione patrimoniale degli istituti e di consentire "un adeguato flusso di finanziamenti all'economia". Essi sono quindi obbligazioni emesse dalle banche e la cui finalità è quella di sostenerne la capitalizzazione, aumentandone il patrimonio di vigilanza di base, il cosiddetto Tier 1. Lo scopo è quello di fornire le risorse al sistema bancario perchè sia possibile favorire l erogazione di finanziamenti alle imprese. Si intende in questo modo aiutare il sistema produttivo, in particolare le PMI. Per finanziare l operazione, il Tesoro dovrà provvedere all emissione di titoli del debito pubblico. Lo Stato guadagnerebbe dalla differenza tra gli interessi sui titoli di Stato e quelli sulle obbligazioni bancarie sottoscritte. 4

5 La Commissione Ue ha dato recentemente via libera alla modifica del regime italiano di conferimento di capitali agli istituti di credito. La recente modifica del piano italiano ha permesso ai Tremonti bond di rientrare nella casistica degli aiuti di stato previsti nel Trattato. Le modifiche adotttate al piano italiano per renderlo in linea con il quadro delle misure comunitarie prevede che lo strumento dovrebbe essere interessante per gli istituti di credito sani che intendono utilizzare capitali statali soltanto per un periodo molto breve, con una remunerazione adeguata per lo Stato e incoraggiando l'uscita anticipata. La Commissione Ue ha precisato che la dotazione di capitale fornita attraverso lo strumento dovrà essere limitata al 2% del valore dell'insieme delle attività ponderate per il rischio della banca che ne usufruisce e, in linea di massima, entro un livello dell'8% del capitale Tier 1. Le condizioni di remunerazione comprendono una cedola iniziale con clausole di step-up fissi, aumenti della remunerazione connessi ai pagamenti di dividendi e al costo di finanziamento dello Stato italiano nonché un premio di riscatto crescente in funzione del passare del tempo. I finanziamenti eventuali alle banche saranno possibili solo entro il La Banca d Italia e gli osservatori economici presso le prefetture vigileranno sul loro funzionamento. La sottoscrizione degli strumenti finanziari è effettuata sulla base di una valutazione della Banca d'italia delle condizioni economiche dell'operazione e della computabilità degli strumenti finanziari nel patrimonio di vigilanza. Le obbligazioni saranno remunerate a tassi crescenti con la durata del prestito, a partire da un tasso attorno al 7,5% o 8,5% a seconda dei premi previsti per il rimborso. L'acquisto da parte del Tesoro è anche vincolato a un protocollo di impegni dell'emittente con il Ministero che riguarda il livello di credito erogato alle imprese, la politica di dividendo in relazione all'equilibrio patrimoniale, l'adozione di un codice etico interno anche relativo alle politiche di remunerazione dei manager. Quindi, si possono configurare tre tipologie di Tremonti bond: a) quelli destinati ad un investimento a lungo termine nel capitale della banca, con un rimborso a premio; b) quelli destinati ad un investimento a breve termine, che verranno presumibilmente rimborsati a breve termine, con un rimborso alla pari; c) cui si aggiunge una nuova tipologia, quelli che possono essere sottoscritti congiuntamente dal Mef e da investitori privati assieme, sempreché «le condizioni siano tali da non alterare gli incentivi degli investitori privati», nel rispetto della concorrenza del mercato. Questa terza tipologia di strumento può essere sottoscritto tanto dal Tesoro quanto dai privati, quando questi ultimi acquistano almeno una quota del 30% dell emissione. Infine, per quanto riguarda la remunerazione degli azionisti sotto forma di dividendi, il testo arppovato da Bruxelles comporta un tetto del 15% anche per quanto riguarda l onere calcolato sui dividendi. Nel definire il pagamento degli interessi di queste obbligazioni, infatti, il Mef traccia tre strade: 1) un coupon che sale nel tempo; 2) una remunerazione rapportata ai dividendi; 3) un tasso d interesse agganciato al rendimento dei BTP a trent anni. Nella prima versione del subordinato per il Core Tier-1, il Mef aveva previsto un tetto al 15% solo per la cedola dal 2039 in poi. Nella nuova formulazione, gli oneri pagati dalle banche sono calcolati in relazione al dividendo al 105% (2009), 110% (2010), 115% ( ) e 125% (2018 in poi) «fermo restando il limite del 15%. Le banche che aderiranno alla possibilità di vendere obbligazioni al Tesoro «si impegneranno a favorire il credito alle imprese, soprattutto piccole e medie, e alle famiglie». 5

6 Gli impegni che il Tesoro richiede agli istituti per sottoscrivere le obbligazioni sono: il contributo finanziario per rafforzare la dotazione del fondo di garanzia per le PMI; l'aumento delle risorse da mettere a disposizione per il credito alle piccole e medie imprese; per i lavoratori in cassa integrazione o percettori di sussidio di disoccupazione, la sospensione del pagamento della rata di mutuo per almeno 12 mesi; la promozione di accordi per anticipare le risorse necessarie alle imprese per il pagamento della cassa integrazione. Questi impegni «ed il più generale andamento del credito all'economia, saranno oggetto di attento monitoraggio operato sul modello applicato in Francia con successo». Resta aperta la scommessa riguardo all utilizzo da parte delle banche dei Tremonti bond. Nonostante gli inviti del Governo, e benchè siano già circolate alcune ipotesi di utilizzo per i principali gruppi bancari nazionali, ancora non è chiaro quali istituzioni bancarie in concreto utilizzeranno lo strumento. Da un lato, essi rimangono uno strumento il cui utilizzo è vincolato al reimpiego delle risorse nell economia, il che, in questa situazione di crisi dell economia reale, potrebbe non essere immediato; dall altro, lo strumento è piuttosto oneroso per le banche, con una remunerazione che sostanzialmente è allineabile (o superiore) a quello delle azioni privilegiate, e potrebbe non essere appetibile per gli istituti che invece potrebbero averne bisogno, mentre potrebbe essere non desiderabile per gli istituti che ne potrebbero invece fare uso. Inoltre, sembra che il ricorso ai Tremonti bond possa essere percepito dal mercato come segno di debolezza dell istituto che vi fa ricorso. Sembra esserci una contraddizione di fondo tra la finalità dello strumento - sostenere le PMI con nuovo credito e le esigenze delle banche accedere a fondi freschi per apportare le ricapitalizzazioni richieste dal mercato. Occorrerà capire nei prossimi mesi quali potranno essere le strategie del sistema bancario al riguardo e se, quindi, questo strumento di finanza innovativa, il cui scopo ultimo è quello di sostenere l economia, avrà successo. Fonte: Ufficio Studi Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza - Corriere della Sera e Sole 24 Ore APPROFONDIMENTI Il distretto è ancora un modello I distretti industriali non sono più quelli di dieci anni fa. Nel bene o nel male hanno completamente cambiato faccia e se oggi devono fare i conti con le asprezze della crisi, che dall ultimo trimestre ne ha fortemente ridimensionato le esportazioni, le ragioni del loro malessere non dipendono ed è una novità da un insufficiente competitività aziendale ma dal crollo della domanda internazionale. Oggi l effetto distretto cioè il vantaggio comparato delle aziende distrettuali rispetto a quelle che stanno fuori si è ridotto: la propensione all export resta alta ma, al di là delle distorsioni indotte dall euro forte, la dinamica delle esportazioni e il fatturato non sono più significativamente superiori a quello delle imprese non distrettuali e la redditività industriale (Roi) è addirittura inferiore, anche se l uso del capitale resta più efficiente. Ma quel che colpisce nella metamorfosi dei distretti industriali sono soprattutto due elementi: il salto dimensionale e l ampliamento del numero delle medie imprese sia dentro che fuori i distretti e la profonda differenza di velocità che si riscontra sia tra i distretti che all interno dei distretti stessi. 6

7 Tutto questo emerge dal primo Rapporto annuale sui bilanci delle imprese dei distretti industriali italiani condotto dal Servizio Studi di Intesa San Paolo. Un ricerca di grande portata, compiuta su 103 distretti e imprese distrettuali confrontate in un campione di 45mila aziende, che colma un vuoto informativo e che rappresenta uno spaccato molto interessante dell impresa italiana. Il fatto che si assista però a una crescente differenziazione della performance, non solo tra le aziende dello stesso distretto ma anche tra distretti del medesimo settore produttivo, conferma che la differenza la fa il posizionamento competitivo della singole aziende ma che su questo l effetto territorio conta oggi più dell effetto distretto. Fonte: Sole 24 Ore Banche, doppio test di convenienza Metodo di rating interno oppure metodo standard con l opzione Ecai, che prevede il rating rilasciato dal agenzie esterne specializzate? Le banche italiane sono impegnate a fondo nel valutare quale sia il metodo migliore (e più conveniente) per il calcolo, in ossequio ai criteri di Basilea 2, del patrimonio da accantonare a fronte dei rischi legati ai prestiti in essere. La nuova disciplina, entrata in vigore un anno fa, consente alle banche di stimare il rischio del proprio portafoglio sulla base dei rating interni. Questo ha già consentito agli istituti più virtuosi di diminuire la quota di capitale da accantonare. In alternativa Basilea 2 consente l utilizzo del metodo standard, con rating esterni, e la possibilità di ricorrere alle agenzie di valutazione del merito di credito (External Credit Assessment Institution, Ecai) per determinare i coefficienti di ponderazione delle attività di rischio. Metodi a confronto Variazione percentuale medie del patrimonio minimo richiesto alle banche rispetto a Basilea 1 Standard Irb base Metodo Irb avanzato Probabile applicazione GRUPPO 1 Paesi del G10 1,7-1,3-71,0-6,8 Comitato europeo dei supervisori bancari -0,9-3,2-8,3-7,7 Altri non G10 1,8-16,2-29,0-20,7 GRUPPO 2 Paesi del G10-1,3-12,3-26,7-11,3 Comitato europeo dei supervisori bancari -3,0-16,6-26,6-15,4 Altri non G10 38,2 11,4-1,0 19,5 Nota: le più grandi banche italiane appartengono al gruppo 1 - Paesi del G10 - ma la maggioranza del sistema creditizio rientra nel gruppo 2 - Paesi del G10 Fonte: Comitato di Basilea Fonte: Sole 24 Ore 7

8 Sul piano dell attività di servizio alle imprese, il Consorzio realizza alcuni servizi innovativi per conto delle Camere di Commercio, finalizzati a sostenere le PMI in questa difficile fase congiunturale. Ad esempio, possiamo ricordare l avvio di Sportelli rating e consulenza per le PMI, che, nella grande maggioranza dei casi, non dispongono di un rating né di un adeguata informazione al riguardo. Lo scopo è quello di contribuire alla diffusione della conoscenza e dell utilizzo dello strumento del rating attraverso un servizio specialistico di assistenza per le imprese finalizzato alla valutazione del merito di credito. La finalità dello strumento è quella di aiutare le imprese a migliorare la propria posizione nei confronti del sistema bancario, accedendo a servizi e consulenza specifica erogabile in partnership con la locale Camera di Commercio. Per informazioni rivolgersi a: dr. Carlo Bettonica, Consorzio Camerale, 02 / , bettonica.carlo@consorziocreditoefinanza.it L ECONOMIA ITALIANA: DATI E TREND Pil: -1,8% nell ultimo trimestre del 2008 La crisi economica è arrivata al suo nadir in tutto il Continente. L Eurostat ha accertato ieri che nel 2008 si è verificato un vero e proprio crollo del Pil europeo: - 1,5% è infatti la flessione medie del prodotto di Eurolandia (ma il numero non cambia anche se si considera l Europa a 27) tra ottobre e dicembre rispetto al trimestre precedente, con una punta negativa in Germania, dove la flessione trimestre su trimestre precedente è stata pari al 2,1%, mentre è del 2,6% rispetto al quarto trimestre del Un andamento così negativo spiega ancora l istituto nazionale di statistica, non si era mai registrato da quando si rilevano le variazioni trimestrali del prodotto, cioè dal il pessimo andamento dell ultimo trimestre fa inoltre archiviare l intero 2008 con una flessione del prodotto interno lordo italiano pari allo 0,9%, il risultato peggior dal Non basta: la cattiva performance di fine anno lascia in eredità all anno in corso un effetto di trascinamento statistico pari a 1,8 per cento. In altre parole, se nel resto dell anno la crescita fosse pari a zero, il 2009 registrerebbe comunque una flessione del Pil pari all 1,8 per cento. Tanto basta per convincere alcuni analisti congiunturali a rivedere ulteriormente le loro stime per l anno in corso. Portandole più vicino a un 3% che al 2% sin qui stimato da Banca d Italia e Governo. Del resto, secondo l analisi contenuta nell ultimo numero di congiuntura flash del Centro studi Confindustria la crisi ha investito simultaneamente e ovunque quasi tutti le attività economiche. Nella prima fase, la recessione aveva lasciato isole di resistenza, sopratutto geografiche ma anche settoriali, che avrebbero creato le basi del rilancio si legge nel rapporto. Con il fallimento Lehman Brothers il 15 settembre è iniziata una seconda ondata che ha sommerso anche queste isole, soprattutto i beni di investimento e di consumo durevoli. Il brusco calo dell occupazione e del reddito delle famiglie si sta ora percuotendo anche sui beni di consumo non durevoli. La produzione industriale, ricorda il CsC,ha registrato la più forte caduta dal 1991, pari a 4,3% nel 2008 sul 2007, -8,3% è il solo dato relativo alla variazione di dicembre rispetto a settembre. Una caduta che, proseguita in gennaio (-0,5% su dicembre,s time CsC), si sta rilevando la flessione più forte dal dopoguerra. 8

9 Non meno preoccupato è il commento ai dati Istat sul Pil dell ufficio studi Confcommercio: si tratta di un dato peggiore di molte previsioni, soprattutto, indicativo del crollo degli investimenti produttivi che implica il pericolo di una strutturale riduzione della capacità del Paese di creare ricchezza. Si preannuncia, quindi, conclude Confcommercio, una crisi non solo più lunga ma anche più acuta che produrrà anche un forte incremento della disoccupazione. Fonte: Sole 24 Ore Industria, fatturato ancora in calo. Crolla l'auto: mai così male dal '93 Prosegue il calo del fatturato dell industria. A dicembre, secondo i dati diffusi dall'istat, ha registrato una diminuzione del 3,8% rispetto a novembre e del 10,3% rispetto allo stesso mese del Il calo in termini tendenziali deriva da una contrazione dell 11,4% sul mercato interno e del 7,6% su quello estero. Gli ordinativi dell'industria italiana a dicembre sono calati del 15,4% su dicembre 2007 e del 2% su novembre Nella media 2008 il fatturato dell'industria è diminuito dello 0,3% rispetto al Crolla l'auto: nel 2008 il fatturato del settore autoveicoli (autovetture e altri mezzi di trasporto su gomma) è diminuito del 7,6%, il calo più significativo dal '93. L'Istituto di statistica comunica inoltre che gli ordinativi sono diminuiti nel corso dell'anno dell'11,4%, la contrazione più significativa dal '92. A dicembre il fatturato del settore autoveicoli è crollato a dicembre del 29,6% rispetto a dicembre 2007 e gli ordinativi sono andati a picco del 33,3%. Fonte: Corriere della Sera Per quanto attinene all attività di comunicazione ed informazione alle imprese, sono promossi seminari sul territorio, da un lato, sul tema della crisi e sulle possibili strategie per uscirne e, dall altro, su tematiche specifiche attinenti alla finanza per le PMI. Il Seminario sulla crisi ha l intento di fare il punto sulla difficile situazione congiunturale innescata dalla crisi finanziaria internazionale ed aggravata dalla necessità del sistema bancario di procedere ad importanti operazioni di irrobustimento nella situazione patrimoniale. Il quadro di riferimento, rispetto alla cornice delineata da Basilea 2, è mutato e già si discute sull adeguatezza delle nuove regole in questa difficile situazione economica. L attenzione dell evento è focalizzata sull impatto della crisi sull economia reale e, nello specifico, sulle piccole e medie imprese, con l obiettivo di suscitare un dibattito costruttivo tra gli attori sul territorio per cercare di comprendere quali interventi possono essere messi in atto dagli enti pubblici e dagli operatori privati per superare il difficile momento congiunturale. Per informazioni rivolgersi a: dr. Massimiliano Gilardi, Consorzio Camerale, 02 / , gilardi.massimiliano@consorziocreditoefinanza.it 9

10 LA FINANZA PER LE PMI Più ricerche per decifrare la crisi Il default di Lehman Brothers spinge le aziende vicine a una crisi di panico, mentre l attenzione sui dati di vendita diventa spasmodica: non più report bimestrali o mensili ma addirittura settimanali. Poi a dicembre il colpo di reni: molte industrie di marca hanno commissionato alle società progetti di ricerca profondi, per capire l umore dei consumatori, le nuove leve emozionali e le strategie da mettere in campo. In prima fila le aziende medio-grandi, più defilate le più piccole, non demordono i marchi dell automotive, nonostante la crisi e nemmeno l industria di marca che vive con apprensione la crisi della grande distribuzione. Forse non tutti i progetti richiesti dalla aziende si trasformeranno in contratti ma per gli operatori è importante che sia ripartito il processo. Di certo la crisi ha creato situazioni diverse tra gli operatori. Da settembre in avanti si è prodotta una reazione emotiva alla recessione con riduzioni dei budget del marketing da parte delle imprese grandi e piccole. A dicembre, però c è stata l inversione di tendenza, la richiesta di ricerche è ripartita, anche se poi la richiesta fa fatica a trasformarsi in ordini. Dopo il panico, le aziende sembrano diventate più attive, hanno preso atto della situazione e cercano di capire le aspettative del mercato. Il momento è difficile e le aziende hanno deciso una strategia conservativa sugli investimenti in ricerca. In autunno alcune società hanno rinunciato agli investimenti salvo poi ritornare sulla decisione. In un momento come questo il ruolo delle ricerche di mercato può potenzialmente crescere. Il focus diventa quello di indirizzare al meglio le strategie aziendali. In una situazione in cui è in atto una ridefinizione degli obiettivi, le aziende chiedono ricerche sull innovazione, sulle macrotendenze e sui bisogno latenti dei consumatori. La sfida è quella di fornire al cliente le chiavi interpretative del momento per una corretta gestione tattica ma anche strategica. Puntare sul marketing e sulla comunicazione è fondamentale per mantenere vivo brand ed il contatto con il mercato, fondamentale per la fase di rilancio successiva. Fonte: Sole 24 Ore DAL MONDO: DATI E NOTIZIE Il G-7 chiede di far ripartire il credito per famiglie e imprese «Stabilizzare l'economia globale e dei mercati finanziari e respingere ogni forma di protezionismo». Queste le priorità emerse dal vertice che riunisce a Roma ministri, governatori e i vertici delle istituzioni economiche internazionali dei paesi del G7. «L'eccessiva volatilità e i movimenti disordinati nei mercati valutari hanno implicazioni negative per la stabilità economica e finanziaria» si legge nel comunicato finale. Ci sarà quindi un «monitoraggio ravvicinato dei tassi di cambio». Su questo fronte, da parte dei ministri finanziari e i banchieri centrali del G7 è stato espresso per l'impegno a continuare nel percorso verso un tasso di cambio più flessibile. Questo, scrivono i paesi del G7 nel comunicato finale, «dovrebbe portare a un continuo apprezzamento dello yuan in termini effettivi e dovrebbe contribuire a promuovere una crescita più equilibrata in Cina e nell'economia mondiale». 10

11 Nella nota viene ribadito infine l'impegno a contrastare il protezionismo «che avrebbe solo l'effetto di alimentare la recessione» ed «esacerbare la fase negativa». Per questo le sette maggiori economie del mondo si sono impegnate per favorire «un sistema di investimenti e di commercio globale e aperto è indispensabile per la prosperità mondiale». Il G7 si impegna inoltre ad evitare che «nuove barriere» creino ostacoli al commercio mondiale e si impegnino infine a lavorare verso «una veloce e ambiziosa conclusione del Doha round». A destare preoccupazione erano state le decisioni di Stati Uniti e Francia. Le misure di sostegno all'auto annunciate da Parigi hanno messo in allarme la Germania, ma anche la Bce, che nei giorni scorsi ha spiegato come le barriere al mercato non portano benefici alla crescita. Il G-7 poi ha accolto la proposta italiana di «sviluppare un set concordato di principi e standard comuni sulla proprietà, l'integrità e la trasparenza delle attività economiche e finanziarie internazionali». Il termine rispetto alla proposta italiana però cambia: non si parla più espressamente di legal standard ma di standard globali. I paesi del G7 poi ribadiscono il loro massimo impegno a sostenere la crescita e l'occupazione cercando di utilizzare tutti gli strumenti a loro disposizione. Il grave rallentamento economico a livello globale infatti «ha già portato a consistenti perdite occupazionali e si prevede che durerà per quasi tutto il 2009». Serve perciò un'azione concertata per riaprire i rubinetti del credito a favore di privati e imprese. Un impegno, quello sulla crescita che assume un significato importante. Soprattutto se preso all'indomani dell'annuncio del crollo del Pil europeo nel quarto trimestre del Il dato è sceso dell'1,5% sia nell'eurozona che nei Ventisette, con punte di gravità in Italia (-1,8%) e Germania (-2,1%). Un Financial Stability Forum allargato che collabori maggiormente con il Fondo monetario sarà di particolare importanza per sviluppare una valutazione rapida e affidabile dei rischio macro finanziari. Così il comunicato finale del G7 finanziario che certifica un rafforzamento del ruolo dell'fsf guidato dal Governatore della Banca d'italia Mario Draghi. Il Comunicato ricorda anche il ruolo della Banca Mondiale e delle banche di sviluppo regionali nei finanziamenti ai paesi in via di sviluppo ed emergenti colpiti dalla crisi, utilizzando in modo efficace le loro risorse. Fonte: Sole 24 Ore 11

12 ECONOMIC OUTLOOK Statistiche macro-economiche: Paesi del G7 e Emergenti Cambi (dati al 12 febbraio 2009) Paese PIL Tasso Inflaz. Tasso Disocc. Paese Prezzo Variazione annua Stati Uniti -0,2% 0,1% 7,6% Euro $ USA 1,29-7,4% Eurozona 0,6% 1,6% 8,0% Euro Sterlina 0,88-8,6% Germania 0,8% 0,9% 7,8% Euro Yen 118,91-6,1% Regno Unito -1,8% 3,1% 6,1% Euro Fr. Svizzero 1,50 0,7% Francia 0,6% 1,0% 7,7% Euro Yuan Cina 8,84-7,3% Italia -0,9% 1,6% 6,7% Euro $ Canada 1,58-7,6% Spagna 0,9% 1,4% 13,9% Euro Rublo Russo 46,80 13,9% Giappone -0,5% 0,4% 4,4% Euro Real Brasile 2,90-10,2% Cina 6,8% 1,2% 4,0% Euro - $ Hong Kong 10,03-7,4% India 7,6% 9,7% 7,3% Euro - $ NZ 2,43 0,9% Hong Kong 1,7% 2,1% 4,1% Euro - $ AUS 0,87 ND Corea del Sud -3,4% 3,7% 3,3% Fonte: Bloomberg. Brasile 6,8% 5,8% 6,8% Argentina 6,5% 7,2% 7,8% Fonte: Bloomberg. I dati sono annuali e si riferiscono all ultima rilevazione ufficiale. Mercati obbligazionari e immobiliari (dati al 12 febbraio 2009) Paese Valore Variazione 1 settimana 1 mese YTD JP Morgan 1 3 anni 200,51 0,3% 1,2% 1,4% JP Morgan 1 10 anni 1170,65 0,5% 0,6% 0,3% REIT Europa 414,08-0,5% -18,3% -6,4% REIT USA 1.097,13 3,4% -6,7% -15,0% Fonte: Bloomberg. 12

13 Mercati azionari (dati al 12 febbraio 2009) Paese Valore Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza Variazione 1 mese YTD YTD ( ) 1 S&P/MIB ,3% -5,3% -5,3% Dax Francoforte ,9% -3,4% -3,4% Cac 40 Paris ,4% -3,0% -3,0% FTSE London ,5% -3,2% 5,9% Swiss Mkt. Zurich ,1% -7,4% -8,1% IBEX 35 Madrid ,9% -7,1% -7,1% S&P 500 US 869-2,4% -3,8% 3,8% Nasdaq Comp US ,3% 0,9% 9,0% Nikkei ,6% -8,8% -2,9% Hang Seng Index ,0% -5,1% 2,4% RTS Russia ,6% -17,6% -27,6% Shangai Cina ,5% 19,8% 29,3% Bovespa - Brasil ,8% 13,9% 26,8% Fonte: Bloomberg. Materie prime (dati al 12 febbraio 2009) Commodities Valore Variazione 1 settimana 1 mese YTD Petrolio (WTI) (barile) 40,2-3,6% -17,3% -9,9% Oro (oncia) 911,5-1,8% 5,5% 3,3% Argento (oncia) 13,1 3,6% 14,3% 15,2% Platino (oncia) 1.002,0 1,4% 3,5% 7,2% Rame (tonnellata) 3.540,0 12,2% 4,4% 15,3% Mais (bushel) 3,8-0,5% -11,8% -7,3% Frumento (bushel) 5,6-1,9% -13,4% -8,8% Fonte: Bloomberg. 1 Valori espressi in funzione del cambio dell Euro. 13

14 Futures (dati al 12 febbraio 2009) Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza Paese Valore Variazione attesa su prossima apertura S&P/MIB ,0-0,01% FTSE London 4.261,5-0,71% S&P 500 US 867,7-0,10% Dax Futures 4.630,0-0,32% Nikkei Futures 8.130,0 0,66% Bovespa - Brasil ,0 0,11% Fonte: Bloomberg. Mercato monetario (dati al 12 febbraio 2009) Costo denaro Libor 3 mesi Banca Centrale Tasso di sconto Delta Europa 2,02% 2,00% 0,02% Regno Unito 2,12% 1,00% 1,12% Stati Uniti 1,24% 0,25% 0,99% Giappone 0,66% 0,10% 0,56% Fonte: Bloomberg. Spreads verso Italia (dati al 12 febbraio 2009) 2 anni 5 anni 10 anni 30 anni Italia 2,16% 3,39% 4,43% 5,26% Germania -0,77% -1,02% -1,07% -1,34% Francia -1,01% -0,94% -0,80% -1,06% Spagna -1,16% -0,57% -0,32% -0,47% Fonte: Bloomberg. 14

15 Performance settimanale e da inizio anno delle principali asset class e relative subcategorie (dati al 12 febbraio 2009) Liquidità Tasso % YTD WTD Alternativi YTD WTD Eonia 1,19% -49,36-6,44% Global Hedge Fund Index 1,49% 0,08% Euribor 3 mesi 2,02% -30,08-3,07% Global Commodities -3,19% 0,51% Libor 3 mesi Regno Unito 2,12% -23,30-2,28% Azionari Indice YTD WTD Libor 3 mesi USA 1,24% -12,89% 4,80% MSCI Mondo 216,2-5,03% 3,95% Libor 3 mesi Giappone 0,66% -21,10% -2,05% MSCI Mondo Value 111,0-6,15% 3,37% Obbligazioni Rend % YTD WTD MSCI Mondo Growth 104,1-0,54% 4,06% Area Euro 2 anni 1,17% 0,11% MSCI Europa 277,5-7,82% 3,91% Area Euro 5 anni 2,25% 0,38% MSCI Nord America 912-3,24% 5,12% Area Euro 10 anni 3,24% -0,52% MSCI Asia 74,5-4,97% 0,81% Area Euro 30 anni 4,00% -0,92% MSCI Mercati Emergenti 244,7-3,33% 3,73% Area USA 2 anni 0,60% -0.14% Energia 183,8 2,24% 5,09% Area USA 5 anni 1,61% -0,49% Industriali 89,3-6,50% 3,82% Area USA 10 anni 2,97% -1,08% Materiali 138,7 2,36% 8,86% Area USA 30 anni 3,76% -1,67% Health care 86,0 0,40% 2,32% JP Morgan 1-3 anni 1,36% 0,33% Finanziari 51,7-14,64% 1,30% JP Morgan 1-10 anni 0,29% 0,47% Tecnologia 54,1 4,63% 8,16% Immobiliare YTD WTD Consumi discrezionali 61,3-2,85% 4,75% REIT Europe -6,41% -0,50% Utilities 105,6-2,60% 1,30% REIT USA -15,00% 3,44% Volatilità Valore YTD WTD Valute Rate YTD WTD Index VIX (Stati Uniti) 43,37 8,43% -3,28% Euro - Dollaro 1,29-7,43% -13,28% Index VDAX (Germania) 35,33-6,53% -11,05% Fonte: Bloomberg. 15

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