I Salva-denari Vecchi e nuovi porti sicuri. Come cambia la mappa del rischio. Investire nei beni rifugio con gli Etf.

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1 La tua guida alle decisioni di investimento Settembre/Ottobre 2012 I beni rifugio I Salva-denari Vecchi e nuovi porti sicuri. Come cambia la mappa del rischio. Investire nei beni rifugio con gli Etf.

2 MESSAGGIO PUBBLICITARIO GESTIRE GLI INVESTIMENTI DEI TUOI CLIENTI TI DÀ GRANDISSIME SODDISFAZIONI. LA BANCA PER LA QUALE LAVORI TI CONSIDERA UN PROFESSIONISTA E NON TI IMPONE NÉ TEMPI NÉ OBIETTIVI ESAGERATI. SEI LIBERO DI SCEGLIERE QUALI TITOLI E FONDI CONSIGLIARE, SENZA NESSUNA INTROMISSIONE: LA TUA BANCA NON TI OBBLIGA A RISPETTARE BUDGET IMPOSSIBILI, NON TI INCENTIVA A VENDERE PRODOTTI A DISCAPITO DI ALTRI E NON TI PENALIZZA SE NON VENDI I SUOI. QUESTA CONDIZIONE DI GRANDE PROFESSIONALITÀ E INDIPENDENZA TI FA CRESCERE ECONOMICAMENTE E TI FA APPREZZARE DAI TUOI CLIENTI, CHE SEI SEMPRE LIBERO DI CONSIGLIARE NEL MODO MIGLIORE. PER QUESTO INSIEME DI FATTORI, OGGI, SEI CONVINTO CHE NON ESISTA UNA BANCA MIGLIORE PER LA QUALE LAVORARE. O NO? PARLA CON NOI. SE SEI UN PROMOTORE FINANZIARIO O UN CONSULENTE DI BANCA E VUOI LAVORARE CON NOI, CONTATTACI. CHIAMA L O VAI SU FINECO.IT/PROMOTORI

3 Settembre/Ottobre 2012 Attualità Scenari 16 terribili numeri dai mercati finanziari Le statistiche che spaventano gli investitori di tutto il mondo. Jeremy Glaser L oro impreziosisce il portafoglio La domanda mondiale è diminuita, ma i prezzi sono saliti. Etf e banche centrali cercano sempre più il metallo giallo. Marcus Grubb In Primo Piano 14 La doppia personalità dei preziosi Valerio Baselli 16 Tbond, certificato di garanzia scaduto Marco Caprotti 18 Le valute con i muscoli Azzurra Zaglio 20 Cedole, il piatto può diventare indigesto Marco Caprotti Fisco 24 L oro in dichiarazione: ecco come Mario Bono 3

4 Settembre/Ottobre 2012 Rubriche 6 Hanno scritto per noi Asset Allocation Analisi Morningstar Gli Strumenti Morningstar 7 L Editoriale Sara Silano 8 Per cominciare Valerio Baselli 26 I beni rifugio hanno il timer Le strategie di portafoglio sono sensibili alle correlazioni tra gli asset, le quali sono dinamiche. Oro petrolio, bond e valute non sono porti sicuri per tutti gli investitori. Marco Frittajon 28 Il rischio di controparte si vede Gli Etf hanno aumentato la trasparenza, anticipando l Esma. Jose Garcia-Zarate 31 Treasury e Bund negli Etf I replicanti danno un esposizione diversificata e liquida. Azzurra Zaglio 42 Oro, valute e petrolio, prove di resistenza Un analisi di Morningstar esamina le correlazioni tra i differenti beni rifugio prima e durante le ultime crisi. Alice Bravi 38 La crisi si vince in boutique Non solo difensivi. Anche il lusso resiste al ciclo. Francesco Lavecchia 4 40 Rischio, fin dove arriva il gestore L analisi dei fattori che generano le perdite è compito dei manager. Ma i risparmiatori devono fare la loro parte. Dario Portioli

5 Deutsche Bank db X-trackers Un pacchetto semplice per un prodotto tutto italiano I primi ETF su un indice di BOT Caratteristiche dell ETF: permette di ottenere un esposizione su tutti i BOT quotati sul mercato MTS, senza preoccuparsi di rinnovare i titoli in scadenza; gli elementi costitutivi dell indice sono ribilanciati settimanalmente con l inclusione dei titoli oggetto di nuove aste; oltre 140 milioni di euro di patrimonio gestito (AuM) a soli 6 mesi dal lancio*; il capitale investito non è protetto o garantito e pertanto si possono subire delle perdite. Per maggiori informazioni Internet: info.dbx-trackers@db.com Numero verde: Fax: Reuters: DBETF Bloomberg: DBETF < GO > Gli ETF db X-trackers sono negoziati in continua su Borsa Italiana e possono essere acquistati tramite qualsiasi banca o intermediario autorizzato. Deutsche Bank svolge l attività di market making. ETF su ISIN Dividendi TER Yield Medio 1 Duration 2 MTS Italy BOT Ex-Bank of Italy LU Capitalizzati 0,15 % 1,46 % ** 0,39 ** 1 Yield medio: indica il rendimento medio annualizzato incorporato nel prezzo dei titoli inclusi nell indice MTS Italy BOT- Ex-Bank of Italy alla data del 07 settembre Duration: indica la durata media finanziaria dei titoli inclusi nell indice MTS Italy BOT- Ex-Bank of Italy ed è espressa in frazioni d anno. Dati al 07 settembre *Fonte: Deutsche Bank, **Si ricorda che i dati sopra riportati sono puramente esemplificativi, esprimono un valore medio di mercato annualizzato calcolato da EuroMTS Indices in una specifica data ( ) che è destinato a variare nel corso del tempo per effetto del variare del valore e delle scadenze dei titoli presenti nell indice e in generale che le performance indicate non sono ne vogliono essere rappresentative dei rendimenti futuri. Deutsche Bank Exchange Traded Funds Prima dell adesione leggere il documento di quotazione, il prospetto ed il KIID del comparto rilevante. Avvertenze Potete ottenere gratuitamente tali documenti presso Deutsche Bank AG, Via Santa Margherita 4, Milano e sul sito db x-trackers è un marchio commerciale di proprietà di Deutsche Bank AG. Gli ETF descritti nel presente opuscolo informativo sono azioni di db x-trackers II, una società d investimento costituita ai sensi del diritto lussemburghese nella forma di Société d Investissement à Capital Variable (SICAV). Deutsche Bank AG e lo sponsor degli indici non rilasciano alcuna dichiarazione o garanzia circa i rendimenti che possono essere ottenuti dall utilizzo del relativo indice. MTS Italy-Ex Bank of Italy Indices e ciascun indice singolarmente (di seguito, gli Indici ) sono marchi registrati di proprietà di MTSNext Ltd. MTSNext è titolare di tutti i diritti di copyright relativi agli Indici nonché di tutti i diritti relativi ai dati sui valori e gli elementi costitutivi degli stessi. MTSNext ed i suoi licensor (concessori di licenze) non promuovono, supportano o sono in alcun modo coinvolti nella vendita o nella commercializzazione dei prodotti descritti nel presente avviso promozionale. MTSNext ed i suoi licensor non assumono alcuna responsabilità nei confronti di alcuno per qualsivoglia imprecisione presente nei dati sui quali l Indice è basato, per qualunque errore, imprecisione o omissione nel calcolo e/o nella diffusione dell Indice o nel modo in cui viene utilizzato in riferimento all emissione e/o l offerta dei prodotti qui descritti o in relazione alla commercializzazione dell Indice. Le informazioni contenute nel presente documento sono destinate esclusivamente all utilizzo in Italia. La pubblicazione del presente documento non costituisce una modalità di offerta al pubblico da parte di Deutsche Bank AG e non costituisce o intende fornire alcun giudizio, da parte della stessa, sull opportunità dell eventuale investimento ivi descritto. I prodotti descritti adottano una struttura swap based. Si prega di far rifermento alla sezione Rischio di Controparte presente nel Documento di Quotazione e nel Prospetto per una descrizione dettagliata dello stesso e delle tecniche per ridurlo attraverso il rilascio di una garanzia.

6 Hanno scritto per noi Mario Bono Mario Bono, nato nel 1966, è dottore commercialista e revisore contabile dello Studio Associato Piazza di Milano. Per oltre 15 anni, ha svolto il ruolo di consulente nei principali campi della fiscalità delle imprese e delle istituzioni finanziarie, fornendo assistenza di natura continuativa in materia di imposte dirette ed indirette, di aspetti di bilancio e societari e ottenendo altresì una particolare esperienza nel campo delle operazioni straordinarie. Dal 1999, è iscritto al collegio dei Consulenti tecnici presso il Tribunale di Torino. Ha scritto numerose pubblicazioni in questo campo. Direttore editoriale: Davide Pelusi Direttore responsabile: Sara Silano Editor & Analyst team: Valerio Baselli, Alice Bravi, Marco Caprotti, Marco Frittajon, Francesco Lavecchia, Dario Portioli, Azzurra Zaglio Senior contributor: Mario Bono, Jeremy Glaser, Marcus Grubb, Jose Garcia-Zarate Progettazione editoriale: Sghermersino Romano e Sara Silano Progetto grafico: Renée Benz Grafica: Adnan Alicusic Production designer: Daniela Johns Illustrazioni: Michael Pettit Web developer: Fabio Gilardoni Jeremy Glaser Jeremy Glaser è giornalista specializzato sui mercati finanziari Morningstar.com. In precedenza è stato analista azionario senior per Morningstar ed era specializzato nei settori alberghiero e del divertimento. Glaser ha un diploma di laurea in economia all Università di Chicago. Responsabile pubblicità: Emanuela Bassi Responsabile marketing e sales: Corrado Cassar Scalia Per informazioni pubblicitarie: salesitaly@morningstar.com Morningstar Investor N. 9/2012 Registrazione Tribunale di Milano n. 234 del 3 maggio 2011 Morningstar Italy Via Pergolesi, Milano Tel Marcus Grubb Marcus Grubb è responsabile delle attività d investimento del World Gold Council dal giugno Il suo ruolo principale è quello di gold strategist, il che prevede anche l essere responsabile dei rapporti con investitori di tutti i tipi per quanto riguarda il mercato aurifero. Grubb funge anche da portavoce globale, rappresentando il WGC a eventi di alto profilo in tutto il mondo. Infine, si occupa in prima persona dell attività di ricerca e di pubblicazione. Morningstar Investor appartiene a Morningstar, che conserva l intera proprietà intellettuale dei documenti contenuti così come l esclusività dei diritti di riproduzione, traduzione e presentazione degli stessi. La diffusione delle informazioni contenute in questo documento e la loro riproduzione anche parziale e in qualsiasi modalità senza l autorizzazione preventiva di Morningstar è vietata. Attenzione, le informazioni sono unicamente indicative. Esse non hanno nessun valore contrattuale e non possono essere considerate come esaustive o esenti da errori accidentali. Morningstar declina ogni responsabilità relativa ai risultati d investimento realizzati sulla base delle informazioni e delle opinioni presentate all interno di questa pubblicazione. Esse sono infatti soggette a evoluzioni in ogni momento e senza preavviso, specialmente in funzione delle condizioni del mercato. Jose Garcia-Zarate Jose Garcia-Zarate è analista sugli Etf per Morningstar ed è specializzato sul mercato europeo. Prima di entrare in Morningstar nel 2010, è stato per sette anni analista senior dei titoli di Stato per 4cast, una società di consulenza economica e di ricerca sui mercati finanziari. Prima di 4cast, ha lavorato per S&P Mms in qualità di analista macroeconomico e dei mercati azionari sovrani dell Eurozona. Garcia-Zarate ha iniziato la sua carriera come analista interno per il Ministero dell economia spagnolo, lavorando per il dipartimento del mercato estero, nella sede statunitense. Jose ha conseguito la laurea in Economia all Università San Paolo Ceu di Madrid e un diploma in Politica alla London School of Economics. Non si tratta in nessun caso di una proposta o di un consiglio di investimento. Il magazine non può in nessun caso essere utilizzato per sottoscrivere o vendere i prodotti menzionati nello stesso. Gli investitori sono invitati a verificare se le strategie presentate o discusse corrispondono ai loro obiettivi d investimento e a consultare i prospetti e tutti gli altri documenti regolamentati relativi ai prodotti. I rendimenti passati non sono per forza dei buoni indicatori delle performance future. 6 Morningstar Investor Settembre / Ottobre 2012

7 L Editoriale Ormeggi a prova di maremoti Sara Silano è direttore di Morningstar Investor Quanto è sicuro il tuo salvagente? La domanda contenuta nell annaule rapporto sui rischi globali del World economic forum impone una riflessione sulla crescente interdipendenza e complessità dei sistemi economici, politici e sociali mondiali. Crisi sempre più ravvicinate, risorse del pianeta più scarse, cataclismi naturali, cambiamenti climatici, instabili equilibri geopolitici, mercati finanziari spesso schizzofrenici, dissesti fiscali e disparità di reddito più accentuate anche nei paesi sviluppati fanno vacillare i tradizionali porti sicuri. Per gli investitori, questo significa ripensare il concetto di rischio e di strumenti che proteggono il portafoglio. Morningstar Investor ha passato in rassegna i classici rifugi, primo fra tutti l oro, ma anche i Treasury, le valute e il petrolio. Ne emerge una definizione di safe heaven che è molto più fluida di un tempo. Esiste, infatti, una forte componente soggettiva, che dipende dagli obiettivi prefissati, dagli altri titoli che formano il portafoglio, dall area geografica in cui risiede l investitore e dalla fase del ciclo economico. Ad esempio, i titoli di stato americani sono considerati sicuri, ma gli Stati Uniti non sono più quelli di una volta, come ricordano i recenti moniti delle agenzie di rating. Le azioni ad alto dividendo hanno attratto molti flussi negli ultimi anni, proponendosi come alternativa ai bassi rendimenti delle obbligazioni governative. Ancora, se guardiamo ai settori industriali, alcuni sono difensivi per definizione, come i servizi di pubblica utilità; altri (il lusso) lo sono nel senso che dimostrano una certa resistenza alla debolezza congiunturale. I veicoli per accedere agli asset difensivi sono aumentati con lo sviluppo dell industria degli Exchange traded product (Etp). Il caso più eclatante è quello degli Etc sull oro fisico, che hanno come sottostante i lingotti. La popolarità di questi strumenti ha contribuito a far raggiungere al patrimonio gestito sui mercati delle commodity il livello più alto di tutti i tempi (435 miliardi di dollari al 31 marzo 2012). Il boom ha però determinato un aumento dei prezzi di molte materie prime, con contraccolpi negativi sulle economie emergenti e la nascita di tensioni sociali (si pensi alla primavera araba). Dal punto di vista degli investitori sono emerse nuove fonti di rischio, legate alla struttura dei replicanti, in particolare in relazione all impiego di derivati o alle operazioni di prestito titoli. Su questo fronte, l industria degli Etf ha fatto molti passi in avanti nella direzione della trasparenza e della tutela dei sottoscrittori. La spinta al cambiamento è venuta dai moniti delle autorità di vigilanza e dalle pressioni dei mass media, ma è da apprezzare che gli emittenti abbiano anticipato il regolatore nell attuare azioni per ridurre i pericoli. La nuova geografia dei rischi impone, però, che gli investitori giochino un ruolo attivo per arrivare nei porti sicuri. Una volta gettata l àncora è bene controllare che l ormeggio tenga anche quando cambiano i venti. Sara Silano, Direttore di Morningstar Investor sara.silano@morningstar.com Morningstar.it 7

8 Per Cominciare Dove sono i porti sicuri Di Valerio Baselli Le crisi finanziarie hanno ristretto l universo degli investimenti risk free e aumentato la domanda di beni rifugio. Del doman non v è certezza. I versi di Lorenzo de Medici non sono mai stati così attuali. Gli investitori, infatti, hanno perso gran parte delle loro certezze negli ultimi anni. I tempi di crisi e di rischio sovrano, la scarsa fiducia nei titoli di Stato, sempre appesi al filo dello spread, e la paura che la banca possa improvvisamente risultare insolvente, spingono i risparmiatori alla ricerca dei cosiddetti beni rifugio, ovvero quegli investimenti che tendono a non perdere valore nel tempo, nemmeno nei periodi di turbolenza. L investimento risk-free Ma prima di approndire questo aspetto, è bene partire dal concetto di investimento risk-free, cioè quell attività finanziaria che genera un rendimento sicuro e prevedibile, praticamente a rischio zero. Va sottolineato che teoricamente nessun investimento è a rischio zero, ma nella pratica ci sono alcuni titoli che garantiscono un rendimento sicuro con una probabilità che si avvicina al 100%. Tradizionalmente, questi sono i titoli di Stato a brevissimo termine di paesi affidabili, come gli Usa o la Germania. Anche le obbligazioni governative italiane sono sempre state considerate risk-free, seppur la situazione attuale suggerisca maggiore prudenza.il concetto dell investimento risk-free è importante soprattutto per effettuare paragoni con le altre attività finanziarie. Infatti, i tassi d interesse privi di rischio sono importanti perché diventano il riferimento; ogni altro investimento renderà questo tasso base, con aggiunto un premio per il rischio (di insolvenza e volatilità) intrinseco all investimento, proprio di ogni attività finanziaria. Beni rifugio non finanziari Storicamente, i beni rifugio si dividono in due categorie: finanziari e non finanziari. Questi ultimi comprendono immobili e opere d arte. Il mattone è il bene rifugio preferito dagli italiani per la sua stabilità e redditività. Ma la crisi dei mutui da un parte e l aumento del peso fiscale dall altra, hanno recentemente penalizzato questo investimento. Inoltre il suo valore non è universale ma risente molto della localizzazione. La differenza tra le due categorie riguarda essenzialmente la liquidità. I beni non finanziari sono molto meno liquidi e devono quindi essere acquistati in un ottica di lungo periodo. Ad esempio, secondo gli esperti, il periodo di riferimento per valutare la convenienza di un investimento in un opera d arte non dev essere inferiore ai anni. Giusto per avere un idea, il World Art Index, che raggruppa i settori artistici di tutti i paesi, mostra una crescita media annua del 3,2% tra il 2006 e il Beni rifugio finanziari Più accessibili al pubblico sono invece i beni rifugio finanziari, ovvero i metalli preziosi, in primis l oro, alcune valute (come il dollaro Usa) e alcuni titoli di Stato (come il Bund tedesco o il Treasury americano). Tutte asset class che sono molto liquide, soprattutto grazie a diversi strumenti finanziari, su tutti i fondi comuni e gli Exchange traded product (Etp, acronimo che comprende Etf, Etc ed Etn), che permettono di effettuare compravendite con costi di transazione molto bassi. In particolare, l oro è considerato il bene rifugio per eccellenza. Il metallo giallo svolge al meglio le sue funzioni di porto sicuro in un ambiente caratterizzato da bassi tassi d interesse, proprio come quello attuale. L oro non paga nessuna cedola o dividendo e di conseguenza subisce la concorrenza delle obbligazioni, che però al momento restano in secondo piano. Basta considerare che i bond degli emittenti più sicuri, quelli con tripla A, offrono rendimenti nominali che si aggirano attorno all 1% (quelli reali sono in alcuni casi negativi). K Valerio Baselli è editor di Morningstar Italy Glossario Etf: Exchange traded fund, particolare tipologia di fondo d investimento o Sicav con due principali caratteristiche: è negoziato in Borsa come un azione; ha come unico obiettivo d investimento quello di replicare l indice al quale si riferisce (benchmark) attraverso una gestione totalmente passiva. Etc: Exchange traded commodity, strumenti finanziari emessi a fronte dell investimento diretto dell emittente o in materie prime fisiche (in questo caso sono definiti Etc physicallybacked) o in contratti derivati su materie prime. Il prezzo degli Etc è, pertanto, legato direttamente o indirettamente all andamento del sottostante. Etn: Exchange traded note, strumenti finanziari emessi a fronte dell investimento diretto dell emittente nel sottostante (diverso dalle commodity) o in contratti derivati sul medesimo. Il prezzo degli Etn è, pertanto, legato direttamente o indirettamente all andamento del sottostante. 8 Morningstar Investor Settembre / Ottobre 2012

9 Un esclusivo approccio collaborativo all investimento MFS Investment Management è un gestore globale, con un esclusivo approccio collaborativo allo sviluppo di progetti più efficaci per i propri clienti. I segni distintivi della nostra filosofia di investimento si distinguono nella: Ricerca integrata Collaborazione globale Gestione attiva dei rischi Per ulteriori dettagli, visitare il sito europeanequities Building Better Insights SM nei titoli azionari europei MFS Meridian SM Funds - European Value Fund HHHHH Valutazione complessiva su 1194 fondi. Classe A1EUR. Categoria Morningstar: Europe OE Europe Large-Cap Blend Equity 3 anni HHHHH 1194 fondi 5 anni HHHHH 920 fondi Decretato migliore fondo Europe Large-Cap Equity nel Francia, Germania, Spagna, Svizzera, Regno Unito European Research Fund HHHHH Valutazione complessiva su 1194 fondi. Classe A1EUR. Categoria Morningstar: Europe OE Europe Large-Cap Blend Equity 3 anni HHHH 1194 fondi 5 anni HHHH 920 fondi 10 anni HHHHH 494 fondi European Smaller Companies Fund HHHHH Valutazione complessiva su 312 fondi. Classe A1EUR. Categoria Morningstar: Europe OE Europe Flex-Cap Equity 3 anni HHHHH 312 fondi 5 anni HHHHH 224 fondi 10 anni HHHHH 95 fondi Continental European Equity Fund HHHHH Valutazione complessiva su 358 fondi. Classe A1EUR. Categoria Morningstar: Europe OE Europe ex-uk Large-Cap Equity 3 anni HHHHH 358 fondi 5 anni HHHHH 290 fondi U.K. Equity Fund HHHHH Valutazione complessiva su 495 fondi. Classe A1GBP. Categoria Morningstar: Europe OE UK Large-Cap Blend Equity 3 anni HHHHH 495 fondi 5 anni HHHHH 437 fondi 10 anni HHHHH 258 fondi Al 30 giugno I premi Morningstar Category Award vengono attribuiti ai fondi con le migliori prestazioni in termini di risk-adjusted performance (RAP) nell ambito delle categorie Morningstar o dei raggruppamenti di categorie Morningstar, previo esame qualitativo. Soltanto i fondi che hanno segnalato almeno quattro portafogli completi a Morningstar tra il 1 settembre 2010 e il 31 dicembre 2011 possono concorrere all attribuzione del premio. Le valutazioni possono variare tra le varie classi di azioni e sono basate su performance pregresse che non garantiscono risultati futuri. Per ogni fondo di almeno tre anni, Morningstar calcola una valutazione Morningstar basata su una misura del rendimento adeguato al rischio Morningstar che prende in considerazione la variazione delle performance mensili di un fondo (inclusi gli effetti di oneri di vendita, costi aggiuntivi e oneri di riscatto), facendo maggiore attenzione alle variazioni al ribasso e premiando le performance costanti. All interno di ciascuna classe di attività, il primo 10%, i successivi 22,5%, 35%, 22,5% e l ultimo 10% ricevono rispettivamente 5, 4, 3, 2 e 1 stella. (Ogni classe di azioni è considerata come una frazione di un fondo all interno di questa scala e viene valutata separatamente, causando probabili leggere variazioni nelle percentuali di distribuzione). L Overall Morningstar Rating si basa sulla media ponderata del numero di stelle assegnate ai periodi temporali validi del fondo. Nei casi in cui un fondo abbia cambiato categorie di investimento, alle relative informazioni cronologiche viene attribuito un peso minore. Se il fondo esiste da almeno 10 anni, la valutazione dei 10 anni equivale al 50%, quella dei 5 anni al 30% e quella dei anni al 20%. Se il fondo esiste da almeno 5 anni ma da meno di 10, la valutazione dei 5 anni equivale al 60% e quella dei 3 anni al 40%. Risultati, oneri di vendita e spese differiscono per altre classi di azioni. Si tenga presente che una valutazione relativa elevata non indica sempre che il fondo ha avuto un rendimento positivo durante il periodo in esame Morningstar, Inc. Tutti i diritti riservati. Le informazioni qui contenute: (1) sono di proprietà di Morningstar e/o dei suoi fornitori di contenuti, (2) non possono essere copiate né distribuite e (3) sono caratterizzate da accuratezza, completezza e tempestività non garantite. Morningstar e i suoi fornitori di contenuti non si assumono la responsabilità di eventuali danni o perdite derivanti da qualsivoglia utilizzo delle presenti informazioni. Riservato esclusivamente ai professionisti degli investimenti. Non destinato a piccoli investitori. Le performance pregresse non costituiscono un indicatore affidabile dei risultati futuri. Tutti gli investimenti finanziari comportano un elemento di rischio. Il valore degli investimenti può salire e scendere, ed è quindi possibile ricevere un importo inferiore a quello inizialmente investito. Per ulteriori dettagli fare riferimento ai documenti relativo all offerta che contengono informazioni sulle spese e sui rischi del fondo. MFS Meridian Funds è autorizzata dalla CSSF del Lussemburgo ed è riconosciuta ai sensi della Sezione 264 del Financial Services and Markets Act 2000 del Regno Unito avente sede in Lussemburgo al 49, Avenue J.F. Kennedy, L Per ulteriori informazioni, contattare MFS International (U.K.) Ltd., Paternoster House, 65 St Paul s Churchyard, Londra, EC4M 8AB Regno Unito. Tel.: 44 (0) In Svizzera contattare Carnegie Fund Services S.A., 11 rue du General-Dufour, 1204 Ginevra, Svizzera. Tel.: Salvo diversa indicazione, i loghi e i nomi di prodotti e servizi sono marchi di MFS e delle sue affiliate e possono essere registrati in alcuni paesi. MFS International Ltd. MIL-EUROEQ-FLY

10 Scenari 16 terribili numeri dai mercati finanziari Di Jeremy Glaser Rendimenti reali negativi per i Treasury, alta disoccupazione in Spagna, tonfo di Facebook. Ecco le statistiche che spaventano gli investitori. Gli ultimi mesi sono stati pieni di momenti di panico sui mercati. L euro che sembra sempre sull orlo del collasso, i dati sull economia americana in chiaroscuro e la volatilità che detta le regole del gioco. Di seguito, riporto alcuni numeri che mi hanno scioccato. 18%: è il rendimento dei fondi obbligazio-nari governativi statunitensi a lungo termine. Mai una migrazione verso la qualità è stata più chiara di questi dati. Gli investitori di tutto il mondo si sono rifugiati nei Treasury per mettersi al riparo da possibili catastrofi, anche a costo di accettare ritorni reali negativi. -1,5%: è la stima di GMO (casa di investimento americana, fondata tra gli altri da Jeremy Grantham, noto per aver predetto molte bolle speculative, Ndr) per il rendimento reale dei titoli di stato americani nei prossimi sette anni. 1,95%: è il rendimento dell S&P 500. Non ci sono porti sicuri oggi e gli investitori non sono remunerati per il maggior rischio dei mercati azionari. 163 mila: sono i nuovi posti di lavoro in luglio, secondo il Bureau of Labour statistics. Sebbene il numero sia migliore rispetto ai tre precedenti mesi, rimane sconcertante. Siamo ancora lontani anni luce dai livelli di occupa-zione pre-crisi e la bassa crescita della popolazione non è sufficiente a compensare. 38,8%: è la diminuzione del livello di benessere medio delle famiglie americane dal 2007 al 2010, secondo quanto riportato dalla Federal Reserve. Il valore medio ora è di dollari. 10 Morningstar Investor Settembre / Ottobre 2012

11 1992: l ultima volta che il livello di benessere è stato così basso. Meno di 150: sono i giorni che mancano al cosiddetto fiscal cliff, il precipizio fiscale. Se non verranno assunti provvedimenti, a fine anno scadranno gli sgravi fiscali varati durante la presidenza Bush, con conseguente aumento delle tasse per gli americani, e contemporaneamente scatteranno tagli alla spesa. Dal momento che si avvicinano le elezioni, rimane poco tempo per trovare un accordo che riduca l impatto nel breve e metta gli Stati Uniti sulla via di una spesa pubblica sostenibile. 4,3%: è l incremento su base annua del costo dei servizi sanitari a giugno, secondo il Bureau of Labour statistics. La percentuale è ben al di sopra dell aumento dei prezzi e rende arduo il compito di mettere a posto i conti pubblici. 24,8%: è il tasso di disoccupazione in Spagna (dati Eurostat). 52,7%: è il tasso di disoccupazione giovanile in Spagna (tra chi ha meno di 25 anni). Oltre il grave problema del debito sovrano, il Paese sta sperimentando un acuta crisi del mercato del lavoro. Dovrà affrontarla, pena l impossibilità di uscire dalla situazione attuale di forti squilibri del bilancio pubblico. 38%: è il calo nel prezzo delle azioni di Research in Motion (Rim) negli ultimi tre mesi. Il produttore di BlackBerry ha segnato spesso record negativi nell ultimo anno, dal momento che non è stato in grado di competere con Apple, gli smartphone e tablet che utilizzano Android (Google) e quelli che utilizzano il sistema operativo di Microsoft. 2 miliardi di dollari: la perdita, inizialmente riportata da JP Morgan Chase in seguito a un operazione di copertura sbagliata, compiuta dal suo ufficio di Londra. 9 miliardi di dollari: è la somma che, secondo quanto riportato dal New York Times, Jp Morgan Chase potrebbe aver perso complessivamente a causa delle operazioni su derivati realizzate dal trader Bruno Iksil, già denominato London Whale, la balena londinese (soprannome dovuto alle sue maxiscommesse). 1,8%: è la crescita del prodotto interno lordo cinese su base trimestrale. La percentuale è inferiore all oltre 2% registrato nel 2011 e fa pensare che l ex celeste impero non sia in grado di trascinare la crescita globale. 27%: è la percentuale di greci che hanno votato per il partito di Alexis Tsipras, lo Syriza, nelle ultime elezioni parlamentari di giugno, non raggiungendo la maggioranza. Una sua vittoria avrebbe significato una svolta per la Grecia, con l uscita disordinata dall euro e conseguenze negative per gli investitori internazionali. La consultazione è stato un chiaro segnale che i politici rimangono il punto caldo della crisi europea e che possono cambiare velocemente se la gente pensa che usino in modo iniquo il potere che hanno. K Jeremy Glaser è giornalista di Morningstar specializzato sui mercati finanziari. Tutte le statistiche sono all 8 agosto La guida alle decisioni di investimento Novembre/dicembre 2012 I nuovi emergenti Investire sui mercati di frontiera: le prospettive economiche e finanziarie, le opportunità e gli strumenti. Le differenze dai quasi emersi e il rapporto con l occidente. Il ruolo nel portafoglio. Saranno presto disponibili su Morningstar.it i temi del Per informazioni sulla pubblicità contattare salesitaly@morningstar.com Edizione stampata limitata Sfoglia il magazine in versione digitale su -47%: è il tonfo di Facebook in Borsa, dopo l Ipo a 38 dollari per azione avvenuta lo scorso 18 maggio. L insuccesso dimostra che anche il collocamento più atteso dell anno è stato un flop di fronte a una valutazione non ragione-vole. Morningstar.it 11

12 Scenari L oro impreziosisce il portafoglio Di Marcus Grubb La domanda mondiale è diminuita, ma i prezzi sono saliti. Etf, investitori e banche centrali cercano sempre più il metallo per difendersi dalle tempeste dei mercati finanziari. Nel secondo trimestre 2012 c è stata una diminuzione nella domanda aurifera mondiale: in totale, la richiesta è stata pari a 990 tonnellate, ovvero il 7% in meno rispetto ai primi tre mesi dell anno. Tuttavia, in termini monetari non c è stata differenza (51 miliardi di dollari), in quanto nello stesso periodo il prezzo è aumentato del 7%. Durante il secondo trimestre, il prezzo medio di un oncia d oro è stato di 1.609,49 dollari. Cala la domanda di Cina e India Nel secondo trimestre 2012, il quadro per la domanda globale di oro è stato fortemente distorto dai movimenti di India e Cina, che insieme rappresentano oltre il 45% della domanda totale. Il calo della domanda di queste nazioni è stato dovuto principalmente al difficile clima economico. In India, la domanda (principalmente per investimenti e gioielli) è scesa a 181,3 tonnellate, rispetto alle 294,5 tonnellate del secondo trimestre Nel dettaglio, quella per investimenti è stata di 56,5 tonnellate, meno della metà dello stesso periodo del 2011, mentre quella per gioielli è scesa del 30% a 124,8 tonnellate. La domanda in India è stata fortemente influenzata dai prezzi locali ai massimi, a causa del deprezzamento della rupia nei confronti del dollaro. Più contenuta la contrazione in Cina, dove la domanda di investimenti e gioielli è stata di 144,9 tonnellate, il 7% in meno rispetto alle 156,6 tonnellate dello stesso trimestre dello scorso anno. Anche in questo caso, vista la frenato dell economia, i consumatori cinesi hanno reagito diminuendo le spese. L Europa torna a comprare Al di fuori di questi due giganti, il quadro per la domanda d oro è risultato significativamente migliore. C è stata una crescita negli acquisti del settore pubblico e un aumento della domanda di investimento retail, in particolare in Europa. Le banche centrali hanno aumentato le loro riserve di 157,5 tonnellate nel secondo trime-stre (il 16% della domanda totale). Si tratta del più grande acquisto netto su base trimestrale da parte del settore dal secondo trimestre Nel corso dei primi tre mesi del 2012, la domanda da parte del settore pubblico è balzata del 25% rispetto allo stesso periodo del Gli investitori europei hanno acquistato notevoli quantità di oro nel secondo trimestre, con un aumento del 15% su base annua della domanda di lingotti e monete d oro, il che conferma l utilizzo del metallo giallo come bene rifugio nei mercati sviluppati. In Europa sono state acquistate 77,6 tonnellate d oro, il 19% in più della media trimestrale a cinque anni, grazie ai prezzi vantaggiosi e al peggioramento delle prospettive economiche. In luce Thailandia e Vietnam L aumento della domanda per investimenti non è stato un fenomeno limitato ai mercati europei. In Thailandia la domanda è cresciuta del 19% anno su anno in un mercato dominato da una pochi investitori molto attivi, spinti soprattutto dai cali dei prezzi nel mese di maggio. In Vietnam, la domanda è aumentata del 30% su base annua. Il ruolo dell oro come copertura contro il caro-vita è un fattore fondamentale per gli investitori vietnamiti, in quanto il tasso di inflazione (previsto intorno al 10% per il 2012) resta elevato rispetto alla media globale. La crescita della domanda d investimento dimostra che gli investitori sono sempre più convinti che i portafogli che contengono anche solo una piccola allocazione in oro sono generalmente più solidi e maggiormente in grado di affrontare le incertezze di mercato rispetto a quelli che non ce l hanno. Ancora rally Il prezzo dell oro è salito per undici anni consecutivi e il 2012 potrebbe essere il dodicesimo. La produzione di gioielli resta il driver principale della domanda (circa il 50% del totale), anche se il suo peso è in diminuzione (era il 70% cinque anni fa). L attività d investimento (guidata dagli Etf) è diventata una componente molto importante per il mercato aurifero. Gli investimenti in oro rappresentavano il 19% del totale cinque anni fa, ora pesano per il 35%. 12 Morningstar Investor Settembre / Ottobre 2012

13 Domanda aurifera trimestrale divisa per categorie e prezzo dell oro all oncia in dollari Tonnes, US$/oz Nel lungo periodo, la domanda di oreficeria proveniente dai due più grandi mercati, l India e la Cina, sarà un fattore chiave per il prezzo dell oro, visto che ci saranno un miliardo di nuovi consumatori. Tuttavia, è probabile che l attività d investimento resti un motore fondamentale, se il metallo giallo continuerà a rappresentare una riserva di valore e una protezione in un contesto di mercato difficile. Le riserve delle banche centrali Un altro fattore chiave sarà la rinnovata domanda di oro da parte delle banche centrali Jewellery Technology Investment Official sector purchases London PM fix (US$/oz) Q Q Q Q Q Q Q Quantità d oro detenuta dagli Exchange traded funds per trimestre (in tonnellate) e prezzo dell oro all oncia in dollari Tonnes, US$/oz Q Q Q Q Q Q Q Fonte: LBMA, World Gold Council GLD ETFs (ex GLD) London PM fix (US$/oz, rhs) US$/oz e la sua reintegrazione nel tessuto del sistema finanziario mondiale. Le banche centrali dei paesi emergenti sono ora i maggiori acquirenti di oro, col fine di diversificare le loro riserve in valuta estera e proteggere la ricchezza delle loro nazioni. Dopo oltre due decenni di vendita di riserve auree nazionali, le banche centrali oggi sono di nuovo acquirenti netti. Quest anno è probabile che si raggiunga un livello record di acquisti, circa 500 tonnellate, il più alto dall inizio degli anni Sessanta. Le banche centrali, probabilmente gli unici investitori a lungo termine che sono rimasti, acquistano oro per diversificare le riserve e limitare l esposizione valutaria. Infatti, mentre il valore delle monete può essere svalutato artificialmente da politici in cerca di leve per stimolare la crescita, l oro non può essere gestito nello stesso modo ed è quindi una copertura particolarmente attraente per gli investitori. Per l Asia solo una pausa Per quanto riguarda l Asia, l analisi storica mostra che un breve periodo di debole acquisto non segna di solito l inizio di una tendenza di lungo periodo. L affinità culturale tra le nazioni asiatiche e l oro non dovrebbe venire intaccata dalle prospettive a breve termine. Negli ultimi mesi ci sono state indicazioni che fanno pensare a nuovi acquisti: la Cina si prepara a introdurre nel paese il primo sistema interbancario di scambio aurifero, che dovrebbe consentire alle banche nazionali di aumentare le loro riserve. Inoltre, con il festival indiano e la stagione dei matrimoni dopo la fine delle piogge monsoniche estive, l acquisto di oro dovrebbe essere significativamente più alto nel terzo trimestre. Le tendenze di lungo periodo rimangono positive, un miliardo di nuovi consumatori dell est, una maggiore ricchezza delle famiglie, l urbanizzazione nei prossimi dieci anni e le dinamiche demografiche favorevoli al settore dell oreficeria fanno pensare che la domanda dell area rimarrà forte. Su queste basi, il metallo giallo dovrebbe continuare a evolvere in modo indipendente dalla maggior parte delle attività detenute in portafoglio, rimanenedo una copertura contro le fluttuazioni dell inflazione e delle valute. Con mercati ancora tumultuosi, l oro rimane un asset fondamentale per gli investitori che cercano di proteggere la ricchezza e ridurre le perdite. Tuttavia, fino a quando non ci sarà una visione chiara sulle prospettive macroeconomiche globali, ci aspettiamo che la domanda rimanga ai livelli attuali nel breve termine. K Marcus Grubb è Managing director, Investment, del World Gold Council Morningstar.it 13

14 In Primo Piano La doppia personalità dei preziosi Di Valerio Baselli L oro è il bene rifugio per eccellenza e una riserva di valore. Argento, platino e palladio sono cugini minori? L oro è la moneta pesante, dicevano gli antichi. Nel senso che la moneta d oro era quella destinata ad acquistare maggior valore nel tempo. Il discorso sul valore dell oro vale anche oggi: a fine degli anni 90 il metallo giallo valeva circa 300 dollari l oncia. Cinque anni fa, ad agosto 2007, il suo valore era intorno a 750 dollari l oncia. Ad agosto 2011, la quotazione ha sfiorato i dollari, un record assoluto. Oggi, l oro vale oltre dollari l oncia. In un decennio caratterizzato da ben tre crisi finanziarie internazionali (la bolla tecnologica, lo scoppio dei subprime e la crisi del debito sovrano), non è una sorpresa che abbia guadagnato così tanto. Questo perchè l oro viene considerato dagli investitori il bene rifugio per eccellenza. Tuttavia, ci sono anche altri metalli preziosi che possono essere inseriti in portafoglio e che vengono comu-nemente considerati scudi contro l inflazione, come argento, platino e palladio. Lo sono veramente? Argento L argento viene considerato da tutti come un metallo prezioso, il fratello minore dell oro. Infatti, i rispettivi andamenti sono legati a doppio filo. Storicamente, quando il lingotto corre, l argento lo segue, e spesso lo supera. Ad oggi, un oncia d argento vale circa 28 dollari. Il massimo storico è stato toccato ad agosto 2011 (proprio come l oro) a circa 45 dollari l oncia. Col tempo, l argento è diventato un metallo industriale insostituibile. E utilizzato nella moderna elettronica e nella tecnologia informatica. Ad oggi, diversamente dall oro, circa il 40% della domanda totale dell argento è riconducibile all utilizzo industriale. Per questa ragione è più dipendente dall andamento dell economia. In più, 14 Morningstar Investor Settembre / Ottobre 2012

15 ETC quotati su Borsa Italiana dedicati ai metalli preziosi Nome ISIN Rend. % Rend. % Rend. % da inizio anno a 1 anno a 3 anni (annual.) db Monthly Leveraged Silver ETC DE000A1L9YS n.d. n.d. db Physical Gold ETC (EUR) DE000A1E0HR n.d. db Physical Gold Euro Hedged ETC DE000A1EK0G n.d. db Physical Palladium Euro Hedged ETC DE000A1EK3B n.d. db Physical Platinum Euro Hedged ETC DE000A1EK0H n.d. db Physical Silver ETC (EUR) DE000A1E0HS n.d. db Physical Silver Euro Hedged ETC DE000A1EK0J n.d. ETFS Gold Bullion Securities ETC GB00B00FHZ ETFS Gold ETC GB00B15KXX ETFS Physical Gold ETC JE00B1VS ETFS Physical Palladium ETC JE00B1VS ETFS Physical Platinum ETC JE00B1VS2W ETFS Physical PM Basket ETC JE00B1VS3W ETFS Physical Silver ETC JE00B1VS ETFS Platinum ETC JE00B2QY0F n.d. ETFS Precious Metals DJ-UBSCI ETC GB00B15KYF ETFS Silver ETC GB00B15KY RBS Physical Gold ETC DE000A1ESY n.d. Lyxor ETN Gold XS n.d. Dati in euro al 20 agosto 2012 Fonte: Morningstar Direct se il prezzo dell argento sale eccessivamente, trainato da quello aurifero, ad un certo punto le industrie non lo troveranno più conveniente e cercheranno di sostituirlo con altri metalli. Per queste ragioni, è un porto meno sicuro dell oro. Platino Di tutti i metalli preziosi, il platino è il più puro, il più resistente, ma soprattutto il più raro. E stato calcolato che, riunendo in un unico solido tutto il platino estratto nel mondo in ogni tempo, si otterrebbe un cubo di appena 4,6 metri quadrati. Solo poche zone della terra hanno rivelato giacimenti di platino. Ha molteplici usi: in gioielleria, nella realizzazione di attrezzi da laboratorio, contatti elettrici, odontoiatria e dispositivi anti-inquinamento delle automobili, per la realizzazione di catalizzatori per l industria chimica. A inizio 2008 il platino toccava il suo massimo storico di quasi dollari l oncia, valore crollato durante la recessione successiva. Attualmente, la quotazione si aggira intorno ai dollari. Palladio Il palladio condivide molte caratteristiche del platino: è un metallo raro. I suoi usi più comuni sono nell industria automobilistica per le marmitte catalitiche, nelle telecomunicazioni, in odontoiatria, nel settore elettrico, in fotografia e come catalizzatore, oltre che in gioielleria e oreficeria. Il palladio è attualmente quotato intorno ai 645 dollari l oncia. Rischi politici Ancor più dell argento, il platino e il palladio sono legati ai cicli economici. Il grosso della domanda arriva dal settore industriale. Negli ultimi tre anni, il 76,5% dell offerta di platino è stata fornita dalle miniere sudafricane. Nello stesso periodo, l 84,4% dell offerta di palladio è arrivata dalla Russia e dallo stesso Sud Africa. Perciò, le circostanze socio-politiche di questi due paesi hanno forte impatto sul prezzo di entrambi. Uno shock, ad esempio, può portare a forti sbalzi nei prezzi. La crisi nella produzione russa degli anni 90 fece salire il prezzo del platino del 50%. La speculazione su piccoli mercati La nascita di strumenti d investimento disponibili alla massa, specifici sui metalli preziosi, ha stravolto le dinamiche di alcuni mercati, in particolare quello aurifero. Con il proliferare di replicanti dedicati ai metalli preziosi minori, è nata la paura che anche questi mercati risentano l influenza dei flussi d investimento. Il più grande timore riguarda la speculazione che potrebbe distorcere l effetto dei tradizionali driver economici. Una delle ragioni su cui si basa questa paura è la dimensione del mercato, nel caso di platino e palladio molto piccola. Perciò, i flussi d investimento, veicolati dagli Etc, potrebbero in qualche modo diminuire l effetto degli indicatori macroeconomici, che invece hanno guidato i prezzi di queste due materie fino a pochi anni fa. Tuttavia, ad oggi, l attività industriale rimane l ago della bilancia. Industriali travestiti da preziosi In sostanza, quindi, l unico metallo prezioso puro è l oro, in quanto il suo bassissimo utilizzo industriale lo rende quasi del tutto scorrelato dai mercati azionari e di conseguenza lo elegge a bene rifugio per eccellenza. Al contrario, il platino e il palladio, ufficialmente metalli preziosi, sono sostanzialmente dei metalli industriali molto rari, con qualche utilizzo anche in gioielleria, ma che comunque risentono degli alti e bassi dell economia. L argento sta nel mezzo e presenta entrambe le caratteristiche. K Valerio Baselli è editor di Morningstar Italy. Morningstar.it 15

16 In Primo Piano Tbond, certificato di garanzia scaduto Marco Caprotti I titoli governativi americani sono ancora considerati un porto sicuro. Ma gli Stati Uniti non sono più quelli di una volta. L emergenza economico-finanziaria mette in crisi le vecchie certezze. Fino al 2007, ad esempio, i Tbond (le obbligazioni governative americane con scadenza a 10 e 30 anni) e il dollaro venivano considerati fra gli asset di investimento più sicuri da avere in portafoglio. Poi è arrivata la tempesta scatenata dai subprime (i mutui Usa di bassa qualità) che ha innescato l era del New Normal (un periodo di crescita più contenuta) e che ha portato a una diversa percezione degli Stati Uniti, ormai non più visti come la locomotiva dell economia mondiale. Tutto questo ha prodotto anche un cambiamento di strategia da parte degli investitori che ora sono molto più cauti quando scelgono cosa mettere nel portafoglio. Anche se si tratta di prodotti a stelle e strisce. I moniti delle agenzie di rating Il caso dei Tbond è emblematico dei dubbi con cui da qualche anno si trovano a fare i conti gli operatori. Le obbligazioni governative americane sono considerate molto liquide e senza rischi. Questo perché l economia Usa, dopo essersi ripresa dalla crisi del 1929, non ha mai dato seri motivi di preoccupazione ai mercati. Oggi le cose sono cambiate e l economia americana non tira più come una volta. L agenzia di rating Fitch, ad esempio, ha confermato il giudizio di tripla A sugli Usa, ma ha aggiunto che l outlook resterà negativo (quindi suscettibile di un futuro ribasso della valutazione complessiva) almeno fino alla fine del L incertezza sulle politiche fiscali e di spesa, associate al cosiddetto precipizio fiscale (il sovrapporsi di fine degli incentivi fiscali e tagli alla spesa pubblica) pesa sull outlook a breve termine, dice la società di analisi nel comunicato che accompagna la decisione. Senza contare che, ad agosto dell anno scorso, l agenzia S&P ha tolto il giudizio di tripla A al debito del paese. Una cosa mai vista. Il downgrade riflette la nostra opinione sul piano di risanamento che non è adeguato a quanto sarebbe necessario per stabilizzare nel medio-termine il debito. La politica americana si è indebolita in un momento in cui le sfide fiscali ed economiche aumentano, ha detto l agenzia spiegando la sua decisione. Una posizione ribadita a giugno di quest anno quando S&P ha confermato il rating degli Stati Uniti con outlook negativo. La società di analisi prevede che il debito americano nel 2013 si attesterà all 84% del Prodotto internto lordo (Pil), con un deficit al 9%. Nel 2016 il debito dovrebbe salire all 87% con un deficit in discesa al 5%. L agenzia ritiene inoltre improbabile che le elezioni 2012 risolvano il dibattito sulla politica di bilancio. Sull economia gravano rischi significativi e ci sono il 20% di chance che gli Stati Uniti scivolino nuovamente in recessione. Ad aumentare l incertezza sulle prospettive economiche americane, c è poi la questione del fiscal cliff (letteralmente il precipizio fiscale, provocato dalla scadenza degli sgravi promossi durante l era Bush). Se Washington non agirà in modo deciso per evitare un aumento del debito nella prima metà del prossimo anno, hanno detto gli analisti di Fitch, la tripla A sarà a rischio. Per evitare downgrade è necessario risolvere la questione delle tasse e della spesa e si deve fissare un piano per ridurre deficit e debito in modo sensibile. Colossi degli investimenti divisi Insomma, sembrerebbe non essere un buon momento per tenere in tasca il debito di un paese che non è più sicuro come una volta. Un opinione che, peraltro, condividono colossi del mercato obbligazionario come Pimco e BlackRock. E non è detto che la situazione per i Tbond cambi con il mutare della situazione congiunturale americana. Se da oltre Atlantico dovessero arrivare segnali rassicuranti, la Federal Reserve potrebbe decidere di alzare i tassi di interesse, creando una situazione poco favorevole ai bond. Alcuni analisti sono arrivati anche a prevedere una stretta monetaria già per il Morningstar Investor Settembre / Ottobre 2012

17 Grafico 1 Andamento del Treasury negli ultimi 10 anni Non tutti condividono questa visione. Per Fidelity, ad esempio, i bond Usa sono uno strumento di investimento sicuro, soprattutto se confrontato con i titoli di debito sovrano europeo. Merito, ha spiegato a Morningstar Bob Brown, gestore della società di investimento, della capacità americana di far fronte alle crisi che, nel corso della storia si sono presentate. Un abilità che in Eurolandia, alle prese con le esigenze spesso contrastanti dei 17 paesi che condividono la moneta unica, manca e che ci vorranno anni per acquisire. In questa prospettiva, dice Fidelity, i bond americani continuano a rappresentare un porto sicuro di cui gli BofAML US Treasury Current 10Yr TR USD (Market Price, USD, Pre-Tax) Grafico 2 Andamento del dollaro rispetto all euro negli ultimi 10 anni / /2004 5/ /2007 5/ /2010 5/2012 Fonte:Morningstar Direct US Dollar (Daily Closing Price) Euro (Daily Closing Price) investitori non possono fare a meno. Un discorso che il gestore estende pure al dollaro. Anche in questo caso, però, la questione è più complessa. Dollaro, un primato che scricchiola Il biglietto verde è diventato la valuta di riferimento mondiale con gli accordi di Bretton Woods firmati sul finire della Seconda guerra mondiale. In dollari vengono trattate le materie prime, tanto che gli analisti consigliano di acquistare la divisa americana quando sale l inflazione (che dalle commodity molto spesso dipende). L evoluzione dei mercati e l emergere di nuove potenze economiche ha portato però a un progressivo indebolimento della moneta yankee. Una prova si è avuta anche recentemente. A partire da giugno, infatti, è entrato in vigore l accordo firmato a fine 2011 fra Cina e Giappone che prevede di non utilizzare più il biglietto verde come valuta commerciale principale per gli scambi commerciali fra i due paesi (attualmente il 60% dei loro interscambi viene pagato in divisa Usa). Di fatto, per la moneta americana significa perdere l influenza in una delle zone più interessanti del mondo dal punto di vista del business. Non è la prima volta, tra l altro, che il dollaro viene soppiantato. Nei suoi interscambi con la Russia (principalmente per il petrolio), Pechino utilizza lo yen e il rublo e per i commerci con l Australia (materie prime) accetta e paga con dollari aussie. Anche l Iran ha deciso di non usare più il dollaro per vendere il suo petrolio. Washington ha cercato di convincere la Cina e l India a non acquistare più barili dal paese arabo. Loro invece, hanno preferito acquistare l oro nero iraniano utilizzando la propria moneta dando un altro colpo al sistema dollaro-centrico. Resta il fatto che il biglietto verde non ha nessuna intenzione di mollare facilmente lo scettro di valuta sovrana. A maggio, ad esempio, è stato l asset di investimento più ricercato dagli operatori alle prese con la crisi finanziaria dell Europa e i segnali sempre più evidenti di un rallentamento della Cina. Anche perché, come spiega un operatore, in questo momento, non c è niente altro che valga la pena acquistare. K Marco Caprotti è editor&analyst di Morningstar Italy Glossario Tbond: obbligazioni governative americane con scadenza a 10 e 30 anni. Subprime: mutui immobiliari Usa con scarse garanzie. New Normal: un periodo di crescita più contenuta che ha avuto inizio con la crisi dei mutui subprime. Morningstar.it 17

18 In Primo Piano Le valute con i muscoli Di Azzurra Zaglio Il franco svizzero è la moneta rifugio per definizione, ma anche nel nord Europa ci sono porti sicuri. Australia e Canada hanno i dollari alternativi. Il 1999 è l anno dell unificazione delle valute europee sotto il segno dell euro. La moneta unica ha ridotto sensibilmente la possibilità di diversificazione valutaria del portafoglio dei risparmiatori, in particolare nel Vecchio continente. Oggi, il franco svizzero e poche altre divise possono ancora rappresentare delle buone vie di fuga dalle turbolenze dei mercati. Investire in una divisa estera implica l assoggettamento delle somme impiegate alle oscillazioni del tasso di cambio. Nella misura in cui la valuta estera si apprezza nei confronti di quella domestica, essa rappresenta una forma di bene rifugio in grado di riparare i risparmi in essa investiti. Franco svizzero, la politica dell 1,20 È il franco svizzero a portare la corona di valuta rifugio. Sin da tempi memorabili, la divisa elvetica è considerata una sicurezza, insieme all oro. La valuta confederale è la sesta moneta più trattata nel mercato internazionale dei cambi, ossia sul Forex, e la quinta in termini di riserve. Merito ottenuto con il tempo e ce lo dice la storia, poiché la politica estera della Svizzera è improntata alla neutralità da ormai ben cinque secoli. Lo scudo crociato è molto forte grazie a un governo stabile, a un economia tra le più prospere al mondo, a conti pubblici sani e a un tasso di disoccupazione di appena il 3%. Il surplus nel conto delle partite correnti, inoltre, indica che il paese non necessita di capitali esteri per finanziare il deficit commerciale. Dalla Banca nazionale svizzera (Bns), il presidente Thomas Jordan e Eveline Widmer- Schlumpf, ministro delle Finanze, hanno dichiarato che intendono continuare a difendere l attuale cambio euro-franco, fissato il 6 settembre 2011 a 1,20, quando il rapporto era quasi arrivato a 1 contro 1 (situazione che potrebbe verificarsi nuovamente, viste le varie condizioni dei paesi membri dell Eurozona). Se consideriamo gli ultimi dodici mesi (da agosto 2011 a oggi) il cambio è risalito dai minimi dell euro contro il franco (1,0068 franchi per un euro, il livello più basso), a 1,2472 (ottobre 2011). Da questa primavera, inoltre, la Svizzera gioca in difesa, rimanendo poco sopra area 1,20 e si è detta disposta ad acquistare una quantità illimitata di valute estere. Per mantenere stabile il corso del franco rispetto all euro, nel 2011 ha già sborsato 17,8 miliardi di franchi. Valute e cicli economici Nell attuale situzione di mercato, non è facile trovare alternative. Le valute hanno la peculiarità di rappresentare la forza del paese a cui appartengono e sono variamente correlate tra loro. Alcune hanno un rendimento elevato e sono adeguate in momenti di picco dell economia globale, altre sono conservative e si preferiscono in periodi di recessione. Yen, indebitarsi a basso costo Tra queste, lo yen giapponese non è da considerarsi una vera divisa rifugio, anche se in momenti ribassisti dei mercati borsistici, viene utilizzata per i carry-trade. In pratica, gli investitori si indebitano in yen per acquistare titoli in quelli con più alti tassi di interesse. Questo fenomeno fa aumentare il valore della divisa nipponica a danno degli esportatori. La Banca del Giappone, che deve fare i conti con un economia anemica, ha cercato di contrastare questo fenomeno e, a fine 2011, ha iniettato liquidità sui mercati per ribassare lo yen. Il cambio di rotta della BoJ ha comportato un netto deprezzamento dello yen nei confronti del dollaro americano nel primo trimestre 2012, passando in poche settimane da 76 a 83 Usd/Jpy. La divisa del Sol levante è tornata successivamente a rafforzarsi e oggi servono circa 78 yen per un dollaro (al 23 agosto 2012). Porti del nord Europa Altre divise, considerate un rifugio, sono quelle scandinave: la corona svedese (Sek) e la corona norvegese (Nok). Esse godono entrambe di buona salute e hanno ottimi fondamentali (forte e robusta situazione economica, bilancia commerciale in surplus, 18 Morningstar Investor Settembre / Ottobre 2012

19 Franco svizzero e dollaro contro l euro nell ultimo anno comunque, rimane influenzato dagli sviluppi della crisi europea. 1,4 1,3 1,2 1,1 Euro (Market Price, EUR, Pre-Tax) Swiss Franc (Market Price, EUR, Pre-Tax) US Dollar (Market Price, EUR, Pre-Tax) Valute per diversificare Nella costruzione di un portafoglio, la diversificazione valutaria è considerata un fattore positivo se gestita dinamicamente. Uno strumento usato per capire quanto è attraente una determinata divisa è l Indice Mac, misurato sulla base del costo di un hamburger McDonalds in valuta locale. 1,0 11/ / / /2012 Yen contro dollaro nell ultimo anno Japanese Yen (Market Price, USD, Pre-Tax) US Dollar (Market Price, USD, Pre-Tax) Secondo questo parametro, oggi la maggior parte delle valute asiatiche risulta nettamente sottovalutata. Tra queste, in particolare lo yuan cinese, sebbene negli ultimi cinque anni si sia rivalutato del 15%, rimane sottovalutato del 43%. Per quanto riguarda le altre monete dell area del Pacifico, la rupia indiana risulta a sconto del 63% e il dollaro di Hong Kong del 51%. All estremo opposto si trova il Bolivar venezuelano che secondo l indice è sopravvalutato dell 83% mentre al secondo posto è presente la corona norvegese con +63%. K Azzurra Zaglio è editor di Morningstar Italy Fonte:Morningstar Direct 11/ / / /2012 tassi di interesse in crescita). Tra le due corone, in un orizzonte di breve termine, quella svedese potrebbe avere un rendimento maggiore, dal momento che oltre alla crescita economica sta godendo anche di un ottimo momentum, disallineato dal tradizionale movimento sull equity. Dall inizio dell anno, l attività economica della Svezia è rimasta costante e su livelli largamente al di sopra delle attese. Ma, anche qui, i due paesi si sono mossi per mettersi al riparo da un afflusso massiccio di capitali esteri e se la Svezia intimorisce per un eventuale insufficiente liquidità, la Norvegia preannuncia una serie di tagli dei tassi di interesse. Dollari sì, ma australiani o canadesi Infine, altre due divise considerate utili strumenti di diversificazione sono il dollaro australiano e quello canadese. Il primo ha avuto un andamento molto volatile nell ultimo anno. La Banca centrale è preoccupata per un possibile rallentamente dell economia, conseguenza del minor vigore della congiuntura cinese, anche se nel primo trimestre il prodotto interno lordo ha sorpreso in positivo. Per quanto riguarda il Canada, la divisa nazionale è sicuramente una di quelle su cui gli investitori hanno posizioni lunghe (prevedono quindi un apprezzamento). Il cambio rispetto al dollaro americano, Glossario Momentum: Indica, alternativamente, una tipologia di strategia di investimento (che si esplicita nell acquisto di azioni in fase di rapida crescita e nella vendita di azioni a crescita più lenta) o un indicatore utilizzato nell ambito dell analisi tecnica algoritmica (rappresentativo della velocità del trend di un titolo azionario). Carry trade: Operazioni in ambito valutario che sfruttano le differenze tra i vari tassi di interesse, prendendo a prestito del denaro nei mercati in cui costa meno e dunque i tassi sono più bassi e impiegandolo laddove tassi più elevati consentono rendimenti cospicui. Morningstar.it 19

20 In Primo Piano Cedole, il piatto può diventare indigesto Di Marco Caprotti Le azioni high dividend piacciono agli investitori, ma quelle troppo popolari rischiano di essere care. Se poi tornano ad aumentare i tassi possono perdere valore. Controllo della volatilità, maggiore diversificazione e rendimenti più alti. Gli investitori hanno diverse ragioni per puntare, soprattutto nei momenti di crisi dei mercati, sui titoli delle società che pagano ricchi dividendi. Senza dimenticare però che l high yield non garantisce di uscire indenni dalla tempesta delle Borse. I dividendi, a partire dalla metà degli anni 20 del secolo scorso, sono stati una buona fonte di rendimento, soprattutto se utilizzati all interno di un portafoglio ben diversificato. L era buia e la rinascita All inizio del 2000 questo tipo di asset di investimento ha subito due forti spallate: la prima è arrivata con la febbre di Internet che ha portato gli investitori a puntare su quelle azioni che crescevano in fretta, a prescindere da considerazioni come i fondamentali, le prospettive industriali, la gestione e il vantaggio competitivo. La seconda l hanno tirata i prodotti strutturati che, fra le pieghe di un architettura spesso molto complicata, facevano intravedere la possibilità di rendimenti stellari. Gli investitori hanno iniziato a pensare che non valesse la pena investire nei titoli ad alta cedola e li hanno fatti finire nell ombra. Ma con le recenti crisi finanziarie lo scenario è mutato completamente. Negli Stati Uniti a intervalli regolari si parla di una nuova recessione, l Europa è alle prese con il problema del debito sovrano di alcuni stati che può infettare l economia globale mentre in Cina si cerca il sistema di far viaggiare un motore che rischia di andare fuori giri. Quando gli investitori osservano questo scenario, si rendono conto che i loro bisogni sono diversi da quelli degli anni 90 e Oggi cercano una fonte di guadagno stabile e l apprezzamento dei capitali impiegati. Elementi che possono essere ottenuti inserendo in portafoglio le azioni che pagano alti dividendi. In giro per dividendi Secondo uno studio di Intesa Sanpaolo il mercato italiano continua a offrire valutazioni interessanti sotto questo profilo, con un valore stimato pari al 4,48% per il Ftse/Mib (media ). Decisamente più contenuta è la stima sul mercato statunitense, con il dividend yield atteso per l S&P500 che si attesta al 2,28%. A livello geografico, comunque, la preferenza rimane per il mercato europeo, con una stima per l indice Eurostoxx di un rendimento medio pari al 4,24%, nono-stante il difficile contesto congiunturale che sta portando molti gruppi a ridimensionare la propria politica di distribuzione degli utili. Analizzando poi lo spaccato settoriale europeo, valori elevati sono attesi ancora per il telefonico (6,46%), complici in questo caso anche i prezzi estremamente contenuti raggiunti da molti titoli del settore, compensati però da payout (il rapporto fra gli utili distribuiti e quelli conseguiti) e flussi di cassa ancora interessanti. Superiori al benchmark di riferimento restano le remunerazioni attese per il settore utility (6,93%), bancario (5,42%) e per l energia (5,37%). Cosa dice il dividendo Bisogna però tenere in mente alcuni elementi. Uno dei sistemi con cui le aziende distribuiscono i profitti agli azionisti è attraverso le cedole. Si tratta spesso di società che hanno terminato la fase di espansione e che dai mercati vengono considerate sicure. Detto questo, bisogna anche considerare che ci sono molti gruppi che danno denaro ai soci ma stanno ancora proseguendo nel cammino della crescita. E importante, inoltre, tenere a mente che la politica dei dividendi di un azienda può essere una buona indicazione dei suoi punti di forza e di debolezza. Ad esempio: non c è la certezza che una società sia in grado di mantenere la crescita delle cedole che ha promesso. Un esempio che fa già scuola in questo senso è quello del gruppo energetico inglese BP che, nel 2010, ha dovuto cancellare la distribuzione dei dividendi a causa del disastro petrolifero al largo del Golfo del Messico. Inoltre, una società che dà ricche cedole ha meno capitale da reinvestire per spingere la propria crescita. 20 Morningstar Investor Settembre / Ottobre 2012

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