Intervento Un importante ciclo di incontri di sensibilizzazione

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1 Intervento Un importante ciclo di incontri di sensibilizzazione Francesco Ricciardi Dirigente Generale Consiglio Regionale della Basilicata ATTI DEL CICLO DI INCONTRI DI SENSIBILIZZAZIONE

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3 Pochi seminari possono aspirare alla categoria delle iniziative meritorie e utili, dal punto di vista culturale e sociale. Credo che questo ciclo di incontri possa essere considerato tale, perché è stato calibrato sugli aspetti più sensibili, dinamici e avanzati non solo della Regione Basilicata, ma di tutte le altre istituzioni che devono fungere sempre più da camera di risonanza delle problematiche giovanili. Il delicato, fragile e affascinante universo dei minori deve interagire con le istituzioni secondo l etica e la fantasia, la conoscenza e la creatività, assicurando, sempre, la più assoluta tutela, la più assoluta sicurezza a chi è in una fase evolutiva alquanto incerta e costantemente insidiata da falsi miti o da tendenze. Come Consiglio Regionale abbiamo avvertito questa responsabilità e abbiamo creduto nel progetto che si è dispiegato in affollati incontri su tematiche tutte di grande interesse pedagogico, didattico, sociale. Sono state messe in campo le migliori professionalità del settore con l obiettivo di far conoscere i rischi che incontrano i minori, ma anche per diffondere e promuovere la cultura dei diritti presso tutti i soggetti che, a vario titolo, entrano in contatto con i bambini e gli adolescenti. A ciclo concluso possiamo senz altro affermare che il progetto ha ottenuto una buona diffusione e soprattutto, spero, un certo consenso nel mondo della scuola, nel mondo dell associazionismo e del volontariato, in quello della sanità e delle autonomie locali. Una sperimentazione che per un istituzione come la nostra ci conforta e ci spinge a continuare su questa strada tracciata dalla Consulta Regionale di Protezione e Pubblica Tutela dei Minori, istituita con legge regionale nel gennaio del 2003 (LR n.1 del 4/1/2003), con lo scopo di rafforzare e consolidare le azioni a favore dei minori e diffondere e promuovere la cultura dei diritti dell infanzia e dell adolescenza presso tutti i soggetti che, a vario titolo, entrano in contatto con bambini e adolescenti. La Consulta, istituita presso il Consiglio Regionale, è presieduta dal Presidente del Consiglio Regionale ed è costituita da rappresentanti delle 21

4 22 principali istituzioni ed enti (pubblici e privati) che operano nel campo dell infanzia e dell adolescenza. Ha di fatto mosso i primi passi nel marzo del 2004 e per rendersi più snella ed efficace si è dotata di un Gruppo di lavoro ristretto, coordinato dalla componente Clara Ripoli, con il compito di individuare e impostare il Piano delle attività. Il primo passo della Consulta, da poco insediata, è stato quindi quello di aprirsi all esterno attraverso la realizzazione di una campagna di sensibilizzazione e promozione della cultura dei diritti dell infanzia e dell adolescenza attuata mediante il ciclo di incontri realizzato, avvalendosi della collaborazione e dell esperienza dell Istituto degli Innocenti di Firenze, al quale va il ringraziamento dell istituzione che rappresento e quello mio personale. Il Piano prevedeva inizialmente una platea di 150 destinatari che si è andata via via allargando fin dai primi incontri, fino a raggiungere circa 250 partecipanti appartenenti a enti pubblici (scuole, Comuni, Province, ASL, Regione, forze dell ordine) e privati (associazioni di volontariato, cooperative sociali, ordini professionali). Questa inaspettata e ampia partecipazione credo sia stata determinata da un lato da un grande interesse verso le problematiche affrontate, dall altro dall alta qualità degli interventi nei diversi incontri. A me, in qualità di Direttore Generale del Consiglio Regionale, spetta il compito, ai sensi dell art. 3 della legge istitutiva, di provvedere adeguatamente all organizzazione e al funzionamento della Consulta. Allo stato attuale, la Consulta dei Minori è attestata all Ufficio Organi Consultivi e di Partecipazione, e le è stata assegnata un unità come responsabile della Segreteria, la collega Marilina Renda, il cui apporto ed entusiasmo è stato determinante per l avvio dell attività della Consulta stessa. Con il trasferimento degli Uffici del Consiglio nella nuova sede la Consulta potrà avvalersi in maniera stabile di una sede idonea per portare avanti la propria attività e svolgere le proprie funzioni. Un attività che

5 credo sia di grande importanza e alla quale deve essere dato sempre maggiore impulso. La legge regionale prevede l istituzione di una sezione per la protezione e la pubblica tutela dei minori nell ambito dell Osservatorio Regionale sulle Politiche sociali presso il Dipartimento Sicurezza e Solidarietà Sociale, con il compito di raccolta ed elaborazione dei dati relativi alla condizione dell infanzia e dell adolescenza in ambito regionale. Soltanto con l istituzione dell Osservatorio e con il suo stretto raccordo con la Consulta si potrà diffondere meglio la cultura dei diritti dell infanzia e dell adolescenza e si potranno affinare le proposte di innovazione di natura normativa e amministrativa in materia di tutela e promozione dei diritti dei minori. Il Consiglio Regionale della Basilicata ha aperto una strada. Si è posto il problema della protezione dei più deboli e lo ha evidenziato attraverso un concreto atto di educazione e di sensibilizzazione, la cui ricaduta sulla comunità, spero, sia tangibile. Sono convinto che questo seme continuerà a germogliare, per la qualità del terreno che lo accoglie e per l entusiasmo dei componenti della Consulta. Così come sono convinto che il progetto realizzato con questo ciclo di sette incontri di sensibilizzazione sui temi di più stringente attualità si arricchirà di altre preziose iniziative collaterali, per diventare progetto di riferimento anche per altre realtà territoriali. Allargando il dibattito e intercettando i bisogni dei minori, dei loro educatori e di chi opera nel sociale è possibile auspicare una completa e fattiva integrazione tra il Consiglio Regionale e le altre istituzioni, integrazione che è possibile realizzare utilizzando come miglior strumento il dialogo che deve partire proprio dall ascolto, in particolare e naturalmente, proprio dei minori. 23

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