Elenco dei rilevamenti litologici effettuati: Gesso (CaSO 4 2H 2 O) (Formazione a Bellerophon) Coordinate GPS Lat. N Long. E

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1 La nostra escursione inizia da Passo Valles, dove abbiamo intrapreso il sentiero CAI 751, noto anche come Alta Via delle Dolomiti n o 2 (che collega Bressanone a Feltre) o Sentiero Italia (SI), in Fig Il percorso nel suo complesso è molto favorevole per effettuare rilievi di tipo geologico poiché permette in poche ore di ripercorrere milioni di anni di storia attraverso le più importanti formazioni litologiche delle Dolomiti. Molto spesso però i vari affioramenti lungo il sentiero non seguono l ideale successione stratigrafica definita sulla carta, questo per la situazione tettonica dell area e nel complesso di fenomeni franosi che discriminano tra formazioni in posto (se a livello di sito di campionamento si rileva prevalentemente la stessa giacitura) o non in posto. La prima di queste formazioni che incontriamo, a poche centinaia di metri dal passo, è quella a Bellerophon, un unità litostratigrafica composta prevalentemente da successioni, dal basso verso l alto, di dolomie chiare, marne da grigie a nere, gessi, anidriti, calcari scuri, questi ultimi due spesso intercalati da peliti, brecce dolomitiche e dolomie vacuolari. L unità a cicli evaporitici può raggiungere mediamente i m di spessore. (Fig. 2.15) Elenco dei rilevamenti litologici effettuati: Tab 2.1 Rilevamento litologico 1: gesso. Gesso (CaSO 4 2H 2 O) (Formazione a Bellerophon) Coordinate GPS Lat. N Long. E m.s.l.m. Giacitura N50 W30 N Fig Foto del campione litologico 1: gesso. 33

2 Roccia sedimentaria chimica di ambiente evaporitico marino composta quasi esclusivamente dallo stesso minerale gesso formatosi appunto in ambiente evaporitico per precipitazione diretta da acque madri (serie evaporitiche in banchi e lenti). Associato a questo si possono rilevare anidrite (CaSO 4 ), altri sali marini, calcite (CaCO 3 ) e dolomite [CaMg(CO 3 ) 2 ]. Si pensa che proprio il gesso derivi da idratazione dell anidrite durante la diagenesi. Il campione, di colore prevalentemente biancastro, leggermente degradato ed alterato sulle superfici che sono state esposte agli agenti meteorici, presenta granulometria da fine a molto fine e livelli di stratificazione molto evidenti, spesso coincidenti con un fitto sistema di disgiunzioni che incide profondamente sull erodibilità della roccia stessa, che risulta elevatissima (stabilità molto scarsa; il minerale gesso poi è tenero ed occupa il secondo termine nella scala della durezza di Mohs; è poi abbastanza flessibile, ma non elastico, e può quindi essere piegato sotto l azione di pressioni endogene, infatti lungo il sentiero CAI 751 nei pressi di Passo Valles è visibile una piccola piega coricata formatasi per deformazione plastica, come in Fig. 2.17), e su porosità e permeabilità, anch esse molto elevate (di per sé tale roccia sarebbe pressoché impermeabile, ma si parla di permeabilità secondaria per fessurazione). Quest ultimo aspetto è da ritenersi direttamente collegato come effetto del fenomeno carsico, dato che pure la solubilità di questo tipo di roccia risulta elevatissima. (Vedere approfondimento al 2.4.2) Fig Foto della piccola piega coricata sui gessi della Bellerophon. Non sono riscontrabili nel campione cristalli di gesso visibili direttamente ad occhio nudo. Da rilevare poi la presenza di impurezze, spesso intercalate alle stratificazioni, probabilmente sottili depositi di marna, argilla, sali (evidenti anche a livello di sito di campionamento). Questo fa ritenere che la formazione del gesso non sia stata continua nel tempo, ma che ci siano stati degli eventi intermedi che abbiano apportato altro materiale. In effetti con il test HCl si è rilevata una leggera reazione proprio in corrispondenza di questi siti. Tab 2.2 Rilevamento litologico 2: andesite. 34

3 Andesite Coordinate GPS Lat. N Long. E m.s.l.m. Giacitura N40 E20 N Fig Foto del campione litologico 2: andesite. Roccia magmatica effusiva a chimismo intermedio di filone, presente in regioni di notevole attività tettonica e vulcanica e spesso in associazione con basalti. Può formarsi come intrusione in giunti di stratificazione. Il campione, piuttosto degradato ed alterato in corrispondenza delle superfici esposte (evidenti sfumature arancio per probabile deposito di ossidi di ferro formatisi per alterazione di pirosseni; la roccia è stata raccolta come detrito), di colore nero-verdastro e densità piuttosto elevata, presenta struttura olocristallina porfirica (indizio di una cristallizzazione lenta e in tempi leggermente diversi): sono presenti piccoli fenocristalli prevalentemente di plagioclasio e biotite (di cui comunque non è possibile, per le ridotte dimensioni, stimare forma e vicinanza all abito standard) immersi in una pasta di fondo più omogenea a grana molto fine. I componenti essenziali della roccia sono: - plagioclasio (albite {Na[AlSi 3 O 8 ]}+ anortite {Ca[Al 2 Si 2 O 8 ]}, quest ultima < 50%) - biotite {K(Mg,Fe,Mn) 3 [(OH,F) 2 AlSi 3 O 10 ]} - anfiboli [(Mg,Fe,Ca,Na)Si 8 O 22 (OH) 2 ] (orneblenda) - pirosseni [(Mg,Fe,Ca,Al)SiO 3 ] 35

4 Dal punto di vista fisico il campione non presenta né stratificazioni né fratture. La roccia di per sé è impermeabile e non presentando fessurazioni la sua porosità e permeabilità risultano basse se non scarse. L erodibilità è bassissima. Il test HCl ha dato esito positivo per la locale e limitata presenza di probabili impurezze. (Vedere approfondimento al 2.4.1) Tab 2.3 Rilevamento litologico 3: dolomia cariata. Dolomia cariata (Formazione a Bellerophon) Coordinate GPS Lat. N Long. E m.s.l.m. Giacitura - Fig Foto del campione litologico 3: dolomia cariata. Roccia sedimentaria dolomitica di origine mista chimico-organogena probabilmente con anidrite come minerale primario, ridisciolto e, solo in parte, trasformato in gesso durante la diagenesi. Forma zone limitate nelle scogliere e barriere coralline. Il campione, fortemente degradato ed alterato in tutte le sue parti in quanto raccolto come detrito, di colore chiaro tendente al grigio-bruno, presenta granulometria piuttosto fine per quanto riguarda molti elementi di dolomia immersi in un substrato di fondo cementante di calcite (calcilutite) (il test HCl ha dato esito positivo sulla calcite, mentre non ha dato reazione sugli elementi di dolomia). 36

5 La struttura è vacuolare, ricca di pori creatisi per dissoluzione della componente solubile (anidrite + gesso) oltrechè per carsismo. Questo definisce quindi un alto grado di permeabilità. Non sono riscontrabili stratificazioni evidenti, probabilmente scomparse per fenomeni diagenetici. I componenti principali della roccia sono dolomite [CaMg(CO 3 ) 2 ], calcite (CaCO 3 ), residui di anidrite (CaSO 4 ) e gesso (CaSO 4 2H 2 O). In tracce quarzo (SiO 2 ), argille. L erodibilità di questa roccia, scarsamente stabile, è elevata. Tab 2.4 Rilevamento litologico 4: conglomerato - breccia. Conglomerato - breccia Coordinate GPS Lat. N Long. E m.s.l.m. Giacitura - Fig Foto del campione litologico 4: conglomerato - breccia. Roccia sedimentaria clastica della classe delle ruditi coerenti formatasi per consolidamento di frane o falde di detrito in ambiente subaereo, oppure per fratturazioni e creazione di faglie durante il piegamento di elementi rocciosi, oppure per consolidamento di ghiaie eterogenee. Il campione, fortemente degradato nel suo complesso poiché raccolto come detrito, caratterizzato da una colorazione alquanto eterogenea, irregolare, variabile dal nerastro dei clasti di andesite al grigio ocra di quelli di dolomia e dello stesso cemento marnoso, presenta densità media e 37

6 tessitura definita da elementi grossolani, angolosi (dimensione variabile da circa 1mm a 2cm di diametro: granuli, ciottoletti, ciottoli) prevalentemente di andesite e dolomia cementati da marna calcarea a granulometria decisamente più fine. Stratificazioni ed orientamento preferenziale dei clasti non sono osservabili. La struttura è piuttosto irregolare, vacuolare, ricca di pori presenti a causa dell effettiva instabilità della roccia, la cui erodibilità, tra l altro, è da considerarsi elevatissima. Tutto ciò concorre ad attribuire a questa roccia un grado di permeabilità piuttosto elevato, anche se inferiore rispetto alla corrispondente roccia incoerente. Infatti la stessa composizione calcarea del cemento crea una certa facilità di mobilitazione e di percolamento dell acqua per formazione di soluzioni calcaree. Il test HCl ha dato esito positivo solo sul cemento calcareo. Al tetto della Formazione a Bellerophon un contatto netto, ma non discordante, con l Orizzonte di Tesero ci fa entrare nella Formazione di Werfen, una successione sedimentaria di acque basse di depositi carbonatici, terrigeni e misti varicolori mediamente di m di spessore. Il sentiero che porta a Forcella di Venegia (2217 m.s.l.m.) consente, risalendo il versante nordest di Cima Valles o Venegia, di attraversare molti affioramenti di alcuni dei principali membri della formazione stessa (Membro di Mazzin, Orizzonte di Andraz, Membro di Siusi, Membro di Campil). (Fig. 2.21) Fig La Cima Valles o Venegia, in evidenza il contatto fra la Formazione a Bellerophon e la Formazione di Werfen. 38

7 Tab 2.5 Rilevamento litologico 5: marna. Marna (Formazione di Werfen) Coordinate GPS Lat. N Long. E m.s.l.m. Giacitura N30 W subverticale Fig Foto del campione litologico 5: marna. Roccia sedimentaria clastica o mista, calcareo-pelitica, formatasi per deposito marino o lacustre di materiale clastico che si è mescolato a prodotti di precipitazione chimica o a residui organogeni, creando una composizione definitiva data da calcite (CaCO 3 ) e minerali argillosi in proporzioni variabili tra loro con tracce di quarzo (SiO 2 ). Il campione, piuttosto ben conservato, di colore prevalentemente grigio scuro con sfumature tendenti al bruno, presenta granulometria da molto fine a finissima tipica delle argille, la cui abbondante presenza, in rapporto alla calcite, viene confermata dal test HCl che ha dato reazione debole (la roccia per questo può essere definita marna argillosa ). La densità è medio-alta; sono presenti stratificazioni laminari anche se poco visibili e comunque piuttosto fini e fitte, che tuttavia non pregiudicano una buona fissilità. Data la prevalente composizione argillosa della roccia, questa risulta decisamente poco permeabile, considerata inoltre la completa assenza a livello del campione di porosità e fratture se non per conseguenza diretta della buona fissilità. L erodibilità è elevata sempre come conseguenza dell abbondante presenza di argilla in rapporto alla calcite. 39

8 Tab 2.6 Rilevamento litologico 6: calcare marnoso grigio-verdastro. Calcare marnoso grigio-verdastro (Membro di Mazzin) Coordinate GPS Lat. N Long. E m.s.l.m. Giacitura N70 E50 S Fig Foto del campione litologico 6: calcare marnoso grigio-verdastro. Roccia sedimentaria organogena calcarea, formatasi per precipitazione chimica diretta per sovrasaturazione da soluzioni oppure per fissazione da parte di organismi oppure per compattazione di calcari di origine bioermale e biostromale durante la diagenesi con eliminazione dei resti fossili di piccole dimensioni ed eventuale conservazione di quelli di maggiori dimensioni, anche come impronte talora riempite da cristalli di calcite. È comune la sostituzione delle parti aragonitiche degli organismi con dolomite per effetto dell azione di acque marine circolanti (metasomatosi, dolomitizzazione). I due campioni prelevati, piuttosto alterati in corrispondenza delle superfici esposte, di colore prevalentemente grigio scuro il primo (indice della presenza di materia organica carboniosa) e grigio chiaro con sfumature tendenti al bruno-arancio (per presenza di ossidi di ferro) ed al grigio scuro il secondo, presentano granulometria da fine a molto fine (si parla infatti di calcare marnoso che conta quindi la presenza di una certa percentuale di argilla) e tessitura compatta. La densità è medio-alta. È ben osservabile, in particolare nel secondo campione, una fitta serie di fini stratificazioni laminari parallele. 40

9 La roccia è composta prevalentemente da calcite (CaCO 3 ), alla quale si aggiunge la presenza, come già sottolineato, di materiale organico carbonioso, argilla, dolomite [CaMg(CO 3 ) 2 ], H 2 S e ossidi di ferro. Data la compattezza della roccia, la porosità, per lo meno a livello del campione, risulta scarsa come pure la permeabilità. Tuttavia quest ultimo fattore può essere fortemente dipendente dagli estesi fenomeni carsici che possono subire questi calcari (fenomeni che contribuiscono poi a formare sulla superficie del calcare depositi di ossidi di ferro), anche se l erodibilità di tale roccia nel complesso risulta bassa. Da rilevare la possibile presenza di frattura concoide. Il test HCl ha dato esito positivo, con forte reazione su tutta la superficie del campione. Tab 2.7 Rilevamento litologico 7: arenaria. Arenaria (Orizzonte di Andraz) Coordinate GPS Lat. N Long. E m.s.l.m. e 2150 m.s.l.m. Giacitura EW50 S Fig Foto del campione litologico 7: arenaria. Roccia sedimentaria clastica (arenite coerente), formatasi per accumulo di materiale clastico (nel caso specifico derivante da erosione dei calcari neri del Werfen), trasportato da vento, acque fluviali e marine, che ha successivamente subìto diagenesi. 41

10 Il campione, ben conservato, di colore bruno-rossastro, presenta granulometria omogenea da fine a molto fine (i componenti rientrano nella classe dimensionale delle sabbie ; il cemento si stima abbia granulometria ancora più fine). La densità della roccia è media, mentre è rilevabile una fitta serie di fini laminazioni, in realtà poco visibili ad occhio nudo sul campione compatto, ma la cui presenza è dimostrata più che altro da rotture, scalfitture, perdite di materiale presenti proprio in corrispondenza di questi livelli che quindi conferiscono alla roccia stessa un punto di debolezza (l erodibilità è media). Questa tipologia di roccia di per sé è poco permeabile, tuttavia la formazione, soprattutto in superficie, di fratture longitudinali direttamente collegate alla fitta serie di laminazioni, può contribuire a portare porosità e permeabilità superficiali a livelli superiori allo standard (spesso si osserva una regolare diminuzione di grana dal basso verso l alto dello strato preso nel suo insieme). I granuli componenti la roccia possono essere essi stessi frammenti rocciosi, oppure singoli minerali: - quarzo (SiO 2 ) - feldspati - mica muscovite {KAl 2 [(OH,F) 2 AlSi 3 O 10 ]} (ben visibile ad occhio nudo in quanto brilla in contrasto a tutta la massa circostante) - calcite (CaCO 3 ) Il cemento può essere siliceo, calcitico, ematitico. Nel caso specifico il test HCl ha dato esito negativo, quindi è da escludere che il cemento stesso possa essere di calcite. Tab 2.8 Rilevamento litologico 8: arenaria. Arenaria (Membro di Campil) Coordinate GPS Lat. N Long. E m.s.l.m. Giacitura EW20 S Fig Foto del campione litologico 8: arenaria. 42

11 Vale in generale quanto detto per il campione 7. In particolare per questo campione: - laminazioni meno evidenti; - presenza di piccoli fossili di molluschi visibili; - il test HCl ha dato esito positivo, anche se con reazione debole. Ciò induce a credere che il cemento possa essere di calcite. Tab 2.9 Rilevamento litologico 9: calcare. Calcare (Membro di Siusi) Coordinate GPS Lat. N Long. E m.s.l.m. Giacitura N30 E60 E Fig Foto del campione litologico 9: calcare. Vale in generale quanto detto per il campione 6. In particolare per questo campione: - colore grigio con sfumature verdastre e bruno-arancio per presenza di H 2 S o ossidi di ferro (superfici esposte alterate); - riscontrabili minerali a granulometria leggermente maggiore rispetto a quella della massa cristallina loro circostante; - stratificazioni poco evidenti, quasi assenti. 43

12 Tab 2.10 Rilevamento litologico 10: arenaria. Arenaria (Membro di Campil) Coordinate GPS Lat. N e Long. E m.s.l.m. e 2175 m.s.l.m. Giacitura N40 E40 S e N50 E60 E e N30 E60 E Fig Foto del campione litologico 10: arenaria. Vale in generale quanto detto per il campione 7. In particolare per questo campione: - fitta serie di laminazioni parallele visibili ad occhio nudo sul campione compatto; - il test HCl ha dato esito positivo solo su un lato del campione, il che fa credere che qui sia presente un deposito superficiale di calcite e che il cemento stesso del campione non sia invece calcitico. 44

13 Tab 2.11 Rilevamento litologico 11: arenaria. Arenaria (Membro di Campil) Coordinate GPS Lat. N Long. E m.s.l.m. Giacitura N50 E40 E Fig Foto del campione litologico 11: arenaria. Vale in generale quanto detto per il campione 7. In particolare per questo campione: - fitta serie di laminazioni parallele visibili ad occhio nudo sul campione compatto. In particolare si rilevano, in corrispondenza di alcune di queste stratificazioni laminari, delle fratture perfettamente longitudinali e parallele che incidono sulla stabilità strutturale del campione stesso; - una delle due superfici del campione conta la presenta di ripples; - il test HCl ha dato esito negativo, quindi è da escludere che il cemento possa essere calcitico. 45

14 Superata la Forcella di Venegia l escursione procede senza importanti dislivelli verso Cima Venegiota (2401 m.s.l.m.), che verrà aggirata dal versante sud. Una volta superato un piccolo laghetto glaciale, incontriamo quello che viene considerato il limite superiore transizionale tra la Formazione di Werfen e la Dolomia del Serla Inferiore. Vistosi affioramenti di rocce vulcaniche effusive testimoniano poi l intensa attività vulcanica e tettonica della fine del Ladinico. Tab 2.12 Rilevamento litologico 12: dolomia calcarea del Serla. Dolomia calcarea del Serla Coordinate GPS Lat. N Long. E m.s.l.m. Giacitura - Fig Foto del campione litologico 12: dolomia calcarea del Serla. Roccia sedimentaria organogena, formatasi direttamente per precipitazione da acque marine in ambiente di piattaforma (dolomie primarie, evento molto raro), oppure per metasomatosi, durante la diagenesi di aragonite, ad opera del magnesio disciolto nelle acque marine e nelle lagune salmastre (dolomitizzazione). Il campione, piuttosto alterato sulle superfici esposte, è di colore grigio chiaro con varie sfumature biancastre a volte tendenti al beige-nerastro soprattutto in corrispondenza delle zone alterate (incrostazioni di origine vegetale; effetto carsico). La densità è medio-alta, la 46

15 granulometria piuttosto omogenea da fine a molto fine. La struttura è compatta e massiccia, a parte la presenza di locali elementi vacuolari all interno dei quali è rilevabile la presenza di cristalli di dimensioni maggiori rispetto alla grana della massa di fondo circostante. I componenti principali della roccia sono dolomite [CaMg(CO 3 ) 2 ] e calcite (CaCO 3 ), con predominanza della prima in quanto il test HCl ha dato si esito positivo, ma con reazione così debole da non essere visibile ma solo udibile all orecchio. In tracce possono essere presenti argilla e quarzo (SiO 2 ). E assente ogni tipo di stratificazione. La porosità è bassissima o nulla; la permeabilità, scarsa, può essere rilevante solo per fenomeni di carsismo e fessurazione tettonica. Bassa risulta l erodibilità. Tab 2.13 Rilevamento litologico 13: basalto. Basalto Coordinate GPS Lat. N Long. E m.s.l.m. Giacitura N10 W30 S Fig Foto del campione litologico 13: basalto. Roccia magmatica effusiva a chimismo basico di filone, presente in regioni di notevole attività tettonica e vulcanica e spesso in associazione con andesiti. Il campione, di colore prevalente grigio scuro e densità medio-alta, è decisamente alterato in corrispondenza delle superfici esposte, che risultano di colore bruno-rossastro con sfumature variabili anche tendenti al giallo-arancio (formazione di ossidi di ferro per ossidazione di 47

16 pirosseni) se non quasi completamente ricoperte da licheni ed incrostazioni di origine vegetale. Presenta struttura olocristallina a grana generalmente fine, ma con cristalli visibili di plagioclasio e pirosseno. I componenti essenziali della roccia sono: - plagioclasio (anortite {Ca[Al 2 Si 2 O 8 ]} > 50%) - pirosseni [(Mg,Fe,Ca,Al)SiO 3 ] Sono assenti stratificazioni e fratture. La roccia è molto compatta, di per sé impermeabile, quindi porosità e permeabilità primaria e secondaria a livello del campione (se non per fessurazione colonnare che può coinvolgere volumi rocciosi più estesi) risultano scarse. L erodibilità è bassissima. Il test HCl ha dato esito negativo. Tab 2.14 Rilevamento litologico 14: andesite. Andesite (filone vulcanico) Coordinate GPS Lat. N Long. E m.s.l.m. Giacitura N50 E subverticale Fig Foto del campione litologico 14: andesite. Il campione, di colore grigio scuro-verdastro, ha densità elevata. Le superfici esposte sono profondamente alterate sia dal punto di vista fisico (angoli e lati piuttosto smussati) che dal punto di vista chimico, date le evidenti e variabili sfumature bruno-nerastre, a volte tendenti al giallo- 48

17 arancio (deposito di ossidi di ferro per ossidazione di pirosseni). Abbondante la presenza esterna di licheni ed incrostazioni di origine vegetale. La struttura della roccia è olocristallina porfirica per la presenza di evidenti fenocristalli prevalentemente di anfiboli e pirosseni immersi in una massa di fondo olocristallina a grana molto fine. Sono assenti fratture e stratificazioni. La roccia è impermeabile, compatta, quindi porosità e permeabilità primaria e secondaria a livello del campione sono scarse. L erodibilità è bassissima. Tab 2.15 Rilevamento litologico 15: andesite brucione. Andesite brucione Coordinate GPS Lat. N Long. E m.s.l.m. Giacitura - Fig Foto del campione litologico 15: andesite brucione. Il campione, di colore verdastro con sfumature tendenti al grigio scuro e densità medio-alta, si presenta con superfici esterne esposte pesantemente alterate dal punto di vista chimico nella loro totalità (la raccolta è avvenuta da falda di detrito): l elevato contenuto di pirite (FeS 2 ) della roccia è da ritenersi direttamente collegato al fenomeno delle acque acide di miniera con formazione di acido solforico (H 2 SO 4 ) e Fe 3+ che hanno rispettivamente alterato la superficie e formato un deposito di ferro ed ossidi dal colore bruno-rossastro. 49

18 La struttura della roccia è compatta, massiccia, olocristallina a grana fine. Sono assenti stratificazioni e fratture a livello del campione; la roccia è impermeabile, porosità e permeabilità sono molto basse. Bassissima l erodibilità. Il test HCl ha dato esito negativo. Tab 2.16 Rilevamento litologico 16: porfirite. Porfirite Coordinate GPS Lat. N Long. E m.s.l.m. Giacitura - Fig Foto del campione litologico 16: porfirite. Roccia magmatica ipoabissale a chimismo intermedio (sottosatura in silice), formatasi come parte di un filone vulcanico: i cristalli iniziano a svilupparsi al di sotto della superficie terrestre, ma prima che questi crescano notevolmente di dimensione, un eruzione vulcanica li trascina in superficie insieme alla lava, che si raffredda velocemente, cosicché i cristalli stessi risultano immersi in una matrice a grana fine. Il campione, di colore prevalentemente grigio scuro e densità medio-alta, presenta superfici esposte decisamente alterate, caratterizzate da sfumature variabili bruno-rossastre, a volte tendenti all arancio (depositi di ossidi di ferro per alterazione di pirosseni). La struttura, piuttosto complessa ed eterogenea, è olocristallina porfirica con fenocristalli di dimensione molto 50

19 variabile, prevalentemente di plagioclasio, biotite {K(Mg,Fe,Mn) 3 [(OH,F) 2 AlSi 3 O 10 ]}, anfiboli [(Mg,Fe,Ca,Na)Si 8 O 22 (OH) 2 ], pirosseni [(Mg,Fe,Ca,Al)SiO 3 ], feldspatoidi (analcime, Na[AlSi 2 O 6 ] H 2 O, o heulandite, riconoscibili perché di colore rossastro), immersi in una pasta di fondo cristallina a grana molto fine. Sono assenti fratture e stratificazioni a livello del campione; la roccia è impermeabile, abbastanza compatta anche se ruvida al tatto; porosità e permeabilità primaria sono molto basse. L erodibilità è bassissima. La meta finale della nostra escursione è il Passo di Venegiota (2303 m.s.l.m.), una sella interposta tra Cima Venegiota e le imponenti pareti nord-occidentali di dolomia del Monte Mulaz (2906 m.s.l.m.). Siamo qui in corrispondenza del punto geologicamente più elevato da noi raggiunto in questo viaggio attraverso la successione stratigrafica delle Dolomiti. La Dolomia dello Sciliar, qui magnificamente rappresentata, va a costituire quelle che sono tra le più famose scogliere dolomitiche, tra cui le Pale di S. Martino, di cui il Monte Mulaz costituisce proprio il limite settentrionale. Tab 2.17 Rilevamento litologico 17: dolomia dello Sciliar. Dolomia dello Sciliar Coordinate GPS Lat. N Long. E m.s.l.m. Giacitura - Fig Foto del campione litologico 17: dolomia dello Sciliar. 51

20 Dal punto di vista genetico vale quanto detto per la Dolomia Calcarea del Serla. Il campione, di colore prevalentemente biancastro, risulta decisamente alterato sulle superfici esposte, che si presentano invece bruno-grigiastre con sfumature variabili tendenti al beigegiallognolo (la roccia, raccolta da una falda di detrito alla base del massiccio del monte Mulaz, ha sicuramente subìto l azione degli agenti atmosferici, oltrechè di fenomeni carsici; sono presenti pure incrostazioni di origine vegetale e residui di muschi). L esistenza ulteriore di sfumature arancio-rosate (fenomeno dell enrosadira, termine ladino che significa diventare di colore rosa ) è dovuta a sostituzione di Mg con Fe a livello di ppm. La densità è medio-alta, mentre la granulometria è più eterogenea, comunque medio-fine. La struttura massiccia conta la presenza locale di elementi vacuolari. Il componente essenziale della roccia è la dolomite [CaMg(CO 3 ) 2 ], mentre non sembra essere presente calcite (CaCO 3 ) in quanto il test HCl ha dato esito negativo; possibile la presenza in tracce di quarzo (SiO 2 ) e argille. Sono assenti stratificazioni, come tipico per questo litotipo. La porosità risulta bassissima o nulla, mentre la permeabilità, scarsa, può essere incrementata per effetto di fenomeni carsici e di fessurazione tettonica (da rilevare, nelle vicinanze del sito di campionamento, il fenomeno dei campi carreggiati). L erodibilità è bassa. Si è gia evidenziato come, alla fine del Ladinico, l intera area dolomitica fu sconvolta da importanti fenomeni vulcanici e tettonici. Venne creata una serie di faglie e fratture che sovente ospitò intrusioni filoniane di magmi basici (camini vulcanici). Queste rocce, generalmente nerastre, risaltano sulle dolomie (maggiormente coinvolta da questo fenomeno fu la formazione della Dolomia dello Sciliar) ed essendo molto più facilmente erodibili delle stesse dolomie incassanti, danno luogo a canaloni molto appariscenti (Monte Mulaz). (Fig. 2.34) Fig Foto delle pareti nord-occidentali del Monte Mulaz con i camini vulcanici di intrusioni filoniane 52

21 Una volta percorso a ritroso il sentiero fino al Passo Valles, sono stati prelevati dei campioni da due affioramenti posti lungo la strada locale n o 25, a poche decine di metri dal valico. Si tratta dei porfidi quarziferi e delle Arenarie di Val Gardena, le due formazioni geneticamente più antiche che abbiamo potuto osservare durante la nostra escursione, in quanto si trovano alla base dell intera successione stratigrafica dolomitica. Le Arenarie di Val Gardena costituiscono una successione di red beds continentali di arenarie grossolane, di composizione quarzoso-micacea, e peliti di colore rosso e grigio (litareniti feldspatiche e arcose litiche) mediamente di m di spessore. La formazione poggia in discordanza su vulcaniti atesine (Dolomiti occidentali) oppure sul basamento cristallino (Dolomiti centro-orientali). Tab 2.18 Rilevamento litologico 18: arenaria di Val Gardena. Arenaria di Val Gardena Coordinate GPS m.s.l.m. Giacitura EW20 S Fig Foto del campione litologico 18: arenaria di Val gardena. Vale in generale quanto detto per il campione 7. In particolare per questo campione: 53

22 - roccia formatasi per accumulo e diagenesi di materiale derivante da degradazione meteorica dei porfidi quarziferi in ambiente continentale, quindi composta prevalentemente da quarzo (SiO 2 ), feldspati alcalini più o meno alterati, biotite {K(Mg,Fe,Mn) 3 [(OH,F) 2 AlSi 3 O 10 ]}, frammenti litici (spesso di origine vulcanica); - primo campione colore bruno-rossastro, leggermente alterato per presenza sulle superfici laterali di ossidi di ferro in tracce; una delle due superfici maggiori risulta chiaramente essere stata esposta ad agenti meteorici (colore notevolmente più scuro); granulometria leggermente più grossolana di quanto descritto per il campione 11, comunque piuttosto omogenea a parte la presenza di una piccola percentuale di minerali o clasti a granulometria superiore visibili ad occhio nudo. Laminazioni fini e fitte presenti, anche se poco visibili; - secondo campione colore grigio chiaro-beige, piuttosto ben conservato ma con angoli e lati alquanto smussati ed arrotondati (è stato raccolto come detrito); granulometria maggiore di quanto descritto per il campione 11, piuttosto omogenea. Il campione al tatto si presenta decisamente ruvido. Laminazioni poco visibili, quasi assenti. Il colore, molto chiaro rispetto allo standard tipico per questa tipologia di roccia, è legato alla possibilità che il cemento non sia prevalentemente ematitico; - per entrambi i campioni il test HCl ha dato esito negativo, quindi è da escludere che il cemento possa essere calcitico. Tab 2.19 Rilevamento litologico 19: porfido quarzifero. Porfido quarzifero Coordinate GPS m.s.l.m. Giacitura - Fig Foto del campione litologico 19: porfido quarzifero. 54

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