Regione PIEMONTE dati sulla presenza di migranti
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- Alberto Vinci
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1 Regione PIEMONTE dati sulla presenza di migranti Gli stranieri residenti al 1 gennaio 2015 ammontano a (di cui UE ed extra-ue ), registrando una lieve diminuzione rispetto all anno precedente (-75 individui). Incidono, per l 8,5% sulla totalità degli stranieri residenti in Italia, con un lieve calo rispetto al L incidenza percentuale sul totale della popolazione residente in Piemonte si mantiene invece stabile, attestandosi al 9,6%. Gli stranieri sono concentrati, prevalentemente, nella Città Metropolitana di Torino (oltre la metà, 52,4%), cui seguono le province di Cuneo (14,3%), Alessandria (10,6%), Novara (8,8%), Asti (5,9%), Vercelli (3,3%), Biella (2,5%) e Verbano-Cusio-Ossola (2,3%). Se si considera invece l incidenza percentuale della popolazione straniera sul totale della popolazione residente a livello provinciale, al 1 posto troviamo Asti (11,5%), seguita da Alessandria (10,4%), Cuneo (10,3%), Novara (10,1%), Torino (9,7%), Vercelli (8%), VCO (6,1%), e infine Biella (5,8%). Tra le nazionalità più rappresentate la Romania è al primo posto ( presenze, di cui il 68% solo sul territorio della Città Metropolitana di Torino), seguita da Marocco (60.384) e Albania (46.339). I cittadini non comunitari regolarmente presenti in Piemonte alla data del 1 gennaio 2015 ammontano a , con un incremento di unità rispetto all anno precedente. Rappresentano il 7,1% della totalità dei cittadini non comunitari regolarmente presenti in Italia. Anche per questa popolazione la distribuzione su base provinciale conferma il primato della Città Metropolitana di Torino, con il 45,5% delle presenze, seguita da Cuneo (16,5%), Novara (11,9%), Alessandria (10,5%), Asti (5,7%), Vercelli (3,8%), Biella (3,1%) e VCO (2,9%). Se però si considera l incidenza percentuale della popolazione non comunitaria regolarmente presente sulla popolazione complessiva a livello provinciale, il primato è della provincia di Novara (con un incidenza del 9%), seguita da Cuneo (7,8%), Asti (7,3%), Alessandria (6,8%), Vercelli (6,1%), e infine Torino (5,6%), Verbano-Cusio- Ossola (5,1%) e Biella (4,9%). La popolazione femminile rappresenta il 50,09%, mentre i minorenni (71.905) rappresentano il 25,61% della popolazione non comunitaria e registrano un incremento del 14,24% rispetto all anno precedente. Significativa anche la classe di età anni ( individui), distribuita in modo equilibrato tra maschi e femmine. Circa il 58% dei cittadini non comunitari risulta, inoltre, celibe/nubile. La comunità più numerosa, in linea con il dato degli stranieri residenti, è quella marocchina ( cittadini), che incide per il 25,3% sul totale dei non comunitari; seguono quella albanese (16,7%) e quella cinese (7,7%). Le principali nazionalità caratterizzate da una maggiore incidenza di popolazione di genere femminile sono quella ucraina (79,7%), russa (79,2%) e brasiliana (71,7%), mentre le comunità bangladese, pakistana e senegalese sono connotate da un elevata presenza maschile (tra il 71% e 73% circa). In generale, la maggioranza dei non comunitari presenti in Piemonte proviene dall Africa (41%) - principalmente dall Africa Settentrionale - e dall Europa Centro-Orientale (30%); il 16% proviene dal continente asiatico e il restante 12% dall America centro-meridionale. Tra i regolarmente soggiornanti, il 56,4% è titolare di un permesso di lungo soggiorno o per familiare di cittadino UE residente in Italia, mentre il 43,6% ha un permesso a scadenza, le cui tipologie più frequenti sono lavoro (con un incidenza del 46,8%) e famiglia (39,1%). La presenza per motivi di studio resta stabile, confermandosi al 5%, mentre quella per motivi di asilo/umanitari sale al 6,6% (5% nel 2014). Nell ultimo quadriennio rilevabile ( ), gli ingressi di cittadini non comunitari sono diminuiti di unità, attestandosi nel 2014 a , il dato più basso se si considerano gli ingressi annuali dal 2007, mentre il picco più alto si è registrato nel 2010 ( ingressi). Nell anno 2014, gli ingressi hanno riguardato in prevalenza cittadini marocchini (di cui il 53,6% donne), albanesi e cinesi, e sono stati perlopiù dovuti a motivi di famiglia. Complessivamente, i motivi di famiglia hanno riguardato il 48% degli ingressi, mentre i motivi di lavoro il 16%. I permessi di soggiorno rilasciati sono stati principalmente di durata oltre i 12 mesi (49%), seguiti da quelli di durata compresa tra 6 mesi e un anno (31%), e infine quelli di durata fino a 6 mesi (20%). 1
2 Minori e seconde generazioni Sono i nuovi nati stranieri residenti in Piemonte nel 2014 (il 20% circa delle nascite complessive in Regione), di cui non comunitari, il 9% di quelli nati in Italia. Rispetto all anno precedente si registra una variazione negativa del -2,9%. Nell anno scolastico 2013/2014, la componente straniera, scolari (dei quali il 55,5% nati in Italia), incide per l 12,7% sul totale degli scolari piemontesi. La ripartizione per livelli d istruzione vede i ragazzi stranieri distribuiti per il 22,6% nelle scuole dell infanzia, per il 35,2% nelle primarie, per il 20,4% nelle secondarie di I grado e per il 21,8% in quelle di II grado. Gli studenti non italiani sono originari, in prevalenza, della Romania (29,8%), del Marocco (20,4%) e dell Albania (13,9%). Nell anno accademico 2013/2014 gli studenti stranieri iscritti negli Atenei del Piemonte sono (il 12,8% degli stranieri iscritti nelle università italiane). Di essi, sono cittadini non comunitari (13% del totale nazionale) sono gli immatricolati nell ultimo anno accademico (654 di questi immatricolati al Politecnico di Torino). Sono i giovani NEET tra i 15 ed i 29 anni non comunitari che né studiano né lavorano, pari al 16,3% della popolazione complessiva NEET regionale ( ); i NEET non comunitari rappresentano il 39,1% della popolazione extracomunitaria compresa nella fascia di età (ben 14% in più rispetto a quello di coloro che sono di origine comunitaria, 25,9%), valore che si attesta al 21,2% rispetto al complessivo regionale e che si ferma al 19% per la componente italiana. Rispetto alla distribuzione di genere le ragazze non comunitarie NEET risultano prevalenti, 59%; fenomeno ancora più accentuato per la componente comunitaria, in cui l incidenza delle NEET è del 80,4%, mentre il dato regionale è equilibrato (51% femminile). Per quanto riguarda le coorti di età, i NEET non comunitari si concentrano prevalentemente in quella anni (11.890, il 57,5%); ugualmente avviene per i cittadini comunitari, per i quali la percentuale dei NEET 25-29enni sale al 71,7%. Mentre gli italiani NEET sono concentrati prevalentemente nella fascia anni (45,4%). Il mercato del lavoro Secondo i dati Istat (Rcfl, media annuale 2014), il tasso di occupazione della popolazione non comunitaria (15-64 anni) è il 49,1%; un valore di circa 13 punti percentuali inferiore a quello regionale complessivo (62,4%). Gli occupati non comunitari sono , di cui il 54,9% rappresentati da uomini, valore in linea con quello regionale, mentre per i comunitari il tasso è ancora più equilibrato (51,4% maschile). Il tasso di disoccupazione (15 anni e oltre) dei non comunitari è sensibilmente superiore a quello relativo al complesso regionale (25,4% a fronte dell 11,3%), più alto anche rispetto agli stranieri comunitari (17,5%). Il bacino degli inattivi stranieri (15 64 anni) è costituito da oltre 96mila individui, di cui non comunitari. Le persone in cerca (15 anni e oltre), infine, sono più di 51mila, se si considerano sia i cittadini non comunitari (18.526) sia quelli non comunitari (32.612). Rispetto al totale degli occupati, la coorte di età prevalente sia tra i cittadini comunitari che tra i non comunitari è anni (rispettivamente il 54,2% e il 56,6%). Tra gli occupati non comunitari la maggioranza possiede un titolo di istruzione secondaria di I grado (35,2%) o II grado (48,2%), mentre tra gli occupati comunitari prevale il titolo di istruzione secondaria di II grado (62,3%). Risultano senza alcun titolo di studio il 6,6% degli occupati non comunitari e il 5% di quelli comunitari, contro un dato regionale sensibilmente inferiore, 0,8%. Hanno un titolo di istruzione terziaria l 11,1% degli occupati non comunitari e il 13,6% di quelli comunitari, dove il dato regionale si attesta al 19%. Il settore di impiego prevalente tra gli occupati non comunitari è quello dei Servizi collettivi e personali (29,7%) (settore che prevale anche per gli occupati comunitari, 28,8%), seguito dall Industria in senso stretto (19%) e dalle Costruzioni (11,8%). Appartengono alla categoria professionale delle professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi il 35,5% dei cittadini non comunitari occupati, mentre svolgono professioni non qualificate il 34,9%. Gli artigiani, operai specializzati e agricoltori rappresentano il 24,3% degli occupati non comunitari; alla categoria professionale dei Dirigenti, professioni intellettuali e tecniche appartengono, infine, il 5,2% degli occupati non comunitari. 2
3 Sono il 27,5% i lavoratori dipendenti non comunitari che percepiscono un reddito mensile fino a 800 euro, mentre il 40,1% percepiscono un reddito compreso tra gli 801 e 1200 euro. I dati per gli occupati comunitari sono sostanzialmente in linea. Interessante notare come solamente il 2,9% dei non comunitari e il 6,8% dei comunitari percepisca oltre i 1600 euro mensili, a fronte di un 15,3% del complessivo regionale dei lavoratori. Sono , nel 2013, secondo i dati Inps, i lavoratori dipendenti non comunitari (per il 66,3% uomini), di cui sono a tempo indeterminato, pari al 6% della categoria in regione; nel 2014, secondo i dati provvisori dell Inps, tra i lavoratori dipendenti non comunitari (che sono arrivati a ) quelli a tempo indeterminato sono ossia sono il 6,2% del totale regionale. I lavoratori non comunitari a tempo determinato nel 2014 sono (dato provvisorio) comunque in aumento rispetto ai del Mentre, se nel 2013 tra i lavoratori domestici (il 40,0% del totale regionale) l 82,3% erano donne, nel 2014 i lavoratori domestici sono , di cui l 85,1% donne, pari al 38,9%% della categoria regionale. Dai dati delle Comunicazioni Obbligatorie si rileva che, nel corso del 2014, i rapporti di lavoro attivati per cittadini non comunitari sono stati (il 12,4% di quelli attivati nel territorio regionale), di cui il 51,2% nel settore dei Servizi, il 27,3% nell Agricoltura e il 16% in quello dell Industria (4.807 nell industria in senso stretto e nelle Costruzioni); mentre tra i comunitari il 49,6% dei lavori attivati riguardano i Servizi e il 17,3% l industria (3.343 nell industria in senso stretto e nelle Costruzioni), mentre le attivazioni nel settore dell Agricoltura sono il 30,3%. Sono le attivazioni per contratti a tempo indeterminato (il 34,8%) tra i non comunitari, mentre i rapporti di lavoro a tempo determinato rappresentano il 57,8%. I rapporti di lavoro cessati nel 2014 per i lavoratori non comunitari sono leggermente inferiori alle attivazioni: , di cui il 56,6% nel settore dei Servizi. I titolari di imprese individuali nel 2014 nati in un paese straniero, secondo i dati Unioncamere- Infocamere, all'interno della Regione sono , di cui non comunitari (erano nel 2013 di cui non comunitari), pari allo 12,9% sul totale regionale degli imprenditori; mentre incide per il 7,9% il numero di imprenditori stranieri nel territorio del Piemonte sul totale di quelli stranieri presenti sul territorio nazionale. Per quanto riguarda il lavoro stagionale, dal 2010 si registra una contrazione del numero di quote assegnate (dalle del 2010, alle del 2013); i nulla osta rilasciati nel 2013, sebbene diminuiscano di unità, rispetto al 2010 vedono aumentare il loro valore percentuale sul totale delle quote assegnate, passando dal 47% del 2010 al 61% di quelle assegnate nel Nell ambito del decreto flussi stagionali del sono state presentate 108 richieste per nulla osta stagionale pluriennale: 38 sono i nulla osta rilasciati, come i relativi contratti di soggiorno sottoscritti con contestuale richiesta del pds. Con riferimento alle 325 quote che il DPCM 16 ottobre 2012 ha riservato alla regione Piemonte per la conversione dei permessi di soggiorno rilasciati per lavoro stagionale in permessi di soggiorno per lavoro subordinato, si rileva che le domande pervenute ammontano, al 15 ottobre 2013, a 295, i pareri rilasciati sono 277 e 229 le richieste di permesso di soggiorno. I lavoratori dipendenti stagionali, secondo i dati Inps, sono passati da nel corso del 2013 a nel 2014, di cui 958 sono donne. Infine, relativamente alla procedura di emersione (anno 2012), su domande presentate in Piemonte, il 54% sono pervenute dalla provincia di Torino, il 15,2% da quella Novara, seguono Alessandria con il 9,9%, Cuneo (9,3%), Asti (3,5%), VCO (3,4%), Vercelli (2,9%) e, infine, Biella con l 1,4%. L 85% delle domande di emersione in Piemonte hanno riguardato il settore domestico. Il sistema di welfare Nel 2013, secondo i dati Inps, i beneficiari non comunitari di cassa integrazione guadagni ordinaria (CIGO) sono stati 6.111, pari all 8,1% dei beneficiari nella Regione e allo 0,8% del totale dei beneficiari in Italia. Solo 362 sono le beneficiarie donne. Per quanto riguarda la cassa integrazione straordinaria (CIGS), nel corso del 2013, sono i beneficiari non comunitari (869 donne), pari al 5,9% del totale regionale, allo 0,6% del totale nazionale. 1 1 Mentre per il 2014, secondo i dati provvisori dell Inps, i beneficiari non comunitari di cassa integrazione guadagni ordinaria (CIGO) sono 4.573, pari al 8,9% dei beneficiari nella Regione, all 1% del totale nazionale. Per quanto 3
4 I beneficiari di indennità di mobilità sono stati, nel 2014, 1.300, in maggioranza uomini (88,3%), e rappresentano il 4,4% del totale regionale (erano il 4,7% nel 2013). Nel 2013 sono stati coloro che hanno percepito la disoccupazione ordinaria (il 17,3% dei beneficiari complessivi in Piemonte e il 6,8% sul totale nazionale dei non comunitari) 2 ; mentre i beneficiari di ASPI nel 2013 sono stati 7.774, rappresentando il 14,4% del totale dei beneficiari regionali; nel 2014 hanno beneficiato dell ASPI ben lavoratori (nonostante i dati Inps siano ancora provvisori), con una leggera prevalenza di genere femminile (52,5%), con una incidenza del 15,2% sul totale dei beneficiari regionali. I beneficiari non comunitari di Mini Aspi nel 2013 sono stati (15,1% del totale regionale), mentre secondo i dati provvisori Inps del 2014, i beneficiari risultano essere (15,1% del totale regionale), equamente distribuiti tra uomini e donne. La disoccupazione agricola (dato 2013) riguarda persone, in prevalenza uomini (73%), con una incidenza del 39,8% sul totale dei beneficiari regionali. Erano nel Nel corso del 2013 le pensioni IVS (invalidità, vecchiaia e superstiti) percepite da cittadini non comunitari sono state (erano nel 2012), mentre nel 2014 sono salite a 2.197, di cui il 66,1% a donne e pesano per lo 0,17% sul totale regionale. Tra il 2012 ed il 2014 le pensioni assistenziali erogate a favore di cittadini non comunitari sono gradatamente aumentate, passando da (nel 2012), a (nel 2013), a (2014). Al 2014 le pensioni assistenziali per cittadini non comunitari rappresentano il 2,2% sul totale regionale. Il numero di beneficiari di indennità di maternità, nel 2014, è pari a (8,8% sul totale regionale), quello di beneficiari di congedo parentale a (per il 82,7% donne), pari al 5,1% del totale regionale. Tra il 2012 ed il 2014 il numero di lavoratori non comunitari (prevalentemente maschi) che ha beneficiato di assegni al nucleo familiare è rimasto prevalentemente costante, passando dai (annualità 2012) ai del 2013, fino ai nel Percorsi di integrazione Secondo il censimento 2011, su cittadinanze italiane acquisite in Piemonte, sono state acquisite da cittadini non comunitari. Per il 34% si tratta di cittadini di origine africana, per il 33,7% di persone provenienti dal continente americano, per il 22,3% di europei non comunitari e per il 9,3% di cittadini di origine asiatica. Sono le cittadinanze acquisite nella sola annualità 2012 (l 11,2% sul totale nazionale), ottenute in ugual misura per motivi di residenza o per matrimonio. Il 40,5% di questi al momento di ottenere la cittadinanza aveva un età uguale o superiore a 40 anni. Sono i matrimoni misti rilevati in Piemonte nel 2014, in prevalenza con la sposa straniera (per il 59%, di cui proveniente dalla Romania il 22,4%); il 23% sono matrimoni con entrambi i coniugi stranieri e il 17,7%, infine, matrimoni con sposo straniero (per il 31,6% originario del Marocco). Secondo i dati della Banca d Italia, le rimesse inviate dal Piemonte con destinazione oltre lo spazio europeo, dal 2011 al 2013 hanno subito una riduzione, passando da 229 milioni nel 2011 a 203 milioni nel Nel 2014 le rimesse sono tornate a salire, attestandosi a 211 milioni di euro, il 5% del totale nazionale. Il 13,2% delle rimesse sono state inviate in Marocco. La spesa sostenuta dalla Regione Piemonte per interventi e servizi sociali a favore di cittadini immigrati e nomadi nel periodo si è ridotta, passando da a di euro. Le associazioni straniere presenti in Piemonte sono 212 (il 10% del totale sul territorio nazionale). L 8,5% delle associazioni è costituito da cittadini albanesi, mentre risultano il 7% quelle marocchine. Molto rilevante anche il numero delle associazioni pluricomunitarie, 24,5%. riguarda la cassa integrazione straordinaria (CIGS), nel corso del 2014, sono i beneficiari non comunitari (669 donne), pari al 5,7% del totale regionale, allo 0,6% del totale nazionale. 2 I dati provvisori forniti dall Inps per il 2014 relativi alla disoccupazione ordinaria hanno una dimensione residuale a seguito dell introduzione dei nuovi ammortizzatori sociali. 4
5 Nelle cartine seguenti è possibile visualizzare il dato relativo alla presenza di residenti non comunitari su base comunale (in valori assoluti e in valori % rispetto alla popolazione residente) 5
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