COMMERCIO EQUO SOLIDALE. Federica Bellucci Gaia Groppi Giulia Salma Antonio Tredicino

Transcript

1 COMMERCIO EQUO SOLIDALE Federica Bellucci Gaia Groppi Giulia Salma Antonio Tredicino

2 La storia del fair trade 1960 _ la Oxfam in Gran Bretagna e la Fair Trade Organisatie in Olanda introdussero il Commercio Equo in Europa, iniziando la vendita di manufatti e alimentari (quasi esclusivamente zucchero integrale di canna) _ in Europa le Botteghe del Mondo o World Shops non si costituirono solo come punti di vendita, ma anche come associazioni attive nella diffusione di una nuova consapevolezza nei consumatori _ un prete che lavorava con piccoli proprietari terrieri e coltivatori di caffè in Messico e che collaborava con una Ong cattolica olandese, concepì l idea di un marchio ( label ) per il Commercio Equo. I prodotti comprati, commerciati e venduti nel rispetto delle condizioni del Commercio Equo, sarebbero stati certificati con un marchio che li avrebbe differenziati dai prodotti comuni _ venne creata la Fairtrade Labelling International (FLO), l associazione mondiale di marchio per il Commercio Equo. Oggi FLO è responsabile di stabilire gli standard di commercio equo internazionale, di certificare e verificare la produzione e il commercio in accordo con tali standard, e di porre il marchio sui prodotti. Oggi _ sono 3000 le organizzazioni che hanno le loro strutture in più di 60 Paesi nel Sud del mondo i cui prodotti sono venduti in migliaia di Botteghe del Mondo (o Fair Trade Shops), in supermercati e in molti altri punti vendita.

3 I prodotti equo Inizialmente le organizzazioni di Commercio Equo trattavano più che altro con produttori di artigianato, soprattutto per i contatti instaurati dai missionari. Spesso l artigianato costituisce un reddito supplementare per le famiglie ed è di fondamentale importanza soprattutto per le donne, che hanno poche opportunità di lavoro. Oggi, a distanza di 30 anni, il caffè equo è diventato un concetto. Centinaia di migliaia di coltivatori di caffè hanno già tratto benefici dal Commercio Equo in questo settore, e in Europa si consuma sempre più caffè equo. Attualmente il 25-50% del fatturato delle organizzazioni di Commercio Equo deriva da questo prodotto. Dopo il caffè, la gamma di prodotti alimentari si è espansa fino a includere tè, cacao, zucchero, vino, succhi di frutta, noci, spezie, 33, ecc. OBIETTIVO: Trade not Aid = stabilire relazioni commerciali con i Paesi del Sud del mondo, invece di appropriarsi delle loro risorse e far giungere ad essi una piccola parte di benefici sotto forma di aiuti per lo sviluppo.

4 PUNTI DI FORZA Costruzione di relazioni commerciali a lungo periodo tra produttori e importatori Assistenza finanziaria e tecnica ai produttori Prezzo equo concordato dal produttore e dall importatore in modo da vendere direttamente al cliente finale i prodotti, eliminando qualsiasi catena di intermediari Piena dignità lavorativa in un ambiente di lavoro salubre Sostegno ai piccoli produttori locali in contrasto al monopolio dei local moneylanders che praticano condizioni usurarie Sostenibilità ambientale: i processi produttivi sono a basso impatto ambientale Introiti destinati a investimenti per la produzione di beni pubblici locali di rilevante impatto sociale (es. scuole, ospedali, investimento nella formazione lavoro, ecc.) con effetti positivi su inclusione e sviluppo locale Trasparenza circa la destinazione di ogni componente del prezzo pagato dal consumatore per il prodotto

5 L'Economia Solidale può essere la soluzione a problemi: ECONOMICI _ contrastando la disoccupazione, garantendo più posti di lavoro, meglio retribuiti, più sicuri e dignitosi; economia alternativa concreta ai tanti piccoli produttori del Sud del mondo. AMBIENTALI _ promuovendo il modello produttivo dell'agricoltura biologica e biodinamica e dell'allevamento non intensivo, con minor uso di sostanze nocive; mentre per il settore secondario, preferendo l'artigianato alla produzione industriale in modo tale da ridurre fortemente l'inquinamento. SOCIALI _ considerando che dietro ogni prodotto c'è il volto umano di chi lo ha realizzato, delle persone svantaggiate degli anziani; la comunità, diventata più ricca, può finanziare e migliorare il settore dei servizi, dall istruzione alla sanità.

6 SVANTAGGI ONG Non trasparenza fondi Casi di mala gestione dei fondi Compromessi per poter lavorare con tutte le parti presenti in campo Dipendenza dai finanziatori Mancato distaccamento politico Eventuale non legittimazione negli interventi su una determinata questione a nome della società civile

7 SVANTAGGI BIOECONOMIA La bioeconomia invita ad una messa in discussione delle principali istituzioni socio-economiche, al fine di renderle compatibili con la sostenibilità ecologica Non vi è alcuna prova della possibilità di separare la crescita economica dalla crescita del suo impatto ecologico "il bio" ha un costo più alto di un " non bio", il soggetto medio punta al risparmio