I QUESTORI NON LEGGONO POESIE D'AMORE
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- Clementina Abate
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1 I QUESTORI NON LEGGONO POESIE D'AMORE Allo specchio di prima mattina è un trauma alle volte. Quella faccia allentata, quelle borse sotto gli occhi. Fortuna che ha deciso da un po di tempo per una barbetta curata: molto di destra, avrebbe puntualizzato Camilla. Ma intanto, nasconde un poco lo scendere vertiginoso delle guance. Ed è quasi nera. Come i capelli, tutti al loro posto, per fortuna, folti e ricci, a fare un bel contrasto coi denti, quando si ricorda di sorridere. Il torace ancora ancora ma basta fare un passo indietro, che nello specchio si inquadri il punto vita si sono addensate tutte lì: ore e ore di riunioni, di fascicoli letti e studiati, di incontri al Ministero (oddio, soprattutto con il sottosegretario, che quel pallone gonfiato del Ministro mica perde tempo con i questori di provincia), le stramaledette conferenze stampa. Tutto in quella pancia incombente Eccoti qua, Osvaldo Bevilacqua, quarantacinque anni a maggio. Due divorzi, cinque figli e una carriera fulminante arenata in questa piccola città di crimini oscuri, da cui non sai come sganciarti, adesso. Per fortuna lo squillo del telefono interrompe il corso dei pensieri poco allegri. Cerca senza fretta il cordless nel disordine della stanza. Sarà certo il suo collaboratore, per le ultime istruzioni prima di partire per quella città balorda: ma come si fa a scegliere Napoli per un seminario? Tra l altro in inverno, con quel tempo terribile, i voli cancellati, le autostrade in tilt A Napoli, lui lo sa, tutto sarà più difficile: andare, venire, incontrarsi, rispettare gli orari. A Napoli poi vive Camilla non sia mai la incontrasse. Arrassusia, come direbbe lei, con quella buffa parola mezza greca, che la sapeva solo lei, anche se la spacciava per dialetto napoletano doc. Finalmente trova il telefono: era sulla scrivania, seminascosto dai libri e dai panni smessi. La donna di servizio, non è che brilli d efficienza Per la sorpresa quasi gli sfugge di mano. «Signor Ministro, mi trova sul punto di partire iniziativa interessante, sì, le sono grato per l opportunità offertami (ma come cazzo parlo con questo scemo, in burocratese peggio di lui) sì, capisco» Il Ministro è quasi euforico, parla a raffica: c è stato un altro delitto, potrebbe essere il killer delle belle donne, il modus operandi sembra analogo. «a Napoli, lei capisce, che combinazione fortunata (Ma come, fortunata? Ma che cazzo dice?) porta al collega le sue carte, in anteprima, ufficiosamente, mi spiego lei, che ha già il polso delle indagini, prende visione dei nuovi sviluppi sul posto, vi confrontate fuori dagli schemi burocratici» «Se capisco bene» «sinergie velocità trust di cervelli» «un suggerimento originale» «Le faccio anticipare via fax il poco che già risulta sul nuovo delitto. Va bene?» «Naturalmente, signor Ministro, eccellente intuizione investigativa, va benissimo» Che ci sarà sotto? Possibile che quella rogna si trasformi in una faccenda interessante? O magari è un bidone, che se le cose vanno bene il merito è del Ministro e se è un buco nell acqua è un iniziativa sua? Cerca di richiamare alla mente quel che sa del killer delle belle donne sacramentando sulle definizioni che s inventano i giornalisti. «Fantini? Ho i minuti contati, ascolti, chi si occupa di questo assassino delle donne? Bene voglio le fotocopie alla stazione insieme a un fax che mi mandano ora dal Ministero; il treno parte tra 20 minuti, accidenti, correte». Mentre la macchina di servizio lo porta alla stazione, lo sguardo si sofferma distratto sulle vie ancora poco trafficate. Qua e là facce note. Intravede Gianni, il postino, chino sul manubrio del ciclomotore, che pedala in salita che si sia giocato anche i soldi della benzina? Al ritorno, deve
2 decidere se chiedere al commissario di dargli un occhio, o parlarci lui personalmente, da buon concittadino. Hai visto mai, si cacciasse in qualche guaio con la sua mania del lotto Naturalmente alla stazione le carte ci sono: li ha fatti correre. E uno dei vantaggi del grado. Quando era commissario lui, non era di quelli impiegati a portare carte ai questori, anzi forse pure per questo la promozione sa di amaro. Non potevano negargliela, perché i successi nella lotta alla malavita non si potevano trascurare. Pure il mese in ospedale, con una pallottola a due centimetri dal cuore avrà pesato. Ma in quel buco dimenticato se le scorda le indagini frenetiche, le prime pagine Il posto prenotato è in un antiquato scompartimento di prima classe. Bene, li preferisce alle carrozze pullman. Tutti uno sull altro. Soprattutto nei viaggi lunghi è una noia, c è sempre qualcuno che dà fastidio. «E così lei studia giurisprudenza, vorrà fare il magistrato, immagino» Il ragazzo e lui si dividono equamente tutto lo spazio, almeno fino alla prossima fermata. Seppure salirà qualcuno... Strana scelta a quell età, viaggiare in prima. E alto e magro, vestito niente di speciale, coi capelli lunghissimi, annodati sul collo in una coda ordinata, gli occhiali senza montatura. Levandosi il giubbotto ha sfilato dalla tasca un libro piccolo, con la copertina bianca un po sciupata. «Ah, Trenitalia fa le offerte? Certo, allora accaparrarsi un posto in prima classe per pochi euro è stata una bella idea, almeno qua non soffriremo il freddo. Legga, legga pure, anche io vede e cosa ha lì, un libro di poesie, eh? Ah, che bella età». Lo lascia alla sua lettura: poesie, roba da matti, anche se anche lui all epoca cosa avrà, vent anni? Inforca gli occhiali e comincia a sfogliare le copie che gli hanno recapitato in una cartellina anonima. Sanno come la pensa, gli piace viaggiare in incognito, niente contrassegni ufficiali, per carità. Cinque donne ammazzate in cinque regioni diverse tra il nord e il centro Italia. L ultima, fino a ieri, a Roma. Simile il modus operandi: il corpo bruciato, abbandonato in aperta campagna o in una discarica. Che le vittime siano state tutte belle donne è vero: lo deve ammettere guardando le foto. Le foto di prima, perché il dopo di mattina presto è una cosa da dare il voltastomaco anche a lui. Quando si trovano quei cadaveri di solito non si può dire se erano giovani o vecchie o belle o brutte, nemmeno che erano donne, per la verità. A volte c è un gioiello semifuso, un lembo di tessuto da confrontare con le descrizioni delle scomparse. Il questore ha abbandonato le carte in grembo e le accartoccia distrattamente, lo sguardo fisso: forse pensa ai casi suoi, ma con un cipiglio che ha già messo a disagio molta gente. «Sono belle sa? Poesie spagnole, le conosce?» Ma che fa o guaglione, vuole chiacchierare? Che diavolo, ho la faccia di uno che legge poesia? Con fastidio si concentra sull interlocutore. Si rende conto che il treno è immobile, e ci si vede pochissimo: la copertina la intravede appena «Siamo fermi da mezz ora, non se n era accorto?» Il ragazzo sembra rispondere alla sua occhiata perplessa alle lampade spente, al finestrino appannato, che inquadra un paesaggio ignoto: fuori c è una vera tormenta. «Ma dove siamo? Cosa diavolo succede?» Il controllore si staglia all improvviso nella penombra del corridoio: biascica con depressa sicurezza professionale di maltempo, di binari gelati, linee elettriche interrotte, comunicazioni difficili «Ma che cazzo dice? In epoca di cellulari, si parla ancora così? E che ci vuole, gli presto il mio, chiamiamo la stazione più vicina e facciamola finita» Si accorge allora che è isolato anche il suo modernissimo satellitare, pagato un occhio, comprato soprattutto per sentire i ragazzi. Per i figli della prima moglie, in realtà, perché le tre bambine che ha avuto con la seconda le vede anche troppo: si avviano ad essere noiose come la madre, griffate come lei, e menomale che per ora di dieta non se ne parla, per loro almeno
3 Con i gemelli invece è sempre stato un piacere parlarci: oddio, irritanti e polemici come Camilla. Anche se la femmina a volte gli ricorda lui alla sua età. Studiano ancora tutti e due, e viaggiano, girano molto. Con loro si è tenuto sempre in contatto. Camilla, dieci anni che non la vede e non la sente, per fortuna. Sa dai figli che poi si è laureata, e che ora insegna. Se abbia un uomo non l ha mai chiesto: che gliene frega? All epoca lui aveva più o meno venticinque anni: faceva l infiltrato, perfetto grazie all aspetto brutale e al pesante accento meridionale. Settimane intere fuori casa, e lei, che ne aveva poco più di venti, smise di studiare per guardar crescere i figli, per stare con loro. «Almeno la madre l avranno.» E li ninnava di vecchie canzoni francesi, e cuoceva pappe con un libro in mano e l orecchio al loro pianto; e la prima favola che gli raccontò fu l Odissea. Lei che quando lui telefonava «Arrivo» gli rispondeva in un sospiro «T aspetto», e lo accoglieva sulla porta di casa, tappandogli la bocca con un bacio, che chissà come riusciva sempre ad addormentare i bambini. Sarà arrivato qualche volta anche d estate. Ma lui ora si ricorda solo quando tornava d inverno, gelato e irrigidito dal freddo di quella terra così lontana dalla loro, e lei gli si aggrappava nuda sotto la vestaglia pesante, con solo gli scaldamuscoli di lana addosso. «Ma che roba è questa?» L aveva chiesto solo la prima volta, già col fiatone mentre lei gli s infilava sotto i panni, glieli allentava frenetica. «Se no mi vengono i crampi» aveva risposto ridacchiando, e lui l aveva tirata su con un brivido e se l era portata in camera così, nuda con gli scaldamuscoli di lana rossa, che non le venissero i crampi sul più bello. Con la seconda mai nulla di così allegro. Brava donna, però, fedele, non come quella stronza di Camilla. Sì, allora passavano un periodo difficile. Lui era già vicecommisario, e forse mancava troppo da casa, e quando ci tornava era confuso, scosso di violenza e di intrighi e sì, aveva già cominciato a vedersi con la seconda, che era così riposante, sempre elegante, sempre in tiro, un avvocato, complice delle sue ambizioni, della sua smania di successo, di scontro fisico pure, non come Camilla, che gli diceva: «Puzzi di sangue», certe volte, e non lo voleva toccare. Ma il peggio era venuto dopo, quando lui aveva cominciato ad essere famoso, un personaggio pubblico che rilasciava interviste, e a lei una volta era scappato detto: «non ti riconosco più» «Professore» Ma guarda, l ha preso per un professore «Cos ha, si sente male?» E in effetti si sente male davvero, ha una morsa gelata al petto, improvvisamente gli manca il fiato, l occhio perso fuori, nella pianura bianca, interrotta da scheletri di alberi nudi e un dolore, un dolore «Chiamo aiuto? Ehi, mica mi muore così». Morire, già. Forse sta davvero per morire, e non sarebbe poi un gran danno. Se non fosse per quel rimpianto acuto. Deve staccare gli occhi dal finestrino, adesso, deve pensare «cosa stavi dicendo?» «non so si sente meglio?» Strano, non può rispondere, non può girare nemmeno gli occhi, ma l altro lo vede chiaro. Non sa assolutamente che fare, sembra gentile e sperduto. Potrebbe essere il suo di ragazzo si ricorda ancora quando lei cominciò a farglieli trovare svegli, i gemelli.
4 Certo, erano cresciuti, forse era normale che non dormissero più tanto, ma certamente sembrò parte di un piano preordinato. Camilla con lui non voleva più stare da sola, non voleva nemmeno guardarlo in faccia. Se gli parlava, fissava un punto dietro la sua spalla, e quando lui le cercava gli occhi incontrava sempre l ostacolo delle ciglia semiabbassate. Gli scaldamuscoli erano già spariti da molto tempo quando sua moglie una sera gli fece trovare i figli fuori casa. «Restano a dormire da un compagno di classe, ti devo parlare.» E mentre Osvaldo si dirigeva verso il bagno, leggermente seccato, leggermente a disagio, casomai avesse saputo di Maddalena «un altro, mi sono innamorata di un altro ti lascio; mi organizzo e torno a Napoli coi ragazzi». Si era voltato quasi con sollievo, che quella furia cupa che sentiva in lei non la reggeva più. «Bene, me ne vado, stasera stessa» E aveva rifatto i bagagli e se ne era andato E poi aprendo la valigia ci aveva trovato un solo libro, le poesie di Pedro Salinas. Chissà come c era finito. Magari ce lo aveva infilato lei «Ehi, professore!» Sente le mani del ragazzo che gli slacciano i bottoni della giacca, il colletto della camicia «Calma, è passato» e si tira su, per dimostrare che tutto è in ordine Il treno ha avuto appena un lieve sussulto, si sono riaccese le luci. Il giovane piomba a sedere di fronte a lui, stravolto. «Incredibile, ho idea che ho avuto un attacco di panico forse il fatto di essere bloccati, isolati in mezzo alla neve, chissà» Pensa che dovrebbe dire una frase così, disinvolta, ma non ne ha forza né voglia, ancora. Il treno lentamente si rimette in moto, il paesaggio d incubo che ha intravisto, che ricorda ancora con un brivido, non lo vede più. Al di là del vetro una campagna piatta e nevosa, ma anche case e campi coltivati, adesso. Si asciuga la fronte, si rassetta i panni, cerca gli occhiali tra le fotocopie sparse sul sedile. C è una cosa che deve ricordare subito, sa che è importante. Lo interrompe il cellulare, evidentemente si sono ristabilite le comunicazioni; Osvaldo legge con un sospiro di fastidio il nome sul display. «E la mia seconda, una rompiscatole, non hai idea. Lei e le figlie. Fortuna che ora pare che si è trovata un avvocato di grido, che se le prende in carico tutte e quattro il paese chiacchiera, ma io faccio il tifo per loro. Non solo perché me la levo da torno, sai? E che con me è stata veramente sfortunata. Nemmeno so perché l ho sposata, dieci anni assieme e non mi ricordo il perché Maddalena? Tutto bene, sono in viaggio. Come state? La scuola, come vanno? Bene, bene, ci vediamo ; questo fine settimana ti ho detto che sono fuori, il prossimo certo, le porto al cinema. Ciao, ciao». L altro passeggero è di nuovo immerso nella lettura. Fuori dal finestrino piccoli paesi, strade trafficate, poca neve ancora. Chissà dov erano, quando si è fermato il treno Il questore Bevilacqua liscia meccanicamente i rapporti che aveva stropicciato durante il malore di poco prima. Che strano, però mai successo; cosa stava leggendo, a proposito? Ecco, era appena arrivato al delitto più recente, quello di Napoli. Il cadavere di una donna... non identificata, età probabile intorno ai quarant anni, stabilita in base allo stato dello scheletro calco dei denti inviato ai dentisti «sì, figurati» resti di un indumento di lana colorata calzettoni, o forse scaldamuscoli, azzarda chi ha redatto il verbale. Fa una risata secca, senz allegria. «senti, ragazzo tu ci credi alle coincidenze?» Ha alzato lo sguardo attento, ha chiuso il libro e si protende verso di lui. «Dipende, professore»
5 «Non sono un professore. Ma voglio dirti lo stesso una cosa sulla poesia, vediamo se mi riesce. Quello che direbbe Camilla. La mia donna. Che la poesia certe volte è più bella, certe volte meno. Ma certe volte è grande. Quando collega cose diverse e ti fa vedere facce della realtà che certamente c erano già, da qualche parte ci sono sempre state. Ma tu le vedi davvero per la prima volta. Allora una poesia è una formula magica, un esorcismo, una bomba ad orologeria» «E che c entrano le coincidenze?» «Appunto, non c entrano, non ci sono coincidenze. Il libro che hai lì, vedi: in copertina invece che un illustrazione c è un brano. La fine la ricordo ancora. Ascolta: Y estoy abrazado a ti/ sin mirar y sin tocarte./ No vaya a ser que descubra/ con preguntas, con caricias,/ esa soledad inmensa/ de quererte solo yò. (*) de quererte solo yò. Solo yò soledad inmensa solo io amarti» Le ultime parole le ripete piano, pensoso. Ma poi la voce gli si spezza in un falsetto irridente. «un altro, mi sono innamorata di un altro cazzo, che grande investigatore! Ci ho messo dieci anni, per capirlo, seppure c è ancora il tempo. Secondo te, ragazzo, quante donne al mondo portano gli scaldamuscoli d inverno?» Non sembra aspettarsi risposta. E molto pallido, mentre cerca un nome nella rubrica. «Sono papà, sto arrivando a Napoli vorrei il numero di tua madre Sì, va bene, e allora? Dì un po, da quanto non la senti? Ah, hai pranzato con lei ieri? Bene, benissimo, meraviglioso! Stasera ci sentiamo... Magari domani si pranza tutti assieme ah, tua sorella è fuori, va bene, allora ci vediamo nei prossimi giorni. Ciao, ciao» Chissà che pensa il figlio: deve essere rimasto di sasso, col cellulare in mano. Lui che chiede di Camilla Una risata muta lo scuote, mentre compone il numero, digitando pesante, quasi con violenza, e un espressione in faccia che pare assieme trepida e arrabbiata «vipera, non c era nessun altro, eh? Ero io ad essere diventato un altro, non è vero?» Chi ci sia al telefono forse se lo immagina, il giovane studente di giurisprudenza. Di cosa si parli, di cosa sia successo, non sa nulla, naturalmente. Però dato che sta leggendo un libro di poesie, poesie d amore, magari crede che c entri l amore. Per pudore abbassa la testa e legge con impegno. Gli sembra in ogni caso un ottima idea. Il professore, che professore non deve essere, sta ruggendo al telefono: «Sto arrivando, brutta strega, e tu trova quei maledetti scaldamuscoli.» Pat (*) E sto abbracciato a te /senza guardare e senza toccarti./ Non debba mai scoprire con domande, con carezze/ la solitudine immensa di essere solo io ad amarti. ( La voce a te dovuta, Pedro Salinas, Giulio Einaudi Editore).
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