Nella gioia del Signore risorto fiduciosi nel suo aiuto permanente andiamo avanti!

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1 Nella gioia del Signore risorto fiduciosi nel suo aiuto permanente andiamo avanti!

2 Notizie da San Martino Bollettino Parrocchiale mensile, allegato al mensile diocesano Il Segno e sottoposto all approvazione del Parroco. IN QUESTO NUMERO la visuale dell infinito pag. 3 Grazie a te mamma pag. 4 Il Xchè e il Xcome pag. 5 Internet pag. 6 Conta su di me pag. 7 Frontiere della vita pag. 8 Allenatori, ragazze ragazzi e... genitori pag. 10 Ancora una volta g r a z i e! pag. 11 Calendario religioso e archivio parrocchiale pag. 12 don Giorgio Farè Parroco telefono cellulare dongiorgiofa@libero.it Piazza Villapizzone 10 don Lorenzo Negri Vicario telefono cellulare donlorenzonegri@libero.it Piazza Villapizzone 10 Orari Sante Messe Festive Prefestive Feriali Oratorio Da martedì a domenica Domenica anche 11, Piazza Villapizzone 12 Centro Parrocchiale San Martino Tutti i giorni Martedì CHIUSO Patronato ACLI Tutti i lunedì dalle Piazza Villapizzone 6 Piazza Villapizzone 6 Centro di Ascolto tel Mercoledì Giovedì Piazza Villapizzone 6 2

3 la visuale dell infinito S. Kierkegaard, un filosofo un po anche teologo, vissuto nella prima metà del 1800, quando i mezzi di trasporto erano ancora cavalli e carrozze, ha, nei suoi scritti, un brano che ritengo interessante. Quando il ricco va in carrozza, circondato da fiaccole nella notte oscura, vede un tratto di strada più avanti del povero che cammina al buio pesto; ma non vede le stelle, perché glielo impediscono appunto le sue fiaccole. Vede bene da vicino, ma toglie la visuale dell infinito. E ancora: Se vi si chiede perché sorridete e piangete, dite che siete tristi perché i vostri occhi vedono l oggi, dite che siete gioiosi perché i vostri occhi presagiscono il domani. Quello che afferma il filosofo penso sia molto vero. Oggi, in particolare, abbiamo lo sguardo corto. Vediamo molto bene ciò che ci è vicino, abbiamo comunicazioni in tempo reale, tutto quanto accade nel mondo è sotto i nostri occhi, ma non sappiamo più levare lo sguardo, presagire e impegnarci per il domani, capire il senso della vita, dove va la nostra esistenza. Oggi vediamo e per domani c è il buio. Voler illuminare solo l oggi impedisce di guardare oltre. La conseguenza è che siamo presi dall insicurezza, perché al di là della poca luce che possiamo avere davanti vediamo c è solo il buio e non vogliamo pensare. Qualche riflessione può essere opportuna anche per la nostra Comunità Parrocchiale. Quella di S. Martino in Villapizzone sta diventando una parrocchia che non sa guardare al futuro e non si prepara ad affrontarlo. Si limita a vedere i pochi passi che stanno davanti, si accontenta di quello che c è e non sa capire su quale strada gli chiede di camminare il Signore. Sono convinto che le difficoltà che la nostra parrocchia incontra oggi non siano che un segno di quello a cui dovrà far fronte nei prossimi anni. Ci viene chiesto uno stile nuovo ed invece andiamo avanti con le nostre lampade che ci fanno camminare a vista. Ricordando il brano iniziale, direi che ci manca la povertà, che è un lasciarsi guidare dal Signore, e preferiamo le nostre povere luci, sentendoci sicuri perché siamo sulla carrozza ed il problema della strada spetta a chi guida i cavalli. Probabilmente toccherà a tutti noi guidare la carrozza e magari senza lampade; allora dovremo abituarci a vedere le stelle che ci orienteranno. Molto di quello che si fa adesso non ci sarà più e sarà necessaria una nuova capacità inventiva. Certo non saremo solo noi, con le nostre iniziative, ad illuminare il futuro del cammino parrocchiale, ma dovremo guardare in alto, accogliere lo Spirito Santo e lasciarci guidare da Lui. Un esempio concreto che dice come il nostro sguardo sia corto. Siamo ancora nella mentalità che il nostro operare in parrocchia sia un puro gesto di generosità; invece è un esigenza dell essere cristiano, dell aver ricevuto il Battesimo. S. Paolo scriveva: Guai a me se non evangelizzo. L anno prossimo ci sarà il rinnovo del Consiglio Pastorale e sarà necessario un cammino di preparazione. Se la nostra parrocchia fosse composta da cristiani vivi che sanno fare delle scelte coerenti, dovrei avere difficoltà per il grande numero di coloro che desiderano avere una presenza viva nella comunità. Mi auguro di non dover più passare a chiedere di entrare nella lista, quasi fosse un piacere personale fatto al parroco. Chi sa guardare le stelle, chi sa alzare lo sguardo, trova segnate le strade del Signore. Coraggio e buona avventura!. don Giorgio 3

4 Pittori, scrittori, musicisti da sempre hanno attribuito un ruolo centrale alla figura della mamma; così centrale che moltissimi artisti hanno provato a raccontarla, rappresentarla, musicarla infondendo nelle loro opere tutta la dolcezza, l amore e la grandezza che il soggetto stesso ha ispirato loro. Anche noi fin dai tempi delle elementari ci siamo improvvisati tali, su di un biglietto con un cuore con dentro la nostra fotografia, abbiamo scritto un pensiero di ringraziamento, o la classica frase TI VOGLIO TANTO BENE MAMMA, racchiudendo in quelle 5 parole tutto l'amore, il dolore, la gioia, la complicità, le incomprensioni che con lei condividiamo. Tutti ci insegnano che non si nasce mamma, ma lo si diventa con il passare del tempo. Si può dire che una mamma è tipo una "pizza quattro stagioni": all'inizio quando sogna perché è in trepida attesa del suo bambino; la neo-mamma inesperta, impacciata e desiderosa di far bene per amore del suo bambino; la mamma del bambino, severa, esigente poiché sa che sono proprio i primi insegnamenti quelli che determinano il carattere del bambino; e, infine, la mamma dell'adolescente, quella che non sa più che pesci pigliare e che vede il suo bambino diventare grande e un po' ne è felice un po' no Ma tutto l'insieme fa di lei la persona sulla quale possiamo sempre contare, la persona che nel bene e nel male sa sempre quale sia la cosa giusta da dire, da fare e un giorno solo all'anno non basta per ringraziarla per la vita che ci ha donato. Viene spontaneo ringraziare anche la "Mamma" per eccellenza di tutti noi. Papa Giovanni Paolo II, che a Lei si affidava totalmente, nell'angelus del 2001 iniziava il Suo discorso invocando la Sua materna protezione " A Colei che ha saputo imparare, dall'incontro con il suo Signore a dialogare con i fratelli ed a porsi con prontezza al loro servizio " E, in ricordo di Papa Giovanni Paolo II, a tutte le mamme dedichiamo queste parole di ringraziamento, che in una lettera da Lui scritta nel 1995 così descriveva la figura della donna: Grazie a te, donna-madre, che ti fai grembo dell'essere umano nella gioia e nel travaglio di un'esperienza unica, che ti rende sorriso di Dio per il bambino che viene alla luce, ti fai guida dei suoi primi passi, sostegno della sua crescita, punto di riferimento nel successivo cammino della vita. Grazie a te, donna-sposa, che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono, a servizio della comunione e della vita. Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella, che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità, della tua intuizione, della tua generosità e della tua costanza. Grazie a te, donna-lavoratrice, impegnata in tutti gli ambiti della vita sociale, economica, culturale, artistica, politica, per l'indispensabile contributo che dai all'elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, ad una concezione della vita sempre aperta al "senso del mistero" alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità. Grazie a te, donna-consacrata, che sull'esempio della più grande delle donne, la Madre di Cristo, Verbo incarnato, ti apri con docilità e fedeltà all'amore di Dio, aiutando la Chiesa e l'intera umanità a vivere nei confronti di Dio una risposta "sponsale" che esprime meravigliosamente la comunione che Egli vuole stabilire con la sua creatura. Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! Con la percezione che è propria della tua femminilità che tu arricchisci la comprensione del mondo e contribuisci alla piena verità dei rapporti umani. Silvana Grillo 4

5 Il Xché e il Xcome Cari amici, il caldo è arrivato, le iscrizioni aprono venerdì, gli adolescenti stanno facendo un corso intensivo per diventare i più bravi animatori della città stiamo prendendo il volo!!! Dal 13 giugno al 23 luglio l Oratorio sarà certamente il luogo più bello dove poter vivere avventure indimenticabili e imparare a volersi bene!!! Ma appunto cos è l Oratorio? Perché c è? Perché ci si va? E come ci si va?!?!?! Solite domande da prete e beh, certo: sono qui apposta!!! Tutte le altre cose le sapete fare tutti meglio di me: dal nuotare al far da mangiare, dal giocare al pallone o fare i balletti Se doveste aspettare me, saremmo rovinati!!! Ma questo, proprio lo devo fare io: continuare a richiamare alla mente a al cuore di tutti il perché e il percome si fanno le cose!!! E allora - siccome non voglio star qui a far la predica! - diciamocelo subito; che tutti lo sappiano bene e se lo mettano bene in mente: l Oratorio NON è un luogo pubblico, NON è un servizio sociale per far passare il tempo ai ragazzi dopo la fine della scuola e certamente NON è un posto dove ognuno fa quel che vuole! Oratorio significa pregatorio : luogo dove si va a pregare!!! Magari bisogna imparare a farlo, magari pregare non significa solo andare in chiesa a dire le preghiere, magari impareremo a pregare anche giocando e divertendoci ma il nostro stare insieme deve diventare una preghiera: qualcosa che dà lode a Dio, il quale ci ha creati e ci fatti capaci di fare un sacco di cose belle, e di volerci bene Se ti sembra troppo ci spiace, sarà per un altra volta! Ma se ci stai non ti sei ancora iscritto?!?!?! E conta su di me!!! don Lorenzo 5

6 Internet che strana parola cos è la rete degli interisti (inter-net)? Noooo, nè ho già sentito parlare forse deve essere qualche diavoleria tecnologica che non capiamo e non concepiamo, qualcosa che riguarda i computer! Ecco forse partiamo proprio da questa seconda affermazione per spiegare che, da oggi, anche nella nostra comunità questa parola dovrà suonare più familiare ormai ha superato la fase di rodaggio ed è attivo a pieno regime il sito della parrocchia Bisogna tornare alle origini dell era di internet per capire perché abbiamo un sito anche noi. Tutto partì quando due università americane decisero di aumentare la propria collaborazione collegando tutti i propri computer tra loro: in modo che risultasse semplice e rapido consultare i documenti relativi alle ricerche che fisicamente stavano in un altro luogo a miglia di distanza. Con questo concetto base di servizio questa rete si è via-via espansa fino a raggiungere le dimensioni mondiali di oggi. E un po come se fossimo tutti Flash Gordon e dal nostro computer corressimo nel mondo alla velocità della luce: così che in un secondo saremmo in Australia a vedere le bellissime spiagge oceaniche e un attimo dopo saremmo in Brasile alla porta della casa di Pelè e dopo ancora ad osservare la Gioconda al Louvre di Parigi Il tutto restando fermi davanti al computer di casa nostra, digitando sulla tastiera l indirizzo, il posto, dove si vuole andare. Il computer, che è collegato tramite un cavo ad una rete simile a quella telefonica, penserà a farvi viaggiare a velocità sconosciute che vi permetteranno di leggere, osservare, capire e conoscere cose che non immaginabili. Ecco da tutto questo è nata la nostra volontà di essere presenti su internet. La volontà di tenerci collegati tra noi. La nostra volontà principale non è quella di fare vedere al mondo cosa facciamo, oppure offrire al mondo il nostro pensiero. La nostra volontà è di fare tutto ciò per rendere ancora più vicino Via Varesina a Via Lambruschini, Via E. Bianchi a Piazza P. Castelli! Non abbiamo raggiunto uno scopo mettendo la nostra comunità nel mondo il mondo virtuale. Ma abbiamo dato uno strumento in più alla parrocchia per condividere l esperienza Cristiana che così sarà disponibile a tutti 24 ore al giorno per 365 giorni l anno! E solo uno strumento e come tale va considerato! Perché l esperienza comunitaria deve essere vissuta dal vero e non virtualmente tramite il computer. Un esperienza fatta dalle persone tramite il dialogo, le gioie, le incomprensioni, lo stupore e le delusioni insomma tramite la vita umana di fratelli e sorelle! E uno strumento, come questo giornalino! Allora se hai Internet, metti come Home Page (o tra i preferiti) questo sito in modo che quando inizierai a navigare, spostandoti da una parte all altra del mondo, ti sentirai prima a casa vedendo cosa è successo ieri e oggi, e cosa succederà domani nella tua grande famiglia, che è la comunità. Perché andare nel sito Io vado in perché vedo le prossime iniziative parrocchiali! Io vado in perché vedo il calendario delle attività del mio gruppo in oratorio sempre aggiornato! Io vado in perché posso vedere le classifiche e i risultati delle partite della squadra in cui gioco! Io vado in perché prossimamente vedrò le foto scattate a mio figlio in oratorio! Io vado in perché ho appena sentito che un mio amico ha scritto qualcosa sull ultima attività che lo ha visto coinvolto e sono proprio curioso di sapere cosa ha da dire! Io vado in ogni giorno perché ogni giorno viene inserita una frase della Parola di Dio con un brevissimo commento, così posso pregare essendo, poi, stimolata a fare del bene durante la giornata! Io vado in perché E allora ricordati che ti aspettiamo sempre a S. Martino (smart) in Villapizzone (villa)! 6 Marco Olcelli

7 Grande presentazione delle attività estive Grest giugno e 4-15 luglio (per tutti) Saint Nicolas dal 27 giugno al 2 luglio (per le elementari) (per le medie) luglio Courmayeur 7

8 Pubblichiamo un articolo inviatoci da don Domenico Albanese, nuovo parroco dell Istituto Palazzolo, come spunto per la riflessione attorno a un tema che i mass media presentano come controverso. FRONTIERE DELLA VITA «Come Terri non si svegliano Ma sono vivi e capiscono» All Istituto Palazzolo tra le persone in stato vegetativo Secondo gli infermieri, la signora C., che tanto amava Frank Sinatra, un giorno ha accennato la melodia di una canzone. E il signor E. sembra ridere alle barzellette che gli raccontano Da Milano Marina Corradi Il signor A. ha 42 anni. Fino a due anni fa era un manager in una multinazionale, un giorno a Milano, uno a New York, l altro a Bonn. La ventiquattrore sempre in mano, il cellulare che non taceva mai. Un bell uomo, atletico. Una sera, senza alcun preavviso, un infarto. L ora di punta, qualche ritardo nei soccorsi. Il signor A. si salva, ma non esce più dal coma: «stato vegetativo», da due anni. Come Terri Schiavo, il cuore batte da solo, il respiro è autonomo. Nessuna macchina. Nessuna «spina». Nella sua stanza del reparto Nucleo stati vegetativi all istituto Palazzolo, l uomo sembra più giovane, il volto rilassato, lo sguardo che pare seguire il visitatore. Nella camera suona una musica a basso volume, nel programma della musicoterapia riabilitativa. Né telefoni, né annunci di aerei in partenza. Lo sguardo vago del signor A. lascia il visitatore. Sei, otto minuti di anossia cerebrale sono bastati a passare dall altra parte della barricata. Da manager in carriera a fratello di Terri Schiavo, su alimentazione e acqua si comincia a discutere. Che cosa resta di un uomo quando la coscienza, l intelletto, la memoria paiono cancellati? Il visitatore si affaccia con soggezione e quasi timore alle stanze del Nucleo vegetativi. La signora C., seduta immobile, dai tratti aristocratici, pare del tutto assente. È una "minimal responder", uno stato leggermente più vigile. Valeria Di Martini, musicoterapeuta: «Un giorno, ascoltando Frank Sinatra, che amava tanto, a bassa voce ha accennato alla melodia». Allora queste persone che a un visitatore casuale appaiono inerti, perse in un altro mondo, a chi ci vive accanto e ha imparato a conoscerle sono in qualche modo, con lingue altre da quelle dei sani, raggiungibili? «Ci sono codici diversi dai nostri per parlare con quelle categorie di malati che non comunicano verbalmente. Fatti di segni, di sguardi, di gesti, che permettono una comunicazione perfino più profonda di quella consentita dalle parole. Una comunicazione fatta anche di musica. Le anziane malate di Alzheimer qui al Palazzolo si direbbero lontane da tutto ormai, ma come si mettono a ballare, se sentono un valzer». Il linguaggio dei suoni come una lingua più antica parla ancora ai malati inerti in questi letti. Il signor D. è un uomo grande e grosso, e ancora giovane. Gli hanno appeso in fronte al letto una grande maglia della sua squadra di calcio. E, accanto, la foto del suo cane. L abbaiare del cane registrato è stato l unico rumore che gli ha fatto, dopo molti mesi di assenza, sbarrare gli occhi come a un ricordo, che filtrasse da sotto il buio della coscienza. E attorno a questo sonno profondissimo vanno e vengono mariti, mogli, genitori. All inizio sperano. All inizio è legittimo sperare, quando lo stato vegetativo è da poco iniziato. I parenti domandano: «Quando si sveglia?». Ma più passano i mesi e più le speranze scemano. Non si sveglieranno. Alcuni parenti continuano ancora a domandare: quando? Poi, si arrendono. Paiono come in un limbo, i loro fratelli, le loro mogli, le facce serene che dimostrano meno anni di quelli veri come se in quel sonno non si invecchiasse. «Vedo figlie che accudiscono la loro madre come fosse una bambina piccola, in uno scambio di cure restituite», dice la caposala. Svelta e pratica come tutte le brave infermiere, le si nota addosso una particolare tenerezza per questi malati così inermi. «È vero ammette questi sono pazienti che ti prendono più degli altri, proprio per il totale bisogno che hanno di te. Sono qualcosa di simile ai bambini più piccoli». È un affetto e basta, o secondo voi c è un rapporto reale con questi pazienti? 8

9 «Per me c è un rapporto. Ti seguono con lo sguardo quando entri nella stanza». È possibile? «Per la scienza, no, oppure è un riflesso». Altre tracce di scambio? (Si sente in lontananza la signora C., quella di Frank Sinatra, che piange. Piange sempre a quest ora, finché non arriva suo marito). La caposala: «Abbiamo perfino un paziente, il signor E., che, quando gli racconti una barzelletta, ride». Ride? «Sì, muove le labbra e fa un gorgoglio di risata». Ma è possibile? «Per la scienza, no». È un leit motiv: per la scienza, no. Non è positivamente accertato. Tuttavia, chi accudisce tutti i giorni questi pazienti s accorge, nota, parla quel "codice" inaccessibile ai sani. Anche per questo, oltre che per un principio, la musicoterapeuta De Martini dice di provare «rabbia» per la sentenza americana che manda a morte la Schiavo una come i suoi dodici pazienti. E l assistente sociale Lorenzo Gaio protesta contro l idea che cibo e acqua siano «accanimento terapeutico»: «Cibo e acqua non si negano a nessun malato, in nessun caso». Nella teoria astratta dell ideologia, da lontano, sulla carta dei giornali, questi malati sono un nulla, o sono già morti. Per chi li cura tutti i giorni, sono persone. Per chi li lava, cambia, riveste, nella assistenza totale che si deve a chi è tornato come bambino. Malati faticosi. Malati che ogni due ore e mezza, di giorno e di notte, vanno costantemente voltati nel letto, per evitare il decubito. Quel decubito che, dice la dottoressa De Valle, nella camera di Tampa, in Florida, cessando nutrizione e idratazione diventerà inesorabile, e spaccherà la pelle in ferite profonde, «in un calvario». Ma la pena più grande, nella brutale fine di Tampa come in quella, lenta e in tutto assistita, che toccherà un giorno a questi malati, è forse quella di chi guarda morire. Dice la caposala: «È una dura prova quella delle famiglie. Fuori, fra i sani, della morte nessuno vuole parlare. Entrano in questa camera, e ci sono dentro, completamente. È come essere divisi a metà». Sarà per questo, per evitare tutto questo, che negli Usa c è la corsa a lasciare le proprie ultime volontà, a chiarire che in caso di coma prolungato si tagli ogni tubo, molto velocemente, per favore. E tuttavia il signor E., all ultima sui carabinieri benché la scienza assicuri che impossibile pare proprio che rida, e la signora C., immobile come una statua fuori da ogni tempo, quando sente My Way di Frank Sinatra ne mormora ancora le note. La scala Tutti insieme la Domenica delle Palme abbiamo iniziato a salire la scala. So che arriveremo in cima, ma speriamo non troppo tardi!!! Tutte le offerte di Pasqua messe insieme non hanno raggiunto nemmeno il quarto gradino Ma io sono convinto che ci sia certamente qualche famiglia che inizierà a dare l'esempio: un gradino non è una cosa impossibile per molti, un mattoncino quasi per nessuno!!! Dunque mancano solo 24 famiglie che diano un gradino, o 240 che diano un mattoncino!!! Non è che capita tutti i giorni, anzi, rimarrà nella storia!!! dl A proposito: già i Cresimati hanno dato un bellissimo esempio: Grazie!!! 9

10 Allenatori, ragazze ragazzi e... genitori Diritti e doveri per vivere meglio lo sport Il sogno di ogni ragazzo o ragazza che fa sport è quello di avere un allenatore che non li sgridi mai, che magari faccia casino con loro e che se né freghi di tutte le regole. Questo potrebbe essere un allenatore? Riuscirebbe un insegnante del genere ad insegnare qualcosa ai suoi allievi? Forse a qualcuno sembrerà sorprendente, ma anche per le ragazze ed i ragazzi che fanno sport con l Associazione sportiva SLV non ci sono solo diritti ma anche doveri. Per usare una frase nota, si può affermare che diritto e dovere sono le due facce della stessa medaglia: l educazione. Le ragazze ed i ragazzi d oggi, almeno quelli italiani, vivono meglio e sono più informati: in pratica, sono più liberi e questo è un bene. Il paradosso è che talvolta, questi figli del benessere sono privi di una reale idea del significato del rispetto delle regole. Vivere insieme in modo civile significa, infatti, seguire le regole del gioco, anche quando sono contrarie alle proprie attese. Tutto ha bisogno di regole per funzionare e del loro rispetto, anche quel gioco chiamato vita che si svolge ogni giorno sulle strade, nelle case, nelle scuole, in Oratorio, negli uffici, sui campi di calcio e nelle palestre. Ciò che ci sentiamo di consigliare ai genitori e che ripetiamo spesso agli allenatori è questo: preoccupiamoci di far rispettare i diritti dei nostri figli in modo che crescano liberi e con la possibilità di realizzarsi secondo le proprie aspirazioni e potenzialità. Con la stessa forza e determinazione ci si deve preoccupare anche di formare i giovani per creare generazioni di individui che sappiano rispettare se stessi e gli altri nello sport come nella vita. Vanno promossi, insomma, i valori umani. Lo sport può e deve concorrere a completare l uomo nei suoi aspetti personali, caratteriali ed umani. Lo sport pur essendo gioco è in realtà, attraverso tutte le sue componenti, è uno dei mezzi ideali per la trasmissione e l incontro fra diverse culture e filosofie, un sicuro mezzo per aiutare ogni atleta a diventare un uomo, prima che uno sportivo. È evidente, l importanza del ruolo che assume un adulto che entra nel mondo dello sport, prima che allenatore, dirigente o genitore, egli dovrà sempre ricordarsi di essere comunque un educatore. Dopo queste riflessioni, ecco alcuni suggerimenti, semplici ma indispensabili, per le tre componenti fondamentali dello sport giovanile nella nostra Associazione sportiva. Per gli allenatori. Bisogna educare i giovani al Fair Play, che impone gesti e comportamenti come: stringere la mano all avversario al termine della partita; mandare la palla volontariamente in fallo laterale se un giocatore è a terra infortunato; una volta ripreso il gioco, restituire alla squadra avversaria la palla mandandola in fallo laterale; sottostare alle decisioni arbitrale anche quando non si condividono; salutare il pubblico all inizio e al termine della gara; evitare qualsiasi tipo di simulazione o di atteggiamento che possa ingannare l arbitro e portarlo a sbagliare; rispettare compagni ed avversari. Per le ragazze e i ragazzi A loro volta ragazze e ragazzi devono ricordare che fare sport non significa fare tutto quello che si vuole, ma che: è importante aver cura del proprio materiale e di quello altrui; è importante rispettare la puntualità; ogni ritardo deve essere comunicato all allenatore; è segno di educazione lasciare lo spogliatoio pulito ed in ordine; è importante prestare attenzione alle spiegazioni dell allenatore; a volte ciò che è giusto può non coincidere con ciò che si desidera; la vittoria e la sconfitta fanno parte dello sport e bisogna saper accettare il verdetto del campo serenamente, traendone gli insegnamenti dovuti. 10

11 Per i genitori L Associazione sportiva è un agenzia educativa, i genitori sono una componente fondamentale Collaborare e sostenere, per quanto possibile, le attività dell Associazione sportiva Raccordare l educazione in famiglia e quella in ambito sportivo Fare in modo che chi pratica sport acquisisca sempre più maggior autonomia Presenziare agli allenamenti e alle gare, in maniera attenta ma discreta - La partita è una verifica di miglioramenti individuali e non un campo di battaglia dove scaricare le frustrazioni degli adulti - A fine gara ci si dovrebbero scambiare sorrisi e saluti, e non altro - L allenamento è la parte più importante di tutta l attività - Non fare gli allenatori fuori dal campo, i vostri figli ne hanno già uno - Chiunque pensi di fare abbandonare o trascurare gli studi al proprio figlio per cercare di garantirgli un ipotetico futuro da professionista, dovrebbe contare fino a mille poi riprendere a contare fino a diecimila, quindi fino ad un milione... - L allenatore fa delle scelte condivisibili o meno, che vanno sempre rispettate. Voi genitori e noi, Associazione sportiva, impariamo a collaborare di più, impariamo a giocare sul campo del futuro dei nostri ragazzi. Franco Virivè Ancora una volta g r a z i e! Avete risposto con sensibilità ed entusiasmo alla nostra esortazione, nonostante pioggia e vento non favorissero certo la voglia di balconi e finestre in fiore. Già dal mattino della domenica avevamo esaurito piante e torte ed il ricavato netto della vendita è stato di precedenti elargizioni. Euro 854 che andranno ad unirsi alle vostre E adesso direte MA NON SONO MAI CONTENTI!, infatti stiamo per chiedervi ancora una volta di dimostrare la vostra sensibile generosità: voi tutti sapete che il Banco Alimentare ci offre molti generi alimentari (ma non tutto quello che ci serve), mancano infatti : OLIO ZUCCHERO PELATI SCATOLETTE di TONNO e CARNE per cui vi chiediamo durante le S.Messe di : Sabato 28 e Domenica 29 Maggio di voler portare quanto la vostra sensibilità vi suggerisce : credeteci, donare è mille volte più facile che aver bisogno di ricevere. La Commissione Caritas e la Conferenza di S.Vincenzo Parrocchiali 11

12 CALENDARIO RELIGIOSO MAGGIO domenica : sesta di pasqua ore 15,30 S. Cresima 8 domenica : Ascensione del Signore festa anniversari di nozze festa bambini/e battezzati nel 2004 festa delle mamme 15 domenica : Pentecoste ore 10,30 Prima Comunione 18 mercoledì : Giornata mensile di suffragio ore 18 Ufficio 22 domenica : SS. Trinità 29 domenica : Santissimo Corpo e Sangue del Signore GIUGNO venerdì : Sacro Cuore di Gesù 4 sabato : Cuore Immacolato di Maria 5 domenica : X per annum 12 domenica : X per annum 15 mercoledì Giornata Mensile di suffragio ore 18 Ufficio SERATE DEL MESE MARIANO 2 lunedì : via C. Marcello 36 3 martedì : via Brivio 6 6 venerdì : via Ricetti de Buttinoni 18 9 lunedì : via Fusinato Effige della Madonna in piazzetta 11 mercoledì : via Fusinato venerdì : via Mantegazza lunedì : via Negrotto 16/6 20 venerdì : via Negrotto lunedì : via Fusinato mercoledì : via Porretta ARCHIVIO PARROCCHIALE BATTESIMI DI APRILE Del Latte Andrea Noemi via Fusinato 14 Frosi Rebecca via P. Mantegazza 25/2 Ruberto Aurora via Pizzigoni 20 DEFUNTI DI APRILE Molinari Santino anni 68 via Villapizzone 43 Gonzales Bruna anni 87 via Brivio 6 Porrone Giovanna anni 95 via Giampietrino 1 Catino Nunzia anni 88 via Bianchi 6 12

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