L ascesa della famiglia Medici 7 Giovanni di Bicci 11 Cosimo il Vecchio 14 Piero il Gottoso 19 Lorenzo il Magnifico 23 Piero lo Sfortunato 32

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1 Sommario L ascesa della famiglia Medici 7 Giovanni di Bicci 11 Cosimo il Vecchio 14 Piero il Gottoso 19 Lorenzo il Magnifico 23 Piero lo Sfortunato 32 Firenze senza i Medici ( ) 36 Il ritorno dei Medici 43 Giuliano duca di Nemours 45 Lorenzo duca d Urbino 47 I Medici e il Papato 49 Giovanni, papa Leone x 49 Giulio, papa Clemente vii 54 Alessandro duca di Firenze 58 Il Granducato Mediceo 62 Cosimo i 62 Francesco i 68 Ferdinando i 74 Le donne dei Medici regine 78 Caterina regina di Francia 78 Maria regina di Francia 85 Gli ultimi granduchi 89 Cosimo ii 89 Ferdinando ii 91 Cosimo iii 97 Gian Gastone 102 Fine di una dinastia 104 Anna Maria Luisa elettrice palatina 104 Bilancio di una dinastia 107

2 L ascesa della famiglia Medici Firenze, agli inizi del xv secolo, si presentava già come una realtà magnifica in cui Arti e Mestieri si erano strutturate in modo così articolato e completo per la realizzazione del lavoro nella sua integrità industriale, da coprire ogni ipotesi d impresa sia in beni che in servizi. Tutte erano dotate della necessaria autonomia per il raggiungimento dei fini tecnici ed economici che ne costituivano lo scopo. Questi organismi, che assumevano la denominazione di Arti e si distinguevano, anzitutto, in Arti Maggiori e Arti Minori, rappresentavano la miglior utilizzazione delle risorse comunali per la realizzazione di un sistema socio economico integrale, capace di offrire a tutti i soggetti partecipanti la speranza e la libertà di accedere ad un pubblico ufficio e di migliorare la propria condizione. L Arte Tessile e quella del Cambio furono di gran lunga le più forti, anche perché il loro sviluppo fu più rapido ed efficace. Nel 1252 l influenza di Firenze in campo finanziario ed economico dove si era imposta con le proprie manifatture, le attrezzate botteghe artigiane e una logistica che ne aveva consentito l espansione oltre le mura romane era stata tale da far sì che la propria, nuova moneta, il fiorino, nella generale confusione del mercato monetario dell epo- 7

3 ca acquistasse l importanza di una unità di misura in Europa e perfino in alcuni paesi dell Africa settentrionale. Sul piano militare la città, che troppo spesso si era servita di milizie mercenarie, aveva risentito di due gravi sconfitte, subite nel 1315 a Montecatini da Uguccione della Faggiola e nel 1325 ad Altopascio, da Castruccio Castracani, che ne avevano limitato, in parte, l indipendenza. La tradizione repubblicana di Firenze, offuscata dal periodo in cui cadde in signoria di Carlo, duca di Calabria non era stata ripristinata nel suo primitivo fulgore nemmeno da una serie di conquiste: Pistoia (1331), Cortona (1332), Arezzo (1337) e Colle Val d Elsa (1338), né dal conseguente recupero della supremazia in Toscana. Dopo un altra, breve caduta, sotto il dispotismo di Gualtieri di Brienne, duca di Atene, e un periodo di grigia latenza politica, si erano prodotti due eventi, dissimili fra di loro ma storicamente altrettanto rilevanti. Il primo era stato la guerra vittoriosa contro Gregorio xi condotta dai mercanti che, sebbene indiscutibilmente guelfi, combatterono contro il papa che minacciava la loro libertà. Ruppero l accerchiamento che Gregorio, col ripristino dell autorità papale in Romagna, sembrava voler operare contro di loro e lo fecero con l abilità di magistrati che, per l impegno profuso nella conduzione della guerra, furono definiti Otto Santi. Il secondo, vissuto al proprio interno, era stato il Tumulto dei Ciompi, ovvero dei cardatori, operai che dipendendo dalla corporazione della lana ne subivano le vessazioni economiche e che il 21 Luglio 1378 si ribellarono per le misere retribuzioni e, prevalendo nella contesa, spezzarono il potere dei nobili e distrussero l oligarchia di parte guelfa. I rivoltosi, che si erano impadroniti del comu- 8 I Medici ne, aprirono la magistratura a tutte le Arti minori, compresa la neonata del Popolo di Dio. Ma come ci si sarebbe potuti attendere, comunque, da un regime costituzionalmente e forzatamente consociativo, la democrazia diffusa ebbe vita breve. Mercanti, imprenditori e banchieri, rivalutata la convenienza di ripristinare la necessaria coesione fra di loro per l indubbia comunione d interessi in seno alle Arti Maggiori, si allearono con le Arti Minori per isolare la plebe e, anzitutto, sciogliere le Arti del Popolo di Dio. A ribadire l immagine di città orgogliosamente protesa verso i valori sociali nell ambito di una più vasta cultura letteraria ed artistica, che ingentiliva immediatamente la qualità della vita, occorre sottolineare che né sommovimenti interni né aggressioni esterne avevano impedito a Firenze di eccellere nella vita intellettuale: aveva cresciuto nel suo seno Dante e Boccaccio, imponendo definitivamente il volgare come lingua Italiana e, sul piano dell erudizione aveva cresciuto il popolo con gli insegnamenti di soggetti come, ad esempio, Coluccio Salutati, Leonardo Bruni, Poggio Bracciolini. Nelle arti figurative, basterà citare gli affreschi di Masaccio, nella Chiesa del Carmine, e l Ospedale degli Innocenti di Brunelleschi. Il Medioevo era già rimasto alle spalle di questi grandi artisti. Fu dunque, in una città così viva e partecipe, popolata di gente che si distinse per l arte particolare del costruire oggetti o formulare idee tendenti a migliorare l esistente, che nacque un atteggiamento culturale di autonomia, quando non di ribellione contro ogni forma di coercizione che avesse mirato ad indirizzare altrove i comportamenti che la società aveva deliberatamente assunto e fatto propri. In essa, qualcuno emerse sugli altri e per il passaggio dal sucl ascesa della famiglia Medici 9

4 Paolo Uccello, Battaglia di San Romano, variamente datata ca. e ca., Firenze, Uffizi Beato Angelico, Pala di San Marco, , Firenze, Museo di San Marco Veduta del cortile di Palazzo Medici-Riccardi Donatello, David, , Firenze, Museo Nazionale del Bargello COSIMO IL VECCHIO

5 Benozzo Gozzoli, Corteo dei Magi, 1459, Firenze, Palazzo Medici-Riccardi Giuliano da Sangallo, Villa Medicea di Poggio a Caiano Antonio del Pollaiolo, Ercole e Anteo, 1478 ca., Firenze, Museo Nazionale del Bargello Alle pagine successive: Decorazione della volta nel Salone di Leone x, Poggio a Caiano, Villa Medicea Michelangelo Buonarroti, volta della Sagrestia Nuova, Firenze, Museo delle Cappelle Medicee PIERO IL GOTTOSO LORENZO IL MAGNIFICO