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1 Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n Copia 1,00 Copia arretrata 2,00 L OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLV n. 200 ( ) Città del Vaticano venerdì 4 settembre Accordo tra Italia, Francia e Germania per avviare il progetto di un diritto di asilo europeo Giusta ridistribuzione A Budapest i migranti prendono d assalto i treni mentre Orbán accusa Bruxelles Senza tregua le violenze in Iraq e Siria Sotto attacco y(7ha3j1*qsskkm( +,!z!}!"!&! BRUXELLES, 3. «Una giusta ridistribuzione di centomila profughi è ciò di cui abbiamo bisogno» in Europa affinché «la solidarietà non suoni come un vuoto slogan». Si è espresso in questi termini il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, questa mattina, commentando gli ultimi sviluppi dell emergenza migranti. «Di fronte alla crisi che stiamo vivendo o c'è una risposta univoca o l Europa perde la faccia. Di fronte a una crisi che stiamo vivendo l E u ro - pa non è corrente con la propria storia» ha dichiarato il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi. I ministri degli Esteri di Roma, Parigi e Berlino hanno lanciato ieri un appello congiunto all Unione europea per avviare il progetto di un diritto di asilo europeo. In un documento comune si legge che «un più efficiente sistema del diritto di asilo va di pari passo con una più efficiente politica dei rimpatri dei migranti irregolari a livello europeo» Da Bruxelles intanto riferiscono che il presidente Tusk sta lavorando con gli altri leader per costruire un nuovo consenso tra i Governi sul tema dell immigrazione. In particolare Tusk sta insistendo sulla necessità di «assicurare protezione internazionale a chi ne ha bisogno e potenziare il controllo delle masse dei migranti». Secondo il presidente, «il primo Migranti si contendono una bottiglia d acqua al confine tra Grecia ed ex-repubblica Jugoslava di Macedonia (Ap) Riprendono i negoziati a Ginevra con la mediazione dell O nu Dialogo tra le fazioni libiche GINEVRA, 3. È atteso per oggi l avvio di una nuova sessione del dialogo inter-libico mediato dall inviato speciale dell Onu, Bernardino León. Dopo le defezioni delle ultime riunioni, i delegati del Congresso nazionale libico di Tripoli hanno deciso oggi di partecipare. Secondo quanto riporta il sito «Libya Herald», il vice presidente del Congresso, Awad Abdul Saddeq, è partito alla volta di Ginevra per guidare la delegazione composta da quattro membri. Saddeq ha preso il posto di Salah Makhzoum che la scorsa settimana ha rassegnato le dimissioni dalla guida delle delegazione di Tripoli. A colloquio con Gianfranco Pannone Voci di dentro GA E TA N O VALLINI A PA G I N A 5 Makhzoum ha avuto un duro scontro nelle scorse settimane con il presidente del Congresso, Nuri Abu Sahimin, circa la necessità di partecipare al dialogo essendo uno strenuo difensore del boicottaggio degli incontri con i rappresentanti di Tobruk. La decisione di partecipare è stata presa ieri in tarda serata, dopo una riunione del Congresso dedicata proprio a questo tema, convocata 24 ore dopo un incontro che alcuni delegati di Tripoli, tra cui Abu Sahimin, avevano avuto l a l t ro ieri in Turchia con León. A sostenere la posizione di Makhzoum c è invece Mohammed Emazab, un altro membro della delegazione del Congresso che partecipava al dialogo e che ha rassegnato anch egli le dimissioni. L ultimo round degli incontri di Ginevra si era concluso con un accordo sul ruolo che avrebbe dovuto avere il Consiglio di Stato, organo che prenderà il posto del Congresso, insieme a una dichiarazione che consentirà di prolungare il mandato del Parlamento di Tobruk, in scadenza il prossimo 21 ottobre. Nella giornata di ieri i rappresentanti del Parlamento di Tobruk hanno inviato a León una lista con i nomi di 12 persone candidate a guidare il futuro Governo unitario libico. I membri del Congresso dovrebbero invece avanzare proposte per i vicepremier. La partecipazione della delegazione del Congresso di Tripoli ai colloqui che si terranno oggi e domani a Ginevra è stata confermata anche da una nota dell agenzia di stampa «Lana», che fa capo al Governo di Tripoli. Intanto, però, la Libia resta nel caos. Oltre ai sanguinosi scontri a Bengasi e Derna le condizioni di vita degli abitanti di Sirte città costiera libica controllata dal cosiddetto Stato islamico (Is) sono peggiorate nelle ultime settimane. Lo riferiscono gli stessi abitanti sottolineando la mancanza di medicine, le linee telefoniche interrotte e i negozi di alimentari chiusi. Udienza del Papa al presidente dello Stato di Israele Nella mattina di giovedì 3 settembre, nel Palazzo apostolico vaticano, Papa Francesco ha ricevuto in udienza Reuven Rivlin, presidente dello Stato d Israele, che ha incontrato successivamente il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, accompagnato dal segretario per i Rapporti con gli Stati, l a rc i v e s c o - vo Paul Gallagher. Durante i cordiali colloqui è stata affrontata la situazione politica e sociale del Medio oriente, segnata da diversi conflitti, con particolare attenzione alla situazione dei cristiani e di altri gruppi minoritari. Al riguardo è stata rilevata l importanza del dialogo interreligioso e la responsabilità dei leader religiosi nella promozione della riconciliazione e della pace. Si sono evidenziate la necessità e l urgenza di promuovere un clima di fiducia tra israeliani e palestinesi, e di riavviare i negoziati diretti per raggiungere un accordo rispettoso delle legittime aspirazioni dei due popoli, come contributo fondamentale alla pace e alla stabilità della regione. Sono state affrontate anche alcune questioni riguardanti i rapporti tra lo Stato d Israele e la Santa Sede, e tra le autorità statali e le comunità cattoliche locali, auspicando una pronta conclusione dell accordo bilaterale in corso di elaborazione e una soluzione adeguata di alcune questioni di comune interesse, tra cui quella riguardante la situazione delle scuole cristiane nel Pa e s e. obiettivo è quello di garantire alle persone che ne hanno diritto la protezione internazionale. Secondo, dobbiamo acquisire un maggiore controllo dei flussi di popolazione di massa». Inoltre, Tusk ha sottolineato che «la chiave per molte delle sfide legate alle migrazioni è nelle relazioni con i Paesi terzi. Serve un legame più forte fra politica estera, affari interni e sviluppo». Intanto, ha fatto scalpore ieri la notizia per cui nella Repubblica ceca i poliziotti scrivevano numeri a pennarello indelebile sui polsi dei migranti per identificarli. Oggi un portavoce della polizia ha riferito che la cosa non si ripeterà più, che la misura è stata assunta «in una situazione caotica» e serviva solo a evitare che i bambini fossero separati dalle madri. Si fa sempre più critica la situazione in Ungheria. «I leader europei hanno dimostrato chiaramente di non essere in grado, di non avere la capacità di gestire la situazione» ha dichiarato oggi Viktor Orbán. «È noto che tocca ai singoli Paesi controllare le frontiere esterne. E questo sta facendo l Ungheria». E nel frattempo, oggi la polizia ungherese ha riaperto la stazione ferroviaria internazionale di Budapest, che è stata immediatamente presa d assalto dai migranti. La stazione era stata sgomberata e chiusa all accesso dei profughi due giorni fa, il primo settembre. Nelle ultime 24 ore sono i migranti e i profughi entrati in Ungheria e diretti in Germania, Austria e altri Paesi del nord Europa. L ingresso principale della stazione Keleti è stato riaperto poco prima delle 8.15 (ora locale) e i migranti c i rc a duemila erano bloccati nella capitale ungherese da martedì si sono immediatamente precipitati all interno, dirigendosi verso un treno fermo a uno dei binari, cercando di salire attraverso le porte e i finestrini. La polizia ungherese ha intensificato i controlli lungo l autostrada a ridosso del confine con la Serbia e nelle ultime ore ha arrestato 26 trafficanti di esseri umani 25 ungheresi e un serbo che sulle loro auto trasportavano 184 migranti clandestini, in prevalenza cittadini siriani. Ma il dramma dell immigrazione non riguarda soltanto l Europa. Una nave con almeno settanta persone a bordo, molto probabilmente migranti indonesiani, è affondata oggi davanti alla costa occidentale della Malaysia provocando la morte di almeno 13 persone. Per il momento i sopravvissuti, tratti in salvo da pescatori locali, sono una decina. Macerie provocate dai combattimenti nell area di Douma a Damasco (Afp) DA M A S C O, 3. Non conoscono tregua le violenze in Siria e Iraq. Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno condotto nelle ultime ore tredici raid aerei contro postazioni del cosiddetto Stato islamico (Is): otto in Iraq e cinque in Siria. Tra le aree colpite, quelle di Baiji e Mosul in Iraq e quella di Raqqa in Siria. Le milizie dell Is stanno avanzando nel sobborgo meridionale di Al Qadam a Damasco, di cui controllano ormai circa metà del territorio. I jihadisti sono impegnati in combattimento non solo con le truppe di Assad, ma anche con altre formazioni del fronte dei ribelli siriani. Si è dunque spezzata quella che in un primo momento era sembrata stando al giudizio dei media un alleanza tra l Is e i ribelli in funzione anti-assad. Gli uomini di Al Baghdadi si trovano ad appena otto chilometri di distanza dalla moschea degli Ommayyadi, nel cuore della città, e a 45 minuti dal palazzo presidenziale di Assad, nel quartiere occidentale di Dummar. E intanto, ha provocato ieri almeno dieci morti e venticinque feriti l esplosione di un autobomba a Latakia, città della Siria occidentale e storica roccaforte del presidente Assad. Lo ha riferito l agenzia di stampa ufficiale siriana Sana, precisando che l esplosione è avvenuta in piazza Al Hammam. Ma la violenza imperversa anche in Iraq. Almeno sei persone sono rimaste uccise e 24 ferite ieri per l esplosione di quattro bombe nei sobborghi della capitale Baghdad, secondo fonti del ministero dell Interno. Una bomba esplosa in un mercato all ingrosso di frutta e verdura ad Ameriya, nell ovest della Ai sacerdoti di Schönstatt Il polso del tempo Stare «con l orecchio nel cuore di Dio e la mano nel polso del tempo». Ai sacerdoti di Schönstatt ricevuti in udienza giovedì mattina, 3 settembre, nella Sala del Concistoro il Papa ha riproposto l invito del fondatore, padre Josef Kentenich, indicando loro tre atteggiamenti fondamentali: contemplazione, servizio, fraternità. Il Pontefice ha ricordato che il carisma «non è un pezzo da museo, che resta intatto in una vetrina, per essere contemplato e nulla più»; bisogna invece «aprirlo e lasciare che esca, affinché entri in contatto con la realtà, con le persone, con le loro inquietudini e i loro problemi». Da qui due raccomandazioni particolari: accompagnare e guidare le famiglie, soprattutto quelle che attraversano momenti di crisi e di difficoltà, e dedicarsi al sacramento della confessione durante il prossimo giubileo della misericordia. PAGINA 8 città, ha ucciso tre persone e ferito altre cinque. Gli altri attentati sono avvenuti in una località a 20 chilometri a sud di Baghdad (un morto e otto feriti); a Husseiniya, 25 chilometri a nord-est (un morto e sei feriti), e a Talibiya, nell est della capitale (un morto e cinque feriti). L Is ha intanto riconquistato parte della città irachena di Baiji, dove ha sede la più grande raffineria di petrolio del Paese. La notizia è stata riferita dal Pentagono. Il capitano Jeff Davis ha confermato il sostegno degli Stati Uniti alle truppe irachene e si è detto «preoccupato» per gli ultimi sviluppi. Nel frattempo, un nuovo allarme sulle ricadute umanitarie dei conflitti è stato lanciato ieri dalle Nazioni Unite. I combattimenti stanno impedendo a ben 13,4 milioni di bambini di andare a scuola: il dato è stato diffuso dall Unicef (il fondo delle Nazioni Unite per l infanzia). Solo in Siria, Iraq, Yemen e Libia sono fuori uso scuole o perché sono state danneggiate o distrutte o perché vengono usate come basi dalle parti. Migliaia di insegnanti sono fuggiti dai Paesi d origine e ci sono un infinità di genitori preoccupati per l incolumità dei propri figli che scelgono di non mandarli in classe per i pericoli nel tragitto tra casa e scuola. «Non solo ci sono scuole in rovina, ma stanno andando in rovina anche i sogni e le aspettative per il futuro di generazioni di bambini» ha detto il direttore regionale di Unicef per il Medio oriente e il Nord Africa, Peter Salama, durante la presentazione del rapporto intitolato «Education Under Fire». NOSTRE INFORMAZIONI Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eccellenza il Signor Reuven Rivlin, Presidente dello Stato di Israele, e Seguito. Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza l Eminentissimo Cardinale George Pell, Prefetto della Segreteria per l Economia; Sua Eccellenza Monsignor Anselmo Guido Pecorari, Arcivescovo titolare di Populonia, Nunzio Apostolico in Bulgaria e in Macedonia. Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in udienza Sua Eccellenza il Signor Ephraim Mirvis, Gran Rabbino di Gran Bretagna e del Commonwealth, e Seguito.

2 pagina 2 L OSSERVATORE ROMANO venerdì 4 settembre 2015 Militari ucraini di pattuglia ai margini di un campo minato (Afp) I dossier sul tavolo del Consiglio direttivo della Bce D raghi alla ricerca della ripresa C re s c i t a mo derata per l economia mondiale WASHINGTON, 3. «La crescita globale rimane moderata, riflettendo un ulteriore rallentamento nelle economie emergenti e una debole ripresa nelle economie avanzate. In un contesto di crescente volatilità dei mercati finanziari, dal calo dei prezzi delle materie prime, gli afflussi di capitali più deboli, e il deprezzamento delle valute dei mercati emergenti, i rischi al ribasso per le prospettive sono aumentati, soprattutto per i mercati emergenti e in via di sviluppo». Questa la diagnosi resa nota ieri dal Fondo monetario internazionale (Fmi) in un documento per il G20 dei ministri finanziari che si terrà il 4 e 5 settembre ad Ankara. «La crescita globale nel primo semestre del 2015 è stato inferiore rispetto al secondo semestre del 2014, riflettendo un ulteriore rallentamento nelle economie emergenti e una ripresa più debole nelle economie avanzate» scrive l Fmi. Nelle economie avanzate «le esportazioni più deboli, riflettendo in parte fattori temporanei, e di un rallentamento della domanda interna sono stati fattori chiave». La crescita della produttività è stata persistentemente debole. Nelle economie emergenti «il rallentamento riflette una continuazione della regolazione dopo il post-crisi degli investimenti e del credito, insieme con le conseguenze del calo dei prezzi delle materie prime, tensioni geopolitiche e conflitti in un certo numero di Paesi». Nelle economie avanzate riporta ancora il Fondo «l attività economica si prevede in crescita modesta nel secondo semestre dell anno e nel 2016; nei Paesi emergenti la crescita delle economie quest anno si prevede che rallenterà di nuovo rispetto al 2014; qualche rimbalzo è stimato il prossimo anno, come le condizioni delle economie in difficoltà, pur rimanendo difficili, dovrebbero migliorare». FRANCOFORTE, 3. Si tiene oggi il consiglio della Bce (Banca centrale europea), il primo dopo la pausa estiva. Sul tavolo di Mario Draghi arriveranno i nuovi scenari macro e l esame dell andamento dell economia dell eurozona con la molto probabile revisione delle stime di inflazione e crescita. Crisi cinese, prezzi in calo delle materie prime, in particolare del petrolio, e rischio elezioni in Grecia sono i fattori che, al momento, sono stati tenuti sotto controllo anche nelle peggiori giornate di agosto. Una riflessione aggiuntiva sarà fatta poi sull incognita dei tassi che la Fed potrebbe decidere di alzare nella riunione del settembre. Draghi e i governatori europei discuteranno anche sicuramente dell ultimo Beige Book, il rapporto periodico della Fed che scatta una fotografica dell economia americana. Le ultime analisi la danno in «crescita mode- BANGUI, 3. Il primo turno delle elezioni parlamentari e presidenziali previste per il 18 ottobre prossimo nella Repubblica Centroafricana è a rischio, a causa rilevano gli analisti internazionali dei preparativi che procedono a rilento. «In diverse zone del Paese ci sono ancora comuni dove il censimento non è finito, mentre in altre zone non è nemmeno rata» ma, in previsione, continua nel futuro. Tuttavia, se questo sarà sufficiente per convincere il governatore della Fed, Janet Yellen, ad alzare i tassi rafforzando così il dollaro, rendendo più appetibili i titoli americani, è tutto da vedere. Ormai assodato che la Cina è entrata in una fase negativa, è molto probabile una revisione al ribasso da parte della Bce delle stime sull inflazione per il triennio , a cominciare dall esangue più 0,3 per cento previsto per quest anno, che verosimilmente sarà ulteriormente ridotto. L altro dossier sul tavolo di Draghi sarà quello greco, con le elezioni anticipate del 20 settembre. Stando ai sondaggi, i conservatori di Nea Dimokratia sembrano al momento aver completato la rimonta nei confronti del partito di estrema sinistra Syriza. Un nuovo sondaggio in vista delle elezioni anticipate li dà infatti in seppur lievissimo vantaggio sul partito dell ex premier Alexis Tsipras. Nea Dimokratia è accreditata del 25,3 per cento delle intenzioni di voto a fronte del 25 per cento netto attribuito a Syriza. Lo stesso leader ad interim della formazione di centro-destra, Evangelos Meimarakis, appare ormai più popolare rispetto a Tsipras. Nel pomeriggio un altro sondaggio aveva previsto un testa a testa tra Syriza e Nuova Democrazia, con il partito di Tsipras leggermente in vantaggio (23 contro 22,6 per cento). I preparativi procedono a rilento Elezioni centroafricane a rischio cominciato», hanno precisato ai giornalisti fonti qualificate nella capitale, Bangui. Rimane poi aperta la delicata questione del voto dei centroafricani residenti negli altri Paesi, che sarebbero ancora tutti da registare. Tutte indicazioni che hanno indotto il presidente del Consiglio nazionale di transizione, A l e x a n d re Il Parlamento di Bangui (Afp) L Osce invita le parti in conflitto a rispettare gli accordi di Minsk Altri colloqui sulla crisi ucraina BELGRAD O, 3. Un appello alle parti in causa nel conflitto in Ucraina a rispettare gli accordi di Minsk è venuto dal presidente di turno dell Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), il ministro degli Esteri serbo, Ivica Dačić, il quale ha annunciato al tempo stesso che un incontro della troika Osce si terrà il 19 settembre in Germania allo scopo di favorire la ripresa dei colloqui per una soluzione della crisi ucraina. Parlando in una conferenza stampa a Belgrado Dačić ha detto che la tregua, la verifica sul ritiro degli armamenti pesanti, la normalizzazione della vita quotidiana, Ferdinand Nguendet, a definire «non sostenibile» l attuale calendario elettorale, concordato nei mesi scorsi a seguito di un incontro tra funzionari del Governo di transizione guidato dalla presidente ad interim, Catherine Samba Panza, e i donatori internazionali, in particolare l Unione europea e il Programma della Nazioni Unite per lo sviluppo. Oltre alle legislative del 18 ottobre, Nguendet ha indicato come «molto improbabile» la possibilità di svolgere il previsto referendum sulla nuova Costituzione, appena approvata dai deputati dello stesso Consiglio nazionale. L unica istituzione con il potere di rinviare le consultazioni, l Autorità nazionale elettorale (Ane), non ha ancora preso posizione, ma negli scorsi giorni ha assistito alle dimissioni del suo vice presidente, Godefroy Mokamanede. In una dichiarazione fatta pervenire alla stampa, il funzionario ha notato, tra l altro, che lo scarto tra i fondi messi a disposizione e quelli effettivamente necessari «resta ancora importante e le prospettive per colmarlo non sono rassicuranti». Preoccupano, inoltre, secondo l ex vice presidente dell autorità, le difficoltà nella distribuzione del materiale elettorale, che in alcune aree, vista la mancanza di mezzi e l impraticabilità delle strade, dev essere effettuata a piedi. La stessa sicurezza dell Ane non è garantita, secondo Mokamanede, che ricorda come i suoi componenti siano stati aggrediti in passato da bande di giovani e come la protezione della sede sia affidata «semplicemente a trenta uomini disarmati». In questo difficile clima ha già preso il via, tuttavia, la campagna elettorale. il prosieguo del processo politico e lo svolgimento di elezioni locali saranno il segnale della fine della guerra in Ucraina e del ripristino della pace. Nel frattempo, l Ue ha deciso all unanimità di prorogare le sanzioni contro 150 persone e 37 entità russe e ucraine ritenute responsabili delle minacce all integrità e alla sicurezza dell Ucraina. Tali sanzioni, da distinguere rispetto a quelle economiche decise più recentemente e in vigore fino alla fine dell anno, consistono nel blocco dei beni e nel divieto di circolazione delle persone in Europa e sarebbero scadute a metà settembre. Il Cairo garantirà la sicurezza durante le legislative IL CA I R O, 3. Le forze di sicurezza egiziane saranno in grado di garantire la sicurezza dei cittadini durante le elezioni legislative, in programma dal 17 ottobre fino ai primi di dicembre. Lo ha assicurato ieri il ministro degli Interni, Magdy Abdel Ghaffar, citato dalla stampa locale. Per il ministro, garantire la sicurezza del processo elettorale è una responsabilità imprescindibile e «l Egitto non soccomberà ai terroristi». Dopo oltre tre anni senza un Parlamento, il Paese tornerà alle urne dal 18 ottobre per eleggere i nuovi deputati. La consultazione in due fasi entrambe a doppio turno, divisa per aree geografiche, si concluderà ai primi di dicembre. Si tratta delle terza e ultima tappa della road map di transizione democratica, dopo l adozione della nuova Costituzione e le presidenziali vinte dall ex generale Abdel Fattah El Sisi nella primavera dello scorso anno. Investimenti stranieri in Angola L esercito tunisino arresta sei presunti terroristi TUNISI, 3. Unità della Guardia nazionale tunisina di Medenine, in collaborazione con la brigata antiterrorismo di l Aouina, hanno tratto in arresto ieri quattro persone con l accusa di introdursi in Tunisia dalla Libia per raggiungere i gruppi terroristici operanti sul monte Chaambi e unirsi alla brigata jihadista Okba Ibn Nafaa. Lo ha reso noto il ministero dell Interno di Tunisi, che specifica che le indagini dell antiterrorismo hanno permesso di stabilire l implicazione di alcuni degli arrestati negli attentati terroristici di Sousse del giugno scorso e di Monastir nel Uno dei fermati presenta gravi ferite dovute alla sua partecipazione a combattimenti sul territorio libico. In un altra operazione, unità della Guardia nazionale e dell esercito sono invece riuscite a bloccare due estremisti islamisti considerati pericolosi dalle autorità, che dalla città tunisina di Ben Guerdane stavano cercando di introdursi in Libia per raggiungere i campi di addestramento jihadisti. ABUJA, 3. Droni per contrastare il contrabbando di petrolio in Nigeria. Il piano, che promette di bloccare pirati e trafficanti nell arco di appena otto mesi, è stato presentato ieri dal direttore della società statale che gestisce l estrazione del greggio. «Prendiamo misure coordinate che comprendono l invio di droni per controllare le nostre petroliere nelle acque territoriali», ha detto Ibe Kachikwu, numero uno della Nigerian National Petroleum Corporation (Nnpc). Per contrastare il contrabbando di petrolio Droni in Nigeria Il piano prevede l impiego di aerei senza pilota anche per monitorare i tracciati degli oleodotti sulla terraferma. Secondo Kachikwu, tra il giugno 2014 e il giugno 2015 la Nnpc ha accertato circa quattromila tentativi di sottrarre prodotti petroliferi. Stime in linea con quelle del Governo, secondo il quale ogni giorno nel Paese è trafugata una quantità di greggio equivalente a barili. Il piano non prevede soltanto una stretta repressiva. «La sicurezza degli oleodotti ha ammesso Kachikwu può essere garantita nel modo migliore dalle comunità; stiamo cercando di mettere a punto incentivi che facciano loro vedere le pipeline come loro proprie». Un obiettivo tutt altro che facile da raggiungere: proprio la mancanza di ricadute sociali positive per la popolazione, a fronte dell arricchimento delle multinazionali, è stata all origine di rivolte come quella, tra il 2006 e il 2009, del Mend, il Movimento per l emancipazione del Delta del Niger. LUA N D A, 3. Nel primo semestre del 2015, gli investimenti stranieri in Angola sono ammontati a 600 milioni di dollari. Una cifra che sale a 1,6 miliardi se si includono gli investimenti effettuati da imprese private angolane. Tra i capitali investiti nella nazione africana nei primi sei mesi dell anno, rivela l Agenzia nazionale per gli investimenti privati, non appaiono quelli provenienti da aziende italiane, nonostante a luglio scorso Roma sia stata scelta dalle autorità locali come socio privilegiato per raggiungere l obiettivo di diversificare l economia locale, a oggi dipendente principalmente dall industria petrolifera. I settori principali individuati dal Governo di Luanda per la diversificazione dell economia angolana sono l agricoltura e il manifatturiero. L OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum Città del Vaticano o r n e o s s ro m.v a w w w. o s s e r v a t o re ro m a n o.v a POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt GI O VA N N I MARIA VIAN direttore responsabile Giuseppe Fiorentino v i c e d i re t t o re Piero Di Domenicantonio cap oredattore Gaetano Vallini segretario di redazione Servizio vaticano: vaticano@ossrom.va Servizio internazionale: internazionale@ossrom.va Servizio culturale: cultura@ossrom.va Servizio religioso: religione@ossrom.va Servizio fotografico: telefono , fax photo@ossrom.va w w w. p h o t o.v a Segreteria di redazione telefono , fax s e g re t e r i o s s ro m.v a Tipografia Vaticana Editrice L Osservatore Romano don Sergio Pellini S.D.B. direttore generale Tariffe di abbonamento Vaticano e Italia: semestrale 99; annuale 198 Europa: 410; $ 605 Africa, Asia, America Latina: 450; $ 665 America Nord, Oceania: 500; $ 740 Abbonamenti e diffusione (dalle 8 alle 15.30): telefono , fax , , info@ossrom.va d i f f u s i o n o s s ro m.v a Necrologie: telefono , fax Concessionaria di pubblicità Il Sole 24 Ore S.p.A. 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3 venerdì 4 settembre 2015 L OSSERVATORE ROMANO pagina 3 L intesa sul nucleare iraniano supera un nuovo scoglio WASHINGTON, 3. La Casa Bianca si è dichiarata ieri «incoraggiata» dall ultima conta al Senato per quanto riguarda l accordo sul nucleare iraniano. «Quando la posta è così alta ha affermato il portavoce Josh Earnest ogni voto è importante». L Amministrazione ha raggiunto la soglia di 34 senatori favorevoli all accordo, numero sufficiente a blindare l intesa. Perché, in base a quanto previsto dalla Costituzione, il presidente potrebbe ora porre il veto contro una legge mirante a cancellare l accordo. Fondamentale è stata l intenzione di voto espressa della senatrice democratica del Maryland, Barbara Mikulski. La Casa Bianca, dopo avere superato il rischio del boicottaggio proposto dall opposizione repubblicana, mira adesso a raggiungere i 41 voti favorevoli da parte dei senatori, in modo da scongiurare la stessa eventualità del veto presidenziale. L Amministrazione Obama continuerà a fare pressione «fino all ultimo momento» per avere il numero maggiore possibile di voti, ha chiosato il segretario di Stato americano, John Kerry. «Trentaquattro voti ha continuato sono sufficienti perché il presidente possa porre un eventuale veto. Ma questo non è soddisfacente per noi, vogliamo cercare di andare oltre e continueremo a cercare consensi». Secondo il capo della diplomazia statunitense l accordo, raggiunto il 14 luglio a Vienna e su cui Capitol Hill si dovrà esprimere entro il 17 settembre, fa quello che le sanzioni «non sarebbero mai state in grado di fare». Ferma cioè l espansione in chiave militare del programma nucleare iraniano. La bocciatura dell intesa esporrebbe invece a rischi che, sempre secondo Kerry, nessuno è al momento in grado di quantificare. Per il portavoce dello speaker della Camera dei rappresentanti, il repubblicano John Boehner, la Casa Bianca non ha comunque nulla per cui festeggiare. «Forzare un cattivo accordo, nonostante le obiezioni del popolo americano e della maggioranza del Congresso, non è una vittoria per il presidente Barack Obama», ha detto Cory Fr i t z. Il perdurante clima di violenza aggrava la situazione umanitaria Duplice attentato in una moschea a Sana a SANA A, 3. I miliziani del cosiddetto Stato islamico (Is) hanno rivendicato con una dichiarazione su twitter il duplice attentato che ha colpito ieri la moschea sciita di Al Jiraf, a nord della capitale yemenita, Sana a, uccidendo almeno 28 persone secondo il ministero della Sanità controllato dai ribelli sciiti huthi. Tra le vittime vi sarebbe anche un bambino. Un attentatore suicida ha fatto esplodere la sua cintura esplosiva durante la preghiera dei fedeli sciiti nella moschea. Pochi minuti dopo un autobomba è esplosa all esterno dell edificio, colpendo i soccorritori e coloro che erano scampati alla prima esplosione. La moschea è nota per essere frequentata dai sostenitori dei ribelli huthi ed era già stata colpita da un autobomba nei mesi scorsi, uccidendo cinque persone. Anche quell attentato era stato rivendicato dal cosiddetto Stato islamico. Intanto, in un clima di violenza generalizzata che attanaglia lo Yemen, due membri dello staff del Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr) sono stati uccisi ieri da uomini armati non identificati che hanno aperto il fuoco sulla loro auto. L agguato è avvenuto nella provincia di Amran, a nord di Sana a. Nei giorni scorsi uomini armati non identificati avevano preso d assalto l edificio del Cicr ad Aden, nel sud dello Yemen, e 14 membri membri Nel settantesimo della fine della seconda guerra mondiale Parata a Pechino PE C H I N O, 3. Si è conclusa a Pechino la grande parata militare per celebrare il settantesimo anniversario della fine della seconda guerra mondiale. Insieme al presidente cinese, Xi Jinping, a piazza Tienanmen erano presenti numerosi leader stranieri: tra questi il segretario generale dell Onu, Ban Ki-moon, il presidente russo, Vladimir Putin, e la presidente sudcoreana, Park Geun Hye. «Settant anni fa oggi la Cina era in guerra. Sono state perse molte vite coraggiose», ha detto il presidente Xi durante il suo discorso, con il quale ha anche annunciato che le forze armate cinesi, le più grandi del mondo con 2,2 milioni di soldati, subiranno un taglio di unità. Perché, ha sottolineato il capo dello Stato, «noi amiamo la pace e non cerchiamo né l egemonia sugli altri popoli né di espanderci». La parata, si è conclusa, come riporta la China Central Television, con palloncini lasciati volare in cielo a rappresentare «il desiderio della Cina per la pace nel mondo». Allarme dell Onu sulle condizioni di vita nel territorio palestinese Entro il 2020 Gaza diventerà invivibile TEL AV I V, 3. Se persisteranno le attuali tendenze economiche, la Striscia di Gaza potrebbe diventare «invivibile» entro il Questo il nuovo monito giunto dalle Nazioni Unite a oltre un anno di distanza dall ultimo conflitto che ha segnato il territorio palestinese controllato da Hamas. Uno studio pubblicato ieri e condotto dalla Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (Unctad) sulla situazione nella Striscia ha infatti concluso che per fare in modo che Gaza sia un luogo vivibile nel 2020, quando la popolazione sarà salita 2,1 milioni, ci sarà bisogno di «sforzi erculei in settori quali sanità, istruzione, energia, acqua e servizi igienici». Tuttavia afferma il rapporto «invece di tali sforzi, la tragedia di Gaza si è aggravata e il suo de-sviluppo si è accelerato». Per gli esperti dell Unctad, otto anni di blocco economico e la costante tensione negli ultimi sei anni hanno «annientato la capacità di Gaza di esportare e di produrre per il mercato interno, hanno devastato la sua infrastruttura già debilitata, impedito la ricostruzione e la ripresa economica». Questi ultimi anni hanno di fatto «accelerato la regressione economica del Territorio palestinese aggiunge l Unctad secondo un processo che non solo ha ostacolato lo sviluppo, ma ne ha invertito il corso». Non è la prima volta che l Onu e le ong internazionali lanciano l allarme sulla situazione nel territorio palestinese. Pochi mesi fa erano state alcune ong, fra le quali l Oxfam, a parlare di una situazione disastrosa sul piano economico e non solo. Nell ultima conferenza dei Paesi donatori per la ricostruzione nella Striscia, erano stati presi impegni per lo stanziamento di almeno 3,5 miliardi di dollari. Queste promesse, ad almeno un anno di distanza, sono lontane dall essere mantenute: le condizioni di vita di moltissimi abitanti continuano a peggiorare, mentre ancora nessuna delle case distrutte durante l ultimo conflitto è stata ricostruita; persone sono senza un tetto e molte altre famiglie vivono in scuole o ricoveri di fortuna. Secondo il rapporto delle ong, occorre trovare quanto prima una soluzione politica per prolungare il cessate il fuoco e stabilizzare la situazione della Striscia di Gaza. I Paesi donatori si legge nel rapporto devono esercitare «una decisa pressione politica», onde ottenere tanto un cessate il fuoco permanente dello staff internazionale erano quindi stati evacuati dal Paese. Il Comitato internazionale della Croce rossa ha condannato «con la massima fermezza» l uccisione di due membri del proprio staff, in quello «che sembra essere stato un attacco deliberato contro il nostro personale». I nostri pensieri «vanno alle famiglie e alle persone care dei nostri colleghi uccisi», ha detto il capo della delegazione del Cicr in Yemen, Antoine Grande, citato in un comunicato. Per il Comitato internazionale della Croce rossa è «prematuro determinare l impatto di questo incidente spaventoso sulle operazioni dell organizzazione in Yemen per aiutare la popolazione». Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, si è detto ieri sera preoccupato per il deteriorarsi della situazione umanitaria nello Yemen e ne parlerà domani alla Casa Bianca con il re saudita Salman. I due capi di Stato nel corso dell incontro affronteranno anche i temi legati ai mercati dell e n e rg i a. L interno della moschea colpita dall attentato (Ansa) Bogotá pronta a ricorrere alla Corte penale internazionale Si acuisce la crisi tra Venezuela e Colombia BO GOTÁ, 3. La crisi umanitaria scatenata dalla chiusura della frontiera fra Venezuela e Colombia, che ha già compromesso i rapporti bilaterali tra i due Paesi sudamericani, potrebbe aggravarsi ancora. La Procura di Bogotá, infatti, è pronta ad accusare il Governo venezuelano di Nicolás Maduro di «crimini di lesa umanità». È stato lo stesso presidente colombiano, Juan Manuel Santos, ieri in un duro discorso alla televisione nazionale, a evocare la possibilità di un ricorso alla Corte penale internazionale (Cpi, con sede all Aja). L intervento di Santos è arrivato dopo che l O r- ganizzazione degli Stati americani si è rifiutata di convocare un vertice per esaminare la crisi, mentre l Unione delle Nazioni sudamericane, ha sostenuto che ogni possibile incontro è impossibile organizzarlo prima della settimana prossima. La stampa colombiana ha informato di oltre allontanamenti di colombiani dal Venezuela, spesso portati a termine con brutalità e accompagnati dalla distruzione delle loro case, mentre organismi privati parlano di oltre duecento bambini separati dalle loro famiglie dopo le espulsioni. Da Caracas, però, il Governo ha negato tutto, sostenendo che si tratta di «volgari bugie», come ha ribadito il presidente del Parlamento, Diosdado Cabello, secondo il quale non vi è stato alcun abuso «nell espulsione di stranieri irregolari». La chiusura della frontiera, ha quanto un assunzione di responsabilità di tutte le parti, in modo da evitare possibili nuove escalation delle violenze. E intanto, in queste ultime ore la tensione al confine tra Gaza e Israele è tornata alta. L esercito israeliano ha attaccato nella notte una postazione militare di Hamas a Gaza dopo il lancio di alcuni ordigni. Secondo i militari di Tel Aviv, da quella postazione erano partiti degli attacchi contro abitazioni nel sud di Israele. Fonti della sicurezza palestinese confermano che due missili dell aviazione israeliana hanno colpito un campo di addestramento delle Brigate Ezzedine Al Qassam (formazioni che sono considerate il braccio armato di Hamas) nella località di Beit Lahiya, uno dei sobborghi di Gaza. Non si registrano vittime. precisato Cabello, è stata decisa per combattere «il contrabbando di prodotti venezuelani e i paramilitari che infestano la zona». Maduro ha rincarato la dose, affermando che dalla Colombia non solo si organizza la «guerra economica» a suo avviso responsabile della grave crisi che attraversa il Venezuela ma sono anche in preparazioni complotti per ucciderlo. Il presidente colombiano ha subito respinto queste accuse, definendole «assurde e fuori dalla realtà». Santos ha così annunciato un ricorso alla Commissione interamericana dei Diritti umani (Cidh), all O rganizzazione mondiale per le migrazioni e l Alto commissariato dell Onu per i diritti umani. Una prima risposta è già arrivata: il segretario della Cidh, Emilio Álvarez, si è detto molto preoccupato dalla situazione, chiedendo al Venezuela di «sospendere le sue attività alla frontiera, per creare condizioni che permettano di proteggere i diritti dei colombiani che vivono nella zona». Maduro ha subito risposto che «è la Colombia che deve recuperare il buonsenso». Il presidente guatemalteco rassegna le dimissioni CITTÀ DEL GUAT E M A L A, 3. Il presidente del Guatemala, Otto Pérez, accusato di corruzione e frode, ha rassegnato oggi le dimissioni. Lo ha riferito il portavoce presidenziale, Jorge Ortega, citato dalla stampa locale. La decisione arriva dopo che ieri il Parlamento ha ritirato l immunità al capo dello Stato, eletto nel 2012, consentendo alla procura di incriminarlo per corruzione. Successivamente, il procuratore generale ha emesso un mandato di arresto nei suoi confronti. L avvocato del presidente ha annunciato che Pérez si presenterà a breve davanti al giudice. Assieme ad alcuni esponenti del Governo, il capo dello Stato è accusato di avere organizzato una rete di frodi doganali: secondo la procura avrebbero ricevuto tangenti da imprenditori per ridurre i dazi. Il caso ha come protagonista la ex vice presidente, Roxana Baldetti, che si è dimessa dall incarico l 8 maggio ed è stata arrestata il 22 L AVA N A, 3. Riprendono la prossima settimana all Avana i colloqui tra Unione europea e Cuba per il raggiungimento di un accordo politico e di cooperazione. «Ma non sarà l ultimo», precisano fonti da B ru x e l l e s. I negoziatori europei si riuniranno con i colleghi cubani il 9 e 10 settembre per il quinto round di trattative, L ultimo incontro aveva avuto luogo a metà giugno nella D ialogo tra Ue e Cuba agosto. Il «New York Times» scrive che Baldetti secondo la procura avrebbe incassato tangenti del 50 per cento su tutti i dazi doganali, per un totale di 3,8 milioni di dollari, tra il maggio del 2014 e lo scorso aprile. In cambio, scrive sempre il quotidiano statunitense, avrebbe assicurato agli imprenditori e ai commercianti la riduzione dei dazi. Attualmente è detenuta in una base militare. Uno dei suoi principali collaboratori, Juan Carlos Monzón, latitante, è accusato di avere avuto un ruolo centrale nel sistema di corruzione. Altri ministri sono stati incriminati e si sono dimessi, incluso il titolare delle Finanze, Dorval Carías. Domenica prossima sono in programma le elezioni presidenziali anticipate, che si terranno comunque. Otto Pérez non sarebbe stato rieleggibile: il mandato da presidente del Guatemala dura quattro anni e non è rinnovabile. Il suo sarebbe scaduto il 14 gennaio capitale belga: colloqui definiti produttivi, che avevano fatto registrare un progresso più sugli aspetti della cooperazione economica che politica. D accordo con quella europea, la parte cubana ha confermato che l intesa corrispondente all asp etto commerciale è sostanzialmente conclusa, ma restano aperti temi sensibili sulla cooperazione, in particolare la questione migratoria.

4 pagina 4 L OSSERVATORE ROMANO venerdì 4 settembre 2015 Mamme colte in pose naturali mentre ridono e piangono coccolano o allattano i loro bambini In bianco e nero per fissare l attenzione sulle emozioni La fotografa con le sue figlie di N ELENA BUIA RUTT ato quattro mesi fa in una piccola città della Florida, da un idea della fotografa Natalie McCain, «The Honest Body Project» sta catturando l interesse della stampa internazionale: si tratta di un sito internet che raccoglie fotografie di donne, soprattutto mamme, ritratte in bianco e nero dalla McCain stessa, accanto ai loro figli. «Ho iniziato il progetto dopo aver visto soffrire molte persone che amo», ci ha detto Natalie McCain. «Le ragazze giovani soffrono profondamente per via dell immagine del proprio corpo e i social media hanno reso questo problema ancor più grave di quanto non lo fosse già». La pressione che grava sul corpo femminile, affinché si uniformi a standard di piacevolezza socialmente condivisi, dettati per lo più da una mentalità maschile, è ciò a cui «The Honest Body Project» intende reagire: «Voglio aiutare le madri a trasmettere immagini sane del corpo alla prossima generazione di donne che stiamo crescendo e rompere così un ciclo negativo». La pressione che grava sul femminile per ritornare come prima dopo aver avuto un figlio è irrealistica e molto dannosa E lo standard di bellezza accettato nella società occidentale è al 95 per cento stabilito da uomini I ritratti fotografici di McCain, infatti, raffigurano donne normali, colte in pose naturali: donne che ridono, piangono, abbracciano, coccolano o allattano i loro bambini. I loro corpi sono lo specchio di un esperienza di vita autentica, lontana da ogni dover essere : «Tutte le donne sono belle continua la fotografa e na ogni possibilità di distrazione, focalizzando l attenzione sull emotività della rappresentazione. I corpi, fotografati con le loro smagliature, rotondità, cicatrici, anziché corpi deformati, si presentano come corpi in formazione : come costruzione in atto di individualità differenti, ognuna fiera del proprio vissuto anche se a volte dolente e contrastato, ognuna desiderosa di condividere la propria storia. Una storia onesta, come vuole il titolo del progetto, che attraverso il corpo si mostra. «Ho scelto questa parola ribadisce McCain perché ritengo ci sia una falsa rappresentazione delle donne quasi dappertutto. Come cancelliamo con photoshop le nostre imperfezioni, così nascondiamo la nostra verità dolente, finendo per sentirci sole nelle sfide che la vita ci presenta». «The Honest Body Project» è, insomma, un progetto che va contro la spersonalizzazione imperante nella nostra società, partendo dal presupposto che The Honest Body Project della fotografa statunitense Natalie McCain Ritratti di donne normali qualsiasi cosiddetta imperfezione che puoi avere ti rende unica. Lo standard di bellezza della società è stabilito dalle donne solo per il cinque per cento. Senza contare che la pressione che grava sulle donne nel ritornare come prima, dopo aver avuto un figlio, è irrealistica e molto dannosa». La tecnica del bianco e nero usata per i ritratti oltre al nero scelto come unico colore degli indumenti allontadi SI LV I A GUIDI «Buona parte della carriera trascorsa da Reggiani è stata spesa a mettere in evidenza aspetti di una bellezza esitante, quasi prosastica, nella campagna inglese e alle soglie di Roma» scriveva qualche anno fa Enzo Bilardello in un saggio pubblicato nel catalogo della mostra Il giorno dalla notte. Opere dal 1970 al 2012 (Roma, Fondazione Venanzo Crocetti, 2015, pagine 56). L esposizione, allestita a Roma negli spazi ampi e luminosi del Museo Crocetti e visitabile dall 8 al 28 settembre, è un omaggio alla lunga stagione creativa del pittore romano Pino Reggiani, ma sono state volutamente escluse le sue ultime opere perché frutto di una diversa ricerca e sensibilità. «Per esempio continua Bilardello commentando i temi esplorati dall artista in oltre quarant anni di assiduo e tenace lavoro L uomo teme il grigio perché non ha spessore E non ha paura del buio della natura ma del nero in una stanza chiusa snidare la bellezza dove proprio non c è, in ostili architetture industriali dai ferri anneriti o corrosi dalla ruggine; nei gasometri e nei cortili inameni delle periferie urbane. C è poesia? C è bellezza? Certamente nella visione dell artefice che recupera per via di pennello un ritmo, un armonia, una coerenza di spazi dove tutto è grigiore e nudità sconsolata». persona si diventa, non si nasce; intendendo cioè la nostra esistenza come una sorta di bozzetto incompiuto, che l esperienza di vita rifinisce giorno dopo giorno, incidendo anima e corpo con la maestria di un artista, mostrando come la cosiddetta deformazione sia cifra di autenticità e individualità, di formazione cioè di una personalità unica. Le donne fotografate provengono dalla comunità di Natalie McCain a Brevard County, in Florida. Una volta contattata, la fotografa ascolta la storia che ogni donna vuole condividere con lei: si tratta di racconti di maternità gioiosa o sofferta, parole di riscatto dalla violenza subita, storie di resistenza alla malattia attraversata. Insomma, storie di lotta di donne che non gettano la spugna e non vogliono avere più timore di mostrarsi come sono. Spiega McCain: «È il racconto della loro vicenda che mi aiuta a visualizzare il ritratto fotografico che andrò a scattare. Dopo di ciò metto insieme l immagine scattata e la storia raccontata e le posto sul sito web e sui social media. Spero che l emozione non sia trasmessa solo dalla storia, ma anche dal ritratto». Corpi con rotondità e cicatrici sono lo specchio di un esperienza di vita autentica lontana da ogni dover essere Sono corpi in formazione Natalie McCain indica nella fotografia di Brandon Stenton, l autore del popolarissimo blog «Humans of New York», una fonte di ispirazione certa, in virtù della sua emozionalità, della sua capacità di raccontare il vissuto autentico della gente comune, della sua intuizione artistica nell associare immagine e testo. In mostra a Roma la lunga stagione creativa del pittore Pino Reggiani Giorno e notte Nessuna sorpresa allora che l a u t o re abbia potuto trovare ispirazione nella Cloaca Massima, dopo Piranesi, ma con uno spirito lontano da quello di Piranesi, dipingendo una sorta di Moloch che, dopo un lungo percorso sotterraneo, apre le fauci sul Tevere. Nei quadri, spesso molto grandi talvolta disposti ad angolo come nelle tele dedicate ad Anna Frank per permettere allo spettatore di entrare con lo sguardo in uno spazio immersivo, tridimensionale trova spazio lo sgomento di fronte alla forza distruttiva del male e alla profonda, incurabile debolezza dell uomo, paralizzato da mille paure, ostaggio dei suoi errori. Non bisogna censurare i detriti della vita, le ferite inferte e subite, il rimosso che a stento affiora alla coscienza, fatto di cadute ed errori; non è possibile apprezzare a pieno la luce forte e rassicurante del giorno, sembra suggerire il titolo stesso della mostra, senza lasciarsi interpellare e attraversare dall angoscia della notte da cui sorge. Particolarmente illuminanti, a questo proposito, gli appunti dell autore sul ciclo La notte bianca, che documentano un sottile gioco di rimandi fra il grande schermo e la tela: «Da ragazzo vivevo in una città di provincia del basso nord. La nebbia era una condizione di vita, autunno-inverno. Un colore grigio o un non-colore che trasformava noi in parvenze umane immerse nel paesaggio. L uomo ha paura del grigio perché non ha profondità né spessore, ti inghiotte nel nulla. Intorno al 1957 vidi un importante film di Antonioni, Le notti bian- che. Raccontava qualcosa che in quel tempo ci era familiare, o lo era almeno per me, giovane pittore. Ne fui affascinato. Dipinsi qualche quadro aderente all atmosfera in cui il film mi aveva immerso. Vedevo figure statiche paurose del muoversi. Anche il vecchio nonno felliniano di Am a rc o rd si sente perduto nella massa nebbiosa. ( ) L uomo non ha paura del buio della natura ma del nero in una stanza chiusa». Fra i tanti contributi critici contenuti nell edizione monografica che accompagna la mostra tra cui i saggi introduttivi di Ida Mitrano, Lorenzo Canova, Piero Santi e Raffaele De Grada spicca una bella poesia di Rafael Alberti, Los túneles, che bene esprime, in Anche la fotografia di McCain punta dritto al cuore dell emozione. La vicenda che più l ha toccata è stata quella di Geralynn, una donna che ha perso il figlio, Alex, durante il parto. «Era preoccupata che non l avrei voluta fotografare dato che la perdita di un figlio è qualcosa che viene di solito taciuto nei media. Ho pianto quando ho letto la sua storia, ma sapevo che l avrei scelta per fotografarla. Moltissime donne, poi, si sono ritrovate nella sua esperienza e così sono felice di averla condivisa». Natalie è anche una mamma e ci tiene, al termine della nostra intervista, a precisare come la sua fotografia riguardi da vicino la sua vita familiare. «Voglio catturare tutti i momenti della nostra vita che sembrano passare così velocemente. Voglio ricordare per sempre il sorriso sdentato di mia figlia quando ha perso i due denti davanti. Il modo in cui i miei figli sorridono, mettono il broncio o giocano. Scatto fotografie per ricordare per sempre i cambiamenti della vita e per non lasciarli andare via». Il progetto al momento sta ricevendo molti contatti di donne che vogliono raccontarsi. Il sogno di McCain è quello di «raggiungere il maggior numero di donne in tutto il mondo, per fare sì che amino se stesse e si sentano sempre più a proprio agio nei loro corpi». Fragmenta n. 9 (1981) un gorgo di parole ritmate e scandite, il fascino cupo delle tele più dissonanti e drammatiche di Reggiani. «La muchedumbre ciega / que avanza, avanza, avanza, / que parece de pronto / romperse, fragmentarse / que de pronto se une, / se transforma, / que parece de pronto / una mar sin salida, / una mancha de pronto / en la luz, en el viento, / capaz de diluirse, / pero que avanza, avanza / compacta, impenetrable, / muro humano ceñido, / forma insustituible, / patios, jaulas, azules / minios, celestes, negros, / pino reggiani, túnel / sin fin, tremenda, triste, / profunda, honda, puente / cerrado, arquitectura».

5 venerdì 4 settembre 2015 L OSSERVATORE ROMANO pagina 5 Le esperienze quotidiane di un gruppo di reclute della Guardia svizzera chiamate a interpretare se stesse Negli otto mesi dall arruolamento al giuramento A colloquio con Gianfranco Pannone Vo ci di dentro di «D GA E TA N O VALLINI oveva essere un documentario su commissione, ma poi è diventato qualcosa di diverso e di più personale». Il regista Gianfranco Pannone spiega così il docufilm L esercito più piccolo del mondo con il quale il Centro televisivo vaticano (Ctv), per la prima volta in veste di produttore di un lungometraggio, sbarcherà al prestigioso Festival del cinema di Venezia il 9 settembre prossimo. Presentata fuori concorso, la pellicola è dedicata alla Guardia svizzera pontificia. Tuttavia non si tratta di un opera oleografica, ma di un racconto dall interno, attraverso lo sguardo e le esperienze quotidiane di un gruppo di reclute, chiamate a interpretare se stesse negli otto mesi dall a r ru o l a - mento al giuramento. Il regista era in contatto con monsignor Dario Edoardo Viganò, direttore del Ctv e prefetto della Segreteria per la Comunicazione, per un progetto diverso, un documentario sulla Chiesa e sul suo modo di comunicare con l esterno. Ma poi sono arrivate le Guardie svizzere. «L idea è stata fin dall inizio ci spiega Pannone quella di mostrare con sguardo laico il dietro le quinte della Guardia svizzera, andando al di là degli stereotipi, di ciò che viene solitamente detto su questo Corpo, visto come una istituzione anacronistica, un po segreta e inaccessibile. Un istituzione in cui invece ho trovato un apertura di cui io stesso mi sono s o r p re s o». Certo non è stato facile entrare in questo mondo: si tratta di militari, che hanno anche delicate responsabilità. Ma quasi subito si è creato un rapporto di fiducia, un amicizia con gli ufficiali referenti. «È stato bellissimo. Ci consultavamo su tutto dice il regista c o n f ro n - tandoci di volta in volta su cosa fosse giusto inserire o togliere. Li ho invitati ad avere fiducia in me, spiegando loro che volevo raccontare con discrezione l esperienza delle giovani reclute, entrando nella camerata, nella mensa e in altri luoghi fino ad allora off limits. Sono convinto che un film del genere sia stato possibile anche perché c è questo Papa. Evidentemente la volontà di apertura, di trasparenza, di togliere gli orpelli e tutto ciò che sa di segretezza, e che a volte non aiuta l immagine della Chiesa, non poteva non coinvolgere anche la Guardia svizzera». Le mura che presidiano non sono dei bastioni di difesa sottolinea il regista perché non devono esistere delle barriere che chiudono al dialogo ce. Ai quali si è aggiunto Nicola, figlio di immigrati della Basilicata, di terza generazione, che non ha nulla dell immaginario della Guardia svizzera». «Fra loro aggiunge emerge in particolare la figura di René, giovane laureando in teologia, che si pone degli interrogativi. A cosa può servire oggi, oltre all aspetto estetico, la Guardia svizzera? A che cosa siamo utili? E finisce con trovare una ragion d essere proprio nell esempio del Pontefice. Francesco porta l abito del Papa ma è se stesso. Questo ragazzo di venticinque anni rimane se stesso pur portando una divisa del Cinquecento. Da cristiano lo considero un messaggio assai importante». Ma l operazione più interessante, oltre al raccontare la normalità della vita all interno delle Mura Leonine, è stata quella di mettere a confronto la semplicità di questi ragazzi, provenienti dalla provincia della Svizzera, con la storia, per cercare un nesso con il presente. Una storia che passa anche attraverso la straordinaria arte custodita all interno del Palazzo apostolico. «A un certo punto spiega in proposito il regista René si trova a confrontarsi con la Cappella Sistina. L aveva già vista, ma vederla aprirsi improvvisamente sotto i suoi occhi, vuota, mentre è di guardia, lo emoziona. Così come, e vale anche per i suoi commilitoni, osservare in solitudine, nel silenzio e nella penombra della notte, le La prima sorpresa è stata dunque la grande umanità trovata all interno del Corpo. Umanità che il regista ha cercato di rendere nel film attraverso la concretezza dei giovani protagonisti. Che sono stati scelti così: «C è spiega Pannone chi si occupa di andare a trovare i candidati in Svizzera, valutandone i requisiti. Sono andato da ragazzi preselezionati e ne ho scelti due in particolare: René, studente di teologia, l intellettuale, diciamo così, e Leo, un guardaboschi, una ragazzo di campagna, molto sempliscene grandiose affrescate nella Sala Regia. Come la battaglia di Lepanto, uno scontro tra occidente e oriente le cui suggestioni ci riportano al presente. Credo che nel film emergano sullo sfondo i conflitti di questa nostra epoca, dai quali la Chiesa di Papa Francesco non si tira indietro, interpretando un ruolo attivo nel confronto tra diverse culture. Inoltre aggiunge l idea di grandezza che promana dal Palazzo apostolico è per certi versi contraddetta dallo stesso Papa. I ragazzi rimangono molto colpiti dal fatto che risieda a Santa Marta. Una realtà che mette in crisi René: a che cosa faccio la guardia? Chi devo controllare se il Papa è di là? Anche se in un altra scena si vede uno dei ragazzi che veglia sul sonno del Papa, stando a pochi metri da lui, e che poi racconta questa prima esperienza con grande emozione». In qualche modo il Pontefice costringe anche le giovani guardie a doversi confrontare con qualcosa di nuovo. «Le mura che presidiano riflette il regista non sono dei bastioni di difesa, perché non devono esistere delle mura che chiudono al dialogo con l esterno. L insistere sul Papa che risiede a Santa Marta piuttosto che al Palazzo apostolico è l esemplificazione di un messaggio che gli stessi ragazzi accolgono con grande sorpresa ma anche con ammirazione». Dal punto di vista della realizzazione la scelta è stata quella di mettere insieme il gruppo di lavoro del regista tra gli altri il direttore della fotografia Tarek Ben Abdallah, il fonico di presa diretta Andrea Viali, l aiuto regista Chiara Zilli e la montatrice Erika Mannoni e personale del Ctv: l operatore Cesare Cuppone, che dal 1988 segue il Papa, il direttore tecnico Stefano D Agostini, l assistente alle riprese Sergio Ravoni, l assistente al montaggio Franco Piroli, con la collaborazione di Luca Rossi e Damiano Proietti. «Ho trovato grande disponibilità e umanità in tutto il gruppo, al quale si è aggiunto Stefano Caprioli, autore della musica. Soprattutto Cuppone tiene a sottolineare il regista è stato fondamentale, per la sua esperienza e conoscenza di luoghi e persone». Anche l operatore del Ctv sottolinea il clima positivo creatosi nella troupe. «Formare una squadra interna ed esterna puntualizza ha significato uno scambio professionale, oltre che umano. Noi portavamo quella che è la sensibilità di chi conosce i luoghi e sa come muoversi all interno, loro l esperienza di documentaristi. La troupe esterna ha potuto apprezzare la nostra professionalità, ma anche con quanta delicatezza, discrezione e rispetto ci muoviamo in un ambiente così piccolo e soprattutto così particolare. Il fatto che ci fosse una persona conosciuta dietro la camera è stata una sorta di garanzia che ha permesso di andare un po oltre, consentendoci di poter girare anche inediti». Certo, aggiunge, «sarebbe stato molto più semplice e sicuro girare un documentario più Per il primo lungometraggio prodotto dal Ctv una troupe mista ha garantito un profondo scambio professionale Ma anche umano istituzionale, il classico racconto della storia della Guardia svizzera. Ma la scelta di seguire il percorso di alcune reclute ha reso il lavoro meno scontato, soprattutto più vero». Per l operatore si è quindi trattato di un esperienza inedita e interessante. «Non era la prima volta che facevo riprese per un documentario spiega Cuppone ma stavolta, anche se non c erano attori professionisti e una sceneggiatura, tutto è stato girato con le caratteristiche di un film con le figure professionali necessarie per un lungometraggio: regista, direttore della fotografia, operatore, fonico, montatore, e così via. Quando sono con il Papa, specie nei viaggi, sono invece solo e devo fare un p o tutte queste cose. Ho imparato soprattutto l importanza di uno sguardo distaccato, come quello del montatore, che permette di compiere scelte più coerenti con la storia che si vuole raccontare. Un operatore invece s innamora di una determinata scena, di un dettaglio e così gli è più difficile tagliare». Quanto a René che terminata la ferma tornerà all università la sua motivazione più grande «era riflettere intensamente su quanto visto e vissuto durante i primi mesi nella guardia. E il film ha potuto dimostrare aggiunge che c è qualcuno che vuole capire che cosa è la Guardia, ma anche com è la Chiesa. Quelle che mi faccio nel film sono domande che mi ponevo in parrocchia e nel corso degli studi. Per questo non ero imbarazzato durante le riprese. Certo, sono state fatte domande e messe in dubbio alcune esperienze. Ma è stata una sfida interessante. Ovviamente non tutti erano sempre contenti quando la camera ci riprendeva da vicino. Ci sono alcuni posti riservati solamente alle guardie. Ma credo che alla fine la maggior parte dei colleghi siano rimasti molto soddisfatti del risultato». Per vedere il trailer del film «L esercito più piccolo del mondo» Umorismo e gioia nella fede «Figlio, per quanto ti è possibile, non privarti di un giorno felice». In questa frase dal libro del Siracide possono sintetizzarsi le riflessioni di Papa Francesco contenute nel volume Dio ride. Umorismo e gioia nella fede (Milano, Piemme, 2015, pagine 207, euro 15) a cura di Natale Benazzi. Il Pontefice non si stanca di ripetere l invito a «esser sempre lieti», anche di fronte alle difficoltà, alle sofferenze, alle critiche e agli attacchi, dotandosi di quella leggerezza e autoironia che fanno di un individuo una persona autentica, pienamente umana. Bergoglio mette in guardia dalla «malattia della faccia funerea», quella delle persone burbere e arcigne, le quali ritengono che per esser seri occorra dipingere il volto di malinconia, di severità e trattare gli altri soprattutto quelli ritenuti inferiori con rigidità, durezza e arroganza. L ironia è sapienza. E questo lo intuisce non solo il credente, che dovrebbe conoscere meglio di altri l abbandono al disegno provvidenziale di Dio, ma anche il non credente, che sul suo cammino incontra la consolazione dell amore. «La fede è festa dice il Papa i santi sono tra noi (...) e ci sorridono». E nel discorso alla curia romana del 22 dicembre 2014 aggiunge: «Un cuore pieno di Dio è un cuore felice che irradia e contagia con la gioia tutti coloro che sono intorno a sé: lo si vede subito! Non perdiamo dunque quello spirito gioioso, pieno di humor, e persino autoironico che ci rende persone amabili, anche nelle situazioni difficili. Quanto bene ci fa una buona dose di umorismo!». Registi contro Il quotidiano «Avvenire» ha inaugurato il 3 settembre una rubrica intitolata «Chiamate in attesa» a cura di José Tolentino Mendonça, vicerettore dell Università Cattolica di Lisbona, specializzato in studi biblici e docente di cultura ebraica e cristiana. In questa prima puntata della rubrica la riflessione del curatore, considerato tra i più importanti poeti portoghesi viventi, si concentra su Pier Paolo Pasolini e Federico Fellini, considerati due sguardi sulla decadenza italiana con alcune variazioni. E a differenziare il loro cinema scrive José Tolentino Mendonça sono principalmente «le lacrime», che in Fellini spariscono a partire da La dolce vita dove il regista accumula episodi «apparentemente senza uno stretto nesso di casualità, in parallelo con l erratico vagabondare di un personaggio in cortocircuito». In Fellini prevale un senso di disincanto che non ammette redenzione, mentre in Accattone di Pasolini resiste un opposizione tra bene e male. I due si confrontarono duramente, in effetti, quando Fellini chiese a Pasolini di riscrivere la scena finale de La dolce vita. La proposta del poeta, che intendeva mantenere le lacrime del protagonista di fronte all innocenza della ragazza che lo chiama verso una nuova vita, non piacque a Fellini. E, contro il parere di Pasolini, Marcello, il protagonista, continuerà a non sentire, a non capire, e alla fine scuoterà la testa in un gesto rassegnato. «Non ci sono lacrime. Si spengono le luci».

6 pagina 6 L OSSERVATORE ROMANO venerdì 4 settembre 2015 Iniziative ambientali della Chiesa nelle Filippine Stagione del creato Taizé e i giovani Il segreto è ascoltarli TAIZÉ, 3. Aprirsi ai giovani per ascoltarli e condividere con essi la gioia e la certezza della presenza di Dio nella loro vita. Semplice? Non proprio se Paolo VI, nel dicembre 1972, ricevendo in udienza privata fratel Roger, gli chiedeva: «Se lei ha la chiave per comprendere i giovani, me la dia». Quella chiave, rispose al Pontefice il fondatore di Taizé, «vorrei averla, ma non ce l ho e non l avrò mai». L episodio è stato ricordato oggi da Dimitra Koukoura, docente di omiletica al dipartimento di teologia dell università «Aristotele» di Salonicco, nel suo intervento al seminario teologico internazionale su fratel Roger in corso a Taizé. Il messaggio da trasmettere è naturalmente la fede, ma la chiave non c è e il metodo resta indefinito. «La risposta a Papa Paolo VI ha spiegato la relatrice era esatta. A Taizé non si applica un metodo specifico per far credere i giovani. Non si adottano sistemi particolari per insegnare nuove strade di accesso alla conoscenza né si tirano conclusioni di un processo intellettuale confermate dall esperienza, dall osservazione o dal ragionamento logico». Roger «non ha dato corsi, non ha scritto manuali di teologia sistematica, non ha avuto a che fare con argomenti logici così spesso utilizzati come mezzi di persuasione e arrogante pretesa per provare l esistenza Governatorato della Città del Vaticano Ufficio delle poste e del telegrafo Annullo postale speciale in occasione dell emissione della serie filatelica I viaggi di Papa Francesco nel mondo - Anno 2014 (2 settembre 2015) In occasione dell emissione della serie filatelica I viaggi di Papa Francesco nel mondo - Anno 2014, le Poste Vaticane porranno in uso uno speciale annullo del quale si riproduce l i m p ro n - ta: Nel bozzetto è raffigurato un primo piano stilizzato del Santo Padre Francesco. Completano l annullo le scritte: «I VIAGGI DI PA PA FRANCESCO NEL 2014 DIE EMISSIONIS» e «POSTE VAT I - CANE 2. IX. 2015». Il bozzetto è stato realizzato dall Ufficio Filatelico e Numismatico. Il materiale filatelico da obliterare, debitamente affrancato con i francobolli della serie cui l annullo si riferisce, dovrà pervenire all Ufficio Obliterazioni delle Poste Vaticane entro il 3 ottobre di Dio. Egli stesso ha seguito le regole monastiche degli eremiti dell Oriente e la loro metodologia». Questi ultimi «hanno pregato, si sono esercitati come degli atleti, si sono ritirati da tutto ciò che avrebbe potuto distrarli dall impegno con Dio e si sono abbandonati al silenzio per ascoltare la sua voce che risuona nella loro vita, nella grandezza della natura, nella sofferenza degli uomini. È così che, a tempo debito, essi trasmettono tutto ciò che Dio rivela loro, attraverso la parola e le opere umane. Ciò che è trasmesso, dunque, è l esperienza spirituale acquisita dalla rivelazione e non la realizzazione della loro razionalità limitata». Il messaggio di Taizé è «testimoniare Dio vivente che abita in ogni persona e invitare i giovani a cercarlo e ad affidargli la propria vita». Per aprire i cuori e trasmettere la fede, i fratelli non hanno che «la preghiera e la bontà, la conoscenza del mondo moderno, l amore, il sorriso, la comprensione e la volontà di ascoltare e di conversare». Si tratta di una conversazione conclude Koukoura che risponde a domande e a paure, che si pone sulla stessa lunghezza d onda delle migliaia di corde del cuore, «perché i giovani vogliono innanzitutto parlare con qualcuno che dedichi loro del tempo, in maniera esclusiva, per ascoltarli. È per questo che ascolteranno a loro volta». Fra gli interventi di oggi, quello del reverendo Hermen Shastri, segretario generale del Council of Churches of Malaysia, che ha parlato del messaggio di Taizé nel contesto asiatico, e quello del reverendo Edwin Arrison, che ha approfondito il pensiero di fratel Roger dal punto di vista sudafricano. Dialogo tra cristiani e musulmani in Medio oriente Uniti contro la violenza «Molte volte Papa Francesco ha voluto dare voce a quanti, soprattutto tra i cristiani», in tante parti della terra «sono vittime del fanatismo e dell intolleranza», subendo «una atroce, disumana e inspiegabile persecuzione, spesso sotto gli occhi e nel silenzio di tutto il mondo». Lo ha ricordato il segretario del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, il comboniano Miguel Ángel Ayuso Guixot, intervenendo giovedì 3 settembre all incontro tra leader cristiani e musulmani del Medio oriente, svoltosi ad Atene sul tema «Uniti contro la violenza in nome della re l i g i o n e». Organizzato dal patriarcato ecumenico di Costantinopoli e dal Centro per il dialogo interreligioso e interculturale re Abdullah Bin Abdulaziz (Kaiciid), con il sostegno del ministero degli Affari esteri ellenico, l incontro ha visto la partecipazione di rappresentanti della Chiesa armena, cattolica, evangelica, greco-cattolica, ortodossa, siro-ortodossa, e leader sunniti, sciiti e drusi, per discutere iniziative a supporto dei diritti di cittadinanza dei vari gruppi etnici in Iraq e Siria. La Santa Sede era presente in qualità di founding observer del Kaiciid. Padre Ayuso ha elogiato gli obiettivi della riunione, riassumibili in sette punti: status quo in materia di sicurezza, cittadinanza, protezione delle minoranze religiose, ripudio dell odio e della violenza, rispetto per tutti indipendentemente dall identità religiosa, sostegno dei diritti di cittadinanza dei cristiani in Medio oriente e impegno attraverso il dialogo. «È un eccellente iniziativa ha commentato invitare ancora una volta tutti i soggetti coinvolti ad agire e contribuire a promuovere l autentica convivenza per tutti». In proposito il segretario del dicastero per il dialogo ha chiesto di «sostenere quanti stanno soffrendo le conseguenze della situazione in Medio oriente, cercando di facilitare la pace e la riconciliazione attraverso il dialogo». Del resto, ha fatto notare, la situazione critica in Iraq e Siria, scosse da violenza e conflitti politici, sta mettendo in serio pericolo le comunità cristiane da lungo presenti in quest area, costringendole alla fuga. E poiché l attenzione del mondo intero è fissata sui tentativi del Medio oriente di cercare i suoi sentieri di pace, il comboniano ha auspicato che la regione possa dimostrare come la coesistenza non sia un utopia e come la diffidenza e i pregiudizi non siano una fatalità. Le religioni infatti, ha concluso, insieme possono servire il bene comune e contribuire allo sviluppo della persona e della società. MANILA, 3. Rispondendo all app ello lanciato da Papa Francesco il 26 agosto scorso all udienza generale, chiese e parrocchie delle Filippine si sono unite alle speciali celebrazioni programmate il 1 settembre per la giornata mondiale di preghiera per la cura del creato. A Manila la ricorrenza ha coinciso con l avvio delle iniziative volute dall arcidiocesi per festeggiare la cosiddetta Stagione del creato. Per l occasione il cardinale Luis Antonio Tagle ha presieduto la messa solenne nella cattedrale di Manila. Invitando tutti i fedeli alla celebrazione, il porporato ha ricordato che «è compito di ogni cittadino essere attivo» nella conservazione e nella cura della natura e del creato. Promossa per la prima volta nel 2013, la Stagione del creato dell a rc i - diocesi della capitale filippina dura un mese ed è caratterizzata da una serie di eventi e iniziative per la tutela del creato e la sensibilizzazione dei cittadini in materia ambientale. In tutte le parrocchie si tengono incontri, seminari, manifestazioni dedicate al tema. Quest anno, in particolare, sono previste mostre sul tema dell ecologia e, nelle scuole, opere dei bambini ispirate alla Laudato si di Papa Francesco, giochi e test sull ecologia, oltre alla lettura e al commento di fiabe e racconti brevi incentrati sulla cura del creato. Il cardinale Tagle ha rilanciato anche l imp egno per la raccolta di un milione di firme, da consegnare ai leader mondiali che si riuniranno a Parigi dal 30 novembre prossimo per il convegno mondiale sul clima (Cop21). La petizione chiede ai capi di Stato e di Governo di impegnarsi per contenere il surriscaldamento globale del pianeta, fissando il limite di 1,5 gradi come aumento massimo della temperatura del pianeta. Partita proprio nelle Filippine nel luglio scorso, la campagna è stata promossa in prima persona dal Movimento globale cattolico sul clima, che unisce oltre un centinaio di organizzazioni cattoliche che operano in tutto il mondo in tema di clima e ambiente. Lo stesso cardinale Tagle ha chiesto Indetta in India La Giornata dei martiri dell O rissa BH U B A N E S WA R, 3. Ogni anno nel mese di agosto sarà celebrata in India la Giornata dei martiri in ricordo dei massacri anticristiani avvenuti nello Stato dell O rissa nel 2008: lo hanno deciso i vescovi indiani all unanimità. Finora la Chiesa locale aveva celebrato semplicemente una Giornata della memoria, per ricordare le vittime dei massacri. «La data esatta della Giornata ha dichiarato a Fides il presidente dei vescovi dell Orissa, John Barwa, arcivescovo di Cuttack-Bhubaneswar sarà decisa in accordo con le famiglie delle vittime. Intendiamo dare loro profonda consolazione, perpetuando la memoria dei loro cari e riconoscendoli come martiri». Nella violenza che si scatenò nel distretto di Kandhamal, oltre 90 cristiani furono uccisi, più di 350 tra chiese e luoghi di culto furono distrutti, circa 6500 case rase al suolo, 40 donne furono vittime di stupri e sevizie, oltre cristiani furono cacciati dai loro villaggi. «Quanti furono uccisi durante la persecuzione anticristiana nel 2008 ha detto monsignor Sarat Chandra Nayak, vescovo di Berhampur meritano il nostro impegno, onore, rispetto e riconoscimento: sono morti per la loro fede cristiana e la testimonianza di Cristo». Monsignor Simon Kaipuram, vescovo di Balasore, ha reso noto che il consiglio episcopale dell Orissa chiederà alla Conferenza episcopale dell India di «estendere la celebrazione della Giornata all intera nazione». nei giorni scorsi interventi urgenti per migliorare il sistema di trasporto di Manila in modo da non rendere necessario l utilizzo delle vetture private in una metropoli che, in tema di traffico, è prossima al collasso. L area metropolitana è quasi permanentemente intasata da veicoli pubblici e privati, con pesanti conseguenze sulla salute dei cittadini. L attenzione della Chiesa ai temi legati all ambiente e all ecologia non è dunque un fatto nuovo nelle Filippine. Nel febbraio dello scorso anno le parrocchie della capitale avevano lanciato una campagna di sensibilizzazione per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti elettronici, un tema destinato nei prossimi anni a salire in primo piano nel dibattito sull ecologia. A Luzon, responsabili cattolici e ong hanno promosso una battaglia comune per la bonifica di terreni contaminati da scavi ed esplorazioni. Nel marzo scorso i vescovi hanno accolto con soddisfazione la decisione di trasferire il mega-impianto petrolifero esistente nel cuore di Manila mentre sono ancora attive le iniziative prese in risposta ai danni provocati dal ciclone Yolanda. Saluto di Papa Francesco alla comunità ebraica argentina Come era solito fare quando era arcivescovo di Buenos Aires, Papa Francesco ha inviato alla comunità ebraica argentina, attraverso una lettera scritta al «caro fratello e amico», il rabbino Abraham Skorka, il suo saluto per le prossime festività: il capodanno (Rosh Hashaná, settembre) e lo Iòm Kippùr (22-23 settembre). Francesco ha inviato i suoi auguri per l inizio dell anno nuovo e, riguardo allo Iòm Kippùr, «tempo in cui secondo la tradizione ebraica l Eterno giudica tutte le creature» il Pontefice ha sottolineato come questa sia una ricorrenza che richiede a ognuno una «analisi introspettiva». Attraverso la preghiera e la riflessione profonda, ha augurato il Papa rivolgendosi a tutti i membri della comunità, «possiate elevare il vostro essere al fine di offrire un contributo significativo alla costruzione di una realtà migliore», e ha aggiunto: «Voglia il Signore accogliere le vostre preghiere e benedirvi tutti con la sua enorme misericordia. Ricordatevi di tenermi presente nelle vostre preghiere, così come io faccio con voi».

7 venerdì 4 settembre 2015 L OSSERVATORE ROMANO pagina 7 Vescovi colombiani e venezuelani si riuniscono per discutere sulla crisi tra i due Paesi La misura della civiltà CARACAS, 3. «Chiediamo che venga ripristinata la normalità al più presto possibile, perché sono molte le difficoltà e le ansie che sperimentano quanti vivono su entrambi i lati del confine, e non solo loro, ma tutta la popolazione dei due Paesi, che segue con stupore lo sviluppo di eventi che degradano la condizione di esseri civilizzati e di fratelli». Così si è espressa la Commissione Giustizia e pace della Conferenza episcopale del Venezuela, sull attuale situazione di conflitto della zona di confine con la Colombia, che ha portato nei giorni scorsi alla chiusura della frontiera tra i due Paesi decisa dal presidente venezuelano Maduro, all espulsione di un migliaio di colombiani e al richiamo dei rispettivi ambasciatori. Raccolti 5 milioni di euro dalla colletta nazionale promossa dalla Caritas in Argentina Più poveri ma più solidali BUENOS AIRES, 3. Animata dalle parole di Papa Francesco «Todo lo que se comparte se multiplica» («Tutto ciò che si condivide si moltiplica») pronunciate il 25 luglio 2013 a Rio de Janeiro durante il viaggio apostolico in occasione della Giornata mondiale della gioventù la colletta annuale organizzata dalla Caritas argentina quest anno ha registrato un vero e proprio boom di donazioni. Sono stati raccolti, infatti, pesos, pari a cinque milioni di euro, facendo registrare un più 39,6 per cento rispetto allo scorso anno. Dunque più denaro a disposizione di una istituzione caritativa molto attiva, che in Argentina finanzia microimprese popolari di produzione e autoconsumo, progetti educativi volti all inclusione sociale, scuole di formazione al lavoro, centri comunitari, asili nido, opere a favore di bambini di strada o per la Il motivo della chiusura della frontiera è, secondo le autorità, la difesa dei diritti e della sicurezza alimentare dei venezuelani, in quanto, secondo il Governo, quasi la metà dei prodotti alimentari locali viene contrabbandata in Colombia. La frontiera è usata quotidianamente anche come via privilegiata dei trafficanti di esseri umani e dai narcotrafficanti. In una nota, la commissione Giustizia e pace si è detta «profondamente preoccupata per le varie denunce di gravi violazioni dei diritti umani nell ambito del decreto di sospensione delle garanzie costituzionali in diversi comuni del confine. Oggi, giovedì, il Consiglio permanente dei vescovi colombiani, presieduto dall'arcivescovo di Tunja, Luis Augusto Castro Quiroga, incontra a Bogotá i vescovi venezuelani, guidati da presidente della Conferenza episcopale, l a rc i v e s c o v o Diego Rafael Padrón Sánchez. Secondo l organismo episcopale venezuelano ciò che sta accadendo «riguarda tutti noi che viviamo in Venezuela, dal momento che è notevole la presenza di colombiani nella nostra terra e sono molti i legami di fraternità e cooperazione. Non si può prosegue il messaggio stigmatizzare un intero gruppo di presunti criminali senza un giusto processo e il diritto alla difesa». Quindi i vescovi lanciano un appello alle autorità, affinché garantiscano «un giusto processo e l integrità fisica delle persone, con particolare attenzione per il diritto alla vita», secondo quanto stabilito dalla Costituzione e dalle leggi. prevenzione e cura di tossicodipendenze, oltre a interventi di emergenza sociale o climatica. E sulla scia di quella promossa dalla Caritas ma con lo slogan: Diamo di più affinché gli altri soffrano meno torna nel Paese sudamericano, il prossimo 12 e 13 settembre, nel secondo fine settimana del mese, anche la quarantaseiesima edizione della colletta di solidarietà Más por Menos, organizzata dalla commissione episcopale argentina per gli aiuti alle regioni più bisognose. Istituita nel 1970 da monsignor Jorge Gottau, primo vescovo di una diocesi povera e isolata come quella di Añatuya, l iniziativa si svolgerà in tutte le parrocchie, le cappelle e i seminari del Paese sudamericano. Definita dai vescovi locali come «uno spazio creato per compensare la mancanza di equità sociale», la Alle autorità garanti dei diritti umani dei due Paesi, i presuli chiedono che questo problema «abbia una rapida soluzione e non diventi un problema ideologico o politico, né un occasione per promuovere la xenofobia o il disprezzo di qualsiasi cittadino a motivo della sua origine». Solidali con i milioni di colombiani che hanno arricchito il Venezuela con i loro valori e le loro capacità, i vescovi invitano tutti alla responsabilità, alla calma e alla preghiera, auspicando che il fatto di dichiararsi cristiani muova la solidarietà, la misericordia, il perdono, e respinga tutto quello che porta al disprezzo, alla violenza e alla guerra. «Molti degli espulsi hanno aggiunto i vescovi non hanno potuto prendere le loro cose, che hanno lasciato in territorio venezuelano. È giusto restituire ai proprietari i beni immobili e altri oggetti; è urgente che le famiglie si riuniscano nella totalità dei loro membri al fine di evitare una crisi umanitaria; come venezuelani vogliamo vedere una piena risposta morale e il rispetto dei diritti umani di tutti i cittadini, venezuelani o colombiani». I presuli si dicono consapevoli della sofferenza di tante persone ed esprimono solidarietà. «Noi cittadini venezuelani ci sentiamo fratelli del Paese vicino, non siamo mai stati estranei, perché abbiamo una storia comune». Da qui l invito a cogliere l o ccasione di questi eventi per riflettere «sul futuro del nostro Paese, sulle responsabilità della leadership politica e militare nel guidare la nostra nazione, sulla pace interna e su quello che vogliamo e desideriamo come venezuelani». colletta nazionale esplicita l aiuto che la Chiesa porta «a tutti, grazie al suo messaggio di vita e di amore solidale. Senza escludere nessuno proseguono i presuli argentini questa iniziativa vuole essere uno strumento in più per lanciare un forte appello affinché tutti portino la buona novella del Vangelo nella vita pastorale e comunitaria, formando cittadini responsabili, onesti e giusti». In una lettera di presentazione dell iniziativa, monsignor Pedro Marí Olmedo Rivero, presidente della commissione episcopale per gli aiuti alle regioni più bisognose, ha scritto: «Dimostriamo ancora una volta che siamo animati dal desiderio di aiutare gli altri, perché vogliamo condividere per accrescere l uguaglianza, aiutando coloro che hanno meno e creando, così, la vera comunione». Ricordando, poi, che nel 2014 sono stati raccolti oltre ventidue milioni di pesos, pari a circa due milioni di euro, con un incremento del 7,5 per cento rispetto al 2013, monsignor Olmedo Rivero ha esortato i fedeli a fare tutto il possibile «affinché questa iniziativa vada a buon fine, rendendo concreta, nei fatti, la solidarietà, secondo le possibilità di ciascuno. Tutto ciò che doniamo con il cuore ha aggiunto porta buoni frutti». I fondi raccolti saranno destinati come ogni anno alle fasce di popolazione più bisognose. Secondo un rapporto stilato dall Universidad Católica Argentina (Uca), il cosiddetto Barometro del debito sociale dell infanzia, la povertà infantile colpisce il 40 per cento dei minori fra 0 e 17 anni residenti nelle zone urbane, mentre il 9,5 per cento è costretto a vivere in condizioni di indigenza. La popolazione di bambini e adolescenti poveri è molto pronunciata nella cintura urbana di Buenos Aires, dove raggiunge il 48,8 per cento. Il rapporto dell Uca riconosce che il bilancio fra i primi dati ricevuti a livello nazionale e assemblati nel 2010 e i più recenti è p ositivo, con un calo di 3,2 punti percentuali. Tuttavia, dopo «il recupero congiunturale della crisi internazionale, la tendenza è stata in ascesa». Nelle aree urbane dell Argentina, tuttavia, ancora il 21,5 per cento dei minori di 18 anni vive in condizioni di vulnerabilità riguardo all accesso all alimentazione, mentre il 17,7 per cento risiede in alloggi precari. La Chiesa fra Cuba e Miami in attesa di Francesco Quel ponte americano MIAMI, 3. «La Chiesa a Cuba sta lavorando per garantire una transizione pacifica nell isola». È quanto ha affermato l arcivescovo di Miami, monsignor Thomas Wenski, durante un incontro svoltosi presso la Florida International University (Fiu) di Miami, promosso dall Istituto per gli studi cubani della Fiu. Secondo il presule, la Chiesa vuole lavorare perché si arrivi a «un atterraggio morbido» a Cuba, «perché l alternativa potrebbe essere il caos». Durante l incontro, al quale hanno preso parte esperti e membri della Chiesa cattolica a Cuba e a Miami, sono stati affrontati numerosi temi relativi al riavvicinamento tra gli Stati Uniti e Cuba e in particolare al prossimo viaggio di Papa Francesco nell isola caraibica. Al riguardo, l arcivescovo Wenski ha detto che il Pontefice «sta costruendo un ponte non solo per ridurre la distanza tra Stati Uniti e Cuba, ma anche tra Stati Uniti e America Latina». A Miami si sono ascoltate anche le testimonianze di parroci attivi nel territorio cubano: padre José Conrado Rodríguez, della Santissima Trinità a Villa Clara (L Avana), ha raccontato che «la Chiesa a Cuba non ha smesso di essere una realtà piccola e di aver bisogno dei mezzi materiali. La stragrande maggioranza delle nuove comunità non ha un luogo dove pregare. L obiettivo di ogni processo in cui partecipa la Chiesa a Cuba è di rafforzare il popolo affinché le persone possano esprimersi e vivere con dignità, libertà e prosperità». Sul ruolo della Chiesa in questo particolare momento storico si è soffermata suor Ondina Cortés, docente alla St. Thomas University. «La Chiesa ha detto sta cercando di connettere le due comunità cubane, quella dell isola e quella in esilio». Inaugurata dalla comunità Papa Giovanni XXIII una nuova struttura di accoglienza PORT-AU -PRINCE, 3. Una nuova struttura di accoglienza, situata nella zona di Croix de Bousquet, alla periferia di Port-au-Prince, la capitale di Haiti, è stata inaugurata nei giorni scorsi dalla Comunità Papa Giovanni XXIII, destinata in particolare all accoglienza delle famiglie BRASILIA, 3. Promuovere il dialogo e combattere la corruzione per preservare la democrazia: questa la ricetta indicata dalla Conferenza dei vescovi del Brasile, in una nota diffusa al termine del consiglio episcopale, svoltosi nei giorni scorsi a Brasilia. In quest ultimo periodo il Paese sta assistendo a diverse manifestazioni di protesta della popolazione, esasperata dalla crisi economica e da una lunga serie di casi di corruzione che hanno coinvolto politici di alto livello. In particolare, la Chiesa chiede ora riforme politiche, tributarie, Sempre al fianco delle popolazioni di Haiti più povere, nella maggior parte composte da mamme sole con figli. «La presenza dei nostri missionari ad Haiti ha raccontato all agenzia Fides, Matteo Vignato, responsabile della zona Caraibi della Comunità è iniziata dopo il terremoto del Inizialmente, siamo stati accolti e sostenuti dai padri scalabriniani. Poi, grazie all aiuto di tanti benefattori, siamo riusciti ad acquistare un terreno e a costruire questa casa, che è già diventata il centro di una rete di attività di accoglienza e di supporto alla popolazione locale». L attività della Comunità, come accennato, è rivolta in modo particolare alle donne sole con figli. «Con loro ha proseguito Vignato abbiamo sviluppato attività di doposcuola e semplici laboratori di cucina, orto, disegno. A questi bambini garantiamo anche la frequenza scolastica, aiutando le famiglie nel pagamento delle iscrizioni e di tutti i materiali necessari». Alla cerimonia inaugurale era presente il responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, Giovanni Ramonda, i rappresentanti I presuli del Brasile chiedono riforme agrarie, previdenziali e del sistema giudiziario, oltre a interventi nelle grandi città. Non solo: i vescovi ribadiscono come la spesa dovuta al debito pubblico e al risanamento fiscale «comprometta la qualità dell educazione, renda impossibile la sicurezza e impedisca importanti conquiste sociali. La corruzione concludono i vescovi è una metastasi che porta alla morte non solo i poteri costituiti, ma anche il mondo imprenditoriale e sfida la politica nel perseguimento del bene comune». delle comunità religiose e degli enti con cui l organizzazione collabora, e circa duecento persone, per lo più famiglie haitiane che già beneficiano degli aiuti. Lutto nell episcopato Monsignor George Hamilton Pearce, arcivescovo emerito di Suva, isole Fiji, è morto domenica 30 agosto, negli Stati Uniti d America, all età di 94 anni. Il compianto presule era infatti nato il 9 gennaio 1921 a Brighton, arcidiocesi di Boston, ed era stato ordinato sacerdote della società di Maria il 3 febbraio Eletto alla Chiesa titolare di Attalea di Pamfilia il 29 febbraio 1956 e nel contempo nominato vicario apostolico di Arcipelago dei Navigatori, aveva ricevuto l ordinazione episcopale il successivo 29 giugno. Il 4 gennaio 1957 il vicariato apostolico aveva mutato la denominazione in Isole Samoa e Tokelau; e quando esso, prendendo il nome di Apia (Samoa), era stato elevato al rango di diocesi il 21 giugno 1966, il missionario marista ne era divenuto primo vescovo. Infine, il 22 giugno 1967 era stato promosso alla sede arcivescovile di Suva, nelle Fiji. Il 10 aprile 1976 aveva rinunciato al governo pastorale dell arcidiocesi. Il funerale sarà celebrato venerdì 4 settembre nella cattedrale di Providence, in Rhode Island.

8 pagina 8 L OSSERVATORE ROMANO venerdì 4 settembre 2015 Messa del Papa a Santa Marta D oppia confessione Solo chi è umile e sa riconoscere la sua condizione di peccatore è capace di lasciarsi incontrare veramente dal Signore. Le caratteristiche dell incontro personale con Gesù sono state al centro della riflessione di Papa Francesco durante la messa celebrata giovedì 3 settembre a Santa Marta. Il Pontefice ha preso spunto per la sua omelia dal Vangelo del giorno, quello di Luca (5, 1-11) in cui Pietro viene invitato a gettare le reti nonostante una nottata di pesca inconcludente. «È la prima volta che accade questo fatto, questa pesca miracolosa. Ma dopo la risurrezione ce ne sarà un altra, con caratteristiche che si assomigliano» ha fatto notare. E di fronte al gesto di Simon Pietro che si getta alle ginocchia di Gesù dicendo: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore», Francesco ha iniziato una meditazione sul come «Gesù incontrava la gente e come la gente incontrava Gesù». Innanzitutto, Gesù andava sulle strade, «il più del suo tempo lo passava sulle strade, con la gente; Alexey Pismenny, «La confessione di Pietro» Ecco allora l insegnamento che vale per ognuno: «L incapacità di riconoscerci peccatori ci allontana dalla vera confessione di Gesù Cripoi in tarda serata se ne andava da solo a pregare». Egli, dunque, «incontrava la gente», la cercava. Ma la gente, si è chiesto il Papa, come incontrava Gesù? Sostanzialmente in «due maniere». Una è proprio quella che si ritrova in Pietro e che è poi la stessa «che aveva il popolo». Il Vangelo, ha sottolineato il Pontefice, «usa la stessa parola per questa gente, per il popolo, per gli apostoli, per Pietro»: ovvero che costoro, nell incontrare Gesù, «sono rimasti stupiti». Pietro, gli apostoli, il popolo, manifestano «questo sentimento di stupore» e dicono: «Ma, questo parla con autorità». Al contrario, nei vangeli si legge di «un altro gruppo che incontrava Gesù» ma che «non lasciava che entrasse nel loro cuore lo stupore». Sono i dottori della legge, i quali sentivano Gesù e facevano i loro calcoli: «È intelligente, è un uomo che dice le cose vere, ma a noi non convengono queste cose». In pratica, «prendevano distanza». C erano poi anche altri «che ascoltavano Gesù», ed erano i «demoni», come si evince anche dal brano evangelico della liturgia di mercoledì 2, dove è scritto che Gesù «imponendo su ciascuno le mani li guariva, da molti uscivano anche demoni, gridando: Tu sei il Figlio di Dio». Ha spiegato il Papa: «Siano i demoni, siano i dottori della legge, i cattivi farisei, non avevano la capacità dello stupore, erano chiusi nella loro sufficienza, nella loro superbia». Invece il popolo e Pietro ne avevano di stupore. «Qual è la differenza?» si è chiesto Francesco. Di fatto, ha argomentato, Pietro «confessa» ciò che confessano i demoni. «Quando Gesù a Cesarea di Filip- po domanda: Chi sono io?» ed egli risponde «Tu sei il figlio di Dio, tu sei il Messia», Pietro «fa la confessione, dice chi è lui». E anche i demoni fanno lo stesso, riconoscono che Gesù è il figlio di Dio. Ma Pietro aggiunge «un altra cosa che non dicono i demoni». Parla, cioè, di se stesso e dice: «Allontanati da me, Signore, perché sono un peccatore». Né i farisei, né i dottori della legge, né i demoni, «possono dire questo», non ci riescono. «I demoni ha spiegato Francesco arrivano a dire la verità su di lui, ma su di loro non dicono nulla», perché «la superbia è tanto grande che gli impedisce di dirlo». Anche i dottori della legge riconoscono: «Ma questo è intelligente, è un rabbino capace, fa dei miracoli». Ma non sono capaci di aggiungere: «Noi siamo superbi, non siamo sufficienti, noi siamo peccatori». «Schönstatt in uscita»: è questa la prospettiva a cui ha guardato il quinto capitolo generale dell istituto, celebrato nei giorni scorsi in coincidenza con il cinquantesimo anniversario di fondazione. Nel ricordarlo, il nuovo superiore generale, l argentino Juan Pablo Catoggio eletto lo scorso 20 agosto ha assicurato al Papa l impegno «nella costruzione di una cultura dell incontro» che abbracci tutti gli uomini, in parti- colare gli emarginati e gli esclusi. «Vogliamo servire la Chiesa ha detto nel saluto rivolto a Francesco collab o- rando affinché tutti sempre più facciano esperienza di Maria come madre che ci accoglie, ci trasforma ed educa nel suo amore, che ci fa fratelli, ci fa famiglia, che ci invita a essere suoi strumenti al servizio degli altri». Al Pontefice il superiore generale ha fatto dono di una riproduzione in miniatura del santuario tedesco e di una copia Padre Kentenich, fondatore di Schönstatt della sua chiave. sto». Proprio questa «è la differenza». Lo fa intendere lo stesso Gesù «in quella bella parabola del pubblicano e del fariseo nel tempio», in cui si incontra «la superbia del fariseo davanti all altare». L uomo parla bene di se stesso, ma non dice mai: «Io sono peccatore, io ho sbagliato». Di fronte a lui si contrappone «l umiltà del pubblicano che non osa levare gli occhi», e soltanto dice: «Pietà, Signore, sono peccatore». Ed è proprio «questa capacità di dire che siamo peccatori» ad aprirci «allo stupore dell incontro di Gesù Cristo, il vero incontro». A questo punto il Papa ha rivolto lo sguardo alla realtà attuale: «Anche nelle nostre parrocchie, nelle nostre società, anche tra le persone consacrate: quante persone sono capaci di dire che Gesù è il Signore? Tante!». Ma è difficile sentir «dire sinceramente: Sono un peccatore, sono una p eccatrice». Probabilmente, ha precisato, «è più facile dirlo degli altri, quando si chiacchiera» e si addita: «Questo, quello, questo sì...». In ciò, ha sottolineato Francesco, «tutti siamo dottori». Invece, «per arrivare a un vero incontro con Gesù è necessaria la doppia confessione: Tu sei il Figlio di Dio e io sono un peccatore». Ma «non in teoria»: dobbiamo essere onesti con noi stessi, capaci di individuare i nostri errori e ammettere: sono peccatore «per questo, per questo, per questo e per questo...». Tornando alla vicenda evangelica, il Pontefice ha ricordato come Pietro in seguito forse abbia «dimenticato questo stupore dell i n c o n t ro», quello stupore che aveva avuto quando Gesù gli disse: «Tu sei Simone, figlio di Giona, ma ti chiamerai Pietro». Tanto che un giorno lo stesso Pietro «che fa questa doppia confessione» rinnegherà il Signore. Però, essendo «umile», si lascia anche «incontrare dal Signore e quando i loro sguardi si incontrano, lui piange, torna alla confessione: Sono peccatore». Alla luce di tutto questo l auspicio finale di Papa Francesco: «Il Signore ci dia la grazia di incontrarlo ma anche di lasciarci incontrare da lui». La grazia, «tanto bella», dello «stupore dell incontro», ma anche «la grazia di avere la doppia confessione nella nostra vita: Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio vivo, credo. E io sono un peccatore, credo». Stare «con l orecchio nel cuore di Dio e la mano nel polso del tempo». Ai sacerdoti di Schönstatt ricevuti in udienza giovedì mattina, 3 settembre, nella Sala del Concistoro il Papa ha riproposto l invito del fondatore, padre Josef Kentenich, indicando loro tre ambiti specifici di impegno: contemplazione, servizio, fraternità. Cari Fratelli sacerdoti, Ai sacerdoti di Schönstatt l invito a non aver paura della realtà Il polso del tempo sono felice di stare con voi in questo incontro. Ringrazio Juan Pablo per le sue parole, come pure per la testimonianza di affetto a nome dei membri del Movimento. Serbo ancora un vivo ricordo dell incontro dello scorso anno. Il V Capitolo Generale che avete appena celebrato ha avuto luogo nel 50 anniversario della fondazione dell istituto ad opera di Padre Josef Kentenich. E dopo questi anni di cammino, vi preoccupa mantenere vivo il carisma fondazionale e la capacità di saperlo trasmettere ai più giovani. Preoccupa anche me che lo mantengano e lo trasmettano, in modo che continui a ispirare e a sostenere la loro vita e la loro missione. Voi sapete che un carisma non è un pezzo da museo, che resta intatto in una vetrina, per essere contemplato e nulla più. La fedeltà, il mantenere puro il carisma, non significa in alcun modo chiuderlo in una bottiglia sigillata, come se fosse acqua distillata, affinché non sia contaminato dall esterno. No, il carisma non si conserva tenendolo da parte; bisogna aprirlo e lasciare che esca, affinché entri in contatto con la realtà, con le persone, con le loro inquietudini e i loro problemi. E così, in questo incontro fecondo con la realtà, il carisma cresce, si rinnova e anche la realtà si trasforma, si trasfigura attraverso la forza spirituale che tale carisma porta con sé. Padre Kentenich lo esprimeva molto bene quando diceva che bisognava stare «con l o re c c h i o nel cuore di Dio e la mano nel polso del tempo». Sono questi i due pilastri di un autentica vita spirituale. Da una parte, il contatto con Dio. Egli ha la priorità, ci ha amati per primo; prima che ci venga in mente qualcosa, Lui ci ha già preceduti con il suo amore immenso. E San Paolo ci avverte di non attribuirci cosa alcuna, come se fosse nostra, perché la capacità ci viene da Dio (cfr. 2 Cor 3, 4-6). Oggi, nell Ufficio divino, la lettura di San Gregorio Magno ci parlava del sacerdote che è posto come vedetta in mezzo al popolo, per vedere da lontano tutto ciò che si avvicina (cfr. Omelia su Ezechiele, Lib. 1,11,4). Così è il sacerdote. Mi riferisco al sacerdote sveglio, perché quello addormentato, per quanto in alto stia, non vede nulla, Così è il sacerdote. Come il resto dei suoi fratelli, anche lui sta nella pianura della sua debolezza, delle sue poche forze. Ma il Signore lo chiama perché si elevi, perché salga sulla torre di vedetta della preghiera, all altezza di Dio; lo chiama a entrare in dialogo con Lui: dialogo di amore, da padre a figlio, da fratello a fratello, dialogo nel quale si sente il battito del cuore di Dio e s impara a vedere più lontano, più in profondità. Mi ha sempre colpito la figura di Mosè, che stava in mezzo al popolo, in mezzo ai guai, alle lotte con il faraone, a problemi gravi da risolvere. Come quando stava sulle rive del mare e vide arrivare l esercito del faraone: «Cosa faccio ora?». Un uomo che Dio ha chiamato a essere vedetta. Lo ha fatto salire in alto e gli ha parlato faccia a faccia. Che tipaccio!, avremmo detto noi. E cosa dice la Bibbia? Che era l uomo più umile che ci fosse sulla faccia della terra. Non ci è stato altro uomo così umile come Mosè. Quando ci lasciamo elevare fino alla torre di vedetta della preghiera, all intimità con Dio per servire i fratelli, il segno è l umiltà. Non so, confrontatevi con ciò. Invece, quando siete un p o galletti, un po sufficienti, è perché siamo a metà strada o crediamo di bastare a noi stessi. Il Signore ci aspetta nella preghiera per favore non la lasciate, nella contemplazione della sua Parola, nella recita della Liturgia delle Ore. Non è un buon cammino trascurare la preghiera o, peggio ancora, abbandonarla con la scusa di un ministero assorbente, perché «se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori» (Sal 127, 1). Sarebbe un grave errore pensare che il carisma si mantiene vivo concentrandosi sulle strutture esterne, sugli schemi, sui metodi o sulla forma. Dio ci libera dallo spirito del funzionalismo. La vitalità del carisma si radica nel «primo amore» (cfr. Ap 2, 4). Dal secondo capitolo di Geremia: «Mi ricordo di te, dell affetto della tua giovinezza... quando mi seguivi nel deserto». Il primo amore, tornare al primo amore. Il primo amore, rinnovato ogni giorno, nella disposizione ad ascoltare e a rispondere con generosità innamorata. Nella contemplazione, aprendoci alla novità dello Spirito, alle sorprese, come tu hai detto, lasciamo che il Signore ci sorprenda e apra cammini di grazia nella nostra vita. Si opera in noi questo sano e necessario decentramento, nel quale ci facciamo da parte affinché Cristo occupi il centro della nostra vita. Per favore, siate decentrati. Mai nel cent ro. Il secondo pilastro è costituito dall espressione: «tastare il polso del tempo», della realtà, delle persone. Non bisogna avere paura della realtà. E la realtà bisogna prenderla come viene, come il portiere quando tirano la palla e da lì, da dove viene, cerca di pararla. Lì ci attende il Signore, lì si comunica e si rivela a noi. Il dialogo con Dio nella preghiera ci porta anche ad ascoltare la sua voce nelle persone e nelle situazioni che ci circondano. Non sono due orecchie diverse, una per Dio e l altra per la realtà. Quando ci troviamo con i nostri fratelli, specialmente con quelli che ai nostri occhi o a quelli del mondo sono meno gradevoli, che cosa vediamo? Ci rendiamo conto che Dio li ama, che hanno la stessa carne che Cristo ha assunto o resto indifferente di fronte ai loro problemi? Che cosa mi chiede il Signore in quella situazione? Tastare il polso alla realtà richiede la contemplazione, il rapporto familiare con Dio, la preghiera costante e tante volte noiosa, che però sfocia nel servizio. Nella preghiera impariamo a non passare alla larga di fronte a Cristo che soffre nei suoi fratelli. Nella preghiera impariamo a servire. Il servizio, nota dominante nella vita di un sacerdote! Non per niente il nostro è un sacerdozio ministeriale, al servizio del sacerdozio battesimale. Voi siete, praticamente, l ultima realtà del Movimento fondato da Padre Kentenich; e ciò racchiude una grande lezione, è qualcosa di bello. Questo essere gli «ultimi» riflette in modo chiaro il posto che occupano i sacerdoti in rapporto ai loro fratelli. Il sacerdote non sta più in alto, e neppure più avanti degli altri, ma cammina con loro, amandoli con lo stesso amore di Cristo, che non è venuto per essere servito ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti (cfr. Mt 20, 28). Credo che sia questo in sostanza quello che il vostro fondatore ha voluto per i sacerdoti: servire disinteressatasmo] nella nostra vita sacerdotale. Indubbiamente è un compito esigente, che diventa tollerabile e persino bello con la fraternità sac e rd o t a l e. Per favore, soli mai. Il ministero presbiterale non si può concepire in modo individuale, o, peggio ancora, individualista. La fraternità è una grande scuola di discepolato. Presuppone un grande dono di sé a Dio e ai fratelli, ci aiuta a crescere nella carità e nell unità, e fa sì che la nostra testimonianza di vita sia più feconda. Non siamo noi a scegliere i nostri fratelli, ma sì, siamo noi a poter fare l opzione cosciente e feconda di amarli così come sono, con difetti e virtù, con limiti e potenzialità. Per favore, che nelle vostre comunità mai ci sia indifferenza. Comportatevi da uomini. Se sorgono discussioni o diversità di opinioni, non vi preoccupate, meglio il calore della discussione che la freddezza dell i n d i f f e re n z a, vero sepolcro della carità fraterna. Alla fine, con l amore, la comprensione, il dialogo, l affetto sincero, la preghiera e la penitenza, tutto si supera, e la fraternità acquista nuova forza e nuovo slancio, colmando di gioia il vostro sacerdozio. Imparate a sopportarvi, a litigare e a perdonare. Soprattutto, imparate ad amarvi. Contemplazione, servizio, fraternità. Vorrei condividere con voi questi tre atteggiamenti che possono essere di aiuto nella vita s a c e rd o t a l e. Al termine del nostro incontro, permettetemi di affidarvi umilmente tre cose. In primo luogo, accompagnate le famiglie e prendetevene cura, esse hanno bisogno di essere accompagnate, affinché vivano santamente la loro alleanza di amore e di vita, soprattutto quelle che attraversano momenti di crisi o difficoltà. In secondo luogo, e pensando al prossimo giubileo della misericordia, dedicate molto tempo al sacramento della riconciliazione. Nel saluto del superiore generale In uscita mente la Chiesa, tutte le comunità, il Movimento, per conservarne l unità e la missione. Il sacerdote, da una parte deve salire sulla torre di vedetta della contemplazione per entrare nel cuore di Dio, dall altra deve abbassarsi p ro - gredire è abbassarsi nella vita cristiana deve abbassarsi nel servizio, e lavare, curare e bendare le ferite dei suoi fratelli. Tante ferite mortali e spirituali, che li tengono prostrati fuori dal cammino della vita. Chiediamo al Signore di darci una schiena come la sua, forte per caricarci sopra quanti non hanno speranza, quanti sembrano essersi smarriti, quelli ai quali non si dedica neanche uno sguardo... E, per favore, che ci liberi dallo escalofonismo [rampanti- Siate grande perdonatori, per favore. A me fa bene ricordare un frate di Buenos Aires, che è un grande perdonatore. Ha quasi la mia età e a volte gli viene il dubbio di aver perdonato troppo. Un giorno gli ho chiesto: «E che cosa fai quando ti viene il dubbio?», «Vado in cappella, guardo il sacrario e gli dico: S i g n o re, perdonami, oggi ho perdonato troppo, ma sia chiaro che il cattivo esempio me lo hai dato tu!». Che le vostre comunità siano testimoni della misericordia e della tenerezza di Dio. E in terzo luogo, vi chiedo di pregare per me, perché ne ho bisogno. Vi affido con affetto alle cure della nostra Madre tre Volte Ammirabile. 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