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1 Programmazione Java Avanzata Struts 2 (Parte 4) Ing. Giuseppe D'Aquì

2 Testi Consigliati Struts 2 In Action (Manning) Practical Apache Struts 2 Web 2.0 Projects (Apress) Validator reference: 2

3 Interceptor Validation Abbiamo visto come effettuare una validazione logica con l'interceptor Workflow Questo ulteriore interceptor permette di validare l'input utente attraverso la configurazione, tramite XML o annotazioni 3

4 Interceptor Validation L'interceptor Validation è il punto d'accesso al Validation Framework presente in Struts2 Il Validation Framework consente di combinare una serie di test sui nostri input I test sono predefiniti e se ne possono creare di nuovi L'interceptor Validation viene eseguito subito prima di Workflow, e si possono utilizzare contemporaneamente 4

5 Interceptor Validation L'interceptor ha bisogno di file di configurazione scritti in XML È anche possibile usare l'equivalente configurazione tramite annotations Vedi: Il file XML ha il seguente nome: NomeAction-validation.xml Es. Register-validation.xml 5

6 Tipi di validator predefiniti Field Validators Effettuano controlli su singoli campi della form HTML Non-field Validators Effettuano controlli su combinazioni di campi 6

7 Validazione XML La radice è il tag <validators> All'interno possono esserci tag <field>, per i field validator Tag <validator>, per i non-field validator 7

8 Validazione XML <field name="username"> <field-validator type="requiredstring"> <message >Username is required.</message> </field-validator> </field> 8

9 Validazione XML Il tag <field> prevede un attributo name che corrisponde al nome del campo All'interno del tag ci possono essere uno o più tag <field-validator> <field-validator> ha un attributo type : il suo valore può essere uno dei validator di struts Es.: requiredstring, stringlenght Dentro <field-validator> troviamo uno o più tag <param> (per configurare il validator) 9

10 Validazione XML Dentro <field-validator> troviamo anche un tag <message> usato per contenere il messaggio che verrà visualizzato all'utente Il testo di <message> può contenere anche espressioni OGNL, scritte nella forma: ${ espressione } Attenzione: in questo caso si usa ${ } e non %{ } come si faceva nel JSP Se vogliamo usare una stringa di un Resource Bundle basta usare l'attributo key, come per i campi di testo 10

11 Validazione XML Per i non-field validator abbiamo il tipo expression Questo validator prende un parametro expression che contiene una qualunque espressione OGNL booleana 11

12 Esempio 12: validazione via XML Vedi 12

13 Validazione XML: Short Circuit Se per un dato campo ci sono più validator attivi, ogni fallimento corrisponde ad un messaggio utente Ci sono casi in cui non ha senso far comparire molti errori e vorremmo visualizzare solo il primo (o i primi n) In questo caso si può usare l'attributo shortcircuit nel <field-validator> che interrompe l'esecuzione dei prossimi validator <field-validator type=... short-circuit= true > 13

14 I18n degli errori di conversione In caso di errori di conversione prima della validazione, Struts2 mostra dei messaggi di errore predefiniti Es. conversione da stringa a Date È possibile modificarli inserendo nei nostri resource bundle alcune stringhe con chiave: invalid.fieldvalue.nomecampo Esempio: invalid.fieldvalue.datadinascita=la data di nascita non ha un formato valido 14

15 Struts UI Tags 15

16 UI tag: attributi comuni Tutti i tag UI (User Interface) hanno un insieme di attributi in comune, che cioè possono essere usati in ogni tag name: è riportato nell'attributo name HTML, ed è usato come riferimento ad un oggetto sul ValueStack Key: serve per riferirsi a stringhe di un Resource Bundle Label: crea una label HTML per il campo; se è specificato l'attributo key non è necessario 16

17 UI tag: attributi comuni (2) required: se posto a true, comparirà un asterisco accanto al nome del campo disabled: booleano, imposta l'attributo disabled in HTML labelposition: può essere pari a left o top, definisce la posizione della label rispetto al campo cssclass: viene tradotto con l'attributo HTML class, usato per impostare la classe CSS del campo 17

18 UI tag: head Il tag <s:head /> si usa senza parametri In sé non fa alcuna azione, ma è usato da Struts per aggiungere in automatico fogli di stile CSS oppure Javascript esterni Infatti alcuni tag prevedono l'uso di librerie javascript e fogli di stile che, senza il tag <s:head /> dovremmo aggiungere manualmente 18

19 UI tag: form <s:form> è probabilmente il tag più importante, perché sta alla base di tutti gli inserimenti di input dell'utente I suoi attributi principali sono: action: può essere il nome di una Action oppure una URL; se è riconosciuto come nome di una Action allora genera la url corrispondente namespace: è riferito all'attributo action, indica il namespace di riferimento della Action 19

20 UI tag: form Altri attributi: method: si comporta come l'equivalente HTML, di default è pari a POST target: come in HTML; permette di aprire una nuova finestra con il risultato della form enctype: usato nel caso uno dei campi serva per fare l'upload di file; in questo caso è impostato a multipart/form-data 20

21 UI tag: textfield Abbiamo già visto <s:textfield> in molti esempi I suoi attributi: maxlenght: la dimensione massima per il contenuto del campo readonly: se posto a true, il campo non è modificabile size: la dimensione visibile del campo 21

22 UI tag: password Il tag <s:password> è essenzialmente una textfield con i caratteri sostituiti da un asterisco Come tale, ha gli stessi attributi di <s:textfield> Ulteriore attributo: showpassword: se impostato a true, il valore del campo verrà preso dal ValueStack. Infatti per default se il campo è password si ha un valore vuoto; la password rimane in ogni caso nascosta dagli asterischi 22

23 UI tag: textarea <s:textarea> ha un uso molto simile a <s:textfield>, solo che si usa per contenuti di testo molto lunghi Attributi: cols: numero di colonne da visualizzare rows: numero di righe readonly: se true, il contenuto non è modificabile wrap: imposta la funzione di a capo automatico ; può essere off, physical (a capo automatico) e virtual (come physical ma elimina tutti gli a capo quando la form viene inviata ) 23

24 UI tag: checkbox <s:checkbox> serve per impostare proprietà booleane Attributi: fieldvalue: può essere true o false ; è il valore che verrà inviato se la spunta è impostata value: booleano, indica se la spunta deve essere già impostata oppure no 24

25 UI tag: select Permette all'utente di selezione un valore da una lista <s:select> funziona con tutte le Collection Attributi: list: è un'espressione OGNL che si riferisce ad un oggetto di tipo Collection che contiene i valori per il campo listkey: la proprietà (variabile membro) dell'oggetto Collection che verrà usata come chiave 25

26 UI tag: select Altri attributi: listvalue: la proprietà (variabile membro) dell'oggetto Collection che sarà effettivamente vista dall'utente multiple: booleano, serve ad impostare se l'utente può scegliere più valori size: il numero di righe mostrate alla volta 26

27 UI tag: radio <s:radio> è molto simile a <s:select> ma presenta la scelta in un altro modo Le scelte possibili sono elencate ed è possibile sceglierne una sola alla volta I pulsanti ricordano il funzionamento delle vecchie radio, dove quando si premeva un pulsante si sbloccavano tutti gli altri Gli attributi sono gli stessi di <s:select> : list listkey listvalue 27

28 UI tag: checkboxlist <s:checkboxlist> è molto simile a <s:select> impostato per scelta multipla Visualizza le varie scelte con accanto una checkbox, e possono essere spuntate in modo indipendente Gli attributi sono gli stessi di <s:select> : list listkey listvalue 28

29 Preselezione I tag UI hanno normalmente il riempimento automatico da parte di Struts Es. se un <s:textfield> si riferisce ad un oggetto sul ValueStack, il suo valore sarà automaticamente impostato I tag di selezione hanno invece bisogno di alcune impostazioni per essere preselezionati 29

30 Preselezione (2) Il cuore della preselezione è l'attributo value value permette di impostare un'espressione OGNL con il valore predefinito del campo Value è comune a tutti i tag, ma per i campi stringa è automaticamente impostato da Struts Quando trattiamo con campi Collection dovremmo riempirlo a mano con i valori della preselezione value deve essere riempito in modo da riferirsi a una delle chiavi della Collection 30

31 UI tag: label <s:label> è diverso dall'attributo label dei campi È un textfield a sola lettura Invece di mostrare una casella per scrivere il testo, mostra solo il testo Utile per mostrare campi immodificabili Attributi come <s:textfield>: name, label, key 31

32 UI tag: hidden <s:hidden> serve ad inserire parametri invisibili in una form Infatti spesso ci sono dei parametri (come l'id) che non ha senso mostrare all'utente ma che vogliamo vengano passati alla Action quando la form viene inviata Attributi: name 32

33 Esempio 13: uso dei tag UI Vedi 33

34 Result Types I Result possono essere di tipi differenti, che si impostano con l'attributo type nel tag <result> di struts.xml: dispatcher: default, serve per impostare una url che corrisponde ad un file JSP da renderizzare redirect: dopo l'esecuzione della Action comunica al browser di cambiare URL (redirezionamento) [l'abbiamo visto nel caso di fallita autenticazione] redirectaction: come redirect, ma redirige verso un'altra Action 34

35 RedirectAction Nel caso il result type sia redirectaction dobbiamo impostare alcuni parametri actionname: il nome della Action da richiamare namespace: il namespace che contiene la action da richiamare L'uso è: <result type= redirectaction > <param name= actionname >MiaAction</param> <param name= namespace >/esempio1</param> </result> 35

36 Creare un convertitore di tipo Struts permette di creare propri convertitori di tipo, in aggiunta a quelli di default Possono essere utili per acquisire in automatico oggetti rappresentati da stringhe complesse Esempio: potremmo voler trasformare un campo di testo indirizzo direttamente in un oggetto Indirizzo L'utente scrive Via Garibaldi, 30 e automaticamente Struts crea un oggetto corrispondente 36

37 Creare un convertitore di tipo (2) Un convertitore di tipo è una qualunque classe che estende StrutsTypeConverter E implementa le funzioni convertfromstring() e converttostring() Struts chiamerà l'una o l'altra funzione a seconda della direzione di conversione 37

38 Creare un convertitore di tipo (3) Per utilizzare il nostro convertitore, è necessario creare un file chiamato NomeAction-conversion.properties Il file serve per definire, per ogni campo, un corrispondente convertitore Basta impostare ad es. indirizzo=it.unirc.pja.conv.convertitoreindirizzo E il campo indirizzo della nostra form utilizzerà il convertitore prescelto invece di quello di default 38

39 List e Map in OGNL Spesso può essere necessario creare in OGNL degli oggetti Collection dinamici Ad esempio quando abbiamo campi di selezione <s:select> (vedi) Per esempio, volendo impostare in un campo la lista contenente i numeri 1, 2 e 3, dovremmo creare un oggetto List sul ValueStack e poi riferirci a quello via OGNL 39

40 List e Map in OGNL (2) Per fortuna c'è un metodo più rapido: {1, 2, 3} Restituisce un oggetto List il cui contenuto è 1, 2 e 3 #{ mrossi : Mario Rossi, dbianchi : Davide Bianchi } Restituisce un oggetto Map con due elementi: Mario Rossi (con chiave mrossi ) e Davide Bianchi (con chiave dbianchi ) 40

41 Creare un proprio Validator Un proprio validator può venire in aiuto se vogliamo separare la logica di validazione in una classe specializzata, ai fini di riuso dello stesso codice di validazione in più Action Se creiamo un nostro validator potremo richiamarlo tramite validazione XML 41

42 Creare un proprio Validator (2) La nostra classe deve estendere FieldValidatorSupport (se è un field validator) oppure ValidatorSupport Il cuore della classe è una funzione validate() che si scrive in modo identico a come la scriveremmo all'interno di una Action In particolare, avremo a disposizione i metodi getfieldname() e getfieldvalue() che ci restituiscono, rispettivamente, il nome del campo e il valore che dovremo testare 42

43 Esempio 14: validator fatto in casa Vedi 43

44 Programmazione Java Avanzata Hibernate e JPA Ing. Giuseppe D'Aquì

45 Testi Consigliati Beginning Hibernate 2 nd edition (Apress) Sul sito è possibile scaricare, tra gli extra, il codice sorgente e il capitolo 3 Hibernate Getting Started 45

46 Persistenza La persistenza è quella caratteristica delle applicazioni orientate agli oggetti che permette agli oggetti (o alle reti di oggetti) di sopravvivere al processo che li ha creati. Gli oggetti che non possiedono tale proprietà si dicono transitori (transient). L obiettivo della persistenza è raggiunto principalmente mediante l uso di DBMS relazionali.

47 JPA Java Persistence API è uno standard per l'implementazione di framework che forniscono servizi di persistenza Se un framework per la persistenza implementa JPA, allora i suoi oggetti estenderanno e implementeranno le classi e le interface di JPA Si standardizza l'utilizzo della persistenza

48 JPA (2) JPA è composto da due parti: Le Application Programming Interfaces vere e proprie, definite nel package javax.persistence Un query language semplificato chiamato JPQL JPA è stato definito prendendo come riferimento Hibernate, un famoso middleware di persistenza e il suo linguaggio di query HQL Hibernate a sua volta, nelle ultime versioni, implementa JPA e quindi il cerchio si chiude

49 ORM L' Object-Relational Mapping (ORM) è un paradigma di programmazione che permette l'integrazione fra applicazioni Object-Oriented e sistemi RDBMS. Un applicazione ORM fornisce, mediante un'interfaccia orientata agli oggetti: I servizi inerenti la persistenza dei dati Un astrazione rispetto alle caratteristiche implementative dello specifico RDBMS utilizzato.

50 ORM: Vantaggi Superamento del disadattamento dell'impedenza tra paradigma relazionale e ad-oggetti (object/relational impedance mismatch). Riduzione della quantità di codice da scrivere. l'orm presenta una semplice interfaccia per realizzare operazioni di tipo CRUD, che sono per loro natura molto ripetitive e favoriscono la possibilità che vengano commessi errori durante la stesura del codice che le implementa

51 ORM: Vantaggi (2) Approccio stratificato, che isola in un solo livello la logica di persistenza dei dati, a vantaggio della modularità complessiva del sistema. Elevata portabilità rispetto alla tecnologia DBMS utilizzata.

52 ORM: Vantaggi (3) Caricamento automatico del grafo degli oggetti secondo i legami di associazione definiti a livello del linguaggio di modellazione del dominio Lazy-loading, cioè caricamento dei dati collegati on-demand. Rilevamento automatico delle modifiche sui dati e aggiornamento implicito

53 ORM: Vantaggi (4) Gestione della concorrenza nell'accesso ai dati durante sessioni. Conflitti durante la modifica di un dato, da parte di più utenti in contemporanea, possono essere automaticamente rilevati dal sistema ORM. Meccanismi di caching dei dati per migliorare le prestazioni di accesso al RDBMS utilizzato.

54 Hibernate Hibernate è un middleware che permette di automatizzare la persistenza degli oggetti negli RDBMS I mapping fra Java e Tabelle del DB sono fissati dall utente attraverso file XML o annotazioni sul codice Hibernate è detto lightweight perché lavora con oggetti Plain Old Java Object (POJO) Un POJO è un oggetto semplice, che non deve rispondere alle specifiche di alcn altro framework

55 Hibernate Hibernate permette di scrivere codice che si riferisce agli oggetti Java, automatizzando le operazioni CRUD, tramite la generazione automatica del codice SQL che lega gli oggetti alle tabelle del DB. Esiste un linguaggio di querying (HQL) che fa riferimento ai POJO E possibile creare il codice Java automaticamente a partire dai mapping E possibile partire dal DB per creare le classi (reverse engineering)

56 Hibernate: Struttura

57 Hibernate: concetti base Due sono i concetti da capire per comprendere bene il funzionamento di Hibernate Entity Un oggetto che corrisponde ad una entità del modello Entità/Relazione Session Una session in Hibernate è una Unit of Work (pattern), ovvero un raggruppamento di operazioni da svolgere assieme

58 Hibernate Tools Sul sito di Hibernate è possibile scaricare un plugin per Eclipse che semplifica molte delle operazioni di configurazione Per esempio consente di creare in maniera visuale i file di configurazione, definire le classi che possiedono mapping eccetera

59 Passi per l'integrazione 1) Identificare i POJO che hanno una rappresentazione su database 2) Identificare le proprietà di questi POJO che devono essere rese persistenti 3) Aggiungere le Java Annotations a ciascun POJO, per mappare le proprietà sulle colonne corrette 4) Creare lo schema del database

60 Passi per l'integrazione (2) 5) Aggiungere le librerie di Hibernate all'applicazione 6) Creare la configurazione di Hibernate in XML 7) Creare un oggetto Configuration con riferimento al file XML 8) Creare una SessionFactory inizializzata con l'oggetto Configuration 9) Ottenere l'oggetto Session, che ci permetterà di accedere ai dati

61 Includere Hibernate nel progetto Dal pacchetto scaricato dal sito, bisogna aggiungere al progetto: Il file hibernate3.jar I file jar contenuti in lib/required I file jar contenuti in lib/jpa Nota bene: Hibernate può essere utilizzato in qualsiasi tipo di progetto, non è necessario che sia web-based o J2EE

62 Naming Strategy Se il nostro POJO deve essere reso persistente (è cioè una Entity) dovremo definire un mapping per stabilire: Su quale tabella va salvato A quali campi della tabella corrispondono le variabili membro dell'oggetto Il mapping dovrà essere definito per ogni classe e per ogni proprietà della classe

63 Naming Strategy (2) Hibernate infatti definisce due convenzioni per i nomi: Default: i nomi delle classi corrispondono a nomi di tabella, e i nomi delle proprietà corrispondono a nomi dei campi Es: un oggetto di tipo User verrà salvato sulla tabella User, e la sua variabile firstname su un campo firstname

64 Naming Strategy (3) Seconda convenzione: Improved: i nomi delle classi e delle proprietà vengono riportati in minuscolo, e se si usa lo standard CamelCase le due parole vengono separate con underscore Es: un oggetto di tipo User verrà salvato sulla tabella user, e la sua variabile firstname su un campo first_name

65 Esempio15: Hibernate base Vedi

66 Mapping con Annotations Definiremo i nostri mapping object/relational tramite Java Annotation immerse nel codice dei nostri oggetti In questo caso le annotation sono comode, perché abbiamo oggetti che rappresentano elementi del dominio applicativo che sono POJO e quindi non contengono logica estranea all'oggetto stesso

67 Mapping con Annotations Posto prima di una classe, specifica che la stessa è una Entità (come da modello Posto prima di una classe, permette di specificare il nome della tabella che salverà gli oggetti di quella classe, evitando di utilizzare una Naming Strategy

68 Mapping con Annotations Posto prima di una variabile o di un getter, specifica che quella proprietà è la chiave primaria della Posto subito specifica che quel campo è una chiave con valore incrementale che deve essere definita da Hibernate

69 Mapping con Annotations Posto prima di una variabile o un getter, specifica che quel valore non deve essere considerato persistente e pertanto non va salvato nel database

70 Mapping con Annotations Posto prima di una variabile o un getter, specifica le caratteristiche che avrà la colonna corrispondente nella tabella del database Attributi: Name: il nome della colonna lenght: la lunghezza Nullable: se può essere NULL o meno Unique

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