Numero 5/2011. Bene comune Prendersi cura gli uni degli altri. Fiac: l Ac che si apre al mondo

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1 Numero 5/2011 Supplemento a Segno nel mondo n.10/2011. Poste Italiane S.p.A - Sped. in abb. post. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma 2, CDC Roma Bene comune Prendersi cura gli uni degli altri Fiac: l Ac che si apre al mondo di

2 Azione cattolica italiana Sulle strade dei cercatori di Dio Ac e primo annuncio Il primo annuncio e la riscoperta della fede in questo tempo nel nostro Paese: il contributo dell Azione cattolica per portare la Parola di speranza del Vangelo anche a chi appare più lontano. Pp 104, 5,00

3 All inizio di un nuovo anno associativo l Ac ribadisce il proprio impegno nella formazione delle coscienze e nella promozione del bene comune. Per fare crescere la Chiesa e il paese Tempodi darsidafare visto dall Ac I l bene comune è ancora di moda? E l educazione? A guardarsi in giro sembra che abbiamo rinunciato a qualsiasi cosa richieda pazienza, sacrificio, impegno; a cominciare dallo studio, che pare non essere sufficientemente moderno e al passo coi tempi e con le innovazioni tecnologiche, come denuncia l insegnante e scrittrice Paola Mastrocola nel suo ultimo libro Togliamo il disturbo. Saggio sulla libertà di non studiare. Noi di Ac ci crediamo ancora (alla fatica, al darsi da fare, alla possibilità di indicare una strada da percorrere tutti insieme) e a differenza di tanti profeti di sventura che guardano con rimpianto al passato e si esercitano nell arte della lamentazione, spesso un comodo alibi al disimpegno, pensiamo che proprio quello che stiamo vivendo è un tempo favorevole (2Cor 6,2). Come abbiamo scritto negli Orientamenti triennali «crediamo, infatti, che questo tempo che ci viene donato è tempo buono e bello per poter ridire la nostra passione per l uomo, per la sua storia. È tempo nuovo e rinnovato dall incontro sempre vero e unico con il Signore Gesù che cambia le nostre vite ridonando senso e significato alla nostra quotidianità. È tempo propizio per poter testimoniare con gioia e raccontare insieme la buona notizia del Vangelo e per spendersi nel mondo a servizio del bene comune». È proprio in questo clima di insicurezza che attanaglia la vita del nostro paese e della nostra gente, come ha ricordato il presidente Miano commentando a fine settembre la prolusione del card. Bagnasco, che siamo chiamati a farci presenti e a rimboccarci le maniche. Un clima sempre secondo il presidente che ha radici certamente di natura economica, ma che parimenti trova fertile alimento in una questione morale che a dire dello stesso presidente della Cei «non è un invenzione mediatica», né «riguarda semplicemente i singoli, ma gruppi, strutture, ordinamenti». In questo contesto, in cui vengono costantemente proposti modelli che propagandano «la cultura di un esistenza facile e gaudente, quando questa dovrebbe lasciare il passo alla cultura

4 visto dall Ac della serietà e del sacrificio, fondamentale per imparare a prendere responsabilmente la vita», siamo tutti chiamati a dare il meglio per il rilancio del paese. Ciascuno è chiamato ad assumersi le proprie responsabilità: come ci ammonisce papa Paolo VI nell Octogesima Adveniens «è troppo facile scaricare sugli altri la responsabilità delle ingiustizie, se non si è convinti, allo stesso tempo, che ciascuno vi partecipa e che è necessaria innanzitutto la conversione personale». Conversione che scaturisce dall incontro vivo e vero con il Signore Gesù, l Unico capace di cambiare la vita. Questo è da sempre il primo impegno della nostra associazione, ribadito con forza negli Orientamenti che l Ac si è data per il triennio appena cominciato. Un incontro, quello con il Maestro, che genera scelte e vocazioni alla responsabilità, che spinge a «dare buona testimonianza in ogni ambito della vita», come ha detto papa Benedetto nel Messaggio inviato in occasione della XIV Assemblea, che ripropone l attualità del bene comune, inteso come promozione della persona umana, dei suoi diritti, della sua dignità, delle sue possibilità. In questo campo i cattolici possono fare molto. «Proprio perché cittadini delle due Gerusalemme secondo il card. Bagnasco i cristiani possono essere in politica quell elemento chiave per un percorso fatto di fedeltà ai principi, ai valori, alle istituzioni, nella ricerca non tanto di interessi di parte quanto del bene comune». E il primo fondamentale contributo con-

5 visto dall Ac siste nella formazione delle coscienze: è per questo che l Ac in un Messaggio della Presidenza nazionale in occasione della ricorrenza di San Francesco, co-patrono d Italia e dell Associazione, messaggio che sarà approfondito sul prossimo numero di Segno ribadisce il proprio impegno formativo, svolto in migliaia di realtà parrocchiali e diocesane in tutte le regioni, avendo a cuore la costruzione di coscienze individuali orientate al bene comune, pronte a porsi al servizio della Chiesa e della Comunità nazionale in spirito di dialogo, di collaborazione, di solidarietà, portando nella vita pubblica il contributo motivato e fattivo di chi crede nel Vangelo. Sotto dunque a chi tocca, cioè a tutti noi!

6 Visto dall Ac 1 Tempo di darsi da fare In primo piano Bene comune 6 Prendersi cura gli uni degli altri di Giovanni Grandi Ac e mondo 12 Costruire ponti per la pace di Salvatore Scolozzi 16 Crescere fino alla semplicità di Zorica Maros Vita di Ac 20 La casa della responsabilità di Lucia Angelini 22 Oltre Madrid di Maurizio Semiglia 26 Il servizio è la gioia di Alessandro Trovato 30 Artigiani di futuro di Monica Del Vecchio SegnoPer n supplemento a Segno nel Mondo n.10/2011 Pubblicazione dell Azione Cattolica Italiana Reg. al Trib. di Roma n. 46/970 del 0/0/970 Direttore: Franco Miano Direttore Responsabile: Giovanni Borsa g.borsa@azionecattolica.it Coordinatore: Fabiana Martini f.martini@azionecattolica.it In redazione: Gianni Di Santo g.disanto@azionecattolica.it Progetto grafico e impaginazione: Giuliano D Orsi Per le foto: Archivio foto AC, Agenzia Olycom, SIR, Romano Siciliani Chiuso in redazione: Luglio 0 Editore: Fondazione Apostolicam Actuositatem Direzione e amministrazione: Via Aurelia, Roma SegnoPer è una pubblicazione on line E.mail redazione: segnoper@azionecattolica.it Tel (centr.) Fax Abbonamento a Segno nel Mondo: 0 Per versamenti: ccp n.7866 intestato a: Fondazione Apostolicam Actuositatem Riviste - Via Aurelia, Roma Fax (causale Abbonamento a Segno ) Banca: Credito Artigiano - sede di Roma IBAN: IT88R cod. Bic Swift Art I I TM intestato a: Fondazione Apostolicam Actuositatem Via Aurelia, Roma E.mail: abbonamenti.riviste@azionecattolica.it Numero verde: Pubblicazione associata all USPI (Unione Stampa Periodica Italiana) 4

7 Nomine La Presidenza nazionale dell Azione cattolica italiana rivolge il suo filiale ringraziamento ai nostri vescovi per aver proceduto, nel corso dei lavori del Consiglio permanente della Cei, alle conferme ad Assistente ecclesiastico nazionale dell Azione cattolica italiana per il settore Giovani di don Vito Piccinonna, della diocesi di Bari-Bitonto, e ad Assistente ecclesiastico nazionale dell Azione cattolica italiana per l Azione cattolica Ragazzi di don Dino Pirri, della diocesi di San Benedetto del Tronto-Ripatransone-Montalto, e per la nomina della prof.ssa Elisabetta Brugé a Presidente nazionale del Movimento di Impegno educativo dell Azione cattolica (Mieac). A don Vito, a don Dino e a Elisabetta gli auguri e l abbraccio di tutta l Associazione e di SegnoPer. sommario 34 Insieme è meglio di Carlotta Benedetti 35 Non solo un banco da scaldare a cura del Msac 38 Oltre i luoghi comuni di Giuseppe Patta e Salvatore Compagnone 39 Sciopero della spesa di Annarosa Bandini 40 Gente della via di Vincenzo Lumia 42 Famiglia piccola Chiesa domestica di Fabiola Andrighettoni 44 Trento e l Ac, una storia da raccontare 45 MI.TI.CO. week-end di Arianna Lorenzetto Strumenti 47 Chiama anche te! di Fabio Dovis Fede in cammino 50 Passi da fare insieme di Ugo Ughi Assistenti in Ac 52 Digitali sì, digitali no di Dino Pirri Agenda 56 Nella giusta prospettiva di Federica Cifelli Segnalazioni 58 La valigia dei diritti di Matteo Scirè 5

8 in primo piano bene comune 6 Come il nostro stare in associazione può aiutarci a maturare il senso di responsabilità nei confronti della società, perché l attenzione al bene comune riguarda tutti, nessuno escluso L di Giovanni Grandi esperienza associativa in se stessa è per molti aspetti una palestra di vita civile: troviamo l elemento della condivisione delle idealità e degli obiettivi, dell assunzione di responsabilità, del rispetto delle dinamiche democratiche. Potremmo sostare su ciascuno di questi elementi, ma vale la pena forse di scavare alle radici, cercando di portare alla luce il cuore di ogni esperienza associativa: si tratta della decisione di prendersi cura gli uni degli altri, di far spazio all altro nella propria vita. Vorrei provare a dire perché questa decisione è qualcosa di fondamentale nel cammino dell uomo, ed anzi è proprio la decisione su cui si gioca la possibilità di una maturazione umana e di conseguenza, perché le due cose sono collegate di una buona convivenza civile. Vorrei ripartire da una osservazione di Maritain a proposito del cammino dell uomo: «[L azione dell uomo] può seguire il pendio della personalità, o il pendio dell individualità materiale. Se lo sviluppo dell essere umano ha luogo nel senso dell individualità materiale, Prendersi cura gli uni degli altri L Azione cattolica in piazza San Pietro incontra il Papa egli andrà nel senso dell io odioso, la cui legge è di prendere, di assorbire per sé; e nello stesso istante la personalità come tale tenderà ad alterarsi, a dissolversi. Se, al contrario, lo sviluppo va nel senso della personalità spirituale, allora l uomo si dirigerà nel senso dell io generoso degli eroi e dei santi» 1. Jacques Maritain è uno degli autori che più si sono misurati con il tema del bene comune e del contributo dei cristiani alla società: è il grande tema della cura della dimensione sociale e del servizio nella politica. Indubbiamente ci sono persone che maturano una sensibilità particolare per le esigenze della città dell uomo e che si impegnano di conse-

9 in primo piano bene comune guenza a metterle a fuoco e magari a ricordarcele. Nei termini, forse non troppo usuali, della tradizione cristiana si parla di una vocazione al servizio nel sociale e nel politico. Va da sé che il riconoscimento di vocazioni specifiche di questo tipo non significa che l attenzione al bene comune sia delegata ad alcuni; riguarda tutti noi. Ma in che modo? Possiamo affrontare la questione da un punto di vista sociale: ciascuno è tenuto a farsi carico della dimensione civile per una questione di solidarietà. I pensatori antichi parlavano in questo caso di giustizia legale, cioè del contributo che ciascuno è tenuto a dare alla società in cui vive nella misura delle proprie risorse, dovendo la società supportare specularmente i singoli nella misura dei loro bisogni ( giustizia distributiva ). Maritain ci invita però a riflettere a partire da un altra prospettiva: l attenzione al bene comune non è anzitutto una questione di solidarietà, una specie di dovere di giustizia, ma è più radicalmente il riflesso di un attitudine di vita più complessiva, che va coltivata costantemente. Maritain osserva che nella vita, nella crescita della persona esistono solo due direzioni di sviluppo possibili. O maturiamo nel senso dell apertura, della generosità, della capacità di far posto ad altri nelle nostre giornate e nei nostri impegni oppure maturiamo o meglio, non maturiamo affatto nel senso della 7

10 in primo piano bene comune chiusura su noi stessi, sui nostri progetti individuali, sui nostri esclusivi interessi, nostri o magari del gruppo in cui più immediatamente ci riconosciamo. Gli eroi e i santi sono gente della prima pasta. Gli eroi e i santi sono persone che hanno contribuito al bene comune, lasciandoci anche eredità importanti, perché hanno saputo farsi dono per gli altri, perché hanno intuito che in questa misura sta la bellezza dell umano e si sono impegnati a coltivare in se stessi il seme della caritas. Ce lo diciamo spesso: viviamo oggi un tempo di semina. Se ritorniamo, da più fronti, a riflettere sulla spiritualità è perché avvertiamo che occorre mettere radici in profondità per restare saldi. Vorrei allora immaginare alcuni passi lungo la strada che ci abilita a donarci, lungo la strada che porta al bene comune e lungo cui per la tradizione cristiana fiorisce la comunione con Dio. Provo a collegare questi passi ad alcune parole, per tentare di sintetizzarli al meglio. Riconoscenza. C è un primo passo per chi voglia maturare come persona ed è un passo che non dipende da noi. È il passo che qualcun altro, capace di donarsi e di donare, ha fatto verso di noi. Ci attiviamo nella vita solo se sperimentiamo che qualcuno si è preso cura di noi. Per capire cosa significa donare occorre portarsi dentro il sapore della gratuità e l esperienza di un volto, di una mano amica che ci ha accompagnato, ci ha risollevato e lo ha fatto lasciandoci liberi, senza ingabbiarci nelle maglie della restituzione. Tutti noi abbiamo probabilmente alcune esperienze di questo tipo, occorre richiamarle, gustarle nella memoria perché lì c è il sapore dell umanità matura, di quell umanità che ci attrae e che vorremmo ci caratterizzasse. 8

11 Discernimento. Se inizio a chiedermi come posso concretizzare il desiderio di riaprire il circuito e di mettere pian piano in circolazione quell umanità che ho gustato, devo sapere che non ha senso spendermi a casaccio, in ogni campo. Ci sono molti modi per contribuire al bene comune. Devo allora iniziare ad interrogare la mia storia, le mie capacità, le mie competenze, perché quelle sono il primo strumento concreto attraverso cui posso esercitarmi nel donare. La tradizione della Chiesa ha sempre pensato che i doni, i talenti di cui disponiamo, ci sono dati per l utilità degli altri, e precisamente perché gli altri possano attraverso di noi fare a loro volta l esperienza della riconoscenza. Se ci pensiamo questo è anche un principio di economia: mi è più facile esercitarmi nell apertura agli altri a partire dalle cose che mi riescono meglio. È una facilità che mi fa risparmiare fatica inutile e magari frustrante: è un piccolo risparmio, che non toglierà la fatica vera, bella e costruttiva del mettersi a disposizione, ma che mi aiuterà a non esaurirmi alle prime difficoltà. Ecco perché anche nel servizio è importante tener conto delle caratteristiche di ciascuno. Tempo. Mettersi a disposizione richiede certamente tempo. Molte volte pensiamo che il valore del servizio sia proin primo piano bene comune La settimana sociale a Pisa nell ottobre

12 in primo piano bene comune porzionale al tempo che investiamo. È senz altro vero. Possiamo però vedere le cose anche da un altro punto di vista: privarci del nostro tempo, per poco o tanto che sia, ci insegna qualcosa di importante, ci insegna a includere nella nostra vita i ritmi e i tempi degli altri. Vale di più, in questo senso, un attività che dura poco ma in base a cui dobbiamo imparare a rimodellare la nostra agenda che non un attività che ci impegna tanto ma che collochiamo a nostro piacimento. Fedeltà. La fedeltà ad un impegno con gli altri e per gli altri è anche un esercizio importante che ci aiuta a maturare. Certamente è un valore per chi riceve il nostro aiuto, che sa di poter contare su di noi: questo crea delle relazioni buone tra le persone. Però la fedeltà ad un impegno ci allena alle fedeltà della vita: ci allena a superare i momenti di maggiore fatica in nome di relazioni che valgono, ci allena a pensare il nostro domani non solo su una distanza di due o tre settimane, ma di mesi, anche di anni. Ci rende capaci di elaborare progetti di lungo respiro che includano da buon principio gli altri, i loro tempi, le loro esigenze. È un allenamento preziosissimo per qualsiasi scelta di vita, a partire da quella famigliare. Libertà. L ultima parola che vorrei suggerire è libertà. Come vederla nella prospettiva del donare e del donarsi? Possiamo considerarla a partire dalle esperienze più deludenti che ciascuno certamente ha fatto proprio nel mettersi a disposizione degli altri: a tutti noi è capitato che qualcuno si sia approfittato della nostra disponibilità; puà capitare di sentirsi usati, strumentalizzati. Ci siamo spesi con buone intenzioni, pensando ad un noi, e poi abbiamo scoperto che l altro non è stato limpido nei nostri 0

13 in primo piano bene comune confronti. Questa esperienza fa molto male, qualcuno dopo averla fatta conclude con le parole del salmista che dice «ogni uomo è inganno» (Salmo 115) e finisce per chiudersi, per diffidare, per dire che non vale la pena impegnarsi, che «tutti sono uguali». Cosa c entra la libertà con tutto questo? Quando ci mettiamo a disposizione dobbiamo sapere che il nostro donarci è costruttivo a prescindere dalle reazioni degli altri, da cui dobbiamo imparare progressivamente a essere liberi. Ci saranno occasioni in cui sperimenteremo grande soddisfazione, altre in cui ci sembrerà che non sia cambiato nulla, altre ancora appunto in cui scopriremo amaramente di essere stati usati; la libertà è la capacità di non legare la nostra disponibilità ai risultati. Diventa sempre più libero chi comprende con la vita, prima e oltre che con la riflessione che nel donare non sempre finiamo per rendere migliore il mondo, ma sempre rendiamo migliori noi stessi, diventiamo persone autentiche e generose, come diceva Maritain, e questo in fondo è il miglior contributo che davvero tutti possiamo dare al bene comune. Il mondo ha bisogno di persone su cui poter contare, su persone che hanno fatto tanta ginnastica interiore e che proprio per questo sono capaci di donarsi liberamente. 1 J. Maritain, La persona e il bene comune (1946), Morcelliana, Brescia, , p. 27.

14 L Ac di tutto il mondo, attraverso il Fiac, è presente in Terra Santa con numerose iniziative. Un legame che vuol crescere sempre più. SegnoPer ne parla con mons. Marcuzzo Ac e mondo L di Salvatore Scolozzi Costruire ponti per la pace Ac giovane dal respiro internazionale si è incontrata a Madrid, in una Gmg dove si sono incrociati volti, suoni e colori del mondo. La festa-preghiera organizzata dal Forum internazionale dell Azione cattolica nella capitale spagnola ha voluto dimostrare che si può aderire all invito di Benedetto XVI, e si può essere «testimoni di speranza cristiana nel mondo intero». Nella chiesa di Nostra Signora di Guadalupe, il 17 agosto scorso, c erano i giovani di Ac di Bulgaria, Burundi, Iraq, Italia, Messico, Myanmar, Moldova, Romania, Ucraina, oltre ai rappresentanti di Albania, Bielorussia, Malta, Polonia e Slovacchia. Ma soprattutto c erano i giovani di Terra Santa, attraverso una delegazione guidata dal vescovo Giacinto Boulos Marcuzzo, vicario per Israele del Patriarcato latino di Gerusalemme. «I nostri giovani testimoniano la fede delle origini ha detto monsignor Marcuzzo. In Terra Santa non solo i luoghi parlano di Gesù, ma anche le persone. Da anni l Ac italiana e il Forum internazionale sono impegnati attraverso i pellegrinaggi e la formazione continua. Anche stasera vediamo come sia possibile costruire ponti che portino verso la pace, la giustizia e i diritti fondamentali, in ogni angolo del mondo». E in effetti l incontro madrileno ha ribadito il legame strettissimo che c è tra Ac e Terra Santa. Ne abbiamo parlato con un entusiasta mons. Marcuzzo. È una bella testimonianza la presenza dei giovani di Terra Santa a Madrid... Alla Gmg di Madrid è presente una delegazione di giovani del rito latino, bizantino e maronita e rappresenta anche i cristiani arabi-palestinesi, ma anche un gruppetto molto rappresentativo degli ebrei-cristiani. È un bell insieme che rappresenta l organizzazione diocesana dei giovani che rappresentano la Terra Santa. Con la festa del Fiac a Madrid si ribadisce il legame strettissimo tra Terra Santa e Azione cattolica. Si tratta di un legame che è già molto radicato. Da molti anni sia l Azione cattolica italiana che il Fiac hanno una relazione speciale con la Terra Santa. Ci

15 Ac e mondo La Via Crucis a Gerusalemme sono i pellegrinaggi, già formativi in sé, ma c è anche un iniziativa di formazione vera e propria, che viene riproposta per il secondo anno e che intendiamo promuovere. Un gruppo di giovani del mondo intero, viene in Terra Santa per un periodo prolungato, almeno tre settimane, un mese, per un tempo di formazione nel quadro della Chiesa locale di Terra Santa. Il gruppo vive con i nostri giovani, ci sono degli incontri e delle visite insieme, in un ottica di

16 Ac e mondo gemellaggio con i giovani delle Chiese del mondo. Quanto è importante che i giovani del mondo sentano la vicinanza con la Terra Santa? È un tema centrale, di base. I nostri giovani rappresentano la terra delle origini. Ritornare alle origini della fede è tema sul quale stiamo meditando in questi giorni. Viene chiesto ai giovani di essere radicati e fondati nella fede. Questa radice si trova in Gesù Cristo, nella Bibbia, ma anche storicamente e culturalmente in modo incarnato in una terra ben precisa che è la Terra Santa. Ritrovare le radici non soltanto di Gesù Cristo ma anche della Bibbia e anche della Terra Santa è certamente un grande aiuto per rendere più salda questa fede di cui stiamo parlando in questi giorni. Ma i giovani di Terra Santa rappresentano anche una comunità viva... In Terra Santa c è una Chiesa locale composta dai discendenti della primissima comunità cristiana: è un tesoro assolutamente da non dimenticare. Sono i testimoni davanti ai giovani di In Terra Santa c è una Chiesa locale composta dai discendenti della primissima comunità cristiana: è un tesoro assolutamente da non dimenticare. tutto il mondo. Abbiamo ancora nel seno della Chiesa cattolica una comunità che è memoria vivente della storia di Gesù. Non solo i luoghi ci parlano di Gesù, ma anche una comunità vivente, in carne ed ossa. Rappresentano una Chiesa coinvolta in un grande scenario di conflitto e di ricerca delle soluzioni di pace e di giustizia. Noi sappiamo quanto questo sia importante. Certo è una Chiesa minoritaria se guardiamo al numero, ma vogliamo che la voce della Chiesa diventi forte e maggioritaria, ma soprattutto condivisa da tutti i giovani del mondo intero che chiedono la pace e la giustizia per tutti i popoli. Che chiedono che i diritti preliminari vengano concessi a tutti i popoli e che si ritrovi la vera via della pace. Certo il momento non è facile. Stiamo vivendo un momento veramente difficile dal punto vista sociale, etico, della famiglia, economico, delle relazio- 4

17 Ac e mondo Mons. Giacinto Marcuzzo, vicario per Israele del Patriarcato latino di Gerusalemme ni internazionali. Nella Chiesa come nella società abbiamo bisogno veramente di unità, coesione, solidarietà e sussidiarietà; dobbiamo una cercare una unità con tutte le sue varianti e i suoi frutti. I giovani della Gmg mostrano al mondo questa unità, questo villaggio universale e questa unità che dovrebbe essere esercitata anche nella politica, nel commercio, nelle relazioni internazionali, nell economia e nei valori etici che riguardano la persona e la famiglia. Sono contento che i giovani siano molto coinvolti nel portare questa missione e testimonianza di unità al mondo intero. 5

18 Ac e mondo 6 Cinque giovani bosniaci, grazie alla collaborazione tra la diocesi di Vittorio Veneto e Teslic, hanno partecipato a un camposcuola a Cimacesta dal 18 al 24 agosto S di Zorica Maros iamo arrivati al campo dell Azione cattolica con tanta curiosità e con la speranza di conoscere qualche cosa che ci sia d aiuto nei progetti che abbiamo per il nostro paese, ma anche per noi stessi. Come ci siamo trovati, cosa abbiamo imparato, cosa abbiamo vissuto lo dicono le parole dei partecipanti del nostro gruppo. Siamo arrivati in sette: don Vlatko Rosi, responsabile per i giovani e direttore della scuola cattolica a Tuzla, gli studenti del quarto e del quinto anno dell Università Cattolica di Teologia a Sarajevo: Aleksandar Kova evi, Marijana Biljaka, Božana Komši, Ivan Sovi, Ivan Kara a, e io, Zorica Maros, loro insegnante di Teologia morale. Riportiamo alcune considerazioni dei partecipanti. «Penso che il campo dell Ac sia una buona occasione per far conoscere ai giovani, che vivono il travaglio del relativismo odierno, i veri valori, perché li possano promuovere nella loro comunità, realizzando il fine della missione di Gesù: vivere la fede nella quotidianità. Noi, giovani cattolici della Bosnia, pur avendo campi giovani Crescere fino alla semplicità

19 Ac e mondo In queste foto i giovani bosniaci insieme ai ragazzi della diocesi di Vittorio Veneto simili a questo, possiamo imparare molto da questa esperienza, sopprattuto dal metodo di lavoro, che è semplice ma nello stesso tempo molto profondo (don Vlatko Rosi )». «Oggi molti giovani cercano il senso della vita in un modo sbagliato. Viviamo nel tempo in cui si offre tanto ma si dona poco. L unico valore nella nostra vita è stare con Gesù. Quando Lui è al primo posto, tutto raggiunge il vero senso. Penso che attraverso il campo dell Ac ogni giovane possa trovare se stesso e scoprire la ricchezza del vivere. Mi piacerebbe rimanere in contatto con loro (Aleksandar Kova evi )». «La permanenza in questo campo la vorrei descrivere solo con due parole: la ricchezza e la generosità. La ricchezza perché è una nuova esperienza e un nuovo metodo nell educazione, generosità perché siamo stati accolti con molto calore. Mi sono sentito a casa e ringrazio a tutti, sperando di vederci ancora (Ivan Kara a)». «La ragione per la quale sono arrivata in questo campo era innanzitutto il desiderio di conoscere il metodo usato dagli animatori per essere aiutata nel lavorare con i giovani nel mio paese. Sono infatti animatrice già da cinque anni. Questa esperienza mi ha motivato alla responsabilità nell educare. Sono incantata dal vostro metodo e dalla seri- 7

20 Ac e mondo Mi smo s vama - Siamo con voi L amicizia dell Ac con Sarajevo ha il sapore della fedeltà Mons. Sudar, che cosa può continuare a fare l'azione cattolica per sostenere il progetto delle scuole interetniche in cui ha creduto fin dall'inizio? Siamo molto grati all'azione cattolica italiana per il sostegno materiale dimostrato, ma anche per quello morale. Grazie a Dio, le nostre scuole ora possono funzionare senza aiuti materiali. Certo, non abbiamo tutto ciò che ci servirebbe, ma siamo contenti. Cerchiamo di aiutare i nostri ex alunni poveri a frequentare le università. A tale scopo abbiamo istituito la Fondazione Pro sapientia et clementia. La nostra Chiesa ha bisogno di laici disposti e capaci di prendere il loro posto nella missione della Chiesa. Speriamo che da questi nostri alunni stipendiati potremo scegliere i nostri futuri insegnanti. Dai legami con l Azione Mons. Pero Sudar, cattolica ci siamo arricchiti molto. Proprio l Azione cattolica dei Ragazzi è stata l ambasciatore della nostra causa durante la guerra e il nostro punto di riferimento fino ad ora. Mi auguro che questo bel legame continui a vivere. Noi abbiamo bisogno di incoraggiamento perché la Chiesa non ha ancora vinto la sua lotta per la sopravvivenza in Bosnia ed Erzegovina. Il sostegno morale e i sentimenti di simpatia dell Ac sono per noi un grande aiuto. Se vuoi continuare a sostenere il progetto delle Scuole per l Europa attraverso il sostegno delle borse di studio puoi versare il tuo contributo a: c/c bancario: IT 88 Y presso Credito Artigiano Sede di Roma c/c postale n tramite bollettino ccp o tramite bonifico postale IT 98 D intestati a Presidenza nazionale, Azione Cattolica Italiana, Causale "Sarajevo" Ogni borsa di studio ammonta a euro 750 (per l intero anno accademico). 8

21 Ac e mondo età dei ragazzi, e sono grata per aver avuto la possibilità di partecipare a questo campo dell Ac (Božana Komši )». «Sono venuta in questo campo per conoscere i compiti dell Ac. Sono proprio colpita per il lavoro dei animatori. Mi rende felice aver conosciuto molti giovani uniti attorno allo stesso fine, nostro Signore Gesù Cristo (Marijana Biljaka)». «Ciò che mi ha colpito in modo particolare è la vivacità dei ragazzi e la loro disponibilità al sacrificio, a stare lontano dai familiari per costruire la propria personalità e testimoniare i valori cristiani nel mondo odierno (Ivan Sovi )». Queste sono le riflessioni dei partecipanti. Per quanto riguarda me stessa, sinceramente mi mancano le parole per esprimere ciò che ho vissuto qui. Tutto era così denso, così forte e vero che ho paura di esagerare sia nel dire troppo che nel dire poco. In questo campo si prova lo spirito della comunità, dell amicizia, dell accoglienza e della semplicità. Mi vengono in mente le parole dette dal grande scrittore russo, Gogol, che oserei dire riassumono ciò che Gesù insegna e soprattutto ciò che si aspetta da noi: «Bisogna crescere fino alla semplicità!». 9

22 vita di Ac 0 Il servizio che viene chiesto agli adulti all interno dell Ac è in primo luogo un servizio alle relazioni interpersonali, non per far bella l associazione ma per far crescere la Chiesa R di Lucia Angelini Le 10 domande a cui è invitato a rispondere un responsabile adulti: Perché proprio io ho questo incarico associativo (solo perché non ho detto di no)? Con i tanti impegni della vita quotidiana come farò a portare avanti questo servizio? Come il mio servizio di responsabile adulti può alimentare e migliorare la mia vita di fede? Come non farmi prendere dal ritmo degli impegni e delle riunioni, e conservare il buon sapore di questo servizio nella Chiesa? L Azione cattolica è una proposta valida ancora oggi? Quali esigenze ci sono nella vita adulta a cui l Ac oggi può rispondere? Ci sono modalità nuove per proporre esperienze di formazione alle persone che non hanno mai partecipato alla vita associativa o hanno smesso, per vari motivi, di partecipare? Quali proposte formative possono intercettare la vita degli adulti oggi? Sono convinto che questo servizio può La casa della responsabilità fare bene alla vita della comunità parrocchiale e alla diocesi? Se rispondi sì all ultima domanda, procedi nella lettura Se rispondi no all ultima domanda, ritorna alla prima! Come abitare la responsabilità Ogni tre anni la fase dei rinnovi delle cariche associative sembra la fase in cui si entra in una casa, che alcune persone sono state chiamate ad abitare per un triennio. Per alcuni adulti assumersi un incarico in Ac è come stare in una casa conosciuta, di cui si conoscono tutti gli angoli (anche i ripostigli), per la lunga frequentazione e anche per gli anni della vita. Per altri adulti, spesso i più giovani, è come entrare in una casa nuova, magari con i mobili un po impolverati, con poca dimestichezza rispetto agli spazi a disposizione (vedi Statuto, Progetto formativo, Atto normativo diocesano), o nel trovarsi con persone con cui non c è ancora familiarità, e spesso di generazioni diverse. La casa della responsabilità è lo spazio della vita associativa, che il responsabile

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