Il nostro Progetto La scelta? Essere indipendente!, in un ottica di prevenzione della salute, si è proposto di offrire ai ragazzi del terzo anno un
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- Filomena Alfano
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1 Il nostro Progetto La scelta? Essere indipendente!, in un ottica di prevenzione della salute, si è proposto di offrire ai ragazzi del terzo anno un occasione di discussione e di riflessione all interno del gruppo classe sulla prevenzione alla dipendenza da alcol. La particolare propensione degli adolescenti verso problematiche di dipendenza è evidenziata dagli studi epidemiologici e statistici, realizzati negli ultimi anni: secondo il Sondaggio Nazionale fatto nel 2009 dall Istituto di Ricerca sulla Salute e sulla Tossicodipendenza, la sostanza più comunemente usata e abusata in Italia è l alcol. Il 77% degli incidenti stradali che si verificano nei fine settimana sono dovuti all abuso di alcol, a volte associato anche a cannabis o ecstasy, da parte di chi è alla guida.
2 L Istituto Superiore di Sanità rivela che sono 300mila i minori italiani con comportamenti a rischio, ovvero il 7,3% della popolazione; un dato destinato quasi a raddoppiare quando l anno prossimo nel campione si considereranno gli under 18 (fino a settembre 2012 la legge prevedeva il divieto di somministrazione e vendita per under 16). Quella italiana sembra essere la generazione più precoce d Europa, con un età di iniziazione fissata a 11 anni, tanto che oggi circa il 12% degli under 14 italiani è a rischio e un 70% ha consumato almeno una bevanda alcolica nell anno. Il 13% delle intossicazioni alcoliche riguardano i minori e gli incidenti alcol-correlati sono la loro prima causa di morte.
3 Spesso l alcolismo è un fenomeno sottovalutato, informare serve e bisogna partire dall alcol e non dall alcolismo, che è già una seconda fase:quella che porta alla dipendenza. Sottolineare i rischi, serve per aumentare la sensibilità. L età minima di divieto per somministrazione e vendita, è stata portata a 18 anni perché è scientificamente dimostrato che è la soglia minima per lo sviluppo dell enzima che permette una migliore elaborazione dell alcol e per non incorrere in danni cerebrali. Quello dei ragazzi è un organismo ancora in fase di crescita e per questo soggetto a maggiori danni. Per i ragazzi bere diventa una sfida, una sperimentazione, per le ragazze una sorta di edonismo da emulazione o comunque bere ha come finalità, per entrambi, quella di socializzare ubriacandosi.
4 Gli obiettivi che ci siamo poste sono stati sostanzialmente raggiunti, in quanto, i ragazzi sembrano aver appreso una maggior conoscenza dell argomento ed una maggior consapevolezza riguardo alle scelte personali, mostrandosi più sensibili e riflessivi. Abbiamo riflettuto insieme sulle possibili problematiche di tipo sanitario, sui danni fisici e psicologici connessi alla dipendenza e sugli interventi di cura, ma, abbiamo anche rintracciato insieme a loro le variabili che possono entrare in gioco e che possono indurre una curiosità ed una attrazione verso comportamenti di uso/abuso. Spesso i ragazzi dicono che usano l alcol per sentirsi meno inibiti, perciò abbiamo affrontato anche le difficoltà relative al delicato momento adolescenziale. Abbiamo
5 affrontato l importanza della prevenzione rivolta agli adolescenti nel contesto scolastico e la tematica della guida in stato di ebbrezza e relativa normativa; abbiamo concluso l incontro descrivendo le diverse strategie di intervento e di cura. Abbiamo sensibilizzato i ragazzi circa la percezione del rischio connesso all uso/abuso di alcool ed allo stesso tempo li abbiamo stimolati verso l assunzione di un atteggiamento più consapevole e critico rispetto alle proprie scelte personali. Abbiamo sensibilizzato i ragazzi circa la complessità della dipendenza, sottolineando il confine che esiste tra un comportamento non patologico ed un comportamento dipendente. Spesso siamo partite dal proporre degli stimoli concreti utilizzando delle slides e video per aiutare i ragazzi a focalizzare l attenzione su ciò che proponevamo loro e per spingerli ad una riflessione personale. La metodologia di lavoro prevedeva la possibilità di lavorare in modo attivo, stimolando i partecipanti alla discussione, infatti, i ragazzi sono stati stimolati alla riflessione sugli aspetti psicopatologici e clinici della dipendenza, come: le influenze dei fattori socio-ambientali, i fattori di rischio e quelli di protezione; la motivazione verso l assunzione di un comportamento dipendente; i metodi per smettere e i diversi trattamenti possibili. Inoltre, all inizio dell incontro abbiamo spiegato delle regole minime per la discussione, allo scopo di organizzare un Focus Groups, facilitando lo scambio di informazione tra i ragazzi ed utilizzando il gruppo-classe come una risorsa collettiva con funzione di contenitore emotivo. Nel nostro incontro, articolato in due ore per ogni classe, abbiamo fornito ai ragazzi informazioni a livello teorico, ma abbiamo dato ampio spazio ad un aspetto più esperienziale, dove poter riportare le proprie storie ed esperienze, permettendo il confronto e un occasione di riflessione.
6 Alla conclusione di ogni incontro abbiamo somministrato un questionario per valutare l efficacia dell intervento. Dal questionario è emerso che in tutte le classi i ragazzi hanno considerato l incontro: utile alla loro età (95%); inoltre, i ragazzi hanno ritenuto che l incontro ha ampliato la loro conoscenza (78%). I ragazzi hanno pensato all incontro come ad un momento di riflessione alla loro età (82%); inoltre, hanno condiviso con noi e con la classe l importanza di parlare di tale problematica con esperti del campo, quali gli psicologi, per l 80%. Infine, abbiamo chiesto ai ragazzi se ritenevano che la prevenzione alle tossicodipendenze potesse stimolarli verso un comportamento più consapevole rispetto alle loro scelte e la percentuale si è attestata intorno all 71%. Alcool Numerosità Conoscenza Utilità Riflessione Consapevolezza Psicologia Alcool Percentuale Conoscenza Utilità Riflessione Consapevolezza Psicologia 82 Carlotta Passi e Federica Pricci
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