Scuola di Specializzazione Interateneo per la Formazione degli Insegnanti della Scuola Secondaria del Veneto Indirizzo SAT

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1 Scuola di Specializzazione Interateneo per la Formazione degli Insegnanti della Scuola Secondaria del Veneto Indirizzo SAT ELABORATO FINALE DI ABILITAZIONE ANNO ACCADEMICO 2008/09 Materiali: il legno Specializzando Giuseppe Di Scala Matr. R10992 Abilitazione A033 Relatore Prof. Ennio Tarzariol Correlatore Prof. Domenico Ferdinando Antonucci

2 INDICE. PREMESSA FINALITA CONTESTO SCOLASTICO OBIETTIVI DIDATTICI CONNESSIONI INTERDISCIPLINARI E REQUISITI D ACCESSO CONTENUTI DISCIPLINARI METODOLOGIE STRUMENTI E RISORSE VERIFICA E VALUTAZIONE RECUPERO ED APPROFONDIMENTO BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

3 PREMESSA Il ruolo del docente è storicamente legato alla continua evoluzione del significato di educazione, in modo particolare nella società contemporanea. La scuola dovrebbe proporre un modello di formazione inteso come innovazione, attorno la quale bisognerebbe elaborare la professionalità del docente. Tale formazione, intesa come innovazione, significa programmare l esperienza formativa dei docenti, migliorare la loro collocazione sociale in prospettiva futura rispetto al mercato del lavoro, che esige agli stessi sempre maggiore flessibilità e capacità di adattamento. Appare palese che il processo formativo debba intendersi come continuo, lungo tutta la vita. La peculiarità della formazione continua investe l aggiornamento professionale del docente, e si relaziona con la sua pregressa esperienza, nel raffronto con il contesto socio-culturale, nel quale va a esercitare la propria azione didattica. Il docente deve abilmente programmare e adeguare l attività didattica, sulla base delle sue conoscenze e nella realtà in cui opera, tenendo conto dei risultati derivanti dalla verifica dei suoi progetti, imparando così egli stesso dall esperienza a valutare, e soprattutto ad innovare. Uno dei cardini su cui fondare l attività del docente deve essere l avviare un processo di cooperazione e collaborazione con gli allievi, in modo da suscitare in questi ultimi uno stato d'animo positivo e di stimolo alla ricerca di motivazioni valide per lo studio. Gli allievi devono acquisire fiducia nelle proprie capacità, saper controllare gli eventi, raggiungere gli obiettivi attraverso l impegno personale. Nel biennio SSIS, ho avuto l opportunità di seguire diversi corsi e laboratori, che approfondivano i vari aspetti della didattica, della tecnologia, nonché sono venuto a contatto con discipline che non conoscevo (Pedagogia e Psicologia), basilari nel fornire le nozioni relative alle modalità di apprendimento degli allievi; ho altresì constatato che le classi odierne sono sempre più eterogenee, per cultura di riferimento, gruppi di appartenenza, ma soprattutto, per le modalità di apprendere - stili cognitivi. 3

4 Dalla mia esperienza alla SSIS, ho consolidato l idea che un insegnante non può limitarsi alla trattazione delle sole conoscenze epistemologiche della propria disciplina, ma deve attivare tutte le strategie didattiche e metodologiche che convengono ad agevolare l apprendimento degli allievi. Il docente diviene quindi facilitatore dei cambiamenti strutturali nello studente, attraverso una opportuna mediazione degli stimoli ambientali e i processi d apprendimento dell allievo. La premessa che deve essere attuata, affinché il docente sia facilitatore di apprendimento, è che egli stesso deve diventare membro del gruppo classe, stabilire un clima di fiducia e mettere a disposizione degli alunni le sue conoscenze, capacità e competenze. Il processo di insegnamento diviene anche di apprendimento, per il quale è utile porsi nella condizione di saper ascoltare l interlocutore (allievo). 1. FINALITÀ L elaborato consiste nella presentazione di una unità di didattica sul legno, articolata in una serie di lezioni teoriche e di pratica laboratoriale, nell ambito della disciplina Tecnologia. L area tematica di riferimento dell unità didattica sono i materiali. Le finalità generali mirano allo sviluppo delle conoscenze e abilità dei discenti della scuola secondaria di primo grado nell ambito della disciplina Tecnologia, perché essi comprendano il grande rilievo assunto da questo materiale, nella tecnologia e nell economia umana (dagli albori della civiltà ad oggi) e ne apprendano le modalità di utilizzazione e di trasformazione da materia prima a prodotto finito. Il pregio di tale materiale è da attribuire alle sue particolari proprietà (fisiche, meccaniche e tecnologiche) che lo hanno reso insostituibile per gran parte delle attività umane. La presentazione dell unità didattica avviene in considerazione dei traguardi per lo sviluppo delle competenze(in riferimento alle Indicazioni Nazionali) che al termine del primo anno dovranno essere: 4

5 o Conoscere le relazioni forma/funzione/materiali attraverso esperienze personali, anche se molto semplici, di progettazione e realizzazione. o Essere in grado di realizzare un semplice progetto per la costruzione di un oggetto, coordinando risorse materiali e organizzative per raggiungere uno scopo. o Iniziare ad utilizzare le nuove tecnologie e i linguaggi multimediali per supportare il proprio lavoro. Le finalità, prefisse nello sviluppo dell unità didattica ed in generale nella disciplina, in riferimento ad obiettivi formativi, sono: Favorire la convivenza civile e, nel contempo, l apprendimento in gruppo; Favorire lo sviluppo del senso critico dell allievo e della rielaborazione personale; Sviluppare le capacità di progettazione e la ricerca di nuove conoscenze. 2. LA COLLOCAZIONE CURRICOLARE 2.1 Contesto scolastico e classe Il contesto scolastico di riferimento è la scuola secondaria di primo grado Francesco Petrarca di Padova. La classe di riferimento è la prima, sezione C, composta da 25 allievi, di cui 13 maschi. Il Primo Istituto Comprensivo F.Petrarca è composto dalle scuole primarie Cesarotti Arria, De Amicis e Reggia dei Carraresi, e le secondarie Petrarca e Giotto, tutte della città di Padova. 5

6 L Istituto Comprensivo è sorto nell anno 2007/08; obiettivo fondante era garantire la continuità educativa e didattica tra scuole primarie e secondarie, nell ottica di raggiungere uno sviluppo coordinato ed armonico delle competenze di ogni alunno. La scuola secondaria Francesco Petrarca ha sede in un rinomato palazzo storico tardo rinascimentale, il Palazzo Mussato. Il contesto territoriale è il centro storico della città di Padova nel quale gli allievi godono della disponibilità di ingenti risorse culturali e artistiche, non compensate tuttavia da eguale disponibilità di spazi verdi e ricreativi. Il bacino d utenza della scuola è costituito da allievi provenienti esclusivamente dalla città di Padova, in prevalenza sono alunni molto motivati, ma anche molto assistiti dalle rispettive famiglie. La scuola secondaria Petrarca, nonostante la vetustà della struttura, dispone dei laboratori informatici e multimediali utili alle attività didattiche, in particolare, afferenti allo studio della Tecnologia. 2.2 L articolazione temporale L unità didattica rientra nell ambito dell area tematica relativa ai materiali. Si prevede di esaurire l area tematica interamente nel primo semestre, secondo la seguente scansione temporale: Contenuti Le risorse della terra I materiali in generale (proprietà, tecniche di lavorazione, utensili) Il legno: generalità, proprietà, tipologie, le trasformazioni( industria del legno), la deforestazione La carta (generalità e fabbricazione) Mese Ottobre Novembre Novembre /Dicembre 6

7 L unita didattica il legno si prevede di svilupparla complessivamente in : 3 ore di lezione teoriche in aula; 2 ore di laboratorio. 1 ora per le verifiche ed eventuali approfondimenti o recuperi. Ciascun allievo deve partecipare attivamente alle lezioni in aula ed alle attività laboratoriali ed, a conclusione dovrà saper produrre almeno un breve elaborato word su di un argomento esaminato. 3. OBIETTIVI DIDATTICI Possiamo distinguere le finalità dell unità didattica, possiamo distinguerle in obiettivi didattici generali e obiettivi specifici. Tra gli obiettivi generali di apprendimento perseguibili nello studio della Tecnologia, possiamo elencare: Saper analizzare il rapporto intercorrente tra l uomo, l ambiente e la tecnologia; Conoscere l evoluzione dei problemi (ecologici e tecnologici) legati all uso del legno; Rilevare le proprietà del materiale; Rilevare ed individuare il processo produttivo -trasformativo; Saper utilizzare correttamente strumenti ed attrezzi; Comunicare i dati, i processi della tecnologia, con linguaggio tecnico specifico e strumenti adeguati (ivi comprese le tecnologie informatiche). Gli obiettivi specifici di apprendimento perseguibili nell unità didattica il legno, possono essere distinti in termini di: Conoscenze Conoscere la struttura del tronco; Conoscere le peculiarità del legno; Conoscere le principali essenze legnose; 7

8 Conoscere le fasi di trasformazione del legno; Conoscere i problemi ambientali dovuti alla deforestazione e agli incendi boschivi; Abilità: Distinguere la materia prima dal semilavorato e dal prodotto finito; Essere in grado di individuare il percorso di trasformazione partendo dal prodotto finito; Essere in grado di prevedere la possibilità di riciclo o riutilizzo dei materiali impiegati; Saper indicare o scegliere le essenze più adatte, in funzione del manufatto da progettare o realizzare. 4. CONNESSIONI INTERDISCIPLINARI E REQUISITI D ACCESSO I requisiti d accesso necessari per analizzare pienamente lo studio del legno si esauriscono nella unità didattica introduttiva sullo studio delle caratteristiche generali dei materiali e loro proprietà. I contenuti che dovranno essere trattati sono conoscenze relative alle definizioni delle proprietà fisiche, meccaniche e tecnologiche dei materiali, con indicazione dei valori standard e cenni sule modalità di misurazione di tali valori. Costiutiscono requisiti d accesso anche le conoscenze relative alla trasformazione-lavorazione dei materiali ed essere in grado di distinguere nelle varie fasi la materia prima, il semilavorato ed il prodotto finito. I contenuti trattati nell unità didattica trovano ampi riscontri in altre discipline (interdisciplinarità). Nell ambito della Storia, si può evidenziare l importanza assunta dal legno nelle civiltà del passato ed analizzare il percorso evolutivo delle tecnologie utilizzate per la lavorazione del legno; gli allievi comprenderanno quale preziosa ed indiscussa risorsa sia stata nel passato e quale sia l utilità negli usi attuali. Per quanto concerne l Educazione Musicale, si possono evidenziare le proprietà acustiche delle varie tipologie di legno; i maestri liutai, nella realizzazione degli strumenti musicali, riescono sapientemente a combinare le diverse essenze, in funzione del tipo di strumento da realizzare. 8

9 Analoga connessione interdisciplinare è riferibile con Arte ed Immagine: anche in tal caso si può evidenziare il ruolo svolto dal legno nella realizzazione di opere d arte e sulla base di quali criteri gli artisti si orientavano nella scelta dei diversi tipi di legni. Si possono individuare nuove forme d arte creativa, basate sull uso di prodotti secondari del legno o con materiale di scarto delle lavorazioni. In riferimento a Geografia si possono individuare i Paesi nel mondo in cui tale risorsa risulta maggiormente disponibile (boschi e foreste), e come una tale disponibilità del materiale condizioni usi e tradizioni locali. Legami interdisciplinari molto più stretti si realizzano con Scienze, sopratutto nell ambito della botanica, poiché gli aspetti legati alla struttura del legno, morfologia della pianta, le diverse essenze arboree, costituiscono patrimonio di conoscenze utili ad entrambe le discipline. Un altra connessione interdisciplinare con le Scienze fisiche, in riferimento alla descrizione delle proprietà dei materiali (durezza, elasticità, peso specifico), che in tecnologia possono avere riscontri tangibili (conoscenza delle diverse tipologie legnose). Riguardo l Italiano e Lingue straniere, obiettivi interdisciplinari comuni possono consistere nell arricchimento del lessico specifico, una terminologia che sia quanto più pertinente e tecnica. 5. CONTENUTI DISCIPLINARI I contenuti disciplinari sono stati sviluppati sulla base degli obiettivi disciplinari programmati. La prima fase sintetizza le caratteristiche strutturali del legno, come materia prima, con descrizione della struttura dell albero e del tronco, illustrando le caratteristiche funzionali dei diversi tessuti del tronco, nonché degli organi della pianta. Il primo punto, introduzione alla lezione, avviene con brainstorming iniziale, ponendo domande del tipo: Cos è il legno?cosa si ricava dal legno? 9

10 Quindi, seguirà la delucidazione e la definizione del termine legno, che è la materia prima fornita dagli alberi, che in funzione della destinazione d uso, assume anche il nome di legna (nel caso di combustibile), o legname (per la costruzione ed altri usi industriali). Dal punto di vista biologico, il legno è composto dalla cellulosa, di cui sono formate le pareti cellulari unitamente alla lignina, che è una collante naturale che consolida le fibre e ne conferisce robustezza. Fatta la premessa introduttiva, si affronta l analisi strutturale e morfologica della parte epigea degli alberi, in tal caso ricorrendo alla modalità didattica della lezione partecipata ed avendo come strumento didattico il pc per la proiezione di immagini da commentare con la scolaresca. Si procede prima con la descrizione degli organi della pianta: La chioma, da cui deriva esclusivamente legna da ardere; Il secondo fusto e branche principali, da cui si trae legname da lavoro (tavolame); Il fusto o tronco che è oggetto di sfogliatura e tranciatura. Dopo aver illustrato sinteticamente la destinazione produttiva della chioma e tronco, si passa ad esaminare la sezione interna di un tronco, per evidenziarne i diversi costituenti strutturali, procedendo dall interno all esterno della sezione: 10

11 Il midollo è la parte più interna e dura del tronco, e non è adatto alla lavorazione, formata da cellule morte, che tendono a degenerare. Il durame è la parte a ridosso del midollo, costituito anch esso da cellule morte, è molto resistente e compatto, viene detto anche massello o legno massiccio ed è la parte che meglio si presta alla lavorazione. L alburno è più tenero e meno consistente del durame, è costituito da cellule attive ed è meno resistente ed inadatto come materiale da costruzione. Il cambio è un tessuto molto sottile da cui trae origine il legno (alburno) verso l interno, ed il libro verso l esterno. Il libro è il tessuto periferico nel quale scorre la linfa elaborata prodotta dalle foglie, ossia l alimento necessario alla vita dell albero. La corteccia è uno strato di rivestimento protettivo dell albero costituito da cellule morte. Dalla corteccia si ricava il sughero che è un materiale di rivestimento importante per il suo potere coibente (cioè isolante sia termico che elettrico). Dopo l illustrazione delle caratteristiche strutturali, si affronta la tematica delle lavorazioni e trasformazione del legno, il passaggio dalla materia prima, ai semilavorati, ed al prodotto finito. 11

12 Le lavorazioni procedono dall abbattimento della pianta al relativo trasporto del materiale, nell industria per concludersi con la realizzazione del prodotto finito (mobili, compensato, legna da ardere, tavolame..). Le fasi della lavorazione in dettaglio sono: Abbattimento: il tronco viene tagliato alla base con motoseghe, in genere nel periodo invernale, ovvero quando la pianta è in riposo vegetativo; Sramatura: si procede al taglio dei rami e branche, sempre con l ausilio di motoseghe; Scortecciatura: consiste nell asportazione della corteccia dal tronco per accelerare l essiccazione, ma tale operazione non sempre è effettuata, perché dipende dalla destinazione finale del prodotto; Depezzatura: consiste nel taglio eventuale dei tronchi di grandi dimensioni in pezzi più corti, al fine di agevolarne il trasporto; Trasporto: i tronchi vengono avviati ai luoghi di successive lavorazioni quali segherie e industrie del legno (o industria del legno derivato) con l ausilio di mezzi di trasporto, che possono essere tanto meccanici (teleferiche, autocarri, navi) quanto naturali come i corsi d acqua e fiumi. La lavorazione secondaria o successiva del legno che avviene nelle segherie ed industrie del legno consiste nella: Lisciviazione che si attua con lavaggio con acqua corrente o con vapore acqueo (vaporizzazione), allo scopo di allontanare sostanze ed organismi che potrebbero facilitare processi putrefattivi; Taglio: dei tronchi con l ausilio di grosse seghe a motore, in modo da ottenere i semilavorati. I semilavorati sono le tavole, i tavoloni, le assi e i listelli, che vengono ottenuti segando longitudinalmente i tronchi. Esiste poi il piallaccio che è un altro semilavorato, il quale si ottiene in due modi:con macchina sfogliatrice che taglia un foglio continuo di legno (piallaccio) largo quanto il tronco, e spesso da 2 a 5mm, usato per 12

13 rivestire legni più scadenti o per fare compensati; con la macchina tranciatrice che agisce come una pialla e riduce il tronco in fogli sottilissimi. Essiccazione naturale o stagionatura: i semilavorati sono accatastati sotto una tettoia che li ripara dalle intemperie, disposti in modo da stare distanti gli uni dagli altri affinché l aria circoli liberamente, facilitando l evaporazione dell acqua e contrastando il formarsi di muffe; Essiccazione artificiale, il legno è accatastato in ambienti chiusi dove viene fatta circolare aria calda o fumi che provocano l evaporazione dell acqua in pochi giorni. Dopo l essiccazione i prodotti semilavorati vengono trasformati dalle industrie in prodotti finiti. 13

14 Dal legno, oltre ai prodotti primari (pali, tavole, travi, trinciati, trucioli, piallaccio, cascami..), ricaviamo una serie di prodotti derivati o secondari, i cosiddetti legni artificiali, materiali che trovano largo impiego nell edilizia e nell industria dei mobili, che derivano anche dal utilizzo del legno trasportato dal bosco e soprattutto dal riutilizzo di prodotti di scarto della lavorazione primaria. I prodotti di lavorazione secondaria sono: sia in forma di pannelli (come i compensati, i paniforti, i tamburati, i pannelli truciolati e pannelli di fibre di legno), che in forme allungate come il legno lamellare. Compensati e multistrati si ottengono incollando sotto pressione fogli di legno disposti in modo che la direzione delle fibre di uno strato sia perpendicolare alla direzione delle fibre dei fogli adiacenti per evitare dilatazioni, ritiri e incurvamenti. I pannelli con più di 3 strati e spessore superiore agli 8 mm sono detti multistrati. Entrambi vengono utilizzati nell edilizia, nell arredamento, nell industria automobilistica, navale, aeronautica perché offrono il vantaggio di coprire ampie superfici senza giunzioni. Paniforti si ottengono incollando tra loro listelli di legno a sezione quadrata; la tavola è successivamente ricoperta su entrambe le facce di fogli di legno. Vengono utilizzati per arredi e pareti divisorie. Tamburati sono costituiti da un armatura di listelli di legno; gli spazi usati sono riempiti a volte con cartone pressato per aumentarne la resistenza. All esterno vengono incollati due fogli di compensato o di piallacci. Vengono usati per arredi e pareti divisorie. Pannelli truciolati si ottengono incollando trucioli o frammenti di legno di scarti di lavorazione, oppure di legnami di poco pregio, con colle particolari e, infine pressandoli ad elevate temperature. I pannelli possono avere grandi dimensioni e il loro costo è modesto, ma sono molto pesanti e presentano problemi di assemblaggio. Vengono usati per rivestimenti, mobili economici, porte e pannelli divisori. 14

15 Pannelli di fibra di legno o masonite, derivano da scarti di lavorazione ridotti in minuscoli frammenti, i quali sono successivamente sfribrati in bollitori, ottenendo una poltiglia. Tale poltiglia, in seguito, viene raffinata e asciugata su di una rete metallica, quindi rullata e tagliata in pannelli, che possono essere soffici o compressi con collante. Il legno lamellare è ottenuto mediante l incollaggio di assi (lamelle) di legno di limitata larghezza e lunghezza, con i quali si possono realizzare elementi strutturali molto flessibili nella forma (ad esempi archi), riuscendo nel contempo a garantire anche una buona estetica. 15

16 Esaurita la trattazione relativa alle lavorazioni con descrizione dei prodotti primarie secondari del legno, si passa alla classificazione e definizione delle proprietà del legno. Le proprietà del legno si possono raggruppare in tre grandi categorie: fisiche-chimiche, meccaniche e tecnologiche. In sintesi elenchiamo le più significative. Proprietà fisiche - chimiche del legno Igroscopicità Ritiro Densità o massa volumica Conducibilità termica ed elettrica Colore, disegno e odore La capacità di assorbire l acqua è più accentuata nei legni teneri e meno in quelli duri. Può causare fessurazioni o l incurvamento delle tavole. Per contrastarla occorre un accurata stagionatura. Tendenza del legno fresco a ridurre il volume per perdita di umidità. I legni teneri, più igroscopici, subiscono un maggior ritiro. Il ritiro oscilla dal 1 al 12% del volume. Con il ritiro, il legno può subire deformazioni. Indica il peso, in chilogrammi, di un cubo di legno di un metro di lato. Il legno fresco ha generalmente valori più alti del 12-15%, rispetto al legno essiccato. Sono molto basse. Per le sua coibenza il legno trova largo impiego nell edilizia. La conducibilità elettrica è in relazione all umidità. Il colore dipende dalla specie arborea i più significativi sono il nero (ebano), il giallo (gelso), bruno (castagno, noce) e rossastro (larice) Il disegno, seppur correlato alla specie, presenta vari elementi (lucentezza, grana e venatura) che sono condizionati dal tipo di taglio effettuato (longitudinale, trasversale, radiale), che ne condiziona l estetica. L odore dipende da sostanze volatili tipiche per ogni essenza legnosa. Proprietà meccaniche del legno Resistenza a flessione Durezza Trazione e compressione Resilienza Rende il legno adatto a sostenere solai e tetti: le fibre superiori si accorciano, sottoposte a una compressione, quelle inferiori, contrariamente, si allungano, poiché sottoposte a trazione. E la resistenza alla penetrazione di un corpo esterno, tra le proprietà più considerate e ricercate: in base ad essa i legni si classificano in duri o forti (quercia, noce, olmo, ciliegio, faggio) e in dolci o teneri (abete, pioppo, betulla, tiglio). Il legno resiste bene alla trazione, purché venga sollecitato longitudinalmente, tale resistenza è generalmente due-tre volte superiore alla compressione. Capacità di assorbire un urto senza rompersi. Essenze resilienti sono il castagno, il rovere, l olmo e il teak. 16

17 Proprietà tecnologiche del legno Fendibilità Curvabilità ed elasticità Attitudine al taglio Attitudine alla pulitura Proprietà di lasciarsi spaccare aprendosi regolarmente lungo la direzione delle fibre (è legata quindi alla durezza); è tipica dei legni teneri (pioppo, abete, pino). Attitudine del legno a lasciarsi incurvare ed assumere stabilmente la forma curva. Questa proprietà è maggiore nel legno verde. L opposto si verifica nella elasticità grazie alla quale si ripristina la forma iniziale. Proprietà di lasciarsi lavorare con utensili taglienti (sega, pialla). La proprietà varia in funzione della direzione del taglio rispetto alle fibre: è maggiore nel senso longitudinale. Proprietà di lasciarsi levigare e lucidare, mettendo in risalto la grana e la venatura, tipica dei legni duri. Dopo aver illustrato le proprietà del legno, si procede con l indicazione e classificazioni delle essenze legnose, riferite alla durezza, alla provenienza intesa come geografica o di specie. In base alla durezza abbiamo: I legni duri derivano generalmente dalle latifoglie che sono alberi a foglie larghe, essi sono più resistenti sia agli attacchi dei funghi e degli insetti (meno deperibili), sia all umidità ed alle sollecitazioni e deformazioni. I legni duri sono quindi più pregiati e per questo più costosi. I legni dolci provengono in prevalenza dalle conifere, che sono alberi con foglie strette, aghiformi o squamiformi, che producono un frutto a forma di cono; in tale ambito rientrano anche latifoglie quali il pioppo, che cresce in fretta in luoghi umidi. I legni dolci sono ovviamente meno resistenti all umidità ed ai carichi, ma sono più facili da lavorare e meno costosi. 17

18 Essenze con legno duro Adatto a lavori di ebanisteria e alla costruzione di strutture esterne (pali, portoni,tetti). Sopporta bene l umidità, è elastico e resistente. Il colore bruno, compatto usato anche per arredamenti, serramenti, botti e tini. Castagno Il legno di faggio è utilizzabile per fabbricare mobili. Il legno delle piante più vecchie, assume un colore rossastro. Si usa come legno duro, per pavimentazioni, mobili, carpenteria, porte interne e anche, una volta incatramato, per traversine di rotaie ed edilizia. Faggio Uno dei legni più pregiati che esistano sul nostro pianeta. La principale particolarità di questo legno è che non galleggia, essendo più pesante dell acqua. Viene impegnato anche nella rifinitura di mobili di lusso e applicata a parti di strumenti musicali Ebano Il teak è un legno esotico, di facile lavorazione viene utilizzato per costruzioni navali e per la pavimentazione di locali. I mobili costruiti in teck sono considerati di un certo pregio, per il bel colore marrone scuro e per la loro solidità. Teak 18

19 Essenze con legni dolci Legno tenero, colore chiaro, poco resistente all umidità, per cui trova impiego solo per interni, mobili e compensati. Betulla Legno tenero, di colore chiaro e profumato, viene usato per i lavori più comuni quali costruzioni in genere, impalcature, infissi e perlinature, sia per interni che per esterni Pino È il più robusto e resistente tra i legni dolci, usato per: pavimenti, serramenti esterni, piallacci, compensati e travi. Douglas Legno bianco tenero e facile da lavorare usato per: imballaggi, fiammiferi, compensati e carta. Pioppo 19

20 In base alla provenienza geografica, le essenze legnose si classificano in: Legni indigeni, ossia autoctone della zona, quindi specie spontanee del posto. Legni esotici, ossia essenze provenienti da altri ambienti, quindi importate. La classificazione ulteriore delle essenze legnose è in base alla tassonomia botanica: distinte per specie (abete, betulla, faggio, castagno, frassino..). Ogni specie arborea si contraddistingue per le caratteristiche peculiari del proprio legno, a cui corrisponderà uno specifico settore d uso e destinazione dello stesso legno. Illustrate le caratteristiche delle principali specie legnose, si affronta la problematica relativa all uso sostenibile del legno ed ai problemi ecologici che ne derivano da un uso improprio. L esposizione dei contenuti in questa fase avviene prevalentemente in modalità lezione frontale. Il legno storicamente ha avuto impieghi diffusissimi nella civiltà umana, per merito delle preannunciate proprietà (fisiche, meccaniche e tecnologiche) che l hanno reso un prodotto tra i più versatili e molto agevole da lavorare (anche con semplici attrezzi). Prima dell avvento dell acciaio e cemento armato nelle costruzioni, il legno rappresentava l unico materiale da costruzione in grado di resistere alla flessione e trazione, oltre a considerare che era la principale fonte energetica, quindi, scaturiva nell uomo l esigenza di disporre di grandi quantitativi di legno. Questo estremo fabbisogno della risorsa legno ha determinato sin dall antichità (periodo greco e romano) il diradamento e anche la scomparsa dei boschi nel continente europeo, con la conseguente ricerca di legno in altre località da colonizzare (Asia ed Africa). Attualmente, le richieste mondiali di questo prezioso materiale, sono sempre considerevoli, e resta la materia prima più usata al mondo. La richiesta di legno conduce a sfruttare areali incontaminati come le foreste pluviali naturali (quale quella Amazzonica), le cui superfici annualmente diminuiscono senza essere corrisposte da eguali incrementi di boschi coltivati in altre zone del pianeta 20

21 Lo sfruttamento di foreste naturali comporta dei danni irreversibili, perché non si limitano alla perdita della vegetazione, ma anche della fauna ed addirittura del suolo (argille). Il legno rappresenta energia solare stoccata negli alberi, materia che si rinnova continuamente con il ciclo del carbonio. Il problema della sostenibilità dello sfruttamento del legno è atavico, pertanto occorre da un lato evitare sprechi della risorsa legno, dall altro provvedere a mettere in atto tutte quelle strategie che consentono il recupero e riciclo della stessa risorsa. La produzione di prodotti secondari (compensati, pannelli..) nel ciclo di trasformazione è una ottima soluzione sul fronte del recupero degli scarti di lavorazione, con conseguente maggior efficienza del ciclo produttivo. Un altra strategia di risparmio (a livello dei consumatori) deve consistere nel ridurre la richiesta di legno pregiato (ebano, mogano..) quasi tutto proveniente da essenze esotiche a rischio d estinzione, 21

22 per scegliere legni di più vasta disponibilità e provenienti da boschi opportunamente governati (abetaie, pioppeti,..). L ultima strategia di salvaguardia della risorsa consiste nell educare i consumatori alla raccolta differenziata, consentendo in tal modo alle industrie di riciclare sia imballaggi che prodotti di legno.. 6. METODOLOGIE Le strategie per l insegnamento da attuare saranno diverse, ma incentrate sull individuazione, analisi e correzione di eventuali anomalie di apprendimento; a favorire l autostima e l autovalutazione nell allievo, stimolandolo ad una partecipazione interessata ed attiva. La prima metodologia prevista è il brainstorming: utile all inizio per sia per esaminare le opinioni che le conoscenze degli allievi relativamente al tema dell unità didattica. Le lezioni in aula saranno basate sostanzialmente ricorrendo al metodo della lezione partecipata, mentre per alcune tematiche (ecosostenibiltà, deforestazione) si preferisce la modalità della lezione frontale senza far mancare l occasione di stimolare la riflessione e il dibattito costruttivo sugli argomenti trattati. 22

23 L unità didattica si conclude con l attività di laboratorio, durante la quale gli allievi avranno la possibilità di esercitarsi a riconoscere campioni di legno di diversa provenienza (esotiche ed indigene, latifoglie e conifere), nonché osservare campioni di prodotto finito come pannelli compensati, multistrati, paniforti, truciolati. Agli allievi sarà data l opportunità di realizzare qualche oggetto di legno o in alternativa dei legni truciolati. L approccio alle attività di laboratorio sarà di tipo cooperativo o di gruppo: si effettueranno gli opportuni approfondimenti in rete, esplorando vari siti tematici prediligendo quelli che affrontano l argomento con approccio di carattere ludico del tipo Alla fine delle attività, ciascun allievo dovrà produrre un elaborato word, consistente in una breve sintesi dei temi approfonditi. 7.STRUMENTI E RISORSE Gli strumenti necessari per la realizzazione dell unità didattica sono: o Libro di testo (G.Arduino) o Foto; o Computer e videoproiettore; o Documenti audio-visivi; o Software Office (in alternativa Open Office); o Campioni di essenze legnose varie e di prodotti legno derivato; o Strumenti di misura; o Aula e laboratori. Le lezioni di teoria saranno svolte in aula, con l ausilio di strumenti informatici (pc con videoproiettore), mentre, per le attività pratiche e le ricerche in rete si ricorre al laboratorio. In riferimento alle risorse, ci si avvale del personale ATA, di supporto ed assistenza tecnica al laboratorio. 23

24 8. VERIFICHE E VALUTAZIONE Alla fine dell unità didattica, sono previste verifiche sommative di tipo semistrutturata, anche se durante lo svolgimento delle lezioni in modalità partecipata, si porranno domande brevi o questioni da risolvere, al fine di verificare il livello di comprensione degli argomenti in itinere. Per la prova strutturata finale si potrà ricorrere a quesiti derivante da item tipo: Vero/Falso Scelta multipla Risposta multipla I quesiti da somministrare saranno10 ciascuno, con tre risposte, l allievo dovrà individuare le risposte vere e false nell arco di 30 minuti. La valutazione della prova è direttamente in trentesimi, poi rapportata a decimi. A ciascuna risposta esatta verrà attribuito un punto, nessun punto sarà corrisposto per le risposte non date e 0,1 punti alle risposte errate. Con tale griglia di valutazione non si penalizzano gli errori, e comunque vada (nell ipotesi di una prova totalmente errata) il punteggio conseguibile non consentirebbe di raggiungere la sufficienza. Lo scopo di tale griglia di valutazione è quello di individuare le eventuali carenze negli allievi con item critici, da colmare successivamente con gli interventi di recupero. La valutazione dell errore ha anche un significato pedagogico: non bisogna temere di sbagliare, il percorso educativo (in senso metaforico) certamente non si sviluppa su di una linea retta, ma è tortuoso, l allievo deve avere anche opportunità ed occasione di esplorare, di verificare autonomamente soluzioni alternative, e magari da quest ultime scaturiscono nuove forme di apprendimento. Un esempio di prova strutturata è la seguente: 24

25 1) Che prodotto sono le tavole? V F Degli sfogliati Dei semilavorati Prodotti primari 2) Cosa sono i tranciati? V F Fibre Fogli tagliati parallelamente alle fibre Fogli ottenuti con tagli tangenziali 3) Il disegno (proprietà del legno) varia? V F Con il taglio È costante Con il colore 4) La densità è legata: V F Alla specie arborea All umidità Al taglio 5) Il legno di betulla è: V F Dolce Duro Scuro 6) In cosa consiste la durezza V F Resistenza alla penetrazione di un oggetto Resistenza agli urti Dalla resistenza della pianta 7) Da quali organi si ottiene legna da ardere V F 25

26 La chioma Le foglie Le radici 8) L essicazione avviene in modo V F Traumatico Naturale Artificiale 9) I pannelli truciolati sono: V F Prodotto primario Prodotto secondario Un compensato più spesso 10) Cosa sono gli sfogliati V F Fogli tagliati parallelamente alle fibre Fogli ottenuti con tagli tangenziali Legni derivati Per quanto attiene alla verifica delle abilità si valuterà la relazione sintetica che gli allievi saranno incaricati di produrre (a casa o in laboratorio). La valutazione della relazione sarà basata sui seguenti parametri: 1/3 del voto: attinenza dei contenuti alla traccia; 1/3: capacità espositiva ed acquisizione di linguaggio tecnico; 1/3: capacità rielaborative personali. La valutazione complessiva deriverà dalla media delle due prestazioni. 26

27 9.RECUPERI ED APPROFONDIMENTI Interventi di recupero saranno necessari ogniqualvolta non si raggiungeranno livelli minimi di conoscenza utili alla prosecuzione della programmazione. Nell eventualità di un recupero, le attività saranno svolte con modalità diverse in funzione del numero di allievi con gravi insufficienze. Si prevedono sportelli help (caso di pochi allievi), qualora invece gran parte della classe non abbia raggiunto i livelli minimi di sufficienza, si procederà con pausa didattica e revisione dell intera unità didattica. Nel caso opposto, qualora si verifichino buoni livelli di conoscenza in linea con gli obiettivi prefissi, si possono prevedere approfondimenti, preferibilmente in attività laboratoriali. 10. BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA Bibliografia Arduino G., Educazione Tecnica, Editore S. Lattes &C. Torino 1998 e ristampa Sitografia

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