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1 L ordine alfabetico Le parole mettere in ordine potrai se l alfabeto sempre ricorderai; bravo sei e non temere ricorda anche le lettere straniere! a b c d e f g h i j k L m n o p q r s t u v w x y z Il vocabolario Il vocabolario o dizionario raccoglie tutte le parole di una lingua sistemate in ordine alfabetico, indicandone significato, funzione grammaticale ed alcuni esempi d uso. Alcune parole straniere sono entrate a far parte della lingua italiana nell uso comune e si trovano ormai anche nel dizionario. Lettere maiuscole Le lettere maiuscole si usano: 1 all inizio della frase, 2 con i nomi propri, 3 nei titoli, 4 nelle festività, 5 per indicare i nomi dei popoli, i periodi storici, 6 nelle sigle, 7 con i nomi che indicano persone sacre o cariche (presidente, ministro ), 8 con i nomi propri usati nel linguaggio scientifico (sole, Luna, terra ). Ca co cu - cia cio ciu La C seguita da I e da E forma il suono dolce; seguita da O, A, U forma il suono duro. Ga go gu - gia gio giu La G seguita da I oppure E forma il suono DOLCE; seguita da A, O, U forma il suono DURO. La G seguita da I oppure E forma il suono DOLCE; seguita da A, O, U forma il suono DURO. Ge gie - ce cie Per il plurale delle parole che terminano in CIA e GIA, si osserva la lettera precedente. CIA e GIA precedute da consonante diventano CE e Ge. Es. goccia gocce CIA e GIA precedute da vocale diventano CIE e GIE. Es. bugia bugie Sce Scie La sillaba SCE si scrive sempre senza i, ad eccezione di usciere, scie (plurale di scia), scienza e dei suoi derivati: coscienza, scientifico, conoscienza, scienziato Gn oppure Ni Con il suono gn la i non si mette ad eccezione di (compagnia). ricorda inoltre che per la prima persona plurale di alcuni verbi mettere la i o non metterla è facoltativo, es.: sogniamo, disegniamo, bagniamo, spegniamo. 1

2 Gl oppure Li e G + L Il suono gli può essere facilmente confuso con il suono Li. Ricorda che li si usa: all inizio di parola lieve, liuto nei suoni doppi spalliera, allietare, sollievo in alcune parole rilievo, ciliegie, cavaliere Cu oppure qu Si scrive CU quando la U è seguita da consonante. Es. cucire, cuscino. Si scrive QU quando la U è seguita da vocale. Es. squalo, quadro. Le parole capricciose non dimenticare, se non vuoi sbagliare! Scuola, cuoco, cuoio, cuore, rincuorare, riscuotere, circuito, innocuo, cospicuo, taccuino... Qu, Cu, Cqu La lettera q è sempre seguita da due vocali: qua, que, qui, quo. Le eccezioni sono: cuore, cuoco, cuoio, circuito, innocuo, scuotere, cuocere, proficuo Ricorda! La lettera Q raddoppia con la C acqua, acquistare Fa eccezione solo la parola soqquadro. Doppie Di solito le parole composte raddoppiano la consonante iniziale della seconda parola da + vero = davvero, e + pure = eppure, la + giù = laggiù. Fai attenzione a quando incontri zio zia zie perché non raddoppiano mai la z tranne per le parole: pazzia, razzia, carrozziere, tappezziere La divisione in sillabe Per dividere in sillabe ricorda che: - Le sillabe devono sempre contenere una vocale. Es.Ta-vo-lo - Una vocale iniziale seguita da una consonante, forma una sillaba da sé. Es. A-mi-co - Le lettere doppie si separano sempre. Es ca-val-lo - La lettera s non si separa mai dalla consonante che la segue.es basto-ne - i gruppi di consonanti mp e mb si dividono sempre. Es. bam- bo-la - Nel gruppo cqu si divide C da QU Es. ac-qua 2

3 L apostrofo L apostrofo indica l elisione, cioè quando la vocale finale di una parola viene eliminata perché è seguita da un altra vocale o da h. L apostrofo si usa con gli articoli (la, lo, una ed anche gli quando le parole iniziano con la i). L apostrofo si usa con le preposizioni articolate (della/dello, sulla/sullo, nello/nella ). La preposizione semplice di Le particelle pronominali possono essere apostrofate. es. m è, t è, s è, c è, v è, n è. ricorda che l apostrofo viene anche usato per fare il troncamento di una parola cioè l eliminazione di una vocale o della sillaba finale: es. un pocoun po, vai - va. Ricorda che l articolo GLI si può apostrofare davanti alla I ma non è obbligatorio. CON O SENZA APOSTROFO BELLO, QUELLO E GRANDE si comportano così: - Restano invariati davanti a S + consonante, GN,SC,PN,PS,X,Z - Si troncano davanti alle consonanti BEL, QUEL, GRAN - Si apostrofano davanti alle vocali BELL, QUELL, GRAND CIASCUNO, NESSUNO, BUONO, ALCUNO si comportano come l articolo uno: - Rimangono inalterati davanti a S +consonante, GN, SC, PS, X, Z - Si troncano davanti ai nomi maschili CIASCUN, NESSUN, BUON, ALCUN - Si apostrofano solo davanti ai nomi femminili che iniziano per vocale CIASCUN, NESSUN, BUON, ALCUN, RICORDA TAL E QUAL non vogliono mai l apostrofo Il troncamento il troncamento indica l eliminazione di una vocale o di una sillaba finale in una parola. Quando in una parola si fa il troncamento non si mette l apostrofo. L eccezione è un gruppo di monosillabi in cui è obbligatorio l apostrofo per indicare il troncamento. es. un poco un po ; dai da ; dici di ; fai fa ; stai sta ; vai va Accento L accento indica la sillaba che la voce deve valorizzare. L accento sull ultima sillaba deve essere segnato obbligatoriamente: bontà, virtù, laggiù 3

4 A volte alcune parole che hanno significato diverso si scrivono allo stesso modo, quindi è utile mettere l accento anche se non è obbligatorio. Monosillabi accentati 1 I monosillabi accentati sono: già, giù, ciò, può, più. 2 Alcuni monosillabi vogliono l accento per essere distinti da altri simili, ma con diverso significato: di-dì; da-dà; la-là; li-lì, ne - né; se-sé; si-sì; te-tè. 3 Non vogliono l accento qui, quo, qua. 4 Sui monosillabi con una sola vocale, in genere, non si mette l accento: su, re,tu,sta,me.. Ricorda 4

5 Le regole generali sull uso dell H Quando si usa l H? Quando voglio dire che possiedo qualcosa. Per esempio: Ho un orsetto; ho una bambola; ho un cane... Quando sento/provo delle cose. Per esempio: Ho sete; ho fame, ho paura... Quando faccio delle azioni. Per esempio: Ho vestito la bambola; ho saltato la corda; ho mangiato una fetta di torta... Ricorda che ATO, ITO, UTO L acca han sempre avuto. Per esempio: Ho mangiato; ho sentito; ho bevuto. L H non si usa Se rispondo a DOVE? A casa Se rispondo a COME? A piedi Se rispondo a CHI? A Luca Se posso sostituire O con OPPURE Ricorda che Con ARE, ERE, IRE L H va a dormire. Per esempio vado a mangiare, Non riesco a bere, Vado a dormire. L'h serve per distinguere alcuni voci del verbo avere da parole di uso frequente ho (1^ persona singolare) o (congiunzione) hai (2^ persona singolare) ai (preposizione articolata) ha (3^ persona. singolare) a (preposizione semplice) hanno (3 persona plurale) anno (periodo temporale) 5

6 La punteggiatura La virgola indica la più breve delle pause. Si usa negli elenchi di parole, nelle serie di frasi oppure per separare un'informazione dal resto del pensiero. Il punto indica la pausa più lunga. Si usa quando si conclude il pensiero. Il punto interrogativo conclude una domanda. Il punto esclamativo si usa per esprimere un'emozione di meraviglia, rabbia o altro. Due punti: si usano all inizio di un elenco, di una spiegazione o di un discorso diretto. Puntini di sospensione: indicano un discorso lasciato in sospeso. Trattino: unisce due termini (terra-ferma) Le virgolette e le lineette racchiudono le parole del discorso diretto Parentesi tonde: isolano alcune parole di spiegazione o di commento dal resto della frase. Il discorso diretto Le parole dette dai personaggi di una storia sono indicate con il discorso diretto che inizia con i due punti e si scrive tra virgolette oppure tra lineette - - inoltre comincia con la maiuscola. ES: La nonna ha detto: chi trova un amico trova un tesoro! Il discorso indiretto Il discorso diretto si trasforma in discorso indiretto togliendo i segni di punteggiatura (: : ) Aggiungendo a, di, se, che e modificando le parti variabili della frase quali i pronomi, i tempi e la punteggiatura. Es. mia sorella ha detto: - io non mi muovo da qui! mia sorella ha detto che lei non si sarebbe mossa da lì! 6

7 Gli elementi della comunicazione Gli elementi di una comunicazione sono: emittente chi comunica qualcosa (il vigile) il messaggio quello che viene comunicato ( di fermarsi subito ) ricevente chi ascolta (l automobilista) il codice il modo in cui viene formulato il messaggio (codice di suoni) Referente e contesto Il referente è l oggetto che viene indicato dal messaggio. Il contesto è la situazione al momento della comunicazione. Lo scopo La comunicazione, ha sempre uno scopo. gli scopi possono essere molti: informare, rimproverare, esprimere gioia, raccontare Lo scopo nascosto Non sempre lo scopo di chi parla è chiaro; in questo caso si parla di scopo nascosto. Codici e simboli Scrivi il significato dei seguenti simboli. Scrivi il significato dei seguenti segnali stradali. nella comunicazione ci sono codici che utilizzano i simboli che sono segni particolari decisi dall uomo (simboli matematici, simboli musicali ) I segnali stradali sono i simboli che usa il codice della strada. I segnali di pericolo sono di forma triangolare con il bordo rosso e il fondo bianco, i segnali di divieto sono di forma circolare con il bordo rosso e il fondo bianco i segnali di obbligo sono di forma circolare con il fondo blu. 7

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