LA CONGIUNTURA DEL NORD EST Consuntivo primo semestre 2009 Previsioni secondo semestre 2009

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1 Rilevazione promossa dalla CASSA DI RISPARMIO DEL VENETO Quaderni FNE Collana Osservatori, n. 103 dicembre 2009 LA CONGIUNTURA DEL NORD EST Consuntivo primo semestre 2009 Previsioni secondo semestre 2009 a cura di Silvia Oliva Coordinamento di Daniele Marini Cassa di Risparmio del Veneto è una banca del gruppo

2 Sommario SINTESI DEI PRINCIPALI RISULTATI 1. IL QUADRO CONGIUNTURALE GENERALE 1.1 Economia mondiale: segnali di ripresa 1.2 Area Euro: una ripresa fragile 1.3 Italia: ripresa ancora incerta 2. CONSUNTIVO PRIMO SEMESTRE Produzione e fatturato 2.2 Costo dei fattori e prezzo prodotti finiti 2.3 Portafoglio ordini 2.4 Occupazione 2.5 Vendite 2.6 Liquidità aziendale e incassi 3. PREVISIONI SECONDO SEMESTRE Produzione e fatturato 3.2 Nuovi ordini 3.3 Occupazione 3.4 Investimenti 4. NOTA METODOLOGICA 4.1 Il metodo e le responsabilità APPENDICE Fondazione Nord Est - 2

3 SINTESI DEI PRINCIPALI RISULTATI Consuntivo Nella prima parte del 2009 si conferma la forte flessione del sistema produttivo locale. Per tutti i parametri, si contrae ancora la quota delle indicazioni di crescita, mentre continua a crescere quella delle indicazioni di flessione. Scendono fortemente in negativo tutti i saldi sintetici di produzione, fatturato, occupazione, vendite interne e estere. I segnali più critici provengono dal Veneto e dal Friuli Venezia Giulia. Situazione migliore nelle province del Trentino Alto Adige. La quota di imprese che vede diminuire la produzione sale al 68,9% dal 50,3. Il fatturato cala per il 64,4 (dal 48,9%). Forte deterioramento per le imprese dell industria in senso stretto. Le dinamiche più negative si registrano tra le imprese più strutturate. Le grandi (100 e + addetti) vedono crescere in misura rilevante le indicazioni di flessione, perdendo il vantaggio accumulato sulle piccole nei precedenti semestri. L 11,3% delle imprese migliora la situazione del portafoglio ordini, ma il 62,9 la peggiora con un saldo sintetico di -51,6. Rimane alquanto limitato l orizzonte temporale di lavoro assicurato: un impresa su due lavora sul brevissimo periodo (meno di un mese). Si allentano ancora le tensioni sui costi di produzione: scende al 29,6 dal 49,1% la quota di chi lamenta una crescita delle materie prime. Si riduce il trasferimento dei maggiori costi sostenuti per la produzione sui listini aziendali, mentre cresce la propensione a ridurre i prezzi finali (da 23,8 a 31,5%). Rimane prevalente la scelta di mantenere costanti gli organici aziendali. Tale opzione è condivisa dal 60% del campione. Cresce, tuttavia, la quota di chi ha ridotto gli organici (33%), con un saldo di -25,3 (da -11). Negli ultimi dodici mesi, le imprese nordestine hanno indirizzato l 86,2% delle vendite in Italia, il 9,8% nella UE e il 4% nei mercati extra UE. Le imprese esportatrici sono il 37,7%. Il 10,8% del campione ha come mercato prevalente l estero. In particolare, si rivolgono principalmente ai Paesi extra-ue il 3,5% degli imprenditori. Il dato sulla prevalenza dei mercati esteri supera il 23% se riferito alle imprese con più di 100 addetti. Gli ultimi dodici mesi hanno evidenziato un ulteriore rallentamento delle vendite interne, con un saldo di opinione di -50,2. Anche sui mercati esteri si registra un forte rallentamento della dinamica, con un saldo di opinione che perde ancora punti (da -30,2 a -43,2) e indicazioni di flessione condivise dal 57,6%. Maggiori le difficoltà sui mercati extra UE. Previsioni Migliora il clima di fiducia del sistema produttivo, pur rimanendo elevata la quota di pessimisti. La attese negative coinvolgono l andamento della produzione (crescita per il 14,9 e diminuzione per il 54,4%) e il fatturato (16,3 e 52,9%). Fondazione Nord Est - 3

4 Prospettive in miglioramento per gli ordini dall interno con un saldo pari a 28,2 da -48,1: 4 imprese su 10 si attendono una flessione. In evoluzione anche le prospettive sugli ordini dall estero: crescita per il 9,3 e flessione per il 21,9 dal 33,7%. Cala la propensione a ridurre il livello di investimenti: 3 imprese su dieci ridurranno gli impieghi. Bolzano In provincia di Bolzano il calo della produzione coinvolge una percentuale minore di imprese (54,7%) rispetto al totale Nord Est (68,9%), con un saldo di opinione pari a - 50,6. Migliore anche il dato sul fatturato che è indicato in calo da solo 4 imprese su 10 (sono il 64,4% a Nord Est). Stessa indicazione per quanto riguarda il portafoglio ordini in flessione per il 43,7%. L occupazione è stabile per il 64,8%. L 80% ritiene normale il livello di liquidità, nonostante il 62% dichiari un ritardo nei termini di pagamento pattuiti. Per il 43,6% delle imprese di Bolzano le vendite in Italia sono diminuite e per il 44,6% rimaste uguali. In calo le vendite all estero per il 28,2%, mentre sono stabili per il 62,1%. Entrambi i dati sono migliori rispetto a quanto registrato nel complesso del Nord Est. Per il secondo semestre 2009, un quarto del campione si attende una crescita della produzione mentre il 34,5% prospetta una flessione. Il 34,8% si attende una flessione del fatturato. L occupazione è prevista stabile per il 78,3%; solo 1 impresa su dieci prevede di fare assunzioni. Nelle attese prevale la stabilità sia per gli ordini interni (65%) che per quelli esteri (75,4%). Il 23,7% prevede un aumento degli investimenti e il 57,3% una stabilità. Trento In provincia di Trento il calo della produzione coinvolge una percentuale minore di imprese (53%) rispetto al totale Nord Est (68,9%), con un saldo di opinione pari a - 33,6. Migliore anche il dato sul fatturato che è indicato in calo dal 47,4% del campione (sono il 64,4% a Nord Est). Stessa indicazione per quanto riguarda il portafoglio ordini in flessione per il 44,1%. L occupazione è stabile per il 64,7%. Il 74,3% ritiene normale il livello di liquidità, nonostante il 55,6% dichiari un ritardo nei termini di pagamento pattuiti. Per il 45,8% delle imprese di Trento le vendite in Italia sono diminuite e per il 26,8% rimaste uguali. In calo le vendite all estero per il 46,2%, mentre sono stabili per il 31%. Entrambi i dati sono migliori rispetto a quanto registrato nel complesso del Nord Est. Per il secondo semestre 2009 Trento mostra un migliore clima di fiducia rispetto al Nord Est. Il 40,8% del campione si attende una crescita della produzione mentre il 38,2% prospetta una flessione. Il 33,4% si attende una flessione del fatturato, il 29,8 una crescita. L occupazione è prevista stabile per il 73,6%; quasi due imprese su dieci prevede di fare assunzioni. Nelle attese prevale la stabilità sia per gli ordini interni (53,1%) che per quelli esteri (79,1%). Il 28,8% prevede un aumento degli investimenti e il 43,9% una stabilità. Fondazione Nord Est - 4

5 Veneto Nella regione Veneto il calo della produzione coinvolge una percentuale maggiore di imprese (71,5%) rispetto al totale Nord Est (68,9%), con un saldo di opinione pari a - 62,2. Peggiore anche il dato sul fatturato che è indicato in calo dal 67,8% del campione (sono il 64,4% a Nord Est). Stessa indicazione per quanto riguarda il portafoglio ordini in flessione per il 66,7%. L occupazione è stabile per il 58,9% e diminuita per il 34,4%. Solo il 60,7% ritiene normale il livello di liquidità; mentre il 39,6 la giudica insufficiente. Il 70,1% dichiara un ritardo nei termini di pagamento pattuiti. Per il 65,6% delle imprese del Veneto le vendite in Italia sono diminuite (61,4 nel Nord Est) e per il 24,7% rimaste uguali. In calo le vendite all estero per il 61,8% (57,6% nel Nord Est), mentre sono stabili per il 24,5%. Per il secondo semestre 2009 il Veneto mostra un clima di fiducia ancora molto negativo. Il 57,2% del campione si attende una flessione della produzione mentre l 11,1% prospetta una crescita. Il 57,3% si attende una flessione del fatturato, il 14,1 una crescita. L occupazione è prevista stabile per il 68,6%, in flessione per il 25,8; solo 1 impresa su 10 prevede di fare assunzioni. Nelle attese prevale la stabilità per gli ordini interni (44,7%), anche se una quota simile si attende una nuova flessione (44,2%). Sul fronte estero la stabilità è prevista dal 67,3%, la flessione dal 24,1%. Il 19,4% prevede un aumento degli investimenti, il 46,7% una stabilità, il 33,9% una flessione. Friuli Venezia Giulia Nella regione Friuli Venezia Giulia il calo della produzione coinvolge una percentuale leggermente inferiore di imprese (64,9%) rispetto al totale Nord Est (68,9%), con un saldo di opinione pari a -57,2. In linea il dato sul fatturato che è indicato in calo dal 66% del campione (sono il 64,4% a Nord Est). Stessa indicazione per quanto riguarda il portafoglio ordini in flessione per il 60,5%. L occupazione è stabile per il 56,9% e diminuita per il 31,8%. Solo il 61,9% ritiene normale il livello di liquidità; mentre il 37,3 la giudica insufficiente. Il 68% dichiara un ritardo nei termini di pagamento pattuiti. Per il 55,9% delle imprese del Friuli Venezia Giulia le vendite in Italia sono diminuite (61,4 nel Nord Est) e per il 32,3% rimaste uguali. In calo le vendite all estero per il 54,9% (57,6% nel Nord Est), mentre sono stabili per il 27,6%. Per il secondo semestre 2009 il Friuli Venezia Giulia mostra un clima di fiducia ancora negativo. Il 50,7% del campione si attende una flessione della produzione mentre il 21,4% prospetta una crescita. Il 47,6% si attende una flessione del fatturato, il 20,6 una crescita. L occupazione è prevista stabile per il 70,5%, in flessione per il 21,7; solo 1 impresa su 10 prevede di fare assunzioni. Nelle attese prevale la stabilità per gli ordini interni (43,8%), anche se una quota simile si attende una nuova flessione (40,8%). Sul fronte estero la stabilità è prevista dal 69,5%, la flessione dal 19,4%. Il 19,7% prevede un aumento degli investimenti, il 50,9% una stabilità, il 29,4% una flessione. Fondazione Nord Est - 5

6 1. IL QUADRO CONGIUNTURALE GENERALE 1.1 Economia mondiale: segnali di ripresa Già nel secondo trimestre l economia di alcuni paesi aveva mostrato segnali di miglioramento. Il prodotto era tornato a crescere in alcune economie industriali ed e- mergenti in cui aveva subito una profonda caduta. In particolare si è registrata un accelerazione in India e in Cina, una contrazione a ritmi più contenuti negli Stati Uniti e in alcuni paesi europei. Nel terzo trimestre, in molte economie si registrano segnali positivi in termini di produzione, industriale, vendite al dettaglio, indici di fiducia di imprese e famiglie, mercati finanziari e rapporti interbancari A sostenere la ripresa sono state senza dubbio le politiche espansive applicate in molti paesi. Tab. 1 Previsioni sul PIL. Var. tendenziali Paesi Avanzati 0,6-3,4 1,3 Area Euro 0,7-4,2 0,3 Giappone -0,7-5,4 1,7 Regno Unito 0,7-4,4 0,9 USA 0,4-2,7 1,5 Paesi Emergenti 6,0 1,7 5,1 Brasile 5,1-0,7 3,5 Cina 9,0 8,5 9,0 India 7,3 5,4 6,4 Russia 5,6-7,5 1,5 MONDO 3,0-1,1 3,1 Fonte: FMI, Economic outlook, ottobre 2009 Nel terzo trimestre l attività economica sarebbe tornata a crescere anche negli Stati Uniti. Il prodotto è aumentato nei paesi BRIC, ad esclusione della Russia. A partire dal secondo trimestre si è attenuata la caduta del commercio mondiale, grazie soprattutto alla crescita della domanda proveniente dall Asia. 1.2 Area euro: una ripresa fragile corso del terzo trimestre l economia dell Area euro ha mostrato una ripresa degli indicatori congiunturali: sono migliorati gli indici di fiducia delle famiglie e dell impresa, ad agosto la produzione industriale è migliorata per il quarto trimestre consecutivo. Rimane, invece, debole il dato sui consumi su cui agiscono le condizioni negative del mercato del lavoro: in agosto il tasso di disoccupazione è salito al 9,6%. Tab. 2 - Area Euro. Variazioni tendenziali Prev. Prev. III tr. IV tr. I tr Stime 2009 Produz. ind. -15,7-10,1-2,9-16,1 PIL -4,0-2,0 0,6-4,1 Consumi -0,8-0,4 0,1-0,8 Investimenti -10,8-7,9-2,7-10,7 Inflazione -0,3 1,0 1,0 0,3 Fonte: Eurostat e previsioni Ifo-Insee-Isae, ottobre Italia: ripresa ancora incerta Gli indicatori congiunturali indicano per l estate un primo recupero del PIL, grazie ad un deciso miglioramento della produzione industriale. Tuttavia, nonostante il miglioramento della domanda mondiale, le esportazioni italiane non hanno registrato un chiaro recupero: al forte rialzo di luglio è seguito un rilevante calo in agosto, così come per ordini e fatturato. La ripresa della produzione industriale sembra essere legata al ripristino delle scorte e la domanda interna rimane ancora molto debole. Tuttavia il clima di fiducia, soprattutto in prospettiva, ha registrato un interessante miglioramento soprattutto nelle famiglie. La Relazione previsionale programmatica del Governo, aggiornata in settembre, prevede una riduzione del Pil nel 2009 del 4,8%, cui seguirà nel 2010 un leggero recupero (+0,7%). Dopo il punto di minimo toccato nel secondo trimestre, con alcuni paesi in crescita (Germania e Francia) e altri ancora in contrazione (Italia, Spagna, Paesi Bassi), nel Fondazione Nord Est - 6

7 2. CONSUNTIVO PRIMO SEMESTRE Produzione e fatturato Dopo la brusca frenata registrata nella seconda metà del 2008, il sistema produttivo del Nord Est conferma nel primo semestre dell'anno in corso la forte flessione dell'attività produttiva. Sale al 68,9% la quota di chi ha visto ridursi la propria attività produttiva. Il saldo sintetico si attesta a -59,5. Tab. 3 PRODUZIONE INDUSTRIALE. Dato tendenziale (valori % al netto delle non risposte) Aumentata Diminuita Saldo 2 sem ,8 18,7 +30,1 1 sem ,2 19,6 +20,6 2 sem ,6 24,1 +17,5 1 sem ,5 35,4-8,9 2 sem ,2 50,3-26,1 1 sem ,4 68,9-59,5 Bolzano 4,1 54,7-50,6 Trento 19,4 53,0-33,6 Veneto 9,3 71,5-62,2 Friuli VG 7,7 64,9-57,2 Fonte: CRVeneto - Fondazione NE (n. casi 653) Saldo di opinione Il saldo di opinione corrisponde alla differenza tra la percentuale di aziende che hanno dichiarato un aumento della produzione e viceversa quelle che hanno dichiarato una diminuzione. Scende sotto il 10% la quota di imprese che ha registrato nel corso del primo semestre 2009 una crescita della produzione. Il dato, fortemente in diminuzione, conferma l'intensità del rallentamento: da 24,9% a 9,4%. Contestualmente cresce di ben 18,6 punti la percentuale di chi ha visto ridursi il proprio livello produttivo (da 50,3 a 68,9%). Tale dinamica si traduce in una rilevante frenata del saldo di opinione che si attesta a -59,5, perdendo 80 punti rispetto allo stesso periodo del Per l economia del Nord Est si tratta di forte frenata che segue un progressivo rallentamento, registrato già a partire dai primi mesi del A livello italiano l indice sulla produzione industriale fa segnare una contrazione tendenziale nel primo trimestre 2009 pari a -21,2 e a -22,1% nel secondo 1. L analisi della dinamica produttiva per aree geografiche mostra alcune differenze interessanti. Infatti, sebbene tutte le aree considerate presentino saldi di opinione negativi, sono il Friuli Venezia Giulia e, ancora più, il Veneto a mostrare una maggiore sofferenza. I saldi sintetici delle due regioni sono effettivamente particolarmente critici e pari rispettivamente a -57,2 e -62,2, rispetto al - 50,6 di Bolzano e il -33,6 di Trento. In Veneto sette imprenditori su dieci dichiarano una flessione dell'attività produttiva, in Friuli Venezia Giulia il 64,9%. Graf. 1 Saldi di opinione della produzione industriale per regione e semestri 60,0 40,0 20,0 0,0-20,0-40,0-60,0-80,0 Bolzano Trento Veneto FVG 1 sem sem sem sem sem Fonte: CRVeneto - Fondazione NE (n. casi 653) Considerando i singoli comparti, nell industria in senso stretto si registra una forte contrazione delle indicazioni di crescita e un aumento rilevante di quelle di flessione. Il saldo di opinione scende a -65,1 da -23 della precedente rilevazione. In leggera ripresa l'indice delle costruzioni: da -40,7 a -34,7 Infine, l analisi per classe dimensionale evidenzia una diversa dinamica della produzione nel primo semestre I saldi di opinione risultano negativi in tutte le classi dimensionali: il dato peggiore è registrato 1 Dati grezzi. Istat, Indice sulla produzione industriale. Dicembre 2008, Comunicato stampa, 10 febbraio Il dato sul primo trimestre 2009 è pari a una riduzione di -21,7%. Fondazione Nord Est - 7

8 dalle imprese più strutturate (-65, era - 33,1), seguite dalla classe (-63,1, era -21) e dalle piccole (-59,6, era -28,6). In termini di indicazioni di flessione, solo la classe presenta un dato prossimo al 60%, tutte le altre vicino al 70%, con il valore massimo registrato sopra i 100 addetti (75,1%). La classe intermedia (50-99) presenta anche il dato migliore in termini di crescita della produzione indicata dal 21,6%, con un dato sintetico di -39,1. La lettura dei dati in chiave dinamica dal primo semestre 2007 ad oggi permette di evidenziare come la progressione delle indicazioni di flessione sia stata maggiormente graduale nelle attività sotto i 50 addetti e, invece, più repentina sopra questa soglia. Particolarmente interessante il dato sulle imprese più strutturate che vedono crescere il dato di flessione di 30 punti percentuali nell ambito del solo secondo semestre 2008 (da 25,6 a 56,7%). Tab. 4 FATTURATO. Dato tendenziale (valori % al netto delle non risposte) Aumentato Diminuito Saldo 2 sem ,6 17,0 +34,6 1 sem ,0 21,0 +23,0 2 sem ,5 22,7 +24,8 1 sem ,0 33,5 +0,5 2 sem ,0 48,9-21,9 1 sem ,1 64,4-52,3 Bolzano 14,8 39,5-24,7 Trento 26,6 47,4-20,8 Veneto 10,9 67,8-56,9 Friuli VG 11,4 66,0-54,6 Come risultato, il saldo sintetico subisce un brusco peggioramento attestandosi a -52,3 dal -21,9 della scorsa rilevazione e perdendo ben 73,3 punti rispetto a un anno fa (+23). Graf. 2 Andamento fatturato per area geografica Graf. 1.1 Indicazioni di flessione della produzione industriale per classe dimensionale e semestri FVG Veneto 11,4 10,9 22,6 21,3 66,0 67, e + Trento 26,6 26,0 47,4 Bolzano 14,8 45,7 39,5 0% 20% 40% 60% 80% 100% Aumentato Rimasto uguale Diminuito 1 sem sem sem sem sem Fonte: CRVeneto- Fondazione NE (n. casi 1.018) Dinamica negativa anche per il fatturato: ancora in diminuzione le indicazioni di crescita, in forte aumento quelle di flessione. Lascia sul campo 15 punti percentuali la quota di imprese nordestine che nel corso del primo semestre 2009 ha incrementato il proprio fatturato rispetto ad un anno fa (da 27,0 a 12,1%). In crescita da 48,9% a 64,4 le indicazioni di flessione. Così come per la produzione, anche a livello di fatturato si evidenziano differenze rilevanti nelle performance tra le diverse aree geografiche considerate. Le due province del Trentino Alto Adige, pur presentando una dinamica di rallentamento delle performance, mantengono uno scarto più contenuto tra indicazioni di crescita e indicazioni di flessione. In particolare, a Bolzano il saldo sintetico è di -24,7(da +0,8); mentre a Trento è pari a -20,8 (da - 5,3). Viceversa, in Veneto e in Friuli Venezia Giulia la quota di imprese che ha subito un deterioramento del fatturato supera rispettivamente di -56,9 (da -26,6) e di -54,6 (da -16,3) punti percentuali quella di chi ne ha registrato una crescita. Fondazione Nord Est - 8

9 La lettura dei dati sul fatturato per classe dimensionale in termini dinamici evidenzia, così come visto in relazione alla produzione, che per le imprese di più piccole dimensioni il peggioramento delle performance sia iniziato già nel Viceversa, le più grandi hanno subito una vera battuta d arresto a partire dalla seconda parte del 2008, raggiungendo una quota di indicazioni di flessione del fatturato in linea con le altre classi dimensionali. Sopra i 100 addetti da metà 2008 a metà 2009 la quota di chi ha visto diminuire il fatturato è salita dal 20,3 al 64,4%. Graf. 2.1 Indicazioni di flessione del fatturato per classe dimensionale e semestri e + 1 sem sem sem sem sem Per quanto riguarda i saldi di opinione il dato peggiore si registra tra i 20 e i 49 addetti con un valore di -54,4, con uno scarto rispetto alla scorsa rilevazione di ben 28,3 punti. Viceversa, il dato migliore è quello delle imprese tra i 50 e i 99 addetti che registrano un saldo di -33, solo 15 punti in meno rispetto a sei mesi prima. A livello di comparti economici, si registra un forte peggioramento nell'ambito dei servizi alle imprese il cui saldo sintetico perde 52 punti, attestandosi a -52,4. Anche l'industria in senso stretto mostra un ampia flessione con il saldo sintetico che passa da - 21,8 a -67,6. In leggero miglioramento solo le costruzioni che recuperano 7,1 punti, pur registrando un dato ancora negativo (-39,6). 2.2 Costo dei fattori e prezzo prodotti finiti Prosegue il trend di calo dei prezzi alla produzione. Dopo le forti tensioni registrate fino alla prima metà 2008, soprattutto per le materie prime, si registra un forte calo delle imprese che ne lamentano la crescita. In aumento, invece, il numero di imprese che applica una riduzione dei prezzi dei prodotti finiti. Si riduce nuovamente la quota di aziende che registra un aumento dei costi di produzione. In particolare la crescita dei prezzi delle materie prime è denunciata nel primo semestre 2009 dal 29,6% contro il 49,1% della precedente rilevazione. Cresce al 27,4% (dal 22,8%) la percentuale di chi ha beneficiato di una riduzione dei costi alla produzione. Un rallentamento nella crescita dei costi di produzione viene registrato anche dall Istat a livello nazionale: la variazione tendenziale del secondo trimestre 2009 è stata pari a -5,6, dopo il -2,8% del trimestre precedente 2. Tab. 5 COSTO MATERIE PRIME. Dato tendenziale (valori % al netto delle non risposte) Aumentato Diminuito Saldo 2 sem ,8 1,7 +82,1 1 sem ,5 1,7 +81,8 2 sem ,1 2,3 +81,8 1 sem ,0 3,5 +81,5 2 sem ,1 22,8 +26,3 1 sem ,6 27,4 +2,2 Per quanto riguarda in modo specifico le materie prime, il rallentamento dei costi è un fenomeno diffuso presso tutti i comparti economici e le classi dimensionali. In diminuzione anche le tensioni sul costo del personale, con un decremento da 63,3 a 47,9% delle indicazioni di crescita. 2 Istat, Indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali. Giugno 2009, Comunicato stampa, 30 luglio Il dato relativo al terzo trimestre 2009, pubblicato a ottobre, indica una contrazione tendenziale dei costi di produzione pari a -7,1%. Fondazione Nord Est - 9

10 Tab. 6 COSTO PERSONALE. Dato tendenziale (valori % al netto delle non risposte) Aumentato Diminuito Saldo 2 sem ,5 1,8 +64,7 1 sem ,9 2,7 +69,2 2 sem ,4 1,4 +65,0 1 sem ,7 2,2 +72,5 2 sem ,3 4,0 +59,3 1 sem ,9 7,6 +40,3 La situazione di crisi, con un forte rallentamento delle imprese e del fatturato, porta le imprese nordestine a decidere di ridurre il prezzo dei prodotti finiti: sale al 31,5 dal 23,8% la quota di attività che decide di ridurre i propri listini. Viceversa, scende al 15,2% quella di chi li aumenta. Tab. 7 PREZZI PRODOTTI FINITI. Dato tendenziale (valori % al netto delle non risposte) Aumentato Diminuito Saldo 2 sem ,3 7,7 +38,6 1 sem ,2 5,7 +45,5 2 sem ,5 9,6 +35,9 1 sem ,9 7,6 +45,3 2 sem ,3 23,8 +0,5 1 sem ,2 31,5-16,3 Fonte: CrVeneto - Fondazione NE (n. casi 1.018) L'aumento della quota di imprese che sceglie di portare a riduzione i prezzi dei prodotti finiti appare diffuso a tutti i comparti e a tutte le dimensioni di impresa ed è particolarmente rilevante tra le aziende delle costruzioni (39,5%) e nell'industria in senso stretto (37,6%). Graf. 3 Andamento del prezzo dei prodotti finiti per settore Servizi all'impresa Servizi alla persona Commercio Costruzioni Ind. in senso stretto 10,4 10,6 23,2 21,7 14,1 63,7 25,9 46,4 51,8 45,9 65,8 32,4 39,5 37,6 11,0 0% 20% 40% 60% 80% 100% Aumentati Rimasti uguali Diminuiti 2.3 Portafoglio ordini Solo l'11,3% del campione migliora il valore del portafoglio ordini. Più del 60%, invece, subisce una flessione dello stesso. Si conferma un orizzonte temporale di lavoro assicurato molto breve. Rispetto al precedente semestre, si segnala, per quanto riguarda il portafoglio ordini, una nuova riduzione del saldo di opinione (da 34 a -51,6), come effetto della contestuale diminuzione delle indicazioni di crescita (da 17,5 a 11,3%) e di un ulteriore aumento di quelle di flessione (da 51,5 a 62,9%). L orizzonte temporale di lavoro assicurato dal portafoglio rimane fortemente limitato. Si conferma al 49,5% la quota di chi ha lavoro assicurato per meno di un mese. Il 26,2% ha lavoro per un periodo compreso tra uno e tre mesi e il 24,3% per più di un trimestre. Tab. 8 VALORE PORTAFOGLIO ORDINI. Dato tendenziale (valori % al netto delle non risposte) Aumentato Diminuito Saldo 2 sem ,8 19,1 +22,7 1 sem ,8 22,2 +15,6 2 sem ,3 26,4 +9,9 1 sem ,2 38,9-13,7 2 sem ,5 51,5-34,0 1 sem ,3 62,9-51,6 Bolzano 6,8 43,7-36,9 Trento 21,3 44,1-22,8 Veneto 11,4 66,7-55,3 Friuli VG 8,9 60,5-51,6 Ancora una volta a mostrare maggiori criticità risultano il Veneto e il Friuli Venezia Giulia, con una quota di indicazioni di flessione pari rispettivamente a 66,7 e a 60,5%. L analisi condotta in base alla variabile dimensionale evidenzia, così come per la produzione e il fatturato, mostra che per le imprese più piccole il rallentamento delle performance ha radici più lunghe, mentre per le più grandi la caduta degli ordini avviene contestualmente allo sviluppo della crisi internazionale. Fondazione Nord Est - 10

11 In termini di saldi di opinione, il dato peggiore è attribuibile alle attività con più di 100 addetti (-37,8). Le altre classi si attestano tra il -31,6 della classe e il - 34,9 di quella fino ai 9 addetti. A livello settoriale, ad eccezione dei servizi tutti i comparti presentano quote di flessione superiori al 50%. Risulta particolarmente problematico l andamento del portafoglio ordini, per l industria in senso stretto e per il commercio che presentano quote elevate di imprese che lamentano una situazione di flessione e saldi di opinione rispettivamente pari a -65,4 e a -48,3. Graf. 4 Indicazioni di flessione del valore del portafoglio ordini per classe dimensionale e semestri e + 1 sem sem sem sem sem Migliore l andamento nell ambito dei servizi: il saldo sintetico complessivo risulta pari a -27,2. Graf. 5 Andamento del valore del portafoglio ordini per settore economico Servizi all'impresa Servizi alla persona Commercio Costruzioni Industria in s.s. 11,4 16,8 8,5 46,7 40,8 17,6 28,9 26,7 16, ,9 59,7 56,5 35,3 42,3 0% 20% 40% 60% 80% 100% Aumentato Rimasto uguale Diminuito Gli ambiti settoriali con un orizzonte temporale di attività assicurata più a breve termine sono quello dell industria in senso stretto (53,8% meno di un mese). Difficoltà di orizzonte di operatività anche per le imprese del Veneto (52,8%) e per le piccole (55,2%). 2.4 Occupazione Prevale ancora la stabilità nel livello di occupazione tra le imprese del Nord Est nel corso del primo semestre Sono il 60,0% del campione gli imprenditori che non hanno portato modifiche nel proprio organico. Il rallentamento delle performance della produzione e del fatturato trovano conferma anche nella situazione occupazione. Si contrae ancora la quota di imprese che ha potuto incrementare i propri organici nel corso del primo semestre del 2009 (da 12,7 a 7,7%). Viceversa, è cresciuta di dieci punti la percentuale di imprese che ha ridotto il livello di occupazione (da 23,7 a 33%). Ne è conseguito il peggioramento del saldo di opinione che scende a -25,3. Tab. 9 OCCUPAZIONE. Dato tendenziale (valori % al netto delle non risposte) Aumentata Diminuita Saldo 2 sem ,3 15,0 +10,3 1 sem ,9 16,9 +9,0 2 sem ,2 17,9 +2,3 1 sem ,9 21,1-3,2 2 sem ,7 23,7-11,0 1 sem ,7 33,0-25,3 Bolzano 9,1 26,1-17,0 Trento 10,1 25,2-15,1 Veneto 6,7 34,5-27,8 Friuli VG 11,3 31,8-20,5 A livello di singoli settori si osserva una situazione migliore nel terziario con un saldo di opinione meno negativo (-9,1) e l 11,9% di imprese che ha aumentato l occupazione. L analisi per comparti evidenzia un saldo sintetico pari a -34,2 per l industria in senso stretto e a -17,5 per le costruzioni. Viceversa, la dinamica appare particolarmente negativa nell ambito dei Fondazione Nord Est - 11

12 servizi alle imprese (-26,3) e meno difficile nei servizi alla persona (-10,4). Anche la classe dimensionale rappresenta una variabile interessante nell analisi dell andamento semestrale dell occupazione. I saldi di opinione rendono conto di una situazione che vede le imprese di tutte le dimensioni in difficoltà, con la quota di imprese che dichiarano di ridurre gli organici superiore a chi dichiara di aumentarli. I saldi di opinione vanno dai -18 punti della più strutturate ai -27,2 delle piccole. Inoltre, l osservazione dei dati di crescita dell occupazione in termini dinamici evidenzia il maggiore ricorso alla riduzione dell occupazione nelle imprese più grandi che nel primo semestre 2009 raggiunge la quota del 37,6%: Graf. 6 Indicazioni di flessione dell occupazione per classe dimensionale e semestri e + 1 sem sem sem sem sem S.O. 1 sem Vendite Gli imprenditori del Nord Est nel corso degli ultimi dodici mesi hanno destinato l 86,2% delle vendite al mercato interno. Si registra un ulteriore decelerazione delle vendite domestiche. Segnali di rallentamento anche sui mercati esteri, soprattutto, e- xtra UE. Rispetto alla destinazione delle vendite si evidenzia, anche in questa rilevazione, la maggior apertura ai mercati esteri di Veneto e Friuli Venezia Giulia rispetto alle province del Trentino Alto Adige. Maggiormente vincolate al mercato domestico risultano anche le imprese delle costruzioni, del commercio e dei servizi. Graf. 7 DESTINAZIONE VENDITE (negli ultimi 12 mesi) 86,2 9,8 Italia UE Extra UE Il 62,3% delle imprese del Nord Est ha come mercato esclusivo quello italiano. Il 64,7% non esporta nei mercati comunitari, il 79,3% non colloca le sue vendite nei mercati extra Ue. Delle imprese esportatrici il 57,1% destina ai mercati esteri fino al 30% delle vendite, il 13,1% dal 30 al 50%. Infine, il 29,6% rivolge fuori dall Italia più del 50% del venduto. Tab. 10 QUOTA DI VENDITE ALL ESTERO (valori %) Industrimercivizi Com- Ser- Tot. Fino al 10% 29,4 54,3 14,7 30,4 Da 10% a 30% 29,7 19,0 25,3 26,9 Da 30% a 50% 9,8 8,5 33,2 13,1 Sopra il 50% 31,1 18,2 26,8 29,6 Per l 89,2% del campione il mercato prevalente rimane ancora quello interno. Per il 7,3% il principale riferimento commerciale è costituito dai Paesi dell Unione Europea; infine, il 3,5% si indirizza innanzitutto nei mercati extra UE. Il legame più forte verso i mercati non comunitari si registra tra le imprese del Friuli Venezia Giulia (4,2%), tra quelle dell industria (4,4%) e nella classe addetti (8,2%). Viceversa le piccole, le imprese del commercio e quelle con sede in 4,0 Fondazione Nord Est - 12

13 provincia di Bolzano sono le più legate al mercato domestico. I dati sull andamento delle vendite negli ultimi dodici mesi descrivono un generale forte rallentamento sia sul fronte interno che su quello estero. Da un lato diminuiscono ancora le indicazioni di crescita, dall altro si incrementano in misura più o meno rilevante quelle di flessione, con un generale decurtamento dei saldi sintetici. Tab. 11 MERCATO PREVALENTE negli ultimi 12 mesi Italia UE Extra UE Territorio Bolzano 97,5 2,5 0,0 Trento 91,5 7,6 0,9 Veneto 88,4 7,7 3,9 Friuli VG 88,2 7,6 4,2 Settore Industria 87,3 8,3 4,4 Commercio 95,1 3,3 1,6 Servizi 91,0 7,0 2,0 Dimensione addetti 91,2 6,2 2, ,9 7,5 3, ,7 11,1 8,2 100 e + 76,7 15,7 7,6 TOTALE 89,2 7,3 3,5 A livello interno la crescita delle vendite è stata registrata dal 11,2% delle imprese, percentuale inferiore a quella della scorsa rilevazione di cinque punti (16,1%). Viceversa, si conferma sopra il 60% la quota di imprese che ha ridotto il proprio fatturato domestico (61,4%). Il risultato è un saldo di opinione negativo, pari a -50,2, circa 40 punti in meno rispetto al primo semestre 2008, quando per la prima volta le indicazioni di flessione avevano superato quelle di crescita. La quota di imprese che ha realizzato una crescita delle esportazioni scende al 14,4%. Il dato è inferiore a quello della precedente rilevazione (21,0%) e si accompagna ad un incremento delle indicazioni di flessione (da 51,2 a 57,6%). Conseguentemente, perde consistenza il saldo sintetico, portandosi a -43,2 (da -30,2). Anche per le esportazioni il peggioramento del saldo sintetico in dodici mesi è stato di ben 51,4 punti. Tab. 12 ANDAMENTO DELLE VENDITE negli ultimi 12 mesi (valori % al netto delle non risposte) Aumentate Diminuite Saldo Italia 2 sem ,7 20,9 +20,8 1 sem ,7 21,1 +17,6 2 sem ,3 27,1 +8,2 1 sem ,3 37,1-10,8 2 sem ,1 60,2-44,1 1 sem ,2 61,4-50,2 Estero 2 sem ,4 14,9 +27,5 1 sem ,0 15,2 +26,8 2 sem ,2 17,6 +23,6 1 sem ,9 25,7 +8,2 2 sem ,0 51,2-30,2 1 sem ,4 57,6-43,2 UE 2 sem ,3 14,1 +24,2 1 sem ,3 13,9 +19,4 2 sem ,8 18,9 +13,9 1 sem ,1 25,1 +2,0 2 sem ,7 53,5-37,8 1 sem ,8 55,3-43,5 Extra UE 2 sem ,6 17,8 +25,8 1 sem ,1 14,4 +28,7 2 sem ,1 9,7 +32,4 1 sem ,1 22,0 +13,1 2 sem ,5 46,0-25,5 1 sem ,0 56,7-42,7 Osservando l andamento delle vendite all estero in base al mercato di destinazione, si colgono dinamiche differenti tra il mercato comunitario e quello extra comunitario. Se per entrambi si registra un peggioramento, tuttavia, è fuori dai confini comunitari che si osserva la situazione più difficile. Infatti, all interno dell Unione Europea il saldo peggiora di soli 5,7 punti; mentre nei mercati extra UE lo scarto è di -17,2 punti. Questo dato è il risultato di un aumento delle indicazioni di flessione dal 46,0 al 57,6% e di una diminuzione di quelle di crescita da 20,5 a 14,0%. Le indicazioni di crescita delle esportazioni registrate per l Italia dall Istat segnalano come decremento tendenziale nel primo semestre 2009 un dato generale pari a - 24,2%. Le esportazioni interne alla Ue sono diminuite nello stesso periodo del 26,9,0%, mentre quelle extra UE dello 20,2% 3. 3 Cfr. Istat, Le esportazioni delle regioni italiane, Comunicato stampa, 17 settembre Fondazione Nord Est - 13

14 Tab. 12bis ANDAMENTO DELLE VENDITE negli ultimi 12 mesi (valori % per territorio) Aumentate Diminuite Saldo Italia Bolzano 11,8 43,6-31,8 Trento 27,4 45,8-18,4 Veneto 9,7 65,6-55,9 Friuli VG 11,8 55,9-44,1 Estero Bolzano 9,7 28,2-18,5 Trento 22,8 46,2-23,4 Veneto 13,7 61,8-48,1 Friuli VG 17,5 54,9-37,4 Delineata la geografia delle vendite nordestine, l analisi degli andamenti nelle diverse aree territoriali assume un particolare rilievo, soprattutto se letta attraverso il dato sul mercato prevalente. In primo luogo deve essere sottolineata la generale riduzione dei saldi di opinione. Per quanto riguarda chi ha come mercato prevalente l Italia e l Unione Europea, dopo il forte calo della precedente rilevazione, si registra una migliore capacità di tenuta proprio nei rispettivi mercati di riferimento principale, rispettivamente, -6,8 e 1,8 punti. Viceversa, più rilevante pare essere il calo subito nei mercati extra comunitari da parte di chi ha quest area come riferimento prevalente (-19,3 punti) e che complessivamente pare aver sofferto di più anche a livello di vendite in Italia e in Europa. Tab. 13 ANDAMENTO DELLE VENDITE in base al mercato prevalente. Saldi di opinione Italia UE Extra UE 2 semestre 2007 Vendite Italia 9,9-6,3 4,9 Vendite estero 13,1 46,1 47,9 Vendite UE 4,4 41,3 18,3 Vendite Extra UE 26,0 41,5 44,0 1 semestre 2008 Vendite Italia -9,0-20,2-29,4 Vendite estero 8,2 10,4 2,8 Vendite UE 2,2 8,4-18,2 Vendite Extra UE 14,5 9,2 13,9 2 semestre 2008 Vendite Italia -44,2-36,4-55,5 Vendite estero -34,2-23,4-11,4 Vendite UE -38,0-40,4-34,9 Vendite Extra UE -29,8-30,1-8,0 1 semestre 2009 Vendite Italia -51,0-45,0-67,7 Vendite estero -44,0-46,9-23,1 Vendite UE -41,9-42,6-55,0 Vendite Extra UE -44,0-50,9-27,3 Relativamente alle vendite in Italia, la lettura dei risultati per classe dimensionale mette in luce come i saldi sintetici per tutte le dimensioni aziendali subiscano un nuovo peggioramento, dopo la brusca frenata di fine Graf. 8 Andamento delle vendite in Italia per classe dimensionale 100 e + 14,5 28,8 56, ,6 20,8 63, ,1 22,2 64, ,6 30,4 60,0 0% 20% 40% 60% 80% 100% Aumentate Rimaste uguale Diminuite La percentuale più alta di imprese che lamentano una riduzione delle vendite in Italia è associata alle aziende tra i 20 e i 49 addetti (64,7%), con un saldo di opinione pari a -48. Viceversa, nella classe maggiore la flessione riguarda il 56,7% (era il 45,8%) delle attività, con un valore sintetico pari a - 42,2. Fondazione Nord Est - 14

15 A livello regionale risulta particolarmente negativo il dato del Veneto, con un saldo negativo pari a -55,9 e quello del Friuli Venezia Giulia (-44). Decisamente meno critica la situazione in Trentino, con indicazioni di crescita per il 27,4% e con un saldo di - 18,4. Nei settori soffrono particolarmente l'industria in senso stretto (-58,6), il commercio (-57,1) e le costruzioni (-53,1). Anche i servizi alle imprese registrano un rallentamento importante, segno che la crisi è trasversale a tutti i settori (-43,7). Per quanto riguarda la dinamica dell export si colgono alcune differenze di rilievo, pur in un generale rallentamento delle dinamiche. A Trento si registra una dinamica di crescita maggiormente diffusa, con quasi ¼ delle imprese che hanno incrementato le proprie esportazioni (22,8%). In Veneto, viceversa, si registra una quota più importante di indicazioni di flessione (61,8%) e un saldo di opinione particolarmente negativo (-48,1). Tab. 14 ANDAMENTO DELLE VENDITE NEI MER- CATI ESTERI per classe dimensionale Estero Crescita 15,9 11,5 18,4 11,4 Stazionarie 31,1 28,9 19,2 17,3 Flessione 53,0 59,6 62,4 71,3 Saldo op. -37,1-48,1-44,0-55,9 UE Crescita 12,9 8,5 17,5 9,8 Stazionarie 33,7 36,8 24,0 25,5 Flessione 53,4 54,7 58,5 64,7 Saldo op. -40,5-46,2-41,0-54,9 Extra UE Crescita 11,6 7,8 24,9 31,3 Stazionarie 38,1 30,9 11,3 9,8 Flessione 50, ,8 58,9 Saldo op. -38,7-53,5-38,9-27,6 A livello dimensionale, viene rimarcato il forte ridimensionamento della dinamica delle imprese più grandi (100 e più addetti) il cui saldo di opinione si ferma a -55,9, dopo il -35,2 del precedente semestre (era +34 una anno prima). Il 71,3% di queste aziende ha ridotto le esportazioni: in particolare il 64,7% in ambito UE e il 58,9% fuori dai confini comunitari. 2.6 Liquidità aziendale e incassi La maggioranza degli imprenditori del Nord Est ritengono la liquidità aziendale normale, anche se cresce al 35,1% la quota di chi la giudica insufficiente. Si conferma tesa la situazione relativa al rispetto dei termini di pagamento pattuiti. Tab. 15 LIQUIDITÀ. Dato tendenziale (valori % al netto delle non risposte) Eccessiva Insufficiente Saldo 2 sem ,7 21,8-20,1 1 sem ,8 24,8-23,0 2 sem ,6 24,6-23,0 1 sem ,2 27,1-23,9 2 sem ,6 29,7-27,1 1 sem ,8 35,1-33,3 Bolzano 0,0 19,7-19,7 Trento 0,5 25,2-24,7 Veneto 2,4 36,9-34,5 Friuli VG 0,8 37,3-36,5 Le tensioni congiunturali si riverberano sulla situazione degli incassi. Rimane maggioritaria la quota di imprese (68,3%) che lamenta un ritardo dei pagamenti rispetto ai termini pattuiti. Le tensioni risultano maggiori nelle costruzioni (80,0%) e nell industria in senso stretto (70,8%). Tab. 16 INCASSI negli ultimi 12 mesi (valori % al netto delle non risposte) Normali In ritardo 2 sem ,1 46,9 1 sem ,3 48,7 2 sem ,5 52,5 1 sem ,7 57,3 2 sem ,6 68,4 1 sem ,7 68,3 Bolzano 38,0 62,0 Trento 44,4 55,6 Veneto 29,9 70,1 Friuli VG 32,0 68,0 Fondazione Nord Est - 15

16 3. PREVISIONI SECONDO SEMESTRE Produzione e fatturato Seppur in lieve miglioramento, rimane negativo il clima di fiducia registrato tra gli imprenditori nordestini relativamente alla dinamica del secondo semestre Le previsioni risultano fortemente improntate al pessimismo. Il 54,4% esprime aspettative di flessione in relazione al livello produttivo. La valutazione degli imprenditori per la seconda parte del 2009 sembra sottintendere un rallentamento della flessione registrata nella prima parte dell'anno. Rimane ancora sopra il 50% la quota di imprese che prospettano una flessione dell'attività produttiva. Tuttavia, rispetto allo scorso semestre la quota di pessimisti si riduce dal 66 al 54,4%. Contestualmente recupera 4 punti percentuali quella degli ottimisti, con un incremento del saldo di opinione da -55,1 a -39,5. Aumenta, infine, la frazione di imprese che prospetta la stabilità: da 23,1 a 30,7%. Tab. 17 Previsioni sulla PRODUZIONE INDU- STRIALE. Dato tendenziale (valori % al netto delle non risposte) Aumenterà Diminuirà Saldo 1 sem ,8 15,5 +32,3 2 sem ,1 13,6 +26,5 1 sem ,4 25,7 +2,7 2 sem ,7 28,8-2,1 1 sem ,9 66,0-55,1 2 sem ,9 54,4-39,5 Bolzano 24,6 34,5-9,9 Trento 40,8 38,2 +2,6 Veneto 11,1 57,2-46,1 Friuli VG 21,4 50,7-29,3 Fonte: CRVeneto - Fondazione NE (n. casi 653) A un livello d analisi più approfondito, è da rilevare come la dinamica di diminuzione della sfiducia riguardi indistintamente tutti i territori. Il Veneto, tuttavia, che ha subito il peggioramento più rilevante nel primo semestre 2009, si mostra maggiormente pessimista nelle prospettive future. Il 57,2% degli imprenditori veneti, infatti, prospetta un calo della produzione nella seconda parte del Pessimisti, ma in misura minore, i titolari di impresa delle province di Bolzano (34,8%) e di Trento (33,4%) in cui il saldo di opinione ritorna in positivo. In base alla dimensione, si registra per ogni classe dimensionale un miglioramento del clima di fiducia che nella classe maggiore risulta particolarmente rilevante: il saldo sintetico, infatti, passa da -73,8 a -27,1 e le indicazioni di flessione da 77,1% a 52,9%. Nella classe minore il saldo di opinione si attesta a 36,5 (da -49), con il 52,2% di indicazioni di flessione (da 61,2). Tab. 18 Previsioni sulla PRODUZIONE INDU- STRIALE. Dato tendenziale (valori % al netto delle non risposte) Aumenterà Diminuirà 2-09 Saldo 1-09 Territorio Bolzano 24,6 34,5-9,9-26,3 Trento 40,8 38,2 2,6-36,6 Veneto 11,1 57,2-46,1-59,7 Friuli VG 21,4 50,7-29,3-44,5 Dimensione addetti 15,7 52,2-36,5-49, ,2 59,4-49,2-62, ,9 54,1-37,2-65,9 100 e + 25,8 52,9-27,1-73,8 Fonte: CRVeneto - Fondazione NE (n. casi 653) Il rallentamento della flessione viene prospettato dalle imprese nordestine anche per quanto riguarda il fatturato, per il quale la previsione di riduzione è condivisa del 52,9% del campione. Anche nelle previsioni sul fatturato rimane un diffuso pessimismo, ma mitigato rispetto alla precedente rilevazione. Il 52,9% della attività del Nord Est si attende una diminuzione del fatturato nei prossimi sei mesi (era il 64,7% nella precedente rilevazione). Recupera 4 punti percentuali la quota di aziende che, invece, prevede una crescita, portando il saldo da -52,4 a -36,6. Fondazione Nord Est - 16

17 Tab. 19 Previsioni sul FATTURATO. Dato tendenziale (valori % al netto delle non risposte) Aumenterà Diminuirà Saldo 1 sem ,9 16,2 +30,7 2 sem ,0 13,3 +28,7 1 sem ,6 26,4 +4,2 2 sem ,3 32,7-4,4 1 sem ,3 64,7-52,4 2 sem ,3 52,9-36,6 Trento 17,6 34,8-17,2 Bolzano 29,8 33,4-3,6 Veneto 14,1 57,3-43,2 Friuli VG 20,6 47,6-27,0 Per il dettaglio territoriale si conferma un aspettativa più negativa da parte delle imprese venete: in questa regione il 57,3% (era il 68,7) degli intervistati si attende una flessione. L analisi per comparti economici risulta interessante. Infatti, rimane sopra il 50% la quota di imprese che attendono una riduzione nell'industria in senso stretto, nelle costruzioni e nel commercio. Tuttavia, il manifatturiero segnala un forte recupero del clima di fiducia: i pessimisti passano dal 70,6% al 59,8 e il saldo di opinione da -62 a -46,7. Ribaltando quanto emerso nella precedente indagine, la quota di imprese pessimiste si riduce al crescere della dimensione con l'eccezione della classe addetti che si mostra per tutte le variabili considerate particolarmente critica sulle prospettive future. Sopra i 100 addetti, le previsioni di contrazione del fatturato coinvolgono il 47,9% (era il 72,3%) del campione, con un saldo di opinione pari a -21,6 (era -62,4). Tra le piccole, invece, la quota di pessimisti si attesta a 51,6% (62,3) e il saldo di opinione a -36,1 (era -49). 3.2 Nuovi ordini Migliorano, pur restando negative, le prospettive per gli ordini soprattutto dall interno, ma anche dall estero: diminuisce in entrambi i casi la percentuale di chi si attende una loro riduzione. Le attese sugli ordini dall interno espresse dalle imprese nordestine mostrano una stabilità delle attese di crescita (da 10,4 a 12,7%) a fronte di un decremento di quelle di futura flessione (da 58,5 a 40,9%). Il saldo di opinione, di conseguenza, guadagna 20 punti attestandosi a -28,2 Cresce, infine, la quota di previsioni di stabilità: 46,4%. Tab. 20 Previsioni sugli ORDINI INTERNI. Dato tendenziale (valori % al netto delle non risposte) Aumenterannranno Diminui- Saldo 1 sem ,0 13,6 +23,4 2 sem ,9 11,9 +17,0 1 sem ,4 24,4 +4,0 2 sem ,2 27,6-7,4 1 sem ,4 58,5-48,1 2 sem ,7 40,9-28,2 Bolzano 14,4 20,6-6,2 Trento 23,6 23,3 +0,3 Veneto 11,1 44,2-33,1 Friuli VG 15,4 40,8-25,4 Osservando le attese per territorio, si può cogliere un generale smorzamento del pessimismo che, tuttavia, appare ancora maggiormente diffuso in Veneto dove il 44,2% (era il 63,7%) delle imprese si attendono una diminuzione sul mercato interno, con un saldo di opinione pari a -33,1 (-53,6). Nelle province del Trentino Alto Adige, sale la quota di attività che si attende una situazione di sostanziale stabilità (1 su 2). A livello settoriale nessuno dei comparti considerati esprime previsioni che portino ad un saldo positivo: si va dal -15 (era -32,9) di servizi alla persona al -34,6 (-53,3) dell industria in senso stretto. Rispetto al numero di addetti, si può osservare un maggiore ottimismo tra le imprese più strutturate che mostrano anche un forte recupero del clima di fiducia rispetto al semestre precedente. Sopra i 50 addetti le aziende che prospettano un ulteriore calo degli ordini dall interno scendono sotto il 40%; mentre nella precedente indagine il dato superava il 60%. Per la seconda parte del 2009, gli imprenditori del Nord Est evidenziano una leggera riduzione delle attese di flessione anche in relazione agli ordini dal mercato estero. Le indicazioni di flessione passano Fondazione Nord Est - 17

18 da 33,7 a 21,9%, quelle di crescita da 9,8 a 9,3. In leggero recupero il saldo di opinione: da -23,9 a -12,9 punti. Tab. 21 Previsioni sugli ORDINI ESTERI. Dato tendenziale (valori % al netto delle non risposte) Aumenterannranno Diminui- Saldo 1 sem ,0 8,2 +24,8 2 sem ,9 6,6 +20,3 1 sem ,6 10,3 +13,3 2 sem ,5 12,8 +4,7 1 sem ,8 33,7-23,9 2 sem ,3 21,9-12,9 Trento 11,1 13,5-2,4 Bolzano 11,3 9,6 +1,7 Veneto 8,6 24,1-15,5 Friuli FG 11,1 19,4-8,3 A livello territoriale solo Trento presenta un saldo positivo (+1,7), mentre gli altri territori presentano una quota di attese negative superiori a quelle positive. La percentuale maggiore di prospettive di flessione si registra in Veneto ed è pari a 24,1% (era 36,6). In tutti i comparti i saldi risultano ancora negativi, in particolare per quanto riguarda l industria in senso stretto (-17,9%), fortemente esposta all andamento dei mercati internazionali. Infine, per quanto riguarda le classi dimensionali ovunque si registra una prevalenza di prospettive di mantenimento del livello degli ordini esteri, tuttavia sopra i 50 addetti si registra un forte arretramento della quota di imprese che attendono un peggioramento della situazione che da più del 40 scende al 27%. Graf. 9 Previsioni sull andamento degli ordini esteri per classe dimensionale ,3 11,1 6,8 20,1 48,1 52,9 65,9 73, , ,3 0% 20% 40% 60% 80% 100% Aumenteranno Resteranno uguali Diminuiranno 4.3 Occupazione Le incertezze sul futuro inducono le imprese a mantenere al minimo le prospettive di crescita occupazionale, con una propensione alla riduzione dell occupazione condivisa da ¼ del campione. Per il 69,9% delle imprese nei prossimi sei mesi il livello occupazionale rimarrà costante. Recupera qualche punto il saldo d opinione relativo all occupazione passando da -27,6 a 18,1 punti. Il risultato è frutto della riduzione delle indicazioni di flessione che scendono da 32,9 a 24,1%. Questa indicazione appare in linea con il dato sull intenzione di realizzare assunzioni nei prossimi sei mesi, espressa esclusivamente dal 9,6% delle imprese. Tali prospettive sono condivise da tutti i comparti economici e in tutti i territori. Tab. 22 Previsioni sulla OCCUPAZIONE. Dato tendenziale (valori % al netto delle non risposte) Aumenterà Diminuirà Saldo 1 sem ,4 10,8 +7,6 2 sem ,7 8,7 +6,0 1 sem ,3 14,3 0,0 2 sem ,3 16,5-7,2 1 sem ,3 32,9-27,6 2 sem ,0 24,1-18,1 Bolzano 4,6 17,1-12,5 Trento 8,0 18,4-10,4 Veneto 5,6 25,8-20,2 Friuli VG 7,8 21,7-13,9 Graf Previsioni sull occupazione per classe dimensionale 100% 80% 60% 40% 20% 0% 22,5 26,5 28,7 24,9 73,2 67,3 4,3 6,2 52,1 19,2 67,1 8, e + Aumenterà Resterà uguale Diminuirà Nuove assunzioni Fondazione Nord Est - 18

19 3.4 Investimenti Diminuisce, pur rimanendo sopra al 30%, la quota di imprese che ridurrà i propri investimenti nei prossimi 12 mesi. Cresce leggermente la quota di imprese che nei prossimi 12 mesi realizzerà una maggiore quota di investimenti (da 18,5 a 20,3%). Viceversa, scende di dieci punti percentuali la scelta di ridurre gli impieghi: sono il 31,8% le imprese che adotteranno questa strategia (erano il 41,6%). Si incrementa, infine, la percentuale di chi si dichiara orientato a mantenere costante il livello di investimenti (47,9 da 39,9%). La più elevata propensione a diminuire il livello degli investimenti si registra nell ambito del commercio (34,8%), del manifatturiero (33,7%).Viceversa, è più ampia la scelta di aumentare gli impieghi tra le attività di servizi alle imprese (32,4%) e alla persona (24,9%). Tab. 23 Previsioni di INVESTIMENTI nei prossimi 12 mesi (valori % al netto delle non risposte) In aumento In diminuzione Saldo 1 sem ,3 17,2 +14,1 2 sem ,4 17,8 +14,6 1 sem ,9 24,0 +3,9 2 sem ,8 28,6-5,8 1 sem ,5 41,6-23,1 2 sem ,3 31,8-11,5 Bolzano 23,7 19,0 +4,7 Trento 28,8 27,3 +1,5 Veneto 19,4 33,9-14,5 Friuli VG 19,7 29,4-9,7 Fonte: CRVeneto Fondazione NE (n. casi 1.018) In base alla classe dimensionale, per tutti gli ambiti prevale largamente la quota di chi dichiara di voler mantenere costante il precedente livello di investimenti. Tuttavia, sopra la soglia dei 50 addetti la quota di chi intende aumentare il livello degli impieghi supera quello di chi lo vuole diminuire. In particolare, sopra i 100 addetti il 32,8% intende attuare scelte di investimento maggiori, contro il 12,6% di chi intende diminuirli. Fondazione Nord Est - 19

20 4. NOTA METODOLOGICA 4.1 Il metodo e le responsabilità L indagine, promossa dalla Cassa di Risparmio del Veneto, è stata progettata e realizzata dalla Fondazione Nord Est. La popolazione oggetto di campionamento è costituita dall insieme degli imprenditori, titolari di imprese con 10 e più addetti, attivi nel Veneto, nel Friuli Venezia Giulia e nella provincia di Trento e, a partire dalla rilevazione del secondo semestre 2006, anche nella provincia di Bolzano. Il campione ammonta a 1018 unità. Le imprese sono state estratte fra quelle iscritte alle CCIAA (esclusi i settori "agricoltura, caccia e silvicoltura" e "pesca, piscicoltura e servizi connessi"). Il campione è stato ripartito per regione, settore di attività economica ( Industria, Commercio e Altri Settori ) e classe dimensionale ( addetti, addetti, addetti, oltre i 100 addetti ) Le interviste sono state realizzate telefonicamente con il sistema C.A.T.I. (Computer Assisted Telephone Interviewing), tra il 6 e il 28 ottobre 2009, dalla società di rilevazione Demetra. Al fine di disporre di numerosità sufficienti all interno dei vari sottocampioni di interesse è stato aumentato il peso di alcuni settori di attività, delle unità di maggiori dimensioni e quello delle aree geografiche con un numero inferiore di imprese. Tali distorsioni sono state poi bilanciate in fase di elaborazione, attraverso procedure di ponderazione che riconducono la distribuzione di queste variabili alla reale struttura dell universo. Daniele Marini ha diretto l indagine. Silvia Oliva e Gianluca Toschi hanno impostato e coordinato l indagine. Silvia Oliva ha realizzato il report finale. Fabio Marzella ha seguito gli aspetti metodologici e l elaborazione dei dati. Fondazione Nord Est - 20

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