NEON il bambino invisibile

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1 Libero Greco NEON il bambino invisibile Edizioni IL PULCINO ARROGANTE

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3 Presentazione Questo libro ecc ecc Poi si vedranno i numeri di pagina... 3

4 PRIMA PARTE 4

5 NEON il bambino invisibile 1 Il Grand Hotel sul lago d Orta scintillava sotto l attonito sguardo di tutti: in un atmosfera trasognata delineava i suoi contorni in uno scenario sorprendentemente illuminato e colorato di mille tinte pastello. L hotel disponeva anche di un piccolo teatro che si affacciava sul lago e degradava fino all acqua. Il magico complesso prendeva il nome di Hotel Rodari, in omaggio al suo illustre concittadino che aveva dedicato la vita a scrivere cose meravigliose per bambini d ogni età e per tutti quelli che conservavano, pur da adulti, un cuore giovanile e generoso. In questo luogo si svolgeva l annuale festival di prosa e poesia, e lì, come talvolta può succedere, due poesie si incontrarono, si conobbero, s innamorarono ed infine convolarono a giuste nozze. Dopo qualche tempo misero al mondo un bimbo, frutto di un amore profondo, platonico, ideale. Un amore così astratto da non concedere al nuovo nato neppure un aspetto normale, quello che per lo meno, comunemente, ci si attende: si trattava infatti di un bambino invisibile, immateriale, ma che, al pari di tutti gli altri bambini, si divertiva a giocare; anche se va detto che giocava in maniera insolita e alquanto curiosa. Era un acuto birichino attratto dall improbabile certezza delle cose, dall aspetto surreale degli avvenimenti; si divertiva a stravolgere i termini dei convincimenti più abituali. 5

6 Per questo suo aspetto poco convenzionale, almeno quanto le sue origini, gli venne assegnato il singolare ed etereo nome di Neon. Non si può neppure affermare, come si fa nei casi in cui c è di mezzo un neonato, che fosse un bel bambino, perché, date le sue condizioni, non era così facile individuarne i connotati. Aveva tuttavia due occhi vispi che si stagliavano su un visino sottile e sempre sorridente, ma qui si rende necessario precisare una cosa ancora non detta: mamma e papà poesie avevano lasciato al loro figliolo la possibilità di assumere le sembianze desiderate ed a Neon era parsa buona cosa riflettere sul fatto che un ode è frutto della sensibilità umana ed a questa si sarebbe dovuto rendere un doveroso omaggio, pur senza rinunciare alle proprie identità astratte e immateriali. Scelse quindi di avere delle sembianze umane, ma che fossero visibili solo in talune particolarissime occasioni, vale a dire unicamente se attraversate da raggi ultravioletti e solo da essi. Questo gli avrebbe permesso di apparire o scomparire secondo i frangenti e le opportunità: insomma un bella comodità. Un altro grande vantaggio di Neon consisteva nell essere nato con tutti i requisiti della conoscenza; come dire che non aveva bisogno di imparare perché, usando una locuzione popolare tremenda, ma efficace: era nato già imparato. Anche la sua età faceva parte di un curioso mistero che Neon portava con sé. Era, infatti, un bambino che non aveva problemi a modificare il comportamento e la maturità in funzione dell interlocutore o dell avvenimento che si trovava di fronte: il suo linguaggio cambiava e si adattava, i suoi atteggiamenti mutavano espressione ed i concetti e le azioni si piegavano e si adattavano alle circostanze. Conversava amorevolmente tanto con il poppante 6

7 che con l anziano annebbiato; entrava nei sogni altrui con garbo e discrezione e pareva che s intrattenesse a lungo con i pazienti in stato di coma, concedendo loro un poco di sollievo altrimenti impossibile. Le sue fattezze e l età sono lasciate all immaginazione di chi lo vorrebbe in un modo o nell altro, questo per facilitare ogni tipo di fantasticheria. Le sue amicizie erano il tutto e il dappertutto: appartenevano al mondo animale, a quello vegetale e minerale, non disdegnava coltivare solide amicizie con le grandi scoperte del passato e della modernità: frutti dell ingegno e dell intelligenza dell umanità. Affinava la conoscenza e gli interessi, spaziando dalla ruota di Ur alla Formula 1, dal tam tam al telefono, da Icaro all aviogetto, dai prodotti artigianali, su su, fino alle TV al plasma, ad internet, alla plastica e ad altri derivati della chimica; insomma non trascurava nulla, perché è dalla conoscenza che Neon ricavava l alimento per la propria sopravvivenza. I suoi divertimenti e le sue frequentazioni non conoscevano limiti e confini: per lui tutto era facile e possibile. Non a caso era figlio di un prodigio della fantasia. Disponeva di molteplici dimore improvvisate, che volta per volta adattava alle proprie esigenze per meglio godersi il riposo, ma fra tutte, quella che preferiva era sempre là, dove era nato e dove c era il suo soffice giaciglio avvolto in un metro cubo di ossigeno purissimo. 7

8 2 Neon era un bambino avveduto e prudente, ma ciò non era sufficiente ad evitargli di essere esposto a qualche rischio. Disponeva d una spiccata curiosità ed era proprio per questa caratteristica che doveva guardarsi dalle insidie sempre in agguato: la vita, si sa, è purtroppo contaminata di sorprese poco gradite. Così, non di rado, si trovava a fare i conti con situazioni difficili e imprevedibili, ma nel complesso se la cavava sempre con una discreta disinvoltura. Quelle rare volte che faceva visita ai genitori era accolto nel migliore dei modi, con grande affetto ed infinite premure, forse troppe; verrebbe persino voglia di affermare che il suo esteso parentado, composto da poesie, odi, versi, liriche, carmi, canti, romanzi e poemi, indulgeva a qualche vizio di troppo, ma tutto questo è ciò che capita in tutte le famiglie, ed è purtroppo un bel guaio. Neon era sì un birichino, ma di buon carattere e d animo nobile; peraltro come avrebbe potuto essere diversamente, visto che era figlio di due poesie che per loro natura prefigurano uno stato d animo ben disposto alle cose buone. Un bambino vivace e curioso, quindi, un po come tutti quei soggetti vispi che, in fase di crescita, rappresentano una vera e propria bonaria calamità. Un tipetto che si potrebbe definire con una frase d uso corrente mentre una la fa l altra la pensa. L ardente passione di Neon risiedeva, sì, nella curiosità in senso generale, ma soprattutto nell indagine, nella ricerca dell intimo delle cose, nello sviscerare i grandi problemi irrisolti rifiutando la superficialità e smascherando 8

9 le menzogne delle cose raccontate; mettendo a nudo ipocrisie e biechi sotterfugi. Col tempo, questo suo modo di pensare e agire lo portarono a collezionare una buona dose d antipatie e inimicizie; troppe volte infatti, la sua curiosità era inciampata nelle segrete cose di chi lavorava nell inganno e il malaffare e ciò non poteva che suscitare nei malviventi, prima la collera e poi reazioni violente. Neon, nell ambiente della malavita, era ormai diventato un personaggio noto e temuto, ma l essere temuti nell ambito del malandrinaggio corrisponde a vivere un esistenza costellata di rischi: una sfida assai pericolosa per chiunque si metta contro queste potenti organizzazioni criminali. Ma Neon non sembrava preoccuparsi più di tanto e così, un po per il temperamento, un po per l accesa curiosità ed anche per quel tanto d incoscienza dovuta alla fresca età, il nostro giovane paladino affrontava tutte le insidie con piglio e determinazione. Gli era fedele amico un Cokerino che aveva le vaghe sembianze di un cane a sei zampe, tipo quello dell Agip, ma non era un cane, bensì un insieme di gas illuminanti (o di città): un derivato della distillazione del coke metallurgico. Neon lo raccolse su una montagna di carbone a cielo aperto, quando era ancora piccolo e abbandonato. Da allora divennero amici inseparabili; se lo poteva tenere in tasca come fosse un accendino e sovente, in presenza del buio, lo utilizza come fonte di illuminazione. Ma generalmente gli salterellava attorno con una sorprendente vivacità e pareva non stancarsi mai. Aveva una forma assai strana, aveva le sembianze di un insieme di tubi di cui uno era la bocca da dove potevano fuoriuscire delle potenti zaffate di fuoco: come fosse stato un drago, e forse un pochino lo era. 9

10 SECONDA PARTE 10

11 3 Un giorno di primavera inoltrata Neon stava giocando nel cielo dell Egeo, nascondendosi fra le nuvole bianche più dense, per poi farsi ritrovare da Cokerino che si divertiva tantissimo a scovare il nascondiglio del suo padrone: esattamente come avrebbe fatto un cagnolino. Guardando in basso, verso la terra, intravide una montagna la cui vetta era circondata da una sorta d anello nebuloso bianco candido. Al di sopra della corona di nuvole bianche grandi prati dipingevano la cima del monte con il ben noto colore verde dell erba primaverile, quella aprica e tenera. Neon si rese conto di trovarsi sopra la Tessaglia, ai confini con la Macedonia, e quel monte non poteva che essere l Olimpo, la dimora degli Dei. La curiosità non poteva che prendere il sopravvento e così decise di scendere e andare a curiosare. Una volta raggiunta la parte più alta dei dolci crinali della montagna si accorse che strani personaggi si aggiravano per l altipiano con fare sfaccendato. Erano gli Dei, tutti vestiti con tuniche bianche lunghe fino ai piedi. Alcuni si riunivano in piccoli gruppi, altri passeggiavano meditabondi con l aria trasognata, altri ancora si abbandonavano in risse tutt altro che olimpiche. Sembrava di trovarsi in un qualsiasi borgo urbano abitato da normali umani alle prese con le solite beghe d ogni giorno. L immagine non era fra le più esaltanti. Neon, che per l occasione scelse di non essere invisibile, si guardò attorno poi decise di avvicinare uno di questi personaggi. Vide un vecchio dalla folta barba bianca che se ne stava seduto a terra, nel bel mezzo di uno dei portali 11

12 d ingresso dell Olimpo: appoggiato con la schiena ai grandi massi che costituivano il trilite di struttura, occupava buona parte del passaggio. Si avvicinò e ancora prima che potesse fare domande si sentì dire con tono severo: - Chi sei? E cosa vuoi? Questo non è un luogo per passeggiate, bensì la dimora degli Dei, ai quali sono dovute devozione e deferenza. Qui trova sede il soprannaturale dove gli intrusi non sono sempre graditi. Cosa vai cercando, quindi? L uomo guardava fisso il cielo come se da quello potesse trarne vantaggio: i suoi occhi erano completamente grigi, privi d iride e pupilla, la loro fissità dichiaravano l inequivocabile cecità. Neon rimase sorpreso dell invalidità del vecchio, ma ancor più stupito dal tono che aveva usato e dalle affermazioni così perentorie. - Mi chiamo Neon rispose intimidito e avrei in animo di porre qualche domanda a questi signori che governano il regno degli Dei. Dimmi, piuttosto, chi sei tu? Sei forse un Dio, e se lo sei dimmi il tuo nome, in modo che io possa avere la giusta considerazione per chi merita tanta grandezza. - - Non sono un Dio rispose il vecchio sono semplicemente un uomo e il mio nome è Omero. Solo un uomo, pur tuttavia posso permettermi l ardire d affermare che io sono il padre di tutti gli Dei, io li ho inventati e sempre io ho dato loro sostanza e credibilità. Loro esistono, perché io li ho generati attraverso il frutto della fantasia. - Neon ebbe un sussulto, non gli sembrava possibile di trovarsi a cospetto del tanto decantato Omero, un gigante dell epica antica. 12

13 - Ma dimmi Omero, sei proprio tu, l Omero del Pindemonte e del Monti, il cronista di gesta straordinarie, il cantore di mitici eroi e il poeta d indelebili storie? - - Si sono io. E guarda come sono ridotto, declassato al rango di portinaio; relegato qui a controllare gli interessi di quegli sfaccendati, mentre loro, quei cialtroni, si lasciano andare ad ogni banalità. Sono peggio dei mortali, capaci di mescolare grandi virtù a scelleratezze indegne del loro censo; sono capaci di abbandonarsi alle peggiori lascivie e tramano sordide storie d alcova appena ne hanno l occasione. - Neon era stupito per ciò che stava ascoltando, ma era soprattutto addolorato per il livore che trapelava dalle parole del grande maestro. Si domandava come fosse possibile che un uomo di tale statura potesse cedere in quel modo alle pochezze della vita. - Gli uomini, alla fine, sono tutti uguali: gratta gratta ed ognuno nasconde sotto lo smalto le parti molli del carattere. rifletteva Neon, un po deluso. - Scusami Omero, ma sei tu che hai voluto gli Dei a siffatta immagine, non altri. Avresti potuto preoccuparti diversamente mettendoci maggior impegno: avresti ottenuto Dei migliori, meno distratti dalle umane debolezze. - - Temo tu abbia ragione, amico mio replicò il cantore - ma non credano costoro di poter esagerare, perché potrei prendere qualche decisione che non gradirebbero affatto: come li ho partoriti dalla fantasia li potrei anche negare e allora vorrei vedere come se la potrebbero cavare; manica di pelandroni scansafatiche. - Neon si accovacciò di fronte al maestro e gli chiese: - Omero c è il capo e se c è gli si può parlare? - - C è, c è. Sarà nel suo laboratorio a giocare con i suoi stupidi strali. Ogni volta che ne scaglia uno fa sobbalza- 13

14 re il mondo intero. Va pure da lui, ma non ti garantisco l esito della visita: ha un pessimo carattere e in aggiunta è tremendamente umorale, non ti meravigliare, pertanto, se da un momento per l altro dovesse maltrattarti. - Neon si congedò dal grande maestro salutandolo con la devozione che era dovuta ad un personaggio di tal fatta e si avviò verso il laboratorio dell Olimpo Trovò il capo che stava giocando a freccette con dei potenti fulmini che facevano migliaia di scintille ogni volta che s infilzavano nel bersaglio. -Sarà senz altro Giove, chi altri? pensò - scusami Zeus, vedo che sei molto impegnato a dispensare l umanità di novità meteorologiche, quindi non ti disturberò a lungo. Vorrei solo sapere cosa ci fate, voi Dei, quassù e perché voi e non altri? Chi vi ha prescelti? Giove girò il suo faccione lentamente verso Neon col distacco che si conviene ad una divinità e, continuando a giocare a freccette meteo, rispose Siamo qui perché gli uomini l hanno voluto. O forse è meglio dire che le loro superstizioni e la paura per l ignoto hanno dato origine a questo luogo. Se non ci fosse la fifa e l ignoranza non ci sarebbero gli Dei. Per quanto riguarda perché noi e non altri è presto detto, siamo arrivati per primi e come dice il proverbio chi arriva per primo meglio si accomoda. Ora non c è più posto. Ma non credere che il nostro sia un compito facile, perché gli umani sono talvolta intelligenti e sospettosi e non è sempre facile raggirarli: è un arte tenerli a bada. Così concluse e per dare un esibizione forte d onnipotenza scagliò contemporaneamente gli ultimi dardi sul bersaglio che sobbalzò sotto l impeto di tanta energia. 14

15 Per questa smargiassata qualcuno, sulla terra, avrebbe fatto i conti con qualche terremoto o tsunami, ma i capricci degli Dei non vanno messi in discussione, perché voluti dagli uomini. Neon era un po perplesso per quell eccesso di baldanza, ma non si meravigliò per le cose dette da Zeus, anzi le trovava logiche quanto scontate. Salutò il sussiegoso Signore dell Olimpo e si congedò tornando a riflettere fra le nuvole da dove era venuto. Rifletteva ad alta voce e diceva a Cokerino Ma è mai possibile che la gente senta così forte il bisogno di consegnarsi al potere delle suggestioni e possa abbandonare le proprie angosce fra le braccia del proprio oppressore. Sono passati millenni da che l uomo ha conosciuto il senso della ragione ed ha cominciato ad interrogarsi sul significato dell esistenza; possibile che non trovi altri sbocchi se non quello di annullarsi nella devozione.- Neon non riusciva a darsi pace, non riusciva a trovare una risposta logica a questo interrogativo. L unica cosa che aveva intuito era la complessità del problema. 15

16 4 Si ricordò di aver conosciuto, molto tempo prima, un gesuita di nome Melindo che nel frattempo era diventato molto vecchio, ma certamente aveva mantenuto l antica saggezza. Melindo se ne stava seduto sulla veranda di casa a godersi il tiepido sole del lago; era diventato vecchissimo e malandato, ma conservava, dietro due occhietti piccoli e vispi, uno sguardo accorto. Un amabile sorriso ed i capelli bianchissimi, mossi dalla brezza del lago, completavano il ritratto di questo tenero personaggio. Melindo si rabbuiò per un attimo, perché aveva avvertito un insolita presenza, poi riprese a sorridere e disse Neon sei certamente tu. Che gioia averti qui, è tanto tempo che non vieni a trovarmi. Dimmi dove ti trovi esattamente, perché io possa guardare nella tua direzione La condizione d invisibilità di Neon creava talvolta dei problemi di non poco conto, ma non nel caso di Melindo. - Sono qui rispose Neon, che nel frattempo gli aveva soffiato, dal palmo della mano, uno zefiro di bacio Anch io sono arcicontento di vederti, sapessi quante volte ti ricordo; mamma mia, quante cose mi hai insegnato. Quando sono in difficoltà penso: chissà Melindo come si comporterebbe? Chissà Melindo cosa ne penserebbe? E così via. - Sai, ora sono qui proprio perché solo tu mi puoi aiutare, ne sono certo. Melindo accennò un sorriso e poi girando una delle sue sottili manine nell aria rispose Ma come potrei mai aiutarti. Tu sei un bambino speciale, sei uno straordinario dono del destino, io sono solo un povero prete, per 16

17 giunta malandato La modestia del religioso era ciò che aveva fatto di lui una persona squisita ed ascoltata. Neon lo conosceva bene pertanto riprese Ho conosciuto Zeus dell Olimpo che mi ha parlato delle divinità e del loro rapporto con gli uomini. La domanda che ti voglio sottoporre è questa: perché gli uomini hanno tanto bisogno di credere in un essere superiore affidandogli il proprio destino, al di qua e al di là della vita?- Melindo con una punta di malizia rispose Caro amico, credo di sapere dove stai frugando e cosa vuoi sapere. Non credere, tuttavia, che ci possa essere una risposta sola ad un problema tanto complesso. Se così fosse non si capirebbe perché ogni popolo, ogni civiltà ha avuto bisogno di un Dio: magari diverso dagli altri, ma sempre e comunque un Dio. Alcuni addirittura hanno Dei in abbondanza, uno per ogni cosa. La divinità nasce dall esigenza degli uomini - Così mi ha detto anche Giove rispose Neon, come una schioppettata. - Certamente, non ho dubbi. Cos altro avrebbe potuto dirti. L uomo ha bisogno di religiosità per far fronte alle grandi paure che l angosciano. Là dove non arriva con la ragione si rifugia nella fede del soprannaturale. Tutto questo gli consente di tirare avanti con le fatiche della vita e dare giustificazioni a tanti imbrogli che il destino gli riserva. Chi, come noi, ha il difficile compito di aiutare il prossimo a superare ansie e timori deve avere delle doti particolari che non sono solo la generosità: ci vuole ben altro. E con la conoscenza delle debolezze degli uomini che s impara a comprendere la loro fragilità. Indagando fra le pieghe dell anima si raggiunge il cuore e il cervello. Questo è il nostro vero compito: essere custodi del- 17

18 l imponderabile per dargli giustificazione e sopportabilità, anche nei casi più acuti e gravi - Neon cominciava a capire qualcosa in più, ma non gli tornavano i conti su alcuni aspetti della vita contemporanea, pertanto incalzò Melindo dicendo Tutto ciò che mi hai raccontato è di facile comprensione, direi quasi logico, ma quello che trovo incomprensibile è la grande quantità di congreghe, diverse fra loro ed ognuna con una propria confessione, che manifestano buone intenzioni di soccorso umano e spirituale, perseguendo gli stessi scopi e diffondendo la propria fede. Cambiano i riti ma non la finalità. Paiono essere in concorrenza come fossero aziende che propongono i loro prodotti migliori e per farlo non disdegnano paludamenti in pompa magna ed usano ogni sorta di suggestione psicologica: i canti, l incenso, la gestualità, i silenzi eucaristici ed altro. Un tempo le diverse civiltà non si conoscevano, perché non avevano modo di frequentarsi, ed ognuna si era costruita delle divinità a proprio uso e costume, ma ora che la comunicazione non rappresenta più un ostacolo sembrerebbe più opportuno dare delle risposte univoche. Un Dio che parli a tutti con lo stesso linguaggio: della fede e del mistero. - Melindo queste cose le sapeva bene e non ebbe difficoltà a rispondere al suo giovane amico Vedi, caro figliolo, i sacerdoti, in ogni religione, sono prima degli uomini e poi dei ministri degli Dei. Qui risiede l equivoco che fa delle religioni una partita truccata. L uomo è debole per sua natura e non si capisce, malgrado i migliori propositi come potrebbe vincere questa sua condizione: quando fa il Ministro di Dio è anche uomo e quando fa l Uomo non può esimersi dall essere un Ministro della fede. 18

19 Questo tipo di miscela imperfetta produce gli inevitabili guai che si succedono nell esercizio del Credo. Come si fa a chiedere ad organizzazioni millenarie di rinunciare al proprio credo per abbracciarne uno nuovo; oppure recedere dalla complicata macchina delle suggestioni che col tempo è diventata sempre più perfetta, al punto da soggiogare innumerevoli coscienze. Come si fa a chiedere di abbandonare i privilegi di una vita sacerdotale scandita dai segni dei secoli? L anima e lo spirito sono un grande sostegno esistenziale, un motore potente, ma la fragilità materiale di ciascuno di noi fa da contrappunto ai lodevoli propositi dichiarati. Non ci si stupisca quindi se le cose stanno così. Piuttosto del contrario, perché sul serio si dovrebbe parlare di soprannaturale Neon aveva capito fondamentalmente che l umanità è complicata e talvolta contorta, ma meritevole di essere indagata e capita. Neon si congedò da Melindo stringendolo a sé con tanta forza che, malgrado la sua immaterialità, riuscì a trasmettergli questa prova d affetto. Chi lo sa? forse il calore dell energia emanata, forse perché Melindo aspettandosi un gesto affettuoso ne avvertì l effetto. Non è dato capire facilmente questo genere di cose: è solo attraverso la magia degli accadimenti e delle persone ad essi predisposte che queste combinazioni possono verificarsi. - devo andare Melindo- disse Neon - si è fatto tardi ed ho promesso a Cokerino che l avrei portato a giocare con i suoi compagni. Sapessi che strani esseri, non ce n è uno uguale all altro; sembrano selezionati per partecipare ad una gara di stravaganze. A presto, ti verrò a trovare quanto prima. - 19

20 Neon e Cokerino erano già lontani quando Melindo alzò una delle sue diafane mani, salutò con garbo e poi gli occhi gli si fecero lucidi. Melindo sapeva che non l avrebbe mai più rivisto. Sentiva già da tempo l insistente richiamo dell appuntamento del trapasso: - Auguri figliolo sussurrò con un filo di voce - che tu sappia proteggerti dalle tante insidie che dovrai superare. Tu sei un testimone della verità, quella che l ipocrisia nega e combatte; troverai nemici ovunque, anche laddove meno te l aspetti. Tanti auguri e addio mio giovane e caro amico. 20

21 5 Una grande prateria di erba arancione ospitava un insolito parco per animali di difficile definizione, un vero e proprio santuario di bizzarria genetica, o così sarebbe venuto da pensare. Per raggiungere questo luogo era stato necessario passare attraverso un fascio di luce multicolore prodotto da cristalli di semplice sale o cose simili. Si trattava di farsi completamente avvolgere dal bagliore iridescente prodotto dai cristalli e abbandonarsi, con coraggiosa fiducia, a regole e leggi fisiche assolutamente ignote a chiunque. Questo passaggio, da una condizione ad un altra, durava pochi secondi, in un ambiente che emanava un profumo vagamente dolciastro. Il posto era insolito, tuttavia quello che stupiva era la verosimiglianza con l ambiente terrestre, salvo che per i suoi colori e frequentatori. Cokerino prese a correre come un matto allorché vide Gasterina, la sua migliore amica: aveva una grande chiocciola sul groppone ed il corpo uguale a quello delle lumache. L unica differenza consisteva nel fatto che era dotata di quattro gambe corte e robuste, sembrava un dinosauro in miniatura, munito di casa. Gasterina era in compagnia di una gallina di notevoli proporzioni di nome Pispola. Aveva un gran sedere munito di tre code alle quali corrispondevano altrettante cloache da cui far uscire le uova: insomma, una gallina a ripetizione. Altro animale della compagnia era una piccola foca monaca rosa che, per la sua appartenenza alla specie, veniva chiamata Monachiglia. Mangiava in continuazione foglie 21

22 d acero che teneva in un cesto che, per incanto, era sempre pieno. C era anche un bel pescione, con due ali da fare invidia ad un falco, che si divertiva a sfrecciare fra i suoi colleghi della prateria e a tuffarsi nell erba scomparendo sotto terra e rispuntando altrove in posti sempre nuovi. Eppure il terreno era ben consistente e quando risbucava fuori da qualche parte di buchi non ne lasciava. Era stato soprannominato Jumbo per via della velocità e della somiglianza che aveva col ben noto Jet 747 della Boeing. C era una tale quantità d altri animali straordinari e impensabili da rimanere stupiti. Alcuni di loro avevano dimensioni notevoli, altri erano piccolissimi: quasi tutti portavano colori sgargianti ed altri esibivano colori più sobri, uniti ad un portamento ed una compostezza quasi ascetica. Non c era un animale uguale all altro e questo portava a chiedersi la ragione di tanta diversità fra loro. L accoppiamento fra specie diverse aveva fatto sì che ogni nato rappresentasse una novità assoluta, mettendo a dura prova chiunque avesse voluto stabilire una classificazione biogenetica. Neon era affascinato da questo prodigio della natura e provò a porre qualche domanda. Passava di lì, per caso, un grosso pachiderma, privo di gambe ma agilissimo nel saltellare sulla grande pancia; era in compagnia di una farfalla a sei ali con la quale passava buona parte della giornata a discutere se l essere ingombranti fosse una colpa. - Scusami, vorrei chiederti solo un momento d attenzione esordì Neon Chi sei? Come ti chiami? Vorrei farti qualche domanda.- - Domande? rispose l interpellato - Che genere di domande, qui non si usa fare domande è troppo pericoloso, 22

23 c è da rimetterci la pelle sai? Piuttosto tu chi sei? Ti fai vedere solo a stento, quasi fossi avvolto da una nuvola fumiginosa e trasparente.- Neon non ebbe difficoltà a raccontare la propria storia e così facendo tranquillizzò il suo interlocutore che si aprì alle curiosità del giovane. - Mi chiamano Peso, ma non so perché, forse per la mia forma rotonda fatta a borsa della spesa che, si sa, quando è piena è sempre pesante.- La sua amica farfalla girava sopra i due con quel caratteristico volo ubriaco delle farfalle e se ne stava a debita distanza per timore di finire in una retina, ma ben presto si rese conto che avrebbe potuto fidarsi. Io mi chiamo Teresa; uno dei miei genitori è stato figlio della ben nota Vispa Teresa e così ha voluto che portassi il nome della nonna.- Si era aperto un salottino di nuovi amici, pertanto risultò facile cominciare una fiduciosa conversazione. Neon fece la prima domanda Dove vivo normalmente ci sono molti animali, diversi fra loro, che appartengono a specie diverse e tutti portano un nome e fanno parte di una classificazione ben precisa. Non si può dire la stessa cosa qui da voi, dove, non solo non ci sono specie uguali, ma ognuno ha caratteristiche proprie. Molti fra i frequentatori di questa prateria sono esseri che non ho mai visto prima ed altri sono al confine della conoscibilità. Com è possibile tutto questo? Cosa può essere mai capitato perché ciò sia potuto accadere? Una disavventura nucleare, forse, o qualcosa di simile?- Peso e Teresa si guardarono un po imbarazzati e sorpresi dalle domande di Neon; non sapevano se divagare o far finta di nulla, poi Teresa pensò fosse necessaria una spiegazione e prese la decisione di rispondere. 23

24 - Vedi Neon, tu poni delle domande che potrebbero avere delle facili risposte solo se qui ci fosse una logica da mettere a confronto, ma qui la logica è stata messa da parte, o per lo meno quella a cui tu fai riferimento. Noi abbiamo imparato a vivere questa condizione d esistenza solo perché c è stato impedito di viverne una diversa: quella che tu definiresti più logica. Ma vedi noi non abbiamo mai potuto decidere del nostro destino, perché altri più logici e organizzati, rispetto a noi, hanno avuto la felice idea di programmare le cose per loro e per noi. Solo che un dettaglio, di non poco conto, non ci ha mai resi particolarmente felici: il programma prevedeva che loro disponessero e per noi non rimaneva che essere disponibili. E bada che la nostra disponibilità non ha mai previsto negoziazioni. Abbiamo dovuto patire ogni sorta d umiliazione per i cosiddetti loro, quelli che profittavano di noi.- Neon era alquanto turbato dalle osservazioni prodotte da Teresa, alle quali peraltro Peso non aveva mai smesso di dare ampi segnali d assenso. Neon riprese con vigoria - Perché non vi siete ribellati; perché non avete fatto appello alla vostra dignità, nessuno concede qualcosa se non c è un motivo; sono appunto i motivi che devono contare perché possano valere. Devono essere ricercati e giustificati affinché possano avere significato e importanza. Ma queste sono cose che sanno tutti, allora perché non farlo?- Peso, che era paziente e di buon carattere, pensò fosse il momento di dire la sua e sistemando alla meglio la sua enorme stazza si pronunciò dicendo - La ribellione è un lusso che ci si può permettere solo quando si configurano le premesse di un minimo di risultato, di una riuscita: 24

25 magari lontana, anche molto lontana, ma senza questa speranza non ha senso agitarsi. Nel caso contrario ciò che ti rimane, ciò che vale, altro non può essere che l abbandono alla rassegnazione.- - Ma non è possibile insisteva Neon, che non riusciva a nascondere una sentita rabbia - Rassegnarsi significa abbandonarsi ed essere soggiogati fino alla morte, perché ai vinti non si perdona nulla. Ai vincitori non basta il solo godimento del bottino, il trionfo e l umiliazione inflitta: quello che vogliono è il sopravvento tramite la ferocia. Ecco, questo è quello che desiderano. E nella carne del sopraffatto che si vogliono affondare i denti famelici.- - Beh, non dirlo a noi, che da sempre siamo stati ospiti alle mense di tutti, ma nelle sgradevoli vesti d ospiti cucinati.- disse Pispola, che nel frattempo si era unita al gruppo. Una vita a fare uova, chiuse in pochi centimetri quadrati, costrettae a mangiare giorno e notte per crescere rapidamente ed essere poi esposte nude, morte e incelofanate nel primo supermercato. Qui è un altra cosa, facciamo uova a ripetizione, ma siamo noi a decidere, se sì o no.- Due altre bestie si erano avvicinate incuriosite dall insolito salotto: una sembrava una mucca, ma aveva una criniera lunghissima, labbra colorate e corna coronate di mughetti bianchi. La mammella, solitamente rotondeggiante, aveva un complicato apparato di rubinetti di luccicante ottone patinato. Il compagno non poteva che essere un cavallo, perché era simile in ogni particolare, salvo che per le dimensioni: infatti, non superava i trenta centimetri di altezza e per queste sue dimensioni procurava una certa tenerezza. 25

26 Il nome di lei era Butirrosa mentre il cavallino si chiamava Frisio, il suo papà era stato un importante ronzino a servizio di un generale d armata: da lì l inevitabile nome. Proprio Frisio prese la parola per ricordare - Gli animali della mia specie sono sempre stati soggiogati alla fatica di un lavoro massacrante per poi finire, sotto forma di bistecche e salamini sulla tavola dei golosi. Prima sfruttati e poi divorati: un bell esempio di gratitudine. Che dire poi di come venivamo sacrificati per la stupidità degli uomini e le loro insulse guerre. Eravamo il primo bersaglio: sparate al bersaglio grosso, dicevano gli ufficiali, e noi eravamo i primi a rimetterci la pelle Butirrosa ascoltava paziente e di tanto in tanto socchiudeva i grandi occhi in segno d apprezzamento e condivisione, poi decise di dire la sua Anche noi abbiamo avuto una vita grama, scandita da gravidanze continue, spremiture forzose ed infine il solito ultimo viaggio al macello. Quanta disperazione quando si cominciava ad avvertire, già da lontano, l odore acre e dolciastro del sangue del mattatoio. L istinto ci portava a capire che quell odore era quello del nostro olocausto. - Queste osservazioni costringevano Neon a riflettere sul fatto che questi imprevedibili animali parlavano di loro stessi come se trattassero una storia antica e superata, che non li riguardava più. Neon era un bambino informato e intelligente e sapeva che gli animali erano usati come fonte alimentare per un umanità che non aveva trovato altra soluzione se non quella di sbranare i più deboli, esattamente come nella legge della jungla, ma i racconti dei suoi nuovi amici lo stavano costringendo ad una riflessione nuova e diversa, certamente più meditata. 26

27 Chiese nuovamente.- Ma allora questo posto è qualcosa di molto più importante di quanto potessi immaginare. C è sicuramente una ragione perché vivete qui, ma non riesco a coglierne la sostanza. Volete essere così gentili da farmi capire tutto questo? - Prese la parola Monachiglia, la fochina rosa, che se ne stava in disparte a mangiare foglie d acero. - Vedi Neon, quando l ineluttabilità della sorte non ti lascia scampo ti trovi a chiederti come mai il destino abbia deciso di sceglierti come perdente senza appello, ma l energia dell intelletto dispone di risorse inimmaginabili. La necessità di giustificare il diritto all esistenza ci mette nella condizione di vivere una realtà parallela, quella appunto dove noi decidiamo del nostro destino ed anche delle nostre fattezze, senza condizionamento alcuno. Dove vivi tu e dove vivo anch io, caro Neon, non mi resta che attendere che qualcuno, prima o poi, venga a prendermi a randellate per fare di me un elegante pelliccia. Qui non è la stessa cosa. L impeto di sopravvivere ci ha messo nella condizione di rinunciare alla rassegnazione della morte. Ma gli umani non sanno che noi abbiamo trovato il modo di vivere una dimensione diversa, che trascende vita e morte: ti parlo della dimensione dell immaginazione, dove tutto è possibile e, a dispetto di molti, non ci possono fare del male. Qui esiste l energia dell improbabilità che consente di rovesciare i termini dell ignoto e convertire l assurdo in praticabile. La vita è possibile solo per chi la sa vivere, perché sai Neon: si può morire anche vivendo, soprattutto se non si è capaci di dare senso alla vita. Noi attraverso il nostro nonsenso abbiamo trovato la maniera di inventarci la vita che c è stata sottratta.- 27

28 Per Neon fu una sorpresa che lo costrinse al silenzio; non riusciva a capire se si trattasse di una forma di disperata rassegnazione o di una sorprendente trovata. Sta di fatto che era rimasto senza parole. In quel mentre sopraggiunse Cokerino che gli saltò addosso facendogli una gran festa: era felice di aver passato un intera giornata con i suoi amici fantastici. Neon lentamente aveva dato connotazione visiva al proprio corpo perché i suoi nuovi amici lo potessero vedere e, chissà mai, riconoscere in un domani di necessità. Cokerino si eccitava tantissimo quando riusciva a vedere le sembianze del suo padrone e prese a leccargli un orecchio, ma tutto questo rappresentava un certo rischio, perché quando Cokerino si eccitava lanciava a sua insaputa, fra un respiro e l altro, degli sputi di fuoco che potevano arrecare qualche problema. Ma Neon sapeva bene come tenere a bada questo inconveniente ponendo fra sé e lo sputa fuoco una sorta di scudo invisibile, ma protettivo. Neon guardò l ombra di un albero proiettata a terra e si rese conto di quanto tempo fosse passato. L interesse dell argomento gli aveva fatto smarrire il senso del tempo. - Cari amici si è fatto molto tardi e devo andare. Sento per voi una grande gratitudine e vi prometto che verrò nuovamente a trovarvi, ne sono certo. Non so perché, ma ne sono certo. Vi abbraccio tutti quanti e arrivederci a presto.- La grande prateria arancione si riempì di tutti gli strani animali che la frequentavano: nessuno volle perdere il momento del congedo da Neon che era riuscito, nel frattempo, a permeare il cuore di tutti loro. 28

29 6 Di nuovo nel tunnel dei cristalli colorati e, dopo qualche attimo, Neon si ritrovò in un ambiente completamente diverso, buissimo e maleodorante di zolfo ed altro. Fortuna vuole che Cokerino in questi casi s illuminasse, quasi fosse elettronicamente programmato Neon non riusciva a capire dove fosse. L unica certezza che aveva era quella di trovarsi sotto terra, ma non era certo se si trattasse di una cavità carsica, di una caverna, di un antro sottomarino, di un camino di vulcano o di uno di quei numerosi ambienti cari alla speleologia. Ciò che l insospettiva era l odore dello zolfo che lo portava a pensare ad un attività di fusione del sottosuolo: quindi doveva proprio trattarsi di un vulcano. Le pareti erano gialle di solfuri e bianche di salgemma; sottili lingue di suffumigi passavano attraverso le spaccature delle pareti presentando una scena terrificante, l antro del diavolo. Neon non era il tipo da impressionarsi più del dovuto, ma era consapevole che in questi posti sarebbe potuto succedere di tutto, da un momento all altro, e la cosa più ragionevole da fare era quella di abbandonare alla svelta quel luogo e mettersi al sicuro. Vide una fessura su una parete, più larga delle altre e dalla quale filtrava una vibratile luce di color carminio. Vi s incamminò, con Cokerino davanti che gli illuminava il percorso, ma a mano a mano che si avvicinavano alla sorgente luminosa il bisogno di luce, prodotta dal suo compagno d avventura, diventava sempre meno necessaria. Un enorme lago di lava incandescente si presentava alla fine della stretta fenditura di roccia eruttiva; il chiarore 29

30 costringeva a socchiudere gli occhi; il rosso della superficie della lava veniva mitigato dal bianco abbacinante della fusione ad altissima temperatura. Uno spettacolo affascinante quanto spaventoso. Neon aveva notato che c erano delle infiltrazioni d acqua che, con scadenze regolari, fuoriuscivano dalle fenditure della volta dell enorme caverna e precipitavano nel lago di lava. Ne seguiva un gran boato ed un successivo innalzamento di colonne di vapore che trovavano sbocco lungo il camino del vulcano. Neon capì che quello era l ascensore da prendere per uscire da quell inferno che, a lungo, non avrebbe dato scampo, soprattutto per il calore che produceva. Prese con sé Cokerino, si avvolse nel suo scudo protettivo e senza esitazione si buttò in una colonna di vapore che nel volgere di pochi secondi lo proiettò all esterno del vulcano ad una velocità inverosimile. Si trovò seduto sul bordo del cratere con il suo compagno ancora un po tremante. Guardando in basso, si potevano ancora vedere gli ultimi residui di vapore che venivano risucchiati dal camino del vulcano. Da lassù, sulla cornice della bocca del vulcano, lo spettacolo era sorprendente: sotto e lungo il pendio della montagna si sviluppava una grande città adagiata lungo un ampio golfo sulle cui estremità si potevano intravedere delle isole, messe lì come fossero dei guardiani o dei custodi di questa splendida baia. Non poteva che essere Napoli, la capitale morale e storica del Mediterraneo, uno dei fari degli abitanti di questo mare che ha donato la vita al mondo intero e continuerà nel futuro ad avere un ruolo decisivo. Neon scese dall alto della montagna con Cokerino che di tanto in tanto giocava a dare una sbuffatina di fiamma a 30

31 delle cose qualsiasi, forse, perché ancora suggestionato dal vulcano. Neon, sapendo di non correre rischi, assunse le sembianze fisiche della visibilità: questa condizione lo divertiva molto e lo faceva sentire più vero di quanto non lo fosse, a modo suo, nella realtà. La gente lo vedeva e lo salutava e questo gli procurava una certa gratificazione, ma quel che più gli piaceva era il misurarsi concretamente con le cose terrene, perché lì trovava la ragione di essere vivo. Le case si facevano sempre più fitte, man mano che si avvicinavano al nucleo abitato; la gente sempre più numerosa, il traffico delle automobili impressionante e congestionato, il caos sempre più inevitabile: era Napoli, appunto. Giunto nel centro della città Neon si volle togliere un capriccio, tipico dei giovani della sua età: sedersi al tavolo di un bar e prendersi una Coca Cola. Si guardava attorno e prestava l orecchio a tutto ciò che veniva detto ai tavoli vicini: tante erano le cose che si ragionavano, ma fu particolarmente catturato da una discussione animata che si stava consumando proprio dietro di lui. Quattro ceffi di media età, dall aria poco rassicurante, si scambiavano opinioni eccitate e contrastanti, corredate da vicendevoli insulti e modi sgarbati. - A quel piezzo em merda bisogna farci capire i cose. Quello è nu strunzo e come tale intu cesso ha d andare.- ed un altro come risposta aggiunse che pobblema ha da essere, ci mettiamo la pasticca in bocca Cosa significasse questo fraseggio era tutto da decifrare, ma per certo non stavano trattando problemi d orfanelle. Neon decise di richiamare su di sé l attenzione di quel gruppo di gaglioffi, fece quindi cadere il bicchiere a terra, con quel che rimaneva della Coca Cola. 31

32 La reazione fu immediata - Statti attento guaglione che qua finisce a schifio Di quel modo di fare Neon non era né sorpreso né spaventato, anzi era soddisfatto dell esito che aveva prodotto la sua pensata. Così facendo aveva ottenuto l occasione di attaccar bottone con quel branco di lavativi. Scusatemi signori - disse con fare umile sono distratto per natura e per giunta sono anche stanchissimo: arrivo or ora da un lungo viaggio e devo, fra le altre cose, trovare un posto per riposare. Voi non sapreste come aiutarmi? Quello che sembrava essere il capoccia della banda rispose Ma va a farti fottere te e chi te lo mise in saccoccia. Il suo compare seduto alla sua sinistra ebbe un altra idea. E perché no, pecché nun te dobbiamo aiutà? Portammolo con noialtri che ce possiamo divertire. Nun stattene assettato, annammocenne. Neon aveva raggiunto lo scopo, vale a dire che era riuscito ad agganciare un gruppo di malfattori con i quali avrebbe potuto entrare in confidenza e scoprire molte cose di quell ambiente criminale ed oscuro. Raggiunse, con il resto della banda i famigerati quartieri spagnoli di Santa Lucia: non poteva che essere lì, il loro quartier-generale. Questa zona di Napoli era degradata all inverosimile, ma conservava un fascino notevole e se non si fosse guardato tanto per il sottile, di questo posto, si sarebbero potuti scoprire aspetti assolutamente insoliti e gradevoli; tralasciando le prevenzioni, si sarebbe potuto anche percepire un quartiere ricco di grande animazione e umanità. Si alternavano case diroccate affiancate ad altre sistemate con cura, altre ancora puntellate dall ultimo terremoto ed infine alcune vistosamente rifinite nei particolari. 32

33 Il gruppo si fermò proprio davanti ad una di queste, ben sistemata; uno di essi aprì ed entrarono tutti in fila indiana, Neon per ultimo. - Siamo arrivati disse Cannemozze; così veniva chiamato uno di questi personaggi, quello seduto alla sinistra del capoccia.- qua te puoi sistemare come t aggrada, la casa è come tua.- Neon ringraziò e non potè che rimanere stupito della gentilezza e disponibilità dei suoi ospiti. La casa era sovraccarica d oggetti preziosi e riccamente arredata in modo pacchiano, tuttavia conservava un umanità e un ingenuità che non facevano il paio con la baldanza espressa dai padroni di casa. C erano Santi e lumini in ogni angolo della casa; due grandi quadri, raffiguranti immagini sacre, avevano proporzioni esagerate e la quantità di fiori freschi, gladioli soprattutto, facevano da cornice devozionale a Santi e Madonne. Grandi lampadine a tortiglione, finta fiamma, illuminavano i visi dei beati, rigorosamente ritratti con lo sguardo assorto e rivolto verso il cielo. Tutta questa messa in scena avrebbe dovuto esaltare il loro particolare attaccamento alla fede e non era neanche da escludere che non ne avessero, salvo il fatto che era uno strano modo di concepirne il significato - Che mestiere fate, per permettervi tutto questo? chiese Neon con fare garbato Ciò che ho davanti agli occhi non è frutto del semplice benessere, bensì del lusso.- Salvatore, fratello maggiore di Cannemozze, guardando gli altri con l aria compiaciuta di chi aveva gradito il commento, rispose. - Accorto u guaglione, ci piacciono i cosi belli, i cosi preziosi. T aggio a dicere però che la cosa più preziosa di questa casa è che accà tutti si fanno li cazzi sui. Qua è accussì, pecchè si lavora e si guada- 33

34 gna u danaro e quanno c è da ringrazià se fa u ringraziamento, e quanno c è da risentisse se fa in altro modo.- - Mi sembra di aver capito che non è il caso di fare domande rispose Neon ma non credo sia così strano chiedervi in cosa consista il vostro lavoro.- - Vedi piccirino, c è chi ha bisogno di denaro e noi eccoti che ci siamo; c è chi ha bisogno di protezione e noi ce la diamo; c è chi ha subìto uno sgarro e noi ci diamo soddisfazione e poi c è chi parla troppo e noi lo aiutiamo a non far più fatica a sprecare parole: insomma siamo, per così dire, e a modo nostro, dei missionari - Guarda, guarda osservava Neon ed io che pensavo che questo genere di lavoro fosse appannaggio della camorra. Ma che strana convinzione viene diffusa presso la gente. Qualcuno certamente vi vuole male.- Non tardò la risposta. - Quei figli di puttana, pensassero agli affari loro. Chi potrebbe proteggere quelle povere giovani donne sui marciapiedi delle città se non noi che disponiamo di un organizzazione a puntino?. Chi andrebbe incontro, con le polverine, a quegli infelici che si rotolano a terra in crisi d astinenza, solo perché lo Stato è assente, se ne frega, questa è la verità. E chi potrebbe organizzare delle elezioni ben studiate e mettere le persone giuste al posto giusto? Se non ci pensammo noi che canosciamo i veri probblemi della gente, quella che ci ha bisogno sul serio, chi ci pensasse?- Neon ascoltava con attenzione e non tradiva la benché minima meraviglia. - Questo genere d attività le esercitaate con una finalità pratica oppure avete come scopo quello di rendervi utili per ragioni umanitarie?- I quattro ceffi si guardarono per qualche secondo senza dire nulla poi quasi all unisono scoppiò una fragorosa ri- 34

35 sata che pareva non dovesse smettere più. Gli altri due, che fino ad allora erano stati zitti, presero a parlare con la voce rotta ancora dallo strascico delle risate Ma in che minchia di munno stai a vivere guagliò e l altro Manco u cane fa andare a coda a gratis, ma che stai a dicere? Nun stai mica a prenderci per il culo? - Non è proprio nelle mie intenzioni disse Neon è che avete detto di occuparvi di cose così particolari che diventava impossibile pensare che non si trattasse di nobili iniziative, ma se non è così spiegatemi come stanno le cose. - Te lo dicevo io che c era da sganasciare dal ridere disse Cannemozze rivolgendosi al fratello maggiore e agli altri due che erano soprannominati Muffola e Staccino.- E che è, che siamo le suore orsoline?. Che è sta storia de nobili iniziative; mo manca solo che facciamo i martiri.- Neon non si perdeva d animo e continuava ad incalzarli. Le mie osservazioni sono partite dalla considerazione che, a giudicare dalla casa che abitate, dovreste essere dei timorati di Dio e come tali rispettosi delle buone maniere - Accà de Santi e Gesù Cristi ne possiamo comperare a quintali, ma il nostro Santo, quello più riverito, si chiama denaro, hai inteso? - Più chiari di così non potevano essere ed anche se Neon non aveva bisogno di scoprirli attraverso questo frangente, rimase alquanto stupito per la sfacciataggine delle affermazioni. - Che peccato che siate solo interessati al danaro, alla fine è ben poca cosa se messa a confronto con la grandezza della solidarietà e della disponibilità. Cosa può essere più appagante di un azione di generosità che po- 35

36 trebbe modificare il corso della vita di una o più persone. Sono gesti che danno appagamento; ci si sente importanti e utili, si avverte il senso della gratitudine del prossimo e si ha l impressione di essere venuti al mondo per un segnale forte del destino. Quale moneta potrebbe mai ripagare, allo stesso modo, la soddisfazione d un gesto di grandezza d animo e d abnegazione? Io non credo che i facili guadagni possano dare gli stessi risultati di gioia che procura un azione proiettata al bene.- - Senza soldi sei un coglione! disse senza esitazioni Muffola. Staccino, che non voleva mai sentirsi secondo a nessuno, aggiunse E che chisto guaglioncello comincia a sfrugugliarmi la minchia con tutte ste domande e sti cose che dice. Neon li aveva punti sul vivo. Se c è una cosa che non viene mai perdonata è quando fai sorgere ad una persona il sospetto di aver sbagliato tutto nella vita: il senso del fallimento dei propri progetti scombussola l esistenza, crea il panico. - Beh, visto che i vostri modelli di vita sono questi, mi regalo il lusso di dirvi tutto quello che penso, poi si vedrà. Vi chiedo solo di farmi parlare per qualche minuto, affinché possa presentarvi il quadro complessivo delle vostre efferatezze, di cui, sono convinto, voi abbiate la massima consapevolezza. Ciò che mi sta a cuore è farvi sapere quale e quanto sia lo sdegno che si prova per la gente come voi Neon stava uscendo allo scoperto in modo pericoloso, ma a questo punto era più che mai determinato e non avrebbe rinunciato per nulla al mondo a dir la sua a quei quattro ceffi, rozzi e violenti. 36

37 - Ti puzza la salute guagliò, ma a un cundannato a morte non si nega una sigaretta. Parla, parla pure che t ascoltiamo fino alla fine. Sì, la fine, la tua appunto...- Il resto della masnada se la rise sguaiatamente, ma si misero tutti a sedere dove c era posto, sui divani ed anche sul tappeto. Neon sembrava aver aperto una breccia di curiosità in questi soggetti poco avvezzi all ascolto. In piedi, davanti a loro, cominciò a parlare con decisione e piglio; si era come trasformato. - Quella che voi definite protezione di un attività, la gente per bene la definisce taglieggio, così come la protezione che date alle prostitute altro non è che un bieco sfruttamento morale e fisico, un lurido mercimonio dietro il quale si sono consumate orrende storie di disperazione e sangue. Che dire poi del vostro cosiddetto buon cuore quando si parla di prestiti : questa attività ha solo un nome, usura. Anche in questo caso affossate persone fragili e disperate, altro che aiutarle. Per quanto riguarda gli sgarri e le conseguenti soddisfazioni, beh, non c è che dire: questo modo di fare ha origini assai antiche e si chiama mafia. Cosa Nostra: un consorzio di sorci voraci e contaminatori dell esistenza collettiva, assassini spietati; un cancro da debellare, altro che missionari, come dite voi. Poi, quelle che voi definite con insolente spavalderia polverine, ebbene, sono, e sono state, un flagello che non ha eguali nella storia dell umanità. Le coscienze d intere nazioni e civiltà sono state piegate al punto che alcune popolazioni hanno dovuto lottare per secoli per riprendersi da tale sciagura. Voracità economiche avevano indotto la conquista di nuovi mercati soggiogando, 37

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