ANIMALI IN ECOLOGIA. Quaderno didattico realizzato con il contributo della Regione Emilia Romagna

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1 ANIMALI IN ECOLOGIA Quaderno didattico realizzato con il contributo della Regione Emilia Romagna 1

2 PREMESSA Animali esotici: amici o invasori? Molte specie animali ormai di casa negli ambienti della nostra penisola provengono da altri paesi o addirittura da altri continenti. In questo senso, presa ad esempio la fauna della nostra provincia, è possibile suddividere le specie animali presenti in due grandi gruppi: specie autoctone o indigene, ovvero originarie del nostro territorio, e specie alloctone o esotiche, ovvero provenienti da luoghi diversi rispetto a quelli in cui attualmente vivono. Nel corso degli anni se da un lato, per cause in gran parte riconducibili alla influenza dell uomo, le comunità biotiche del nostro territorio hanno visto la scomparsa di alcune specie autoctone, dall altro un contingente di specie esotiche, introdotte con modalità e finalità diverse, è entrato a farne parte. I nuovi ospiti sono spesso accomunati da una elevata capacità di adattamento e da una forte competitività per le risorse (cibo, spazio), al punto da costituire una minaccia per le specie indigene. Sempre più spesso voci autorevoli provenienti dal WWF (Fondo mondiale per la natura) e dall UCN (Unione mondiale per la conservazione della natura e delle sue risorse) mettono in evidenza come l introduzione nella fauna europea di specie non autoctone abbia avuto gravi conseguenze sull ecosistema. Secondo recenti studi condotti dall Invasive Species Specialist Group, la commissione istituita dall UCN per monitorare la diffusione delle specie alloctone, il fenomeno è così diffuso da costituire la seconda causa di estinzione della flora e della fauna del globo dopo il disboscamento delle foreste. Il problema non riguarda quegli animali che spontaneamente, a causa di variazioni climatiche o per carenza di cibo, si spostano da una zona all altra. A destare preoccupazione sono piuttosto le specie introdotte intenzionalmente o accidentalmente dall'uomo che di solito sono causa di gravi squilibri ambientali. Ma a che scopo sono stati introdotte nel nostro paese queste specie alloctone? Le motivazioni e le finalità sono varie. Alcuni animali sono stati introdotti per scopi ornamentali (es. il carassio, la tartaruga dalle orecchie rosse, ecc.), altri per ragioni commerciali (es. la nutria, il gambero rosso, ecc.), altri ancora per scopi venatori (es. il fagiano, il daino) o per la pesca sportiva (es. il siluro). Con questo Quaderno vorremmo raccontare la storia di alcuni di questi invasori per dare la possibilità a tutti di conoscerne meglio le caratteristiche, la provenienza, le abitudini, nonché le interazioni con l uomo e con l ambiente. Sono descritti dapprima gli ospiti indesiderati recentemente introdotti nel nostro territorio che costituiscono una grave e accertata minaccia per la biodiversità, ovvero: - La nutria - Il siluro - La tartaruga dalle orecchie rosse - Il gambero rosso della Louisiana - La rana toro Segue poi una descrizione sintetica di altre specie esotiche che fanno oramai parte della fauna naturalizzata della nostra provincia: - fauna ittica: pesce gatto, carassio, persico trota, persico sole, gambusia, carpa; - mammiferi: daino, istrice, marmotta; - uccelli: fagiano. Per finire passeremo in rassegna alcuni animali esotici che recentemente sono entrati nelle nostre case in virtù di animali da compagnia quali: - Il camaleonte - L iguana - Il cincillà - Il porcellino di India - Il criceto - Il coniglio nano - Il furetto 2

3 - Il pitone moluro Glossario minimo IMMISSIONE - Trasferimento o rilascio, intenzionale o accidentale, di una entità faunistica (di una specie). Un immissione intenzionale viene indicata con il termine traslocazione. INTRODUZIONE - Traslocazione di una entità faunistica in un area posta al di fuori del suo areale di documentata presenza naturale in tempi storici. SPECIE - E' l unità base di ogni sistema di classificazione degli organismi animali e vegetali. Ogni specie raggruppa individui che presentano caratteristiche simili e che sono in grado di accoppiarsi e dare prole feconda. SPECIE ALLOCTONA O ESOTICA - Specie animale o vegetale che non appartiene alla fauna originaria di una determinata area, ma che vi è giunta per l intervento intenzionale o accidentale dell uomo. SPECIE AUTOCTONA O INDIGENA - Specie o sottospecie animale o vegetale naturalmente presente in una determinata area nella quale si è originata o è giunta senza l intervento diretto (intenzionale o accidentale ) dell uomo. SPECIE NATURALIZZATA - Specie alloctona per una determinata area ove è rappresentata da una o più popolazioni che si autosostengono, cioè non sono sostenute da continue immissioni. 3

4 LA NUTRIA Myocastor corpus ORIGINE E DIFFUSIONE Venne importata in Italia negli anni sessanta dal Sud America, per essere allevata come animale da pelliccia. L introduzione massiccia in ambiente è avvenuta quando, al tramontare della moda passeggera delle pellicce di castorino, molti allevatori hanno intenzionalmente liberato i loro animali nelle campagne circostanti le zone di allevamento. CARATTERISTICHE DISTINTIVE - La nutria è un Mammifero e appartiene alla famiglia dei Roditori. Molto simile ad un grande topo, può essere lunga dai 40 ai 60 cm per circa 7-10 kg di peso, presenta una testa grossa e un muso corto. La coda cm è cilindrica con peli radi, le zampe sono corte a cinque dita, e quelle posteriori sono provviste di membrana natatoria. Il pelo è morbido e di colore castano. HABITAT - Vive e si accoppia lungo le rive dei laghi o dei fiumi, e a volte anche nelle zone salmastre. ALIMENTAZIONE E ABITUDINI Si nutre prevalentemente di radici, tuberi, foglie e chicchi di cereali, ma mangia anche la carne e il pesce. E un abile sommozzatore con apnee anche di 5 minuti. Le coppie scavano le loro tane lunghe circa un metro e larghe 60 centimetri e costruiscono piattaforme sull'acqua usate per il riposo e la pulizia. Gregaria e prevalentemente notturna forma piccoli clan matriarcali. Sensibile agli inverni rigidi. In natura vive fino a 4 anni, in cattività fino a 8 anni. RIPRODUZIONE - Il periodo riproduttivo è variamente esteso, con 1-2 nidiate; dopo 4 mesi e mezzo nascono 2-6 piccoli di ben g rivestiti di pelo e con occhi aperti, capaci di nuotare appena a 24 ore dalla nascita. La maturità sessuale è raggiunta a 3-5 mesi. RAPPORTI CON L AMBIENTE E CON L UOMO Minaccia alla biodiversità La nutria, in quanto naturalizzata, è una specie selvatica non cacciabile, secondo la legge n.157/92 sulla caccia, ma può essere oggetto di azioni di controllo numerico/eradicazione ed è ritenuta, secondo la Raccomandazione del Consiglio d Europa n. 77/1999, specie invasiva con minaccia per la biodiversità. La rapidità riproduttiva determina il sovraffollamento di molte aree da parte di questi animali. Uno dei pochi fattori di controllo numerico di questa specie è rappresentato dagli inverni rigidi e dai lunghi periodi di siccità. Mentre in Sud America, molti grossi felini carnivori predano le nutria, in Europa soltanto i cuccioli possono essere vittima di predatori come volpi, faine, cani randagi, poiane, oltre che del siluro e del luccio. La nutria ha trovato un habitat straordinario nella Pianura Padana dove ha colonizzando con successo quasi tutte le nicchie ecologiche degli ambienti acquatici. Può causare gravi danni alla vegetazione degli ambienti umidi, con effetti negativi sull intero ecosistema locale, sottraendo rifugio, zone di nidificazione e di alimentazione ad alcune specie di uccelli acquatici. Distruzione delle rive fluviali - L escavazione dei cunicoli che utilizza come tane è sufficiente ad indebolire seriamente gli argini. Il roditore sud-americano sarebbe inoltre fortemente indiziato per il danneggiamento di alcune importanti opere idraulico-agrarie (es. canali di bonifica). Danneggiamento delle colture agricole - I danni arrecati al settore agricolo derivano dalla dieta della nutria che è in prevalenza vegetariana, con particolare predilezione delle parti fibrose delle piante acquatiche, come ad esempio radici o tessuti. La nutria spesso abbandona i canali per alimentarsi nei campi, in particolare predilige quelli di barbabietole e di mais di cui sembra essere molto ghiotta. Nella dieta del roditore sono inoltre presenti anche molluschi di acqua dolce. Diffusione della leptospirosi - Topi e ratti sono la fonte primaria di patologie come la leptospirosi. A seguito di una indagine sul rischio sanitario l'istituto Zooprofilattico di Brescia ha recentemente certificato che le nutrie selvatiche non sono portatrici di virus infettivi per l'uomo e per gli animali da allevamento. 4

5 IL SILURO Silurus Glanis ORIGINE E DIFFUSIONE Originario dei paesi dell est Europa, è stato introdotto in Italia tra gli anni 60 e 70 nei laghetti per la pesca a pagamento. Incautamente immesso dai pescatori nelle acque lente di pianura (Po, affluenti e canali laterali), ora è presente ovunque e costituisce una vera minaccia alla biodiversità dei corsi d acqua. CARATTERISTICHE DISTINTIVE - La specie Silurus glanis appartiene alla famiglia dei Siluridae, ordine Siluriformes. Questo pesce di enormi dimensioni (un adulto può arrivare a pesare quasi un quintale e raggiungere una lunghezza di 2 metri) ha la pelle priva di squame, ricoperta di una sostanza viscida e gelatinosa, che oltre a proteggerlo dalle malattie, gli permette di scivolare indenne tra massi e ostacoli del fondale. Ha numerosi denti piccoli ma taglienti come rasoi. Nella parte interna delle branchie, esiste una vera e propria rastrelliera appuntita, che non permette ad eventuali prede inghiottite, di fuggire attraverso i suoi enormi opercoli branchiali. Ha un corpo tronco-conico a sezione rotondeggiante. Gli occhi sono piccoli, per cui ci vede pochissimo, ma ha un buon olfatto e sei lunghi barbigli, che gli consentono di localizzare con esattezza la provenienza di qualsiasi vibrazione emessa in acqua, arrivando così sulle prede anche in condizioni di scarsa visibilità, dovuta al buio e all'acqua torbida. HABITAT - Laghi, fiumi, zone a lenta corrente e in tratti profondi. Corsi minori, anse, canali. Letto in terra, melma e sabbia con presenza di numerose tane: tronchi sommersi, radici, frasche, relitti di vario genere. Anche in acque torbide. Sopporta temperature piuttosto elevate. Con il freddo rallenta il proprio metabolismo entrando in una specie di letargo. ALIMENTAZIONE E ABITUDINI - Molto vorace, si nutre di organismi animali di ogni genere vivi o morti, avannotti e pesci anche di grosse dimensioni, rane, topi, uccelli e piccoli mammiferi. Di giorno non si muove molto, ama stare riparato dalla corrente in buche profonde, gira solo se le acque sono torbide o il cielo coperto. Di notte caccia in continuazione soprattutto in acque basse. Facilmente adattabile, tollera la cattività. RIPRODUZIONE - Il siluro ha un ciclo di riproduzione annuale. Non è semplice distinguere il maschio dalla femmina. Il periodo della frega (ovvero il periodo riproduttivo) è localizzato normalmente tra la fine d aprile e la fine di luglio e ha luogo in prossimità delle rive dove il maschio costruisce un nido incassato tra la vegetazione. La riproduzione ha generalmente luogo la notte, ed è accompagnata da una parata nuziale durante la quale il maschio si arrotola intorno alla femmina stimolando così la deposizione delle uova che di solito sono piuttosto numerose, fino a nei grossi esemplari. Subito dopo la femmina abbandona il nido, mentre il maschio rimane in zona durante tutta l incubazione delle uova comportandosi in modo particolarmente aggressivo verso tutto ciò che si avvicina al nido. La schiusa avviene all'incirca dopo ventiquattro giorni. Gli avannotti cominciano a nuotare 3 o 4 giorni dopo la schiusa e hanno la tendenza a restare raggruppati; in questo periodo assomigliano ad un gruppo di grossi girini. RAPPORTI CON L AMBIENTE E CON L UOMO - Minaccia alla biodiversità Il siluro compete in modo pesante, per la risorsa cibo, con alcune specie di pesci predatori autoctoni: sembra infatti che i siluri giovani utilizzino le stesse risorse alimentari (ciprinidi di piccola e media taglia come carpe, cavedani, tinche) del pesce persico e del luccio (la cui presenza in alcune aree è oggi estremamente ridotta). Diventato adulto preda di tutto. La Regione Emilia Romagna sta procedendo, con apposito atto deliberativo in corso di adozione, allo svolgimento di una ricerca scientifica per meglio approfondire le conoscenze sulla biologia, la diffusione ed ogni altra tematica inerente, utile all'obiettivo finale di "estirpazione" del Siluro d'europa dalle acque del bacino del Po e dalle altre acque interne interessate. CURIOSITA - Il siluro: mostro d'acqua dolce: nell Antichità, la voracità del siluro ha inspirato timore nelle popolazioni rivierasche dei fiumi e dei laghi dell Est Europa. Gli antichi greci conoscevano già il siluro, come testimonia la "Storia degli Animali" scritta da Aristotele (360 AC): gli 5

6 abitanti vicino ai laghi pensavano che il siluro fosse un pesce portatore di malaugurio. Presentato come mostro delle acque dolci, il siluro divorava, secondo le leggende, bambini e giovani ragazze. LA TARTARUGA DALLE ORECCHIE ROSSE Trachemys scripta elengans ORIGINE E DIFFUSIONE - E una tartaruga d acqua dolce originaria del sud degli Stati Uniti (valle del Mississippi), dall Illinois al Golfo del Messico, ma si trova oggi in molte parti del mondo. Nel nostro paese è giunta per scopi ornamentali e fino al 1998, anno in cui l'unione Europea ne vietò l'importazione, l'italia ne acquistava dagli Stati Uniti circa 2 milioni di esemplari l'anno. Oltre il 95% degli animali commercializzati a pochi mesi di vita non raggiungeva il secondo anno di età. Il destino dei sopravvissuti, se correttamente allevati e alimentati, era però di crescere in pochi anni fino a dimensioni che superavano i 25 cm di lunghezza e circa 1-1,3 kg di peso. Diventate ingombranti, le Trachemys sono state liberate in ambiente dalle stesse persone che le avevano inconsapevolmente acquistate e allevate come animale domestico "piccolo" e poco esigente. CARATTERISTICHE DISTINTIVE - La tartaruga dalle orecchie rosse o tartaruga della Florida è un Rettile dell ordine delle Testuggini. Il carapace (il guscio ) ha una forma ovale ed ha una superficie liscia e leggermente convessa, mentre il piastrone (sotto la pancia) è piatto sia nei maschi che nelle femmine. Il colore del carapace è verde nei giovani, e diventa progressivamente più scuro all invecchiare dell animale. La cute è per lo più verde con strisce gialle, ma dietro il timpano è presente una caratteristica macchia rossa, che rende questa sottospecie inconfondibile. Le dimensioni degli adulti variano da 12,5 a 28 cm (le femmine raggiungono le taglie maggiori). HABITAT - Trachemys scripta elegans occupa un ampia varietà di habitat, dai piccoli stagni ai fiumi; preferisce le zone d acqua calma, ricche di vegetazione e con un fondo fangoso. E diurna. ALIMENTAZIONE E ABITUDINI - Le Trachemys sono onnivore e in natura si alimentano di pesci, rane, girini, vermi, lumache, insetti, larve, animali morti e piante acquatiche. Gli individui giovani sono prevalentemente carnivori, infatti occupano le acque più basse, dove abbondano gli insetti. Man mano che crescono, si spostano verso acque più profonde, dove è meno facile trovare prede animali, e scelgono una dieta prevalentemente vegetariana. Sebbene sia un abilissima nuotatrice questa tartaruga trascorre molto tempo ad esporsi al sole, su rocce o tronchi semisommersi, ma anche galleggiando sull acqua. Questo tipo di comportamento, tipico dei rettili, ha la funzione principale di permettere la termoregolazione. Raramente si avventura sulla terraferma, se non per deporre le uova o per cercare un nuovo corso d acqua. E un animale piuttosto timido e al minimo segno di pericolo si getta in acqua. RIPRODUZIONE - Allo stato naturale i maschi raggiungono la maturità sessuale a 2-5 anni di età, a una lunghezza del piastrone di 9-10 cm. Le femmine diventano sessualmente mature quando raggiungono una lunghezza di 15-19,5 cm (spesso nei rettili l insorgenza della maturità sessuale dipende dalla taglia raggiunta, più che dall età). La stagione riproduttiva varia secondo la località geografica, ma generalmente va da marzo a luglio. Il maschio corteggia la femmina mettendosi davanti a lei e carezzandone la testa e il collo con le lunghe unghie degli arti anteriori; la copula vera e propria dura circa 15 minuti. Quando è pronta a deporre le uova, dopo circa 4-6 settimane, la femmina cerca una zona adatta per scavare un nido, in genere un area di terreno umido vicino all acqua. Le uova vengono emesse a intervalli di 40 secondi. Al termine la femmina ricopre il nido con terriccio e detriti. Le uova sono ovoidali e hanno un guscio flessibile. Durante l incubazione assorbono acqua, e diventano più grandi e più rigide. 6

7 In un anno vengono deposte fino a tre covate. Il numero di uova deposto per covata va da 4 a 23, a seconda delle dimensioni della femmina. Le uova impiegano 2-3 mesi per schiudere, e a volte la schiusa avviene dopo l inverno. I piccoli alla nascita misurano 2-3,5 cm, e alla fine della prima stagione di crescita raggiungono le dimensioni di 3,5-5,5 cm. RAPPORTI CON L AMBIENTE E CON L UOMO - Minaccia alla biodiversità - Nel Sud Europa (Italia compresa), la tartaruga dalle orecchie rosse lotta per la sopravvivenza con la "Testuggine palustre europea" (Emys Orbicularis), l'unica testuggine acquatica autoctona in Italia, una specie protetta da una direttiva europea dato che attualmente è in pericolo di estinzione! CURIOSITA - Nei soggetti adulti il riconoscimento del sesso non presenta difficoltà. Le femmine raggiungono una taglia maggiore dei maschi, i quali presentano una coda più lunga e le unghie degli arti anteriori molto lunghe. Nei soggetti giovani il riconoscimento del sesso è molto difficile. Il sesso delle tartarughe è legato alla temperatura di incubazione delle uova. Se le uova vengono incubate al di sotto dei 27 C nascono solo maschi (tempo di incubazione giorni), sopra i 30 C nascono femmine (tempo di incubazione giorni). A temperature intermedie nascono maschi e femmine in proporzione variabile. In commercio si trovano quasi tutti soggetti di sesso femminile. Infatti negli allevamenti, per accelerare la schiusa, vengono utilizzate temperature di incubazione delle uova superiori a 30 C. AVETE UNA TARTARUGA DALLE ORECCHIE ROSSE IN CASA? - I soggetti importati prima dell entrata in vigore del regolamento dell Unione Europea n.2473/98 che ne vieta l importazione sono di libera detenzione. Chi ha nascite di queste tartarughe è tenuto alla compilazione del Registro di detenzione (Decreto ministeriale del ), ma solo se intende cederle. In ogni caso è necessario denunciare le nascite al Corpo Forestale dello Stato. È VIETATO ABBANDONARE LE TARTARUGHE NEI PARCHI, LAGHI, ECC:; PER INFORMAZIONI CONTATTARE IL CENTRO SOCCORSO ANIMALI IL PETTIROSSO DI MODENA (TEL , ). IL GAMBERO ROSSO DELLA LOUISIANA Procambarus clarkii ORIGINE E DIFFUSIONE - Anche se non ci sono certezze, si può ipotizzare il suo trasporto attivo verso l Europa agli inizi degli anni 70. In Italia fece la sua comparsa inizialmente nella provincia di Torino, probabilmente fuggito da un allevamento intensivo sperimentale che allevava questi gamberi per scopi alimentari. CARATTERISTICHE DISTINTIVE I cosiddetti gamberi d acqua dolce sono, in generale, compresi in alcune famiglie incluse tra i Crostacei Decapodi Macruri (= dalla grande coda); nello stesso raggruppamento dei Macruri compaiono anche le note aragoste, gli astici, le cicale e gli scampi, che popolano le acque marine. Crostaceo dalla livrea di un rosso inconfondibile e di grandi dimensioni, ha un aspetto robusto, con addome simmetrico ripiegato su se stesso in fase di riposo; le prime paia di zampe possiedono chele. Buoni camminatori, sono anche in grado di effettuare repentini spostamenti all indietro flettendo l addome e l ampio ventaglio caudale. HABITAT - Pur essendo originario di regioni tropicali, la sua diffusione incontrollata è il risultato di una adattabilità oltre ogni aspettativa. Perfettamente acclimatato in ogni tipo di ambiente acquatico naturale o artificiale (stagni, laghetti di cava, fossati, canali, torrenti), è in grado di tollerare le condizioni ambientali più difficili e diversificate come ad esempio: - acque decisamente scadenti e inquinate; - quasi totale prosciugamento dei corpi idrici, evento che supera esponendo le branchie all aria e sfruttando l ossigeno atmosferico; - notevoli variazioni di salinità; - temperature inferiori allo 0 C, cui fa fronte interrandosi sul fondo. 7

8 ALIMENTAZIONE E ABITUDINI E onnivoro; ha un regime alimentare molto vario e si ciba sia di resti animali che di detriti vegetali. Questo cambaride ha inoltre spiccate abitudini fossorie legate alle condizioni idriche. In periodi di magra, infatti, scava negli argini lunghe gallerie che possono oltrepassare il metro, provocando la destabilizzazione dei manufatti approntati dall uomo. RIPRODUZIONE È caratterizzato da un elevata velocità di accrescimento che lo porta a raggiungere la taglia massima di 15 cm con un peso di circa 1 etto, ma soprattutto da un forte tasso riproduttivo: una femmina può riprodursi anche 2 volte all anno dando alla luce fino a 700 larve che saranno pronte a riprodursi a loro volta 6-7 mesi più tardi. RAPPORTI CON L AMBIENTE E CON L UOMO - L avventata introduzione di queste specie nel nostro paese ha portato con sé più danni all ambiente e all uomo che non benefici. Questa specie è infatti responsabile di: - pesanti fenomeni di predazione e competizione con organismi autoctoni come il gambero di fiume (Austropotamobius pallipes); - sensibili modificazioni degli ambienti acquatici e delle catene alimentari; - introduzione di parassiti ed agenti patogeni (la peste del gambero); - stabilità idrogeologica e danni economici (una caratteristica di questa specie è infatti l abitudine di scavare gallerie nei fondali e negli argini che delimitano gli ambienti acquatici in cui vive; l intensa attività di scavo ha talvolta causato dispersioni idriche nei fossati e parziali crolli delle sponde). CURIOSITA Pesca miracolosa: anche chi non è mai andato a pesca riuscirà facilmente a catturare i gamberi. Basta una semplice attrezzatura, canna da pesca e guadino, e qualche pezzo di carne (es. fegato) come esca. Calata la lenza in uno dei tanti canali di bonifica del nostro territorio basterà attendere pochi minuti e il miracolo sarà sotto i vostri occhi: uno, due, tre, quattro gamberi rossi si precipiteranno con le loro chele sulla vostra esca e non la lasceranno nemmeno una volta estratti dall acqua. Il bottino è assicurato, la cena pure! Gamberi rossi a tavola: mangiare il gambero della Louisiana è certamente un esperienza da provare. Si tratta di un crostaceo dal gusto delicato anche se la percentuale di parte commestibile rispetto ad altri organismi acquatici simili, è certamente inferiore. C è chi lo propone come antipasto, chi nella zuppa di pesce, fatto sta che la quantità e la qualità di proteina che il P. clarkii può fornirci è significativamente superiore a quella messa a disposizione da altri crostacei ritenuti universalmente molto più nobili e pregiati. LA RANA TORO Rana catesbeiana ORIGINE E DIFFUSIONE La rana toro è originaria dell America settentrionale, a est delle Montagne Rocciose; importata in Europa probabilmente già nel secolo scorso, venne introdotta intorno al 1935 in alcune località della Pianura Padana, e in particolare nel mantovano, da dove, in seguito ad acclimatazione, si diffuse nelle regioni vicine. Attualmente è naturalizzata in Lombardia, Veneto, Emilia (ove è nota in pianura, in diverse stazioni delle province di Ferrara, Modena, Bologna e Piacenza), Toscana e Lazio. CARATTERISTICHE DISTINTIVE - La rana toro, appartiene all ordine Anura (anfibi senza coda ) in particolare alla famiglia delle Ranidae. Grande e massiccia (supera i 20 cm di lunghezza e i 1500 g di peso), si distingue dalle altre specie per le notevoli dimensioni del timpano grande quanto l occhio 8

9 nelle femmine e ancor più nei maschi. Colorazione dorsale verdastra, con macchie scure, ventre biancastro. La larva può raggiungere i 15 cm di lunghezza e presenta un colore di fondo olivastro con macchiettatura nera. HABITAT - Frequenta ambienti umidi con presenza di acqua tutto l anno come laghi, paludi, fiumi situati in zone boschive boschi, ma anche in prossimità di prati o di aree antropizzate. ALIMENTAZIONE E ABITUDINI - E molto vorace e si alimenta con qualunque animale che riesce catturare: artropodi, altre rane, serpenti ed anche piccoli mammiferi ed uccelli. E attiva di notte e non si allontana mai molto dall acqua. Gli adulti tendono ad essere solitari, i maschi in periodo riproduttivo emettono un caratteristico richiamo profondo (simile al muggito di un toro) e difendono aggressivamente il territorio dove attirano le femmine. RIPRODUZIONE - Le uova, deposte in estate, vengono prodotte in gran numero (fino a 2000 per ogni femmina), e formano un ampia massa gelatinosa; lo sviluppo larvale è assai prolungato: le larve, di notevoli dimensioni, passano l inverno in ibernazione e completano la metamorfosi l estate successiva alla nascita; a volte capita che la metamorfosi si compia anche dopo due o tre anni. RAPPORTI CON L AMBIENTE E CON L UOMO - Minaccia alla biodiversità - La rana toro tende a colonizzare bacini artificiali e stagni e può dare problemi di competizione con altri anfibi autoctoni, come la Rana verde, e fenomeni di predazione su anfibi e serpenti del genere Natrix, pulcini di folaga e di anatre. FAUNA NATURALIZZATA IL PESCE GATTO Ictalurus melas ORIGINE E DIFFUSIONE - Specie originaria dell America settentrionale (Usa e Canada), fu importata in Italia all inizio del secolo. In Emilia Romagna, il pesce gatto viene intensamente allevato per scopi alimentari. Nelle province di Modena e Reggio Emilia, lo si trova spesso nei canali di bonifica della bassa pianura, che vengono continuamente ripopolati da esemplari che sfuggono agli allevamenti. CARATTERISTICHE DISTINTIVE - Pesce della famiglia degli Ictaluridi. Il corpo è tozzo, privo di squame. La testa è grossa e appiattita con occhi piccoli e sporgenti. L ampia bocca è circondata da 8 lunghi barbigli. E una specie molto resistente, sopravvive egregiamente in acque asfittiche (in carenza di ossigeno) e, infossandosi nella melma, sopporta bene anche periodi di siccità. RAPPORTI CON L AMBIENTE E CON L UOMO - In condizioni ambientali favorevoli si moltiplica rapidamente ed essendo molto vorace sottrae nutrimento e distrugge le altre specie, divenendo ben presto la specie dominante; in condizioni ambientali meno favorevoli tende invece ad occupare una propria nicchia ecologica e interferisce ben poco con la restante fauna ittica. CURIOSITA - I nomi dialettali usati per il pesce gatto sono: pés gat e bucacia. IL CARASSIO Carassius carassius ORIGINE E DIFFUSIONE - Probabilmente di origine asiatica (forse proviene dalla Cina), il carassio nel passato fu introdotto a più riprese in varie regioni europee. In Italia è distribuito irregolarmente, ma ha una presenza abbastanza uniforme nei corsi d acqua della Pianura Padana dove è molto comune e dove spesso è la specie dominante (canali di bonifica). Nel modenese è abbondante nel tratto di pianura dei fiumi Panaro (fino a Spilamberto) e Secchia (fino all altezza di Castellarano). 9

10 CARATTERISTICHE DISTINTIVE - Appartiene alla famiglia dei Ciprinidi. Anche se di dimensioni notevolmente inferiori (un carassio adulto può raggiungere al massimo i cm di lunghezza e i 3 kg di peso), è molto simile per aspetto e abitudini alla Carpa. CURIOSITA - Il nome dialettale del carassio è: bastérd e rugòn. Affine al carassio, e difficilmente distinguibile a prima vista, è il carassio dorato. Questo non è altro che la forma selvatica del comune pesce rosso (nome dialettale péss ròss), una delle tante varietà del carassio dorato selezionate a scopo ornamentale, molte delle quali furono importate in passato in Europa dall oriente. Nei nostri fiumi ha la stessa distribuzione del carassio comune; i maschi di questa specie, però, sono molto rari o mancano del tutto, per cui le femmine lasciano che le loro uova vengano fecondate dal carassio comune o dalla carpa. PERSICO TROTA Micropterus salmoides ORIGINE E DIFFUSIONE - Originario del Nord America; in Italia, le prime introduzioni risalgono alla fine del 1800, da allora si è ampiamente diffuso nel bacino del Po. Nella Pianura Modenese e Reggiana, la sua presenza è limitata ai pochi ambienti adatti alla sua biologia. Si rinviene talvolta anche nel medio corso dei fiumi Panaro e Secchia, all altezza cioè delle casse d espansione, dalle quali numerosi esemplari sfuggono stagionalmente ed entrano nei fiumi. CARATTERISTICHE DISTINTIVE - Il persico trota appartiene alla famiglia dei Centrarchidi. E un vorace predatore di pesci e anfibi ma solo in rari casi, quando l ambiente gli è particolarmente favorevole, può divenire così numeroso da distruggere la fauna ittica presente. In genere, il persico trota riesce ad integrarsi perfettamente con la fauna locale, occupando una propria nicchia ecologica. CURIOSITA - È noto con il nome dialettale di branzino branzèin o di boccalone; in America è noto invece con il nome di black bass. IL PERSICO SOLE Lepomis gibbosus ORIGINE E DIFFUSIONE - Specie di origine nordamericana, introdotta in Italia da quasi 100 anni, ha rapidamente colonizzato gli ambienti idonei delle zone di pianura. Ambienti di elezione sono i laghi e gli stagni e, più in generale, le acque stagnanti o a lento corso, limpide e ricche di vegetazione. Il persico sole è comune nelle acque del Po e nei tratti terminali dei suoi affluenti (anche del Secchia e del Panaro) dove la corrente è più lenta, e nei canali di bonifica. 10

11 CARATTERISTICHE DISTINTIVE - Come il persico trota appartiene alla famiglia dei Centrarchidi. E inconfondibile per la forma del corpo discoidale e per la vivace colorazione tipica dei maschi. E un attivo predatore di larve di insetti, crostacei, molluschi e uova ed avannotti di altre specie di pesci. Dove il cibo è abbondante e l ambiente idoneo, può moltiplicarsi a tal punto da risultare dannoso per la fauna ittica autoctona. CURIOSITA - Il nome dialettale del persico sole è pesce orologio (pèss arloi). LA GAMBUSIA Gambusia affinis ORIGINE E DIFFUSIONE - La specie è originaria delle regioni sud-orientali dell America settentrionale. In Italia fu introdotta nel 1922, dapprima nell Agro Pontino e quindi nelle altre regioni, come forma di lotta biologica contro la malaria, per la grande voracità manifestata dalla gambusia per le uova di zanzara. E comune nelle acque dolci e salmastre delle zone costiere, e se le condizioni climatiche invernali non sono troppo rigide, anche nelle acque interne. quasi esclusivamente i canali di bonifica. CARATTERISTICHE DISTINTIVE - Appartiene alla famiglia dei Gelicidi ed è la più piccola tra le specie ittiche delle nostre acque dolci: le femmine raggiungono al massimo 5-6 cm di lunghezza, mentre i maschi non superano i 3 cm. CURIOSITA - Il nome dialettale della gambusia è panzòun. LA CARPA Cyprinus carpio ORIGINE E DIFFUSIONE - La carpa, che è originaria dell Asia e forse dell Europa orientale, fu introdotta in Europa occidentale dai Romani per la sua rusticità e per la facilità con cui si riproduce. L allevamento della ebbe grande sviluppo tra il 1400 e il 1600, ed essa è tuttora, insieme alla trota, una delle specie più sfruttate per l acquacoltura. Nella provincia modenese, la carpa è abbondante nel tratto di pianura del Panaro fino a Bomporto, poi diviene più rara a causa dell inquinamento delle acque. Nel Secchia, a causa del regime torrentizio, la presenza della carpa è scarsa. La carpa è invece assai diffusa nei canali di bonifica della pianura, ambienti ricchissimi dal punto di vista trofico (del nutrimento). CARATTERISTICHE DISTINTIVE - Fra le specie di Ciprinidi delle acque dolci italiane, la carpa è quella che raggiunge le maggiori dimensioni, superando talora anche 1 metro di lunghezza e 20 kg di peso. Particolare della arpa è la presenza sul labbro superiore di 4 barbigli (due lunghi e due corti). La vive solitamente nelle pozze erbose a fondo fangoso, nei laghi e nei fiumi a corso lento. È una specie estremamente tollerante e resistente. CURIOSITA - I nomi dialettali della carpa sono gobbo (gob), e chèrpa. 11

12 L ISTRICE Hystrix cristata ORIGINE E DIFFUSIONE - In origine questa specie era distribuita solo in Africa (dal Marocco all Egitto, dal Senegal all Etiopia ed alla Tanzania settentrionale) e fu introdotta dai Romani in Italia. In Italia l istrice è presente nelle regioni centromeridionali, tra cui la Sicilia, è abbondante soprattutto sul versante tirrenico e si sta espandendo verso nord e verso ovest. In Emilia Romagna dal 1919 al 1970 si ha notizia di sole 4 catture, probabilmente di animali erratici. In seguito la specie ha espanso il suo areale ed ha colonizzato stabilmente la collina forlivese, ravennate, bolognese, modenese, con segnalazioni più frequenti anche nella zona costiera. CARATTERISTICHE DISTINTIVE L istrice è un Mammifero Roditore. Appartiene alla famiglia degli Istricidi. La sua caratteristica predominante è rappresentata dagli aculei che ricoprono la parte superiore e posteriore del dorso, lunghi dai 3 ai 30 cm, di colore nerastro corneo con la terminazione bianca e con strie biancastre; gli aculei della coda sono cavi e capaci di produrre un caratteristico tintinnio. Soggetto a muta, l istrice rivela la sua presenza sul territorio grazie al ritrovamento degli aculei. Ha scarse possibilità di essere predato. Quando si sente minacciato assume un atteggiamento tipico: erige gli aculei e vibra la coda in atteggiamento di difesa, sfregando gli artigli contro l ostacolo più vicino. CURIOSITA - L istrice è una specie protetta ai sensi della L.11/02/1992, n.157, in quanto considerata non cacciabile. Rigorosamente protetta dalla Convenzione di Berna (L.5/8/1981, n.503, in vigore per l Italia dal 1/6/1982). IL DAINO Dama dama ORIGINE E DIFFUSIONE - Originariamente il daino era presente in Turchia, successivamente, grazie alle continue introduzioni si è diffuso in molti paesi europei. In Italia il daino, alla fine della seconda guerra mondiale, era limitato alle antiche tenute di caccia, oggi invece sono presenti numerose popolazioni, concentrate soprattutto in Toscana e nell Appennino settentrionale. In Emilia Romagna l areale del daino si presenta assai frammentato, la continuità maggiore si riscontra tra il Bolognese e il Modenese. CARATTERISTICHE DISTINTIVE - Il daino è un Ungulato, appartiene all ordine degli Artiodattili e alla famiglia dei Cervidi. Ha dimensioni intermedie tra il cervo e il capriolo; il maschio può raggiungere un altezza al garrese, ovvero alla spalla, di 80 cm, e può pesare sino a 100 kg (la femmina è più bassa e più leggera e pesa al massimo circa 60 kg). Il carattere che permette di distinguere il daino dal cervo è sicuramente il mantello che, nella maggior parte dei casi è pomellato (marrone con macchie chiare laterali). I maschi hanno il palco (corna palmate e non ramificate come quello dei cervi) ed ogni anno, in primavera, lo perdono per riformarne subito uno nuovo più grande e maestoso da utilizzare nella stagione degli amori (autunno). E un erbivoro ruminante. I predatori principali del daino sono la lince e il lupo, qualora siano presenti e la volpe, soprattutto per gli esemplari più giovani. 12

13 RAPPORTI CON L AMBIENTE CON L UOMO - Il daino può rivelarsi competitivamente superiore agli altri cervidi, data anche la sua elevata adattabilità. Ciò lo rende spesso, in quanto alloctono, una presenza indesiderabile. Il daino è uno degli ungulati meno sensibili al disturbo causato dalle attività dell uomo ed è in genere quello più facilmente avvistabile. I danni e le interazioni con le attività economiche causati dal daino sono talvolta abbastanza rilevanti: il pascolo nei prati da sfalcio e nelle coltivazioni di erba medica e cereali, la brucatura di apici fogliari di frutteti e vigneti, la rottura dei rami delle viti in seguito alla trazione esercitata durante l alimentazione. LA MARMOTTA Marmota marmotta ORIGINE E DIFFUSIONE - Originaria delle Alpi e dei Monti Tatra, la marmotta è stata introdotta nei Pirenei e nell'appennino Settentrionale. Il piú antico insediamento appenninico risale al secondo dopoguerra e si trova sul Monte Cimone; altre colonie di marmotte sono presenti sul Monte Giovo e sul Monte Cimoncino. CARATTERISTICHE DISTINTIVE - La marmotta è un mammifero roditore della famiglia degli Sciuridi (è parente stretta dello scoiattolo). Vive in alta montagna, oltre i 1000 m di altitudine fino ai limiti delle nevi persistenti; preferisce pendii ripidi e soleggiati, privi di vegetazione arborea, zone rocciose, praterie alpine. In piena estate, nelle pietraie e nelle praterie d'altitudine, é facile sentire il grido fischiante di qualche marmotta allarmata; con piú fortuna si puó avvistare qualche esemplare "spanciato" su una roccia in un bagno di sole, o ritto davanti all'imboccatura della tana in attenta osservazione. Vive in colonie: il comportamento gregario ha significato di difesa sociale dai predatori che sono rappresentati da Volpe, Mustelidi (Faina, Donnole) ed Aquila reale. PROTEZIONE ESISTENTE - Con l'entrata in vigore della L.27/12/1977, n.968, la Marmotta è soggetta ad un regime di protezione totale, confermato dalla L.n.157/92. Specie protetta dalla Convenzione di Berna (L.5/8/1981, n. 503, in vigore per l'italia dal 1/6/1982). IL FAGIANO Phasianus colchicus ORIGINE E DIFFUSIONE - E originario dell Asia dove vive in foreste rade e praterie. Portato in Europa per scopi venatori probabilmente già nel Medioevo, oggi è presente anche nell America Settentrionale, Hawaii e Nuova Zelanda. In Italia è molto comune; nella nostra provincia è riscontrabile un po ovunque, anche se privilegia le aree coltivate con facile accesso all acqua. CARATTERISTICHE DISTINTIVE - Questo Galliforme è caratterizzato da una coda molto lunga in entrambi i sessi, anche se nel maschio è molto più appariscente. Anche il piumaggio è vivacemente colorato nel maschio. La colorata livrea svolge un duplice ruolo: di attrazione sessuale verso la femmina e di aggressione nei confronti di altri maschi che sono allontanati dal territorio e dalle femmine. Gli ormoni femminili, invece inibiscono il piumaggio multicolore così da assicurare un mimetismo alla femmina e alla covata. 13

14 FAUNA ESOTICA DOMESTICA IL CAMALEONTE ORIGINE E DIFFUSIONE - La maggior parte delle specie di camaleonti si trovano in Africa (due terzi nel solo Madagascar) e in altre regioni tropicali, sebbene vi siano camaleonti anche in alcune zone dell'europa meridionale, nello Sri Lanka, in India e Asia Minore. CARATTERISTICHE DISTINTIVE - I camaleonti sono di dimensioni molto variabili; si va dai 60 cm circa a meno di 10 cm delle specie più piccole. Molte specie hanno la testa "decorata" da protuberanze nasali, rostri, corna, o creste; queste decorazioni sono in genere più evidenti nei maschi. I principali elementi morfologici che accomunano tutte le specie di camaleonti sono la struttura delle zampe, gli occhi, la mancanza di orecchie, e la lingua. Le zampe dei camaleonti hanno due dita principali, ciascuna delle quali presenta due o tre artigli. Le dita servono al camaleonte come una tenaglia per afferrarsi saldamente ai rami. Le zampe anteriori presentano due artigli sul dito esterno e tre su quello interno; nelle zampe posteriori questi numeri sono invertiti. Gli occhi dei camaleonti rappresentano un caso unico nel mondo animale. Possono ruotare e mettere a fuoco indipendentemente l'uno dall'altro; senza spostarsi, il camaleonte è in grado di osservare l'ambiente circostante a 360. Quando punta una preda, il camaleonte rivolge verso di essa entrambi gli occhi, recuperando la visione stereoscopica e quindi la percezione della profondità. Come i serpenti, non hanno orecchie e pare siano sordi (o per lo meno, incapaci di udire suoni trasportati dalle vibrazioni dell'aria). Alcune specie risulta che comunichino attraverso vibrazioni nei rami. I camaleonti hanno la lingua incredibilmente lunga (talvolta più lunga del loro stesso corpo), e sono in grado di estrofletterla molto velocemente. La loro lingua termina con una pallina di muscolo appiccicosa, che serve per catturare gli insetti; non appena la preda viene colpita, la lingua viene ritratta velocemente e l'insetto viene rapidamente masticato dai forti denti. Si nutrono generalmente di insetti, soprattutto locuste, mantidi e grilli, ma le specie più grandi arrivano a nutrirsi di piccoli uccelli. Contrariamente a un'opinione diffusa, la maggior parte dei camaleonti non mangia le mosche. Alcune specie di camaleonti possono mutare il colore della pelle. Il colore assunto da un camaleonte dipende da numerosi fattori, non tutti legati al mimetismo; per esempio, alcune colorazioni rivelano determinate condizioni fisiche o fisiologiche o stati emozionali, come paura, o sono usate nei combattimenti come forma di minaccia nei confronti dell'avversario. Anche la temperatura e le condizioni di luce influiscono sulla loro colorazione. HABITAT - I camaleonti sono specie principalmente arboree ma possono anche vivere nei cespugli o (per le specie più piccole) nell'erba. Diverse specie di camaleonti si sono adattate a diversi habitat, dalla foresta pluviale e tropicale alla savana fino alle zone semi-desertiche e steppose. ALLEVAMENTO - Il camaleonte è un rettile piuttosto difficile da allevare e molto esigente dal punto di vista alimentare; alcune specie si adattano con relativa facilità a vivere in un terrario, adeguatamente curato e possono vivere anche 7/8 anni, altre sono così delicate da riuscire a "sopravvivere" in cattività pochi mesi o addirittura poche settimane. Per questi motivi il suo allevamento è consigliabile solo ad esperti. Molto importante è la presenza, all interno del terrario, di alcuni rami di una o più piante non tossiche dato che alcune specie a volte ne mangiano le foglie. Ottime sono il Pothos o il ficus Benjamino. Di primaria importanza è la costante pulizia del terrario. E necessario evitare l accumulo di escrementi e di insetti morti che potrebbero causare l insorgere di muffe e batteri. E bene evitare l utilizzo di substrati, come si fa per altri rettili, in quanto potrebbero venire ingeriti e provocare blocchi intestinali letali. E indispensabile una buona idratazione. A differenza di molti rettili però, i Camaleonti difficilmente bevono l acqua da una ciotola ma, come in natura, leccano l acqua che gocciola o si deposita sulle 14

15 foglie. Per questo è importante utilizzare uno sgocciolatore come quelli utilizzati per irrigare le piante, o più semplicemente un vasetto con un tubicino. CURIOSITA - Il nome camaleonte viene dal greco e significa "leone di terra" (da chamai e leon). L IGUANA ORIGINE E DIFFUSIONE - In natura è possibile rinvenirle nelle zone delle foreste tropicali caldo umide dell'america Centrale, Meridionale, anche se si stanno diffondendo in alcune zone secche del Messico per via dei disboscamenti. L iguana è sotto la protezione della II appendice della convenzione di Washington, per questo deve essere sempre accompagnata dal certificato CITES. CARATTERISTICHE DISTINTIVE - L iguana è un rettile. Il colore di fondo più comune é il verde brillante attraversato da strisce trasversali più scure sul corpo e sulla coda che tendono a diventare più scure con l avanzare dell età. La colorazione varia in base all età (è più brillante nei giovani esemplari), alla provenienza geografica (in alcune popolazioni il colore di fondo è arancione o blu-grigio), all umore e lo stato di salute dell animale. La caratteristica che permette la distinzione tra maschi e femmine una volta raggiunta la maturità sessuale è, nei maschi, la presenza di una giogaia molto sviluppata e di pori femorali ben visibili. HABITAT - L iguana è un specie arboricola e in natura tende a vivere nelle vicinanze dei corsi d acqua dove trova rifugio in caso di pericolo; esistono singole popolazioni, di solito di animali più piccoli, che vivono in ambienti più secchi. ALLEVAMENTO - Le iguana vivono prevalentemente tutta la vita sopra dei grandi alberi e quando scendono al suolo lo fanno per deporre le uova, accoppiarsi o semplicemente per spostarsi in un altra zona. La loro dieta è strettamente erbivora, anche se a volte si nutrono di insetti. Trascorrono la maggior parte della giornata al sole o comunque in un posto caldo per favorire la digestione. La notte la passano in un rifugio-tana, sperando di non essere svegliate da qualche predatore. Al momento dell'acquisto è necessario porre attenzione alla provenienza dell'iguana (farm, cattura, cattività). Le farm sono dei grandi capannoni dove vengono portate le uova, trovate deposte nelle foreste, e una volta schiuse vengono spedite nei vari paesi europei. Di cattura, come dice il nome stesso, vengono catturate nel luogo d'origine per poi venire spedite. E consigliabile acquistare un esemplare nato in cattività. Le iguane provenienti da farm o di cattura, oltre al fatto morale di portare via un animale dal suo habitat naturale e di privare la natura di nuove generazioni, sono da evitare in quanto non sempre godono di buona salute. Non è raro trovare animali di cattura o di farm con parassiti interni (endoparassiti) oppure molto aggressive che, nel peggior dei casi, smettono di alimentarsi. L'aggressività nelle iguana non è da sottovalutare, specialmente negli esemplari maschi. Le iguana infatti usano come mezzo di attacco o di difesa la loro lunga coda e se costrette mordono. Il terrario, meglio se in legno marino trattato con del flatting, è molto importante in quanto deve cercare di ricreare il loro habitat naturale. Le dimensioni minime per un solo esemplare adulto saranno 2,50 metri di lunghezza x 2,50 metri di altezza x 1,50 metri di profondità. Le iguana sono animali che hanno capacità di termoregolazione, di conseguenza si dovranno creare delle zone più calde e delle zone più fredde. Per creare queste zone è sufficiente mettere degli spot (semplicissime lampadine) di wattaggi adeguati. Da evitare assolutamente sono le rocce riscaldanti in quanto le Iguana sono abituate a ricevere il calore dall'alto verso il basso, non il contrario. Obbligatorio per la salute dell'animale è l'uso di neon UVB-UVA. I raggi che questi neon emettono permettono all'animale di assimilare e fissare la D3, speciale vitamina utile per fissare il calcio nelle ossa e quindi 15

16 per una corretta crescita. Sia gli spot che il neon all'interno del terrario devono venire schermati con della rete (mai vetro o plexygass), per evitare contatti con l'ospite in modo da evitare sgradevoli bruciature. La temperatura diurna nella zona calda deve essere intorno ai 30 C mentre in quella fredda intorno ai 25 C; di notte quando si spegneranno le luci e rimarrà solamente lo spot notturno si deve fare attenzione che la temperatura non scenda sotto i 20 C. L'umidità, che deve essere costante e intorno all 80%, è un fattore molto importante nel momento della muta, ovvero quando il rettile rinnova lo strato di pelle. Ultimo ritocco da fare al terrario prima dell'allestimento, sono i fori per il riciclo dell'aria. Questi fori devono essere sfalsati, cioè, da un lato devono essere bassi, mentre nel lato opposto fatti nella parte alta. Un piccolo trucco per vedere se l'areazione va bene è quello di controllare se sul vetro del terrario si crea la classica condensa; ciò non deve avvenire neanche con margini di umidità elevati. Per quanto riguarda il substrato sono sconsigliati sabbia, ghiaia e cortecce perché se ingerite possono causare blocco intestinale; i pellettati per conigli possono ammuffire velocemente per l'alta umidita'. Sono quindi consigliati i tappetini sintetici (da cambiare o lavare spesso) o la carta da giornali. PICCOLI RODITORI In questa sezione parleremo dei piccoli roditori più diffusi nelle case come animali da compagnia. I roditori sono mammiferi e quindi allattano i piccoli e li seguono fino allo svezzamento. Sono caratterizzati dall essere molto diffusi e prolifici, tanto che ne esistono più di 700 specie raggruppate in 351 generi e 32 famiglie tra cui sono comprese topi, criceti, cavie, castori e scoiattoli. Tra le loro prerogative troviamo la continua crescita degli incisivi e la frequente abitudine di rosicchiare, il letargo parziale o totale nei mesi freddi, i reni strutturati in modo da risparmiare acqua e l attitudine alla coprofagia (ingestione delle feci). IL CINCILLA' ORIGINE E DIFFUSIONE - E' originario delle montagne delle Ande (Perù, Cile e Argentina), in zone comprese tra i 3000 e i 5000 metri. CARATTERISTICHE DISTINTIVE - E un Roditore dei Sottordine lstricomorfi (come la cavia) e della Famiglia dei Cincillidi. Tempo addietro lo si allevava per la sua morbidissima pelliccia, ora è una specie protetta allo stato selvatico e si possono possedere solo esemplari nati in cattività. L'adulto pesa circa grammi con la femmina leggermente più grande del maschio. Generalmente il colore è grigio, ma esistono molte varietà, tra cui nero e bianco. Allo stato naturale i cincillà sono notturni, ma hanno dei periodi di attività diurna. Sono molto socievoli, docili e piuttosto timidi. Sono caratterizzati dal non andare in letargo e dall essere piuttosto longevi: la vita media è di 15 anni, ma possono arrivare a 20; in casi eccezionali addirittura a 35. La femmina raggiunge la maturità sessuale tra i 3 e i 5 mesi e la gestazione dura giorni. Il numero medio di piccoli è di 2, con un range che varia da 1 a 5. I piccoli, come nel caso delle cavie, sono precoci: nascono come copie in miniatura degli adulti, ricoperti di pelliccia e con gli occhi aperti, in grado di camminare. HABITAT - Il cincillà, considerata la sua provenienza, è adattato ad un clima freddo e asciutto. ALLEVAMENTO - I cincillà sono animali molto agili e attivi, in grado di spiccare grandi salti, quindi richiedono gabbie molto spaziose che dovranno essere di metallo, perché i cincillà amano rosicchiare. Il pavimento può essere costituito da rete metallica o essere solido, ricoperto da giornali, trucioli o altro, ma è indispensabile la presenza di una ruota di dimensioni adeguate, per permettere all'animale di fare esercizio e di un po di rametti o una pietra pomice o dei blocchetti di minerali, da rosicchiare per favorire il consumo degli incisivi. Deve essere disponibile acqua fresca e pulita, fornita con un abbeveratoio a goccia. I cincillà sono vegetariani; richiedono elevati livelli di fibra e bassi livelli di grassi. L'alimentazione di base è costituita da fieno (preferibilmente di erba medica). Come il coniglio e la cavia, il loro sistema digestivo è molto delicato e sopporta male i 16

17 cambi bruschi di alimentazione o gli alimenti inadatti (soprattutto grassi). Qualunque cambio di alimentazione deve essere molto graduale. IL PORCELLINO D INDIA ORIGINE E DIFFUSIONE - La cavia è originaria dell'america meridionale, in particolare della regione delle Ande. CARATTERISTICHE DISTINTIVE - Il porcellino d India, chiamato anche cavia, è caratterizzato da un corpo tozzo i cui colori fondamentali sono nero, bianco e marrone, arti corti e coda assente. I denti, come in tutti i roditori, sono a crescita continua. La vita media è di 3-4 anni, anche se possono raramente arrivare a 7-8 anni. La gravidanza dura mediamente 63 giorni. Il numero medio di piccoli è tre (ma può andare da 1 a 6). I piccoli sono molto precoci. Infatti, nascono coperti di pelo, con gli occhi aperti e camminano; iniziano a mangiare cibo solido entro pochi giorni. E' un animale gregario e crepuscolare; non scava tane ma cerca rifugio in ripari naturali o in tane abbandonate. E' strettamente erbivoro: in natura si nutre di erbe, radici, frutta e semi. In natura forma dei "branchi" con una rigida struttura gerarchica, in cui un maschio dominante costituisce un harem e non tollera l'attività sessuale di altri maschi. HABITAT - Il suo ambiente naturale è dominato da una vegetazione di erbe alte con un clima è asciutto, semi - arido, stabile tutto l'anno, caratterizzato da giornate temperate e notti fredde. ALLEVAMENTO - La gabbia in cui viene alloggiata la cavia deve essere a prova di denti e di fuga. I materiali consigliati sono acciaio, plastica o plexiglas, mentre il legno non è adatto per motivi igienici. Non devono essere presenti punte o margini taglienti che possano causare ferite. Deve essere collocata in un ambiente tranquillo, non esposto a rumori eccessivi e confusione e riparata dalla esposizione diretta al sole. La lettiera deve essere costituita da materiale non tossico, assorbente e facile da sostituire. I materiali da preferirsi sono carta a pezzetti, fieno o trucioli (purché non di cedro e non trattati con materiali tossici). Le cavie tendono a rovesciare i contenitori dei cibo e dell'acqua o a defecarci dentro. Perciò è indicato utilizzare abbeveratoi a goccia, assicurandosi di frequente che funzionino correttamente e non siano bloccati. Un elemento essenziale dell'arredo è costituito da una casetta che funga da tana, in cui la cavia, animale molto timido, possa rifugiarsi se si sente minacciato. La cavia è un erbivoro stretto. E' molto importante evitare cambi bruschi di alimentazione, che possono facilmente causare disturbi intestinali. E' inoltre un animale molto difficile nelle abitudini alimentari: se viene fornito un tipo di alimento che non ha imparato a conoscere da piccolo, lo può rifiutare. Anche un cambiamento dei contenitori dei cibo può causare un rifiuto ad alimentarsi. IL CRICETO ORIGINE E DIFFUSIONE - Il criceto selvatico è originario dell Europa centrale e orientale e dell Asia minore. CARATTERISTICHE DISTINTIVE - Il criceto selvatico, è lungo circa 35 cm (compresi i 5 cm della coda) ed ha un pelo folto e liscio. Vanta una dentatura specializzata che comprende 2 incisivi, molari e premolari in grado di crescere continuamente per tutta la vita. Mancano però i canini. Dietro la bocca sono presenti tasche guanciali utilizzate per immagazzinare cibo. La vista non è molto acuta, ma gli altri sensi la compensano: l olfatto è comunque il senso principale del criceto. Il criceto è una animale notturno: dorme quasi tutto il giorno, svegliandosi ogni tanto per mangiare o per bere, e diventa attivo di notte. Durante la notte il criceto selvatico viaggia alla ricerca di cibo che accumula nelle sue capienti tasche guanciali per trasportarlo alla tana. Il criceto ama la vita solitaria e possiede uno spiccato senso del territorio che marca con i suoi forti odori. Al di fuori del periodo degli accoppiamenti, infatti, ama vivere da solo ed ogni intruso viene scacciato con aggressività. Perfino i cuccioli si allontanano dalla madre a sole 3 settimane di vita, appena 17

18 raggiunto un minimo livello di autosufficienza. Talvolta, grazie alla sua innata aggressività può anche riuscire a sfuggire a qualche predatore ringhiando, digrignando i denti, soffiando e soprattutto gonfiando le sacche guanciali che fanno apparire la testa molto più grande di quanto non lo sia. Il criceto selvatico è onnivoro e si nutre oltre che di semi anche di piante erbacee, radici, frutti spontanei, cereali, insetti, lumache e vermi. All inizio dell inverno il criceto selvatico chiude le entrate delle sue gallerie con della terra e si rifugia nella camera centrale della sua tana dove, allo scendere delle temperature, cade in un letargo discontinuo, svegliandosi ad intervalli regolari ogni 5-7 giorni per mangiare e per fare i propri bisogni. HABITAT - Vive in terreni solidi, asciutti e fertili dove costruisce la sua tana composta da una grande camera centrale imbottita di paglia finissima e da camere più piccole destinate all immagazzinamento del cibo o al deposito degli escrementi. La tana della femmina, diversamente dalla tana del maschio, presenta più aperture per far sì che i piccoli, che giocano in prossimità dell ingresso, possano velocemente trovare rifugio in caso di pericolo. ALLEVAMENTO - La gabbia deve essere sufficientemente spaziosa da permettere una certa attività, a prova di fuga, facile da pulire e priva di punte e margini taglienti. I materiali migliori sono acciaio, plastica dura, plexiglas o vetro, che resistono alla corrosione. E' preferibile un pavimento solido con abbondante lettiera di materiale che non sia tossico e polveroso, quale carta a pezzetti e trucioli. La gabbia va arredata con una ruota e altri oggetti per l'esercizio, ad esempio piccoli tubi orizzontali e verticali posti nella gabbia, attraverso cui i criceti amano molto correre e scatole con diverse aperture attraverso cui possano infilarsi. E' molto importante fornire una casetta che il criceto utilizzerà come nido. Almeno una volta alla settimana si deve procedere ad una pulizia accurata della gabbia e degli elementi di arredo. I contenitori dell'acqua e dei cibo andrebbero puliti e disinfettati tutti i giorni. In cattività i criceti si riproducono tutto l'anno. La gravidanza dura circa 16 giorni nel criceto dorato e 18 in quello russo. Nei giorni precedenti e successivi al parto la femmina non deve essere disturbata, evitando di maneggiarla e di pulire la gabbia. Deve avere a disposizione abbondante materiale per fare il nido (sono consigliati fazzoletti di carta) e una scorta di cibo sufficiente. I piccoli non vanno toccati per i primi 7 giorni di vita. Alla nascita sono completamente inetti, nudi e con gli occhi chiusi, ma presentano già gli incisivi. E' opportuno lasciare a disposizione del cibo sul pavimento della gabbia, in modo che sia facilmente accessibile, ad esempio del pellet inumidito; anche l'acqua deve essere facilmente raggiungibile dai piccoli. I piccoli orfani non hanno possibilità di sopravvivere. IL CONIGLIO NANO ORIGINE E DIFFUSIONE - I conigli nani sono originari dell'europa centrale e meridionale e del Nord Africa. CARATTERISTICHE DISTINTIVE - Il coniglio nano appartiene alla stessa famiglia della lepre. La struttura dei corpo e la taglia variano considerevolmente secondo la razza: si va dalle razze giganti come il gigante fiammingo che può arrivare a 8 kg, al nano olandese che pesa meno di un kg. Le razze riconosciute sono più di 60 e i mantelli e i tipi di pelo comprendono moltissime varietà. La durata della vita è di 5-10 anni, raramente può arrivare fino a 15. I conigli hanno una vista eccellente, con un esteso campo visivo che permette di vedere in tutte le direzioni senza muovere la testa. Le orecchie, essendo molto vascolarizzate, hanno un ruolo importante nella termoregolazione; sono delicate e sensibili e non devono assolutamente essere utilizzate per afferrare il coniglio. I conigli sono animali gregari; vivono in gruppi in tane che scavano nel terreno con le unghie. Generalmente durante il giorno restano nascosti nelle tane ed escono la sera per alimentarsi muovendosi con una serie di salti che eseguono con le lunghe zampe posteriori. I conigli si riproducono molto in fretta, la stagione riproduttiva va da febbraio a settembre e nei climi miti dura tutto l'anno. La maturità sessuale si verifica tra i 4 e i 6 mesi di età ed una coniglia può avere da 4 a 8 cucciolate all'anno, con un numero che va da 3 a 12 piccoli per cucciolata. La gravidanza dura mediamente giorni. I piccoli nascono nudi, ciechi e con le orecchie chiuse. 18

19 Diversi giorni prima del parto, la coniglia inizia a strapparsi il pelo dall'addome e dalla parte ventrale del torace per imbottire il nido; si tratta quindi di un comportamento normale. ALLEVAMENTO - La gabbia deve essere sufficientemente spaziosa, robusta, priva di elementi taglienti e facile da pulire con un altezza tale da permettere al coniglio di alzarsi sugli arti posteriori. Il pavimento deve essere costituito da plexiglas o metallo per prevenire lesioni alle zampe, ricoperto di lettiera (stracci, segatura, paglia o fieno, ma non segatura o i trucioli di cedro). Nel caso la gabbia sia sistemata all'aperto, occorre che sia almeno in parte protetta dalla luce solare diretta per evitare i colpi di calore, cui i conigli sono facilmente soggetti. All'interno della gabbia è necessario sia posta una casetta che funga da tana, in cui il coniglio, animale timido per natura, possa nascondersi quando si sente minacciato. Il resto dell'arredo sarà rappresentato da recipienti per l'acqua e il cibo che non possano essere rovesciati. L'abbeveratoio ideale è quello a goccia, facile da mantenere pulito. La pulizia della gabbia dovrà essere quotidiana, anche se i conigli possono essere facilmente addestrati ad utilizzare una cassetta per i bisogni, come i gatti, il che permette di lasciarli liberi per casa. Mai però senza sorveglianza, in quanto amano rodere e possono non solo rovinare il mobilio ma anche rosicchiare fili elettrici, con immaginabili conseguenze. I conigli sono coprofagi e mangiano direttamente dall'ano un tipo particolare di feci che costituisce un'importante fonte di proteine, vitamine e minerali. IL FURETTO ORIGINE E DIFFUSIONE - Il furetto è diffuso in tutto il mondo ad eccezione dell Australia, delle Isole Oceaniche, del Madagascar e dell Antartide. CARATTERISTICHE DISTINTIVE - Il furetto è un mammifero ed è la forma domestica della puzzola europea. Si tratta di un piccolo animale la cui lunghezza varia dai 50 cm circa nei maschi ai 30 cm circa nelle femmine, dalla forma piuttosto stretta e lunga e in perenne movimento. Il peso oscilla dai 700 gr ai 2 kg nel maschio e dai 600 gr ai 900 gr nelle femmine. Ha una vita media che va dai 5 agli 11 anni. Esistono furetti con mantelli estremamente diversi: oltre al tipo originale giallo-bruno con muso, zampe e coda più scuri, troviamo l albino, il cannella e l argento. Tutta la pelle del furetto è ricoperta da ghiandole odorifiche, soprattutto tra i polpastrelli, responsabili dell emissione di un odore sessuale molto forte che può essere eliminato solo con la castrazione. ALLEVAMENTO - Il furetto è un animale simpaticissimo, socievole e molto giocherellone ma è necessario che venga abituato sin da piccolo al rapporto con l uomo. Si adatta bene anche in presenza di animali quali gatti e cani di piccola taglia; va invece evitato il contatto con roditori, conigli e uccelli in quanto considerati dal furetto come potenziali prede. Il furetto può essere facilmente addestrato, come un gatto, a utilizzare una cassettina per i propri bisogni, ma di solito non sceglie mai un solo punto della casa, bensì 4 o 5; sarà quindi necessario sistemare più cassettine nei luoghi da esso scelti. Può essere liberato in casa, ma prima, considerata la sua indole molto curiosa, bisognerà eliminare ogni più piccola fessura nella quale si può infilare, così come sarà necessario allontanare tutto ciò che può arrecargli danno se ingerito: sostanza tossiche, oggetti di gomma morbida e fili elettrici. Se solo in casa, è consigliabile tenerlo chiuso in gabbia, preferibilmente di acciaio inossidabile e di dimensioni almeno di 1x0,5x0,5 m. Una parte di questa gabbia deve essere chiusa, per formare una tana nella quale il furetto può entrare attraverso un apertura circolare. In generale, i furetti devono mangiare 3 o 4 volte al giorno per un totale di 150 gr. L alimentazione dovrebbe essere costituita soprattutto da carne e fegato freschi anche se, attualmente, in commercio esistono croccantini preconfezionati che andrebbero integrati con i cibi sopra elencati in caso di gravidanza. Si devono evitare dolci, latte in grande quantità, ossa di piccole dimensioni, alimenti ricchi di carboidrati e cibo per cani. Se non si desidera far riprodurre i furetti è consigliabile sottoporli a castrazione per rendere il maschio meno aggressivo e per impedire che la femmina vada incontro ad una grave malattia provocata dal calore prolungato. Essendo i furetti sensibili al virus responsabile del cimurro nel cane, devono essere vaccinati contro tale malattia. 19

20 IL PITONE MOLURO (Pitone delle rocce indiano) Python molurus bivittatus ORIGINE E DIFFUSIONE - Il suo ambiente originario è dato da acquitrini, risaie, rive fluviali, foreste umide, radure e zone coltivate di Pakistan, India, Bangladesh, Nepal, Sri Lanka, Burma, Laos, Vietnam, Tailandia, Malesia, Cambogia, Cina e Indonesia. Sono animali fortemente minacciati a causa della loro pelle, molto richiesta in pelletteria, da un commercio indiscriminato per fornire i collezionisti di animali vivi e dalla progressiva scomparsa dei suo habitat prediletti. Come tutti i Boidi, il Python molurus bivittatus è stato incluso nelle liste CITES (appendice 2) ed in numerose norme nazionali ed internazionali sulle tutela della fauna e sul commercio delle specie selvatiche. CARATTERISTICHE DISTINTIVE - Il Pitone Moluro è uno dei serpenti più grandi al mondo (insieme al Pitone reticolato, all'anaconda verde, al Pitone di Seba e alla Morelia ametista) e può superare l incredibile lunghezza di 5 metri nel caso di femmine, limitandosi a poco meno di 5 metri nel caso dei maschi. Il più grande serpente detenuto in cattività (rettilario "Serpent Safari", situato nell' Illinois "USA") è un Python molurus bivittatus, dal peso di circa 182 kg e della lunghezza di circa 8 m.). La colorazione di fondo è bruno-grigiastra o bruno-giallastra-dorata, a grandi macchie quadrangolari, disposte su tre fasce (una dorsale e due laterali), più scure, di color mattone-rossiccio scuro e bordate da una sottile banda più chiara del colore di fondo. Il capo è caratterizzato da un' unica grande macchia a forma di freccia che nel mezzo è attraversata, per un tratto, da una linea del colore di fondo. Sui lati gli occhi sono attraversati da una fascia di colore scuro che dalle aperture nasali giunge allargandosi alla base della nuca. In natura sono cacciatori crepuscolari o notturni e trascorrono il giorno acciambellati in mezzo ai cespugli o sui rami bassi, prendendo il sole tra la vegetazione. Poi, con il calare delle tenebre, il pitone comincia la sua caccia spostandosi tra la vegetazione in cerca di una preda che viene individuata con l aiuto di speciali organi chiamati fossette termo-recettive capaci di percepire il calore della preda. Una volta individuata, si dirigono su di essa e scattano fulminei, azzannandola con un potente morso e avvolgendola fino a soffocarla nelle proprie spire in pochi attimi. Le prede sono costituite da mammiferi, uccelli, sauri, delle misure adeguate. I giovani possono nutrirsi di topi e giovani ratti, ma ben presto, man mano che cresceranno, si rivolgeranno prima ai ratti giganti e poi alle specie da cortile tipo galline e polli, fino a capre, maiali, ecc. che spesso predano anche fin nei pressi delle abitazioni. La riproduzione in natura avviene, di solito, nei periodi invernali; i maschi sono maturi sessualmente dopo i 3 metri e le femmine sui 4 metri, lunghezza che raggiungono in 3-4 anni. Vengono deposte da 30 a uova, che le femmine coveranno fino alla loro schiusa. La schiusa avviene dopo giorni, i piccoli lunghi 55-60cm sono subito indipendenti ed abbandonati al loro destino. HABITAT - Durante l evoluzione si sono adattati a moltissimi ambienti, come foreste pluviali, margini degli acquitrini e delle zone paludose, le rive fluviali, le foreste umide, le radure, ma non disdegnano sporadiche incursioni nelle fattorie e nelle le zone coltivate. ALLEVAMENTO - Il pitone moluro è un animale che si trova facilmente in commercio, con prezzi abbastanza accessibili, ma è importante ricordare che, oltre ad essere un animale selvatico adattato ad habitat completamente diversi da quelli italiani, si tratta di serpenti che raggiungono dimensioni notevoli e che, in caso di attacco, possono essere molto pericolosi. Non dobbiamo infatti dimenticare che noi siamo mammiferi, con odore da mammifero e quindi rappresentiamo per l ignaro serpente nient altro che una potenziale preda. Prima dell acquisto è quindi necessario tener conto delle sue caratteristiche ed esigenze al fine di non trovarci impreparati e non poter così garantire il benessere del nostro amico. Prima fra tutte, è importante non sottovalutare le notevole dimensioni che questo può raggiungere anche in virtù del fatto che in cattività può vivere più o meno anni. Non bisogna poi 20

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