mezzocielo Malala Yousafzai che i talebani hanno tentato di uccidere perchè promuoveva lo studio per le ragazze

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1 mezzocielo Malala Yousafzai che i talebani hanno tentato di uccidere perchè promuoveva lo studio per le ragazze anno XX - n. 4 - ottobre ,00 sped. in a.p. art. 2 comma 20/c legge 662/96 - Filiale di Palermo Carmela Petrucci uccisa per difendere la sorella Lucia dalle coltellate di un innamorato respinto bimestrale di politica cultura e ambiente pensato e realizzato da donne

2 Il Punto Ilda Boccassini (forse un esempio) Dedico queste righe ad Ilda Boccassini, capo della direzione distrettuale antimafia di Milano, che il 10 ottobre ha ordinato l arresto di un assessore della regione Lombardia per corruzione e voto di scambio con uomini della ndrangheta. Si tratta dell assessore Domenico Zambetti, trovato con le mani nel sacco. In due casi ha dichiarato Ilda Boccassini ci sono riscontri oggettivi dei pagamenti effettuati in cambio di voti ed ha aggiunto: Il pubblico ufficiale corrotto diventa patrimonio e capitale sociale di tutta l organizzazione criminale. Ma non voglio soffermarmi su questo ennesimo caso di infangamento della politica, come troppi altri venuti alla luce in molte regioni d Italia. Voglio soffermarmi su questa limpida e forte figura di donna magistrato. Già nel 1990 aveva denunziato le infiltrazioni mafiose in Lombardia; era poi venuta in Sicilia, prima a Caltanissetta e poi a Palermo, ad affiancare le indagini sulle stragi del 92; quindi era tornata a Milano dove è stata la principale accusatrice delle illegalità di Berlusconi; oggi ritorna meritoriamente alla ribalta con questa clamorosa operazione giudiziaria. Ha un viso aperto e luminoso; un andatura vivace inconfondibile; una signorile riservatezza: un unica intervista in TV, nel 1998, ad Enzo Biagi. Ilda Boccassini è certo una persona eccezionale. Ma vi sono oggi molte donne attive nella vita pubblica. Penso che possiamo prenderne atto con soddisfazione, al di là delle differenze di valutazione nei confronti di ciascuna di loro, perché è stata la nostra forza di donne, per quanto frazionata e intermittente, ad imporre, su questo fronte, un decisivo mutamento nel paese. Ormai in Italia nessun governo oserebbe presentarsi senza un consistente numero di donne ministro. Sta a noi rafforzare un opinione pubblica femminile colta ed energica, che sappia rapportarsi con loro, sostenendole o anche criticandole. Per governare chi governa. Queste donne mandano al macero stereotipate immagini femminili: madri di famiglia, buoniste ed indulgenti, a difesa del nucleo familiare e indifferenti alla collettività. Personalmente ritengo che esse, pur nelle loro differenze, e forse prendendo a modello proprio Ilda Boccassini, si sono rivelate nella loro azione di governo rigorose, ferme, severe, attente al bene comune. Donne che, come è stato osservato, vogliono restare donne, ma non vogliono essere come normalmente ci si aspetta che debbano essere. Simona Mafai mezzocielo ottobre 2012

3 Wisława Szymborska Distante dai consueti schemi poetici, la grande scrittrice polacca affronta il tema dell amore con sottigliezza psicologica e drammatica. Una poesia priva di enfasi e romantici rapimenti ma capace di trasmettere dolore e mancanza, assenza e impossibilità. Nessuna comunicazione possibile sulla torre di Babele se non la deriva di sentimenti inascoltati nel vento della separazione dove ciascuno/a parla una lingua prima comunicante poi, improvvisamente, sconosciuta. Un dialogo dove chi chiede non ha risposte e chi ascolta pone altre domande. Una vecchia storia, un incessante domanda d amore sull amore il cui mistero non vogliamo sapere. Francesca Traina Che ora è? Sì, sono felice, e mi manca solo una campanella al collo che su di te tintinni mentre dormi. Non hai sentito il temporale? Il vento ha scosso il muro, la torre ha sbadigliato come un leone, con il portale cigolante sui cardini. Come, ti sei scordato? Avevo un semplice vestito grigio fermato sulla spalla. E subito dopo il cielo si è rotto in cento lampi. Entrare, io? Ma non eri da solo. D un tratto ho visto colori preesistenti alla vista. Peccato che tu non possa promettermi. Hai ragione, doveva essere un sogno. Perché menti, perché mi chiami con il suo nome, la ami ancora? Oh sì, vorrei che restassi con me. Non provo rancore, avrei dovuto immaginarlo. Pensi ancora a lui? Non sto piangendo. E questo è tutto? Nessuno come te. Almeno sei sincera. Sta tranquillo, lascerò la città. Sta tranquilla, me ne andrò via. Hai mani così belle. È una vecchia storia, la lama è penetrata senza toccare l osso. Non c è di che, mio caro, non c è di che. Non so che ora sia e non lo voglio sapere. 1 mezzocielo ottobre 2012

4 Calabria, Titolo testimoni tiolo titolo di titolo giustizia. Hanno perso sogni lavoro e giovinezza persone Alla È un fine volto del rinascimentale 91 la prima quello guerra di in Marisa Iraq sullo Masciari, scenario ma dallo internazionale; sguardo fermo in Italia dei suoi lo squasso intensi occhi dei azzurri partiti, si e ricava il PCI il segno che cambia di una volto, personalità e nome; forte al e comune determinata, di Palermo che si è una costruita democristsullo in anni di sofferenze stile altalenante e di rischi. giunta Incontrare la moglie di Pino Masciari, imprenditore calabrese e coraggioso testimone di giustizia, sentire il racconto degli ultimi quindici anni della loro vita significa ripercorrere un lungo tunnel, fatto di violenze mafiose e minacce di morte, da un lato, e di inadempienze istituzionali, dall altro: un oscuro labirinto in cui ci si perde, si fa fatica a discernere i contorni, a capire dove la disattenzione sfiora la malafede o la connivenza. Era la sera del 17 Ottobre del 1997 quando la scorta prelevò questa giovane donna, suo marito e i loro due bimbi dalla loro abitazione a Serra San Bruno, staccandoli definitivamente da una normale vita borghese, fatta di lavoro e di impegno: lo studio medico di lei, l impresa edile di lui. Per loro era scattato il Programma di protezione previsto per i testimoni di giustizia. Era la logica conseguenza della decisione di Pino di rendere testimonianza all Autorità giudiziaria riguardo alle violenze di cui era stato fatto bersaglio: furti, incendi, estorsioni, minacce. Una vita agiata veniva sacrificata ad un idea alta di giustizia e legalità che non si voleva e non si vuole piegare alla violenza criminale organizzata: una scelta drammatica presa con convinzione di comune accordo. Sono stati anni di trasferimenti da una città all altra, anni di solitudine e di prove durissime, anni di processi, durante i quali Pino si è trovato da solo a testimoniare contro potenti boss fra l ostilità, l indifferenza e la rassegnazione della gente, anche di pezzi dello Stato, ma grazie alla sua ferrea determinazione e la robusta verità sono stati condannati 40 ndranghetisti d alto livello e alcuni esponenti delle istituzioni. Noi siamo stati allontanati per grave ed imminente pericolo di vita dalla nostra terra e dai nostri affetti, gestiti dallo Stato nella privazione dei diritti, perseguiti dalla criminalità organizzata: questo in sintesi la nostra reale condizione. Testimoniare contro diversi esponenti della ndrangheta, contro un regime di Adriana Castellucci controllo terroristico del territorio ha significato per noi perdere tutto, perdere non solo l agiatezza, il benessere, il lavoro e la famiglia. Abbiamo perso la nostra giovinezza. E i nostri figli la serenità fin dalla primissima infanzia. Lo Stato ci deve riconoscere quanto è stato da noi intrapreso con impegno, con amore, con trasparenza. Il nostro è un vero e proprio esilio politico. Così conclude Marisa, a sottolineare la lacerazione e il distacco dalla Calabria, dagli affetti, da quelle radici che sono sostanza dell identità di un essere umano. Solo da poco tempo la famiglia Masciari sta riprendendo una qual forma di normalità, anche se con evidenti limiti. Diverse città italiane come Torino, Bologna, Milano, Verona, Firenze e tante altre ancora hanno voluto dare a Pino la cittadinanza onoraria, molte scuole ed Associazioni come Libera, lo hanno invitato a raccontare la sua vicenda ed il valore della sua scelta di vita fatta con Marisa. Entrambi hanno scritto un libro, Organizzare il coraggio. E la loro vicenda è stata oggetto di articoli, di documentari, anche di una rappresentazione teatrale: Padroni delle nostre vite a cura di Sciara Progetti. In loro difesa tanti giovani, aggregandosi nella condivisione della difesa dei valori di legalità e giustizia, hanno creato l Associazione Amici di Pino Masciari e hanno accompagnato Pino nelle sue ultime trasferte processuali e nei suoi interventi di educazione alla legalità, svolgendo una sorta di ruolo di scorta civile. Una catena umana di solidarietà e di presa in carico che apre nuovi orizzonti di speranza per un esercizio di cittadinanza consapevole e di lotta al crimine organizzato. In questo contesto conclude Marisa ogni giorno l impegno di Pino e mio si trasforma in testimonianza di vita: perché vale la pena di credere nella giustizia e lottare per la verità, la libertà, il senso del dovere e dello Stato. 2 mezzocielovent anni ottobre 2012 persone

5 Rielaborazione di Letizia Battaglia, Mondello Il Comune di Reggio Calabria: sciolto per contiguità mafiosa Ottobre 2012: Un fatto grave, eclatante. A seguito di una relazione voluta dal Ministero degli Interni ed effettuata da una commissione d accesso insediatasi nel Gennaio scorso, Il Ministro Cancellieri ha disposto lo scioglimento del consiglio comunale per la possibilità di rapporti sospetti con le cosche. La commissione ha verificato la possibilità di condizionamenti dell amministrazione comunale, eletta nel 2011, a partire dalle indagini della DDA sulla società partecipata Multiservizi e dall inchiesta che ha portato all arresto del consigliere comunale Plutino. 3 mezzocielovent anni ottobre 2012 persone

6 persone Paradossi Titolo palermitani. tiolo titolo titolo Una piccola imprenditrice alle prese Alla fine del 91 la prima guerra in Iraq sullo scenario internazionale; in Italia lo squasso dei partiti, e il PCI che cambia volto, e nome; al comune di Palermo una giunta democristsullo stile altalenante con tanti misteri intervista di Simona Mafai a Ginni Albegiani Eccola qui davanti, una rappresentante delle famose piccole-medie-imprese (ormai, negli articoli e rapporti economici sintetizzate nella sigla PMI): alta, ardita, occhi neri mai sfuggenti, vestita con eleganza ed una enorme borsa da lavoro-viaggio. Che impresa conduce? Abbigliamento? Gioielli? Prodotti biologici? No. Ginni Albegiani è titolare di un impresa che più maschile non si può: la Tecnoservizi, che fornisce automezzi articolati per la raccolta dei rifiuti ai comuni siciliani, curandone ovviamente anche la manutenzione e il rinnovo. È sempre alle prese con lo spaventoso reticolo delle finanze degli enti locali, il loro disordine, la loro inadeguatezza, ed anche non di rado i loro imbrogli. Con lei vogliamo parlare di uno dei più gravi nodi che soffocano le piccole e medie aziende, e di cui oggi in tempi di austerità ma anche d indispensabile spinta allo sviluppo molto si parla: i mancati pagamenti, da parte delle pubbliche amministrazioni, dei beni e servizi forniti dalle imprese private. Si parla complessivamente di quasi 100 miliardi di euro che se fossero versati favorirebbero una spinta allo sviluppo produttivo ed occupazionale. E allora, cara Ginni, tu che operi a Palermo e provincia, spiegaci un po com è questo ginepraio. Tra le misure per la crescita elaborate dal governo Monti, rese pubbliche a fine agosto, è stata affermata la volontà della Pubblica Amministrazione di saldare tutti i propri debiti nei confronti delle imprese private. Del resto in proposito vi è una specifica direttiva dell Unione europea, che prescrive anche un termine ultimo per il saldo di tutti questi pagamenti (circa 180 miliardi in tutta l Unione). Ma l impegno non è stato seguito da alcuna disposizione operativa. Io sono titolare di una piccola impresa palermitana (Tecnoservizi, manutenzione degli auto compattatori per lo smaltimento dei rifiuti), nonché rappresentante della più grossa società DULEVO (fornitrice degli stessi auto compattatori). La Tecnoservizi ha un credito con le aziende comunali di euro (somma che aumenta man mano che il servizio procede); la DULEVO, un credito di euro circa, che sta causando seri problemi ad una azienda da sempre solidissima. Ci sono a rischio decine di posti di lavoro. Mentre se ci fosse sicurezza dei pagamenti, si potrebbero ammodernare le strutture, acquistare nuovi strumenti, impiegare altra forza lavoro. Infatti il settore della raccolta e smaltimento dei rifiuti non andrebbe considerato come un peso, ma come una fonte di nuova imprenditoria ed altra occupazione (e ciò a livello non solo comunale, ma nazionale e forse mondiale). Si dovrebbe organizzare meglio, con più controlli ed eventuale personale specializzato, la raccolta differenziata in città; si dovrebbero impiantare una serie di piattaforme ecologiche, sulle quali far confluire i diversi tipi di rifiuti raccolti; ci si dovrebbe specializzare nel riciclaggio dei materiali di scarto, ecc. Ma, almeno a Palermo, la situazione è completamente bloccata. L Azienda comunale per il trattamento dei rifiuti (AMIA) è stata trasformata da Azienda pubblica a Società per Azioni (cioè privata, ma si è trattato di una misura formale, perché l azienda vive solo con danaro pubblico). Ha oltre 2000 dipendenti, la maggior parte dei quali assunti per clientela o per pressioni più o meno oscure. I dirigenti sono centinaia, e la loro attività poco controllata. Sconvolgente, come sempre, il paragone tra Palermo ed altre città d Italia: per il servizio dei rifiuti urbani vi sono a Palermo un dipendente ogni 400 abitanti; in Italia un dipendente ogni 3600 abitanti! L AMIA di Palermo è commissariata dall 11 febbraio Oggi vi sono tre commissari di nomina governativa. Si è assistito alla paradossale richiesta fatta al Tribunale fallimentare da parte del facente funzioni di presidente e liquidatore dell AMIA, nonché contemporaneamente direttore generale del Comune di Palermo ing. Lo Cicero, e dei due legali (consulenti esterni) prof. Stagno 4 mezzocielovent anni ottobre 2012 persone

7 controlli sui conti delle aziende a capitale pubblico siano efficaci e trasparenti. Fotografia di Schobha, India Kerala, 2010 d Alcontres e Bartolomeo Romano (tutti in carica prima del commissariamento) di essere ammessi al passivo con una richiesta di circa 15 milioni di euro. Richiesta giustamente respinta dal giudice fallimentare. Dal punto di vista delle imprese fornitrici, la conseguenza è stata il congelamento di tutti i crediti (e quando saranno scongelati?), ed un netto peggioramento nella fornitura dei servizi, che prima venivano forniti in sospensione di IVA (perché si trattava di azienda pubblica) ed ora vanno forniti con pagamento immediato dell IVA: un aggravio netto per le ditte, che devono sborsare subito all erario (Agenzia delle Entrate), la percentuale IVA su servizi che non si sa se e quando saranno pagati. Non può quindi sorprendere il fatto che la gara espletata alcune settimane fa dall AMIA di Palermo, per il noleggio di nuovi auto compattatori, sia andata deserta. La situazione è talmente assurda, che non può dirsi se il servizio continuerà, se sarà sospeso, se la questione nettezza urbana esploderà come una bomba per tutta Palermo. A meno che (ma pare veramente difficile) per iniziativa del Governo centrale si renda operativa la direttiva di cui abbiamo parlato all inizio: rimborsare alle ditte fornitrici i crediti accumulati da anni. E far sì che i Tutto abbastanza chiaro ed abbastanza tragico. Ma ora dicci anche: come sei arrivata ad assumerti questo lavoro? Non era un azienda di famiglia, e non era nelle mie aspirazioni. Da ragazza volevo fare l antropologa o la giornalista. Ero anche una provetta sportiva: sono entrata nella squadra di pallavolo femminile categoria A. Calcai per un certo tempo anche le scene, come attrice dell emerito gruppo dei Travaglini di Palermo. Poi le necessità della vita hanno morso forte. È morto mio padre, ed era indispensabile trovare un lavoro comunque. Mi presentai come stenodattilografa alla Società macchine agricole, appena costituita a Palermo. Vendevano un particolare tipo di motozappa nuovissimo ed efficace. Non ero molto capace come dattilografa, ma avevo voglia e capacità di lavorare. Fui assunta come segretaria, e dopo poco divenni agente commerciale. Ero molto capace a parlare con i contadini, possibili acquirenti delle famose motozappe. Parlando con loro, sapevo utilizzare anche il dialetto. Così mi impratichii nel commercio di macchine agricole, ed il mio destino di piccola imprenditrice fu segnato. 5 mezzocielovent anni ottobre 2012 persone

8 Tra l erba Titolo cresceva tiolo titolo l amianto titolo UrbanLab Alla Situata fine al del centro 91 della la prima città di guerra Cosenza, in Iraq esiste un area, scenario sede internazionale; un tempo delle in mitiche Italia of- lo sullo squasso ficine delle dei ferrovie partiti, della e il PCI Calabria che cambia e della volto, Lucania, e nome; nei cui al capannoni comune di venivano Palermo riparate le democristsullo antiche locomotive stile altalenante che collegavano una giunta valli e monti, nei tortuosi percorsi delle due regioni meridionali. Da anni l area, abbandonata, mostrava tutti i segni del tempo e del degrado. Tutto intorno, Cosenza cambiava, alti palazzi venivano costruiti ai fianchi dell area delle ex officine; il vecchio tracciato ferroviario che avrebbe potuto collegare facilmente l area urbana, veniva dismesso e lasciava spazio ad un imponente viale parco: viale Giacomo Mancini. Ma mentre tutto intorno all area, il paesaggio cambiava, quel terreno degradava lentamente, ma progressivamente. Tra l erba, che cresceva alta, si insinuavano polveri pericolose; l amianto sfibrato, derivante dalle coperture dei capannoni costruite quasi interamente in eternit, rilasciava i suoi veleni. Nonostante questo quadro, a partire dal 2005, quell area abbandonata incomincia lentamente a rianimarsi; miracolosamente, prendono forma iniziative positive, si mettono in piedi attività di accoglienza e di cura nei confronti di persone in difficoltà. Nasce qualcosa di inaspettato ed imprevisto, che rimette tutto in discussione. Certo, quel tracciato ferroviario proprio al centro della città poteva essere sistemato con un po di manutenzione e riutilizzato per collegare l area urbana da nord a sud, garantendo un eccellente servizio di trasporto per i cittadini dell area urbana, predisporre piste ciclabili, e promovendo una originale utilizzazione delle antiche locomotive e dei vecchi tracciati ferroviari, anche per i turisti o viaggiatori curiosi. Ma quello che sembra naturale, e soprattutto di facile realizzazione, senza costi eccessivi, per gran parte delle pubbliche amministrazioni e degli urbanisti sembra essere di scarso interesse e quasi impossibile da realizzare. Ma proprio da questo contesto di occasioni mancate e prospettive irrealizzate, dal 2005 quel luogo di degrado incomincia lentamente a popolarsi e a mescolare mondi e culture diverse. Vengono ospitati i Rom evacuati dal greto del fiume Crati, si aiutano i bambini rumeni a studiare, si organizza uno sportello legale per il disbrigo di pratiche Nadia Gambilongo per gli immigrati, si tengono corsi di lingua italiana per stranieri, si raccolgono mobili ed indumenti usati per il riciclo ed il riuso, nasce il mercatino equo e solidale. Si susseguono attività culturali ed artistiche: presentazioni di libri, spettacoli teatrali, concerti, seminari, assemblee pubbliche, manifestazioni. Viene allestita una sala Internet gratuita con l utilizzo di hardware riqualificato, prende forma un centro di ascolto permanente, un dormitorio per i migranti. Periodicamente si organizzano attività per i ragazzi diversamente abili, nasce una sala di registrazione, una palestra popolare, un luogo di culto. In occasione dell antica festa cosentina di San Giuseppe, che si svolge ogni anno in città, le associazioni dell area danno accoglienza ai tanti migranti che partecipano come espositori alla fiera: offrono loro cibo, the, servizi e socialità. Per sei edizioni consecutive le associazioni accolgono il mondo con Fierainmensa. Nel 2008 il Comune di Cosenza istituisce UrbanLab, un laboratorio di progettazione partecipata con tutte le realtà presenti nell area. La città, la stampa incomincia ad accorgersi di questa realtà in fermento. Risulta del tutto evidente, anche ai cittadini più distratti, che un area dismessa, abbandonata della città, è stata rivalutata attraverso il lavoro gratuito di tante/i volontarie/i. Ma in quell area oltre ai cittadini ed ai migranti attivi, ci sono anche tante particelle di amianto altrettanto attive, e nel 2011 la Procura della Repubblica avvia, tramite l ASP, la verifica sulle condizioni di pericolosità dei tetti in Eternit; pertanto, alcune associazioni dell area vengono sentite in Procura. Nello stesso periodo le associazioni redigono un dossier sulle attività svolte e si tenta di instaurare un dialogo con le istituzioni. Ma questo percorso virtuoso viene inaspettatamente interrotto da un ordinanza di sgombero! Il dialogo diventa burocratico, bisogna sgomberare per bonificare tutta l area dall amianto. In città e nell area urbana, la pre- 6 mezzocielovent anni ottobre 2012 UrbanLab

9 Fotografia di Sbhobha, India, Kamataka, 2012 senza dell amianto è assai diffusa. Come si potrebbero sgomberare interi quartieri per effettuare la bonifica? Inoltre, non esiste un piano di bonifica cittadino. Dopo l ordinanza di sgombero, le associazioni si preoccupano, temono il peggio, in città serpeggiano chiacchiere sulla presunta occupazione abusiva degli spazi da parte dei volontari. Si riafferma il diritto di proprietà di Ferrovie della Calabria, anche se l area era stata completamente abbandonata per anni. Si prova la carta ignobile di mettere gli uni contro gli altri volontari ed operai disoccupati delle ferrovie. Un misto di paura e sfiducia serpeggia nell aria, ma la guerra tra poveri non funziona, alcune associazioni dell area prendono l iniziativa, organizzano un assemblea pubblica, scrivono un appello, raccolgono firme per dire: Via l amianto dalla città, ma il parco sociale resta qua! La cittadinanza risponde, la raccolta di firme ha successo, le assemblee sono partecipate, le decisioni prese collettivamente diventano pratica politica. Si insedia una tavola di negoziazione, che coinvolge tutti i soggetti istituzionali responsabili della bonifica e del rilancio del Parco sociale. Si creano le premesse per una progettazione partecipata dell area e non solo, si creano i presupposti per sperimentare una pratica politica trasparente. Questa modalità di risoluzione dei problemi potrebbe diventare un metodo cittadino, da diffondere nella provincia. I sogni si fanno spazio. Tante le donne attive nell area delle ex officine, tante donne coinvolte nella tavola di negoziazione per la bonifica ed il rilancio del Parco sociale. Certo la cultura patriarcale serpeggia ed interferisce nelle relazioni anche tra donne, ma l esperimento continua. Raccontare l evolversi dell intera vicenda è utile, poiché dimostra che la strada del dialogo costruttivo, in alternativa alle decisioni prese dall alto, è una strada in grado di assicurare alla progettazione del futuro Parco Sociale caratteristiche di solidità e ricchezza di contenuti. Condivisione e partecipazione: questo metodo potrebbe diventare nel tempo, laddove si riesca a consolidarlo, una buona prassi da ripetere anche altrove, da esportare nel resto d Italia ed in un Europa, al momento tutta ripiegata su se stessa e in crisi. Sono queste le città che vorremmo?! Inclusive che valorizzano e diffondono esperienze come queste? Nei prossimi anni non ci sarà lavoro per tutte/i, soprattutto nell ambito della produzione di merci, la crisi è anche una crisi di sovraproduzione di merci e di edifici, ma ci saranno tanti lavori di cura da fare. La manutenzione di case ed edifici pubblici, la ristrutturazione e la riqualificazione degli spazi pubblici, la cura delle persone non può essere solo una faccenda di donne, una rivoluzione culturale è necessaria. 7 mezzocielovent anni ottobre 2012 UrbanLab

10 education Titolo tiolo titolo titolo Scuola: Tutto cambia per rimanere com è Nome Cognome Alla fine del 91 la prima guerra in Iraq sullo scenario internazionale; in Italia lo squasso dei partiti, e il PCI che cambia volto, e nome; al comune di Palermo una giunta democristsullo stile altalenante Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi :questa frase, se ben abusata in tempi così neri per quasi tutti gli ambiti lavorativi, calza a pennello per il mondo della scuola. Da decenni passano i governi, da decenni si avvicendano ministri e ognuno ha la sua risposta. Chi taglia, chi apre ai privati, chi come l ultimo Ministro, gattopardianamente, ha ritenuto che per fare entrare nella scuola i giovani e i meritevoli bisognasse ripristinare il concorso a cattedra. Per chi, come molti giornalisti o commentatori, che esultano trionfalmente per il ritorno al concorso vorrei fornire una breve cronaca della morte e della resurrezione di questo italianissimo strumento di selezione. I concorsi a cattedra furono aboliti nel 1999, anno dell ultimo concorso, e sostituiti dalle scuole di specializzazione perché si riteneva, a torto o a ragione, che i futuri docenti necessitassero di una preparazione più adeguata e non di una semplice verifica concorsuale. Si riteneva che questi corsi, le Ssis, biennali e a pagamento, avrebbero formato i nuovi docenti e ne avrebbero formati un numero giusto per colmare i posti vacanti che c erano o si sarebbero creati nell arco di alcuni anni. Ma in Italia, come sempre, si strafà e quindi la quantità di abilitati è cresciuta a dismisura e creando delle graduatorie a livello provinciale ben oltre le capacità di un settore per il quale si investe poco (secondo i dati Ocse si investe il 4,7% del Pil in istruzione a fronte di una media del 5,8%) e nel quale ci si pensiona sempre più tardi. Risultato? Gli abilitati delle Ssis si sono sommati ai docenti abilitati nel concorso del 1999 (ad oggi non ancora assunti del tutto...) creando graduatorie spesso chilometriche e centinaia di migliaia di docenti precari. A peggiorare il tutto i tagli selvaggi della ex ministra Gelmini, che hanno falciato di migliaia di unità i posti disponibili, hanno generato ad oggi, in vista del miracoloso concorso, cui potranno anche partecipare i laureati fino all anno 2003, circa aspiranti per meno di cattedre in tre anni e destinate al 50% alle graduatorie, le chilometriche di cui parlavamo prima, che rimarranno comunque in vigore. Dimenticavo! Dato che tanti neolaureati non hanno, dopo la dismissione delle Ssis, avuto la possibilità di entrare nel mondo della scuola, l ultima invenzione (a dire il vero risalente alla Gelmini) sono i TFA tirocini formativi attivi a pagamento e annuali che permetteranno l accesso ai prossimi concorsi che, secondo il ministro, dovrebbero svolgersi ogni due anni. Le prove di selezione inoltre, svolte negli scorsi mesi, per questi ulteriori strumenti di ingresso alla professione docente, sono stati un flop, dati i gravi errori segnalati nelle prove preselettive, ammessi dallo stesso ministero e che hanno permesso il reintegro in questa fase di moltissimi esclusi. La situazione è davvero ingarbugliata e figlia di errori gravi commessi negli ultimi decenni e un concorso non è una bacchetta magica, soprattutto quando i posti sono pochi e non si risolve il problema delle enormi graduatorie. Purtroppo è più semplice fare proclami (pre-elettorali) e invocare la soluzione definitiva (costosa e inutile) piuttosto che guardare in faccia la situazione dell educazione pubblica, specchio dello sfacelo di tutto il paese. Stefania Savoia 8 mezzocielovent anni ottobre 2012 education

11 Una scuola senza genere Che genere di concorso? La lettera aperta, scritta dal Laboratorio di studi femministi Anna Rita Simeone dell Università di Roma La Sapienza, indirizzata al Ministro dell Istruzione Francesco Profumo e alla Ministra Elsa Fornero, individua delle problematiche importanti riguardanti il prossimo concorso a cattedra. L intento principale della lettera, sapientemente redatta da donne professioniste dell educazione, spesso precarie è [...] riaprire pubblicamente il dibattito intorno a una questione, quella del genere e della sessuazione del sapere, che in molti paesi europei è ormai data come punto di partenza per la pianificazione pedagogica e didattica. Per ciò che concerne i programmi di studio si legge che Basta scorrere gli elenchi di autori che il candidato dovrebbe innanzitutto conoscere: tra i filosofi, nemmeno una donna; tra gli scrittori, una sola, Elsa Morante; nel programma di storia non c è alcun accenno alla storia delle donne a alle questioni di genere; tra i fatti notevoli del Novecento non è menzionato il femminismo. Quando si parla di educazione linguistica non c è nessun riferimento al linguaggio sessuato. Quando si parla di geografia, non c è nessun accenno al genere come categoria di indagine. La lettera, il cui testo integrale si può leggere sul sito / si chiude con una domanda diretta al Ministro: Una scuola per l Europa non può lasciare le questioni di genere ufficialmente fuori dalla porta. La domanda che le poniamo è dunque: non le sembra giunto il momento di smettere di farle entrare dalla porta di servizio? Quanto si spende per l educazione? Tabella della spesa in percentuale al Pil dei paesi dell area europea(più Stati Uniti) per ogni livello di educazione (1995, 2000, 2005, 2009) estratta da OECD (2012), Education at a Glance 2012: OECD Indicators, OECD Publishing. 9 mezzocielovent anni ottobre 2012 education

12 La terra Titolo è vascia tiolo titolo titolo ambiente Rosanna Pirajno Alla Quello fine che del le 91 associazioni la prima ambientaliste guerra in Iraq denunciano scenario da tempo, internazionale; e cioè che in si consuma Italia lo sullo squasso troppo suolo dei fertile partiti, per e le il limitate PCI che disponibilità del e nostro nome; paese, al comune è stato di finalmente Palermo una og- cambia volto, giunta getto di democristsullo un rapporto stile del altalenante ministro delle Politiche agricole, il tecnico Mario Catania. Da una serie di concause, dalla siccità stagionale alla riduzione dei beni utili all agricoltura (acqua, terreni, sementi, addetti, pratiche, servizi di varia natura) si temono scombussolamenti locali e globali, poiché la penuria di risorse alimentari non solo ci renderà più dipendenti dall estero per gli approvvigionamenti, con relativo aggravio per le casse statali, ma innescherà reazioni dalle imprevedibili conseguenze nei paesi più poveri, dove già la rivolta del pane ha fatto detonare reazioni a catena ingovernabili. Dunque stavolta è un ente governativo, a preoccuparsi del consumo troppo spregiudicato di suolo fertile per nuove costruzioni, non solo il Forum del paesaggio che, dalla sua nascita ad ottobre 2011, promuove il censimento comunale degli edifici civili e industriali abbandonati da riutilizzare, prima di avventarsi ancora con colate di cemento su terreni agricoli produttivi. In Italia si è costruito troppo e male, a debito e con interessi alti e, finché non scoppia una bolla immobiliare, il Cresme stima che le abitazioni costituiscano l 84% della ricchezza reale delle famiglie italiane, e il 50% del Paese. Fortuna che su altri versanti c è chi promuove le Scienze della terra come Carlin Petrini, creatore di Slow Food e di tante manifestazioni Salone del Gusto, Terra Madre, Università di Scienze gastronomiche, i presìdi dei prodotti tipici, la Banca dei semi... il cui impagabile attivismo fa da catalizzatore delle buone pratiche agricole, pastorali e manufatturiere, aventi per effetto collaterale il mantenimento e la manutenzione dei terreni agricoli e quindi della tenuta idrogeologica e paesaggistica dei territori. Fare il contadino è faticoso, la terra è vascia, bassa da spaccare la schiena, ma la dedizione che è (era) necessaria per cavarle il sostentamento, spesso piuttosto avaro, nella tramontata civiltà contadina ora è addirittura eroica se rapportata allo scarso rendimento che gli agricoltori lamentano e che induce molti a rinunciare. La civiltà moderna, sempre meno industriale e più tecnologica, ha creduto di poter fare a meno dell agricoltura, in Italia si sono ridotti notevolmente addetti e superfici a fronte di un insostenibile incremento di terreni cementificati. Con la sparizione negli ultimi 50 anni dell equivalente di una regione pianeggiante come il Friuli V.G., vengono inghiottite biodiversità, specie autoctone animali e vegetali, saperi e sapori, arti e mestieri legati al culto antico della terra, paesaggi e bellezza. Di contro aumentano i terreni con destinazione d uso edificabile, più redditizia per i proprietari e i comuni che incassano somme consistenti per le opere di urbanizzazione, eppure non si mette in relazione abbandono o eccessivo peso antropico (due facce della stessa medaglia) con i collassi di vaste zone registrati in varie parti del Paese. Gli incendi dolosi sono poi l aggravante di una situazione al limite di una crisi irreversibile. Aspettiamo con trepidazione che il rapporto ministeriale si trasformi in prescrizioni vincolanti a favore dell agricoltura, quindi di salute e benessere di suoli territori ambienti abitanti paesaggi e futuro modello di sviluppo. 10 mezzocielovent anni ottobre 2012 ambiente

13 Deserto culturale Un estate ricca di cultura, in giro tra musei, mostre ed ameni luoghi vetusti? Impossibile. Palermo nei mesi estivi si svuota ma chi rimane e i turisti non trovano granché da fare, e anche a cercarli i musei sono molto spesso chiusi, le attività culturali proprio scarse, mostre di un certo rilievo neanche a parlarne, se qualche visitatore bene informato cerca un monumento normanno come La Cuba in corso Calatafimi (faceva parte del Genoard, l immenso parco di verdura dei dinasti normanni), non trova cartelli segnaletici e se chiede in zona viene tosto indirizzato verso la Cubana, nota gastronomia locale. La galleria regionale di Palazzo Abatellis in via Alloro è stata spesso chiusa o aperta con orari ridotti, il Museo Archeologico regionale Salinas in via Bara è da anni in restauro e offre, quando va bene, poche sale e male Fotografie di Laura Latino, Villa Giulia, Palermo, 2012 illustrate, la Villa Bonanno in Piazza della Vittoria è piena di erbacce secche e ci sono solo due custodi (a turno) e poi è tutto transennato perché il Comune sta rinnovando l illuminazione e le fognature, il Castello della Zisa è in abbandono, le aree archeologiche di Piazza XIII Vittime, Castello S. Pietro e di Piazza Settangeli nessuno ci va perché non sono inserite nei percorsi culturali e poi anche ad andarci che cosa si vede, non c è un pannello, una mappa, la vegetazione è alta così, il Castello a mare apre solo al mattino e neanche tutti i giorni, in compenso però alla sera c è un ristorante all interno dell area, pare fatto apposta, anni di scavi archeologici per creare la giusta ambientazione ad un locale 11 mezzocielovent anni ottobre 2012 ambiente Carola Bianchi di privati, che l hanno avuto in affitto dall ente porto. Eppure, il personale di custodia ci sarebbe, ma sembra che non si riesca ad utilizzarlo per inspiegabili problemi burocratici, la maggior parte dei custodi fa capo ad una delle tante società cui la Regione affida alcuni servizi destinati ai beni culturali. Quando ci sono, i custodi stanno tutti lì seduti per i fatti loro in attesa che si faccia l ora per andarsene. Non sanno nulla dei luoghi che custodiscono. Non muovono un dito. Le risorse economiche per organizzare le mostre serie (non quelle costose o fuori sede a scopi elettorali), per le pubblicazioni, per il diserbo e la manutenzione ordinaria delle aree archeologiche, l aggiornamento o la sostituzione dei pannelli esplicativi nelle poche zone ancora visitabili, per la pulizia e il decoro dei luoghi (e anche dei bagni), invece, non ci sono proprio. Tutti i fondi, già pochi, tagliati. Le soprintendenze e i tecnici fanno quel che possono, ma la tutela senza neanche gli spiccioli è già un miracolo, figuriamoci la valorizzazione. Sembra impossibile che non interessi a nessuno rendere fruibile l immenso patrimonio culturale che abbiamo e che potrebbe fare la differenza tra noi e i luoghi del deserto e del sottosviluppo economico e culturale. Non credo che si tratti solo di scarsa organizzazione o di mancanza di risorse (invochiamo spesso meno sprechi, meno consulenti esterni alla Regione, meno prebende, meno deputati), e nemmeno che occorrano ingenti capitali, non c è proprio la volontà politica di mettere al centro dell interesse pubblico i beni culturali e di affrontare la fatica di gestirli con un minimo di razionalità. Ma in un mondo siciliano di politici ignoranti e arraffoni, per i quali con la cultura non si mangia, sono parole al vento e niente più.

14 P O C H E R I G H E pocherighe «Vieni a trovarmi a Haifa, ma fai presto», parole comprensibili in bocca ad una straordinaria vegliarda durante la presentazione di un suo libro dinanzi ad un entusiasta pubblico femminile a Berlino. Nata a Czernowitz, città di libri e di fiumi ancora austro-ungarica, poi romena ed attualmente ucraina, nella colta minoranza ebraica di lingua tedesca, Hedwig Brenner ha attraversato le vicende del tragico Novecento e si è affacciata al XXI secolo con invincibile curiosità. Ottenuta finalmente nel 1982 l autorizzazione a recarsi in Israele con la famiglia, l ex-fisioterapista si scopre scrittrice consegnando alla memoria preziose documentazioni di mondi scomparsi, incontri, reti di relazioni oltre il tempo e lo spazio. Pionieristico il suo Dizionario delle artiste ebree, avviato nel 1999 e giunto al quarto volume, in cui è bello trovare, tra gli altri, i nomi di Jeanne Modigliani, Antonietta Raphael, Paola Levi Montalcini. Nella sua casa piena di libri in cui tedesco, romeno, russo s intrecciano con un ebraismo laico ed aperto è in preparazione il quinto volume delle artiste ed in progettazione un Dizionario delle donne di spettacolo ebree. Per il suo novantaquattresimo compleanno il 27 settembre l augurio, come si dice in ebraico, di arrivare a 120 anni che però sembrano pochi per tale indomita vitalità. Rita Calabrese Monumenti in rosa per le bambine è l iniziativa voluta dall Onu e sostenuta dall organizzazione umanitaria Plan International. L 11 ottobre di ogni anno si celebrerà la giornata mondiale per i diritti delle bambine, per l occasione i monumenti di grandi città si illumineranno di colore rosa da Londra a Nuova Delhi. Perché e quali gli obiettivi di questa iniziativa? Nascere femmina in molti paesi è un problema. Cento milioni di donne non sono mai nate in buona parte del pianeta; alle neonate indiane veniva riempita la bocca di riso per soffocarle, oppure uccise con grosse dosi di oppio e poi ancora in modi diversi in Cina, in Pakistan, in Bangladesh... Un vero genericidio. Non se la passano meglio le sopravvissute; una bambina su quattro subisce violenza (150 milioni), spose bambine (16 milioni), bambine mamme, schiave, malnutrite, mutilate (10 milioni) con pratiche meno note come la stiratura del seno per cancellare i segni della crescita e per preservare dalla violenza sessuale con effetti fisici devastanti come l infibulazione. L obiettivo e l impegno è garantire l istruzione a quattro milioni di bambine nel mondo per offrire loro la possibilità di migliori condizioni di vita. Se questa iniziativa riuscirà a salvare anche una sola bambina, da queste atrocità, sarà un buon risultato. Adriana Palmeri Notizia splendida, rimasta quasi ignota. Egidia Arrigoni, madre di Vittorio Arrigoni, il giovane assassinato da estremisti palestinesi a Gaza nel 2011, ha chiesto clemenza per gli uccisori. L Autorità palestinese che aveva processato i due assassini li aveva condannati a morte, secondo gli antichi codici che affermano Chi uccide sia messo a morte. La donna ha chiesto che la sentenza fosse modificata: Non aggiungete morte a morte ha dichiarato. I due sono stati condannati all ergastolo. Dedichiamo un abbraccio e un ringraziamento a questa donna. 12 pocherighe mezzocielo ottobre giugno-luglio

15 Religioni lava infuocata Perché parlare di religioni? Nel grandioso sommovimento di popoli e di culture che il mondo intero sta vivendo, anche per l incisività e la forza di rottura del pensiero femminile, può essere fecondo (e forse indispensabile!) un confronto con pensieri e sentimenti di milioni di donne e uomini che si riconoscono in orizzonti religiosi e spirituali diversi. Cercando di diversificare, nella considerazione delle varie fedi, i credenti da una parte e le gerarchie dall altra. Spesso infatti le gerarchie sono strumento di poteri statuali od anche di competizioni e lotte tra opposti poteri, magari innalzando gli stessi vessilli religiosi. Nel mondo che ci circonda le questioni di religione muovono grandi folle, scuotono gli stati è una realtà che scorre come lava infocata 1. Gli orrori di ogni giorno, dalle reazioni omicide contro un film su Maometto, alle stragi di minoranze cristiane, fino alle pallottole sparate in gola ad una scolaretta di 14 anni, confermano questo giudizio. Fortunatamente in Italia il dibattito religioso non assume queste forme, ma la sua presenza incide. Conoscerlo, valutarlo e confrontarsi non è inutile. Al contrario, investiti come siamo anche noi da una crisi economica e morale senza precedenti, il confronto è necessario. Ci sia consentita la speranza di unire il maggior numero possibile di forze sane, con radici spirituali e filosofiche diverse, ma autenticamente aperte al dialogo, al fine di individuare una realistica comune via d uscita dal disastro, e, se possibile, percorrerla insieme. Proviamo a parlarne con libertà, senza presunzioni o ipocrisie. S.M. dossier 1 Adriano Prosperi, professore ordinario di storia moderna all Università di Pisa, 29 settembre mezzocielo ottobre 2012 religioni

16 religioni Diritti delle donne dei singoli e dei diversi La maggior parte dei laici e non cattolici (progressisti) sono consapevoli che il pensiero e l azione dei cattolici democratici (in qualsiasi organizzazione politica o culturale si trovino) possono dare e daranno al superamento della grave crisi in cui si trova l Italia. Ma il loro dubbio ricorrente riguarda il tema dei diritti: diritti delle donne, diritti dei singoli, anche dei diversi. Come rispondi a questi dubbi? Cettina Militello* Cettina risponde: Sono fermamente convinta che il bene comune debba vedere gli sforzi convergenti di tutti. E, dunque, trovo doveroso che laici e cattolici di qualunque sensibilità e appartenenza mettano insieme le loro energie e trovino un terreno d intesa. La piaga della corruzione non consente se e ma. Chiunque voglia porvi rimedio deve mettersi all opera. Piuttosto la questione è quella della competenza. Non credo si possa fare politica senza competenze precise. Mi si chiede però qual è la mia posizione relativamente alle questioni eticamente sensibili, ai cosiddetti principi o valori non negoziabili. Credo che da cristiani si debba testimoniare ciò in cui si crede, ma, come di recente ha precisato in una intervista televisiva il card. Camillo Ruini, alla fine ci si rimette a quanto ha deciso la maggioranza. Certo le questioni del fine vita, la fecondazione in vitro, il matrimonio tra persone dello stesso sesso pongono problemi ai cattolici. Anche qui però occorre distinguere i singoli problemi. Personalmente, credo vada ricusata ogni forma di accanimento terapeutico. Una cosa è infatti la ricerca della guarigione, cosa assolutamente legittima, altro è tenere in vita, a tutti costi, con l ausilio di strumenti che non guariscono ma simulano la vita, una persona umana in una situazione comunque terminale. Sarebbe più saggio accompagnarla, senza interferire nient altro che alleviandole la sofferenza. La fede cristiana addirittura lo esige. Esemplare la scelta del card. Carlo Martini che è stato, come sappiamo, sedato, ma che si è rifiutato d essere intubato. Confesso che non guardo con simpatia i padri e le madri ad ogni costo, anche con seme o ovuli altrui. Mi pare che in questa tenace ricerca di un/a figlio/a si celi il demone del possesso. A tutti consiglierei piuttosto l affidamento familiare. Siamo troppo condizionati da una cultura patriarcale e nella generazione ad ogni costo vedo proiettarsi un modo insano di concepire la famiglia, la quale dovrebbe essere spazio di accoglienza e di incontro, prima e più che vincolo di sangue. Comunque sia, se proprio si vogliono figli si dia il proprio nome ai tanti abbandonati, non riconosciuti, a quelli a cui una famiglia è negata o, meglio si assistano a distanza quelli che una famiglia l hanno ancora, senza sradicarli dalla loro cultura. Capisco che il mio discorso è utopico. Ma davvero, non ho nessuna simpatia per la maternità/paternità a ogni costo. Anche qui trovo arrogante l interferenza medicale. Trovo devastante il medico in camera da letto o l offrire sperma e ovuli in contesti sterili e asettici. A maggior ragione non capisco il desiderio di figli delle coppie omosessuali. Perché ripetere il copione della famiglia borghese? Perché chiamare matrimonio quello che non lo è. Non credo si tratti di diritti. Il diritto è a non subire discriminazioni, ad avere riconosciuta legalmente una situazione di convivenza con tutto ciò che comporta in vita e in morte. Ma perché autorizzare maternità e paternità solo perché l ingegneria genetica lo consente? Diverso, ripeto, è il discorso dei diritti nel senso della non discriminazione, del riconoscimento della piena e pari dignità di tutti, del comune diritto alla salute, al lavoro, a una giusta remunerazione. Tutti/e pienamente cittadini/e, tutti/e pienamente impegnati/e per il bene comune. Su questi temi è meglio però avere le idee chiare in partenza. Se ci si mette insieme cattolici e laici occorre stabilire una scala di priorità. E questa credo sia la ricostruzione dell etica pubblica, la lotta alla corruzione, la promozione dei diritti di tutti/e, l impegno per uscire dalla crisi economica, ecc. ecc. Questa la mia modesta opinione. * Docente alla Pontificia Facoltà Teologica Marianum 14 mezzocielo ottobre 2012 religioni

17 15 religioni Fotografia di Shobha, Lalita 14 anni, Karnataka mezzocielo ottobre 2012

18 Il sant Mi strizza il cervello, mi ingarbuglia, mi spiaccica al muro. Ha una brutta faccia, non promette niente giardino, in quella parte della città nuova, quella del cosiddetto sacco di Palermo, dove stranamente c profumate e camerieri fintamente educati. Nero di veste, nero di faccia, arcigno. A due passi da casa, do e piene, nell allegria funebre dell ultima sbornia. E nella piazza povera dove, tra le vesti o sotto il pied cinquanta centimetri, tra crocifissi e madonne, tutta una bancarella piena, uno dietro l altro, la stessa fac bel solllievo. O cielo meraviglioso di questa terra amata, quanto sono ingiusta? Quanto non riesco a pe urbanistiche e buon gusto? Nella piazza nascente di nuove speranze, sulle macerie del vecchio quartier certi tipi del luogo la targa a Falcone e Borsellino, e l avevano già distrutta più e più volte, ma dall altro faccia arcigna, santo amato e discusso in vita ed in morte, uscito dalla stessa fabbrica che, chissà come 16 mezzocielo ottobre 2012

19 Fotografia di Schobha, Polonia, 2005 o pio di buono. Cambio strada. Niente da fare, me lo ritrovo pure nella grande e borghesissima piazza con i ritrovammo un pomeriggio, Simona ed io, a prendere un caffè, tra velluti di un bar, signore troppo ve c è un mercato di frutta e cocaina, dove ci si va, di notte, solo di notte, a frantumare bottiglie vuote istallo, una polvere bianca di caro prezzo trova rifugio momentaneo. Me lo ritrovai pure a Napoli, a cia arcigna, la veste scura, il braccio benedicente. Non lo rividi mai più superata la capitale e fu un gran rdonare il baratto di quell anno in cui per un piatto di lenticchie di buon vicinato furono vendute leggi e, con prato e poco verde ed anche qualche palazzo dalle finestre murate e dentro rovine, ci permisero lato l imposizione fu che ci dovesse stare pure lui, imponente nero benedicente dalla e perché, qui, da noi del sud assume un significato altro. Che facciamo finta di non capire. Letizia Battaglia 17 mezzocielo ottobre 2012

20 religioni Credo che oggi non serva un partito dei cattolici Ogni volta che si avvicinano le elezioni, soprattutto quelle nazionali, torna il grande interro- Teresa Piccione gativo sui cattolici. Che mai faranno i cattolici? Creeranno un nuovo schieramento, ne individueranno uno di riferimento (come non è più stato negli ultimi vent anni almeno) o militeranno in partiti diversi, com è successo con sempre maggiore evidenza dopo la scomparsa della DC? E lì a interrogarsi e a interpretare anche le parole e gli inviti all impegno in politica che il card. Bagnasco ha rivolto ai cattolici. Io credo che a tale proposito vadano fatte alcune considerazioni. Innanzitutto, il contesto in cui oggi ci muoviamo. Un contesto difficile, di profonda crisi economico-sociale e perciò incline al ripiegamento, alla riduzione dell orizzonte alla dimensione privata, oscillante tra la demotivazione rassegnata e l urlo di una protesta povera di progetto e, perciò, antipolitica nell essenza. Un contesto difficile, non solo povero di ideologie, ma povero di valori. La crisi, infatti, non è solo di natura economica e sociale, ma valoriale. Ridotto l uomo alla sua dimensione economica passiva (consumatore), idolatrato il mercato, e un mercato globale senza né regole né diritti, sostituita la solidità dell economia incentrata sul lavoro produttivo con la ricchezza prodotta dalla speculazione finanziaria, celebrato il mito del successo a basso costo, cui non corrispondono formazione, impegno e sacrificio, quello che si è perduto è l uomo, la centralità della persona e delle sue relazioni. Su questo terreno sdrucciolevole ed impervio si misura la sfida della politica e la sua capacità di ricostruzione. Cioè la sua capacità di ri-fondare lo Stato e la società mettendo al centro la persona e i suoi bisogni materiali e non, una politica che ritrovi la capacità di armonizzare gli interessi di tutti per la realizzazione del bene comune. È qui che entrano in gioco tutte le componenti della società, chiamate ad assumersi responsabilmente l impegno a gettare basi nuove e allo stesso tempo antiche. È qui che servono le energie, le idee e il lavoro di tutti. Anche dei cattolici. Nel contesto attuale, credo che la cultura dei cattolici, il loro sfondo valoriale, esplicitato dai testi della dottrina sociale della Chiesa, dai documenti conciliari, dalle encicliche ma anche da testimoni aperti al dialogo come Bianchi, Martini, Tettamanzi, per non citarne che alcuni, abbiano molto da dire. È in questi testi e in questi testimoni che si nasconde, una sapienza antica e nuova che mette al centro l uomo come valore supremo, la sua dignità, in qualunque condizione esso si trovi, il diritto alla vita e alla salute, al lavoro come espressione della propria creatività e come contributo allo sviluppo di tutta la società, quello alla famiglia, il diritto all equa distribuzione della ricchezza, quello all istruzione come elemento di riscatto e di mobilità sociale. È intorno a questi valori che è stata costruita la nostra Costituzione e su queste fondamenta poggia la Repubblica. Nella Costituzione si è sperimentata per la prima volta la possibilità di incontro tra culture diverse attraverso il dialogo, lo scambio, l ascolto e, attorno ai valori dell uguaglianza e della solidarietà, si sono coagulate la cultura socialista e quella cattolica. Credo che oggi vada riscoperto questo percorso e che il ritorno alle antiche radici del dialogo tra queste culture possa essere fecondo di sviluppi interessanti e, a mio avviso, irrinunciabili, se vogliamo che la crisi diventi un opportunità di recupero della nostra identità profonda e di riscatto dalle storture che si sono accumulate nel tempo nel nostro Paese. È tempo di scelte coraggiose. È tempo di investire in riforme che abbiano al centro la giustizia sociale e una più equa distribuzione della ricchezza. Su queste basi è stato costruito e si muove il Partito Democratico al cui progetto fondativo ho partecipato con convinzione ed entusiasmo. Trovo che in questo progetto si realizza pienamente l incontro tra la cultura del cattolicesimo democratico e quella socialista nella visione di un nuovo riformismo. Credo che oggi non serva un Partito dei cattolici, perché non sarebbe più in linea con i tempi e con la società. Nel tempo del pluralismo, occorre un Partito plurale nel quale i cattolici stiano bene accanto ad altri con sensibilità diverse ma aperti al dialogo e al confronto. E questo partito è il PD al cui interno si discute, si elaborano proposte, si condividono le scelte, tenendo presenti i riferimenti valoriali della democrazia sostanziale e della giustizia sociale e dove si cercano liberamente convergenze anche sui temi morali, nella convinzione che essi coinvolgono ogni uomo, credente o no che sia, e che cercare insieme risposte è un grande esercizio di umanità. 18 mezzocielo ottobre 2012 religioni

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