LA TERRA TREMA DALLA PARTE DEI SOCCORRITORI: CON QUALI PAROLE?

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1 STRESS & LINKAGES CASA DI CURA PARK VILLA NAPOLEON, LA TERRA TREMA DALLA PARTE DEI SOCCORRITORI: CON QUALI PAROLE? Dott. Roberto De Filippo Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Con la collaborazione di

2 Benessere psicolavorativo (dal D.Lgs 626/1994 al D.Lgs 81/2008) OMS Organizzazione Mondiale della Sanità, concetto di salute : stato di benessere fisico, mentale e sociale, non solo come assenza di malattia D. Lgs. 626/94, sottolinea la prevenzione ciascun lavoratore deve prendersi cura della propria sicurezza e della propria salute e di quella delle altre persone presenti nel luogo di lavoro, su cui possono ricadere gli effetti delle sue azioni od omissioni conformemente alla sua formazione ed ai mezzi forniti dal datore di lavoro. (art. 5, comma 1)

3 D. Lgs 81/2008 Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro La valutazione dei rischi nei luoghi di lavoro deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavorocorrelato (Sezione II, art. 28, c.1, Oggetto della valutazione dei rischi ).

4 IL RISCHIO LAVORATIVO PERCEZIONE DEL RISCHIO Grado di pericolo che viene attribuito agli eventi ed ai diversi fattori di rischio; consapevolezza dipendente dalle conoscenze e competenze personali. TENDENZA AL RISCHIO Modalità soggettiva con cui ci si rapporta con il pericolo ed il rischio; motivazione personale ad assumere comportamenti sicuri o a rischio.

5 La percezione del rischio nell ambiente di lavoro (Oddone, 1969) 1 Gruppo: Fattori presenti anche fuori dal contesto lavorativo, quali luce, rumore, temperatura, umidità.. 2 Gruppo: Fattori presenti esclusivamente nell ambiente di lavoro, quali polveri, gas, vapori, fumi, radiazioni ionizzanti, vibrazioni.. 3 Gruppo: Fatica fisica e mentale 4 Gruppo: Fattori capaci di provocare affetti stancanti (non fatica fisica) quali ripetitività, noia, tempi rapidi, posizioni disagevoli..

6 Fattori personali che incidono sulla percezione del rischio (Sandman, 1991) RISCHIO MINORE RISCHIO MAGGIORE Esposizione volontaria Esposizione forzata Familiarità del rischio Non familiarità Conoscenza del rischio Rischio conosciuto Controllabilità Incontrollabilità e/o imprevedibilità Conoscenza non diretta Conoscenza su base personale Prevedibiltà Non prevedibilità

7 RICERCA SU PERSONALE NBCR (Corso per 3 LIV. n = 24) CHIMICO BIOLOGICO RADIOLOGICO Volontario 2,3 2,4 1,9 Involontario Effetti sul singolo 3,6 5,1 4,0 Effetti catastrofici Non temuto 5,0 5,9 4,4 Temuto Non mortale 4,3 4,4 3,7 Mortale Effetti conosciuti 2,6 3,7 2,7 Effetti non conosciuti Effetti immediati 2,1 6,4 5,0 Effetti nel tempo Conosciuto da Scienza 3,0 1,7 2,6 Non conosciuto da Scienza Controllabile 4,9 4,3 5,1 Non controllabile Personalmente vecchio 5,1 2,6 4,1 Personalmente nuovo (Valori medi) Valori di scala

8 Fattori che influenzano la tendenza al rischio 1. La personalità di tipo A e di tipo B (Friedman & Rosenman, 1958, 1974) 2. La sensation seeking (Zucherman, 1985) 3. Il locus of control (Rotter, 1966) 1. L introversione- estroversione (Eysenck, 1978)

9 Situazioni di particolare rischio per i soccorritori Fattori di rischio SOGGETTIVO: percezione dei propri limiti fisici e psicologici tendenza all identificazione bisogno di mantenimento della distanza presenza di traumi pregressi problematiche attuali

10 Situazioni di particolare rischio per i soccorritori Fattori di rischio dell ORGANIZZAZIONE Ritmi di lavoro eccessivi Conflitti interni tra i soccorritori conflitti con l organizzazione Carenze nei processi di selezione e formazione

11 THE EARTHQUAKE IN ABRUZZO and the Firefighters work Rome - ISA April 19th 2010 Ing. Sergio BASTI Central Director for Emergency and Technical Rescue

12 Firefighters and rescue vehicles operating after 48 hours U.C.E. Public Relation Office

13 stability and safeness assessments U.C.E. Public Relation Office

14 urgent technical rescue interventions up to 28/01/10 U.C.E. Public Relation Office

15 Stress ed Evoluzionismo Una minaccia all integrità ed alla sopravvivenza dell organismo, che deriva dall ambiente, determinando pressioni selettive. (Darwin) (in Weiner, 1993)

16 DSM IV (APA, 1994) definizione di trauma: Evento vissuto al di fuori della norma, estremo, violento, lesivo che minaccia o ferisce l integrità fisica o psichica di un singolo o di un gruppo di persone; richiede uno sforzo inabituale per essere superato.

17 Trauma e operatori del soccorso Il rischio di essere coinvolti in esperienze critiche, durante il soccorso, è sempre presente. (traumatizzazione vicaria o terziaria) Ritenere che il soccorritore sia sempre in grado di fronteggiare adeguatamente ogni evento traumatico, senza alcuna conseguenza sul piano psicologico, è assolutamente sbagliato.

18 CRITICAL INCIDENT : Qualunque situazione affrontata dal personale di emergenza, capace di produrre uno stress emotivo insolitamente elevato in grado di interferire sulle abilità dell operatore di fronte alla scena dell evento e anche dopo. (Mitchell ed Everly, 1996)

19 Operatori a rischio in seguito ad esposizione ad evento critico: Personale medico e paramedico Vigili del Fuoco Operatori di ricerca e salvataggio di superstiti Forze dell ordine / militari Volontari e giornalisti che operano sul campo (Young et al.)

20 CISS ( Critical Incident Stress Syndrome ) La CISS è un rischio per gli operatori del soccorso è può avere conseguenze importanti: Problemi lavorativi Problemi della vita di relazione (sociali e familiari) Sofferenza individuale Può evolvere verso il PTSD - Disturbo Post- Traumatico da Stress

21 CISS Disturbi fisici Apparato gastrointestinale Tremori muscolari Ipertensione arteriosa Iperattività Eccessiva spossatezza Insonnia Disturbi dell alimentazione Disturbi sessuali

22 CISS Disturbi della sfera emotiva Disturbi dell umore Rabbia Senso di colpa Angoscia, paura Perdita di autostima Sintomi depressivi Appiattimento delle manifestazioni emotive

23 CISS Disturbi della sfera cognitiva Difficoltà di concentrazione Sensazione di disorientamento Disturbi della memoria

24 IL SOCCORRITORE VOLONTARIO: UN PROFILO SOCIO-PSICOLOGICO Campione: 2500 questionari Fonte: Rivista La Protezione Civile Italiana, 2005

25 ANSIA 25 % mai 10 % sempre 30 % spesso 75 % 35 % raramente

26 CEDIMENTO ALLO STRESS 0 % mai 16 % sempre 30 % spesso 100 % 54 % raramente

27 PERDITA DI CONTROLLO DI SE 47 % mai 0 % sempre 17 % spesso 53 % 36 % raramente

28 IN SINTESI In situazioni critiche: ANSIA 75 % CEDIMENTO ALLO STRESS 100 % PERDITA DI CONTROLLO 53 %

29 FATTORI STRESSANTI SOGGETTIVI IN SITUAZIONE CRITICA difficoltà di percezione dei propri limiti fisici e psicologici tendenza all identificazione con le vittime bisogno di mantenimento della distanza presenza di traumi pregressi problematiche attuali

30 FATTORI STRESSANTI OGGETTIVI IN SITUAZIONE CRITICA Rischio di vita o danno grave per sé o colleghi Vittime raccapriccianti per incidenti Esposizione a cadaveri o persone morenti Prestare aiuto a persone seriamente ferite Vittime in età pediatrica (Beaton et al. 1998)

31 DSM IV Diagnostic and Statistical for Mental Disorders, 1994 PRIMA CONDIZIONE per PTSD (Disturbo Post Traumatico da Stress) A1) Esposizione diretta o indiretta ad un evento traumatico che ha comportato la morte o grave minaccia di vita o dell incolumità fisica, sia propria che altrui; A2) Risposta emozionale di intensa paura, impotenza, orrore.

32 IL MODELLO FRANCESE STRESS DA COMPASSIONE (Etimo latino cum patire - patire insieme con ) FATICA DA COMPASSIONE (Figley, 1995) (Compassion fatigue) Esposizione protratta nel tempo Percezione di responsabilità diretta nel soccorso Carichi di responsabilità continua, fisica e psichica Impossibilità di riduzione dello stress da compassione

33 Reazioni normali (DSM IV - entro 48 ore) 1) HYPERAROUSAL Accelerazione del battito cardiaco Difficoltà respiratorie Sudorazione Ansia Sbalzi d umore 2) EVITAMENTO Evitare stimoli fisici connessi al trauma, azioni, ricordi, pensieri, ecc. 3) INTRUSIONE Pensieri, immagini ricorrenti, sogni angosciosi, rivivere l esperienza 4) DISSOCIAZIONE Amnesie parziali, negazione dell impatto

34 Epidemiologia PTSD Popolazione adulta (M) = 7,8 % (con GHQ) Autisti autoambulanze di Londra (M) = 15 % (Ravenscroff, 2004) disagi mentali 52 % disturbi del sonno 25 % difficoltà di staccare la spina dal lavoro 51 % Vigili del Fuoco (M) 16.2 % (Corneill, 2003)

35 SEDARE L ANSIA IL BLINDAMENTO DELLE EMOZIONI HUMOR NOIR Identificazione di gruppo dei salvatori Esorcismo contro angoscia da contatto con morte e sofferenza Proiezione dell aggressività su Organizzazioni del soccorso Sentirsi sani in una situazione malata al, 1997) (Moran, et

36 Il fattore expertise e reazioni all esposizione Reazioni normali in situazioni non normali OBIETTIVO: focalizzazione sui fattori psicologici degli operatori, favorendo la resistenza agli effetti dello stress acuto e cronico (resilienza)

37 Verso un modello integrato di formazione a) Formazione tecnico-operativa b) Formazione alla protezione e prevenzione dai traumi psicosociali

38 Requisiti del soccorritore L operatore di soccorso può trovarsi nella situazione critica di supportare psicologicamente vittime in preda a disturbi psichici da trauma ed in situazioni che mettono a repentaglio la propria integrità fisica e psichica. La formazione in tema psicologico in situazioni di emergenza non si può lasciare all improvvisazione, ma il personale va preparato come per qualsiasi altro intervento di natura tecnica.

39 Il metodo AUGUSTUS.Rappresenta un punto di riferimento per tutti gli operatori di Protezione Civile che, con competenze diverse, sono quotidianamente impegnati ad affrontare le emergenze Se la ciclicità degli eventi è un fattore costante per un fenomeno calamitoso, l entità del danno ed il tipo di soccorsi sono parametri variabili Proprio per questo gli operatori di Protezione Civile debbono essere pronti a gestire l incertezza, intesa come l insieme di quelle variabili che di volta in volta caratterizzano gli effetti reali dell evento. La gestione dell emergenza si affronta con le stesse regole con cui la scienza medica affronta il pericolo o il rischio di contagi nelle malattie; applicando, cioè, il principio della massima prevenzione attraverso il ricorso alla vaccinazione di massa.

40 Prevenzione primaria (come intervento focalizzato sulle emozioni) Pratiche pre-evento: Lazarus, 1984 Psicoeducazione (igiene mentale dei traumi psicosociali) Conoscenza delle reazioni soggettive, sia normali che patologiche, agli eventi calamitosi e stressanti Conoscenza delle proprie reazioni emotive e dei propri limiti Accettazione dei propri limiti Moduli formativi fondati su peer counseling (autoaiuto alla pari)

41 VIGILI DEL FUOCO ITALIANI: l indagine Campione: oltre 500 operativi Criterio: partecipazione al sisma de L Aquila ed Emilia Obiettivi: quali modalità di fronteggiamento attivo a seguito di Soccorso Tecnico Urgente ad alta esposizione emotiva, per eventi con gravi danni a neonati e bambini eventi con diverse persone coinvolte (dall incidente al terremoto) eventi con gravi lesioni, mutilazioni dei corpi delle vittime eventi con coinvolgimento di colleghi (ferimento o morte) fallimento di una missione di soccorso con morte di una o più persone

42 VIGILI DEL FUOCO ITALIANI: i risultati Modalità di riferimento: Alcuni compagni di lavoro M = 30,0 % Alcuni familiari M = 21,7 % Alcuni superiori M = 12,8 % Alcuni amici M = 12,7 % Il proprio medico M = 2,6 % Un religioso M = 1,8 %

43 PERSONALE OPERATIVO (VP, CS) me st fam amici med coll super relig hobb altr TOT TOT % 14,9 21,7 13,0 2,6 30,2 12,9 1,6 2,8 0,6 100,0

44 PERSONALE: LOGISTICA E TECNICI (CR, CTA, IAC, IAD) me st fam amici med coll super relig hob altr TOT TOT % 14,8 20,7 12,8 3,0 28,0 12,6 3,9 2,2 1,8 100,0

45 Prevenzione secondaria Pratiche peri-evento, direttamente nel teatro delle operazioni di soccorso Obiettivo: rilevazione precoce di possibili disagi post-traumatici negli operatori e primo intervento realizzato da e su se stessi, secondo le modalità di Prevenzione Primaria Finalità: evitare l amplificazione dei problemi emotivi

46 I principi di Salmon (1917) Finalità accoglimento del personale troppo coinvolto emotivamente, direttamente on scene : L intervento I P S A Immediato Prossimo Semplice Aspettative

47 16 DICEMBRE 1970 NASCE IL SERVIZIO SANITARIO NEI VIGILI del FUOCO

48 Legge 8 dicembre 1970, n. 996 in Gazz. Uff., 16 dicembre, n. 317 Norme sul soccorso e l'assistenza alle popolazioni colpite da calamità Protezione civile Articolo 16 é istituito il Servizio sanitario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco di cui alla tabella A, con i seguenti compiti: curare l'organizzazione dei servizi di assistenza sanitaria presso le scuole centrali antincendi e di protezione civile, i comandi provinciali e loro distaccamenti ed i reparti operativi del Corpo nazionale dei vigili del fuoco sovraintendere alla preparazione del personale in materia di pronto soccorso curare il coordinamento e la vigilanza, mediante gli ispettori sanitari, dei servizi svolti dai medici liberi professionisti incaricati della assistenza sanitaria presso le scuole centrali ed i comandi provinciali il direttore del servizio sanitario presiede le commissioni per l'accertamento della idoneità psico-fisica dei candidati ai concorsi di ammissione alle carriere del personale del Corpo nazionale dei vigili del fuoco

49 Ordine di Servizio del Capo Dipartimento N. 24 del 18 maggio 2002 DIREZIONE CENTRALE PER LA FORMAZIONE AREA VI MEDICINA DEL LAVORO E FORMAZIONE SANITARIA

50 Compiti Istituzionali assegnati Svolge studi e ricerche ed effettua proposte in tema di sicurezza sanitaria e di psicologia, nonché in materia di predisposizione di programmi di formazione ed aggiornamento sanitario del personale, avvalendosi anche della collaborazione di strutture universitarie ed enti esterni pubblici e privati; Organizza, d intesa con la Direzione Centrale per l Emergenza ed il Soccorso, le attività di supporto psicologico per il personale del CNVVF negli interventi di soccorso e di pubblica calamità, nonché negli infortuni sul lavoro.

51 ATTIVAZIONE DI PROCEDURE OPERATIVE DI SUPPORTO PSICOLOGICO PER: eventi comportanti il ferimento o decesso di un Vigile del Fuoco. eventi che hanno messo a repentaglio la salute psico-fisica del personale coinvolto per la caratteristica dell evento stesso. incidenti rilevanti per causa, ampiezza, estemporaneità, imprevedibilità e danno per la collettività professionale che li subisce. altri eventi critici attivazione autonoma da parte del Dirigente del Comando.

52 L intervento di supporto psicologico: principi generali A seguito di un evento critico gran parte delle reazioni psicoemotive non sono da ritenersi patologiche e non necessitano automaticamente di interventi psicologici mirati. In tale situazione ciò che è indispensabile è stabilire un contatto umano di empatia in grado di assicurare i processi di comunicazione verbale (l ascolto).

53 Alcuni soccorritori, a seguito di evento critico, in situazioni particolari, possono sviluppare disagio psichico le cui dinamiche richiedono un trattamento di supporto psicologico gestito all interno di incontri di gruppo oppure, se la situazione lo richiede, anche con incontri individuali presso strutture di competenza esterne al CNVVF. La situazione deve comunque essere considerata come l eccezione e quest ultima possibilità è da considerarsi eccezionale.

54 Bisogna quindi valorizzare le risorse personali del soccorritore, che va considerato potenzialmente in grado di reagire attivamente e non di essere travolto passivamente dall evento. Le risorse umane e socio-culturali proprie della comunità lavorativa del CNVVF, per quanto colpita dall evento critico, devono essere il principale riferimento per l intervento di supporto psicologico, mentre l approccio individuale va riservato ai soli casi che lo necessitano.

55 Marco Polo descrive un ponte, pietra per pietra. Ma qual è la pietra che sostiene il ponte? chiese Kublai Kan, Il ponte non è sostenuto da questa o da quella pietra rispose Marco ma dalla linea dell arco che esse formano. Kublai Kan rimase silenzioso, riflettendo. Poi soggiunse: Perché mi parli delle pietre? E solo dell arco che m importa. Marco Polo rispose: Senza pietre non c è arco. Così I. Calvino ne Le città invisibili immagina la conversazione fra Marco Polo e Kublai Kan

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